Cucina, libri, luoghi, moda, lifestyle

2015-04-30

Ristorante L'Antico Borgo, un'eccellenza nel cuore di Morano Calabro

Stavolta con I Percorsi del Gusto di Diritto di Cronaca mi sono concessa l'eccellenza.
 In un borgo dell'entroterra qual è Morano Calabro nessuno si aspetta di trovare un ristorante in cui si cucina pesce e nessuno si aspetterebbe mai di poter assaggiare una cucina di mare moderna e creativa. L'antico Borgo dello chef Pierlugi Vacca è proprio l'eccezione che conferma la regola.


Un locale classico e raffinato nel cuore del bellissimo borgo di Morano Calabro (CS), uno dei borghi più belli d'Italia. Di questo posto e del suo patron avevo sentito parlare bene ed avevo letto ancor meglio su guide e quotidiani ma finché non mi sedevo ad un tavolo non potevo immaginare che fosse tutto ancor meglio dal vero. 
Qui si servono piatti dai sapori singolari, studiati e ragionati, creativi ed a volte eccentrici ma mai fuori dalle righe, anzi sempre genuini ed attentissimi alla materia prima, specchio perfetto di tutta la passione che Pierluigi Vacca mette nel suo mestiere, la sua arte.
Vastissima la carta dei vini, più di 200 etichette che si arricchiscono di anno in anno e che ben rappresentano tutto il territorio nazionale.
Ci viene servita subito come entrée un'ultima creazione dello chef, una freschissima gelatina di pomodoro e zucchine con frutti di mare che sprigiona in bocca un gusto pieno d'estate facendoci pensare a calde ed assolate spiagge estive.
Come antipasti vi è davvero l'imbarazzo della scelta. L'insalata di pesce stocco e cardoncelli con melograno e gelato all'olio e al bergamotto così come l'insalata di gamberi rosa con fave fresche, pomodorini confit e olio al cedro ci fanno subito capire che ci attendono inconsueti e graditissimi accostamenti. 
Sublime lo sformatino di baccalà e melanzane con crema di peperoni, un piatto di cui non se ne ha mai abbastanza. Notevole e insolito anche il tortino di alici ripieno di lenticchie che ci viene servito su una gustosa salsa di ortiche.
 Il top si raggiunge per me con la tagliatella di seppia marinata all'aceto servita con una mousse al gorgonzola e cono al sesamo, chi mai avrebbe detto che ingredienti tanto diversi potevano tra loro sposarsi così bene?
La calamarata con baccalà, limone e olive taggiasche ci riporta un po' verso la tradizione senza mancare tuttavia di meravigliarci per la ricchezza di profumi mediterranei che da essa si sprigionano.
Il riso di Sibari trova il suo ideale completamento con una crema di piselli, salmone affumicato e polvere di liquirizia. Un gusto rotondo esaltato alla perfezione dall'Efeso di Librandi, un bianco IGT Val di Neto prodotto con uve Mantonico.
Il filetto di tonno scottato alla piastra con con pistacchi,sale grigio e gelato al basilico è semplicemente ineccepibile per gli accostamenti, la cottura e la stessa presentazione.
La mousse al bergamotto con riso croccante al lampone completa nel giusto modo un pranzo senza pari.
L'Antico Borgo offre una cucina che merita una visita di tanto in tanto, anche per provare un solo piatto alla volta magari in sostituzione della consueta uscita per una pizza, come precisa lo chef che ci consiglia di assaggiare volta per volta i nuovi piatti del menù in continua evoluzione. Concedetevi l'eccellenza non ve ne pentirete aggiungo io.
Ristorante L'Antico Borgo
Via Domenico Cappelli 53
87016 Morano Calabro (CS)
Tel. 0981 30002
http://www.ristoranteanticoborgo.com/

https://www.facebook.com/pages/lantico-borgo-il-ristorante/177187255694109?ref=ts&fref=ts

2015-04-29

Picadillo alla habanera

Piatto Laboratorio Pesaro, tovagliolo Busatti
Ecco il piatto bandiera della cucina povera cubana: Picadillo alla habanera. Ovviamente si tratta di una mia interpretazione perché le ricette di questo piatto sono diverse ma io l'ho assaggiato molto simile a questo in un locale cubano di cui vi ho parlato qualche tempo fa ed ho tentato di riprodurlo. Il risultato a me è piaciuto, se vi va di provare vi lascio la ricetta.
Ma prima voglio ricordarvi l'appuntamento di domani in edicola con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, è la volta di Dolce come il Cioccolato un libro di Laura Esquivel che lessi tempo fa restandone fortemente emozionata. E' una storia dolce e sensuale, narrata in 12 piccanti puntate con ricette amori e rimedi casalinghi. E' la storia di Pedro e Tita due innamorati separati da un'assurda tradizione familiare e costretti per destino a vivere sotto lo stesso tetto come cognati, obbligati alla castità e tuttavia legati da una sensualità incandescente. Dolce come il cioccolato racconta con grazia e allegria femminili un’indimenticabile storia d’amore, in cui il cibo diventa metafora e strumento espressivo, rito e invenzione, promessa e godimento, veicolo di un’inedita comunione erotica. Un libro di ambientazione sudamericana, come l'autrice, in tema con la ricetta che vi presento oggi.
Picadillo alla habanera
Ingredienti per 4 persone:
500 g di carne bovina macinata
1 tazza di fagioli borlotti lessati
1 peperone giallo
2 pomodori da sugo (o pelati)
1/2 limone
1 spicchio d'aglio
1 cipollotto
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
prezzemolo
riso bianco
Marinare la carne per un'oretta con il succo del limone, il cipollotto tritato, sale, pepe e l'aglio schiacciato. Tagliare a cubetti il peperone dopo averlo pulito da semi e filamenti e rosolarlo in un wok con poco olio, aggiungere la carne e quando è rosolata, unire i pomodori schiacciati e i fagioli, proseguire la cottura finché il tutto risulterà ben amalgamato ma con fagioli e peperoni ancora integri, salare pepare e aggiungere prezzemolo. Servire con riso bianco.

2015-04-23

Voglia di classici: risotto ai frutti di mare

Piatto La Porcellana Bianca, forchetta Mori Italian Factory, canovaccio Busatti
A volte anch'io sento l'esigenza di cimentarmi con un classico ed eccomi che l'altro giorno in pescheria mi sono ritrovata a scegliere gli ingredienti per preparare un ricco risotto ai frutti di mare. Il riso l'ho scelto nella varietà carnaroli ma prodotto qui nella zona di Sibari da agricoltura biologica. Per i pesci invece come dice Bruno Barbieri nel suo ultimo libro Cerco sapori in piazza Grande "il mare non è un supermercato" e in pescheria si compra quel che è disponibile aggiungo io, per questo risotto ho scelto cozze, vongole, gamberi rosa del mediterraneo e moscardini, nulla vieta a voi di variare la composizione a vostro gusto o secondo la disponibilità del luogo e del momento, certo i primi tre per me ci vogliono, al posto dei moscardini invece è possibile utilizzare calamari o seppie o anche rana pescatrice.
Ma prima del risotto vorrei parlarvi proprio di Cerco sapori in piazza Grande di Bruno Barbieri pubblicato da Rizzoli. Mi ha incuriosito oltre che il personaggio Barbieri la freschezza con cui si presenta il libro sin dall'immagine di copertina, le prime parole sono state poi la conferma che con quel libro qualcosa a che fare dovevo averla. "Un giorno mi sono svegliato con la dolce consapevolezza di vivere nel Paese più appetitoso del mondo. Puoi girare in lungo e in largo il pianeta, ma è davvero difficile trovare un’altra nazione come questa nostra meravigliosa Italia, dove spostandosi dal Nord al Sud, di paese in paese, di casa in casa, non troveremo mai un piatto uguale: ogni ricetta ha la sua storia, intrisa di un’artigianalità e di una tradizione senza eguali. Siamo un paese di chef e non ce ne rendiamo conto." Ma chef Barbieri ha un'altra consapevolezza: "da un prodotto mediocre può uscire solo un piatto mediocre" ecco il perché di questo libro in cui ci insegna a scegliere i prodotti giusti ed a valorizzarli al meglio. 70 ingredienti e 70 ricette che lui stesso definisce facili appetitose e divertenti per imparare ad utilizzare gli ingredienti scelti in accostamento ad altri. Il valore aggiunto di questo libro, che si configura quale tour gastronomico in un mercato da sogno con una guida d'eccezione, sono poi le tecniche che Barbieri ci spiega nel dettaglio per far si che anche noi semplici appassionati possiamo sentirci un po' chef. Sul riso ecco cosa ci dice:
"Di varietà di riso ne esistono tante, e vanno scelte in base al piatto e al tipo di cottura che avete in mente. Io in genere uso il Carnaroli per il risotto...La preparazione del risotto richiede circa 15 minuti di cottura sul fuoco e 3 per la mantecatura lontano dalla fiamma. Mi raccomando, non interrompete mai la cottura: il risotto è una di quelle pietanze da fare espresse, una volta che lo si inizia va seguito senza sosta, non lo si può lasciare in stand-by, pena un pessimo risultato. Fase fondamentale per la buona riuscita del piatto è la tostatura, in modo che i chicchi non scuociano e non si sfaldino: fateli rosolare a fiamma vivace nell’olio extravergine di oliva o nel burro finché non diventano traslucidi. Attenzione però a non bruciarli! Se sfumate con il vino ovviamente fate evaporare l’alcol prima di iniziare a bagnare con il brodo che – altra regola importantissima – deve essere sempre bollente, altrimenti blocca la cottura e i chicchi si spappolano esternamente ma l’anima resta dura." Consiglio prezioso dello chef in tema di risotto " Per mantecare il risotto e renderlo così morbido e pastoso, aggiungete sempre lontano dal fuoco del burro ghiacciato: lo shock termico gonfia il riso, blocca la cottura dei chicchi e dà cremosità. Dunque tenetene sempre pronti all’uso dei cubetti in freezer."
E ora la mia umile ricetta di risotto ai frutti di mare per la cui cottura v'invito a seguire la tecnica dello chef. 
Per un classico non potevo non scegliere un grande classico da mettere in bicchiere. Ecco allora il Desiderium Collezione I Ferretti di Tenuta Luisa ottenuto da uve chardonnay, friulano e sauvignon delle vigne più antiche e meno produttive dell'azienda ma la cui qualità è senza ombra di dubbio superiore.
Risotto ai frutti di mare
Ingredienti per 4 persone:
360 g di riso Carnaroli
500 g di cozze
400 g di vongole
300 g di gamberi
2-3 moscardini
olio extravergine d'oliva
50 g di burro
1 cipollotto bianco
prezzemolo
1 bicchiere di vino bianco
4 pomodorini
sale e pepe bianco
Pulire bene le cozze e spurgare le vongole. Farle aprire separatamente poi togliere i gusci lasciandone a piacere qualcuno. Conservare l'acqua ben filtrata. Togliere le teste e il carapace ai gamberi, pulirli dall'intestino e intanto con le teste e dell'acqua aromatizzata (con cipolla, carota e prezzemolo) ricavare un semplice brodo. Pulire anche i moscardini e  tagliarli a pezzetti.
Tritare il cipollotto e i gambi del prezzemolo e soffriggerli in pentola con un filo d'olio, aggiungere i pomodorini tagliati in quattro, eliminando la pelle appena si scottano un po' e i moscardini, lasciar insaporire unire il riso e tostarlo, sfumare con il vino e proseguire la cottura con l'acqua delle cozze e delle vongole tenuta parte e il brodo preparato con le teste dei gamberi unendone un mestolo per volta. Quando mancano un paio di minuti alla cottura aggiungere cozze vongole e gamberi. Solo a fuoco spento mantecare con il burro e cospargere il risotto di prezzemolo tritato.

2015-04-20

Di erbe selvatiche salami d'oca e nidi di primavera

Canovaccio ricamato Busatti
A primavera i prati sono tutti un fiorire, asparagi, bruscandoli, aglio orsino, tarassaco solo per citarne alcuni, il rischio è quello di sbagliare e restare magari avvelenati ricordiamoci infatti che molte erbe a piccole dosi sono medicinali a grandi dosi veleni.
La conoscenza in materia ritengo non sia mai troppa, la natura offre molto bisogna solo conoscerla e capirla e i libri aiutano molto. In una recente pubblicazione RED! In cucina con le ERBE SELVATICHE di Diane Dittmer ho trovato spiegate nel dettaglio tanteerbe che vedevo anche nel mio giardino o ai bordi delle strade (praticamente sotto al naso) senza neppure immaginare che fossero commestibili ed anzi si  potessero trasformare in succulenti piatti come quelli spiegati e illustrati nel libro. Una vera caccia al tesoro ordinata per stagioni in cui ho scoperto che la primavera è il momento giusto per farsi conquistare dall'abbondanza di erbe rinforzanti e cariche di vitamine, come dire la natura ci offre quello che ci serve.
Le uova per me sono primavera, rinascita, vita, se poi vengono presentate in "nido" di pane con tanta buona cicoria selvatica e ricotta la festa è assicurata, tanto più se il quadro viene completato da un ingrediente speciale come il salame d'oca cotto di Mortara una specialità della città di Mortara prodotto da Corte dell'Oca, con carne magra d'oca e ingrasso e carne di suino tritate, conciate con sale pepe e altri aromi naturali e insaccate nella pelle dell'oca opportunamente trattata.
Un prodotto di eccellenza che può esser gustato tal quale come antipasto ma anche come secondo piatto, scaldato a bagno o a vapore, con contorni di purea di patate, spinaci o lenticchie in umido. 
http://www.cortedelloca.com/home.html
Un prodotto molto apprezzato, il prodotto di punta della Corte dell'Oca l'azienda di Gioachino Palestro nata nel 1988 con l'intento di rivalutare le antiche ricette della Lomellina e in particolare dell’oca.

Le Oche, regine indiscusse della Corte de Gioachino,  vengono seguite e controllate ancora prima che nascano; vivono libere in grandi spazi aperti nelle cascine lomelline mangiando mais, erba e riso; sono seguite da veterinari e da personale specializzato nella sicurezza alimentare che ne controllano lo stato per tutto il ciclo vitale garantendo in questo modo la genuinità e l’integrità fino al  prodotto finale che vi assicuro è un prodotto da provare.
Che ne dite di iniziare provando il salame cotto di Mortara in questi nidi di primavera? A voi la ricetta
Nidi di primavera con uova cicorie e salame cotto di Mortara
Ingredienti per 4 persone:
4 piccole rosette
4 uova biologiche
4 fette di salame cotto di Mortara spesse 8 mm
300  g di cicoria lessata
200 g di ricotta fresca
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
1 noce di burro
noce moscata
sale e pepe
Saltare la cicoria con olio e aglio, eliminare l'aglio e regolare di sale, tagliuzzare la cicoria e unirvi la ricotta, sale, pepe e noce moscata. Suddividere il composto in quattro terrine da forno. Togliere via la calotta superiore alle rosette, scavarle e dopo aver imburrato appena il pane rompervi un uovo, salare, pepare e aggiungere una fetta di salame a dadini e procedere allo stesso modo formando altre tre terrine. Infornare a 190° finché i nidi risulteranno dorati e il salame croccante.

2015-04-16

Il Carpaccio: buona cucina e ottimi vini sulle colline di Acri (CS)

Leggete il mio nuovo percorso del gusto pubblicato oggi su Dirittto di Cronaca.
Il Carpaccio è un locale storico e molto conosciuto di Acri, da sempre apprezzato e cercato per la buona cucina calabrese, negli ultimi anni grazie soprattutto al contributo dei figli del sig. Miceli, Gianluigi e Alessandro, ha saputo rinnovarsi assumendo anche la nuova veste di Enoteca, Gianluigi è l'esperto di vini e con orgoglio mostra la sua cantina, utilizzata alla domenica per ricercati aperitivi e degustazioni da veri intenditori; non vastissima ma composta di vere chicche, piccole produzioni in numero limitato di aziende non solo calabresi che lavorano con cura e innovazione. 
Dalla sala del ristorante le ampie vetrate permettono di godere una vista senza eguali sulle colline circostanti digradanti verso il fiume Mucone.
Stappata una bottiglia di Ipazia, un IGT rosso prodotto in quel di Montalto Uffugo dall'azienda Terre Nobili, ci apprestiamo a degustare la ricca e calabresissima carrellata di antipasti, come nei locali che si rispettano non manca nulla, frittelle, frittate, sott'oli, olive, verdure, formaggi e salumi di suino nero ma la mia attenzione viene catturata da una sorta di frittata che poi scopriamo esser fatta di sola acqua e farina con cipollotti, una frittata dei poveri ci dice Alessandro il maestro di sala e ovviamente il carpaccio al tartufo che in un locale con questo nome davvero non poteva mancare.
Restiamo stregati dalla bontà e al contempo dalla semplicità di un piatto di tagliatelle agli asparagi selvatici, tagliatelle tirate a mano e un condimento che più povero e gustoso non poteva essere. Le stesse tagliatelle ci vengono servite anche riccamente condite con una cremina di uovo e tanto tartufo scorzone del Pollino grattugiato sopra, un piatto davvero impareggiabile.
La tagliata con rucola e grana (ottima carne) servita con sali diversi e olio aromatizzato al limone ci fa dimenticare che siamo in Calabria, ma solo finché non sopraggiunge un invitante piatto di patate 'mpacchiuse. 
I dolci rustici e tradizionali sono davvero buoni, dalla semplice crostata alla confettura di ciliegia al bocconotto caldo servito con confettura di corbezzolo fino ad una deliziosa pastiera (essendo ancora in periodo pasquale).
Il Carpaccio? Buona cucina calabrese con qualche ventata di freschezza.

I prezzi ottimi richiamano avventori da tutto il territorio.
Ristorante Il Carpaccio
Ctd. Cocozzello 197
87041 Acri (CS)
Tel. 0984949205
http://www.ilcarpaccio.it/
https://www.facebook.com/pages/Ristorante-Enoteca-Il-Carpaccio-Acri-Cosenza/193500814013241?ref=ts&fref=ts

2015-04-15

Un'acqua cotta da leccarsi i baffi

Canovaccio Busatti
Era davvero tanto tempo che non leggevo un libro tutto d'un fiato in poche ore, l'altro giorno complice un viaggio di qualche ora in pullman ho preso tra le mani Angela, Lucio e le erbe cattive di Paola Alberti pubblicato da Effigi e mi sono lasciata assorbire dalla trama ricca di accadimenti tra il misterioso e l'imprevedibile di questo giallo. Avvinta da questo caso di omicidio su cui indagano un investigatore privato e un geniale ragazzo con l'aiuto di una sensitiva sono arrivata all'ultima pagina senza quasi rendermene conto.  Non potevo non farmi ispirare per la realizzazione di una ricetta e siccome nel libro la signora Graziana parla di "un'acqua cotta da leccarsi i baffi" lo stimolo è stato insopprimibile ed ho preparato la mia acqua cotta di primavera con le erbe buone però non con quelle cattive. 
Di semplici piatti toscani si parla anche in Cucina toscana di Gustavo Pierotti della Sanguigna vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900, pubblicato dallo stesso editore Effigi. Nella lunghissima prefazione l'autore parlava della semplicità della cucina toscana, la vera forza di questa modesta cucina capace di raggiungere il massimo con il minimo dei mezzi, di esaltarsi con il poco e il buono che la natura mette a disposizione. "Cucina tutta robustezza e gentilezza, saporita, schietta, affabile, gioviale, anzi direi confidenziale; e, come tutte le arti veramente grandi, fatta per essere compresa in ogni ceto e in ogni luogo: universale!".
Ancora cucina toscana, pur senza nessuna ricetta di acqua cotta, nel libro-ricordo di Anna Marsigli  Mirabile Le mie ricette pubblicato da Sarnus. L'antica tradizione culinaria di una famiglia toscana accuratamente adattata ai fornelli moderni. Piatti sani e genuini alleggeriti secondo l'uso  moderno  per riassaporare il gusto inconfondibile di un'economia domestica quasi dimenticata.
I ricordi di una vita scanditi dal susseguirsi di tante ricette, una dietro l'altra infarcite di curiosità e foto che l'autrice ha recuperato dagli album di famiglia. Ricordi di famiglia e ricette uniti insieme quale patrimonio comune  fatto di beni preziosi da difendere e conservare.
Tornando a noi nella mia acquacotta ho messo i buonissimi asparagi selvatici di cui in questo periodo è ricca la mia terra, gli ultimi carciofi, i primi piselli, qualche carotina e un po' di bietolina. Cosa ne dite di provarla?
Acqua cotta di primavera
Ingredienti per 4 persone:
1 spicchio d'aglio
3-4 foglie di salvia
4 cucchiai di passata di pomodoro
1 mazzetto di asparagi selvatici
1 manciata di bietoline
2 carote novelle
2 carciofi
mezza tazza di piselli sgranati
4 uova biologiche
4 fette di pane casereccio
olio extravergine d'oliva
pecorino grattugiato
sale e pepe
Tritare l'aglio con la salvia soffriggerli in poco olio, unire la passata di pomodoro, sale e pepe, gli asparagi tagliati a pezzetti, le carote a rondelle, i carciofi a spicchi, i piselli e le bietoline tagliuzzate. Aggiungere acqua a coprire e lasciar cuocere le verdure. Regolare di sale e pepe ed aggiungere un uovo per persona. Tostare le fette di pane e disporle nelle scodelle suddividere la zuppetta in ogni scodella, completare con il formaggio. Sentirete che bontà!

2015-04-13

Solo un panino? No un Panino Delirio

Tessuto a righe Busatti
Quante volte avete sentito dire oggi mangio solo un panino oppure...mi arrangio con un panino. Io quando mangio un panino (preparato da me) mi concedo un momento di massimo godimento. Fare un panino è un'arte sopraffina, un panino può essere più complesso e articolato che un piatto di alta cucina. C'è chi di quest'arte ne ha fatto un mestiere.
 Basta con i panini che restano sullo stomaco Alessandro Frassica e i suoi panini dell'INO non temono confronti, accordi essenziali, a volte sorprendenti, nei quali la genuinità resta un valore sostanziale.
Lavorava nella moda e nell'abbigliamento lui ed era per lavoro sempre in giro per il mondo, in ogni dove amava cercare produttori e sperimentare trattorie e ristoranti perché la sua vera passione erano il cibo e il vino. A quarant'anni ha deciso di cambiare vita creando un luogo in cui raccogliere tutte queste esperienze. E' nato così INO, una paninoteca per veri gourmet che da Firenze si è estesa in tutta Italia.
In
Panini gourmet con Alessandro Frassica Edizioni Ultra Food District Collana Toque Blanche diretta da Valeria Arnaldi c'è tutta la storia di INO la filosofia che lo sottende e trenta gustose ricette da riprodurre o da cui prendere spunto per le vostre.
Il pestato di zucchine allo zafferano già pronto o fatto in casa seguendo le indicazioni di Alessandro Frassica è il tocco speciale di questo panino.
La ricetta del pesto di zucchine l'ho trovata nella spiegazione del panino Zafferana con scamorza e pesto di zucchine e zafferano ma siccome io esagero sempre nel mio panino ho abbinato il pesto di zucchine e zafferano al capocollo, hio aggiunto provolone appena piccante e zucchine grigliate un delirio di panino vi assicuro.
Pesto di zucchine e zafferano: Sciegliere zucchine ben fresche e compatte, cuocerle a vapore e frullarne la parte verde con zafferano, un po' di formaggio parmigiano, olio ed erbe aromatiche a piacere (io ho messo del timo).
Panino Delirio
Ingredienti per 2:
2 ciabatte a lievitazione naturale
2 cucchiaiate di pesto di zucchine e zafferano
100 g di capocollo affettato
50 g di provolone piccante tagliato a  julienne
zucchine grigliate marinate con olio aglio e basilico
Tagliare n due le ciabatte e spalmarne la superficie di pesto di zucchine e zafferano, disporvi sopra il capocollo, le zucchine grigliate e completare con il formaggio, richiudere e godersi il momento con un calice di Friulano Tenuta Luisa.

2015-04-09

Sella di coniglio in crosta di pane

Piatto La Porcellana Bianca, posate Mori Italian Factory
 Con l'arrivo della primavera (almeno a quel che dice il calendario) anche i piatti mutano e acquistano veste più leggera, gli arrosti di carni rosse e maiale (fatta eccezione per l'arrosto di maiale al latte sempre perfetto e leggero)  cedono il passo alle carni bianche che, più magre e leggere, si prestano a diventare ingredienti per gustosi e nuovi secondi piatti.
Ho utilizzato la sella di coniglio per questo profumato e magro arrosto di carne in crosta di pane, davvero ottimo soprattutto se accompagnato ad una insalatina (e non alle patate ma io devo accontentare i bambini), si presta ad esser trasportato e gustato anche freddo magari a quel pic-nic che stiamo ancora aspettando di fare.
Ho accompagnato il piatto ad un rosso altoatesino Kellerei Unterwirt prodotto dalla stessa azienda del
Martinerhof's Brauhotel a San Martino in Passiria di cui vi parlavo a proposito di una birra.
Sella di coniglio in crosta di pane

Ingredienti per 4 persone:
2 selle di coniglio piccole o una grande
1 bicchiere di vino bianco
1 spicchio d'aglio
erbe aromatiche miste (rosmarino, alloro, basilico, salvia, ginepro)*
2 fette di prosciutto cotto
sale e pepe
olio extravergine d'oliva
1 sfilatino
Marinare la carne con il vino, l'aglio, un filo d'olio, le erbe aromatiche, sale e pepe. Scolare la carne dalla marinata stendere sopra ogni sella la fetta di prosciutto e altre erbe aromatiche a piacere, legale gli arrostini con dello spago e rosolarli a fuoco vivace in un tegame. Proseguire la cottura aggiungendo un po' d'acqua per 10 minuti circa. Togliere lo spago e avvolgere gli arrostini nel panino, legare ancora con spago e avvolgere in carta da forno. Infornare per altri 15 minuti finché il pane farà a crosta. Togliere la carta e lo spago e affettare l'arrosto prima di servire.
* Ho utilizzato il misto per arrosti Cannamela della linea selezione di sapori senza sale

2015-04-02

Trattoria Le Bistrot: al ristorante come a casa di amici

Per il mio ultimo percorso del gusto per Diritto di Cronaca mi sono fermata alla Trattoria Le Bistrot a Cantinella di Corigliano, un posto dove davvero ci si sente come a casa di amici.
Un bistrot in Francia è una caffetteria in cui si serve anche da mangiare, si tratta in genere di locali piccoli, senza grandi pretese ma dove il buon gusto regna sovrano, non tutti sanno però che originariamente in Francia con bistrot si indicava proprio un'osteria, ecco in questa sua accezione originaria dobbiamo intendere il Bistrot di Patrizia Servidio a Cantinella di Corigliano (CS), una piccolissima trattoria in cui si possono gustare piatti di cucina casereccia.
All'ingresso manca solo di suonare il campanello per il resto sembra di entrare proprio a casa di Patrizia la proprietaria piena di verve che gestisce con successo crescente questo locale coadiuvata in cucina dall'indispensabile mamma-cuoca "di casa" e in sala dal fratello esperto di vini. Le tendine a fiori e i paralumi riportano un po' all'ispirazione francese del nome per il resto è la Calabria a prevalere.
In effetti questa piccola trattoria a conduzione familiare è lì dal lontano 1967 quale punto di ristoro per i numerosi viaggiatori che di lì passano e son sempre passati, ma Patrizia sta facendo di questo posto qualcosa di più, offrendo prodotti locali e genuini cucinati in modo semplice. Anche senza sito internet, pubblicità e moderne operazioni di marketing Le Bistrot è arrivato a meritarsi un posto nella guida Osterie d'Italia, diverse menzioni nei quotidiani Calabresi e visite di personaggi del calibro di Vissani come ricorda la foto esposta con orgoglio nel locale.
Il segreto del successo è la genuinità dei piatti offerti con generosità e varietà secondo quanto è disponibile, cucina prevalentemente di terra anche se non mancano pochi e semplici piatti di mare.

Ricchissimi gli antipasti proposti secondo il ritmo delle stagioni, di tutto davvero dalla classiche polpette al sugo alla cicoria con salsiccia, passando per frittelle (ottime) di ogni genere, frittate e tortini, patate e peperoni, salumi selezionati (alcuni prodotti da loro) e deliziosi formaggi arricchiti da mieli e marmellate, una carrellata senza pari che rende difficile anche proseguire con le successive portate.
Tra i primi abbiamo assaggiato gnocchi di patate (preparati a mano) con sugo e mozzarella e una buonissima tagliatella (anche questa preparata da loro) con crema di zucca e porcini. Varia la scelta dei secondi ma non mi pento di aver assaggiato il perfetto e succulento filetto alla piastra con provola accompagnato da radicchio arrostito.

Non mancano dolci caserecci tra cui una buona crostata con ricotta e cioccolato, i mandarini canditi ricoperti di cioccolato offerti con il caffè e liquori casalinghi come la crema di limetta che preparano loro. Due chiacchiere con la proprietaria che ti sa raccontare la provenienza di ogni singolo ingrediente utilizzato per le ricette e il conto sotto la media hanno davvero il potere di farti sentire a casa.
Trattoria Le Bistrot
Via Favella Della Corte, 13
87064 Corigliano Calabro CS
0983 808025