Cucina, libri, luoghi, moda, lifestyle

2013-04-30

Pecorelle alle mandorle

Domani è il primo maggio, giorno adatto alle gite fuori porta o, se il tempo non dovesse permettere, perfetto da trascorrere in compagnia dei più piccoli a preparare con loro qualcosa di divertente come queste pecorelle alle mandorle. Giulio e Aurelia ne vanno pazzi, in realtà avrei voluto partecipare con le pecorelle alla raccolta di Salutiamoci che questo mese prevedeva come ingrediente le mandorle ma alla raccolta "salutista" di Salutiamoci non sono ammessi gli zuccheri ed io sinceramente non sono stata capace di fare queste pecorelle con tofu ed altro pertanto la mia partecipazione questo mese è solo ideale e chiedo alle amiche di Salutiamoci, qualora sia possibile, di adattare la mia ricetta utilizzando l'idea di base ma sostituendo con altri ammessi gli ingredienti vietati da me utilizzati, sarei lieta di replicarla secondo le loro indicazioni.
Pecorelle alle mandorle
Ingredienti:
120 g di savoiardi
100 g di pasta di mandorle
60 g di burro
2 cucchiai di latte di mandorla
1 tuorlo
cocco grattugiato q.b.
mandorle pelate q.b.
gocce di cioccolato q.b.
Frullare i biscotti con la pasta di mandorle, il burro, il tuorlo e il latte di mandorla, lasciar rassodare un po' il composto in frigo, poi formare delle palline un po' allungate e rotolarle nel cocco, completare ogni pecorella con le mandorle sistemate a mo' di musetto e orecchie e con le gocce di cioccolato formare gli occhietti, adagiare le pecorelle su un verde prato...

2013-04-28

Carbonara alla trota salmonata affumicata e sua bottarga

Piatti Ceramiche Maroso
Di sicuro anche stavolta non ho inventato niente però questo piatto di carbonara alla trota salmonata affumicata ha di certo il potere di svecchiare il classico. Un piatto che si prepara in pochissimi minuti e che è davvero un'esplosione di gusto. Spaghettoni trafilati al bronzo Granoro, trota salmonata affumicata e bottarga di trota TrotaORO gli ingredienti che lo rendono speciale.
Carbonara alla trota salmonata affumicata e sua bottarga
Ingredienti per 4 persone
400 g di spaghettoni
150 g di trota salmonata affumicata
1 uovo e un tuorlo
2 cucchiai di bottarga di trota
2 cucchiai di latte
sale e pepe
Lessare la pasta in abbondante acqua salata. Tagliuzzare la trota e saltarla in padella con la pasta cotta al dente. Fuori dal fuoco unire le uova battute con il latte, sale, pepe e la bottarga. 

2013-04-26

Schiacciatine al lardo e gite di primavera

focaccine al lardo
Vassoio La Porcellana Bianca, tovagliolo GreenGate
Quella delle schiacciatine al lardo non è una vera e propria ricetta ma più un'idea, un ricordo che ho innovato a mio modo. E' tradizione del mio paese e della mia famiglia preparare schiacciatine tipo queste con l'impasto di pane e i cicoli di maiale ottenuti lasciando cuocere per ore gli scarti grassi del maiale in acqua e sale. Ho utilizzato l'idea di base sostituendo ai cicoli il profumatissimo Lardo con scannello di Corrado Benedetti, una sorta di pesto di lardo, erbe aromatiche, odori e scannello di maiale, il cui gusto e aroma intenso mi hanno fatto subito pensare a queste schiacciatine al lardo.
Ingredienti:
400 g di pasta di pane
100 g di lardo con scannello
Amalgamare la pasta di pane con il lardo e lasciar lievitare ancora un'oretta. Disporre l'impasto in una teglia oleata in uno strato sottile come fosse una pizza, intagliare la focaccia prima di infornarla in modo che una volta cotta (diventa quasi biscottata) sarà più facile ricavarne dei rettangolini.
Si conserva per diversi giorni in una scatola di latta.
Parlavo di ricordo perché mia nonna prima e mia madre poi preparavano le schiacciatine come snack da portarci dietro in viaggio e poiché la primavera è arrivata con i suoi ponti, le gite all'aria aperta, i viaggi o anche le semplici passeggiate vi suggerisco in tal modo cosa mettere nello zaino e magari anche qualche utile guida che vi aiuti a scegliere dove andare per trasformare ogni itinerario in un itinerario di gusto.
Per conoscere meglio le tavole della mia Calabria, ma anche i prodotti del territorio Guida ai ristoranti di Calabria scritto da Ottavio Cavalcanti e Gianfranco Manfredi e pubblicato dall'editore Rubbettino, una guida completa, la prima, alla ristorazione regionale. Ogni capitolo, uno per provincia, si apre con una presentazione storica, artistica e territoriale e si chiude con gli Itinerari del Gusto. I locali, ristoranti, trattorie, wine bar, osterie e pizzerie, sono descritti nel dettaglio con tanto di immagini prezzi e specialità e ogni scheda è arricchita da una piccola chicca ovvero una ricetta che gentilmente lo chef ha concesso agli autori. Completano la guida i migliori vini, gli oli e le tipicità di ogni provincia calabrese, tanti spunti quindi per prendere la macchina ed avventurarsi alla scoperta del buono di questo territorio poco conosciuto anche a noi che ci viviamo.
Se vogliamo spostarci appena un po' più a nord La puglia è servita 2013, la guida di Tirsomedia giunta alla sua 17esima edizione, e disponibile anche in formato digitale. Dal Gargano alla Daunia, dalla Messapia fino alle coste del Salento i luoghi del buon magiare sono raccontati dal critico enogastronomico pugliese Pasquale Porcelli. Ristoranti, trattorie, vinerie, masserie, dimore d'epoca etc. descritti con dovizia di particolari per scoprire meglio una regione che già sappiamo essere splendida.
Per conoscere l'Italia più nascosta, non quella delle grandi città ma quella dei piccoli borghi I borghi più belli d'Italia, la guida della Società Editrice Romana che non avrebbe certo bisogno di presentazione. Ben 208  piccoli tesori disseminati su tutto il territorio nazionale,  meravigliosi borghi da scoprire attraverso storia, bellezze artistiche, sagre e feste patronali, ma anche golose tipicità perché non c'è davvero luogo in Italia che non abbia il suo piatto e/o il suo prodotto tradizionale a  rappresentarlo.

2013-04-24

Risotto con asparagi e pancetta mantecato alla burrata

risotto con asparagi pancetta e burrata
Piatto Ceramiche De Simone, tessuto Busatti
È bello approfittare del clima mite e di qualche giorno festivo per fare salutari passeggiate nei campi e portare a casa qualcosa di veramente buono e ricco di benefiche proprietà da utilizzare per i nostri piatti di primavera, ecco da dove viene il mio risotto con asparagi e pancetta mantecato alla burrata. Nei nostri campi calabresi abbondano gli asparagi selvatici perfetti per le frittate  o le zuppette della tradizione ma anche per ricette nuove. Un'idea golosa è quella del risotto arricchito da Pancetta affumicata a cubetti Furlotti e mantecato con la sempre più apprezzata burrata pugliese.
Risotto con asparagi e pancetta mantecato alla burrata

Ingredienti per 4 persone: 
400 g di riso carnaroli 
1 mazzetto di asparagi 
80 g di pancetta affumicata 
1 cipollotto 
olio extravergine d'oliva 
1/2 bicchiere di vino bianco 
sale e pepe 
brodo vegetale 
200 g di burrata 
2 cucchiai di formaggio grana grattugiato*
Tritare finemente il cipollotto e imbiondirlo in un tegame con un filo d'olio e la pancetta a dadini, unire gli asparagi mondati e spezzettati, salare, pepare e lasciare insaporire per qualche minuto, unire il riso e tostarlo nel fondo mescolando di continuo, sfumare con il vino e portare a cottura con il brodo (o semplicemente acqua) bollente unendo il liquido un mestolo per volta. A cottura ultimata, fuori dal fuoco, unire la burrata sminuzzata e il parmigiano mantecando per bene prima di servire.

*Ho utilizzato Grana Bella Lodi

2013-04-22

Insolito dessert di colomba al limone e mousse alla ricotta

insolito dessert
Piatto La Porcellana Bianca, tessuto Busatti
Questo è un dessert di facilissima esecuzione il classico esempio in cui oltre agli ingredienti, che devono essere di primissima qualità, è la presentazione a far davvero la differenza. Per chi spesso me lo chiede oggi voglio ammetterlo, è vero le penso davvero la notte queste creazioni e poi, elaborate anche per diversi giorni nella mia mente, prendono la forma in momenti inaspettati. Anche stavolta è stato così. Colomba al limone Loison, specialissima con crema e limoni canditi, invidiabili limoni appesi all'albero davanti casa, piantine di mentuccia che riappaiono miracolosamente dopo il freddo inverno e fragole che si offrono spontanee al mercato, in pratica mancava solo la ricotta e pochissimo altro.
Eccovi al ricetta per 6
Ingredienti:
3 grossi limoni
6 fette di colomba al limone
6 fragole
6 ciuffetti di menta fresca
per la mousse alla ricotta:
180 g di ricotta freschissima
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiaiate di panna montata
Montare i tuorli con lo zucchero, unire la ricotta e in ultimo la panna montata senza smontare il composto. A piacere si può aromatizzare la crema con un cucchiaio di limncello.
Tagliare in due i limoni nel senso della lunghezza, svuotarli, inserire in ogni ciotolina ricavata una fettina di colomba e una cucchiaiata di mousse alla ricotta, decorare con la fragola e la menta e lasciar riposare il dolce in frigo prima di servire.

2013-04-19

Torta di pane ripiena di carne e mortadella

torta di pane alla mortadella
Teglia con coperchio La Porcellana Bianca, piatto Easy Life Design , tessuti Busatti
Per quanto si voglia non sprecare capita molto spesso, almeno a casa mia dove il pane non più freschissimo difficilmente si consuma tal quale, di avere pane raffermo a iosa e buttare il pane è davvero un peccato dal momento che ci si possono fare infinite bontà. Una di queste è la torta che vi presento oggi, prende spunto da un classico gattò in cui alle patate ho sostituito il pane. Golosissimo il ripieno con carne e mortadella Felsineo insaporiti da formaggio di latte misto Vergaro Alibrandi Brunelli, poca spesa e molta resa per un piatto gustosissimo che, accompagnato da un'insalata, costituisce un pasto completo.
Torta di pane con ripieno di carne e mortadella
Ingredienti
per la base:
500 g di pane raffermo ammollato e strizzato
1 uovo
pecorino romano D.O.P. grattugiato
sale e pepe
per il ripieno:
150 g di carne
150 g di mortadella
formaggio molle misto pecorino
olio extravergine d'oliva e pangrattato per la teglia
Mescolare il pane, ammollato e strizzato, con l'uovo, sale e pepe e il formaggio grattugiato.
Bagnare e strizzare un foglio di carta forno e rivestirvi una teglia, oleare la carta e cospargerla di pangrattato formare una base con metà dell'impasto di pane. Mescolare intanto la mortadella, la carne e il formaggio macinati e disporre il ripieno così ottenuto sulla base di pane, completare con il restante pane, livellare bene la superficie, cospargere di pangrattato e irrorare con un filo d'olio cuocere in forno caldo a 180° per 20-25 minuti appena la torta risulterà ben dorata. Lasciar intiepidire e tagliare a fette.
Parlando di questa torta di pane e del riciclo degli ingredienti non posso non parlarvi di alcuni libri usciti di recente ed attenti alle problematiche relative al risparmio, piuttosto attuali in questo intenso periodo di crisi che stiamo vivendo.
Stefania Rossini, la blogger low cost più famosa d'Italia ha pubblicato qualche mese fa con L'Età dell'Acquario. Vivere in 5 con 5 euro al giorno è il titolo del prezioso libro in cui l'autrice mette a nostra disposizione il suo sapere e le sue tecniche per risparmiare nella vita quotidiana. Al di là del seguire o meno pedissequamente il programma di vita "estremo" adottato dalla Rossini ritengo sia essenziale un po' per tutti oggi  ripensare il proprio modo di vivere privilegiando il fare invece che il comprare e l'essere piuttosto che l'avere, oltre a risparmiare conducendo una vita più responsabile ritengo che come individui e società ne avremmo solo da migliorare. Nel suo "piccolo manuale di decrescita felice" come lei stessa lo definisce ci sono cose davvero facili da imparare, piccoli accorgimenti quotidiani che, presi come abitudine, diventano gesti spontanei, dalle grandi ripercussioni. Un budget davvero limitato che basta a Stefania per cibo, vestiti, detergenti per la persona e per la casa, cosmesi, materiali scolastici e qualche regalino ai bimbi…non pensate che abbiamo da imparare?
C'è da imparare anche Nella cucina Ely, il gustoso blog di Elena Valsecchi che ha pubblicato il suo primo libro con Edizioni Anordest. Il libro, nato dall'esigenza di dare la possibilità alla gente  di poter mettere assieme colazione pranzo e cena con una spesa accessibile, porta il nome del blog e raccoglie le ricette dell'autrice in menù componibili da 2€ a persona. Suddiviso in sei capitoli ordinati per ricette base, stagioni e ricette del riciclo. Per ogni stagione sono presentati cinque menù completi con primo, secondo, contorno e dolce e cinque proposte di piatto unico (i piatti che più adoro). Completano il libro bellissime immagini dei piatti realizzati e  i consigli della cuoca Ely.
In tempo di crisi la tendenza è quella del risparmio, alcuni tagliano sul cibo rinunciando alla qualità, ma se la tendenza è questa c'è il rischio che aumentino sovrappeso e obesità e di conseguenza le malattie ad esse legate. Per evitare questi rischi occorre seguire la dieta mediterranea e ci aiutano a farlo Marialaura Bonaccio e Giovanni De Gaetano nel loro La Dieta Mediterranea ai tempi della Crisi pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore. Importanti studi epidemiologici e programmi governativi  posti in atto da diversi paesi alla ri-scoperta della dieta mediterranea, l'unica in grado di dare risposte concrete per arginare la deriva della salute di mezzo mondo.

2013-04-18

Pasta con vongole e fagioli per Non fare il pesce lesso

pasta e fagioli con vongole
Tovagliolo GreenGate, cucchiaio Broggi

Dal 9 al 12 maggio si terrà a Genova Slow Fish, l'evento dedicato al pesce sostenibile, in concomitanza con l'evento è stato organizzato un simpatico contest con ricchi premi.
Per partecipare a Non fare il pesce lesso bisogna creare una ricetta con una tra le dodici specie di pesce dei nostri mari scelte badando anche alla stagionalità, qui trovate l'elenco http://slowfish.slowfood.it/sala-stampa/dettaglio-press/?pressid=172922&presstitle=non-fare-il-pesce-lesso-le-specie-in-concorso e poi spedire un messaggio privato sulla pagina Facebook di Slow Food Italia con la foto con la descrizione della ricetta. Le migliori saranno selezionate da una giuria composta dalla redazione Slow Food che sceglierà le 10 meritevoli della seconda votazione pubblica.
Guardando la lista mi sono accorta che, fatta qualche eccezione, sono i pesci che più consumo davvero e quindi perché non inviare la mia ricetta di Pasta con vongole e fagioli?
Ingredienti per 4 persone:
250 g di pasta mista
1 Kg di vongole veraci
1 tazza di fagioli cannellini già lessati
1/2 tazza di salsa di pomodoro
2 spicchi d'aglio
1/2 bicchiere di vino bianco secco
olio extravergine d'oliva
1 peperoncino piccante
prezzemolo
sale
Dopo aver ben spurgato le vongole metterle in un tegame con uno spicchio d'aglio e il vino, coprire e lasciar aprire a fuoco vivace muovendo il tegame di tanto in tanto. Togliere le vongole e filtrare il liquido di cottura.
In un largo tegame imbiondire l'aglio rimasto, con un filo d'olio, unire il liquido delle vongole e la salsa di pomodoro, il peperoncino e i fagioli, regolare di sale stando attenti perché il liquido è già saporito. Cuocere per cinque minuti, unire metà delle vongole sgusciate, la pasta lessata al dente e le vongole con il guscio. Lasciare insaporire e unire il prezzemolo tritato prima di servire.
Parlando di pesce il mio pensiero va di certo al mare e a chi il mare lo vive navigando. Un tempo chi viaggiava per mare doveva accontentarsi e cibarsi per sopravvivere. Oggi chi si avventura per mare dispone certo di una cambusa ben più fornita, avendo anche la possibilità di servirsi di moderni sistemi di conservazione degli alimenti. Non vi è in effetti bisogno di scendere  dalla propria imbarcazione per gratificare il  palato e ce ne dà saggio lo skipper Massimo Caimmi nel suo completo Il marinaio goloso edito da Magenes. Un libro in cui sono raccolte 150 ricette gustose e semplici da realizzare anche nei limitati spazi della cucina di una imbarcazione. Gli alimenti di ogni dove sono analizzati nella loro storia, nei metodi di preparazione e conservazione. Appassionati di cucina e amanti della navigazione troveranno certamente interessante il ricco volume, che si completa ed impreziosisce ulteriormente con immagini, aneddoti e curiosità,  perché la vita di un marinaio ha sempre quel fascino aggiunto.

2013-04-16

Il Babà, uno dei simboli della cucina partenopea

babà napoletano
Piatto e tessuti Wald
La cucina napoletana è pura poesia e tanti sono i piatti che la rappresentano perché a Napoli la cucina è "na cosa seria" nel vero senso della parola e posso affermare, senza tema di smentita, che in pochi altri posti si mangia come in Campania. Ho scelto tre libri, tra gli ultimi usciti, che rappresentano per me la "napoletanità" a tavola.
Le ricette di Napoli di Luciano Pignataro, noto giornalista e profondo conoscitore dell'eno-gastronomia del sud Italia nonché autore dell'omonimo e seguitissimo blog, è un libro sulla filosofia della cucina napoletana. Tanto semplice nel titolo quanto completo ed esaustivo nei contenuti il libro, pubblicato da Edizioni dell'Ippogrifo,  è "un aggiornamento indispensabile della enorme e profonda cultura gastronomica partenopea destinato a diventare il nuovo classico che ogni casa deve avere" come si legge nella quarta. Una firma autorevole per un lavoro molto curato che ha visto la luce dopo ben sette  anni di ricerche. La bellezza e il gusto di Napoli e della Campania tutta, raccontati attraverso 650 ricette delle famiglie, dei ristoranti, delle trattorie e di qualche agriturismo. Cucina di strada, antipasti, primi, secondi di pesce e di carne, verdure, contorni, conserve e dolci. Ogni singolo piatto è raccontato nella storia e nelle varianti con cui può esser interpretato.Un libro prezioso la leggere e non solo da consultare.

Un libretto pienamente godibile è O.O. Onnivori Opportunisti di Mario Avallone, pubblicato da Edizioni Scientifiche e Artistiche, un Trattatello di fisiognomica culinaria che ha tutta la personalità del suo autore, cuoco autarchico, autodidatta, anarcoide. Così si legge nell'introduzione "Seguo un'unica ricetta, la mia. Un ingrediente, massimo tre, liberi da mode correnti". Un elogio all'arte della semplicità direi, il togliere come atto supremo per dare maggiore importanza all'ingrediente, nel modo più elegante possibile, utilizzando le eccellenze. "Il gusto è il vero sesto senso... il gusto è la somma di tutto quello che siamo. Usiamolo ad arte, sia per godere che per smontare tutto quello che le mode, i tic, il pecorume, comodamente impongono".
Non mancano le ricette ovviamente complete di aneddoti, storia e varianti. 
Dalla medesima casa editrice è stato pubblicato Il Peccato di Partenope, la storia del leggendario dolce napoletano realizzato ancora oggi dell'Antica Pasticceria Vincenzo Bellavia che ha curato l'edizione del volume insieme a Claudio Canzanella. Doppio testo in italiano e inglese ed evocative immagini per raccontare il mito della sirena Partenope, la fondazione di Napoli e per svelare i segreti del Peccato di Partenope.
Dopo cotanto scrivere di Napoli un dolcetto che parli dei questa meravigliosa città ci sta proprio. Ho scelto il babà, uno dei simboli della pasticceria partenopea, la cui ricetta ho tratto dal libro di Luciano Pignataro. L'ho arricchito con crema pasticcera come vuole una delle varianti e l'ho completato con il gusto di un'amarena allo sciroppo Fabbri, per la forma mi sono discostata dal "funghetto" tradizionale optando per lo stampo a savarin più idoneo a mio parere a raccogliere e contenere il ripieno.
Babà con crema e amarena
Ingredienti
Per i babà:
240 g di farina
80 g di burro
40 g di zucchero
4 uova
20 g di lievito di birra
4 g di sale fino
Per lo sciroppo: 
300 ml di acqua
160 g di zucchero
150 ml di Rhum
Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di farina
250 ml di latte
amarene Fabbri per completare 
Utilizzare un terzo della farina per fare un panetto sciogliendo il lievito in due tre cucchiai di acua ed amalgamandolo con poca farina. lavorare la pasta fino a renderla liscia e metterla a lievitare su un piano infarinato per mezz'ora. Una volta gonfia metterla in una ciotola unire le uova, il burro morbido, amalgamare e unire la farina restante, lo zucchero e il sale. Ottenuto un impasto morbido lavorarlo tra le dita, sollevandolo e sbattendolo nella ciotola finché formerà delle bolle. Lasciarlo lievitare 40 minuti nello stesso recipiente. metterlo poi negli stampini (circa 10) unti di burro riempiendoli fino a metà. Far lievitare di nuovo fino a riempire gli stampi e infornare a 180°per circa 15 minuti. Portare a bollore il latte con la vaniglia, montare i tuorli con lo zucchero, unire la farina e poi il latte bollente mescolando di continuo. portare sul fuoco e lasciare addensare la crema. Sformare i babà e preparare la bagna  facendo bollire un paio di minuti l'acqua con lo zucchero, unire il liquore e immergervi i dolcetti, eliminare l'eccesso strizzandoli con delicatezza e farcirli con la crema preparata, decorare con l'amarena.
P.S.Dedico questo dolcetto a mia sorella che oggi compie gli anni e che essendo lontana non posso festeggiare come vorrei.

2013-04-14

Cestini di Piadina con salmerino marinato e zucchine alla salsa Baernese

piadina a cestini
Piatto decorato a mano La Vecchia Faenza
Ancora cestini, pare sia destino ultimamente che io debba ripetermi in almeno due ricette successive sul tema scelto. Quella di oggi, come del resto quella del dolce di cui al precedente post, non è una vera e propria ricetta ma un assemblaggio di cose davvero buone prodotte sul territorio nazionale che mi sono divertita ad accostare tra loro per realizzarne un divertente appetizer cui ho abbinato una eccellente birra del Birrificio AEFFE, la Diciannòv ho scelto per questo piatto, una birra che prende ispirazione dalla lunga tradizione delle birre di colore ambra e di moderata gradazione alcolica chiamate Alt che vengono servite da secoli nella città vecchia di Dusseldorf. La 19 è molto versatile in cucina abbinandosi perfettamente con tutti gli stuzzichini e le cene della nostra tradizione. 
Ovviamente il mio abbinamento è dettato da puro gusto, ma se volete abbinamenti più competenti vi rimando a  "Cruda e Crudo", un ebook in cui Edoardo Fraioli ci illustra più di 30 abbinamenti tra birra di qualità e ricette di ottima cucina. Cruda & Crudo ve lo racconto con le parole del suo autore "non è un libro di ricette, ma il racconto delle passeggiate nei mercatini rionali, i viaggi in Europa guidati dai percorsi dello street food, le gite fuori porta al solo fine di provare quella trattoria o quel posto trendy che realizza esperimenti culinari, o comprare un prodotto unico figlio di un territorio straordinario, quale quello delle piccole realtà locali italiane. 
Non è una guida alla migliore birra da acquistare ma il racconto di serate passate in compagnia con la comune voglia di parlare dei profumi e dei sapori che regalano i nostri piatti e i bouquet profumati delle birre artigianali.". Come potete capire è molto più che un libro di ricette, un carosello di immagini, profumi, sensazioni, incontri tra amici, ludiche degustazioni di gruppo che si susseguono nelle 223 pagine che lo compongono. Un vademecum pratico ed indispensabile per tutti noi curiosi del gusto, il cui formato elettronico rende rapida la consultazione e la ricerca, a partire dalla birra o dagli ingredienti. 
E allora mi sono scatenata anch'io nell'abbinamento e alla birra di cui vi ho innanzi detto ho abbinato dei cestini realizzati con la piadina fresca all'extravergine d'oliva di Artigianpiada, un laboratorio artigianale del riminese  capace di “sfornare” grandi volumi di produzione, pur mantenendo le ricette originali della locale tradizione Romagnola. Volete sapere cosa ho messo dentro ai cestini? Il salmerino a cubetti marinato di TrotaOro di cui più volte vi ho detto e delle zucchine crude marinate e condite con la salsa Baernese , una delle più amate in Francia, prodotta da un'altra grande azienda che ho scoperto da pochissimo tempo. Natura è Piacere produce maionesi e salse biologiche di altissima qualità tanto della tradizione italiana quanto di quella internazionale per gourmet,  vegetariani, intolleranti e per chiunque sia attento alla propria salute. La maionese e il ketchup prodotti da Natura è Piacere sono in effetti le uniche che permetto di mangiare, sentendomi sicura, a mio figlio di quattro anni.
Ora vi do la ricetta
Ingredienti per 12 cestini:
3 piadine fresche all'olio d'oliva
2 zucchine verdi
salsa Baernese
un barattolo di salmerino marinato
sale
qualche foglia di belga o insalata per decorare
Affettare finemente le zucchine dopo averle lavate e spuntate e porle in uno scolapasta con del sale, lasciarle spurgare un'oretta poi strizzarle per bene e metterle in una ciotola, unire il salmerino marinato sgocciolato dal liquido di conservazione, condire con la salsa baernese, amalgamando bene gli ingredienti.
Ritagliare da ogni piadina 4 cerchi di 12 cm di diametro. sistemarli degli stampini da muffin e infornarli per qualche minuto finché i bordini iniziano appena a dorare.
Farcire i cestini con il composto preparato e decorarli con una fogliolina.

2013-04-12

Cestini di biscotto all'avena con semifreddo di robiola e panforte di Pistoia

cestini digestive all'avena
Vassoio La Porcellana Bianca, tovagliolo Busatti
Ci sono delle aziende che oltre a realizzare ottimi prodotti, che valgono già da soli il viaggio nel luogo dove sono ubicate, hanno pure la fortuna di trovarsi in luoghi belli che sono in effetti da vedere, in tal caso nulla osta al viaggio, bisogna assolutamente cogliere al volo l'occasione ed andare a visitare i magici creatori di tante delizie. Questa volta vi invito a fare un salto nella splendida città di Pistoia dove in Piazza San Francesco la Pasticceria Bruno Corsini produce e vende specialità artigianali pistoiesi dal 1918 quando il Cav. Umberto Corsini diede inizio all'attività producendo confetti, caramelle  e cioccolato. Da allora la Ditta Corsini fabbrica, secondo le antiche ricette medievali, i famosi Confetti ricci di Pistoia, l'esclusivo Panforte di Pistoia Glacé e altre golose specialità come praline, bonbons al caffè e tavolette al cioccolato.
Il confetto di Pistoia si differenzia da tutti gli altri, oltre che per la classica forma a riccio, anche per la varietà di gusti. Anice, coriandolo ma anche nocciola, mandorla, canditi, cioccolato e altri gusti. La prima testimonianza storica del confetto di Pistoia risale al 1372 quando si narra che questi dolcetti furono utilizzati per festeggiare degnamente il 25 luglio Festa del Patrono. Da allora si è conservata immutata la tradizione di festeggiare ogni avvenimento con i classici confetti a riccio che la Ditta Bruno Corsini continua a produrre ancora artigianalmente con sciroppo di acqua e zucchero, senza l'aggiunta di amido nelle tradizionali "bassine di rame" che ruotano ininterrottamente fino a quando il ciclo di lavorazione del confetto non è concluso e le varie "anime" non risultano perfettamente rivestite.
Il Panforte glacé è, come dicevo innanzi, un'altra specialità tipica della cioccolateria artigianale pistoiese. Una mirabile e armonica composizione di mandorle, nocciole, ciliege, cedro e arancia canditi racchiusi in un guscio di cioccolato la cui ricetta è rigorosamente segreta e tramandata in famiglia.
Ho scelto di utilizzare il Panforte che ho abbinato ad una crema di robiola Nonno Nanni e panna montata per questi miei pasticcini la cui base è realizzata con biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's. Un dolce che non richiede alcuna cottura. A voi la ricetta.
Ingredienti
per 12 cestini:
150 g di biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's
75 g di burro
per la farcia:
100 g di panna montata zuccherata
100 g di panforte di Pistoia Glacé
qualche goccia di essenza di vaniglia
qualche fettina di panforte o ciliegie candire per decorare
Frullare finemente i biscotti ed unirli al burro fuso, foderare con il composto dei pirottini di carta oleata e lasciarli rassodare in frigo. Intanto tritare a coltello il panforte e mescolarlo alla robiola lavorando con una spatola, unire la panna e la vaniglia senza smontare il composto. Farcire i cestini con il semifreddo preparato e tenerli in frigo fino al momento di servire.

2013-04-11

Cuscus di mare e terra

cuscus pesce e verdure
Piatto Ceramiche Maroso
I broccoli mi piacciono davvero tanto, approfitto quindi fino alla fine della ricchezza dei nostri orti per metterli un po' dappertutto, stavolta ho preparato un goloso cuscus, piatto per il quale a casa mia impazziscono anche i piccoli, che ho arricchito con calamari, mazzancolle, cimette di broccoli e carote. Una vera delizia semplicissima da preparare.
Ovviamente un piatto così va festeggiato per cui una bottiglia di Brut Rosé Carpenè Malvolti, che si addice a piatti a base di pesce così come a carni bianche e formaggi ovini e caprini, è stata per la causa giustamente sacrificata.
Eccovi la ricetta:
Ingredienti per 4 persone:
250 g di cuscus precotto
1/2 kg di mazzancolle
1/2 Kg di calamari
 carote
2-3 etti di cime di broccoli
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 rametto di prezzemolo
olio
sale e pepe
Sgusciare le mazzancolle e con il gusci e le teste preparare un brodo unendo la cipolla, una carota, il prezzemolo, un pizzico di sale e qualche grano di pepe. Lasciar cuocere e intanto approfittare del vapore per cuocere le cimette dei broccoli, utilizzando un apposito cestello. Affettare le carote restanti dopo averle pelate e ridurre ad anelli i calamari ben puliti. Saltare i calamari, i loro ciuffetti e le mazzancolle sgusciate in un tegame con un filo d'olio e l'aglio schiacciato con il palmo della mano, unire anche le carote e in ultimo i broccoletti, salare pepare e bagnare con un po' del brodo ricavato dai crostacei e filtrato, eliminare l'aglio prima di spegnere. Portare a bollore 250 ml del brodo preparato con l'aggiunta di un filo d'olio, e versarvi il cuscus, coprire il tegame e lasciar gonfiare per 5 minuti circa. Sgranare il cuscus aggiungendo se necessario ancora un po' d'olio e versarlo nella padella con il condimento preparato.
*Per la ricetta ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D e pentole BergHOFF Italia

2013-04-09

Peposo al Montepulciano, dalla Toscana all'Abruzzo varie declinazioni di un nome

peposo toscano
Piatto La Porcellana Bianca, tessuto Busatti
Ultimamente mi sono innamorata delle parole e dei diversi significati che un nome può avere.
Montepulciano è una cittadina toscana piena di bellezze storiche e paesaggistiche, Montepulciano deve la sua fama non solo alle sue bellezze ma anche al suo celebrato vino, il vino Nobile di Montepulciano.
A questo vino  Andrea Zanfi ha dedicato un libro A Tavola con il Nobile pubblicato da Salvietti e Barabuffi nella elegantissima collana Protagonisti in cucina. Un libro per conoscere un vino e il suo territorio. Un racconto fatto di ricette, le ricette delle otto contrade di Montepulciano che ogni anno gareggiano tra loro a suon di piatti nella moderna competizione culinaria che si svolge ormai da un decennio  affiancando e precedendo di appena qualche giorno il classico e tradizionale Bravio delle Botti, uno spaccato della vita e della quotidianità della cittadina toscana nonché una golosa occasione che attira appassionati e turisti da ogni dove alla scoperta del meraviglioso e produttivo territorio di Montepulciano, del suo Nobile vino e dei piatti simbolo che lo valorizzano. A tavola con il Nobile è il nome della competizione culinaria oltre che il titolo del libro con cui Andrea Zanfi ha deciso di celebrarla, un invito a partecipare alla prossima manifestazione che si tiene di consueto il penultimo weekend di agosto.
Montepulciano non è però soltanto l'affascinante cittadina toscana dove si produce il fortunato vino di cui si parla nel libro che vi ho raccontato ma è anche il nome con cui si indica un vitigno a bacca nera autoctono della terra abruzzese da cui si ricava l'omonimo vino Montepulciano che è altro rispetto al vino prodotto in toscana. E' esattamente il Riparosso, un vino prodotto con uve 100% Montepulciano dall'azienda agricola di Dino Illuminati di cui vi ho parlato nel post precedente, che ho scelto per il mio peposo che da toscano (mi sono infatti ispirata a una delle ricette incluse nel libro di cui vi ho appena parlato) è diventato abruzzese ma non per questo meno nobile.
Peposo al Montepulciano
Ingredienti per 4 persone:
800 c.a. g di muscolo di vitellone
5 spicchi d'aglio vestiti
2 cucchiaiate di pepe nero in grani
sale
rosmarino
alloro
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 mestolo di brodo
vino Montepulciano
Tagliare la carne a bocconcini, metterla in un tegame con l'aglio, un rametto di rosmarino, 2-3 foglie d'alloro e il pepe in grani, cospargere con il vino fino a sommergere la carne. Lasciar cuocere tre ore circa a fuoco basso aggiungendo a metà cottura la passata di pomodoro e un mestolo di brodo.

Ho un nuovo segreto in cucina che mi ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di cottura del piatto ed è il coperchio Magic Cooker, una vera scoperta per me di cui già non riesco più a fare a meno seppure ne abbia ancora testato solo parzialmente gli utilizzi. Un coperchio universale che si adatta alle mie pentole preferite senza limiti di dimensione dai 14 ai 34 cm, che mi aiuta a ridurre i tempi di cottura degli alimenti, che mi rosola le cipolle senza lasciarmi la casa "profumata" e mi permette pure di risparmiare il gas che ultimamente proprio economico non è preservando oltretutto le proprietà organolettiche degli alimenti che restano più salutari.
Sono ancora in fase di sperimentazione e non ho ancora provato ad utilizzarlo per i fritti al posto della friggitrice e per i dolci al posto del forno, ma che conquista ragazzi un semplice "disco volante" dalle mille virtù che si pulisce e si ripone come un normale coperchio.

2013-04-07

Pecorino? Nel piatto e nel bicchiere

cozze al pecorino
Piatto ovale e bicchiere decoro Dammusi Ceramiche De Simonetessuti Busatti
E' partita oggi la 47esima edizione del Vinitaly a Verona, il Salone internazionale dei vini e dei distillati che attira nella città migliaia di espositori, visitatori ed esperti del settore, e  poiché non potrò esserci seppure invitata da diverse aziende colgo l'occasione per parlarvi di un'azienda che ho conosciuto da poco e che sto apprezzando attraverso i vini che produce è l'azienda agricola abruzzese di Dino Illuminati (espone al padiglione 11). Ha sede a Controguerra in provincia di Teramo l'azienda Illuminati ed ha ben 120 anni di storia che si articola in quattro generazioni di viticoltori. Sono vini di altissima qualità quelli prodotti dalla famiglia Illuminati arricchiti dal valore aggiunto della tradizione artigianale, vini che rispecchiano il territorio e tra i moltissimi  prodotti, al di là del ben noto Montepulciano che sarà protagonista della mia prossima ricetta, ha attratto la mia attenzione un vino bianco che porta il nome del vitigno dal quale è prodotto: il Pecorino. Si tratta di un vino giustamente equilibrato e di buono spessore che si abbina con piatti a base di pesce, antipasti, baccalà, fritti, nel mio caso l'abbinamento oltre che con il gusto delle cozze l'ho fatto anche con il formaggio pecorino, il Romano D.O.P. di Brunelli, creando il gioco di parole del titolo che ho dato al post. Per questa ricetta volevo un buon olio e la mia scelta è caduta su un olio toscano molto aromatico un extravergine prodotto dalla piccola e apprezzata Azienda agricola toscana I' Moro con un misto tradizionale di olive di qualità frantoio, moraiolo, leccino e pendolino cresciute su antichi terrazzi senza ricorrere né all’irrigazione né all’uso di insetticidi o fungicidi chimici.
Ma ora veniamo alle mie cozze o muscoli che vogliate...era da tanto che volevo farle al gratin e finalmente ce l'ho fatta ottenendo il risultato che volevo, una panure croccantissima e aromatica e una cozza morbida e cotta il giusto.
Ingredienti per 4 persone:
20-24 cozze freschissime
100 g di pane raffermo
olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di capperi sotto sale
3 filetti di acciughe
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di pecorino romano grattugiato
Prezzemolo
1 foglia d'alloro 
Tagliare in piccoli pezzi il pane raffermo e farlo rosolare in una padella con 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, l'aglio e l'alloro. Lasciarlo raffreddare e tritarlo molto finemente con l'aiuto di un robot, aggiungendo i capperi, le acciughe, l’olio, il prezzemolo, il pecorino e ancora un filo d'olio. Intanto aprire le cozze a crudo con l'aiuto di un coltellino, o se proprio non vi riesce ponendole in un tegame e togliendole appena le valve iniziano ad aprirsi. Eliminare il mezzo guscio vuoto, lasciando nella cozza attaccata alla valva un po' della sua saporita acqua. Farcire le cozze con il composto di pane preparato cuocere in forno a 180° per pochi minuti, finché la superficie apparirà dorata.
Servire con un calice di Pecorino alla giusta temperatura.

2013-04-04

La cinquantunesima sfumatura del fritto: involtini sofficini

involtini fritti
Ecco dopo i miei buoni propositi di cucina light post festiva, ritorno inesorabilmente alle mie ricche abitudini alimentari e lo faccio stavolta in modo piuttosto sonoro con degli involtini golosamente ripieni e per di più untuosamente fritti perché, ditemi quello che volete, la poesia del fritto quale altra cottura ce l'ha? Il fritto è un mondo a sé, per il fritto o si è portati oppure no. Io non lo sono ma mia madre riesce a friggere in modo mirabile qualunque cosa le capiti a tiro.
A proposito di fritto vi segnalo l'uscita di un divertente manuale dedicato all'argomento ideato da Pierpaolo Lala, patron di Fornelli Indecisi, il famoso concorso di cucina dozzinale. 50 sfumature di fritto, edito da Lupo, è un piccolo manuale untologico, come recita il sottotitolo, in cui una pattuglia di varia umanità appartenente al gruppo Facebook Fornelli Indecisi, cuoche e cuochi della domenica come li definisce Lala, ha dato il proprio contributo con una ricetta rigorosamente fritta catalogata in una delle cinque categorie in cui è suddiviso il libro. Antipasti, primi, secondi, dolci e cibo di strada per assaporare l'olio e le sue sfumature. Un caso editoriale direi, dato che dopo appena un mese dall'uscita c'è stata già la prima ristampa, che ha conquistato anche me con la sua travolgente simpatia. La pericolosa passione per il fritto è portata all'eccesso nelle ultime pagine del volume dove possiamo leggere, non senza un certo stupore, due intensi racconti di Osvaldo Piliego e Manila Benedetto. Non mancano i competenti consigli di frittura di Giuseppe Barretta e le indicazioni di Pino De Luca sull'annoso dilemma birra o vino relativo all'abbinamento coi fritti. E, come dice Donpasta nell'introduzione al libro, senza fritture la vita è un percorso pieno di ostacoli.
Ne sa certamente qualcosa anche lui di fritti e a tal proposito vi segnalo anche l'uscita del suo ultimo lavoro La parmigiana e la rivoluzione Elogio della frittura e altre pratiche militanti, edito da Stampa Alternativa. Un omaggio alla cucina popolare, democratica, creativa, sana, ambientalista, festaiola, meticcia, tollerante, antitetica alla cucina dei cuochi VIP e di quella di plastica delle TV. Una missione per conto delle nonne quella di Donpasta, o Daniele De Michele che dir si voglia, DJ di buona forchetta e dalla festa assai facile, che ritiene il cucinare un atto politico, come la parmigiana della nonna, preparata solo ad agosto, quando le melanzane sono di stagione. Una rivoluzione a tavola è quella che ci propone l'ideatore di Soul Food, incontro su cibo, arte e sostenibilità ambientale che si tiene ogni anno a Roma e la rivoluzione inizia dai dettagli per questo a tavola la forchetta va sempre messa alla sinistra del piatto...Non aggiungo neppure, perché certamente a questo punto sarà chiaro, la genuinità e l'autenticità delle ricette raccolte nel libro. Insomma due libri che odorano in qualche modo di Puglia e della coinvolgente simpatia tipica dei pugliesi.
Io vi propongo oggi degli involtini fritti, li ho chiamati involtini sofficini perché l'impasto è proprio quello dei sofficini mentre la forma è quella tipica degli involtini cinesi, per il ripieno ho scelto dei funghi trifolati e un delicatissimo e morbido formaggio fresco NonnoNanni, lo Squaquerello.
Ingredienti:
1 tazza di latte
1 tazza di farina
1 cucchiaio di burro
2 albumi
pangrattato q.b.
1 fungo porcino
1 manciata di funghi misti (chiodini, prataioli)
1 spicchio d'aglio
150 g di squaquerello NonnoNanni o in mancanza stracchino NonnoNanni
olio extravergine d'oliva*
sale
prezzemolo
Portare ad ebollizione il latte con il burro e un pizzico abbondante di sale, versarvi la farina a pioggia e mescolare energicamente finché il composto si staccherà dalle pareti del tegame. Formare otto palline e stenderle con il matterello. Intanto trifolare i funghi affettati con lo spicchio d'aglio e un filo di buon olio, salare e condire con prezzemolo tritato. Sminuzzare i funghi cotti e amalgamarli al formaggio. Farcire i dischetti preparati con il composto ai funghi e richiuderli ad involtino ripiegando prima di arrotolarli i lembi corti sul ripieno in modo che lo stesso non fuoriesca. Sigillare il bordo inumidendolo un po'. Battere gli albumi con un pizzico di sale. Passarvi gli involtini e poi rotolarli nel pangrattato. Friggere gli involtini in abbondante olio bollente, meglio extravergine d'oliva.
*ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D.