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2016-05-31

Pasta agli asparagi per caprette giramondo




Quando arriva la primavera mi trasformo in una capretta giramondo. Mi prendono due desideri in modo compulsivo. Il primo è girare per campagne alla ricerca di erbe selvatiche commestibili o aromatiche  per arricchire i miei piatti. Resto sempre attratta da quelle non note ma alla fine raccolgo solo quelle conosciute per paura d'incappare in una intossicazione. L'altro desiderio è quello di andarmene in giro a zonzo per paesi noti e meno noti esplorando la mia regione e quelle limitrofe. Domenica me ne sono finita a Valsinni sulle tracce della poetessa Isabella Morra vissuta cinquecento anni fa. 
Per quanto invece riguarda le campagne ho dovuto un po' accantonare questo desiderio perché fare percorsi impervi coi bambini diventa difficile ma mio marito almeno gli asparagi selvatici quando è stagione non me li fa mancare ed abbiamo scoperto che, visto il loro sapore intenso, meno si elaborano in cucina e più buoni sono. La pasta per eccellenza di questa primavera che volge ormai al termine è proprio questa con gli asparagi di campo arricchita solo da una spolverata di parmigiano grattugiato. I piccoli di casa non gradiscono ma noi facciamo festa soprattutto con le tagliatelle fresche di grano duro un po' più spesse che ne fanno un piatto prelibato. 
Per quanto riguarda i viaggi anche se i borghi più belli qua in zona li abbiamo visti ci ritorniamo volentieri per una passeggiata, una sagra o un evento ma non ci limitiamo solo a quelli scoprendo anche bellezze non note in altri piccoli borghi ormai quasi disabitati del nostro territorio (una piccola puntatina domenica l'abbiamo fatta pure a Canna dove vivono solo 400 anime). Basta avere la curiosità del viaggiatore e imparare ad amare il bello anche nelle sue piccole manifestazioni.
La guida per eccellenza di questo andarsene a zonzo è per noi La Guida dei Borghi più belli d'Italia 2015-2016, la guida della Società Editrice Romana che non ha certo bisogno di presentazione.
 Le “schede” dei singoli borghi sono organizzate per regioni, collocate all’interno di tre aree geografiche: nord, centro e sud/isole. Ogni regione è preceduta da una “copertina” che riproduce una cartina che illustra l’ubicazione dei borghi nell’area regionale.
 Diverse sono le informazioni per comprendere l’essenza intima del borgo, il nome, la storia e il genius loci, vale a dire l’“aura” del borgo, l’atmosfera sentimentale e poetica che solo quel luogo esprime ed è frutto di stratificazioni secolari. Vi è poi la sezione da vedere per conoscere castelli, chiese, palazzi, piazze, opere d’arte e panorami.
La sezione Piaceri e sapori  aiuta invece a conoscere quanto c’è di “bello e buono” nel borgo. Quindi il prodotto caratteristico e il piatto tipico che è possibile richiedere nei ristoranti del posto.
 La sezione eventi riporta le principali manifestazioni, sagre, feste, etc. che si svolgono nel borgo. Presenti anche le schede con le indicazioni di musei e i divertimenti. Arricchisce la Scheda del Borgo anche la presenza di piccoli annunci di produttori, ristoratori e strutture ricettive. 
Alla fine del volume c'è anche l’elenco completo degli artigiani e dei negozi tipici. Davvero il fascino dell'Italia nascosta.
 Ancora più nascosto è però il tesoro di erbe e piante che spontaneamente nascono nell'area del Pollino. Un modo per scoprire anche quelle sconosciute l'ho trovato con un libro che è già stato riposto tra i miei tesori: Piante alimurgiche ed officinali dell'area del Pollino di Luigi Troccoli edito da  Prometeo179 piante che spontaneamente crescono nell'area del Pollino e che possono rappresentare una risorsa per le loro virtù officinali ed i loro usi alimentari. Ben 40 ricette per utilizzare le erbe buone arricchiscono il volume.
Importantissimo il fatto che le foto delle piante sono precise ed accurate (impossibile sbagliare) e che in appendice al libro c'è una sezione dedicata alle piante tossiche o velenose da evitare. Insomma questo libro rappresenta quel che sognavo per imparare una volta per tutte le virtù delle piante spontanee del territorio in cui vivo. 
Una volta che anche voi vi sarete improvvisate caprette giramondo e avrete raccolto i vostri asparagi per questa pasta vi basterà soffriggere uno spicchietto d'aglio in un fondo d'olio buono (senza essere avari), aggiungere gli asparagi puliti dalle parti legnose e tagliati a tocchetti, un pizzico di sale e un bicchiere d'acqua, lasciar restringere il fondo, lessare la pasta ed amalgamarla a cotanta delizia non prima però di aver dato una parziale frullata al condimento. Una nuvoletta di parmigiano sopra farà di questo piatto una vera delizia. Non vi do le dosi perché tutto dipenderà dal vostro raccolto, dal vostro gusto e ovviamente dal vostro buon senso. A presto amici.

5 commenti:

Unknown ha detto...

andare coi pupi in campagna è un po' difficile ma se non si hanno tempi da rispettare può essere una bella esperienza familiare.. certo caprette giramondo non si può proprio essere.. al massimo caprette che fanno un giretto piccolino ;)
favolosi gli asparagi selvatici, come te li amo in modi molto semplici

CoCò ha detto...

Vivina magari più che giramondo gira"piccolo" mondo (provincia e zone limitrofe)

Licia ha detto...

Una vera delizia per gli occhi e per il palato,complimenti!

Enza ha detto...

piacerebbe anche a me essere una capretta giramondo...
ottima questa tua pasta con asparagi selvatici!!

CoCò ha detto...

Licia è il piacere della semplicità. Enza ma non è che sono proprio giramondo più che altro come dicevo mi faccio i confini