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2011-06-01

E domani Festa...

Piatto piano in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto della collezione Opera Prima di Wald

La Festa della Repubblica, che ricorre domani, assume particolare importanza nell'anno del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Il Quirinale, che domani dovrebbe come di consueto per il 2 giugno essere aperto al pubblico, ha il suo indubbio fascino e per me - che amo osservare il mondo partendo dalla tavola - non può che costituire un regalo immenso il volume pubblicato per la ricorrenza dell'Unità d'Italia dalla Accademia Italiana della Cucina. I menù del Quirinale è un vero documento storico che ripercorre nelle sue oltre 200 pagine, ricche di immagini, 150 anni di storia attraverso i menù che sono stati serviti ai 15 Capi di Stato che si sono succeduti al Palazzo del Quirinale. Da Vittorio Emanuele II a Giorgio Napolitano è bellissimo scoprire, sfogliando le pagine del libro, le particolarità e i gusti di ciascuno, il cerimoniale e il protocollo dei pranzi di Stato, il prezioso vasellame e le sale utilizzate a seconda delle occasioni.
Poiché - come accennavo- il libro parte da Vittorio Emanuele II, primo Re dell'Italia Unita, non possiamo non pensare a chi attivamente l'ha realizzata l'Italia Unita. Garibaldi amava i cibi semplici ma sapeva stare alla tavola del Re con una disinvoltura che solo i grandi hanno in sè.
E' particolarmente interessante rivivere l'Unità d'Italia sul piatto e lo possiamo fare attraverso Garibaldi, il libro scritto da Germana Militerni Nardone per Guida editori . Osservando la quotidianità e i comportamenti alimentari dell'eroe dei due mondi, con l'inevitabile intrecciarsi della sua vita a quelle di Anita, ma anche di Cavour e Vittorio Emanuele II, ripercorriamo in modo inconsueto la storia della nostra Patria. Ovviamente l'autrice si è prodigata di inserire anche le ricette per riprodurre, magari in casa e ai nostri giorni, quel che l'eroe più amato dagli italiani amava gustare tra un combattimento e l'altro.
Ritornando alla festa di domani, vi ricordo che è giovedì e questo dà modo, magari ai più fortunati, di organizzare una breve vacanza o almeno una gitarella fuori porta. Se così è vi lascio la ricetta di una focaccia morbidona farcita. L'idea della forma l'avevo acquisita da un libro di cui vi ho parlato qualche tempo fa ma la ricetta è tutta mia, per l'impasto ho utilizzato la base del pan brioche che a tutto si adatta e che anche stavolta ha svolto egregiamente il compito cui era destinato, per il ripieno invece ho girato l'Italia, soffermandomi nel bolognese alla Felsineo per la mortadella rustica e un po' più giù nel Lazio al caseificio Brunelli per un Formaggio misto Settecolli Alibrandi. Per guarnire e dare più gusto alla focaccia i semi di girasole biologici di Melandri Gaudenzio.
Ingredienti:
500 g di farina 00
250 ml di latte
80 g di burro morbido
40 g di zucchero
15 g di sale
15 g di lievito di birra fresco
3 tuorli d'uovo
1 tuorlo e un po' di latte per spennellare
semi di girasole per completare
150 g di mortadella rustica
150 g di formaggio molle misto pecora e mucca
Scaldate leggermente il latte e sciogliete nel liquido il lievito. In una ciotola disponete la farina, in un angolino il sale di modo che non venga a diretto contatto con il lievito, aggiungete il burro a tocchetti, lo zucchero ed il latte, amalgamate ed unite le uova, lavorando per bene l'impasto fino a completo assorbimento di tutti gli ingredienti. Ponete l'impasto a lievitare nella ciotola coperta da pellicola per due ore. Poi sgonfiatelo e ponete 1/3 dell'impasto al fondo di uno stampo a bordo alto per panettone (meglio quelli in carta usa e getta). Disponete sopra l'impasto metà della mortadella e del formaggio che nel frattempo avrete ridotto a cubetti. Dal restante impasto ricavate delle palline (10-12) e farcitene ognuna con parte del restante ripieno. Adagiatele sul ripieno una accanto all'altra, meglio se resta un po' di spazio tra l'una e l'altra poiché lieviteranno ancora. Pennellate la superficie con uovo e latte battuti insieme e cospargete abbondantemente con i semi di girasole. Lasciare lievitare ancora un'oretta e poi informate a 190° finché il pane risulterà ben dorato e asciutto all'interno alla prova stecchino.

3 commenti:

Roxy ha detto...

Una vera meravilglia!
Il pancione cresce??

CoCò ha detto...

Ciao Roxy adesso inizo ad assomigliare a una mongofiera, sono a buon punto

carpe diem ha detto...

sempra un super panettone!comè bello e chissà il gusto