2016-02-29

Perché anche in Calabria il bicchiere può essere mezzo pieno

Non so se vi è mai capitato di iniziare a leggere un libro e di ritrovarci dentro quello che pensate, pagina dopo pagina vedere stampato quel che avete in mente, espresso magari con altre parole, venuto fuori da altre esperienze, ma davvero quel che anche voi vorreste raccontare...la mia Calabria di cui sempre poco vi parlo, forse per uno strano e inspiegabile senso di pudore o quasi una sorta di gelosia, una voglia immotivata di tenere per me quello che di questa terra, in cui sono nata e cresciuta e da cui solo per pochi anni sono stata lontana, non potreste capire. La mia terra, la mia gente, la Calabria, il bello e il brutto di essa, il positivo e il negativo del "calabrese" li ho letti come avrei voluto io stessa scriverli ne Il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele pubblicato nella collana Impronte di Sabbia Rossa edizioni.
Muli testardi che scalciano, non ancora convinti di poter essere felici ecco come definiscono gli autori, catanzaresi doc, gli abitanti di questa strana terra che hanno percorso in lungo e in largo per restituircene un quadro dettagliato in questo lavoro che pulsa d'amore per la propria terra e la sua gente dalla prima all'ultima pagina. Da veri muli i calabresi se si mettono in testa una cosa non cambiano idea nemmeno a morire e prima o poi a quella cosa ci arrivano è solo che non si sono ancora messi in testa di essere felici ecco la chiave di lettura di questo libro espressa nella chiusura del primo capitolo. In questo viaggio lungo cinquemilaseicentoerotti chilometri, attraverso l'incontro con i tanti "eroi d'oggi" che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e sono riusciti a cambiare qualcosa restando, tornando e arrivando da un altrove in questa terra, capiamo perché il bicchiere dobbiamo vederlo mezzo pieno. Lo scenario di questo viaggio, manco a dirlo, è la tavola e i suo dintorni e questo ci piace molto perché diventa un altro modo di conoscere questa terra e la sua gente seguendo magari il percorso che gli autori ci indicano. Tra una rituale "coddara" e un terapeutico "morzeddu" passando per un tocco di stocco si articola questo racconto che tutti dovrebbero leggere indipendentemente dall'essere calabresi. "...questo non è un posto per uomini di mezza età, non è un posto per chi vuole qualcosa o per chi addirittura pensa di fare qualcosa. E' un posto che culla la spensieratezza dei ragazzi e la stanchezza dei vecchi. Un paese dei balocchi senza balocchi".
Facendo mia la positività di Fiorita e Rafele, basata su fatti e persone reali e non su utopie, penso che sia arrivato il momento di cambiare cogliendo quanto di buono è già stato fatto e prendendolo ad esempio lavorandoci su per costruire altro cercando di limare fino ad annullarle le negatività. 
E' arrivato il momento di smettere di trattare la mia Calabria come una casa di villeggiatura che si ama per pochi giorni all'anno lasciandola a sé stessa per tutto il resto del tempo, con quell'incuria che deriva proprio dal fatto di viverla per poco, nessuno sembra realmente interessato a riportarla allo stato ottimale tanto, si pensa, per quel che serve va già bene così...spero onestamente che libri come questo servano a infondere in noi calabresi una punta di ottimismo e a risvegliare in noi quell'orgoglio  che ci permetta di vedere ancora e per sempre il bicchiere mezzo pieno.
Pungolata nella mia "calabresità" ho realizzato un piatto tipico del nostro territorio ma di questo vi parlo la prossima volta...

Perché anche in Calabria il bicchiere può essere mezzo pieno

Non so se vi è mai capitato di iniziare a leggere un libro e di ritrovarci dentro quello che pensate, pagina dopo pagina vedere stampato quel che avete in mente, espresso magari con altre parole, venuto fuori da altre esperienze, ma davvero quel che anche voi vorreste raccontare...la mia Calabria di cui sempre poco vi parlo, forse per uno strano e inspiegabile senso di pudore o quasi una sorta di gelosia, una voglia immotivata di tenere per me quello che di questa terra, in cui sono nata e cresciuta e da cui solo per pochi anni sono stata lontana, non potreste capire. La mia terra, la mia gente, la Calabria, il bello e il brutto di essa, il positivo e il negativo del "calabrese" li ho letti come avrei voluto io stessa scriverli ne Il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele pubblicato nella collana Impronte di Sabbia Rossa edizioni.
Muli testardi che scalciano, non ancora convinti di poter essere felici ecco come definiscono gli autori, catanzaresi doc, gli abitanti di questa strana terra che hanno percorso in lungo e in largo per restituircene un quadro dettagliato in questo lavoro che pulsa d'amore per la propria terra e la sua gente dalla prima all'ultima pagina. Da veri muli i calabresi se si mettono in testa una cosa non cambiano idea nemmeno a morire e prima o poi a quella cosa ci arrivano è solo che non si sono ancora messi in testa di essere felici ecco la chiave di lettura di questo libro espressa nella chiusura del primo capitolo. In questo viaggio lungo cinquemilaseicentoerotti chilometri, attraverso l'incontro con i tanti "eroi d'oggi" che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e sono riusciti a cambiare qualcosa restando, tornando e arrivando da un altrove in questa terra, capiamo perché il bicchiere dobbiamo vederlo mezzo pieno. Lo scenario di questo viaggio, manco a dirlo, è la tavola e i suo dintorni e questo ci piace molto perché diventa un altro modo di conoscere questa terra e la sua gente seguendo magari il percorso che gli autori ci indicano. Tra una rituale "coddara" e un terapeutico "morzeddu" passando per un tocco di stocco si articola questo racconto che tutti dovrebbero leggere indipendentemente dall'essere calabresi. "...questo non è un posto per uomini di mezza età, non è un posto per chi vuole qualcosa o per chi addirittura pensa di fare qualcosa. E' un posto che culla la spensieratezza dei ragazzi e la stanchezza dei vecchi. Un paese dei balocchi senza balocchi".
Facendo mia la positività di Fiorita e Rafele, basata su fatti e persone reali e non su utopie, penso che sia arrivato il momento di cambiare cogliendo quanto di buono è già stato fatto e prendendolo ad esempio lavorandoci su per costruire altro cercando di limare fino ad annullarle le negatività. 
E' arrivato il momento di smettere di trattare la mia Calabria come una casa di villeggiatura che si ama per pochi giorni all'anno lasciandola a sé stessa per tutto il resto del tempo, con quell'incuria che deriva proprio dal fatto di viverla per poco, nessuno sembra realmente interessato a riportarla allo stato ottimale tanto, si pensa, per quel che serve va già bene così...spero onestamente che libri come questo servano a infondere in noi calabresi una punta di ottimismo e a risvegliare in noi quell'orgoglio  che ci permetta di vedere ancora e per sempre il bicchiere mezzo pieno.
Pungolata nella mia "calabresità" ho realizzato un piatto tipico del nostro territorio ma di questo vi parlo la prossima volta...

2016-02-26

Terrina di riso ai gamberi con mandorle e carciofi

forchetta Mori Italian Factory

Oggi una semplice ricetta da venerdì, vi assicuro si prepara facilmente è un piatto completo, utilizza ingredienti facilmente reperibili e se mi sbrigo a scrivere siete ancora in tempo per proporre a cena questa terrina di riso ai gamberi con mandorle e carciofi che ha come base del riso a chicco lungo e poi gamberi e mandorle tritate, da proporre con carciofi a spicchi stufati in padella.Il tocco speciale lo danno le spezie coriandolo e lemon grass rendono particolare il gusto di questa pietanza. In abbinamento vi propongo un Pinot Bianco Petrucco vini
Ingredienti per 4 persone:
150 g di riso basmati
1 Kg di gamberi freschi
4 carciofi
2 cucchiai di mandorle tritate
1 noce di burro
lemon grass
coriandolo macinato
pepe verde
scorza di limone
prezzemolo
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale
Lessare il riso, imburrare quattro terrine e distribuirvi sopra il riso già cotto. Pulire i gamberi, condirli con olio, sale, pepe verde, lemon grass e coriandolo. Suddividerli nelle terrine, cospargerli di mandorle tritate fini e scorza di limone, ancora un filo d'olio ed infornare a 180° finché doreranno. Servire con i carciofi tagliati a spicchio e stufati in padella con aglio, olio, prezzemolo e coriandolo macinato.

Terrina di riso ai gamberi con mandorle e carciofi

forchetta Mori Italian Factory

Oggi una semplice ricetta da venerdì, vi assicuro si prepara facilmente è un piatto completo, utilizza ingredienti facilmente reperibili e se mi sbrigo a scrivere siete ancora in tempo per proporre a cena questa terrina di riso ai gamberi con mandorle e carciofi che ha come base del riso a chicco lungo e poi gamberi e mandorle tritate, da proporre con carciofi a spicchi stufati in padella.Il tocco speciale lo danno le spezie coriandolo e lemon grass rendono particolare il gusto di questa pietanza. In abbinamento vi propongo un Pinot Bianco Petrucco vini
Ingredienti per 4 persone:
150 g di riso basmati
1 Kg di gamberi freschi
4 carciofi
2 cucchiai di mandorle tritate
1 noce di burro
lemon grass
coriandolo macinato
pepe verde
scorza di limone
prezzemolo
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale
Lessare il riso, imburrare quattro terrine e distribuirvi sopra il riso già cotto. Pulire i gamberi, condirli con olio, sale, pepe verde, lemon grass e coriandolo. Suddividerli nelle terrine, cospargerli di mandorle tritate fini e scorza di limone, ancora un filo d'olio ed infornare a 180° finché doreranno. Servire con i carciofi tagliati a spicchio e stufati in padella con aglio, olio, prezzemolo e coriandolo macinato.

2016-02-25

Prosecco on the road

Tra i tanti libri sul vino che affollano gli scaffali delle librerie ha attirato la mia attenzione Prosecco on the road di Andrea Zanfi edito da Salvietti & Barabuffi, un libro che si capisce subito non è stato scritto con nessun intento di dare lezioni raccontando storia e caratteristiche di questo sempre più apprezzato vino, uno dei prodotti d'eccellenza del nostro territorio, il Prosecco che nei territori che vanno da Trieste a Vicenza ha le sue zone d'elezione. 
Tra immagini ordinati filari di viti, paesaggi che si snodano su affascinati canali e sontuose ville palladiane scorre il racconto di questo viaggio nelle nove province di produzione alla ricerca dell'anima del Prosecco quasi a voler condurre il lettore a ripercorrere idealmente le vie che il Prosecco compie quotidianamente  per raggiungere tutti i paesi dove viene bevuto,  come leggiamo nella prefazione di Stefano Zanette. 
Un lavoro certosino quello di Andrea Zanfi che, pur senza alcun intento dottrinario, ci dice molto più di qualunque manuale su questo vino sempre più apprezzato dal pubblico giovane che l'autore paragona ad "una diciottenne bella e fresca cui sorridere e strizzare l'occhio". Un vino che rompe con il passato e con tutta quella cultura enologica che l'autore definisce arcaica e idealista nel suo tentativo di condizionare da trent'anni a questa parte gli umori dei mercati e il parere della gente che beve vino senza tenere in conto quei cechi bevitori che identificandolo con il vezzeggiativo "Prosecchino" tentano di togliergli la dignità e che invece ottengono l'effetto contrario sui mercati.
Con questa immagine del libro, che ne racchiude forse la leggerezza e piacevolezza vi lascio, consigliandovi di non perdere la bellezza di questo lavoro di Zanfi, un viaggio beat arricchito dalle splendide immagini dei tre fotografi Daniela Neri, Stefano Masotto e Francesco Orini che per mesi sono andati a caccia degli angoli più suggestivi e dei paesaggi mozzafiato delle terre del Prosecco, facendo di quest'opera quasi un inno al vivere liberi, da apprezzare magari sorseggiando un calice di buon Prosecco.
In assenza di ricetta, per la quale vi rimando al prossimo post, aggiungo un mio consiglio culinario: provate a spremere un mandarino, meglio se si tratta di una clementina calabrese, in un calice e aggiungete Prosecco a colmare il bicchiere, sentirete che profumi!

Prosecco on the road

Tra i tanti libri sul vino che affollano gli scaffali delle librerie ha attirato la mia attenzione Prosecco on the road di Andrea Zanfi edito da Salvietti & Barabuffi, un libro che si capisce subito non è stato scritto con nessun intento di dare lezioni raccontando storia e caratteristiche di questo sempre più apprezzato vino, uno dei prodotti d'eccellenza del nostro territorio, il Prosecco che nei territori che vanno da Trieste a Vicenza ha le sue zone d'elezione. 
Tra immagini ordinati filari di viti, paesaggi che si snodano su affascinati canali e sontuose ville palladiane scorre il racconto di questo viaggio nelle nove province di produzione alla ricerca dell'anima del Prosecco quasi a voler condurre il lettore a ripercorrere idealmente le vie che il Prosecco compie quotidianamente  per raggiungere tutti i paesi dove viene bevuto,  come leggiamo nella prefazione di Stefano Zanette. 
Un lavoro certosino quello di Andrea Zanfi che, pur senza alcun intento dottrinario, ci dice molto più di qualunque manuale su questo vino sempre più apprezzato dal pubblico giovane che l'autore paragona ad "una diciottenne bella e fresca cui sorridere e strizzare l'occhio". Un vino che rompe con il passato e con tutta quella cultura enologica che l'autore definisce arcaica e idealista nel suo tentativo di condizionare da trent'anni a questa parte gli umori dei mercati e il parere della gente che beve vino senza tenere in conto quei cechi bevitori che identificandolo con il vezzeggiativo "Prosecchino" tentano di togliergli la dignità e che invece ottengono l'effetto contrario sui mercati.
Con questa immagine del libro, che ne racchiude forse la leggerezza e piacevolezza vi lascio, consigliandovi di non perdere la bellezza di questo lavoro di Zanfi, un viaggio beat arricchito dalle splendide immagini dei tre fotografi Daniela Neri, Stefano Masotto e Francesco Orini che per mesi sono andati a caccia degli angoli più suggestivi e dei paesaggi mozzafiato delle terre del Prosecco, facendo di quest'opera quasi un inno al vivere liberi, da apprezzare magari sorseggiando un calice di buon Prosecco.
In assenza di ricetta, per la quale vi rimando al prossimo post, aggiungo un mio consiglio culinario: provate a spremere un mandarino, meglio se si tratta di una clementina calabrese, in un calice e aggiungete Prosecco a colmare il bicchiere, sentirete che profumi!

2016-02-23

Giardino mediterraneo

Piatto Ceramiche De Simone, forchetta Mori Italian Factory, vaso Weck MCM Emballages
Pesce azzurro, fagioli poverelli di Mormanno, rosmarino, scorza di limone, olio extravergine d'oliva e una deliziosa crema di olive taggiasche con acciughe e capperi ecco gli elementi di questo profumatissimo piatto che mi fa pensare ad un giardino mediterraneo.
In Calabria ho reperito i buoni sgombri pescati nel nostro mare, i fagioli della nostra terra, il rosmarino e i limoni del mio giardino ma per l'olio, anche se noi ne abbiamo di altissima qualità, e per la favolosa crema di olive taggiasche profumata di capperi e acciughe me ne sono andata fino in Liguria e questo perché per i miei piatti mi piace attingere alle prelibatezze diffuse su tutto il nostro territorio.

Mi sono fermata ad Albenga, nella Riviera Ligure di Ponente, presso l’Antico Frantoio Sommariva. Da oltre cento anni il frantoio produce l’olio extra vergine di oliva “mosto” a freddo e tutte le specialità della vecchia cucina ligure. L'azienda Sommariva Tradizione Agricola è ancora quella fondata nel 1915 da Domenico Sommariva; negli anni è stata ampliata, rinnovata ma le radici sono sempre le stesse. A fianco all'azienda agricola i cui terreni sono coltivati seguendo le procedure di coltivazione biologica è sorto il frantoio dove avviene ancora parte della lavorazione delle olive ed è possibile acquistare i prodotti, tutti sani e genuini, molti dei quali con certificazione biologica, prodotti nell'annesso laboratorio aziendale.
Presso l'azienda è possibile visitare anche il museo "Civiltà dell' Olivo" dove è racchiusa tutta la storia della tradizione agricola ligure e in cui la famiglia Sommariva ospita artisti e mostre.
Se la Liguria è tra i vostri obiettivi ricordate che questa settimana è in edicola con La Gazzetta dello Sport il numero 24 di Le ricette di Unti e bisunti raccontate da Chef Rubio che dal n. 21 sta affrontando un affascinante viaggio tra la cucina regionale italiana. In questo numero Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria, davvero da non perdere.
Per il vino da abbinare al mio piatto sono tornata invece in Friuli ed ho scelto un Sauvignon dell'Azienda Petrucco, un vino da pesce pregiato che ho trovato particolarmente adatto per esaltare e nobilitare gli ingredienti poveri del mio piatto.

Con un piatto così vivere fino a cento anni diventa davvero facile e se il vostro intento è proprio quello di coccolarvi a tavola con piatti sani che favoriscano la longevità vi consiglio di attingere ai suggerimenti del dott. Roberto Antonio Bianchi e alle ricette di Catalina Muraru racchiuse nel libro edito da Macro Ricette per Vivere sani fino a cento anni. Un ritorno alla sana alimentazione mediterranea per mantenersi in salute. E' dimostrato infatti che consumare cibi vegetali – insieme a una sana e regolare attività fisica – rappresenta un fattore di protezione decisamente superiore a qualsiasi altro alimento, qualsiasi farmaco o qualsiasi innovazione tecnocratica.
L'alimentazione mediterranea è costituita al 90% da alimenti vegetali, ottenuti secondo il metodo della coltivazione biologica. In questo libro ci viene insegnato come sostituire in modo semplice la stragrande maggioranza di alimenti di origine animale con cibi prettamente vegetali.

Giardino mediterraneo
Ingredienti per 4 persone:
1 tazza di fagioli della qualità "Poverello di Mormanno" secchi (in mancanza zolfini o tondini)
1 kg di sgombri
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
olio extravergine d'oliva
1 limone
vino bianco secco
sale
crema di olive taggiasche con capperi ecciughe

Dopo l'ammollo necessario lessare i fagioli con aglio e rosmarino. Salare a fine cottura. Pulire gli sgombri condirli con qualche fettina di limone, una spruzzata di vino rosmarino e olio, avvolgerli in carta forno e cuocere in forno caldo per 10-15 minuti al massimo. Condire i fagioli con un filo d'olio e suddividerli nelle ciotole o nei barattoli, disporvi sopra qualche goccia di crema d'olive e i pesci sfilettati con il sughetto di cottura, completare con ancora un filo d'olio, una grattugiata di scorza di limone e un rametto di rosmarino. Il vostro giardino è pronto da servire.

Giardino mediterraneo

Piatto Ceramiche De Simone, forchetta Mori Italian Factory, vaso Weck MCM Emballages
Pesce azzurro, fagioli poverelli di Mormanno, rosmarino, scorza di limone, olio extravergine d'oliva e una deliziosa crema di olive taggiasche con acciughe e capperi ecco gli elementi di questo profumatissimo piatto che mi fa pensare ad un giardino mediterraneo.
In Calabria ho reperito i buoni sgombri pescati nel nostro mare, i fagioli della nostra terra, il rosmarino e i limoni del mio giardino ma per l'olio, anche se noi ne abbiamo di altissima qualità, e per la favolosa crema di olive taggiasche profumata di capperi e acciughe me ne sono andata fino in Liguria e questo perché per i miei piatti mi piace attingere alle prelibatezze diffuse su tutto il nostro territorio.

Mi sono fermata ad Albenga, nella Riviera Ligure di Ponente, presso l’Antico Frantoio Sommariva. Da oltre cento anni il frantoio produce l’olio extra vergine di oliva “mosto” a freddo e tutte le specialità della vecchia cucina ligure. L'azienda Sommariva Tradizione Agricola è ancora quella fondata nel 1915 da Domenico Sommariva; negli anni è stata ampliata, rinnovata ma le radici sono sempre le stesse. A fianco all'azienda agricola i cui terreni sono coltivati seguendo le procedure di coltivazione biologica è sorto il frantoio dove avviene ancora parte della lavorazione delle olive ed è possibile acquistare i prodotti, tutti sani e genuini, molti dei quali con certificazione biologica, prodotti nell'annesso laboratorio aziendale.
Presso l'azienda è possibile visitare anche il museo "Civiltà dell' Olivo" dove è racchiusa tutta la storia della tradizione agricola ligure e in cui la famiglia Sommariva ospita artisti e mostre.
Se la Liguria è tra i vostri obiettivi ricordate che questa settimana è in edicola con La Gazzetta dello Sport il numero 24 di Le ricette di Unti e bisunti raccontate da Chef Rubio che dal n. 21 sta affrontando un affascinante viaggio tra la cucina regionale italiana. In questo numero Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria, davvero da non perdere.
Per il vino da abbinare al mio piatto sono tornata invece in Friuli ed ho scelto un Sauvignon dell'Azienda Petrucco, un vino da pesce pregiato che ho trovato particolarmente adatto per esaltare e nobilitare gli ingredienti poveri del mio piatto.

Con un piatto così vivere fino a cento anni diventa davvero facile e se il vostro intento è proprio quello di coccolarvi a tavola con piatti sani che favoriscano la longevità vi consiglio di attingere ai suggerimenti del dott. Roberto Antonio Bianchi e alle ricette di Catalina Muraru racchiuse nel libro edito da Macro Ricette per Vivere sani fino a cento anni. Un ritorno alla sana alimentazione mediterranea per mantenersi in salute. E' dimostrato infatti che consumare cibi vegetali – insieme a una sana e regolare attività fisica – rappresenta un fattore di protezione decisamente superiore a qualsiasi altro alimento, qualsiasi farmaco o qualsiasi innovazione tecnocratica.
L'alimentazione mediterranea è costituita al 90% da alimenti vegetali, ottenuti secondo il metodo della coltivazione biologica. In questo libro ci viene insegnato come sostituire in modo semplice la stragrande maggioranza di alimenti di origine animale con cibi prettamente vegetali.

Giardino mediterraneo
Ingredienti per 4 persone:
1 tazza di fagioli della qualità "Poverello di Mormanno" secchi (in mancanza zolfini o tondini)
1 kg di sgombri
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
olio extravergine d'oliva
1 limone
vino bianco secco
sale
crema di olive taggiasche con capperi ecciughe

Dopo l'ammollo necessario lessare i fagioli con aglio e rosmarino. Salare a fine cottura. Pulire gli sgombri condirli con qualche fettina di limone, una spruzzata di vino rosmarino e olio, avvolgerli in carta forno e cuocere in forno caldo per 10-15 minuti al massimo. Condire i fagioli con un filo d'olio e suddividerli nelle ciotole o nei barattoli, disporvi sopra qualche goccia di crema d'olive e i pesci sfilettati con il sughetto di cottura, completare con ancora un filo d'olio, una grattugiata di scorza di limone e un rametto di rosmarino. Il vostro giardino è pronto da servire.

2016-02-19

Rana pescatrice lardellata con verza saporita

Lardellate gente lardellate...e si quella righina di pancetta attorno al pesce cambia tutto così come l'acciughina e lo spicchietto d'aglio con cui ho saltato le mie verze a dimostrazione di come un piatto di per se molto semplice e veloce da preparare può diventare un'esplosione di sapore. Sono i piccoli accorgimenti che rendono un pranzo speciale e così per il vino scelto in abbinamento al piatto ho dovuto ancora una volta fare un salto in Friuli la patria dei bianchi. 
Mi sono fermata all'azienda Petrucco, nel cuore della zona D.O.C. dei Colli Orientali del Friuli, ed ho scelto il loro Friulano per esaltare il mio piatto. 
I Colli Orientali del Friuli sono terrazzamenti dolci e assolati, ideali per la viticoltura, praticata in queste zone da tempi antichissimi. Si tratta di terreni sono di origine eocenica, costituiti soprattutto da argille stratificate e marne calcaree, un terreno particolarmente adatto alla coltivazione della vite in quanto ricchissimo di sali minerali e microelementi.
La proprietà si estende su un'area di 35 ettari, di cui 20 coltivati a vite, con una produzione di circa 80.000 bottiglie l'anno, a seguito di una resa per ettaro volutamente contenuta, che fa della qualità l'obiettivo principe.
I vini Petrucco sono il risultato dell'obiettivo dell'azienda, l'alta qualità di ciò che si produce. Sono vini concepiti esclusivamente in purezza, chiara espressione della terra in cui nascono e dal felice connubio di antica sapienza e moderna tecnologia come loro stessi ci tengono a dire.
Il Friulano vino simbolo del Friuli, si tratta di un vino particolarmente asciutto e armonico che ha trovato il giusto matrimonio con questo mio piatto.
Rana pescatrice lardellata con verza saporita
Ingredienti per 4 persone:
2 filetti di rana pescatrice (400 g c.a.)
12 fettine sottili di pancetta
1/2 cespo di verza
olio extravergine d'oliva
2 filetti d'acciuga
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
sale e pepe
Tagliare i filetti in sei tocchetti ciascuno, avvolgerli nella ognuno in una fettina di pancetta. Tagliare a listerelle la verza e stufarla in padella con l'aglio e l'acciuga, aggiungere acqua per portare a cottura, salare e pepare. Saltare gli involtini in padella con un filo d'olio e sfumarli con il vino, servirli caldi con la verza.

Rana pescatrice lardellata con verza saporita

Lardellate gente lardellate...e si quella righina di pancetta attorno al pesce cambia tutto così come l'acciughina e lo spicchietto d'aglio con cui ho saltato le mie verze a dimostrazione di come un piatto di per se molto semplice e veloce da preparare può diventare un'esplosione di sapore. Sono i piccoli accorgimenti che rendono un pranzo speciale e così per il vino scelto in abbinamento al piatto ho dovuto ancora una volta fare un salto in Friuli la patria dei bianchi. 
Mi sono fermata all'azienda Petrucco, nel cuore della zona D.O.C. dei Colli Orientali del Friuli, ed ho scelto il loro Friulano per esaltare il mio piatto. 
I Colli Orientali del Friuli sono terrazzamenti dolci e assolati, ideali per la viticoltura, praticata in queste zone da tempi antichissimi. Si tratta di terreni sono di origine eocenica, costituiti soprattutto da argille stratificate e marne calcaree, un terreno particolarmente adatto alla coltivazione della vite in quanto ricchissimo di sali minerali e microelementi.
La proprietà si estende su un'area di 35 ettari, di cui 20 coltivati a vite, con una produzione di circa 80.000 bottiglie l'anno, a seguito di una resa per ettaro volutamente contenuta, che fa della qualità l'obiettivo principe.
I vini Petrucco sono il risultato dell'obiettivo dell'azienda, l'alta qualità di ciò che si produce. Sono vini concepiti esclusivamente in purezza, chiara espressione della terra in cui nascono e dal felice connubio di antica sapienza e moderna tecnologia come loro stessi ci tengono a dire.
Il Friulano vino simbolo del Friuli, si tratta di un vino particolarmente asciutto e armonico che ha trovato il giusto matrimonio con questo mio piatto.
Rana pescatrice lardellata con verza saporita
Ingredienti per 4 persone:
2 filetti di rana pescatrice (400 g c.a.)
12 fettine sottili di pancetta
1/2 cespo di verza
olio extravergine d'oliva
2 filetti d'acciuga
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
sale e pepe
Tagliare i filetti in sei tocchetti ciascuno, avvolgerli nella ognuno in una fettina di pancetta. Tagliare a listerelle la verza e stufarla in padella con l'aglio e l'acciuga, aggiungere acqua per portare a cottura, salare e pepare. Saltare gli involtini in padella con un filo d'olio e sfumarli con il vino, servirli caldi con la verza.

2016-02-16

Lenticchie al limone e timo con bresaola: il gusto della terra

Piatto Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Riso, cereali, legumi, spezie ed aromi, semi oleosi, frutta esotica, cacao e caffè, thé, zuccheri e sciroppi, il gusto della terra racchiuso in questi nove gruppi di prodotti provenienti da tutto il mondo. Sono i prodotti di partenza con cui le Bloggalline si sono cimentate per le 115 ricette che compongono Il gusto della terra un libro di cui mi sono subito innamorata pubblicato da IFOOD. Si tratta di un progetto che ha visto la luce dopo lungo e faticoso lavoro e dimostra ancora una volta la serietà e l'impegno che contraddistinguono l'operato delle bloggalline. 
"La ricetta di iFood 
Ingredienti: 
113 food blogger 
9 gruppi di prodotti essenziali 
4 portate 
115 ricette 
Preparazione: Prendete il più grande gruppo di food blogger italiane. Mettete a disposizione 9 gruppi di prodotti essenziali della Terra, alimenti di uso comune in tutto il Mondo: dal riso alle spezie, dalla frutta esotica al tè, senza tralasciare legumi e semi oleosi. Mescolate il tutto con un’abbondante dose di passione e un pizzico di eleganza, aggiungete una grattugiata di originalità e otterrete 115 ricette. Separatele in 4 portate, dagli antipasti ai dessert. Fotografate con cura e adagiate su carta patinata. Servite il tutto come entrée, perché grazie ad iFood questa sarà solo la prima portata di un lungo e delizioso banchetto."
Il libro è di quelli "belli" per davvero quelli che si ama scoprire pagina dopo pagina, immagine dopo immagine, ricetta dopo ricetta e mi sono trovata (come mi accade solo con determinati libri) a piegare l'angoletto di diverse pagine per ricordare le ricette da non lasciarmi sfuggire. Tutte preparazioni  fattibili contraddistinte da quel pizzico di originalità che accomuna noi food-bloggers. E' un libro che vale la pena di acquistare anche perché facciamo del bene, parte dei proventi di questa pubblicazione vengono destinati all'opera quotidiana di Banco Alimentare. 
Ora vi dico che di certo nella mia cucina ne prenderanno vita molte e non nascondo un certo ineteresse a vistare i blog degli autori per conoscerli meglio ed attingere ad altre gustose idee ma nel frattempo una bella idea, semplicissima, ve la do io, un'insalata di lenticchie e bresaola, una ricetta buonissima tiepida o fredda. Le lenticchie sono quelle che si coltivano nel nostro Pollino lessate e condite con buon olio, succo e scorza di limone e profumato timo, davvero una delizia.
Lenticchie al limone e timo con bresaola
Ingredienti per 4 persone:
4 tazzine di lenticchie
120 g di bresaola
1 limone
1 mazzetto di timo
olio extravergine d'oliva
sale
Lessare le lenticchie, tagliare a tocchetti la bresaola, condire con succo di limone, scorza grattugiata, timo sfogliato e olio extravergine d'oliva. Regolare di sale prima di servire. 

Lenticchie al limone e timo con bresaola: il gusto della terra

Piatto Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Riso, cereali, legumi, spezie ed aromi, semi oleosi, frutta esotica, cacao e caffè, thé, zuccheri e sciroppi, il gusto della terra racchiuso in questi nove gruppi di prodotti provenienti da tutto il mondo. Sono i prodotti di partenza con cui le Bloggalline si sono cimentate per le 115 ricette che compongono Il gusto della terra un libro di cui mi sono subito innamorata pubblicato da IFOOD. Si tratta di un progetto che ha visto la luce dopo lungo e faticoso lavoro e dimostra ancora una volta la serietà e l'impegno che contraddistinguono l'operato delle bloggalline. 
"La ricetta di iFood 
Ingredienti: 
113 food blogger 
9 gruppi di prodotti essenziali 
4 portate 
115 ricette 
Preparazione: Prendete il più grande gruppo di food blogger italiane. Mettete a disposizione 9 gruppi di prodotti essenziali della Terra, alimenti di uso comune in tutto il Mondo: dal riso alle spezie, dalla frutta esotica al tè, senza tralasciare legumi e semi oleosi. Mescolate il tutto con un’abbondante dose di passione e un pizzico di eleganza, aggiungete una grattugiata di originalità e otterrete 115 ricette. Separatele in 4 portate, dagli antipasti ai dessert. Fotografate con cura e adagiate su carta patinata. Servite il tutto come entrée, perché grazie ad iFood questa sarà solo la prima portata di un lungo e delizioso banchetto."
Il libro è di quelli "belli" per davvero quelli che si ama scoprire pagina dopo pagina, immagine dopo immagine, ricetta dopo ricetta e mi sono trovata (come mi accade solo con determinati libri) a piegare l'angoletto di diverse pagine per ricordare le ricette da non lasciarmi sfuggire. Tutte preparazioni  fattibili contraddistinte da quel pizzico di originalità che accomuna noi food-bloggers. E' un libro che vale la pena di acquistare anche perché facciamo del bene, parte dei proventi di questa pubblicazione vengono destinati all'opera quotidiana di Banco Alimentare. 
Ora vi dico che di certo nella mia cucina ne prenderanno vita molte e non nascondo un certo ineteresse a vistare i blog degli autori per conoscerli meglio ed attingere ad altre gustose idee ma nel frattempo una bella idea, semplicissima, ve la do io, un'insalata di lenticchie e bresaola, una ricetta buonissima tiepida o fredda. Le lenticchie sono quelle che si coltivano nel nostro Pollino lessate e condite con buon olio, succo e scorza di limone e profumato timo, davvero una delizia.
Lenticchie al limone e timo con bresaola
Ingredienti per 4 persone:
4 tazzine di lenticchie
120 g di bresaola
1 limone
1 mazzetto di timo
olio extravergine d'oliva
sale
Lessare le lenticchie, tagliare a tocchetti la bresaola, condire con succo di limone, scorza grattugiata, timo sfogliato e olio extravergine d'oliva. Regolare di sale prima di servire. 

2016-02-12

Vendetta piccante per la cena di San Valentino

Runner Busatti, posate Mory Italian Factory
Eccoci alla festa San Valentino ed ecco le mie proposte: una tavola a tema in rosso e beige con cioccolatini, peperoncini e rametti di pepe rosa, un dessert al formaggio dolce-piccante di ispirazione greca, un dolce nettare da abbinare e un romanzo da regalare. Se poi avete intenzione di proporre delle cene a tema due libri molto interessanti pubblicati da Tea Libri uno sulla Cucina greca e l'altra Tex-Mex.
Ora ricomponete le idee ed organizzatevi che siamo già in dirittura d'arrivo.
Se state pensando di regalare cioccolatini o fiori vi consiglio di abbinarci un romanzo piccantino come Vendetta piccante di Jennifer Probst, l'autrice di Contratto indecente, pubblicato da Corbaccio. Un romanzo hot che unisce eros&cucina perché la vendetta è un piatto da servire...caldo. Miranda e Gavin s'incontrano dopo tre anni dall'improvviso abbandono con cui lui aveva troncato la loro intensa storia. Gavin, tornato sui suoi passi, intende riconquistarla ma Miranda può concedersi il piacere di vendicarsi… stroncando il ristorante di Gavin sul giornale per il quale lei scrive. In otto settimane Gavin dovrà dimostrale di essere un buon cuoco in cucina oltre che un ottimo amante. La lettura è piacevole e piena di contrasti come un cioccolatino al peperoncino.
Se adorate il piccante perché non tentare una cena Tex-Mex? Ne La cucina Tex-Mex di Laurel Evans Storie vere e sapori forti dai confini sconfinati dell'America imparerete a scoprire di più arrivando al cuore della cucina texana. Dalla San Antonio Fiesta alla cena di tacos, dal gran party al ranch alla cucina nomade dei cowboy fino a un Texas più remoto, quello della cucina di mare e delle Texas Hills, scopriamo origini e segreti di ingredienti, ricette e abbinamenti che parlano di una cultura del buon cibo e della convivialità, del piacere di trovarsi, cucinare e gustare insieme.
Se invece amate i gusti mediterranei affidatevi alla cucina greca. La cucina greca di Carasso Jeanmichel Sapori dal cuore del Mediterraneo è un ricettario ma anche una completissima guida gastronomica con cui andare oltre i pochi piatti a uso del turista. Se è vero che la cucina greca tradizionale non è vastissima, diverse sono le ragioni per cui vale la pena di conoscerla. Innanzitutto, perché è una cucina di ingredienti, antica ma vicina a una sensibilità molto contemporanea, quella dell’attenzione al territorio. Inoltre, pur essendo indiscutibilmente mediterranea, risente di molteplici e spesso raffinate influenze: quella turca, ma anche quelle araba e persiana, dell’Asia centrale e addirittura indiana. Entrambi i libri sono pubblicati da TEA possono essere preludio per organizzare un viaggio insieme ed apprezzare sul posto la cucina in essi raccontata.
Ed ora passiamo al mio dessert dolce-piccante, cuori che ricordano un po' la Baklavà il dolce sfogliato alla frutta secca e miele di tradizione greca. Al posto della pasta fillo una piadina sfogliata e poi burro noci, mandorle e cannella. Ho servito questi cuori con formaggio feta dorato in forno e completato con gelatina di birra artigianale Si.Gi. al posto del tradizionale miele. Ho arricchito il gusto con scaglie di peperoncino piccante, davvero un contrasto eccellente che v'invito a provare.
Dessert dolce-piccante
Ingredienti per 2:
1 piadina sfogliata
burro
3 noci e 6 mandorle
cannella
feta greca
gelatina di birra
peperoncino piccante frantumato
Ricavare quattro cuori dalla piadina, imburrarli e coprirli con un trito fine di mandorle e noci, spolverizzare di cannella, tagliare la feta a fette di mezzo centimetro e ricavarne due cuori. Infornare tutto in una teglia foderata di carta forno. Servire i cuori alternando la sfoglia al formaggio, completare con la gelatina e le scaglie di peperoncino.
Ho utilizzato cannella in polvere e peperoncino frantumato Cannamela e piadina sfogliata artigianale Artigianpiada.

Il vino che ho scelto da abbinare a questo mio insolito e gustoso piatto è il Tore delle Signore 2014 Verduzzo Friulano D.O.C.Friuli Colli Orientali dell'azienda vitivinicola Conte D'Annimis Maniago, azienda che opera appunto nel nel comprensorio DOC dei Colli Orientali del Friuli, un ambiente collinare a spiccata vocazione viticola.
Il luogo in cui si estende la tenuta è di particolare pregio storico e anzi di particolare rilievo è il seicentesco Palazzo di Famiglia attualmente sede di un albergo e ristorante: Palazzo d’Attimis Maniago con le relative scuderie, il luogo perfetto per un week-end romantico.
Il vino che ho scelto è particolarmente equilibrato nelle sue componenti tanniche e dolci, morbido e rotondo ha uno splendido colore dorato e una perfetta amalgama di aromi e profumi.Ottimo a fine pranzo, con i formaggi, il foie gras e i dolci o la frutta secca.

Vendetta piccante per la cena di San Valentino

Runner Busatti, posate Mory Italian Factory
Eccoci alla festa San Valentino ed ecco le mie proposte: una tavola a tema in rosso e beige con cioccolatini, peperoncini e rametti di pepe rosa, un dessert al formaggio dolce-piccante di ispirazione greca, un dolce nettare da abbinare e un romanzo da regalare. Se poi avete intenzione di proporre delle cene a tema due libri molto interessanti pubblicati da Tea Libri uno sulla Cucina greca e l'altra Tex-Mex.
Ora ricomponete le idee ed organizzatevi che siamo già in dirittura d'arrivo.
Se state pensando di regalare cioccolatini o fiori vi consiglio di abbinarci un romanzo piccantino come Vendetta piccante di Jennifer Probst, l'autrice di Contratto indecente, pubblicato da Corbaccio. Un romanzo hot che unisce eros&cucina perché la vendetta è un piatto da servire...caldo. Miranda e Gavin s'incontrano dopo tre anni dall'improvviso abbandono con cui lui aveva troncato la loro intensa storia. Gavin, tornato sui suoi passi, intende riconquistarla ma Miranda può concedersi il piacere di vendicarsi… stroncando il ristorante di Gavin sul giornale per il quale lei scrive. In otto settimane Gavin dovrà dimostrale di essere un buon cuoco in cucina oltre che un ottimo amante. La lettura è piacevole e piena di contrasti come un cioccolatino al peperoncino.
Se adorate il piccante perché non tentare una cena Tex-Mex? Ne La cucina Tex-Mex di Laurel Evans Storie vere e sapori forti dai confini sconfinati dell'America imparerete a scoprire di più arrivando al cuore della cucina texana. Dalla San Antonio Fiesta alla cena di tacos, dal gran party al ranch alla cucina nomade dei cowboy fino a un Texas più remoto, quello della cucina di mare e delle Texas Hills, scopriamo origini e segreti di ingredienti, ricette e abbinamenti che parlano di una cultura del buon cibo e della convivialità, del piacere di trovarsi, cucinare e gustare insieme.
Se invece amate i gusti mediterranei affidatevi alla cucina greca. La cucina greca di Carasso Jeanmichel Sapori dal cuore del Mediterraneo è un ricettario ma anche una completissima guida gastronomica con cui andare oltre i pochi piatti a uso del turista. Se è vero che la cucina greca tradizionale non è vastissima, diverse sono le ragioni per cui vale la pena di conoscerla. Innanzitutto, perché è una cucina di ingredienti, antica ma vicina a una sensibilità molto contemporanea, quella dell’attenzione al territorio. Inoltre, pur essendo indiscutibilmente mediterranea, risente di molteplici e spesso raffinate influenze: quella turca, ma anche quelle araba e persiana, dell’Asia centrale e addirittura indiana. Entrambi i libri sono pubblicati da TEA possono essere preludio per organizzare un viaggio insieme ed apprezzare sul posto la cucina in essi raccontata.
Ed ora passiamo al mio dessert dolce-piccante, cuori che ricordano un po' la Baklavà il dolce sfogliato alla frutta secca e miele di tradizione greca. Al posto della pasta fillo una piadina sfogliata e poi burro noci, mandorle e cannella. Ho servito questi cuori con formaggio feta dorato in forno e completato con gelatina di birra artigianale Si.Gi. al posto del tradizionale miele. Ho arricchito il gusto con scaglie di peperoncino piccante, davvero un contrasto eccellente che v'invito a provare.
Dessert dolce-piccante
Ingredienti per 2:
1 piadina sfogliata
burro
3 noci e 6 mandorle
cannella
feta greca
gelatina di birra
peperoncino piccante frantumato
Ricavare quattro cuori dalla piadina, imburrarli e coprirli con un trito fine di mandorle e noci, spolverizzare di cannella, tagliare la feta a fette di mezzo centimetro e ricavarne due cuori. Infornare tutto in una teglia foderata di carta forno. Servire i cuori alternando la sfoglia al formaggio, completare con la gelatina e le scaglie di peperoncino.
Ho utilizzato cannella in polvere e peperoncino frantumato Cannamela e piadina sfogliata artigianale Artigianpiada.

Il vino che ho scelto da abbinare a questo mio insolito e gustoso piatto è il Tore delle Signore 2014 Verduzzo Friulano D.O.C.Friuli Colli Orientali dell'azienda vitivinicola Conte D'Annimis Maniago, azienda che opera appunto nel nel comprensorio DOC dei Colli Orientali del Friuli, un ambiente collinare a spiccata vocazione viticola.
Il luogo in cui si estende la tenuta è di particolare pregio storico e anzi di particolare rilievo è il seicentesco Palazzo di Famiglia attualmente sede di un albergo e ristorante: Palazzo d’Attimis Maniago con le relative scuderie, il luogo perfetto per un week-end romantico.
Il vino che ho scelto è particolarmente equilibrato nelle sue componenti tanniche e dolci, morbido e rotondo ha uno splendido colore dorato e una perfetta amalgama di aromi e profumi.Ottimo a fine pranzo, con i formaggi, il foie gras e i dolci o la frutta secca.