2014-03-31

Plum-cake classico

Teira con tazza La Porcellana Bianca, vassoietto in primo piano Lékué, tessuto Busatti
Difficile leggere la parola classico sul mio blog, nessuna ricetta resta com'è e tutto viene rivisitato, ma quella di oggi è la ricetta classica del plum-cake, quello con burro, uvetta e canditi nell'impasto che mi ricorda tanto l'infanzia e di cui mi sono rinnamorata attraverso la raccolta I dolci di Benedetta. Un vero successo editoriale, è arrivata al n.29, la pagina fan Facebook dedicata conta oltre 2200 attivi seguaci  e continua a stupirci ogni settimana per le nuove idee e la generosità degli utilissimi strumenti allegati (spesso sono due gli utensili che si trovano con il fascicolo).
Ma ritornando alla ricetta del plum-cake classico  indovinate un poco? La ricetta l'ho modificata (è più forte di me) cinque uova e 250g di burro mi sembravano troppi per i miei gusti, dalla raccolta ho preso l'idea, il metodo e soprattutto gli stampini in silicone da mini muffin e poi il resto l'ho messo io. Troppo bello fare i plum-cake formato brioscina in casa e visto che mi sono divertita e il risultato vi è piaciuto ve lo racconto. Per le dosi indicate  occorrerebbero 12 stampini ma io ne avevo 6 e con il restante impasto ho fatto un plum-cake medio con un altro particolare stampo Lékué, ha i bordi in silicone e la base in ceramica bianca proprio quella che vedete in primo piano in foto. In pratica tolti i bordi si serve il dolce così come uscito dal forno, davvero una genialata.
Plum-cake classico
 
 Ingredienti: 
250 g di farina 00
200 g di zucchero
100 g di burro
80 g di uvetta
70 g di canditi misti
70 ml di rum
 4 uova
1 bustina di lievito
zucchero a velo per completare
Ammollare le uvette e i canditi nel rum lasciandole immerse per un'ora circa. Tamponarle e passarle nella farina. Anche con una semplice frusta a mano montare le uova con lo zucchero, unire il burro sciolto e poi la farina setacciata con il lievito.Unire le uvette e i canditi al composto e versarlo nello strampo o negli stampi scelti. Infornare a 160° per 50 minuti (se unico stampo) per 30 circa se si tratta di stampini (conviene sempre provare la cottura con uno stecchino. Dopo aver sformato e raffreddato i dolcini spolverizzarli di zucchero a velo e servirli.

Plum-cake classico

Teira con tazza La Porcellana Bianca, vassoietto in primo piano Lékué, tessuto Busatti
Difficile leggere la parola classico sul mio blog, nessuna ricetta resta com'è e tutto viene rivisitato, ma quella di oggi è la ricetta classica del plum-cake, quello con burro, uvetta e canditi nell'impasto che mi ricorda tanto l'infanzia e di cui mi sono rinnamorata attraverso la raccolta I dolci di Benedetta. Un vero successo editoriale, è arrivata al n.29, la pagina fan Facebook dedicata conta oltre 2200 attivi seguaci  e continua a stupirci ogni settimana per le nuove idee e la generosità degli utilissimi strumenti allegati (spesso sono due gli utensili che si trovano con il fascicolo).
Ma ritornando alla ricetta del plum-cake classico  indovinate un poco? La ricetta l'ho modificata (è più forte di me) cinque uova e 250g di burro mi sembravano troppi per i miei gusti, dalla raccolta ho preso l'idea, il metodo e soprattutto gli stampini in silicone da mini muffin e poi il resto l'ho messo io. Troppo bello fare i plum-cake formato brioscina in casa e visto che mi sono divertita e il risultato vi è piaciuto ve lo racconto. Per le dosi indicate  occorrerebbero 12 stampini ma io ne avevo 6 e con il restante impasto ho fatto un plum-cake medio con un altro particolare stampo Lékué, ha i bordi in silicone e la base in ceramica bianca proprio quella che vedete in primo piano in foto. In pratica tolti i bordi si serve il dolce così come uscito dal forno, davvero una genialata.
Plum-cake classico
 
 Ingredienti: 
250 g di farina 00
200 g di zucchero
100 g di burro
80 g di uvetta
70 g di canditi misti
70 ml di rum
 4 uova
1 bustina di lievito
zucchero a velo per completare
Ammollare le uvette e i canditi nel rum lasciandole immerse per un'ora circa. Tamponarle e passarle nella farina. Anche con una semplice frusta a mano montare le uova con lo zucchero, unire il burro sciolto e poi la farina setacciata con il lievito.Unire le uvette e i canditi al composto e versarlo nello strampo o negli stampi scelti. Infornare a 160° per 50 minuti (se unico stampo) per 30 circa se si tratta di stampini (conviene sempre provare la cottura con uno stecchino. Dopo aver sformato e raffreddato i dolcini spolverizzarli di zucchero a velo e servirli.

2014-03-28

Fritti non fritti: solo trucchi da chef

Piatto in foglia di palma Verdiamo, presine Busatti
E' un trucco da chef  il titolo dell'ultimo libro che mi ha incuriosito, lo ha scritto Alessia Vicari ed è pubblicato da Gribaudo. Ne sono rimasta attratta forse perché il sottotitolo recitava 10 tecniche per 100 piatti infallibili e forse anche perché ho pensato che doveva essere scritto in pieno stile Vicari, ovvero accessibile a tutti ed in effetti gli ingredienti della premessa ci sono tutti, il libro è come un percorso tra tecnica, alchimia e creatività ed è perfetto per chi è ama cucinare ma è a digiuno di tecnica. La cucina non è improvvisazione ma una scienza esatta, se si è in grado di far propri i trucchi degli chef si arriverà a portare in tavola piatti eccezionali con uno sforzo minimo. Non avrei mai pensato di poter cucinare un perfetto roast beef utilizzando il microonde e invece grazie al libro ce l'ho fatta. Poi le ricette realizzate con le tecniche acquisite e presentate nel volume sono davvero sfiziose e originali.
Non sempre tutto è come appare, gli chef sono maestri nel compiere magie e leggendo il libro della Vicari mi sono accorta che seppure non volendo qualche magia in cucina la compio anch'io. Siccome friggere non è troppo salutare e neppure mi piace tanto ho scoperto che le patatine si possono "friggere" pure al forno e così crocchette e polpette. Faccio la gioia dei miei bambini e allo stesso tempo mi facilito il compito.
Polpette-spiedino panate e patataine "fritte" al forno
Ingredienti per 4 persone:
800 g di patate
350 g di polpa di pollo (cosce e sovraccosce)
150 g di mortadella
100 g di pane raffermo
2 cucchiai di grana
latte
1 uovo
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
2 albumi e pangrattato per la panatura
 Pelare le patate e tagliarle bastoncini, lasciarle immerse in acqua fredda per mezz'ora circa. Asciugarle per bene con un canovaccio e distenderle su una teglia in un solo strato. Irrorare con olio e infornare in forno ventilato a 190°. Rigirare quando inizieranno a fare la crosticina e salare solo alla fine.
Per le polpette-spiedino: ammollare il pane nell'acqua strizzarlo bene ed impastarlo con la carne, la mortadella tritata finemente, il formaggio, l'uovo, sale e pepe quanto basta. Suddividere il composto in 8 parti e dare ad ogni porzione la forma di un salsicciotto, passarli nell'albume e nel pangrattato e dopo averli infilzati ad uno spiedo stenderli in una teglia sopra un foglio di carta forno. Lasciare in frigo per mezz'ora prima di cuocerli irrorando con un filo d'olio in forno insieme alle patatine. 
*Per la ricetta ho utilizzato mortadella LaBlu di Felsineo

Fritti non fritti: solo trucchi da chef

Piatto in foglia di palma Verdiamo, presine Busatti
E' un trucco da chef  il titolo dell'ultimo libro che mi ha incuriosito, lo ha scritto Alessia Vicari ed è pubblicato da Gribaudo. Ne sono rimasta attratta forse perché il sottotitolo recitava 10 tecniche per 100 piatti infallibili e forse anche perché ho pensato che doveva essere scritto in pieno stile Vicari, ovvero accessibile a tutti ed in effetti gli ingredienti della premessa ci sono tutti, il libro è come un percorso tra tecnica, alchimia e creatività ed è perfetto per chi è ama cucinare ma è a digiuno di tecnica. La cucina non è improvvisazione ma una scienza esatta, se si è in grado di far propri i trucchi degli chef si arriverà a portare in tavola piatti eccezionali con uno sforzo minimo. Non avrei mai pensato di poter cucinare un perfetto roast beef utilizzando il microonde e invece grazie al libro ce l'ho fatta. Poi le ricette realizzate con le tecniche acquisite e presentate nel volume sono davvero sfiziose e originali.
Non sempre tutto è come appare, gli chef sono maestri nel compiere magie e leggendo il libro della Vicari mi sono accorta che seppure non volendo qualche magia in cucina la compio anch'io. Siccome friggere non è troppo salutare e neppure mi piace tanto ho scoperto che le patatine si possono "friggere" pure al forno e così crocchette e polpette. Faccio la gioia dei miei bambini e allo stesso tempo mi facilito il compito.
Polpette-spiedino panate e patataine "fritte" al forno
Ingredienti per 4 persone:
800 g di patate
350 g di polpa di pollo (cosce e sovraccosce)
150 g di mortadella
100 g di pane raffermo
2 cucchiai di grana
latte
1 uovo
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
2 albumi e pangrattato per la panatura
 Pelare le patate e tagliarle bastoncini, lasciarle immerse in acqua fredda per mezz'ora circa. Asciugarle per bene con un canovaccio e distenderle su una teglia in un solo strato. Irrorare con olio e infornare in forno ventilato a 190°. Rigirare quando inizieranno a fare la crosticina e salare solo alla fine.
Per le polpette-spiedino: ammollare il pane nell'acqua strizzarlo bene ed impastarlo con la carne, la mortadella tritata finemente, il formaggio, l'uovo, sale e pepe quanto basta. Suddividere il composto in 8 parti e dare ad ogni porzione la forma di un salsicciotto, passarli nell'albume e nel pangrattato e dopo averli infilzati ad uno spiedo stenderli in una teglia sopra un foglio di carta forno. Lasciare in frigo per mezz'ora prima di cuocerli irrorando con un filo d'olio in forno insieme alle patatine. 
*Per la ricetta ho utilizzato mortadella LaBlu di Felsineo

2014-03-25

Cup-cake mimosa alla pera

Servizio tè Easy Life Design
Sono tante le motivazioni per cui un dolce si considera il dolce del cuore, ho riflettuto su questo concetto in occasione del contest I dolci del cuore di Dolci a gogo in collaborazione con Wald. Come si legge nel regolamento può essere dolce del cuore:
"Quello della nonna, della mamma, della zia…
Quello che vi ricorda un momento particolare della vostra vita...
Quello realizzato per una persona speciale (mamma, marito, figli, amici)
Quella che amate preparare per voi stesse e per la vostra famiglia come confort food...."
Io considero la base di questo dolce, che è quella del Ciambellone di Ady,  la mia ricetta dolce del cuore perché è quella che preparo senza ricettario e adatto ad ogni esigenza, torte, tortine, ripieni, non ripieni, colazioni, merende, compleanni, bianca, nera con frutta, cioccolato o marmellata. L'ho provata in infinite varianti e mai mi ha tradita, un grazie speciale ad Ady di Diario di una Passione che mi è entrata nel cuore da quando l'ho conosciuta ed a cui va tra l'altro il mio pensiero affettuoso in un momento per lei un po' difficile ed eccovi la mia ricetta in versione cup-cake mimosa alla pera. 
Perfetti e leggeri dolcini per l'ora del tè da gustare sorseggiando una tazza di tè alla vaniglia o al gelsomino, leggendo un buon libro. Io ve ne posso consigliare due che di recente hanno catturato la mia attenzione.
Il colore del tè è il titolo del romanzo di Hannah Tunnicliffe pubblicato da SonzognoUn'atmosfera particolare quella raccontata nel libro in cui una storia di rinascita prende vita da una cucina, quella del Lillian's, la sala da tè in puro stile Parigino che Grace apre nel cuore di Macao per dimenticare il dolore di un figlio desiderato e mai arrivato. Confidenze, ricette, rimpianti e passioni, storie di donne con origini e tradizioni differenti aiutano Grace a guardare alla vita con occhi diversi. Un'intenso profumo di macarons e di altre golosità mi hanno accompagnato nella lettura delle indimenticabili pagine di questo racconto di speranza fino alla realizzazione dei sogni di Grace.
I biscotti di Baudelaire non è un romanzo ma un racconto di vita fatto di ricordi, aneddoti, ricette e sapori della Parigi a cavallo tra le due guerre. E' stato scritto da Alice Babette Toklas e pubblicato negli Stati Uniti nel lontano 1954 con il titolo The Alice B. Toklas Cook Book, ripubblicato oggi da Bollati Boringhieri.
Americana trasferitasi a Parigi ai primi del novecento la Toklas insieme a Gertrude Stein, sua inseparabile compagna, tenne un celebre salotto frequentato dagli artisti dell’avanguardia storica francese e dai letterati statunitensi espatriati: Picasso, Picabia, Matisse, Braque, Fitzgerald, Sherwood Anderson, Hemingway, Thornton Wilder, Paul Bowles e tanti altri. Queste frequentazioni fanno delle memorie, non solo culinarie, raccolte da Alice nel libro un pezzo di storia. Un libro che si legge tuttavia amabilmente con la leggerezza di un romanzo per consultare le ricette e catturare i sapori amati da artisti e scrittori, ma soprattutto per rivivere l'atmosfera bohemienne della Parigi di quel tempo e di un ambiente davvero speciale in cui accentricità e grande arte la fanno da padroni.
Foto dal web che ritrae Alice B. Toklas e Gertrude Stein
A questo punto i miei pasticcini anno perso valore vero? Ma vi assicuro vale la pena provarli tanto più se utilizzate per arricchirli come nel mio caso dadini di Pera picciola sciroppata e Ratafià di pera Picciola di Lombardi &Visconti che hanno conferito al dolce un gusto e un profumo impareggiabili. 
Cup-cake mimosa alla pera
Ingredienti per 18 tortine:
250 g di farina
250 g di zucchero
130 ml di acqua
130 ml di olio di semi
30 ml di liquore alla pera
3 uova
1 bustina di lievito per dolci vanigliato Ar.Pa. Lieviti
per la crema:
2  tuorli
100 g di zucchero
35 g di farina 00
1 bustina di preparato Novacrema Ar.Pa. Lieviti
500 ml di latte fresco
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
per completare:
liquore alla pera
pere sciroppate
zucchero a velo Ar.Pa. Lieviti
Lavorare  con una frusta elettrica le uova con lo zucchero unire i liquidi (olio, acqua, liquore) e poi la farina setacciata con il lievito. Versare il composto negli stampini da muffin e infornare a 180° per 25-30 minuti (fare la prova stecchino prima di estrarli dal forno). Preparare la crema, mescolare tuorli, bustina di novacrema zucchero e farina, allungando il coposto con pochissimo latte. Scaladare il latte restante con la vaniglia ed aggiungerlo mescolando al composto di uova, portare sul fuoco dolc, sempre mescolando fino a far addensare la crema. Raffreddare ponendo la pentola in unaciocola d'acqua fredda continuando a mescolare. Togliere ai dolcini la parte centrale, scavandoli un po' per far posto al ripieno, spruzzare le basi con qualche goccia di liquore alla pera e riempirli di crema, aggiungere qualche dadino di pera e completare con le briciole ricavate tritatndo la parte di dolce eliminata. una spolverata di zucchero a velo ed il gioco è fatto.

Cup-cake mimosa alla pera

Servizio tè Easy Life Design
Sono tante le motivazioni per cui un dolce si considera il dolce del cuore, ho riflettuto su questo concetto in occasione del contest I dolci del cuore di Dolci a gogo in collaborazione con Wald. Come si legge nel regolamento può essere dolce del cuore:
"Quello della nonna, della mamma, della zia…
Quello che vi ricorda un momento particolare della vostra vita...
Quello realizzato per una persona speciale (mamma, marito, figli, amici)
Quella che amate preparare per voi stesse e per la vostra famiglia come confort food...."
Io considero la base di questo dolce, che è quella del Ciambellone di Ady,  la mia ricetta dolce del cuore perché è quella che preparo senza ricettario e adatto ad ogni esigenza, torte, tortine, ripieni, non ripieni, colazioni, merende, compleanni, bianca, nera con frutta, cioccolato o marmellata. L'ho provata in infinite varianti e mai mi ha tradita, un grazie speciale ad Ady di Diario di una Passione che mi è entrata nel cuore da quando l'ho conosciuta ed a cui va tra l'altro il mio pensiero affettuoso in un momento per lei un po' difficile ed eccovi la mia ricetta in versione cup-cake mimosa alla pera. 
Perfetti e leggeri dolcini per l'ora del tè da gustare sorseggiando una tazza di tè alla vaniglia o al gelsomino, leggendo un buon libro. Io ve ne posso consigliare due che di recente hanno catturato la mia attenzione.
Il colore del tè è il titolo del romanzo di Hannah Tunnicliffe pubblicato da SonzognoUn'atmosfera particolare quella raccontata nel libro in cui una storia di rinascita prende vita da una cucina, quella del Lillian's, la sala da tè in puro stile Parigino che Grace apre nel cuore di Macao per dimenticare il dolore di un figlio desiderato e mai arrivato. Confidenze, ricette, rimpianti e passioni, storie di donne con origini e tradizioni differenti aiutano Grace a guardare alla vita con occhi diversi. Un'intenso profumo di macarons e di altre golosità mi hanno accompagnato nella lettura delle indimenticabili pagine di questo racconto di speranza fino alla realizzazione dei sogni di Grace.
I biscotti di Baudelaire non è un romanzo ma un racconto di vita fatto di ricordi, aneddoti, ricette e sapori della Parigi a cavallo tra le due guerre. E' stato scritto da Alice Babette Toklas e pubblicato negli Stati Uniti nel lontano 1954 con il titolo The Alice B. Toklas Cook Book, ripubblicato oggi da Bollati Boringhieri.
Americana trasferitasi a Parigi ai primi del novecento la Toklas insieme a Gertrude Stein, sua inseparabile compagna, tenne un celebre salotto frequentato dagli artisti dell’avanguardia storica francese e dai letterati statunitensi espatriati: Picasso, Picabia, Matisse, Braque, Fitzgerald, Sherwood Anderson, Hemingway, Thornton Wilder, Paul Bowles e tanti altri. Queste frequentazioni fanno delle memorie, non solo culinarie, raccolte da Alice nel libro un pezzo di storia. Un libro che si legge tuttavia amabilmente con la leggerezza di un romanzo per consultare le ricette e catturare i sapori amati da artisti e scrittori, ma soprattutto per rivivere l'atmosfera bohemienne della Parigi di quel tempo e di un ambiente davvero speciale in cui accentricità e grande arte la fanno da padroni.
Foto dal web che ritrae Alice B. Toklas e Gertrude Stein
A questo punto i miei pasticcini anno perso valore vero? Ma vi assicuro vale la pena provarli tanto più se utilizzate per arricchirli come nel mio caso dadini di Pera picciola sciroppata e Ratafià di pera Picciola di Lombardi &Visconti che hanno conferito al dolce un gusto e un profumo impareggiabili. 
Cup-cake mimosa alla pera
Ingredienti per 18 tortine:
250 g di farina
250 g di zucchero
130 ml di acqua
130 ml di olio di semi
30 ml di liquore alla pera
3 uova
1 bustina di lievito per dolci vanigliato Ar.Pa. Lieviti
per la crema:
2  tuorli
100 g di zucchero
35 g di farina 00
1 bustina di preparato Novacrema Ar.Pa. Lieviti
500 ml di latte fresco
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
per completare:
liquore alla pera
pere sciroppate
zucchero a velo Ar.Pa. Lieviti
Lavorare  con una frusta elettrica le uova con lo zucchero unire i liquidi (olio, acqua, liquore) e poi la farina setacciata con il lievito. Versare il composto negli stampini da muffin e infornare a 180° per 25-30 minuti (fare la prova stecchino prima di estrarli dal forno). Preparare la crema, mescolare tuorli, bustina di novacrema zucchero e farina, allungando il coposto con pochissimo latte. Scaladare il latte restante con la vaniglia ed aggiungerlo mescolando al composto di uova, portare sul fuoco dolc, sempre mescolando fino a far addensare la crema. Raffreddare ponendo la pentola in unaciocola d'acqua fredda continuando a mescolare. Togliere ai dolcini la parte centrale, scavandoli un po' per far posto al ripieno, spruzzare le basi con qualche goccia di liquore alla pera e riempirli di crema, aggiungere qualche dadino di pera e completare con le briciole ricavate tritatndo la parte di dolce eliminata. una spolverata di zucchero a velo ed il gioco è fatto.

2014-03-22

Una zuppetta comfort-chic per momenti difficili

Piatto La Porcellana Bianca, canovaccio Busatti
Mi capita di attraversare delle giornate difficili, di quelle in cui tutto appare complicato e mancano le forze per affrontare le avversità che inevitabilmente si presentano. Sembra (mi rifiuto di credere che sia la verità) che tutto vada contro e che non si possa trovare una soluzione anche per le quotidiane piccole difficoltà. Ultimamente questo stato d'animo lo sto purtroppo vivendo con una certa frequenza, immagino si tratti di stress, interrogo in materia chiunque, dizionari ed enciclopedie comprese, cerco di autoanalizzarmi per capirne di più ma poi arrivo alla conclusione che non è cosa grave visto che riesco a trovare anche qualche momento per sorridere ed occuparmi di cose piacevoli. Questa settimana mi sono imbattuta su Solovirale e quattro risate me le sono fatte davvero con una simpatica raccolta di immsgini che mi sembrava messa lì apposta per me "Non importa quanto male stia andando la tua giornata, sicuramente non sta andando male come a queste persone". Si perchè ci sono alcune notizie simpatiche che spopolano sul web, e sembra proprio che più fanno ridere più si diffondono e diventano famose! Su Youtube poi se ne trovano di ogni genere e dieci minuti di vero spasso li ho passati anche lì con un video di cadute spettacolari che mi ha fatto veramente ridere.
Comunque quando una giornata si presenta con particolari ed evidenti difficoltà il mio porto sicuro resta per fortuna la cucina. Indosso il grembiule (in senso metaforico perché in realtà difficilmente lo uso e me ne pento al momento del bucato) e mi perdo felicemente in una preparazione, meglio se nuova perché l'inventiva e la creatività che occorrono per realizzare un nuovo piatto hanno la capacità di assorbire e neutralizzare ogni avversità. Cibo di conforto per eccellenza sono per me i dolci, gli zuccheri si sa fanno bene all'umore, ma non all'amore e al fisico per cui meglio dirigersi verso piatti che non siano un di più ma solo un modo per risolvere la cena con gusto. Che senso avrebbe una Sacher per dessert dopo essersi accontentati di un insulso toast per cena? Ecco una zuppa confortante, goduriosa, intrigante ed estremamente chic soprattutto se servita in piatti come i miei. Una zuppa comfort-chic per omenti difficili. E' una vellutata di fagioli bianchi la cui realizzazione mi è stata facilitata da un preparato in farina Schioppi che si scioglie nel brodo ed è pronto in pochissimi minuti, l'ho arrichhita con delle code di mazzancolle e dei crostini di pane insaporiti con un delizioso e piccantissimo Curry in polvere Cannamela.
Zuppetta comfort-chic
Ingredienti per 4 persone:
200 g di preparato per vellutata di fagioli bianchi (in mancanza andranno benissimo due tazze di fagioli bianchi già lessati)
500 g di mazzancolle
4 fette di pane casereccio
olio extravergine d'oliva
1 noce di burro
curry extrapiccante
2 rametti di prezzemolo 
1 spicchio d'aglio
sale 
Pulire  le mazzancolle, togliere le teste e il carapace, lasciando solo il codino attaccato, togliere anche l'intestino praticando sul dorso una piccola incisione. Con le teste preparare il brodo aggiungendo un litro circa c.a di acqua, un pizzico di sale, il prezzemolo e lo spicchio d'aglio. Lasciar cuocere il brodo per mezz'ora almeno a fuoco dolce. Preparare la vellutata aggiungendo al brodo filtrato la farina di fagioli bianchi precotta, regolare di sale ed allungare eventualmente con acqua fino ad ottenere la giusta consistenza. Nel caso in cui si utilizzino dei fagioli lessati, passarli al mixer ed allungarli con il brodo di pesce. Tagliare il pane a dadini e rosolarli in padella con il burro, un filo d'olio e un pizzico di curry. Togliere i crostini e aggiungendo ancora un po' d'olio nella padella rosolare le code di mazzancolle a fuoco vivace con un altro pizzico di curry, salare. Suddividere nei piatti la vellutata guarnire con le code di mazzancolle e i crostini di pane, completare con un filo d'olio a crudo.

Una zuppetta comfort-chic per momenti difficili

Piatto La Porcellana Bianca, canovaccio Busatti
Mi capita di attraversare delle giornate difficili, di quelle in cui tutto appare complicato e mancano le forze per affrontare le avversità che inevitabilmente si presentano. Sembra (mi rifiuto di credere che sia la verità) che tutto vada contro e che non si possa trovare una soluzione anche per le quotidiane piccole difficoltà. Ultimamente questo stato d'animo lo sto purtroppo vivendo con una certa frequenza, immagino si tratti di stress, interrogo in materia chiunque, dizionari ed enciclopedie comprese, cerco di autoanalizzarmi per capirne di più ma poi arrivo alla conclusione che non è cosa grave visto che riesco a trovare anche qualche momento per sorridere ed occuparmi di cose piacevoli. Questa settimana mi sono imbattuta su Solovirale e quattro risate me le sono fatte davvero con una simpatica raccolta di immsgini che mi sembrava messa lì apposta per me "Non importa quanto male stia andando la tua giornata, sicuramente non sta andando male come a queste persone". Si perchè ci sono alcune notizie simpatiche che spopolano sul web, e sembra proprio che più fanno ridere più si diffondono e diventano famose! Su Youtube poi se ne trovano di ogni genere e dieci minuti di vero spasso li ho passati anche lì con un video di cadute spettacolari che mi ha fatto veramente ridere.
Comunque quando una giornata si presenta con particolari ed evidenti difficoltà il mio porto sicuro resta per fortuna la cucina. Indosso il grembiule (in senso metaforico perché in realtà difficilmente lo uso e me ne pento al momento del bucato) e mi perdo felicemente in una preparazione, meglio se nuova perché l'inventiva e la creatività che occorrono per realizzare un nuovo piatto hanno la capacità di assorbire e neutralizzare ogni avversità. Cibo di conforto per eccellenza sono per me i dolci, gli zuccheri si sa fanno bene all'umore, ma non all'amore e al fisico per cui meglio dirigersi verso piatti che non siano un di più ma solo un modo per risolvere la cena con gusto. Che senso avrebbe una Sacher per dessert dopo essersi accontentati di un insulso toast per cena? Ecco una zuppa confortante, goduriosa, intrigante ed estremamente chic soprattutto se servita in piatti come i miei. Una zuppa comfort-chic per omenti difficili. E' una vellutata di fagioli bianchi la cui realizzazione mi è stata facilitata da un preparato in farina Schioppi che si scioglie nel brodo ed è pronto in pochissimi minuti, l'ho arrichhita con delle code di mazzancolle e dei crostini di pane insaporiti con un delizioso e piccantissimo Curry in polvere Cannamela.
Zuppetta comfort-chic
Ingredienti per 4 persone:
200 g di preparato per vellutata di fagioli bianchi (in mancanza andranno benissimo due tazze di fagioli bianchi già lessati)
500 g di mazzancolle
4 fette di pane casereccio
olio extravergine d'oliva
1 noce di burro
curry extrapiccante
2 rametti di prezzemolo 
1 spicchio d'aglio
sale 
Pulire  le mazzancolle, togliere le teste e il carapace, lasciando solo il codino attaccato, togliere anche l'intestino praticando sul dorso una piccola incisione. Con le teste preparare il brodo aggiungendo un litro circa c.a di acqua, un pizzico di sale, il prezzemolo e lo spicchio d'aglio. Lasciar cuocere il brodo per mezz'ora almeno a fuoco dolce. Preparare la vellutata aggiungendo al brodo filtrato la farina di fagioli bianchi precotta, regolare di sale ed allungare eventualmente con acqua fino ad ottenere la giusta consistenza. Nel caso in cui si utilizzino dei fagioli lessati, passarli al mixer ed allungarli con il brodo di pesce. Tagliare il pane a dadini e rosolarli in padella con il burro, un filo d'olio e un pizzico di curry. Togliere i crostini e aggiungendo ancora un po' d'olio nella padella rosolare le code di mazzancolle a fuoco vivace con un altro pizzico di curry, salare. Suddividere nei piatti la vellutata guarnire con le code di mazzancolle e i crostini di pane, completare con un filo d'olio a crudo.

2014-03-18

Una ricetta e un libro a prova di papà

Piatto Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
La festa del papà è alle porte e la ricetta di oggi così come il libro di cui voglio parlarvi sono davvero a prova di papà. Difficilmente gli uomini in cucina se la cavano, forse pensano che sia particolarmente difficile aver a che fare con fuochi e fornelli ed allora se ne tengono alla larga più spesso però siamo noi donne, compagne, mogli, madri o figlie a farglielo credere perché in fondo a noi dispiace cedere un po' della nostra intima cucina che sentiamo come il nostro regno. Salvo poi a lamentarci del mancato aiuto, delle giornate di festa trascorse in cucina a preparare etc. ma questo è tipico dell'universo femminile...
Nico Conti ha scritto sull'argomento un simpatico Manuale di sopravvivenza culinaria Quando in cucina c'è solo lui pubblicato Iacobelli Editore, un libro in cui l'autore svela il complotto che da sempre tiene gli uomini lontani dalle cucine. E' un ricettario racconto in cui Conti narra come si è avvicinato per puro caso e in totale ignoranza alla cucina, una metafora della vita quotidiana, con i suoi successi e i suoi fallimenti per imparare a vivere con un po' d'ironia. Ricette semplici che si possono eseguire anche cambiando l'ordine degli ingredienti e anche gli ingredienti stessi perché come si legge giustamente nel libro "Una ricetta, così come il più tipico dei piatti, che rimanga sempre tale e quale sin dalla sua nascita, semplicemente non esiste". Un'esperienza che può essere utile a molti uomini, e penso anche e soprattutto ai papà, ai quali in questo momento va un mio dolce pensiero, che per colpa o per destino si sono ritrovati a "dover fare da soli" anche in cucina.
Il regalo perfetto per molti papà.
La ricetta che vi do oggi è a prova di papà come dicevo in apertura, facilissima da realizzare, permette tante trasformazioni. Io ho utilizzato porri per la crema e mortadella Felsineo a cubetti per conferire gusto e croccantezza ma si poteva mettere della pancetta, del prosciutto e anche  insieme ai porri dei carciofi, delle cipolle, degli spinaci, insomma una ricetta trasformista ma in questo accostamento ve la consiglio davvero.
Ditaloni con crema di porri e mortadella croccante
Ingredienti per 4 persone:
400 g di ditaloni o mezze maniche
120 g di mortadella in unica fetta
per la crema di porri:
1 porro
1 noce di burro
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di farina
brodo vegetale
sale e pepe
Pulire il porro e affettarlo, rosolarli in un tegame con il burro sciolto insieme a un filo d'olio, aggiungere la farina e mescolare, unire poi un po' di brodo e portare a cottura, salare, pepare e frullare infine a crema. agliare la mrtadella a dadini e rosolarla in una padella appena unta. Lessare al dente i ditaloni poi saltarli in padella con la crema di porri, aggiungendo eventualmente un po'di acqua di cottura della pasta e aggiungere la mortadella croccante.

Con questa ricetta un buon vino non deve mancare e io vi consiglio un Fiano di Avellino DOCG 22 Villa Raiano, vendemmia 2011 ben equilibrato e dalla giusta sapidità per sostenere il gusto pieno del piatto.

Una ricetta e un libro a prova di papà

Piatto Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
La festa del papà è alle porte e la ricetta di oggi così come il libro di cui voglio parlarvi sono davvero a prova di papà. Difficilmente gli uomini in cucina se la cavano, forse pensano che sia particolarmente difficile aver a che fare con fuochi e fornelli ed allora se ne tengono alla larga più spesso però siamo noi donne, compagne, mogli, madri o figlie a farglielo credere perché in fondo a noi dispiace cedere un po' della nostra intima cucina che sentiamo come il nostro regno. Salvo poi a lamentarci del mancato aiuto, delle giornate di festa trascorse in cucina a preparare etc. ma questo è tipico dell'universo femminile...
Nico Conti ha scritto sull'argomento un simpatico Manuale di sopravvivenza culinaria Quando in cucina c'è solo lui pubblicato Iacobelli Editore, un libro in cui l'autore svela il complotto che da sempre tiene gli uomini lontani dalle cucine. E' un ricettario racconto in cui Conti narra come si è avvicinato per puro caso e in totale ignoranza alla cucina, una metafora della vita quotidiana, con i suoi successi e i suoi fallimenti per imparare a vivere con un po' d'ironia. Ricette semplici che si possono eseguire anche cambiando l'ordine degli ingredienti e anche gli ingredienti stessi perché come si legge giustamente nel libro "Una ricetta, così come il più tipico dei piatti, che rimanga sempre tale e quale sin dalla sua nascita, semplicemente non esiste". Un'esperienza che può essere utile a molti uomini, e penso anche e soprattutto ai papà, ai quali in questo momento va un mio dolce pensiero, che per colpa o per destino si sono ritrovati a "dover fare da soli" anche in cucina.
Il regalo perfetto per molti papà.
La ricetta che vi do oggi è a prova di papà come dicevo in apertura, facilissima da realizzare, permette tante trasformazioni. Io ho utilizzato porri per la crema e mortadella Felsineo a cubetti per conferire gusto e croccantezza ma si poteva mettere della pancetta, del prosciutto e anche  insieme ai porri dei carciofi, delle cipolle, degli spinaci, insomma una ricetta trasformista ma in questo accostamento ve la consiglio davvero.
Ditaloni con crema di porri e mortadella croccante
Ingredienti per 4 persone:
400 g di ditaloni o mezze maniche
120 g di mortadella in unica fetta
per la crema di porri:
1 porro
1 noce di burro
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di farina
brodo vegetale
sale e pepe
Pulire il porro e affettarlo, rosolarli in un tegame con il burro sciolto insieme a un filo d'olio, aggiungere la farina e mescolare, unire poi un po' di brodo e portare a cottura, salare, pepare e frullare infine a crema. agliare la mrtadella a dadini e rosolarla in una padella appena unta. Lessare al dente i ditaloni poi saltarli in padella con la crema di porri, aggiungendo eventualmente un po'di acqua di cottura della pasta e aggiungere la mortadella croccante.

Con questa ricetta un buon vino non deve mancare e io vi consiglio un Fiano di Avellino DOCG 22 Villa Raiano, vendemmia 2011 ben equilibrato e dalla giusta sapidità per sostenere il gusto pieno del piatto.

2014-03-14

Danio Snack

Lo yogurt colato ha sempre più seguaci. In mancanza di un prodotto che potesse soddisfare le mie aspettative, io mi ero organizzata colando lo yogurt con un colino a maglia stretta, in modo da farlo risultare più denso. In realtà la cosa è davvero noiosa, per cui ho accolto con gioia e sollievo l'arrivo di  Danio snack di Danone, denso al punto giusto, ma anche cremoso e vellutato, leggero, con alto contenuto di proteine e basso contenuto di grassi. DANIO viene prodotto mediante colatura del siero e per farlo così buono  viene utilizzato un quantitativo doppio di latte rispetto agli yogurt tradizionali.

Avete presente la pubblicità con quel simpaticone di Famelik, il noioso e rumoroso senso di fame che in ogni modo cerca di molestare la signorina durante le ore di lavoro? Si tutti abbiamo riso, ma Famelik non ha più scampo con Danio Snack. Certo il personaggio simpatico, ma cattivo, ha suscitato interesse e le sue avventure si sono moltiplicate; provate a dare un'occhiata alla pagina Facebook a lui dedicata.
(inserire video)
Più che per uno snack mi piace gustare  Danone DANIO a colazione, perché mi piace giocare d'anticipo, acquisire energia fin dal mattino e non sentire fame durante le ore di lavoro. Il Danio Snack nei gusti alla frutta, fragola, pesca o mirtillo è ottimo, ma bianco lo adoro, specie con l'aggiunta di queste palline di pasta sablé al cacao e burro di mandorle preparate in casa. L'idea l'ho presa da Laura, ma l'ho adattata alle mie esigenze, utilizzando i prodotti che avevo disponibili.
Palline sablè con cacao e burro di mandorle

Ingredienti:

300 g di farina 00 con 4 cucchiai di cacao in polvere
75 g di fecola di patate
115 g di zucchero a velo 
un pizzico di sale
125 g di burro

100 g di burro di mandorle (o mandorle frullate finemente fino a farle diventare pasta)

1 albume
Setacciare insieme la farina, la fecola, il cacao, lo zucchero e il sale. Miscelare bene ed amalgamare il burro a temperatura ambiente e il burro di mandorle ottenendo delle briciole fini, poi aggiungere l'albume e lavorare velocemente l'impasto.  Forare delle polpettine ed adagiarle in teglia foderata di carta forno. Cuocere a 160° per 10-15 minuti, muovendo ogni tanto la teglia. Gustare con latte o yogurt a piacere.