2016-04-30

Invasione Compiuta a San Lorenzo Bellizzi

Ecco a voi il resoconto fotografico di un bellissimo pomeriggio a San Lorenzo Bellizzi #invadisanlorenzobellizzi #Invasionidigitali con Startup CalabriaStanchi ma felici.










Invasione compita...speriamo alla prossima.

Invasione Compiuta a San Lorenzo Bellizzi

Ecco a voi il resoconto fotografico di un bellissimo pomeriggio a San Lorenzo Bellizzi #invadisanlorenzobellizzi #Invasionidigitali con Startup CalabriaStanchi ma felici.










Invasione compita...speriamo alla prossima.

2016-04-29

Biscottè con frolla al mascarpone


C'è chi la ama, chi la odia, chi la critica sempre e comunque, chi la ritiene solo una fortunata e chi invece non riesce a fare a meno di seguirla. Di chi sto parlando l'avete forse capito Benedetta Parodi, sempre cavalcando l'onda del successo fa parlare di sé ma io, come tanti del resto, non posso fare a meno dei suoi libri (la tv raramente la guardo, magari quale replica dei suoi programmi mi capita pure) e questo solo perché la trovo normale, le ricette a volte sono di una semplicità disarmante come quelle che prepariamo ogni giorno a casa e come quelle che spesso mi piace proporre ai lettori di questo blog. 
La cucina della Parodi è fatta per le donne e le mamme impegnate non perfette ma sorridenti e sempre disponibili a rendere la cucina di casa accogliente e con quel profumino con cui sempre si ricordano le mamme.
Ritroviamo questo suo essere anche nell'ultimo libro Ricette in Famiglia  edito da Rizzoli in cui la vediamo tra i suoi cari nell'amata casa di campagna a scandire ogni momento della giornata con piatti e stuzzichini golosi, moderni e sempre semplici da realizzare con un tocco di chiccheria nella presentazione come tanto ci piace fare. Insomma 160 nuove ricette tutte illustrate. Le foto del libro sono bellissime e le ricette tutte da provare almeno una volta alla faccia di chi storce il naso.
L'idea di questi biscottè l'ho presa proprio da questo libro, nella sezione dedicata alla colazione ma la ricetta della frolla l'avevo trovata on line e non ne conosco l'autore solo che è fantastica perché nell'impasto c'è il mascarpone e non potete immaginarne la ricchezza di gusto.
Ho sperimentato una frolla che anche i miei figli mangiano e questi biscotti sono stati letteralmente divorati a casa nostra.
Se l'impasto vi sembra tanto conservatene metà nel congelatore, nel prossimo post vi darò un'alternativa di utilizzo che vale davvero la pena di non lasciarsi sfuggire.
 Ingredienti
Per la frolla:
600 g di farina 00
250 g di mascarpone
150 g di burro
180 g di zucchero
2 tuorli
1 bustina di lievito
 Per completare:
200 g di cioccolato fondente
Impastare i tuorli con il mascarpone, aggiungere lo zucchero il burro morbido. Unire la farina setacciata con il lievito e formare un panetto. Lasciar riposare l'impasto avvolto in pellicola per mezz'ora circa poi stenderlo ad uno spessore di mezzo centimetro e ricavarne dei rettangoli a cui asportare i due angoletti superiori. Praticare un foro tra i due angli tagliati e cuocere a 180° finché i biscotti prendono colore. Lasciar raffreddare, far passare dello spago nel foro e intingere a metà i biscotti nel cioccolato fuso senz'aggiunta di altri ingredienti. Servire con un buon Tè, io ho scelto un tè molto particolare una miscela Lu yu: tè oolong (semi-fermentato), tè bianco, aromi, petali di rosa rosa, lampone, malva fiori di La Via del Tè.

Biscottè con frolla al mascarpone


C'è chi la ama, chi la odia, chi la critica sempre e comunque, chi la ritiene solo una fortunata e chi invece non riesce a fare a meno di seguirla. Di chi sto parlando l'avete forse capito Benedetta Parodi, sempre cavalcando l'onda del successo fa parlare di sé ma io, come tanti del resto, non posso fare a meno dei suoi libri (la tv raramente la guardo, magari quale replica dei suoi programmi mi capita pure) e questo solo perché la trovo normale, le ricette a volte sono di una semplicità disarmante come quelle che prepariamo ogni giorno a casa e come quelle che spesso mi piace proporre ai lettori di questo blog. 
La cucina della Parodi è fatta per le donne e le mamme impegnate non perfette ma sorridenti e sempre disponibili a rendere la cucina di casa accogliente e con quel profumino con cui sempre si ricordano le mamme.
Ritroviamo questo suo essere anche nell'ultimo libro Ricette in Famiglia  edito da Rizzoli in cui la vediamo tra i suoi cari nell'amata casa di campagna a scandire ogni momento della giornata con piatti e stuzzichini golosi, moderni e sempre semplici da realizzare con un tocco di chiccheria nella presentazione come tanto ci piace fare. Insomma 160 nuove ricette tutte illustrate. Le foto del libro sono bellissime e le ricette tutte da provare almeno una volta alla faccia di chi storce il naso.
L'idea di questi biscottè l'ho presa proprio da questo libro, nella sezione dedicata alla colazione ma la ricetta della frolla l'avevo trovata on line e non ne conosco l'autore solo che è fantastica perché nell'impasto c'è il mascarpone e non potete immaginarne la ricchezza di gusto.
Ho sperimentato una frolla che anche i miei figli mangiano e questi biscotti sono stati letteralmente divorati a casa nostra.
Se l'impasto vi sembra tanto conservatene metà nel congelatore, nel prossimo post vi darò un'alternativa di utilizzo che vale davvero la pena di non lasciarsi sfuggire.
 Ingredienti
Per la frolla:
600 g di farina 00
250 g di mascarpone
150 g di burro
180 g di zucchero
2 tuorli
1 bustina di lievito
 Per completare:
200 g di cioccolato fondente
Impastare i tuorli con il mascarpone, aggiungere lo zucchero il burro morbido. Unire la farina setacciata con il lievito e formare un panetto. Lasciar riposare l'impasto avvolto in pellicola per mezz'ora circa poi stenderlo ad uno spessore di mezzo centimetro e ricavarne dei rettangoli a cui asportare i due angoletti superiori. Praticare un foro tra i due angli tagliati e cuocere a 180° finché i biscotti prendono colore. Lasciar raffreddare, far passare dello spago nel foro e intingere a metà i biscotti nel cioccolato fuso senz'aggiunta di altri ingredienti. Servire con un buon Tè, io ho scelto un tè molto particolare una miscela Lu yu: tè oolong (semi-fermentato), tè bianco, aromi, petali di rosa rosa, lampone, malva fiori di La Via del Tè.

2016-04-26

Voglia di Casalinghitudine


Anche io ho approfittato di questo week-end lungo per ritagliarmi uno spazio fuori con la mia famiglia e dei carissimi amici. Ho avuto la fortuna di apprezzare meravigliosi luoghi della splendida Puglia come l'imponente e un po' sinistro Castel del Monte e Trani con le sue bellezze mozzafiato, ho avuto la gioia di prendere parte a Federicus, uno dei più attesi eventi che si ripetono annualmente con sempre maggiore successo in quel di Altamura e di ripercorrere idealmente la vita del grande imperatore Federico II di Svevia. 
Ho avuto il piacere di alloggiare in un luogo meraviglioso come l'Agriturismo Murà gestito da persone ospitali e molto gradevoli che hanno reso ulteriormente piacevole la nostra permanenza. 
Al ritorno però c'è sempre quella voglia di casalinghitudine che mi prende e ad apprezzare quel che ho nella mia quotidianità fatta di lavoro, appuntamenti ad incastro, casa, bambini, impegni a volte rinviati e sogni sempre in sospeso con quella consapevolezza in più di aver regalato alla mia vita nuove esperienze e ricordi che si sommano a quelli in precedenza acquisiti facendo di me quel che sono. 
Casalinghitudine è una parola molto diffusa nella  lingua italiana, la troviamo in ogni dizionario con il significato di condizione della casalinga ma ovviamente può assumere e di fatto assume sfumature diverse. Nel mio caso intendevo dare alla parola il significato che ricorda o evoca il piacere di vivere nelle mura domestiche e non certamente della condizione di chi sente i lavori domestici come limitazione alle proprie aspirazioni. Quel che è certo che Clara Sereni che coniò questa parola nel 1987 dandola come titolo a un suo libro di grande successo non intendeva certo dare al termine una connotazione negativa. 
Comunque la s'intenda la parola è fortemente diffusa così come la fama del libro che le ha dato i natali e che ha il merito di aver portato le ricette a pieno titolo nella letteratura italiana, divenendo esso stesso un classico.
Un romanzo fatto di ricordi, di ricette, di riflessioni, scandito dal trascorrere dei decenni. A distanza di quasi trent'anni dalla sua prima edizione, ritroviamo Casalinghitudine in libreria riedito da Giunti con una prefazione in cui l'autrice ne ripercorre la gestazione e la nascita e, con immutato interesse, ci sorprendiamo a rileggerlo quale ritratto unico e originalissimo del nostro Paese, che Clara Sereni ha potuto tratteggiare raccontando di sé e della sua generazione attraverso il cibo. 
Il vero successo del libro dicono stia in questo perché in effetti in esso il cibo diventa un vero e proprio linguaggio extra-verbale, capace di creare legami e di esprimere sia affetti, sia disamori. Secondo me il vero successo è invece nella possibilità che ha ogni donna di riconoscere sé stessa o comunque una parte della propria vita in un ricordo o in una ricetta dell'autrice.
Ora vi lascio...la ricetta nel prossimo post e nel cuore una nuova tappa (stavolta a due passi da casa) da aggiungere al mio percorso. 
Leggete la pagina eventi e se vi va partecipate anche voi  sabato 30 aprile ‪#‎invadisanlorenzobellizzi‬


Voglia di Casalinghitudine


Anche io ho approfittato di questo week-end lungo per ritagliarmi uno spazio fuori con la mia famiglia e dei carissimi amici. Ho avuto la fortuna di apprezzare meravigliosi luoghi della splendida Puglia come l'imponente e un po' sinistro Castel del Monte e Trani con le sue bellezze mozzafiato, ho avuto la gioia di prendere parte a Federicus, uno dei più attesi eventi che si ripetono annualmente con sempre maggiore successo in quel di Altamura e di ripercorrere idealmente la vita del grande imperatore Federico II di Svevia. 
Ho avuto il piacere di alloggiare in un luogo meraviglioso come l'Agriturismo Murà gestito da persone ospitali e molto gradevoli che hanno reso ulteriormente piacevole la nostra permanenza. 
Al ritorno però c'è sempre quella voglia di casalinghitudine che mi prende e ad apprezzare quel che ho nella mia quotidianità fatta di lavoro, appuntamenti ad incastro, casa, bambini, impegni a volte rinviati e sogni sempre in sospeso con quella consapevolezza in più di aver regalato alla mia vita nuove esperienze e ricordi che si sommano a quelli in precedenza acquisiti facendo di me quel che sono. 
Casalinghitudine è una parola molto diffusa nella  lingua italiana, la troviamo in ogni dizionario con il significato di condizione della casalinga ma ovviamente può assumere e di fatto assume sfumature diverse. Nel mio caso intendevo dare alla parola il significato che ricorda o evoca il piacere di vivere nelle mura domestiche e non certamente della condizione di chi sente i lavori domestici come limitazione alle proprie aspirazioni. Quel che è certo che Clara Sereni che coniò questa parola nel 1987 dandola come titolo a un suo libro di grande successo non intendeva certo dare al termine una connotazione negativa. 
Comunque la s'intenda la parola è fortemente diffusa così come la fama del libro che le ha dato i natali e che ha il merito di aver portato le ricette a pieno titolo nella letteratura italiana, divenendo esso stesso un classico.
Un romanzo fatto di ricordi, di ricette, di riflessioni, scandito dal trascorrere dei decenni. A distanza di quasi trent'anni dalla sua prima edizione, ritroviamo Casalinghitudine in libreria riedito da Giunti con una prefazione in cui l'autrice ne ripercorre la gestazione e la nascita e, con immutato interesse, ci sorprendiamo a rileggerlo quale ritratto unico e originalissimo del nostro Paese, che Clara Sereni ha potuto tratteggiare raccontando di sé e della sua generazione attraverso il cibo. 
Il vero successo del libro dicono stia in questo perché in effetti in esso il cibo diventa un vero e proprio linguaggio extra-verbale, capace di creare legami e di esprimere sia affetti, sia disamori. Secondo me il vero successo è invece nella possibilità che ha ogni donna di riconoscere sé stessa o comunque una parte della propria vita in un ricordo o in una ricetta dell'autrice.
Ora vi lascio...la ricetta nel prossimo post e nel cuore una nuova tappa (stavolta a due passi da casa) da aggiungere al mio percorso. 
Leggete la pagina eventi e se vi va partecipate anche voi  sabato 30 aprile ‪#‎invadisanlorenzobellizzi‬


2016-04-22

In viaggio con EDT e i cantucci salati con stracchino e arachidi

Pechino, Tokyo o Berlino? Stavolta non so davvero dove andare prima con EDT Editore e la collana Allacarta, una delle più originali trovate letterarie degli ultimi anni.
Ognuno dei libri è un resoconto dettagliato di un lungo viaggio in un paese del mondo per riportarne e trasmetterne usi e costumi e soprattutto abitudini alimentari. La cosa particolare è che si tratta di scrittori di talento trasformatisi per l'occasione in viaggiatori d'eccezione.
Vi avevo già parlato di due libri di questa collana portandovi idealmente a spasso per New York e Roma, oggi vi parlo di altre tre pubblicazioni appartenenti alla stessa collana.
Se pensate che non vi sia Paese più imperscrutabile della Cina ne avrete conferma in My Little China Girl di Giuseppe Culicchia. Il libro lo possiamo definire un tentativo di avvicinamento a questa entità culinaria misteriosa. Pechino infatti è una città che non si svela, avvolta nella nebbia anche quando c'è il sole e pur seguendo l'autore in questo stano viaggio sulle orme di Marco Polo, conosciamo molto anche della città proibita ma non tutto perché quell'alone di mistero resta sempre lì ad avvolgerla anche per chi riesce a pranzare al "listolante del Paltito Comunista Cinese".
Itadakimasu - Umilmente  ricevo in dono è il racconto che di Tokyo ci fa Fabio Geda. Una ragazza gentile ed evanescente, un anziano dal sorriso da rana e il signor Otsuka,  un gatto sono i personaggi di cui l'autore si serve per portarci a conoscere Tokyo e il suo rapporto con il cibo che in Giappone ha a che fare con lo spirito, con la bellezza e con un gusto misterioso: l'umami. "Tokyo è una di quelle città in cui trovi la cucina di tutto il mondo fatta meglio che nei paesi d'origine".
Berlino non è una città. E' un pianeta. Il più distante dalla Galassia, il più remoto. Ecco come descrive Berlino Andrea Bajani in E' bellissimo il vostro pianeta. Questo dopo averla osservata per dodici mesi e fatto file impressionanti tra turisti di ogni dove per degustare i classici "cilindri di carne marrone" di cui noi terrestri scopriamo di essere più ghiotti degli indigeni. Un pianeta bellissimo, la soluzione ad ogni problema ecco cos'è Berlino e la voglia di partire diventa irresistibile.
E quando si va in giro per il mondo non si può che sgranocchiare qualcosa nel viaggio, io vi propongo dei biscottini salati ed energetici per recuperare la carica quando ci sentiamo troppo stanchi e portare un po' di casa nostra in viaggio con noi.
Cantucci salati allo stracchino e arachidi
Ingredienti: 
210 g di farina
90 g di stracchino, 50 g di arachidi salate
6 cl di latte
1 uovo
40 g di olio d’oliva
1 cucchiaino di lievito per dolci non zuccherato
1 punta di peperoncino in polvere
1 pizzico di sale
pepe nero 
Scaldare il latte. Setacciare la farina insieme al lievito, aggiungere l’uovo, l’olio, il latte, lo stracchino, poi il sale, il pepe e le arachidi. Mescolare tutto velocemente, formare una palla e dividerla in due filoncini alti 2 cm e larghi 5. Deporre i filoni su una teglia da forno rivestita con carta da forno, mettere in frigo per 15 minuti poi cuocere in forno a 170° C, per circa mezz’ora. Lasciare raffreddare poi tagliare i biscotti in diagonale, spessore 1 cm, con un coltello seghettato. Disporre di nuovo i biscotti sulla teglia da forno, e cuocere per 10 minuti, in modo da farli diventare dorati. Lasciare raffreddare su una griglia prima di servire.

In viaggio con EDT e i cantucci salati con stracchino e arachidi

Pechino, Tokyo o Berlino? Stavolta non so davvero dove andare prima con EDT Editore e la collana Allacarta, una delle più originali trovate letterarie degli ultimi anni.
Ognuno dei libri è un resoconto dettagliato di un lungo viaggio in un paese del mondo per riportarne e trasmetterne usi e costumi e soprattutto abitudini alimentari. La cosa particolare è che si tratta di scrittori di talento trasformatisi per l'occasione in viaggiatori d'eccezione.
Vi avevo già parlato di due libri di questa collana portandovi idealmente a spasso per New York e Roma, oggi vi parlo di altre tre pubblicazioni appartenenti alla stessa collana.
Se pensate che non vi sia Paese più imperscrutabile della Cina ne avrete conferma in My Little China Girl di Giuseppe Culicchia. Il libro lo possiamo definire un tentativo di avvicinamento a questa entità culinaria misteriosa. Pechino infatti è una città che non si svela, avvolta nella nebbia anche quando c'è il sole e pur seguendo l'autore in questo stano viaggio sulle orme di Marco Polo, conosciamo molto anche della città proibita ma non tutto perché quell'alone di mistero resta sempre lì ad avvolgerla anche per chi riesce a pranzare al "listolante del Paltito Comunista Cinese".
Itadakimasu - Umilmente  ricevo in dono è il racconto che di Tokyo ci fa Fabio Geda. Una ragazza gentile ed evanescente, un anziano dal sorriso da rana e il signor Otsuka,  un gatto sono i personaggi di cui l'autore si serve per portarci a conoscere Tokyo e il suo rapporto con il cibo che in Giappone ha a che fare con lo spirito, con la bellezza e con un gusto misterioso: l'umami. "Tokyo è una di quelle città in cui trovi la cucina di tutto il mondo fatta meglio che nei paesi d'origine".
Berlino non è una città. E' un pianeta. Il più distante dalla Galassia, il più remoto. Ecco come descrive Berlino Andrea Bajani in E' bellissimo il vostro pianeta. Questo dopo averla osservata per dodici mesi e fatto file impressionanti tra turisti di ogni dove per degustare i classici "cilindri di carne marrone" di cui noi terrestri scopriamo di essere più ghiotti degli indigeni. Un pianeta bellissimo, la soluzione ad ogni problema ecco cos'è Berlino e la voglia di partire diventa irresistibile.
E quando si va in giro per il mondo non si può che sgranocchiare qualcosa nel viaggio, io vi propongo dei biscottini salati ed energetici per recuperare la carica quando ci sentiamo troppo stanchi e portare un po' di casa nostra in viaggio con noi.
Cantucci salati allo stracchino e arachidi
Ingredienti: 
210 g di farina
90 g di stracchino, 50 g di arachidi salate
6 cl di latte
1 uovo
40 g di olio d’oliva
1 cucchiaino di lievito per dolci non zuccherato
1 punta di peperoncino in polvere
1 pizzico di sale
pepe nero 
Scaldare il latte. Setacciare la farina insieme al lievito, aggiungere l’uovo, l’olio, il latte, lo stracchino, poi il sale, il pepe e le arachidi. Mescolare tutto velocemente, formare una palla e dividerla in due filoncini alti 2 cm e larghi 5. Deporre i filoni su una teglia da forno rivestita con carta da forno, mettere in frigo per 15 minuti poi cuocere in forno a 170° C, per circa mezz’ora. Lasciare raffreddare poi tagliare i biscotti in diagonale, spessore 1 cm, con un coltello seghettato. Disporre di nuovo i biscotti sulla teglia da forno, e cuocere per 10 minuti, in modo da farli diventare dorati. Lasciare raffreddare su una griglia prima di servire.

2016-04-18

Io il pane e Sara Papa

Ogni volta che a casa preparo un pane particolare non posso che pensare a Sara Papa, lei vera esperta d'impasti lievitati trasmette anche a chi la segue la sua passione per i lieviti e davvero di fantasia ne ha da vendere. Nel suo ultimo lavoro tuttavia non si parla solo di pane e così scopriamo che Sara Papa è una vera maestra di cucina e non solo una eccellente panificatrice. In cucina con Sara Papa edito da Gribaudo è davvero un piccolo corso di cucina da affrontare tra le proprie mura. Non dico che diventerete tutti chef in un mese però seguendo tutto il volume anche chi non è molto bravo in cucina riuscirà nel giro di quattro settimane a mettere in tavola eccellenti manicaretti. Dall'antipasto al dolce ogni portata viene affrontata nel volume, ovviamente non mancano pani e paste fresche ed il tutto è corredato da immagini esplicative come tanto ci piace. In tutto 60 ricette suddivise per grado di difficoltà e descritte in modo semplice e chiaro. Trucchi, suggerimenti e consigli per non sbagliare e cimentarsi anche con ricette non consuete come il formaggio primo sale. 
Ora la ricetta che vi propongo è un pane farcito una di quelle classiche preparazioni da pic-nic primaverile. Non è una ricetta del libro ma vi dicevo in apertura che quando preparo il pane penso a Sara Papa tanto più che nella ricetta ho utilizzato le olive schiacciate calabresi, il caciocavallo silano e un pesto di pomodori secchi  che seppure in tal caso proviene dalla Liguria da Sommariva Tradizione Agricola, non è una preparazione inconsueta neppure qui da noi.
Treccia di pane con crema di pomodori secchi olive e caciocavallo
Ingredienti:
500 g di farina 0
30 g polvere di lievito madre
200 g acqua
50 g latte
50 g olio
1 cucchiaino di zucchero
200 g di caciocavallo silano
1 cucchiaino di sale 
2 cucchiai di olive schiacciate
1 vasetto di crema di pomodori secchi
origano
Miscelare la farina con il sale, aggiungere la polvere di lievito e poi i liquidi e l'olio. Mettere a lievitare in un posto caldo e al riparo da correnti, per circa due ore. Stendere l'impasto in un rettangolo, spalmarlo di crema di pomodori, cospargere di origano, spezzettarvi sopra le olive e il caciocavallo. Avvolgere l'impasto su se stesso formando un rotolo e ritagliarlo in sezioni di 2 cm, disporre i rotolini in teglia sovrapponendoli leggermente. Lasciare lievitare fino al raddoppio e poi infornare a 200°, per mezz'ora circa, quando il pane avrà preso colore provare la cottura con lo stecchino.

Io il pane e Sara Papa

Ogni volta che a casa preparo un pane particolare non posso che pensare a Sara Papa, lei vera esperta d'impasti lievitati trasmette anche a chi la segue la sua passione per i lieviti e davvero di fantasia ne ha da vendere. Nel suo ultimo lavoro tuttavia non si parla solo di pane e così scopriamo che Sara Papa è una vera maestra di cucina e non solo una eccellente panificatrice. In cucina con Sara Papa edito da Gribaudo è davvero un piccolo corso di cucina da affrontare tra le proprie mura. Non dico che diventerete tutti chef in un mese però seguendo tutto il volume anche chi non è molto bravo in cucina riuscirà nel giro di quattro settimane a mettere in tavola eccellenti manicaretti. Dall'antipasto al dolce ogni portata viene affrontata nel volume, ovviamente non mancano pani e paste fresche ed il tutto è corredato da immagini esplicative come tanto ci piace. In tutto 60 ricette suddivise per grado di difficoltà e descritte in modo semplice e chiaro. Trucchi, suggerimenti e consigli per non sbagliare e cimentarsi anche con ricette non consuete come il formaggio primo sale. 
Ora la ricetta che vi propongo è un pane farcito una di quelle classiche preparazioni da pic-nic primaverile. Non è una ricetta del libro ma vi dicevo in apertura che quando preparo il pane penso a Sara Papa tanto più che nella ricetta ho utilizzato le olive schiacciate calabresi, il caciocavallo silano e un pesto di pomodori secchi  che seppure in tal caso proviene dalla Liguria da Sommariva Tradizione Agricola, non è una preparazione inconsueta neppure qui da noi.
Treccia di pane con crema di pomodori secchi olive e caciocavallo
Ingredienti:
500 g di farina 0
30 g polvere di lievito madre
200 g acqua
50 g latte
50 g olio
1 cucchiaino di zucchero
200 g di caciocavallo silano
1 cucchiaino di sale 
2 cucchiai di olive schiacciate
1 vasetto di crema di pomodori secchi
origano
Miscelare la farina con il sale, aggiungere la polvere di lievito e poi i liquidi e l'olio. Mettere a lievitare in un posto caldo e al riparo da correnti, per circa due ore. Stendere l'impasto in un rettangolo, spalmarlo di crema di pomodori, cospargere di origano, spezzettarvi sopra le olive e il caciocavallo. Avvolgere l'impasto su se stesso formando un rotolo e ritagliarlo in sezioni di 2 cm, disporre i rotolini in teglia sovrapponendoli leggermente. Lasciare lievitare fino al raddoppio e poi infornare a 200°, per mezz'ora circa, quando il pane avrà preso colore provare la cottura con lo stecchino.