Piatto Villa dei Fiori La Porcellana Bianca e runner Busatti |
"Non crediate che io abbia la propensione d'insegnarvi a far le polpette. Questo è un piatto che tutti lo sanno fare cominciando dal ciuco, il quale fu forse il primo a darne il modello al genere umano". Ho voluto iniziare questo post dedicato a Sua maestà la polpetta con questa frase di Pellegrino Artusi che di cucina buona ne sapeva qualcosa e se si parla di buona cucina l'arte sublime di far polpette non si può certo omettere.
Ce ne danno saggio Anna Scafuri e Giancarlo Roversi nel loro Una polpetta ci salverà edito da Giunti.
Se pensiamo che la polpetta sia improvvisazione e approssimazione questo libro ci farà davvero ricredere. Un libro in cui all'autorevole presentazione di Massimo Bottura fanno seguito gli interessanti interventi di noti personaggi del calibro di: Giovanni Ballarini, Francesco Barilli, Stefano Bencistà Falorni, Beatrice Buscaroli, Riccardo Cotarella, Mauro Defendente Febbrari, Gualtiero Marchesi, Marino Niola, Gavino Sanna, Ricky Tognazzi, Antonio Tubelli, Ciro Vestita. E di ricette? Ce ne sono per tutti i gusti, ben 120 realizzate da chef di tutta Italia per imparare a far polpette come Dio comanda.
Il libro me lo sto ancora leggendo e studiando e proverò senz'altro qualche ricetta, come non restare affascinati dalla Zuppa di polpo verace con polpettine, sedano e fagioli di Controne di Alfonso Caputo o dagli Arancini dolci di mele, tè affumicato e miele d'acacia di Nicola Batavia.
Nel frattempo io ho tratto ispirazione da una ricetta dell'Artusi ed ho realizzato questa verza farcita da una grande polpetta, quasi una regina al centro del piatto.
Fiore di verza farcita
Ingredienti:
1 piccolo cavolo verza
50 g di mortadella*
200 g di carne mista maiale e manzo cotta in tegame con un rametto di rosmarino, sale, pepe e alloro
1 uovo
20 g di formaggio grana grattugiato
30 g di mollica di pane
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Togliere le foglie esterne alla verza, pareggiare il gambo e cuocerla in acqua bollente salata finché risulterà tenera ma non disfatta. Adagiarla in una teglia (io preferisco un tegame di coccio perché così non si asciuga troppo in cottura) e lasciarla raffreddare. Cuocere la carne rosolandola in tegame con gli odori, salare pepare e proseguire la cottura aggiungendo poca acqua finché la carne risulterà tenera. Pesarla poi da cotta, ne occorrono 200 g che andranno tritati con il tritacarne, aggiungere la mortadella tritata, l'uovo, il grana, la mollica di pane grattugiata e amalgamare bene l'impasto regolando eventualmente di sale.
Formare una grossa polpetta e dopo aver allargato le foglie della verza cotta, schiacciarla sul cuore, coprendola appena con le foglie più interne. Versare al fondo del tegame un filino d'olio e lo spicchio d'aglio in camicia, irrorare con il liquido di cottura della carne filtrato e infornare a 180° per 25 minuti circa, finché la verza prenderà colore. Servire irrorando ogni porzione con il brodo del fondo.
* Per la ricetta ho utilizzato Mortadella Bologna IGP La Blu di Felsineo
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