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2010-04-16

Gnocchi di semola al cacao con crema di CaRuBlù

Non iniziate a dire che uso prodotti strani, il CaRuBlù DeGust è un formaggio che merita di essere citato.
Definito un formaggio da meditazione, è un erborinato affinato in fave di cacao e rum.
Ovviamente dopo averlo degustato con il rum come consigliato su Esperya non potevo non pensare a qualche accostamento particolare e, l'accostamento è stato più facile del previsto. Ho ripreso la nota del cacao del formaggio e l'ho portata nell'impasto degli gnocchi di semola di grano duro che ho condito poi con il solo fromaggio sciolto con un po' di panna fresca.
Ovviamente il CaRuBlù non lo trovate in tutti i supermercati, nemmeno nei più forniti, allora se volete provare gli gnocchetti ma non siete in vena di ordini on line, utilizzate del buon gorgonzola o altro erborinato, non avranno le note del cacao e del rum ma posso giurare che con il cacao degli gnocchi farà lo stesso un figurone.
Ingredienti per 4
Per gli gnocchetti:
320 g di semola di grano duro
30 g di cacao amaro
350 ml di acqua
sale
Per il condimento:
200 g di CaRuBlù (formaggio erborinato)
200 ml di panna fresca
sale
Scaldiamo l'acqua con il sale e impastiamola con la farina mescolata al cacao. Ricaviamo dall'impasto dei bastoncini di un cm circa e tagliamoli a tocchettidi 2 cm, caviamoli su una tavoletta per gnocchi per farli venire rigati.
Sciogliamo il formaggio con la panna e regoliamo di sale.
Lessiamo gli gnocchetti in acqua bollente salata e condiamoli con la salsa di formaggio.

Gnocchi di semola al cacao con crema di CaRuBlù

Non iniziate a dire che uso prodotti strani, il CaRuBlù DeGust è un formaggio che merita di essere citato.
Definito un formaggio da meditazione, è un erborinato affinato in fave di cacao e rum.
Ovviamente dopo averlo degustato con il rum come consigliato su Esperya non potevo non pensare a qualche accostamento particolare e, l'accostamento è stato più facile del previsto. Ho ripreso la nota del cacao del formaggio e l'ho portata nell'impasto degli gnocchi di semola di grano duro che ho condito poi con il solo fromaggio sciolto con un po' di panna fresca.
Ovviamente il CaRuBlù non lo trovate in tutti i supermercati, nemmeno nei più forniti, allora se volete provare gli gnocchetti ma non siete in vena di ordini on line, utilizzate del buon gorgonzola o altro erborinato, non avranno le note del cacao e del rum ma posso giurare che con il cacao degli gnocchi farà lo stesso un figurone.
Ingredienti per 4
Per gli gnocchetti:
320 g di semola di grano duro
30 g di cacao amaro
350 ml di acqua
sale
Per il condimento:
200 g di CaRuBlù (formaggio erborinato)
200 ml di panna fresca
sale
Scaldiamo l'acqua con il sale e impastiamola con la farina mescolata al cacao. Ricaviamo dall'impasto dei bastoncini di un cm circa e tagliamoli a tocchettidi 2 cm, caviamoli su una tavoletta per gnocchi per farli venire rigati.
Sciogliamo il formaggio con la panna e regoliamo di sale.
Lessiamo gli gnocchetti in acqua bollente salata e condiamoli con la salsa di formaggio.

2009-12-21

Gnocchi ripieni di fontina con salsa di noci e fiammiferi di speck.

Che noci e speck siano insieme insuperabili non credo vi siano dubbi, certo se si aggiunge la fontina, quella buona valdostana, la coppia diventa un trio perfetto. Se siete d'accordo con questa premessa un buon piatto di festa, se ancora non vi siete organizzati per il prossimo Natale, ve lo suggerisco io. Se realizzate gli gnocchi ripieni di fontina la fatica del prepararli può essere compensata con un aiutino per il condimento, un'ottima Salsa di noci come quella di Cascina San Cassiano e l'aggiunta di fiammiferi di speck possono rendere il piatto strepitoso.
Ingredienti:
per gli gnocchi:
500 g di patate a pasta gialla
150 g di farina 00
1 pizzico di sale
1 pezzo di fontina
farina per la spianatoia

per completare:
Salsa di noci Cascina San Cassiano
Olio extravergine d'oliva
Fiammiferi di speck
Prepariamo gli gnocchi: lessiamo le patate poi peliamole e schiacciamole ancora calde, uniamo la farina ed un pizzico di sale. Raccogliamo un po' d'impasto tra le mani infarinate, schiacciamolo formando un incavo nel quale collocheremo un cubettino di formaggio, sigilliamo bene e passiamo nella farina per evitare che l'umidità della patata faccia attaccare lo gnocco alla spianatoia. Procediamo così fino ad esaurimento del composto.
Intanto prepariamo il condimento:

Saltiamo in padella i fiammiferi di speck con un filo d'olio ed uniamo qualche cucchiaiata di salsa di noci. Lessiamo gli gnocchi e quando vengono a galla trasferiamoli nella padella del condimento, mescoliamo e serviamo con del parmigiano grattugiato a piacere.

Gnocchi ripieni di fontina con salsa di noci e fiammiferi di speck.

Che noci e speck siano insieme insuperabili non credo vi siano dubbi, certo se si aggiunge la fontina, quella buona valdostana, la coppia diventa un trio perfetto. Se siete d'accordo con questa premessa un buon piatto di festa, se ancora non vi siete organizzati per il prossimo Natale, ve lo suggerisco io. Se realizzate gli gnocchi ripieni di fontina la fatica del prepararli può essere compensata con un aiutino per il condimento, un'ottima Salsa di noci come quella di Cascina San Cassiano e l'aggiunta di fiammiferi di speck possono rendere il piatto strepitoso.
Ingredienti:
per gli gnocchi:
500 g di patate a pasta gialla
150 g di farina 00
1 pizzico di sale
1 pezzo di fontina
farina per la spianatoia

per completare:
Salsa di noci Cascina San Cassiano
Olio extravergine d'oliva
Fiammiferi di speck
Prepariamo gli gnocchi: lessiamo le patate poi peliamole e schiacciamole ancora calde, uniamo la farina ed un pizzico di sale. Raccogliamo un po' d'impasto tra le mani infarinate, schiacciamolo formando un incavo nel quale collocheremo un cubettino di formaggio, sigilliamo bene e passiamo nella farina per evitare che l'umidità della patata faccia attaccare lo gnocco alla spianatoia. Procediamo così fino ad esaurimento del composto.
Intanto prepariamo il condimento:

Saltiamo in padella i fiammiferi di speck con un filo d'olio ed uniamo qualche cucchiaiata di salsa di noci. Lessiamo gli gnocchi e quando vengono a galla trasferiamoli nella padella del condimento, mescoliamo e serviamo con del parmigiano grattugiato a piacere.

2009-10-07

Canederli in brodo

Una delle regioni che più amo è l'Alto Adige con le sue verdi montagne e la sua ricca cucina.
In attesa di ritornarci appena possibile cerco intanto di rinfrescarne il ricordo con dei piatti tipici anche se diventa a volte un'impresa reperire degli ingredienti. Con Esperya l'impresa si semplifica e così avendo tra le mani il Salamino affumicato di maiale e camoscio, preparato dal sig. Berardi secondo tradizione con carne di camoscio e pancetta di suino, non ho potuto che pensare ai canederli che adoro. Li ho preparati con metà salamino e metà speck li ho cucinati e serviti in un ricco brodo di carne bovina. Il piatto è bello sostanzioso ma per la stagione appena iniziata è l'ideale.
Penso che dei canederli ogni famiglia sud-tirolese abbia la sua ricetta, io così lontana mi sono affidata alla grande Cucina Italiana, preparandoli secondo la ricetta reperita su un vecchio numero della rivista.
Per chi fosse alto-atesino quanto me lascio comunque la ricetta e mi raccomando provate il salamino...merita davvero.
Canederli
Ingredienti:
250 g di pane
50 g di speck
50 g di Salamino di maiale e camoscio
1/2 cipolla
4 uova
100 g di farina
1 bicchiere di latte
olio e burro q.b.

Riduciamo a cubetti il pane e rosoliamolo in una padella dove avremo lasciato appassire la cipolla con un po' di olio e burro. Trasferiamolo poi in una ciotola, mescoliamolo con le uova, il latte e i salumi e lasciamolo ammorbidire per mezz'ora circa. Uniamo al composto la farina e formiamo delle palline. Lessiamo i canederli in un ricco brodo di carne per 2-3 minuti da quando vengono a galla. Serviamo con il brodo e del grana, oppure scoliamoli e serviamoli con burro scuro e grana.

P.S. con questa ricetta partecipo alla raccolta di Roxy dal titolo Sapore di Vacanza

Canederli in brodo

Una delle regioni che più amo è l'Alto Adige con le sue verdi montagne e la sua ricca cucina.
In attesa di ritornarci appena possibile cerco intanto di rinfrescarne il ricordo con dei piatti tipici anche se diventa a volte un'impresa reperire degli ingredienti. Con Esperya l'impresa si semplifica e così avendo tra le mani il Salamino affumicato di maiale e camoscio, preparato dal sig. Berardi secondo tradizione con carne di camoscio e pancetta di suino, non ho potuto che pensare ai canederli che adoro. Li ho preparati con metà salamino e metà speck li ho cucinati e serviti in un ricco brodo di carne bovina. Il piatto è bello sostanzioso ma per la stagione appena iniziata è l'ideale.
Penso che dei canederli ogni famiglia sud-tirolese abbia la sua ricetta, io così lontana mi sono affidata alla grande Cucina Italiana, preparandoli secondo la ricetta reperita su un vecchio numero della rivista.
Per chi fosse alto-atesino quanto me lascio comunque la ricetta e mi raccomando provate il salamino...merita davvero.
Canederli
Ingredienti:
250 g di pane
50 g di speck
50 g di Salamino di maiale e camoscio
1/2 cipolla
4 uova
100 g di farina
1 bicchiere di latte
olio e burro q.b.

Riduciamo a cubetti il pane e rosoliamolo in una padella dove avremo lasciato appassire la cipolla con un po' di olio e burro. Trasferiamolo poi in una ciotola, mescoliamolo con le uova, il latte e i salumi e lasciamolo ammorbidire per mezz'ora circa. Uniamo al composto la farina e formiamo delle palline. Lessiamo i canederli in un ricco brodo di carne per 2-3 minuti da quando vengono a galla. Serviamo con il brodo e del grana, oppure scoliamoli e serviamoli con burro scuro e grana.

P.S. con questa ricetta partecipo alla raccolta di Roxy dal titolo Sapore di Vacanza

2009-06-23

Spaetzle al gratin

Da quando sono stata in Alto Adige, due anni fa, è nato il mio amore per gli Spaetzle, che sembrerebbero rientrare nella famiglia degli gnocchi e che per ciò solo già amo.
Non potete immaginare quanto io abbia cercato quell’aggeggio, che tanto somiglia nell’aspetto a una grattugia, per poterli preparare in casa, finché rovistando nel catalogo di Plurimix-point non mi si è parata innanzi ed ho scoperto chiamarsi “Sapetzle Hobel”. Ovviamente dalla vista all’averla è passato giusto il tempo dell’ordine e sono due mesi che provo spaetzle in ogni versione.
Ho scoperto che oltre che con la panna o i formaggi stanno divinamente anche col sughetto al pomodoro. Certo non è un piatto che posso condividere con mio marito, che tutto ciò che vagamente ricorda gli gnocchi lo evita in modo accurato, però la ricettina che ho sperimentato è facilmente adattabile anche ad una sola ricca porzione ed il metodo di preparazione è così veloce che non vedo alcun motivo per rinunciarci.
Insomma stavolta li ho fatti al gratin, una via di mezzo tra lo spaetzle e lo gnocco alla romana. Mi resta da provarli verdi a ricordo di quelli gustati in un noto ristorante di Merano. Ah! La mia ricetta prevede il latte nell’impasto, ho sentito però che anche con l’acqua son buoni, il fatto è che vengono così gustosi che non mi decido a provare la versione leggera all’acqua. Se provate voi fatemi sapere.
Ingredienti
Per ogni porzione di spaetzle:
1 uovo
100 g di farina
50 g di latte
sale pepe e noce moscata
Per condire:
panna fresca
prosciutto crudo
piselli freschi lessati
cipolla
olio extravergine d’oliva
burro
parmigiano grattugiato
sale e pepe
Amalgamiamo con una frusta l’uovo con la farina, uniamo il latte freddo ottenendo una densa pastella ed insaporiamo con sale, pepe e noce moscata.
Intanto rosoliamo un po’ di cipolla tagliata fine, in olio e burro, uniamo il prosciutto crudo a striscioline e i piselli, versiamo un po’ di panna e lasciamo addensare, regoliamo di sale e pepe. Portiamo ad ebollizione abbondante acqua salata e, attraverso i fori del “Spaetzle Hobel” facciamo cadere in pentola il composto. Quando gli spaetzle risalgono a galla raccogliamoli con un mestolo forato e versiamoli nella padella del condimento, uniamo del parmigiano e versiamo in una pirofila. Cospargiamo la superficie di parmigiano e fiocchetti di burro ed inforniamo fino a doratura.

Spaetzle al gratin

Da quando sono stata in Alto Adige, due anni fa, è nato il mio amore per gli Spaetzle, che sembrerebbero rientrare nella famiglia degli gnocchi e che per ciò solo già amo.
Non potete immaginare quanto io abbia cercato quell’aggeggio, che tanto somiglia nell’aspetto a una grattugia, per poterli preparare in casa, finché rovistando nel catalogo di Plurimix-point non mi si è parata innanzi ed ho scoperto chiamarsi “Sapetzle Hobel”. Ovviamente dalla vista all’averla è passato giusto il tempo dell’ordine e sono due mesi che provo spaetzle in ogni versione.
Ho scoperto che oltre che con la panna o i formaggi stanno divinamente anche col sughetto al pomodoro. Certo non è un piatto che posso condividere con mio marito, che tutto ciò che vagamente ricorda gli gnocchi lo evita in modo accurato, però la ricettina che ho sperimentato è facilmente adattabile anche ad una sola ricca porzione ed il metodo di preparazione è così veloce che non vedo alcun motivo per rinunciarci.
Insomma stavolta li ho fatti al gratin, una via di mezzo tra lo spaetzle e lo gnocco alla romana. Mi resta da provarli verdi a ricordo di quelli gustati in un noto ristorante di Merano. Ah! La mia ricetta prevede il latte nell’impasto, ho sentito però che anche con l’acqua son buoni, il fatto è che vengono così gustosi che non mi decido a provare la versione leggera all’acqua. Se provate voi fatemi sapere.
Ingredienti
Per ogni porzione di spaetzle:
1 uovo
100 g di farina
50 g di latte
sale pepe e noce moscata
Per condire:
panna fresca
prosciutto crudo
piselli freschi lessati
cipolla
olio extravergine d’oliva
burro
parmigiano grattugiato
sale e pepe
Amalgamiamo con una frusta l’uovo con la farina, uniamo il latte freddo ottenendo una densa pastella ed insaporiamo con sale, pepe e noce moscata.
Intanto rosoliamo un po’ di cipolla tagliata fine, in olio e burro, uniamo il prosciutto crudo a striscioline e i piselli, versiamo un po’ di panna e lasciamo addensare, regoliamo di sale e pepe. Portiamo ad ebollizione abbondante acqua salata e, attraverso i fori del “Spaetzle Hobel” facciamo cadere in pentola il composto. Quando gli spaetzle risalgono a galla raccogliamoli con un mestolo forato e versiamoli nella padella del condimento, uniamo del parmigiano e versiamo in una pirofila. Cospargiamo la superficie di parmigiano e fiocchetti di burro ed inforniamo fino a doratura.

2008-07-24

Gnocchi ripieni di Piacentinu Ennese alla crema di peperoni

Sarà il caldo, sarà il clima vacanziero ma sembra che io ultimamente trovi ispirazione in cucina soltanto dalla Sicilia e dai suoi golosi ed ottimi prodotti.
Messi da parte i pistacchi, i limoni ed il Marsala stavolta mi sono lasciata attrarre da un formaggio particolare come la sua terra di origine.
Il Piacentinu Ennese è un pecorino a pasta dura con pepe nero, tipico della provincia di Enna, alla cui cagliata viene aggiunto dello zafferano che conferisce al formaggio un particolare sapore e profumo oltre che il caratteristico colore giallo intenso.
Il prodotto non è una moderna "trovata" ma ha origini antichissime tanto che "una leggenda vuole che Ruggero il Normanno, intorno all`anno 1090, preoccupato per la consorte Adelasia prostrata da una invincibile depressione, invitasse i casari del luogo a preparare un formaggio che avesse doti taumaturgiche. Da qui sarebbe nata l`idea di aggiungere al latte di pecora una manciata di zafferano, spezie nota nell`antichità per le sue qualità antidepressive ed energizzanti".
Per assaporare tutto il gusto di questo formaggio che, nemmeno a dirlo, sono riuscita a provare solo grazie al lavoro della bottega Esperya, bisognerebbe gustarlo così senza elaborazioni. Non voglio in tale sede peccare di presunzione ma con questa trovata di catturarne piccoli pezzi negli gnocchi - di cui sono golosa- sono riuscita a preservarne intatto l'aroma ed il sapore pur utilizzandolo in una preparazione culinaria un pò più complessa.
Per condire ho utilizzato i peperoni rossi, giusto per fare un pò più estate.
Gli ingredienti sono per 4 persone.
Per gli gnocchi ripieni:
500 g di patate a pasta gialla
150 g di farina 00
1 pizzico di sale
1 pezzo di Piacentinu Ennese
farina per la spianatoia
Per la salsa ai peperoni rossi:
1 peperone rosso grande
1/4 di cipolla rossa
olio extravergine d'oliva
basilico fresco
sale e pepe
Prepariamo gli gnocchi: lessiamo le patate poi peliamole e schiacciamole ancora calde, uniamo la farina ed un pizzico di sale. Raccogliamo un pò d'impasto tra le mani infarinate, schiacciamolo formando un incavo nel quale collocheremo un cubettino di formaggio, sigilliamo bene e passiamo nella farina per evitare che l'umidità della patata faccia attaccare lo gnocco alla spianatoia. procediamo così fino ad esaurimento del composto.
Intanto prepariamo il condimento: arrostiamo il peperone sulla fiamma viva, poi laviamolo sotto l'acqua corrente in modo da eliminare la pelle, tagliamolo a piccoli pezzi dopo aver tolto semi e picciolo e saltiamo la polpa in padella con olio e cipolla. Regoliamo di sale e pepe, poi frulliamo parte del condimento con dell'altro olio e qualche foglia di basilico in modo da ottenere una crema rossa omogenea che uniremo ai pezzetti di peperone.
Lessiamo gli gnocchi in acqua salata poi come vengono a galla versiamoli nella padella del condimento a cui li amalgameremo con delicatezza, aiutandoci con un cucchiaio di legno. Serviamo in piatti riscaldati.

Gnocchi ripieni di Piacentinu Ennese alla crema di peperoni

Sarà il caldo, sarà il clima vacanziero ma sembra che io ultimamente trovi ispirazione in cucina soltanto dalla Sicilia e dai suoi golosi ed ottimi prodotti.
Messi da parte i pistacchi, i limoni ed il Marsala stavolta mi sono lasciata attrarre da un formaggio particolare come la sua terra di origine.
Il Piacentinu Ennese è un pecorino a pasta dura con pepe nero, tipico della provincia di Enna, alla cui cagliata viene aggiunto dello zafferano che conferisce al formaggio un particolare sapore e profumo oltre che il caratteristico colore giallo intenso.
Il prodotto non è una moderna "trovata" ma ha origini antichissime tanto che "una leggenda vuole che Ruggero il Normanno, intorno all`anno 1090, preoccupato per la consorte Adelasia prostrata da una invincibile depressione, invitasse i casari del luogo a preparare un formaggio che avesse doti taumaturgiche. Da qui sarebbe nata l`idea di aggiungere al latte di pecora una manciata di zafferano, spezie nota nell`antichità per le sue qualità antidepressive ed energizzanti".
Per assaporare tutto il gusto di questo formaggio che, nemmeno a dirlo, sono riuscita a provare solo grazie al lavoro della bottega Esperya, bisognerebbe gustarlo così senza elaborazioni. Non voglio in tale sede peccare di presunzione ma con questa trovata di catturarne piccoli pezzi negli gnocchi - di cui sono golosa- sono riuscita a preservarne intatto l'aroma ed il sapore pur utilizzandolo in una preparazione culinaria un pò più complessa.
Per condire ho utilizzato i peperoni rossi, giusto per fare un pò più estate.
Gli ingredienti sono per 4 persone.
Per gli gnocchi ripieni:
500 g di patate a pasta gialla
150 g di farina 00
1 pizzico di sale
1 pezzo di Piacentinu Ennese
farina per la spianatoia
Per la salsa ai peperoni rossi:
1 peperone rosso grande
1/4 di cipolla rossa
olio extravergine d'oliva
basilico fresco
sale e pepe
Prepariamo gli gnocchi: lessiamo le patate poi peliamole e schiacciamole ancora calde, uniamo la farina ed un pizzico di sale. Raccogliamo un pò d'impasto tra le mani infarinate, schiacciamolo formando un incavo nel quale collocheremo un cubettino di formaggio, sigilliamo bene e passiamo nella farina per evitare che l'umidità della patata faccia attaccare lo gnocco alla spianatoia. procediamo così fino ad esaurimento del composto.
Intanto prepariamo il condimento: arrostiamo il peperone sulla fiamma viva, poi laviamolo sotto l'acqua corrente in modo da eliminare la pelle, tagliamolo a piccoli pezzi dopo aver tolto semi e picciolo e saltiamo la polpa in padella con olio e cipolla. Regoliamo di sale e pepe, poi frulliamo parte del condimento con dell'altro olio e qualche foglia di basilico in modo da ottenere una crema rossa omogenea che uniremo ai pezzetti di peperone.
Lessiamo gli gnocchi in acqua salata poi come vengono a galla versiamoli nella padella del condimento a cui li amalgameremo con delicatezza, aiutandoci con un cucchiaio di legno. Serviamo in piatti riscaldati.

2008-04-28

Il mio piatto della consolazione? Gli gnocchi di patate

Mi è stato chiesto, prima da Alessia e poi da Max, di parlare del mio "piatto della consolazione", ovvero di quel piatto che è capace di tirarmi su nei momenti un pò tristi, il piatto -aggiungerei io- che se anche la giornata non è stata delle migliori riesce a farmi dimenticare tutto e a stamparmi sul volto quel sorrisetto da bimba felice. Ci sono molti dolci che mi danno una sensazione simile, poi ci sono i risotti, le lasagne ed a volte un semplice panino (condito come Dio comanda), ma il mio vero piatto della consolazione sono gli gnocchi di patate preparati in casa e conditi col sugo di carne o di pomodoro o con il gorgonzola o in mille altri modi purchè siano gnocchi veri, di vere patate. Ho voluto rendere questo piatto gradevole anche alla vista per dimostrare che in fondo è possibile servire i classici gnocchi con un vestitino della festa.

Gnocchi al sugo di coda in cestino di parmigiano
Per il sugo:
coda di bovino adulto
passata di pomodoro
cipolla, carota e sedano
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Per gli gnocchi:
1 kg di patate
300 g di farina 00
1 uovo
Per i cestini e per condire:
Parmigiano grattugiato in abbondanza

Iniziamo dal sugo, per fare le cose per bene non bisogna aver fretta, per questo tipo di sugo ci vuole una lenta cottura.
Tritiamo cipolla, carota e sedano e soffriggiamole con l'olio, uniamo la coda spezzettata, rosoliamo, saliamo, pepiamo ed aggiungiamo la passata di pomodoro. Uniamo dell'acqua copriamo la pentola e lasciamo cuocere per tre ore circa o pure più (mi raccomando però mai superare le sei ore di cottura).
Per gli gnocchi: lessiamo le patate, passiamole con l'apposito attrezzo ottenendo una purea, aggiungiamo la farina e l'uovo e poi stendiamo l'impasto con le mani in un filoncino sottile da cui ricaveremo tanti tocchetti che caveremo con la punta delle dita. Versiamoli in acqua bollente e tiriamoli su man mano che vengono a galla. Condiamoli con il sugo preparato.
Prepariamo i cestini di parmigiano versando tre - quattro cucchiaiate di formaggio in una padella calda antiaderente, quando il formaggio si rapprende versiamo il disco ottenuto cu una ciotola rovesciata sul piano di lavoro facendogli prendere la forma di una ciotola nella quale serviremo (subito prima che si sciolga) i nostri gnocchi.
Ho dimenticato che devo passare la palla a qualcuno, ufficialmente la passo a Grazia ma ufficiosamente a chiunque abbia voglia di rispondere.

Il mio piatto della consolazione? Gli gnocchi di patate

Mi è stato chiesto, prima da Alessia e poi da Max, di parlare del mio "piatto della consolazione", ovvero di quel piatto che è capace di tirarmi su nei momenti un pò tristi, il piatto -aggiungerei io- che se anche la giornata non è stata delle migliori riesce a farmi dimenticare tutto e a stamparmi sul volto quel sorrisetto da bimba felice. Ci sono molti dolci che mi danno una sensazione simile, poi ci sono i risotti, le lasagne ed a volte un semplice panino (condito come Dio comanda), ma il mio vero piatto della consolazione sono gli gnocchi di patate preparati in casa e conditi col sugo di carne o di pomodoro o con il gorgonzola o in mille altri modi purchè siano gnocchi veri, di vere patate. Ho voluto rendere questo piatto gradevole anche alla vista per dimostrare che in fondo è possibile servire i classici gnocchi con un vestitino della festa.

Gnocchi al sugo di coda in cestino di parmigiano
Per il sugo:
coda di bovino adulto
passata di pomodoro
cipolla, carota e sedano
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Per gli gnocchi:
1 kg di patate
300 g di farina 00
1 uovo
Per i cestini e per condire:
Parmigiano grattugiato in abbondanza

Iniziamo dal sugo, per fare le cose per bene non bisogna aver fretta, per questo tipo di sugo ci vuole una lenta cottura.
Tritiamo cipolla, carota e sedano e soffriggiamole con l'olio, uniamo la coda spezzettata, rosoliamo, saliamo, pepiamo ed aggiungiamo la passata di pomodoro. Uniamo dell'acqua copriamo la pentola e lasciamo cuocere per tre ore circa o pure più (mi raccomando però mai superare le sei ore di cottura).
Per gli gnocchi: lessiamo le patate, passiamole con l'apposito attrezzo ottenendo una purea, aggiungiamo la farina e l'uovo e poi stendiamo l'impasto con le mani in un filoncino sottile da cui ricaveremo tanti tocchetti che caveremo con la punta delle dita. Versiamoli in acqua bollente e tiriamoli su man mano che vengono a galla. Condiamoli con il sugo preparato.
Prepariamo i cestini di parmigiano versando tre - quattro cucchiaiate di formaggio in una padella calda antiaderente, quando il formaggio si rapprende versiamo il disco ottenuto cu una ciotola rovesciata sul piano di lavoro facendogli prendere la forma di una ciotola nella quale serviremo (subito prima che si sciolga) i nostri gnocchi.
Ho dimenticato che devo passare la palla a qualcuno, ufficialmente la passo a Grazia ma ufficiosamente a chiunque abbia voglia di rispondere.

2008-03-02

Fiori di semolino con Speck e Puzzone di Moena

Da un pò di tempo mi ero messa in testa di fare l'esperienza "Puzzone" e finalmente ce l'ho fatta grazie ad Esperya. Il Puzzone di Moena è un formaggio veramente particolare ed è vero che o lo si ama o lo si odia perchè il suo odore caratteristico (immaginate che il nome non è stato messo affatto a caso) tende a respingere, però una volta assaggiato sorprende per la scioglievolezza e l'intensità del gusto che spazia da note particolarmente dolci fino a raggiungere vette di piccantezza, un contrasto tutto particolare, simile a nessun altro formaggio, insomma una vera esperienza che consiglio di fare almeno una volta nella vita ai palati più temerari.
L'ho trovato particolarmente gradevole, più che a crudo, in questo accostamento con una sorta di gnocchi di semolino e con lo speck.
La ricetta, che è un primo piatto ma che vedrei bene in piccole dosi anche come antipasto, è un adattamento che ho fatto traendo spunto da una ricetta pubblicata su A Tavola del mese scorso.
Premetto per chi non dovesse trovare il Puzzone, o semplicemente non si senta di utilizzarlo, che si può adoperare del buon Gorgonzola cremoso o della Fontina, il risultato sarà comunque eccellente.
I miei fiori sono piuttosto piccoli per cui ne metterei da due a tre per porzione.
Per 10 fiori:
700 ml di acqua
200 g di semolino
30 g di burro
sale, pepe e noce moscata
10 fette sottili di Speck
10 dadini di Puzzone di Moena
pangrattato
10 bacche di ginepro
Portiamo a bollore l'acqua leggermente salata e poi versiamo a pioggia il semolino mescolando di continuo per evitare la formazione di grumi, portiamo a cottura a fuoco dolce per 10 minuti circa mescolando sempre. Leviamo dal fuoco e uniamo il burro, un pò di noce moscata, pepe e sale se occorre.
Versiamo in una teglia umida e livelliamo ad uno spessore di circa un centimetro e mezzo, con un tagliapasta di 5-6 cm ricaviamo 20 dischetti. Posizioniamo 10 dischetti su una teglia rivestita di carta da forno. Su ogni dichetto arricciamo una fetta di speck facendola debordare, chiudiamo con un secondo dischetto di semolino, poi poggiamo sopra ogni "fiore" un cubetto di formaggio e una bacca di ginepro. Cospargiamo di pangrattato ed infornoiamo in forno caldissimo per cinque minuti circa.

Fiori di semolino con Speck e Puzzone di Moena

Da un pò di tempo mi ero messa in testa di fare l'esperienza "Puzzone" e finalmente ce l'ho fatta grazie ad Esperya. Il Puzzone di Moena è un formaggio veramente particolare ed è vero che o lo si ama o lo si odia perchè il suo odore caratteristico (immaginate che il nome non è stato messo affatto a caso) tende a respingere, però una volta assaggiato sorprende per la scioglievolezza e l'intensità del gusto che spazia da note particolarmente dolci fino a raggiungere vette di piccantezza, un contrasto tutto particolare, simile a nessun altro formaggio, insomma una vera esperienza che consiglio di fare almeno una volta nella vita ai palati più temerari.
L'ho trovato particolarmente gradevole, più che a crudo, in questo accostamento con una sorta di gnocchi di semolino e con lo speck.
La ricetta, che è un primo piatto ma che vedrei bene in piccole dosi anche come antipasto, è un adattamento che ho fatto traendo spunto da una ricetta pubblicata su A Tavola del mese scorso.
Premetto per chi non dovesse trovare il Puzzone, o semplicemente non si senta di utilizzarlo, che si può adoperare del buon Gorgonzola cremoso o della Fontina, il risultato sarà comunque eccellente.
I miei fiori sono piuttosto piccoli per cui ne metterei da due a tre per porzione.
Per 10 fiori:
700 ml di acqua
200 g di semolino
30 g di burro
sale, pepe e noce moscata
10 fette sottili di Speck
10 dadini di Puzzone di Moena
pangrattato
10 bacche di ginepro
Portiamo a bollore l'acqua leggermente salata e poi versiamo a pioggia il semolino mescolando di continuo per evitare la formazione di grumi, portiamo a cottura a fuoco dolce per 10 minuti circa mescolando sempre. Leviamo dal fuoco e uniamo il burro, un pò di noce moscata, pepe e sale se occorre.
Versiamo in una teglia umida e livelliamo ad uno spessore di circa un centimetro e mezzo, con un tagliapasta di 5-6 cm ricaviamo 20 dischetti. Posizioniamo 10 dischetti su una teglia rivestita di carta da forno. Su ogni dichetto arricciamo una fetta di speck facendola debordare, chiudiamo con un secondo dischetto di semolino, poi poggiamo sopra ogni "fiore" un cubetto di formaggio e una bacca di ginepro. Cospargiamo di pangrattato ed infornoiamo in forno caldissimo per cinque minuti circa.

2008-01-14

Gnocchi alla romana arricchiti

Per gnocchi alla romana intendiamo i famosissimi gnocchi di semolino gratinati in forno con burro e parmigiano ma, mentre ieri li preparavo per pranzo, mi sono sorpresa a chiedermi come mai questo piatto somigli così poco a quella che è la tradizione della terra di cui portano il nome e da qualche ricerca effettuata ho scoperto che in effetti c'è un contenzioso aperto sull'origine del piatto dato che Lazio e Piemonte se ne contendono ancora oggi la paternità.
A prescindere dalla zona d'origine sembra che questi gnocchi siano dei raffinati discendenti dei medievali maccheroni di Bengodi, descitti nel Decamerone dal Boccaccio. La ricetta che io utilizzzo è quella della scuola di La Cucina Italiana con una leggera variante, aggiungo all'impasto 50 g di prosciutto cotto a piccolissimi dadini ed il risultato è un piatto con una marcia in più, provate e poi mi direte.
Ingredienti per 6 persone:
1 litro di latte
250 g di semolino
3 tuorli
50 g di prosciutto cotto
grana o parmigiano grattugiato
burro
sale, pepe e noce moscata
Portiamo ad ebollizione il latte con una grossa noce di burro e un pò di sale grosso, poi uniamo a pioggia il semolino, un pò di pepe e noce moscata e cuociamo per 7-8' sempre mescolando con una frusta. Togliamo dal fuoco ed uniamo il prosciutto cotto sminuzzato, il parmigiano, i tuorli ed ancora un pò di sale se occorre. Mescoliamo bene e stendiamo il composto su un foglio di carta da forno , copriamo con un altro foglio e con l'aiuto del matterello portiamo la pasta ad uno spessore di 1 cm circa (anche poco più se vogliamo). Quando l'impasto è freddo lo tagliamo a dischetti di 5 cm circa con un tagliapasta e disponiamo i dischetti in una pirofila imburrata. Li condiamo con abbondante (io mi sono un pò trattenuta a dire il vero) burro fuso e parmigiano grattugiato e li passiamo in forno caldissimo finchè non si forma una bella crosticina dorata.

Gnocchi alla romana arricchiti

Per gnocchi alla romana intendiamo i famosissimi gnocchi di semolino gratinati in forno con burro e parmigiano ma, mentre ieri li preparavo per pranzo, mi sono sorpresa a chiedermi come mai questo piatto somigli così poco a quella che è la tradizione della terra di cui portano il nome e da qualche ricerca effettuata ho scoperto che in effetti c'è un contenzioso aperto sull'origine del piatto dato che Lazio e Piemonte se ne contendono ancora oggi la paternità.
A prescindere dalla zona d'origine sembra che questi gnocchi siano dei raffinati discendenti dei medievali maccheroni di Bengodi, descitti nel Decamerone dal Boccaccio. La ricetta che io utilizzzo è quella della scuola di La Cucina Italiana con una leggera variante, aggiungo all'impasto 50 g di prosciutto cotto a piccolissimi dadini ed il risultato è un piatto con una marcia in più, provate e poi mi direte.
Ingredienti per 6 persone:
1 litro di latte
250 g di semolino
3 tuorli
50 g di prosciutto cotto
grana o parmigiano grattugiato
burro
sale, pepe e noce moscata
Portiamo ad ebollizione il latte con una grossa noce di burro e un pò di sale grosso, poi uniamo a pioggia il semolino, un pò di pepe e noce moscata e cuociamo per 7-8' sempre mescolando con una frusta. Togliamo dal fuoco ed uniamo il prosciutto cotto sminuzzato, il parmigiano, i tuorli ed ancora un pò di sale se occorre. Mescoliamo bene e stendiamo il composto su un foglio di carta da forno , copriamo con un altro foglio e con l'aiuto del matterello portiamo la pasta ad uno spessore di 1 cm circa (anche poco più se vogliamo). Quando l'impasto è freddo lo tagliamo a dischetti di 5 cm circa con un tagliapasta e disponiamo i dischetti in una pirofila imburrata. Li condiamo con abbondante (io mi sono un pò trattenuta a dire il vero) burro fuso e parmigiano grattugiato e li passiamo in forno caldissimo finchè non si forma una bella crosticina dorata.

2007-09-29

Quando il Raschera Dop incontra la zucca e i porcini

Tutto ha inizio con un regalo che mi hanno fatto: questo fantastico esemplare di Cucurbita maxima

me la sono guardata, fotografata e studiata per quasi una settimana pensando a cosa farne e rimandando forse un poco il momento della decisione per tenerla lì ancora un poco finchè non è arrivato a casa mia un bel pezzo di Raschera dop della bottega Esperya allora non ho avuto più esitazioni.

Il Raschera è un antico formaggio piemontese, precisamente del cuneese prende il nome dall'omonimo lago, ha una forma particolare quasi a parallelepipedo con pasta morbida a occhiature irregolari che si scioglie in bocca. Quello di Esperya viene dal Caseificio Persia, tra Saluzzo e Bra, ha sapore solido e persistente con una gradevole tendenza al mandorlaceo. Questo tipo di formaggio ben si presta alla preparazione di gustose e sapide fondute.Così ho pensato perchè non unire le due cose arricchendo la preparazione con un altro ingrediente tipico dell'autunno il porcino.

Ne è venuto fuori un meraviglioso primo di cui vi lascio la ricetta

Gnocchi di zucca ai porcini su fonduta di Raschera Dop

Per gli gnocchi occorrono:

600 g di zucca cotta al vapore, 200 g di patate lesse, 200 g di farina 00, 2 cucchiai di Parmigiano grattugiato, 1 pizzico di noce moscata

Per il condimento ai porcini:

2 funghi porcini freschi (o in mancanza una manciata di porcini essiccati), 1 spicchio d'aglio, 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, 1 foglia d'alloro, vino bianco, pepe nero, sale aromatico di Cervia, un rametto di prezzemolo, 20 g di burro

Per la fonduta di Raschera Dop:

200 g di formaggio Raschera privo della crosta, 150 ml di latte, 20 g di burro, un tuorlo d'uovo, 2 cucchiai di acqua fredda

Prepariamo gli gnocchi impastando tutti gli ingredienti, raccogliamo poi il composto in una sacca da pasticcere fino al momento di cuocerli.

Intanto affettiamo sottilmente i funghi (o ammolliamo quelli secchi in acqua e latte), in una capace padella scaldiamo l'olio con l'aglio, aggiungiamo l'alloro ed i funghi, sfumiamo con del vino bianco, saliamo e pepiamo. Quando i funghi saranno cotti, spegnamo il fuoco ed aggiungiamo il burro e il prezzemolo.

Intanto prepariamo la fonduta sciogliendo a bagnomaria il Raschera con il latte e il burro. Togliamo dal fuoco ed amalgamiamo il tuorlo, rimettiamo sul fuoco per circa dieci minuti finchè la preparazione non si addensa, tolto il pentolino dal fuoco aggiungiamo due cucchiai di acqua fredda e teniamo in caldo la preparazione.

Mettiamo a bollire l'acqua per gli gnocchi che lasceremo scivolare nella pentola direttamente dalla sacca, come vengono a galla li prendiamo con un mestolo forato e li versiamo nella padella dei funghi, procediamo così fino alla fine.

Saltiamo poi gli gnocchi col condimento di funghi per due minuti a fuoco vivace.

Disponiamo in ciascun piatto un mestolino di fonduta, sistemiamo sopra gli gnocchi e completiamo con una manciata di prezzemolo tritato.

Esperienza da ripetere senza alcun dubbio!

Quando il Raschera Dop incontra la zucca e i porcini

Tutto ha inizio con un regalo che mi hanno fatto: questo fantastico esemplare di Cucurbita maxima

me la sono guardata, fotografata e studiata per quasi una settimana pensando a cosa farne e rimandando forse un poco il momento della decisione per tenerla lì ancora un poco finchè non è arrivato a casa mia un bel pezzo di Raschera dop della bottega Esperya allora non ho avuto più esitazioni.

Il Raschera è un antico formaggio piemontese, precisamente del cuneese prende il nome dall'omonimo lago, ha una forma particolare quasi a parallelepipedo con pasta morbida a occhiature irregolari che si scioglie in bocca. Quello di Esperya viene dal Caseificio Persia, tra Saluzzo e Bra, ha sapore solido e persistente con una gradevole tendenza al mandorlaceo. Questo tipo di formaggio ben si presta alla preparazione di gustose e sapide fondute.Così ho pensato perchè non unire le due cose arricchendo la preparazione con un altro ingrediente tipico dell'autunno il porcino.

Ne è venuto fuori un meraviglioso primo di cui vi lascio la ricetta

Gnocchi di zucca ai porcini su fonduta di Raschera Dop

Per gli gnocchi occorrono:

600 g di zucca cotta al vapore, 200 g di patate lesse, 200 g di farina 00, 2 cucchiai di Parmigiano grattugiato, 1 pizzico di noce moscata

Per il condimento ai porcini:

2 funghi porcini freschi (o in mancanza una manciata di porcini essiccati), 1 spicchio d'aglio, 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, 1 foglia d'alloro, vino bianco, pepe nero, sale aromatico di Cervia, un rametto di prezzemolo, 20 g di burro

Per la fonduta di Raschera Dop:

200 g di formaggio Raschera privo della crosta, 150 ml di latte, 20 g di burro, un tuorlo d'uovo, 2 cucchiai di acqua fredda

Prepariamo gli gnocchi impastando tutti gli ingredienti, raccogliamo poi il composto in una sacca da pasticcere fino al momento di cuocerli.

Intanto affettiamo sottilmente i funghi (o ammolliamo quelli secchi in acqua e latte), in una capace padella scaldiamo l'olio con l'aglio, aggiungiamo l'alloro ed i funghi, sfumiamo con del vino bianco, saliamo e pepiamo. Quando i funghi saranno cotti, spegnamo il fuoco ed aggiungiamo il burro e il prezzemolo.

Intanto prepariamo la fonduta sciogliendo a bagnomaria il Raschera con il latte e il burro. Togliamo dal fuoco ed amalgamiamo il tuorlo, rimettiamo sul fuoco per circa dieci minuti finchè la preparazione non si addensa, tolto il pentolino dal fuoco aggiungiamo due cucchiai di acqua fredda e teniamo in caldo la preparazione.

Mettiamo a bollire l'acqua per gli gnocchi che lasceremo scivolare nella pentola direttamente dalla sacca, come vengono a galla li prendiamo con un mestolo forato e li versiamo nella padella dei funghi, procediamo così fino alla fine.

Saltiamo poi gli gnocchi col condimento di funghi per due minuti a fuoco vivace.

Disponiamo in ciascun piatto un mestolino di fonduta, sistemiamo sopra gli gnocchi e completiamo con una manciata di prezzemolo tritato.

Esperienza da ripetere senza alcun dubbio!