2015-11-30

Filetto del desiderio ai sapori del bosco

Ebbene fino a una decina di anni fa le castagne erano per me semplicemente frutta secca da consumare bollite o come caldarroste in un brevissimo periodo dell'anno, ricomparivano infornate sulla tavola natalizia e poi basta più. Se avessi detto a mia nonna che potevano essere un ottimo condimento per la pasta o la carne si sarebbe messa sicuramente a ridere, si perché qui non è tradizione e ,siccome a me le tradizioni a tavola  mi piace sovvertirle, da quando cucino io ho iniziato ad assaggiare le castagne in diversi modi, attingendo magari anche alle tradizioni di quei luoghi in cui le castagne hanno nutrito e sostentato intere generazioni di popoli fornendo quell'apporto calorico necessario alla vita quando altro, ahimè, non c'era.
In questa mia ricerca e ricostruzione storica mi sono imbattuta in una preziosa pubblicazione di Stampa Alternativa Il riccio d'oro di Mariella Groppi e Antonella Sabatini e come scrive Andrea Camilleri nella lettera d'apertura del libro "non è solo un ricettario di cucina, perché la seconda parte dedicata alla storia della castagna nei secoli, arricchita da aneddoti, memorie e tradizioni, si legge con autentico godimento e stupore". Non posso che convenire con tali affermazioni avendo già definito il libro come prezioso. Le ricette, ben 250, spaziano dagli antipasti al  dolce senza dimenticare pani, sciroppi e conserve e poi ricette antiche. Davvero un libro imperdibile.
Difficile trovare dei frutti più versatili e nutrienti. Tutta la creatività 100% vegetale per spaziare dal dolce al salato nel  libro  fotografico Castagne di Linda Louis  edito da Sonda . Facili da trasformare in fiocchi, in farina e latte, ma anche in confettura, per preparare pani, focacce e biscotti, oltre che pasta, minestre e vellutate, contorni e dolci. Senza dimenticare i prelibati marron glacé che finalmente vi preparerete in casa seguendo le istruzioni contenute nel libro. Potrete inoltre conservarle, così da averle sempre a disposizione, essiccate o sciroppate. 
Io nonostante tutte le ricette a base di castagne a disposizione ne ho creato una mia, ho voluto realizzare un pesto di castagne profumatissimo con  aglio e molto rosmarino (ingredienti perfetti per controllare la pressione arteriosa) perfetto anche semplicemente per condire la pasta per una scelta vegetariana ma che ho invece utilizzato per arricchire un controfiletto bovino sormontato da una fettina di scamorza, che ho servito con una insalata di rucola e qualche funghetto sott'olio home made.
Carne rossa, rucola, rosmarino, prodotti del bosco...mi sa che ne è venuto fuori un piatto afrodisiaco. E si cari, se pensate che afrodisiaco sia legato per forza a tutto ciò che è esotico, date un'occhiata a Le ricette d'amore della nonna di Andrea Gamannossi per Sarnus. 45 piatti afrodisiaci per scoprire una Toscana "calda" e inaspettata in grado di fornire molti prodotti stimolanti per l'eros. Piatti di tradizione modificati a dovere e ribattezzati con fantasia per aggiungere malizia e quel tocco di mistero idonei a stimolare i sensi. E se la mia ricetta volessimo denominarla Filetto del desiderio ai sapori del bosco scopriremmo, ne sono certa, che ha un gusto diverso. Bello a volte giocare coi piatti inventando anche nomi fantasiosi e magari maliziosi  per affrontare un eccitante percorso di sapori, odori e colori, come suggerisce il libro che abbia un prosieguo al di fuori della tavola aggiungo io.
Tanta toscanità anche nell'ultimo libro di Fabio Picchi, chef-filosofo, noto ai più per le sue apparizioni televisive, fiorentino doc che in Firenze. Passeggiate tra cibo e laica civiltà edito da Giunti racconta la sua Firenze. Una guida sentimentale ed emotiva al cibo e all'arte della città, intessuta di ricordi, passione, storie, gusto. Passeggiate appassionate e appassionanti nel capoluogo toscano con una guida d'eccezione per scoprire l'anima di locali, personaggi, negozietti, monumenti, piazze, musei, viuzze, civaini, trippai, caffè. Fuori dai circuiti turistici. 10 punti che rendono Firenze irresistibile per un fiorentino e 10 punti che la rendono irresistibile a chi fiorentino non è, compongono la narrazione cui sapientemente Picchi intreccia ricette. Un libro che è anche un racconto per immagini grazie alle splendide foto del canadese James O’Mara che segue l’autore nel suo girovagare ed è capace di vedere Firenze con i suoi occhi. Numerosi interventi di Stella Rudolph, storica dell’arte di origine inglese da anni trapiantata a Firenze approfondiscono le tante opere d’arte che l’autore passa in rassegna nei suoi percorsi. Un libro semplicemente bello di quelli che di tanto in tanto torna la voglia di sfogliare e magari rileggere. "Nascere e vivere in una città dai mille padri è la fortuna della mia vita, come può essere di chiunque arrivi, per un giorno o mille, in questo meraviglioso, poetico, romantico luogo”
Con questa ricetta ho scelto di servire un Barbera d'Asti 2013 Collina del Prete Fratelli Pavia.

Filetto del desiderio ai sapori del bosco
Ingredienti per 4 persone
Per il pesto:
100 g di castagne bollite e sgusciate
1/2 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di mollica di pane bagnata e strizzata
1 cucchiaio di aghi di rosmarino fresco
2 cucchiai di grana grattugiato
olio extravergine d'oliva
sale
per il piatto:
4 fette di filetto o controfiletto
4 fette di scamorza*
1 vaschetta di rucola fresca
4 cucchiaiate di pesto di castagne
funghetti sott'olio
olio extravergine d'oliva
sale
aglio
Condire la carne con aglio e olio. Preparare il pesto: frullare le castagne con la mollica, gli aghi di rosmarino tritati, il grana, olio (mezzo bicchiere circa), l'aglio tritato e un pizzico di sale, aggiungere acqua calda se dovesse risultare troppo asciutto ma la consistenza dev'essere pastosa e non fluida. Scaldare una piastra e rosolare la carne da ambo i lati, mettere le fette su una teglia (salare a piacere), aggiungere sopra ognuna una fetta di scamorza e una cucchiaiata di pesto di castagne, infornare sotto al grill per pochissimo tempo finché la scamorza inizierà a fondere. Servire su un letto di rucola decorando con qualche funghetto e un giro d'olio a crudo.
* Per la ricetta ho utilizzato scamorza bianca del Caseificio Giordano

Filetto del desiderio ai sapori del bosco

Ebbene fino a una decina di anni fa le castagne erano per me semplicemente frutta secca da consumare bollite o come caldarroste in un brevissimo periodo dell'anno, ricomparivano infornate sulla tavola natalizia e poi basta più. Se avessi detto a mia nonna che potevano essere un ottimo condimento per la pasta o la carne si sarebbe messa sicuramente a ridere, si perché qui non è tradizione e ,siccome a me le tradizioni a tavola  mi piace sovvertirle, da quando cucino io ho iniziato ad assaggiare le castagne in diversi modi, attingendo magari anche alle tradizioni di quei luoghi in cui le castagne hanno nutrito e sostentato intere generazioni di popoli fornendo quell'apporto calorico necessario alla vita quando altro, ahimè, non c'era.
In questa mia ricerca e ricostruzione storica mi sono imbattuta in una preziosa pubblicazione di Stampa Alternativa Il riccio d'oro di Mariella Groppi e Antonella Sabatini e come scrive Andrea Camilleri nella lettera d'apertura del libro "non è solo un ricettario di cucina, perché la seconda parte dedicata alla storia della castagna nei secoli, arricchita da aneddoti, memorie e tradizioni, si legge con autentico godimento e stupore". Non posso che convenire con tali affermazioni avendo già definito il libro come prezioso. Le ricette, ben 250, spaziano dagli antipasti al  dolce senza dimenticare pani, sciroppi e conserve e poi ricette antiche. Davvero un libro imperdibile.
Difficile trovare dei frutti più versatili e nutrienti. Tutta la creatività 100% vegetale per spaziare dal dolce al salato nel  libro  fotografico Castagne di Linda Louis  edito da Sonda . Facili da trasformare in fiocchi, in farina e latte, ma anche in confettura, per preparare pani, focacce e biscotti, oltre che pasta, minestre e vellutate, contorni e dolci. Senza dimenticare i prelibati marron glacé che finalmente vi preparerete in casa seguendo le istruzioni contenute nel libro. Potrete inoltre conservarle, così da averle sempre a disposizione, essiccate o sciroppate. 
Io nonostante tutte le ricette a base di castagne a disposizione ne ho creato una mia, ho voluto realizzare un pesto di castagne profumatissimo con  aglio e molto rosmarino (ingredienti perfetti per controllare la pressione arteriosa) perfetto anche semplicemente per condire la pasta per una scelta vegetariana ma che ho invece utilizzato per arricchire un controfiletto bovino sormontato da una fettina di scamorza, che ho servito con una insalata di rucola e qualche funghetto sott'olio home made.
Carne rossa, rucola, rosmarino, prodotti del bosco...mi sa che ne è venuto fuori un piatto afrodisiaco. E si cari, se pensate che afrodisiaco sia legato per forza a tutto ciò che è esotico, date un'occhiata a Le ricette d'amore della nonna di Andrea Gamannossi per Sarnus. 45 piatti afrodisiaci per scoprire una Toscana "calda" e inaspettata in grado di fornire molti prodotti stimolanti per l'eros. Piatti di tradizione modificati a dovere e ribattezzati con fantasia per aggiungere malizia e quel tocco di mistero idonei a stimolare i sensi. E se la mia ricetta volessimo denominarla Filetto del desiderio ai sapori del bosco scopriremmo, ne sono certa, che ha un gusto diverso. Bello a volte giocare coi piatti inventando anche nomi fantasiosi e magari maliziosi  per affrontare un eccitante percorso di sapori, odori e colori, come suggerisce il libro che abbia un prosieguo al di fuori della tavola aggiungo io.
Tanta toscanità anche nell'ultimo libro di Fabio Picchi, chef-filosofo, noto ai più per le sue apparizioni televisive, fiorentino doc che in Firenze. Passeggiate tra cibo e laica civiltà edito da Giunti racconta la sua Firenze. Una guida sentimentale ed emotiva al cibo e all'arte della città, intessuta di ricordi, passione, storie, gusto. Passeggiate appassionate e appassionanti nel capoluogo toscano con una guida d'eccezione per scoprire l'anima di locali, personaggi, negozietti, monumenti, piazze, musei, viuzze, civaini, trippai, caffè. Fuori dai circuiti turistici. 10 punti che rendono Firenze irresistibile per un fiorentino e 10 punti che la rendono irresistibile a chi fiorentino non è, compongono la narrazione cui sapientemente Picchi intreccia ricette. Un libro che è anche un racconto per immagini grazie alle splendide foto del canadese James O’Mara che segue l’autore nel suo girovagare ed è capace di vedere Firenze con i suoi occhi. Numerosi interventi di Stella Rudolph, storica dell’arte di origine inglese da anni trapiantata a Firenze approfondiscono le tante opere d’arte che l’autore passa in rassegna nei suoi percorsi. Un libro semplicemente bello di quelli che di tanto in tanto torna la voglia di sfogliare e magari rileggere. "Nascere e vivere in una città dai mille padri è la fortuna della mia vita, come può essere di chiunque arrivi, per un giorno o mille, in questo meraviglioso, poetico, romantico luogo”
Con questa ricetta ho scelto di servire un Barbera d'Asti 2013 Collina del Prete Fratelli Pavia.

Filetto del desiderio ai sapori del bosco
Ingredienti per 4 persone
Per il pesto:
100 g di castagne bollite e sgusciate
1/2 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di mollica di pane bagnata e strizzata
1 cucchiaio di aghi di rosmarino fresco
2 cucchiai di grana grattugiato
olio extravergine d'oliva
sale
per il piatto:
4 fette di filetto o controfiletto
4 fette di scamorza*
1 vaschetta di rucola fresca
4 cucchiaiate di pesto di castagne
funghetti sott'olio
olio extravergine d'oliva
sale
aglio
Condire la carne con aglio e olio. Preparare il pesto: frullare le castagne con la mollica, gli aghi di rosmarino tritati, il grana, olio (mezzo bicchiere circa), l'aglio tritato e un pizzico di sale, aggiungere acqua calda se dovesse risultare troppo asciutto ma la consistenza dev'essere pastosa e non fluida. Scaldare una piastra e rosolare la carne da ambo i lati, mettere le fette su una teglia (salare a piacere), aggiungere sopra ognuna una fetta di scamorza e una cucchiaiata di pesto di castagne, infornare sotto al grill per pochissimo tempo finché la scamorza inizierà a fondere. Servire su un letto di rucola decorando con qualche funghetto e un giro d'olio a crudo.
* Per la ricetta ho utilizzato scamorza bianca del Caseificio Giordano

2015-11-29

Iniziano i regali: Food Issue in edicola

Arriva dicembre e ci prepariamo al Natale e ai regali, il primo lo riceveremo in edicola martedì primo dicembre con il Corriere della Sera. Si chiama Food Issue il nuovo progetto curato dalla redazione Cucina, attivo su tutte le piattaforme del sistema e dedicato alla grande tradizione del cibo, fatta di rito e sapienza, amore per gli ospiti, menù armoniosi e atmosfera. Contenuti ulteriori (ricettario completo, foto di backstage, storie dei fotografi) saranno via via pubblicati sul canale Cucina.corriere.it e sulla Digital edition del Corriere della Sera.
Tema di questo primo Food issue è il pranzo all’italiana.
Sei le tavole (più una sul cibo 3.0) scelte per rappresentare sei filosofie del “mangiare all’italiana” legate alla territorialità e immortalate da grandi fotografi (Beppe Brancato, Stefania Giorgi, Francesca Moscheni e Oddur Thorisson).
Ognuno di questi sei capitoli comprende: la tavola, una grande immagine della tavola imbandita con i piatti scelti a comporre il menù; il racconto, una storia d’autore densa di suggestioni e ricordi; il ricettario, con le indicazioni, illustrate da Felicita Sala, per preparare due dei piatti presentati nel menù; il commento dello chef, con l’interpretazione e i trucchi di cuochi come Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Alfonso ed Ernesto Iaccarino, Paolo Lopriore, Davide Oldani e Niko Romito. Chiude lo speciale la dispensa, un focus su alcuni degli ingredienti e dei prodotti utilizzati.
Tavola delle feste di Francesco Piccolo.
Tavola di campagna di Rosita Missoni.
Tavola di città dello scienziato appassionato gastronomo, Edoardo Boncinelli.
Tavola melting pot del regista Ferzan Özpetek.
Tavola del Sud del musicista Salvatore Accardo.
Tavola di montagna di Deborah Compagnoni.
In questo week-end del 28 e del 29 novembre, spazio alle foto dei lettori con le tavole imbandite: tutti sono invitati a partecipare, utilizzando l’hashtag #scattalatuatavola e raccontando a @Corriere.it e @CucinaCorriere il proprio pranzo all’italiana.
Io che sto già pensando alla prossima tavola natalizia vi lascio con una semplice immagine che rappresenta per me il pranzo di natale in famiglia quei pranzi in cui i commensali erano numerosi (zii, nonni, cugini, fidanzati e ospiti vari), in cui le sedie e i bicchieri di un unico servizio magari non bastavano per tutti ma si aggiungeva comunque qualcosa di diverso cercando di dare comunque alla tavola quell'aspetto ordinato che diventava immediatamente festoso con l'arrico dei commensali e delle tradizionali pietanze di festa . La foto che ho scelto risale a una vigilia di qualche anno fa ed è stata scattata a casa dei miei.

Iniziano i regali: Food Issue in edicola

Arriva dicembre e ci prepariamo al Natale e ai regali, il primo lo riceveremo in edicola martedì primo dicembre con il Corriere della Sera. Si chiama Food Issue il nuovo progetto curato dalla redazione Cucina, attivo su tutte le piattaforme del sistema e dedicato alla grande tradizione del cibo, fatta di rito e sapienza, amore per gli ospiti, menù armoniosi e atmosfera. Contenuti ulteriori (ricettario completo, foto di backstage, storie dei fotografi) saranno via via pubblicati sul canale Cucina.corriere.it e sulla Digital edition del Corriere della Sera.
Tema di questo primo Food issue è il pranzo all’italiana.
Sei le tavole (più una sul cibo 3.0) scelte per rappresentare sei filosofie del “mangiare all’italiana” legate alla territorialità e immortalate da grandi fotografi (Beppe Brancato, Stefania Giorgi, Francesca Moscheni e Oddur Thorisson).
Ognuno di questi sei capitoli comprende: la tavola, una grande immagine della tavola imbandita con i piatti scelti a comporre il menù; il racconto, una storia d’autore densa di suggestioni e ricordi; il ricettario, con le indicazioni, illustrate da Felicita Sala, per preparare due dei piatti presentati nel menù; il commento dello chef, con l’interpretazione e i trucchi di cuochi come Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Alfonso ed Ernesto Iaccarino, Paolo Lopriore, Davide Oldani e Niko Romito. Chiude lo speciale la dispensa, un focus su alcuni degli ingredienti e dei prodotti utilizzati.
Tavola delle feste di Francesco Piccolo.
Tavola di campagna di Rosita Missoni.
Tavola di città dello scienziato appassionato gastronomo, Edoardo Boncinelli.
Tavola melting pot del regista Ferzan Özpetek.
Tavola del Sud del musicista Salvatore Accardo.
Tavola di montagna di Deborah Compagnoni.
In questo week-end del 28 e del 29 novembre, spazio alle foto dei lettori con le tavole imbandite: tutti sono invitati a partecipare, utilizzando l’hashtag #scattalatuatavola e raccontando a @Corriere.it e @CucinaCorriere il proprio pranzo all’italiana.
Io che sto già pensando alla prossima tavola natalizia vi lascio con una semplice immagine che rappresenta per me il pranzo di natale in famiglia quei pranzi in cui i commensali erano numerosi (zii, nonni, cugini, fidanzati e ospiti vari), in cui le sedie e i bicchieri di un unico servizio magari non bastavano per tutti ma si aggiungeva comunque qualcosa di diverso cercando di dare comunque alla tavola quell'aspetto ordinato che diventava immediatamente festoso con l'arrico dei commensali e delle tradizionali pietanze di festa . La foto che ho scelto risale a una vigilia di qualche anno fa ed è stata scattata a casa dei miei.

2015-11-26

C'era una volta...la Torre del Giglio



Per il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca sono stata al Ristorante Pizzeria C'era una volta. Sulla strada che da Mirto sale verso il paese di Crosia s'incontra una torre d'avvistamento costruita nel lontano 1450 allo sbarco dei saraceni, è la Torre del Giglio e se salite su vedrete che all'antica costruzione è stato aggiunto un nuovo corpo che comunque ben armonizza con la costruzione preesistente e all'interno c'è un ristorante dagli ambienti rustici e molto accoglienti.


Se siete già stati al C'era una volta ritornateci perché dallo scorso settembre c'è aria nuova in cucina, il giovane chef Filippo Maiaru sarà certamente in grado di soddisfare i palati più esigenti. La cucina del C'era una volta offre i classici rivisitati con un po' di estro, io vi consiglio di non seguire il menù ma di affidarvi allo chef.

Ha sempre gustose idee da proporre e adesso ve ne do un saggio, sono sicura che avrete voglia di andare, tanto più che la location è molto bella ed è perfetta anche per banchetti fino ad un centinaio di persone (numeri che raddoppiano quando in estate si sfruttano le terrazze esterne).


Ciò che mi è piaciuto di questa cucina è l'assoluta armonia di sapori e colori di ogni piatto. Abbiamo assaggiato una golosa triglia lardellata su crema di zucca con porro fritto, proseguito con un carpaccio di gambero bianco con purea di cipolla rossa. Il cappuccino di totani con olio verde e crostini è buono per davvero e anche il trancio di salmone su letto di spinaci con riduzione al Barolo e pepe rosso è molto originale.

I bucatini ai ricci di mare e zucca gialla sono un'esplosione di gusto, sublimi nella loro complessa succulenza. Per secondo un gustoso bauletto di branzino con ripieno di patate e una semplice insalata di rucola.
Una cucina particolare quella di Filippo, ne abbiamo la conferma nel dolce "Merenda di una volta" pane olio e zucchero reinterpretati con estrema eleganza, su una crema al latte piccoli crostini di pane all'olio con caramello. Davvero da provare...bisogna ritornare anche per la pizza.
Ristorante Pizzeria C'era una volta

Via Torre del Giglio
Mirto Crosia (CS)
tel: 0983.530718 cell: 331.9399262

C'era una volta...la Torre del Giglio



Per il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca sono stata al Ristorante Pizzeria C'era una volta. Sulla strada che da Mirto sale verso il paese di Crosia s'incontra una torre d'avvistamento costruita nel lontano 1450 allo sbarco dei saraceni, è la Torre del Giglio e se salite su vedrete che all'antica costruzione è stato aggiunto un nuovo corpo che comunque ben armonizza con la costruzione preesistente e all'interno c'è un ristorante dagli ambienti rustici e molto accoglienti.


Se siete già stati al C'era una volta ritornateci perché dallo scorso settembre c'è aria nuova in cucina, il giovane chef Filippo Maiaru sarà certamente in grado di soddisfare i palati più esigenti. La cucina del C'era una volta offre i classici rivisitati con un po' di estro, io vi consiglio di non seguire il menù ma di affidarvi allo chef.

Ha sempre gustose idee da proporre e adesso ve ne do un saggio, sono sicura che avrete voglia di andare, tanto più che la location è molto bella ed è perfetta anche per banchetti fino ad un centinaio di persone (numeri che raddoppiano quando in estate si sfruttano le terrazze esterne).


Ciò che mi è piaciuto di questa cucina è l'assoluta armonia di sapori e colori di ogni piatto. Abbiamo assaggiato una golosa triglia lardellata su crema di zucca con porro fritto, proseguito con un carpaccio di gambero bianco con purea di cipolla rossa. Il cappuccino di totani con olio verde e crostini è buono per davvero e anche il trancio di salmone su letto di spinaci con riduzione al Barolo e pepe rosso è molto originale.

I bucatini ai ricci di mare e zucca gialla sono un'esplosione di gusto, sublimi nella loro complessa succulenza. Per secondo un gustoso bauletto di branzino con ripieno di patate e una semplice insalata di rucola.
Una cucina particolare quella di Filippo, ne abbiamo la conferma nel dolce "Merenda di una volta" pane olio e zucchero reinterpretati con estrema eleganza, su una crema al latte piccoli crostini di pane all'olio con caramello. Davvero da provare...bisogna ritornare anche per la pizza.
Ristorante Pizzeria C'era una volta

Via Torre del Giglio
Mirto Crosia (CS)
tel: 0983.530718 cell: 331.9399262

2015-11-23

Waffles alla calabrese con fonduta alla piemontese

Eccomi qui con l'appuntamento di novembre del Progetto Calabria Piemonte in collaborazione con  Shop-Piemonte ed eccomi ancora con una ricetta in cui unisco un prodotto piemontese, in tal caso una Fonduta di cioccolato di Davide Palluda ad una ricetta tipica del mio territorio, rivisitata com'è mia consuetudine e presentata in altra veste. In Calabria apprezziamo i gusti semplici e le frittelle dolci per eccellenza sono le vecchiarelle di cui vi ho già parlato, pasta cresciuta fritta e servita con zucchero semolato. Ho rivisto la ricetta della tradizione, ho reso l'impasto più fluido e l'ho cotto (evitando la frittura) nella cialdiera per waffles ottenendo dei cuori che ho passato nello zucchero semolato e servito con la fonduta. I miei figli hanno apprezzato questa ricca, seppure semplice, merenda.
A voi la mia gustosa ricetta.
Ingredienti:
500 g di farina *
1/2 cubetto di lievito di birra
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di sale
acqua q.b.
zucchero semolato e fonduta di cioccolato a piacere
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, unire la farina, il sale, 3-4 cucchiai di olio, lavorare bene aggiungendo ancora un po' d'acqua per ottenere un impasto omogeneo e fluido (senza esagerare)  lasciar lievitare fino al raddoppio, poi scaldare la piastra per waffles unta d'olio e cuocere le frittelle un mestolo per volta. Passare nello zucchero semolato e completare con la fonduta.
 

Waffles alla calabrese con fonduta alla piemontese

Eccomi qui con l'appuntamento di novembre del Progetto Calabria Piemonte in collaborazione con  Shop-Piemonte ed eccomi ancora con una ricetta in cui unisco un prodotto piemontese, in tal caso una Fonduta di cioccolato di Davide Palluda ad una ricetta tipica del mio territorio, rivisitata com'è mia consuetudine e presentata in altra veste. In Calabria apprezziamo i gusti semplici e le frittelle dolci per eccellenza sono le vecchiarelle di cui vi ho già parlato, pasta cresciuta fritta e servita con zucchero semolato. Ho rivisto la ricetta della tradizione, ho reso l'impasto più fluido e l'ho cotto (evitando la frittura) nella cialdiera per waffles ottenendo dei cuori che ho passato nello zucchero semolato e servito con la fonduta. I miei figli hanno apprezzato questa ricca, seppure semplice, merenda.
A voi la mia gustosa ricetta.
Ingredienti:
500 g di farina *
1/2 cubetto di lievito di birra
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di sale
acqua q.b.
zucchero semolato e fonduta di cioccolato a piacere
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, unire la farina, il sale, 3-4 cucchiai di olio, lavorare bene aggiungendo ancora un po' d'acqua per ottenere un impasto omogeneo e fluido (senza esagerare)  lasciar lievitare fino al raddoppio, poi scaldare la piastra per waffles unta d'olio e cuocere le frittelle un mestolo per volta. Passare nello zucchero semolato e completare con la fonduta.
 

2015-11-20

Le frittelle di Barba Zucòn

Tovagliolo Busatti
Di bambini vi parlo sempre (come potrei non farlo essendo mamma di due tesorini) ma nella giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza non posso non farlo con un pensiero speciale per tutti quei bimbi che sono purtroppo, ancor oggi, privati dei diritti fondamentali.
Ritengo che in una società cosiddetta civile non ci debba esser bisogno di convenzioni per tutelare i minori che sono il futuro stesso della società ma, ahimè, oggi più di ieri troppo spesso i diritti degli innocenti sono calpestati da chi avrebbe il dovere di proteggerli. Fatta questa premessa vi invito in questa giornata particolare a ritagliarvi uno spazio per i vostri figli o per altri bambini a voi vicini, assecondandoli nelle loro attività e partecipando al gioco o comunque trovando un altra forma per stare insieme, a fine giornata sarete più ricchi di sicuro.
Leggere una storia e cucinare magari qualche manicaretto con loro sono delle ottime idee per stare insieme specie se il tempo  non è favorevole e fuori non si può stare. Vi do qualche suggerimento mi sono fermata in casa Panini ed ho trovato delle cosine molto interessanti.
Giulio Coniglio, il tenero personaggio di Nicoletta Costa, è molto amato a casa mia, visto il nome comune con il mio bambino sin da piccolo a Giulio sono stati regalati libri del simpatico coniglietto.
Le ricette di giulio coniglio però ci mancava proprio ed abbiamo scoperto che di fantasia Giulio, Gelsomina, Ignazio, Tommaso, l'esperta cuoca oca  Caterina e tutti gli altri amici ne hanno da vendere per tutte le portate e le occasioni e soprattutto in fatto di dolci visto che intero libro dedicato ai dolci è stato di recente pubblicato in aggiunta al primo ricettario.
  Entrambi i libri di Nicoletta Costa sono pensati per i bambini e realizzati a loro misura, affinché li possano leggere e "giocare" in cucina.  Le dolci ricette di giulio coniglio contiene ricette semplici ed originali suddivise per tema: da quelle ispirate alle fiabe classiche a quelle per le occasioni speciali o per le feste di Natale da preparare ovviamente insieme alla renna Renata.
Abbiamo poi scoperto le tradizioni culinarie d'Italia nelle dieci storie di La fiaba è servita Cibi incantati dall'Italia di Luigi Dal Cin. Fiabe straordinarie dove l’elemento magico del cibo sprigiona meraviglia e stupore ma anche profumi e sapori per raccontare le radici delle tradizioni italiane. Nelle fiabe ritroviamo cibi tipici della penisola − come il limone, il rosmarino, le zeppole e la pizza − e si vedono scenari, personaggi e ambientazioni in cui ci riconosciamo perché fanno parte della nostra memoria collettiva.
Le suggestive illustrazioni sono state affidate alla sensibilità
di dieci donne italiane che le hanno interpretate con il proprio stile.

Insomma alla fine i miei figli, suggestionati a dovere da una delle fiabe del libro, volevano le frittelle di Barba Zucòn e la mamma se l'è inventate senza starci troppo a pensare, delle golosissime frittelle di riso che si possono rifinire con zucchero a velo e arricchire ancora con dell'ottima gelatina come quella di mele di Si.Gi., davvero una goduria per il palato di grandi e piccini.
Frittelle di Barba Zucòn
Ingredienti:
100 g di riso superfino
1 bacca di pepe lungo indonesiano
1 uovo
250 ml di acqua
100 g di burro
 150 g di farina
100 g di zucchero di canna
sale
olio d'oliva per friggere*
zucchero a velo e gelatina di mele per completare**
Portare a cottura il riso in abbondante acqua non salata con la bacca di pepe lungo pestata. Portare ad ebollizione l'acqua con il burro ed un pizzico di sale e versare a pioggia la farina mescolando di continuo per circa 10 minuti, spegnere e lasciare intiepidire il composto prima di aggiungere l'uovo, lo zucchero e il riso scolato dall'acqua di cottura. Ricavare dall'impasto tante palline. Allungarle e schiacciarle tra i palmi e friggerle in abbondante olio finché saranno dorate, sgocciolarle su carta assorbente. Servire le frittelle cosparse di zucchero a velo e gelatina di mele.
* Ho utilizzato gelatina di mele dell'Azienda Agricola Si.Gi.
** Ho fritto con olio Olita degli Oleifici Mataluni

Le frittelle di Barba Zucòn

Tovagliolo Busatti
Di bambini vi parlo sempre (come potrei non farlo essendo mamma di due tesorini) ma nella giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza non posso non farlo con un pensiero speciale per tutti quei bimbi che sono purtroppo, ancor oggi, privati dei diritti fondamentali.
Ritengo che in una società cosiddetta civile non ci debba esser bisogno di convenzioni per tutelare i minori che sono il futuro stesso della società ma, ahimè, oggi più di ieri troppo spesso i diritti degli innocenti sono calpestati da chi avrebbe il dovere di proteggerli. Fatta questa premessa vi invito in questa giornata particolare a ritagliarvi uno spazio per i vostri figli o per altri bambini a voi vicini, assecondandoli nelle loro attività e partecipando al gioco o comunque trovando un altra forma per stare insieme, a fine giornata sarete più ricchi di sicuro.
Leggere una storia e cucinare magari qualche manicaretto con loro sono delle ottime idee per stare insieme specie se il tempo  non è favorevole e fuori non si può stare. Vi do qualche suggerimento mi sono fermata in casa Panini ed ho trovato delle cosine molto interessanti.
Giulio Coniglio, il tenero personaggio di Nicoletta Costa, è molto amato a casa mia, visto il nome comune con il mio bambino sin da piccolo a Giulio sono stati regalati libri del simpatico coniglietto.
Le ricette di giulio coniglio però ci mancava proprio ed abbiamo scoperto che di fantasia Giulio, Gelsomina, Ignazio, Tommaso, l'esperta cuoca oca  Caterina e tutti gli altri amici ne hanno da vendere per tutte le portate e le occasioni e soprattutto in fatto di dolci visto che intero libro dedicato ai dolci è stato di recente pubblicato in aggiunta al primo ricettario.
  Entrambi i libri di Nicoletta Costa sono pensati per i bambini e realizzati a loro misura, affinché li possano leggere e "giocare" in cucina.  Le dolci ricette di giulio coniglio contiene ricette semplici ed originali suddivise per tema: da quelle ispirate alle fiabe classiche a quelle per le occasioni speciali o per le feste di Natale da preparare ovviamente insieme alla renna Renata.
Abbiamo poi scoperto le tradizioni culinarie d'Italia nelle dieci storie di La fiaba è servita Cibi incantati dall'Italia di Luigi Dal Cin. Fiabe straordinarie dove l’elemento magico del cibo sprigiona meraviglia e stupore ma anche profumi e sapori per raccontare le radici delle tradizioni italiane. Nelle fiabe ritroviamo cibi tipici della penisola − come il limone, il rosmarino, le zeppole e la pizza − e si vedono scenari, personaggi e ambientazioni in cui ci riconosciamo perché fanno parte della nostra memoria collettiva.
Le suggestive illustrazioni sono state affidate alla sensibilità
di dieci donne italiane che le hanno interpretate con il proprio stile.

Insomma alla fine i miei figli, suggestionati a dovere da una delle fiabe del libro, volevano le frittelle di Barba Zucòn e la mamma se l'è inventate senza starci troppo a pensare, delle golosissime frittelle di riso che si possono rifinire con zucchero a velo e arricchire ancora con dell'ottima gelatina come quella di mele di Si.Gi., davvero una goduria per il palato di grandi e piccini.
Frittelle di Barba Zucòn
Ingredienti:
100 g di riso superfino
1 bacca di pepe lungo indonesiano
1 uovo
250 ml di acqua
100 g di burro
 150 g di farina
100 g di zucchero di canna
sale
olio d'oliva per friggere*
zucchero a velo e gelatina di mele per completare**
Portare a cottura il riso in abbondante acqua non salata con la bacca di pepe lungo pestata. Portare ad ebollizione l'acqua con il burro ed un pizzico di sale e versare a pioggia la farina mescolando di continuo per circa 10 minuti, spegnere e lasciare intiepidire il composto prima di aggiungere l'uovo, lo zucchero e il riso scolato dall'acqua di cottura. Ricavare dall'impasto tante palline. Allungarle e schiacciarle tra i palmi e friggerle in abbondante olio finché saranno dorate, sgocciolarle su carta assorbente. Servire le frittelle cosparse di zucchero a velo e gelatina di mele.
* Ho utilizzato gelatina di mele dell'Azienda Agricola Si.Gi.
** Ho fritto con olio Olita degli Oleifici Mataluni