Cucina, libri, luoghi, moda, lifestyle

2012-02-29

Pollo cremoso ai carciofi con crostoni di polenta

Piatto piano in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto collezione Opera Prima di Wald
La ricetta che vi propongo oggi è molto versatile, variando le verdure si adatta ad ogni stagione, certo coi carciofi e i crostoni di polenta è fatta apposta per questo periodo. Un modo gustoso e nuovo per mangiare il petto di pollo. Per dare cremosità al piatto serviva un fomaggio molle ed io ho scelto l'Appio di casa Brunelli, un formaggio che ispira poesie. Per la polenta invece non ditemi nulla che io non  sono esperta e quindi ho usato quella comodissima e già pronta, la classica Polenta Valsugana che ho tagliato a fette e dorato in padella con un filo d'olio.
Ovviamente se, come ho fatto io, utilizzate per le verdure e la carne un coltello  Arcos della linea firmata dallo chef Alessandro Circiello il piatto avrà il sapore dell'alta cucina.
Ingredienti per 4 persone:
500 g di petto di pollo a fette
4-6 carciofi
150 g di pecorino fresco
olio extravergine d'oliva
30 g di burro
1 cipolla
sale e pepe
polenta per accompagnare
Pulire i carciofi e tagliarne i cuori a spicchi, tagliare a striscioline la carne. Appassire la cipolla tagliata fine con olio e burro, unire i carciofi e lasciar insaporire, unire la carne, salare pepare e cuocere al minimo a recipiente  minimo a recipiente coperto per 15 minuti circa. Alla fine unire il formaggio grattugiato con la grattugia a fori larghi, amalgamare al resto finché non fonde. Servire con crostoni di polenta.

2012-02-27

Finocchi brasati al profumo di liquirizia

Piatto piano, forchetta e runner collezione Impronte verde di Wald

La liquirizia è un aroma tipico della mia terra, questa radice dalle innumerevoli proprietà cresce infatti spontanea nei nostri terreni, si riproduce con tanta facilità in alcune zone della Calabria che per dar spazio alle altre colture bisogna scavare ed eliminare le radici considerate alla stregua di erbe infestanti. Questa meraviglia della natura che ha proprietà tonificanti, antinfiammatorie, cicatrizzanti e antiossidanti viene lavorata e trasformata da una storica azienda calabrese l'Amarelli di Rossano che oltre a farne le classiche pasticche per la gola ne ricava i prodotti più svariati tra cui il fior di sale alla liquiriza che ho scoperto essere delizioso per enfatizzare il sapore dei finocchi. Ho abbinato i miei finocchi al più semplice dei formaggi un primosale di Fattorie Osella cui ho dato un po' di brio con una spolveratina di sale alla liquirizia che si sposa molto bene anche con i formaggi freschi. Sarà il tocco di liquirizia sarà che ho tagliato i finoccchi nientemeno che con un coltello Arcos (la prima azienda spagnola e una delle più importanti a livello europeo dedicata alla produzione di coltelleria di alta qualità) della linea firmata dallo chef Alessandro Circiello ne è venuto fuori un piatto di tutto rispetto cui mancava solo un abbinamento con il vino, ma passi per il primosale (che ormai beviamo il vino pure con la mozzarella) coi finocchi proprio non riuscivo a trovare l'aggancio così ho risolto la questione con una birra d'eccezione la Edikt 1516 Pils Bier  del birrificio Zago ideale con formaggi freschi e verdure saltate in padella.
Finocchi brasati al profumo di liquirizia con primosale
Ingredienti per 4 persone:
2 grossi finocchi
2 scalogni
60 g di burro
sale alla liquirizia
pepe nero
4 formaggette primosale
per accompagnare
Pulire e tagliare a spicchi sottili i finocchi, affettare finemente gli scalogni e rosolarli coi finocchi nel burro a fuoco vivo mescolando di continuo, poi aggiungere un pizzico di sale alla liquirizia e una macinata di pepe nero, coprire senza aggiungere acqua e lasciar cuocere finché saranno teneri. Servire con formaggio primosale con una spolverata di sale alla liquirizia.

2012-02-24

Bufala & Wine Wedding a Palazzo Salfi

I vini calabresi in concorso
La Mozzarella di Bufala Campana DOP convola a nozze, vuole sposare un vino ma vuole che sia il vino giusto e per trovare il marito perfetto ad uno dei più rinomati prodotti italiani è stato indetto addirittura un concorso che in ben 23 tappe-degustazione coinvolgerà tutte le regioni italiane. 
Ieri sera a Cosenza si è tenuto l'evento-degustazione previsto per la Calabria e organizzato dallo staff di Vinocalabrese, una giuria di esperti ha degustato i sette vini proposti in abbinamento alla mozzarella e votato il migliore da inviare alla finale che si terrà il 10 marzo prossimo alla Città del Gusto di Napoli.

Una sala di Le cucine di Palazzo Salfi - foto dal web
La spettacolare location dell'evento Le Cucine di Palazzo Salfi, ubicato al pianterreno di Palazzo Salfi storica dimora della omonima famiglia di artisti e letterati, nel caratteristico e scenografico quartiere Paparelle di Cosenza. Il locale, che vuole essere ed è cibo per gli occhi e per la mente, è stato ristruttutato dal noto architetto Mario Occhiuto e mantiene lo stile pompeiano tanto caro ad Enrico Salfi; pavimenti, stucchi, quadri ed arredi, ogni piccolo dettaglio rimanda all'epoca passata.
I sette vini in concorso erano  il Greco Bianco di Statti, il Don Filì Magliocco rosato di Serracavallo, il Timpa del Principe di Ferrocinto da uve Montonico e Greco Bianco, il Gaglioppo rosato Lige di Criserà, il Mantonico bianco Efeso di Librandi, il Cirò rosato di Tenuta del Conte, il Pecorello bianco Grisara di Ceraudo e, anche se la scelta non è stata facile, il migliore per la giuria di Cosenza, di cui sono stata onorata di far parte, è stato il Greco Bianco delle Cantine Statti. In realtà io avrei visto benissimo anche un rosato e quello che ho più apprezzato è stato il Gaglioppo rosato Lige di Criserà ma resto curiosa di scoprire come si piazzerà nella classifica generale il nostro Greco Bianco, un vino che molto bene rappresenta il nostro territorio.

Millefoglie di alici, mozzarella e pomodorini secchi

Gamberi scottati con spuma di ricotta e chips di melanzane

Per festeggiare il "fidanzamento" tra la Mozzarella di Bufala Campana DOP e il nostro vino il giovane chef campano de Le Cucine di Palazzo Salfi Massimo Pisaniello, appartenente all'omonima dinastia di chef stellati e lui stesso grande promessa del panorama gastronomico nazionale di cui a breve leggerete l'intervista che mi ha rilasciato per Le Stelle si incontrano, ha preparato per noi una goduriosa cena-degustazione a base di Bufala e pesce, un menù ricco di profumi, colori, sapori e consistenze, un matrimonio perfetto tra la Campania e la Calabria.

Raviolo aperto con bufala, carciofi e acciughe
Tortino di bufala e asparagi con millefoglie di dentice al cedro
Ricotta e pere con biscotto alla nocciola


2012-02-20

La ciambelline sprint di Carnevale

Piatto in ardesia CHS Group

E volete che non vi posti una ricetta dolce per Carnevale? Ma che blogger sarei! Vi ricordo che ho ben cinque anni di carriera alle spalle, Sale e Pepe quanto basta ha compiuto ieri il suo primo lustro e oggi vi posto una ricetta golosa, facile, bella e ovviamente fritta, delle ciambelline brioches decorate con una insolita cremina acidula di robiola freschissima Fattorie Osella e marmellata di limoni biologica Fiordifrutta di Rigoni di Asiago. Fidatevi se leggete attentamente entro domani le farete. In molte ricette di ciambelline è previsto l'uso delle patate o in versione più moderna dei fiocchi di patate ora vi dirò che ho superato anche quello e per le ciambelline stavolta ho utilizzato la miscela Gnocchi sprint di Molino Spadoni che ho miscelato a mia volta con farina oo per pizza sempre di casa Spadoni. Nel caso in cui vogliate riprodurre la ricetta ma proprio di trovare la miscela per Gnocchi sprint non se ne parla il quantitativo di farina per gnocchi sotituitelo con metà farina per pizza e metà fiocchi di patate ma vi do le dosi negli ingredienti.
Per le ciambelline:
125 g di farina 00 per pizza
125 g di miscela Gnocchi sprint
(oppure 190 g di farina 00 per pizza e 60 g di fiocchi di patate)
125 ml di latte
12 g di lievito di birra
20 g di zucchero
40 g di burro
1 uovo grande
1 pizzico di sale
zucchero semolato per decorare
Per la crema:
90 g di robiola
2 cucchiai di marmellata di limoni
2 cucchiaini colmi di zucchero a velo 
Mescolare le farine, unire lo zucchero, il sale e il burro morbido,  sciogliere il lievito nel latte e unirlo al composto, unire anche l'uovo e mescolare finché non si ottiene un composto solido e ben amalgamato. Lasciar lievitare 2-3 ore, riprendere l'impasto e formare 12 palline, schiacciarle al centro con il dito formando un foro e dopo averle fatte riposare ancora mezz'ora friggerle in olio bollente fino a doratura, rotolarle nello zucchero semolato. lavorare a crema la robiola con lo zucchero e la marmellata porla in una sacca da pasticciere e riempire il foro di ogni ciambella completare con confettini colorati.

2012-02-16

Coriandoli e Frittelle

Molla linea Marchesi di Broggi
Oggi giovedì grasso è ammesso quindi parlare di fritti ed io lo faccio con due ricette di frittelle che sono tradizione a casa mia dal momento che la mia mamma le ha sempre preparate così. In quanto tradizione ne propongo una variante innovativa che prevede l'aggiunta di coriandoli di prosciutto cotto e di pancetta da me realizzata per l'iniziativa Coriandoli e frittelle promossa da Ferrarini e Vismara di cui da giorni ormai vedete il logo esposto
Frittelle di zucca con coriandoli di pancetta
Ingredienti:
350 g di zucca già pulita
100 g c.a. di farina
50 g di grana grattugiato
50 g di coriandoli di pancetta Vismara
2 uova
sale e pepe nero q.b.
Olio di oliva per friggere
Grattugiare la zucca con la mandolina, salarla e lasciarla spurgare un paio d'ore, poi strizzarla e mescolarla con le uova, la farina, il formaggio, la pancetta, una macinata di pepe e sale se occorre. Prelevare la pastella a cucchiaiate e friggere le frittelle in olio bollente schiacciandole un po' con un cucchiaaio e rigirandole a metà cottura per farle dorare da ambo i lati.
Frittelle di scarola con coriandoli di cotto
Ingredienti:
200 g di scarola lessata e strizzata
80 g c.a. di farina
2 uova
50 g di grana grattugiato
50 g di coriandoli di cotto Ferrarini
sale e pepe q.b.
Olio di oliva per friggere
Tagliuzzare la verdura e mescolarvi la farina, le uova, il formaggio e il prosciutto, regolare di sale e pepe. Prelevare la pastella a cucchiaiate e friggere le frittelle in olio bollente schiacciandole un po' con un cucchiaaio e rigirandole a metà cottura per farle dorare da ambo i lati.
* Perfetta per entrambe le ricette una farina di grano tenero 00 come la Gran Mugnaio antigrumi di Molino Spadoni
L'argomento frittelle mi porta alla mente che il fritto è una delle cotture più difficili da realizzare, io stessa pur avendo mia madre che in materia è grande esperta ho incontrato qualche difficoltà. Se la materia vi stuzzica e avete voglia di imparare pietanze originali e ben fritte Giunti editore ha pubblicato a cura di Stefano Bonilli un bel libro di Annalisa Barbagli e Stefania Barzini sull'argomento, Fritto e Mangiato il titolo del libro che, con le firme di cui vi ho detto, non può che essere un autorevole e ben articolato testo in materia di fritti. 35 appetitose ricette dolci e salate  accompagnate da eloquenti immagini e corredate di 80 minuti di filmato in DVD che illistrano la preparazione di bel 10 ricette per non avere più alcun timore davanti alla padella colma di liquido rovente.

2012-02-15

Stasera a casa di chi?

Sottopiatto collezione rattan Nella Longari Home
Mi piace curiosare nelle cucine altrui, scoprire le tradizioni familiari che, a volte consciamente e molto più spesso inconsapevolmente, si tramandano da generazioni, carpire i segreti di ogni regina dei fornelli.
Questo a volte è possibile grazie ai libri, ultimamente poi parlare di cucina fa moda ed anche i personaggi famosi ci mettono a parte del loro più intimo vissuto culinario e così star internazionali come Gwineth Paltrow ci aprono le porte della loro cucina e del loro cuore per raccontarci la propria vita vista dai fornelli. Sfogliando e leggendo Appunti dalla mia cucina edito da Salani, guardando quel meraviglioso sorriso dell'attrice e quei golosi piatti che escono dalle sue belle manine ti viene da chiederti ma i talenti sono equamente distribuiti o, come penso, molto spesso finiscono tutti nelle mani di qualcuno lasciando a bocca asciutta gli altri? Ben 150 ricette semplici e sane oltre che accattivanti compongono il volume ricchissimo di foto e di ricordi del'autrice. Ah! Solo gli amanti dei Coldplay resteranno un po' delusi, di Chris Martin neppure un'immagine.
Torniamo a casa nostra, anzi andiamo a casa di Cristina Bottari che con il suo CasaMia uscito per Food Editore dopo il successo di MammaMia sta già scalando la classifica dei libri più venduti, chi si domanda il perchè del successo dovrebbe sfogliare il libro che è la trascrizione in bella copia del classico quaderno di cucina che ogni mamma ha sempre a portata di mano, ricette belle da vedere e semplici da realizzare, buone e fattibili, golose illustrazioni con il leit motif delle tappezzerie anni ’70, le ricette illustrate ad acquerello dall'amico Alessandro e  tanti consigli su come apparecchiare, risolvere brillantemente la quotidianità e far sentire a casa propria gli ospiti. Un libro indispensabile per chi ama i piaceri della tavola.
A casa di Jo di Francesca Barra per Aliberti editore ci porta invece in una cucina giovane e glamour per imparare a cucinare senza rinunciare ai tacchi a spillo proprio come la bella e nota giornalista autrice del libro. Tante ricette, tanti racconti e tanti ricordi oltre ai piatti preferiti da molti personaggi famosi.
Per concludere vi porto simbolicamente a casa mia per offrirvi uno stuzzichino in pieno stile CoCò, dei triangolini di pasta fillo con dentro un goloso ripieno di  Torta orobica, un formaggio a pasta molle e cremosa del Caseificio Taddei e una  eccezionale confettura di uva,  mele Stark e noci di SaporMundi .
Ingredienti
Per la pasta fillo:
150 g di farina manitoba*

olio extravergine d'oliva
acqua calda
Per il ripieno:
formaggio molle
confettura a piacere
Preparate l'impasto con la farina, un cucchiaio di olio e acqua calda quanto basta ad ottenere un solido panetto che dividerete in tre palline da far riposare mezz'ora prima di stenderle.
Stendete ciascuna pallina in un rettangolo sottilissimo, un velo, aiutandovi con dell'olio, pennellate la superficie con olio e suddividetelo in 6 rettangoli, quasi delle strisce. Posizionate in un angolo di ogni striscia un pezzettino di formaggio e un po' di confettura e chiudete a triangolo avvolgendo più volte la pasta attorno al ripieno in modo che lostesso resti sigillato all'interno.
Cuocete i triangoli in forno preriscaldato a 190° finché risulteranno dorati.

*la farina manitoba, utilizzata per la pasta fillo è sempre quella ottima di Rosignoli Molini

2012-02-12

Per San Valentino una torta salata ma non troppo

Vassoio collezione Metropolis IVV
I contest di Rigoni di Asiago sono sempre estremamente stimolanti per la mia fervida fantasia, dopo il risotto che sapeva di bosco stavolta mi sono ritrovata a creare una torta salata con la marmellata.
Avete capito benissimo il titolo del contest è infatti "Una torta salata ma non troppo" io sono partita da una sette vasetti versione salata ed ho realizzato una torta con pecorino, marmellata di agrumi ed olive. Certamente non ho inventato nulla ma ne è venuta fuori una torta di cui vado orgogliosa, la marmellata ha arricchito l'impasto di profumi smorzando il piccante del comunque ottimo pecorino romano Dop, per guarnire la torta dei Cuoricini di pecorino romano Dop Brunelli una vera chicca per il giorno degli innamorati.

Torta al pecorino agrumi e olive

Ingredienti:

3 uova
1 vasetto di yogurt al naturale
1 vasetto di pecorino romano

1 vasetto di olio

3 vasetti di farina

½ vasetto di marmellata di agrumi

1 vasetto di olive verdi denocciolate

1 bustina di lievito per torte salate

Separate i tuorli dagli albumi, montate i tuorli con lo yogurt, il pecorino, l'olio e la marmellata, unite la farina, il sale ed il lievito setacciato e infine le olive verdi spezzettate. Montate a neve gli albumi e uniteli al composto. Versate l'impasto in uno stampo a cerniera* unto e infarinato e infornate a 180° per 30minuti circa. Per esser ecerti della cottura provate con uno stecchino di legno prima di sfornare. Sformate il dolce e decoratelo con cuoricini di formaggio pecorino.

* ho utilizzato uno stampo a cerniera da 26 cm di diametro della linea Keramia di Guardini.

2012-02-10

La cottura sottovuoto

Un'amica mi scriveva ieri in un commento che ogni mio post sembra un "compendio" di letteratura culinaria, non ho queste pretese ma ho scoperto che oltre a mangiare bene, cucinare e creare piatti nuovi, mi piace ancor più parlare di cibo, studiare nuovi prodotti e nuovi metodi di ultilizzazione delle materie prime.
Oggi vi parlo di un esperimento che ho fatto di recente con la mia macchinetta V2040   FoodSaver, un dispositivo per la conservazione sottovuoto degli alimenti. Il sottovuoto tutti ormai sappiamo che è un grande alleato di chi fa acquisti di grandi quantità di cibo perché, eliminando l'aria, consente di mantenere il cibo fresco cinque volte di più rispetto ai metodi di conservazione tradizionali. Consente di preparare in anticipo le pietanze o i sughi base, e conservarli senza paura che il sapore e la freschezza siano compromessi, permette di conservare perfettamente i cibi nel congelatore per anni senza che subiscano alcuna alterazione di sorta. Non tutti sanno però che permette anche di cuocere pietanze sane, integre e gustose senza aggiunta di grassi.
Prendete ad esempio il pesce come nel mio caso, avevo quattro merluzzetti freschissimi, li ho puliti, li ho chiusi nel sacchetto sottovuoto insieme a tante erbette aromatiche, un pizzico di sale, una macinata di pepe bianco e qualche scorzetta di limone, poi li ho tuffati in  un bel bagno di acqua bollente per 20-25 minuti ed aperta la busta ho tolto le lische ed ho mangiato il pesce solo irrorato con un filo d'olio crudo con del riso venere integrale Gli Aironi semplicemente lessato, all'interno della busta i sapori erano integri e i liquidi del pesce mi hanno creato un brodetto aromatico che mi ha condito il riso.

Coppette a goccia in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto collezione Opera Prima di Wald
Ora non mi resta che sperimentare la cottura in lavastoviglie che ne pensate?

2012-02-08

Un panino per una birra

Vassoio e runner collezione Impronte di Wald

Si fa presto a dire un panino e una birra. Si ma che panino e che birra? Procediamo con ordine, sapete che in Italia sempre più si producono birre artigianali di eccezionale qualità, ecco, le birre di Zago sono certamente tra le migliori. Parlo di birre artigianali non pastorizzate, senza conservanti, prodotte da un'azienda nata nel 1978 in provincia di Pordenone dall'amore di Mario Chiaradia, il titolare, per le “Living beers” ovvero Cuvée di malto vive, ricche di lieviti, artigianali e non pastorizzate. Zago dopo trent'anni di onorata attività non produce solo birre di alta qualità senza aromatizzanti e conservanti ma altri prodotti a base di birra come le gelatine di birra e una selezione di caffè provenienti da tutto il mondo, ma di questo vi dirò più avanti, ora torniamo all'argomento di oggi. La birra che ho scelto per il "matrimonio" di oggi è una  SaintHubert, una bionda doppio malto con note di frutta fresca e crosta di pane caldo. Ovviamente per accompagnare una birra di tal fatta non potevo andare dal fornaio e prendere un comune panino da farcire con un comune ripieno, no! Volevo un panino speciale preparato con una farina speciale e così ho preparato le ciabatte con il poolish di Sara Papa con la farina Petra1 di Molino Quaglia, fatele vi prego ma procuratevi la farina giusta se no a che serve c0nsigliarvi. Per il ripieno ci voleva qualcosa che fosse all'altezza dell'involucro e della birra d'accompagno così delle fette di roastbeef preparato in casa, un po' di Provola Iblea dolce e delicata dipasQuale formaggi, dei carciofi dorati in padella con cipolla e una salsa, anzi un'ultrasalsa di funghi porcini cipolle e menta della linea Salse al Cubo3, senza coloranti, senza additivi e senza conservanti. 
Ma ora la ricetta delle ciabatte al poolish
Ingredienti
Per il Polish:
300 g di farina Petra1
300 g di acqua
7,5 g di lievito di birra
Per l'impasto:
600 g di farina Petra1
375 g di acqua
9 g di lievito di birra
9 g di malto o miele

18 g di sale
semola di grano duro rimacinata per la spianatoia
Preparere il poolish: sciogliere il lievito nell'acqua a 22°c aggiungere la farina setacciata e impastare facendo attenzione a non formare grumi, lasciar lievitare 2 ore. Mettere in una ciotola la farina per l'impasto, il malto e il sale. Diluire il lievito nell'acqua, versare il composto sul poolish e malgamare. Versare il composto nella ciotola della farina e impastare. versare l'imapsto in una ciotola unta d'olio e far lievitare ancora 1 ora. Rovesciare il composto su una spianatoia cosparsa di semola e spolverizzare di semola anche la superficie. Tagliare delle strisce di 5x10 cm e porle sulla spianatoia con il taglio verso l'alto appiattire con le dita allungando un po' e porle su una teglia con carta forno cosparsa di semola. Lasciar lievitare coperte fino al raddoppio. Cuocere in forno caldissimo con una ciotola d'acqua sul fondo per creare umidità.


*Quando farcite il panino vi consiglio di condire la carne con un filo d'olio e qualche granello di sale rosso Alalea delle Hawai ne esalterete ancor più il sapore. 

2012-02-06

Pasticcini siciliani


Coppetta linea Confetti di Vetri delle Venezie
Un pasticcino che profuma di Sicilia, con pistacchi di Bronte e golosa crema al mandarino Le cremose di Bacco Srl per superare queste rigide giornate con il sorriso sulla bocca.
Pasticcini di pistacchi mandorle e crema al mandarino
ingredienti 
100 g di farina di pistacchi
100 g di farina di mandorle spellate
200 g di zucchero a velo
1 albume
crema al mandarino
Mescolare le farine e unirvi l’albumeve lo zucchero a velo tenendone da parte una cucchiaiata, ricavare dall’impasto ottenuto dodici-quattordici palline. Schiacciarle tra le mani e porre al centro di ognuna un po’ di crema al mandarino, richiudere l’impasto a pallina facendo in modo che la crema resti all’interno. Poggiare i biscotti su una teglia foderata di carta forno, con il lato richiuso alla base.  Lasciare riposare qualche ora in frigo e poi infornare a 200° per 10 minuti circa. Cospargere con lo zucchero a velo tenuto da parte prima di servire.

2012-02-03

Zuppa campagnola alla maremmana

Tegame in terracotta Colì
La tragedia della Concordia  ha portato i riflettori sulla fantastica e a questo punto (ahime!) sfortunata Isola del Giglio, un mare splendido minacciato da quel gigante di ferro che giace riverso su un fianco, un'isola ospitale dove ho scoperto che si mangia pure ottimamente.
Per volontà della Pro Loco dell'isola è stato pubblicato da Effigi in collaborazione con Primamedia editore Isola del Giglio Antiche ricette, le ricette raccontate dalla viva voce delle nonne gigliesi per scoprire il tesoro di memorie e tradizioni culinarie di questo meraviglioso scoglio. 125 ricette per portare a casa propria un pezzettino di quest'isola che non è solo mare e sole.  
Sempre per restare in zona  Aggiungi un posto a tavola pubblicato  dello stesso editore Effigi che raccoglie ricette Maremmane di Orbetello e dintorni prima che l'ondata della "nouvelle cuisine" e delle mode televisive mettessero a rischio il patrimonio di identità locali. I piatti veri e genuini della tavola mediterranea, toscana, maremmana, orbetellana. Molte le ricette che mi hanno incuriosita tra cui questa zuppa contadina che ho riprodotto fedelmente per non inficiare in alcun modo la tradizione.
Zuppa campagnola
Ingredienti per 6 persone:
1 bicchiere di olio extravergine d'oliva
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 mazzetto di odori (sedano, basilico, prezzemolo)
1/2 kg di pelati, spinaci, bietola, patate, piselli, carciofi
brodo
6 uova
pane raffermo
Fare un soffritto con olio, cipolla, aglio e odori, quando è ben rosolato unire i pelati. Allungare con brodo, salare, unire le verdure tagliate a pezzi e lasciar cuocere allungando di tanto in tanto con il brodo. Quando il sugo si è ristretto unire le uova senza farle rassodare troppo. Porre in una zuppiera il pane a fette e sopra la zuppa. lasciar ammorbidire bene il pane prima di servire.
Piatti quasi dimenticati  si possono gustare in alcuni locali sparsi sulla nostra bella penisola e per avere la mappa chiara dei piatti e dei locali La cucina ritrovata pubblicato da Morellini editore, un volume totalmente inedito a cura di Andrea Guolo che raccoglie oltre 80 antiche ricette che pur facendo parte della tradizione gastronomica regionale sono ormai quasi spariti dai menù dei ristoranti  perché magari di difficile esecuzione o con ingredienti ormai introvabili o semplicemente perchè troppo caloriche. Uno strumento unico che offre un viaggio tra i sapori di un tempo  per conoscere le ricette "sparite" e scoprire, con l'aiuto dei recensori de ilmangione.it, dove assaggiarle; si sa mai che nel week-end nonostante il clima poco invitante abbiate voglia di andare a pranzo fuori...

2012-02-01

Conchiglie risottate alla crema di carciofi e pecorino siciliano

Sottopiatto in rattan Nella Longari Home, piatto collezione Sant-Tropez di Laboratorio Pesaro
I cuori dei carciofi sono buoni e su questo nessun dubbio, ma tutti quegli scarti che fate li buttate via? Sacrilegio! Ho scoperto su La Cucina Italiana di Gennaio che se ne può ricavare un gustosissimo brodo con cui fare vellutate o risotti  o nel mio caso pasta. Basta raccogliere gli scarti dei carciofi (gambi mondati e foglie esterne di 4-6 carciofi) e lasciarle cuocere per un'ora con un litro d'acqua dopo averli rosolati con  mezza cipolla in un po' d'olio. Una volta cotti si passano al passaverdure e se ne ricava un brodo denso e molto saporito.
E visto che il clima richiede piatti caldi e appetitosi io vi propongo questa pasta risottata con la crema dei carciofi e un piccante e deciso Pecorino Siciliano dop dipasQuale Formaggi.
Ingredienti per 4 persone:
400 g di conchiglie rigate
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
vino bianco
olio extravergine d'oliva
brodo di carciofi
Pecorino siciliano Dop
Preparare un classico soffritto di carota, sedano e cipolla e rosolarlo in un fondo d'olio, unire la pasta cruda e lasciarla un po' insaporire, sfumare con vino bianco, portare a cottura come un risotto aggiungendo un po' alla volta il denso brodo di carciofi. A fine cottura mantecare con pecorino grattugiato.
*Per tritare velocemente il soffritto utilizzo lo Swizzz cut di Eva collection, per cuocere la pasta una pentola ideale per evitare che il cibo attacchi al fondo è la casseruola con due maniglie della linea Salento Keravis WhiteStone di Ballarini.