Qualche mese fa ho partecipato ad una Masterclass con Tommaso Caporale e sono rimasta impressionata di come in effetti spumanti diversi hanno suoni delle bollicine differenti.
Ma come può il metodo Caporale migliorare l'esperienza di degustazione e la comprensione dello spumante? Sono diventata così curiosa che non potevo esimermi dal cercare risposte nella guida Bollizine che l'ideatore del metodo Tommaso Caporale alias Mister Bollicine ha messo a punto e pubblicato con la casa editrice Cinquesensi.
Il lavoro che sta alla base di questa guida è stato quello di campionare oltre 1.000 vini italiani in sovrappressione utilizzando il "Metodo Caporale", creato dall'autore, che consiste nella registrazione del suono emesso dall'esplosione delle bolle di gas sulla superficie del vino versato in un calice, tramite un microfono ad alta sensibilità e a parità di condizioni ambientali, per un tempo di circa 4 minuti dal momento della mescita.
Come sappiamo le bollicine sono il risultato di una seconda fermentazione che avviene all'interno della bottiglia. Ognuna di esse, risalendo verso la superficie, emette un suono impercettibile all'orecchio umano. Grazie a speciali microfoni e software di analisi, Caporale è riuscito a catturare e amplificare questi suoni, rivelando un mondo sonoro finora inesplorato.
Dall'analisi e l'elaborazione della forma d'onda attraverso il ricorso al piano delle frequenze vengono estrapolati dei grafici che messi a confronto lasciano individuare alcuni dei parametri, che ne denotano le caratteristiche principali, a partire dalla tipologia (vini frizzanti o spumanti) e poi dal metodo di ottenimento delle bollicine (fermentazione, rifermentazione, gassificazione).
Utilizzando il metodo detto si decifrano anche una serie di altri parametri che ne scandiscono perfettamente determinate differenze sul quadro organolettico e dunque sulla qualità oggettiva del vino e varia anche la distribuzione delle frequenze nei vini con più o meno dosaggio zuccherino.
L'orecchio debitamente istruito riesce a distinguere anche il vitigno di provenienza (se utilizzato da solo). Analizzando i grafici è possibile descrivere complessivamente un quadro aromatico del vino in questione, come se leggessimo i report di analisi chimiche. Ad ogni picco di intensità di frequenza corrisponde un determinato elemento olfattivo.
Tralasciando i tecnicismi ognuna delle bollicine racconta una storia, rivelando informazioni sulla qualità delle uve, sulla durata dell'affinamento e sulle caratteristiche del metodo produttivo.
Si tratta di un metodo rivoluzionario che diventa anche un potente strumento antisofisticazione. Come afferma l'autore non potranno più dirci di averci servito un classico Prosecco se invece nel calice c'è un altro tipo di spumante o frizzante che non rispecchia quelle caratteristiche frequenziali.
Certo si tratta senza dubbio di un approccio innovativo e affascinante per l'analisi delle "bolle" ed è indubbio che ascoltare le bollicine possa diventare un'esperienza sensoriale coinvolgente che arricchisce la degustazione, portando la nostra percezione del vino a un livello superiore.
Io stessa durante una masterclass con l'autore, sono rimasta affascinata da come spumanti apparentemente simili potessero presentare sonorità così diverse, l'esperienza di degustazione diventa più consapevole e coinvolgente e, calice dopo calice, l'orecchio percepisce sempre di più.
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