2015-10-30

Il Chianti classico di Fattoria Montemaggio e i miei ravioloni

Forchetta Mori Italian Factory, piatti ISI Milano

La Fattoria di Montemaggio è nella zona del Chianti Classico, a pochi minuti da Radda in Chianti, Panzano  e  Greve  in Chianti, graziosi paesini fra i più importanti per la produzione di vino. Radda è la sede storica del Chianti Classico ed è un magnifico paese di origine medievale. La fattoria di Montemaggio,  che è membro del Consorzio del Chianti Classico, si estende su una superficie di 70 ettari ad un’altitudine che si aggira intorno ai  600 metri sul livello del mare ed è costituito da vigneti, oliveti  e boschi.
I vigneti  occupano una superficie di circa 9 ettari  e sono  piantati con Sangiovese,  ci sono  poi delle piccole porzioni di  altri vitigni, Merlot, Pugnitello e Chardonnay, si tratta di una piccola azienda dove si è in grado  di controllare ogni pianta e  ogni bottiglia di vino. Montemaggio produce quindi un vino di altissima  qualità strettamente  legato al territorio da cui proviene. Insomma se del Chianti sappiamo quasi tutto o così sembra tanto da esser considerato il vessillo della Toscana nel mondo, penso che valga la pena  - viste le bellezze che circondano aziende come quella di cui oggi vi ho parlato - andarlo a conoscere nei luoghi d'origine. Sentiamo sempre parlare di turismo del vino ma avete provato almeno una volta a conoscere un luogo partendo proprio dal nettare di Bacco che ivi si produce? Io vi consiglio di farlo perché è un qualcosa che vi resterà dentro e quel vino e il suo territorio vi entreranno nel cuore divenendo parte di voi stessi. 
Se per Montemaggio e Radda volete aspettare la festa del vino a Giugno partite da qualche luogo più vicino a voi su Di vigna in vigna pubblicato da EDT avrete l'imbarazzo della scelta potendo optare tra i 40 itinerari proposti da Tiziano Gaia. Di vigna in vigna è un libro che vuole essere una proposta di viaggio alternativo, una ricognizione nelle cantine italiane che hanno affiancato all’eccellenza enologica la possibilità di pernottare, mangiare, ritemprarsi in una spa o godere di una mostra d’arte nei luoghi in cui affinano alcuni dei più grandi vini nostrani. Quaranta capitoli corrispondenti ad altrettanti territori del vino in cui sono comprese e descritte esaustivamente 200 strutture ricettive annesse ad altrettante cantine, per capire appieno il concetto di “enoturismo”. Il prossimo lungo week-end sarà magari la giusta occasione per iniziare a godere i luoghi del vino.
Io intanto con il Chianti classico di Montemaggio vi propongo dei Ravioloni ripieni di patate e taleggio conditi con una leggera crema di zucca e croccante pancetta perfetti per questi giorni di festa.
Ravioloni patate e taleggio su crema di zucca e pancetta croccante
Ingredienti per 4 persone:
2 uova
100 g di semola rimacinata di grano duro
100 g di farina 00
500 g di patate
150 g di Taleggio
1 tuorlo d'uovo
prezzemolo
sale e pepe
1 tazza di polpa di zucca
1 scalogno
2 cucchiai di grana
olio extravergine d'oliva
50 g di pancetta a fette sottili
Impastare le farine con le uova intere e un pizzico di sale. Lessare le patate, pelarle, schiacciarle e condirle con sale, pepe, prezzemolo tritato e tuorlo d'uovo. Tirare la sfoglia e ricavarne dei ravioli da farcire con la crema di patate preparata e un pezzetto di Taleggio. Cuocere la zucca con lo scalogno e un filo d'olio, salare, pepare e coprire il tegame in modo che cuocia con la sua acqua, frullare la zucca con l'aggiunta del grana. Infornare la pancetta ben distesa tenendo il forno a temperatura non alta finché diventa croccante. Lessare i ravioli e servirli con la crema di zucca e la pancetta croccante tagliuzzata sottile.

2015-10-28

Torta di mele nocciole e cioccolato bianco per-fetta

Ecco a voi una torta per-fetta, perfetta perché per me tutte le torte di mele lo sono, perfetta perché è già porzionata grazie allo stampo fetta per-fetta e perfetta per accompagnare un buon caffè, grazie al gusto delle nocciole che si sposa infatti a meraviglia con la bevanda più amata dagli italiani.
Ora il trucco anche stavolta c'è e per farla proprio uguale alla mia vi ci vogliono 100 g di tarocco di cioccolato bianco e nocciole di quello di B.Langhe di cui vi ho parlato qualche post fa. Ma magari provate con 100 g di cioccolato bianco tritato e 2-3 cucchiai di nocciole tostate tritate grossolanamente sono sicura che sarà comunque ottima.
Per la base nemmeno a dirlo ho utilizzato quella del ciambellone di Ady con l'aggiunta di 2 belle mele a fette sottili.
Davvero una torta "godibile" fino all'ultima fetta che grazie a qualche innocente trucco son riuscita a far mangiare anche ai miei cuccioli. Sapete il potere delle storie sui bambini? Ebbene anche stavolta nessuna eccezione.
  Conquistata Aurelia con la bella mela del libro Chi l'ha mangiato? di Emanuela Bussolati e Federica Buglioni per Editoriale Scienza“. E' un libro illustrato ricco di alette da sollevare, per giocare a nascondino con il cibo e scoprire che gli alimenti amati dagli animali sono a volte gli stessi che piacciono a noi: la natura, infatti, nutre tutti.
Le autrici raccontano ai bambini questa piccola ma fondamentale “lezione di ecologia” attraverso il semplice gioco del c’è/non c’è più. Il libro è adatto ai bambini più piccoli (dai due anni in su). L’educazione alimentare diventa così un gioco: in un contesto di orto, campagna, bosco o mare, i cibi compaiono e spariscono finché il colpevole non è colto sul fatto, grazie allo sguardo attento dei piccoli lettori. A chi fanno gola le uova? Che ha pescato i pesciolini? E chi è entrato nell’orto di notte per rosicchiare l’insalata? Basta sollevare le alette e scoprire quale animale ha mangiato lo stesso cibo che piace a noi! 
 
Una volta scoperto che le mele piacciono tanto anche a quel golosone di Orso ho invitato Aurelia a realizzare con me la torta con le mele prima che arrivasse orso a rubarcele e così è stato facile poi fargliela assaggiare, anche Giulio però sentendo i nostri "uhm" per la presenza del cioccolato non ha saputo resistere all'assaggio...un punto per me.
Torta di mele nocciole e cioccolato bianco per-fetta
Ingredienti:
250 g di farina 0 biscotto
250 g di zucchero
3 uova
130 ml di olio
130 ml di acqua
30 ml di rum
1 bustina di lievito per dolci
2-3 mele (500 g circa)
10o g di cioccolato bianco
2-3 cucchiai di nocciole tostate
Montare uova e zucchero fino a renderle spumose, unire i liquidi e poi la farina setacciata con il lievito, aggiungere il cioccolato e le nocciole tritate(o il tarocco) e suddividere l'impasto negli stampi, cuocere a 180° fino a che la torta sarà dorata e cotta all'interno (alla prova stecchino). 

 

2015-10-26

LE NONNE LO FANNO MEGLIO. CHIEDETE A CHEF RUBIO

“Le nonne cucinano meglio se sà” esordisce Chef Rubio, lo chef più vero della TV che insieme a Peroni ci ha portato a riscoprire i piatti “di una volta” facendo visita a sei nonne autentiche. Del resto solo le nonne, con la loro cucina, possono farci assaporare gli autentici sapori dei tempi andati. Vi ho parlato di questo concorso un po' di tempo fa ed ora eccolo giunto alla fase finale.La campagna digital “Nonne do it better” ha coinvolto le nonne italiane e i loro nipoti in un binomio di tradizione e innovazione. Per iscrivere le nonne alla gara sulla piattaforma Cuore Peroni che ospita l'iniziativa i nipoti hanno dovuto condividere un breve video che vedeva come protagonista la nonna alle prese con la sua migliore ricetta. Sempre su Cuore Peroni si potevano votare le ricette migliori. Sono stati davvero tanti i video di iscrizione caricati ed hanno dimostrato che nonne e nipoti, da nord a sud, sono uniti dalla grande passione per la cucina.
Dopo più di 28.000 voti e una difficile e attenta selezione da parte della giuria, sono riusciti a scegliere le 6 nonne che hanno ricevuto la visita di Chef Rubio.
Tutte simpatiche e vere le nonne finaliste come avrete modo di vedere nei video in cui sembra quasi di entrare anche noi nelle famiglie ospitanti e di ricevere come per magia tutto il calore delle nonne e dei nipoti.Tradizione, genuinità e passione si respirano nelle case delle nonne italiane.
Ecco a voi le nonne:
Nonna Marisa ovvero Maria Luisa Ischiboni, di Guidonia Montecelio in provincia di Roma. Di ben 84 anni, si presenta con una favolosa pasta e broccoli con arzilla, piatto tipico della tradizione romana.

Nonna Ida detta “la chioccia”, al secolo Ida Pacini, da Lucca. alla tenera età di 91 anni ci cucina il suo piatto forte: le polpette di semolino, prelibatezza tutta toscana.

Nonna Rosanna Biondi, dal cuore di Ferrara, ci mostra con estrema precisione un piatto fondamentale della cucina romagnola.

Nonna Giovanna Chiglione, da Tassarolo in provincia di Alessandria, ci mette a disposizione la ricetta della faraona che gli cucinava la sua mamma, in salsa vellutata al marsala, o come dice lei “la faraona che mi cucinava la mamma!”.

Nonna Anna Cuminiello, da Potenza. A soli 76 anni, ci prepara le tagliatelle zuccherate fatte in casa, un dolce tipico che viene preparato in Lucania tradizionalmente per la festa di San Giuseppe.

Infine la nonna calabrese Raffaela Verdetti, di San Mango D’Aquino in provincia di Catanzaro, ci fa i ravioli a “modo suo”: farina, uova e l’acqua che ci vuole.

peroni nonne connubio perfetto direi visto che da sempre la cucina della nonna è sinonimo di amore e passione, proprio come la Birra Peroni, ecco il perché di questo concorso. Chef Rubio, volto DMAX, è andato a far visita alle vincitrici e ha avuto il piacere di cucinare insieme a loro, venendo a contatto con i sapori più amati da tutti: perché come cucina la nonna, non cucina nessuno.

Stavolta non vi do una ricetta perché potete sceglierne una delle nonne finaliste del concorso spaziando così tra le tradizioni della nostra penisola, preziosissime e da non perdere anzi da tramandare anche noi ai nostri nipoti. LE NONNE LO FANNO MEGLIO. CHIEDETE A CHEF RUBIO

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2015-10-23

Le patate della Sila e il tartufo delle Langhe, consigli di lettura per il week-end

Canovaccio Busatti
E si Piemonte e Calabria s'incontrano di nuovo nella mia cucina grazie a Shop Piemonte e all'ottima fonduta di fontina d.o.p. con tartufo TartufLanghe che ho abbinato alle patate della mia Sila per un matrimonio felice con una ricetta di una semplicità disarmante, succulenta in modo esagerato.
Si fa presto a dire patate, anche qui abbiamo un mondo variegato di specie e qualità differenti che possono caratterizzare in modo differente e preponderante ogni piatto. In Sila ne abbiamo una bella produzione e tante sono le varietà, io onestamente di patate non ne capisco ancora tanto ma ho scelto le gialle acquistate in montagna l'ultima volta e sono rimasta soddisfatta del risultato.
Vi do la semplicissima ricetta specificando che in effetti si può realizzare anche con una fonduta preparata in casa e qualche fettina di tartufo, la fonduta pronta però ci facilita la preparazione.
Prima di lasciarvi il procedimento voglio lasciarvi un paio di suggerimenti per il fine settimana, due libri da leggere al calduccio delle mura domestiche se causa maltempo non si può affrontare la strada per sagre e manifestazioni d'autunno che si terranno un po' ovunque.
Se vi piacciono i gialli Delitto al pepe rosa è il titolo del libro di Brigitte Glaser pubblicato dall'editore EMONS (quello degli audiolibri per capirci) nella collana dei gialli tedeschi. Un giallo ambientato a Colonia, nella fredda Germania, un giallo che prende corpo nelle cucine del miglior ristorante di Colonia Il bue d'oro dello chef Hugo Spielmann dove - tra malumori, invidie e tresche - si consuma una serie di omicidi su cui la cuoca Katarina, appena entrata nello staff del ristorante, indagherà con la sua coinquilina, l'ex ostetrica Adela. Un giallo irresistibile da affrontare tutto d'un fiato per arrivare al più presto alla soluzione del mistero.
Se vi piacciono invece le storie soft  Borgo Propizio di Loredana Limone pubblicato da TEA  fa giusto al vostro caso. L'ho letto durante un viaggio e mi sono molto divertita con le storie degli abitanti di questo piccolo e pettegolo borgo  fuori dal tempo dove sembra non succedere mai nulla e tutto accade invece quasi per magia. Un romanzo leggero che invita al buonumore, che accoglie e fa sorridere sin dalle prime pagine. Non mi resta che cercare E le stelle "non" stanno a guardare, il seguito del libro di recente pubblicato per continuare ad assaporare le storie di Belinda, Mariolina, Marietta, Ruggero e tutti gli altri.
Perché ho scelto di abbinare questi due titoli alla ricetta di oggi? Nel primo lo chef Hugo Spielmann è un grande esperto di patate e poi la ricetta fa molto ristorante di alto livello se presentata in un certo modo. Il punto di partenza delle vicende narrate in Borgo Propizio è invece una latteria e Belinda la proprietaria, cucina tutto in bianco utilizzando latte e burro come ingredienti principali delle sue ricette e questi sono due ingredienti che nella mia ricetta di oggi non possono mancare.
Buon week-end, buona lettura e buona ricetta a tutti.
Patate della Sila gratinate alla fontina con tartufo delle Langhe
Ingredienti per 4 persone:
6 patate gialle silane
1 vasetto di fonduta al tartufo
1/2 litro di latte
1 noce di burro
2 cucchiai di grana
sale 
Pelare le patate e ridurle a tocchi, cuocerle nel latte allungato con acqua quanto basta  fino a d ultimare quasi la cottura (il latte va salato e le patate vanno messe a bollire quando il liquido è in ebollizione). Imburrare una teglia e versarvi le patate a cui avrete amalgamato la fonduta, cospargere con grana e qualche fiocchetto di burro prima di informare. Sono pronte quando faranno una bella crosticina dorata.

2015-10-21

I Veggie burger che amo: di ceci all'orientale

Si, sapete già che non sono vegana e neppure vegetariana ma i libri che trattano questo argomento e in particolare quelli dell'editore Sonda stuzzicano sempre il mio appetito e stimolano la mia voglia di conoscenza, lasciandomi sempre quella voglia di provare anch'io a realizzare qualche ricetta.
Poteva secondo voi fare eccezione Veggie Burger? Scritto da Clea & Estérelle Payany fa parte della nuova linea di tascabili economici di Sonda editore. Tante le ricette per i panini, per farcirli e per accompagnarli con salse e verdure. Adoro l'idea del panino farcito e se la farcia è originale e priva di grassi animali meglio ancora. Le immagini dei veggie burger del libro sono troppo appetitose e a fine volume mi sono ritrovata con diverse pagine piegate ad un angolo a ricordarmi le ricette da provare. Tra quelle selezionate delle polpette di ceci che mi sono affrettata a realizzare avendo degli ottimi ceci già cotti in frigo, in realtà la ricetta l'ho tutta rielaborata prendendo un po' qua e un po' là quindi alla fine di testa mia ho fatto.
Su Più ricette sane e meno ricette mediche della blogger  Federica Gif (Mipiacemifabene.com) uscito di recente per Macro edizioni ho trovato  tante altre gustose e sane ricette, tutte 100% vegetali per fare una scelta ecosostenibile e sapere sempre cosa comprare e cosa lasciare sugli scaffali del supermercato. Un libro che davvero Mipiacemifabene, per cambiare in meglio la nostra vita e quella degli altri, per risparmiare e restare in salute. Tra le tante ricette da provare anche qui ho selezionato i Burger di ceci con capperi e fiocchi d'avena davvero golosi che preparerò senz'altro, ma la ricetta di oggi è arrivata da sola partendo come spesso mi accade da quel che avevo in dispensa e cercando il pangrattato mi sono accorta di avere un preparato panato pronto all'orientale Cannamela, farina di mais aromatizzata con coriandolo, zenzero e cumino, ho capito che non dovevo cercare altro e così ecco mi miei semplicissimi veggie burger di ceci all'orientale serviti su una fettina di pane tostato con una rondella di pomodoro e una di zucchina al forno.
Davvero deliziose queste polpette di ceci permettono poi in caso di avanzi (ceci lessi, pane, etc) di utilizzare quel che la dispensa offre come nell'ultima uscita di  Le ricette di Unti e Bisunti raccontate da ChefRubio dedicata agli avanzi, Quel che resta...in edicola questa settimana con il Corriere dello Sport dopo il numero dedicato al Pesce in edicola dalla settimana passata.
Veggie burger di ceci all'orientale
Ingredienti per 8 piccoli burger:
1 tazza di ceci lessati
4 cucchiai di panato pronto all'orientale (oppure farina di mais precotta aromatizzata con cumino, zenzero e coriandolo) 
sale e pepe
2 pomodori
1 zucchina
4 fette sottili di pane
aglio
succo di limone
Frullare i ceci cotti con un niente di aglio, una spruzzata di succo di limone, sale, pepe e due cucchiai di preparato per panatura all'orientale, formare otto palline, schiacciarle e passarle nella panatura rimanente, adagiarle su una teglia coperta di carta forno e irrorata con un filo d'olio, irrorare anche la superficie con olio e infornare a 200° fino a doratura. Infornare anche la zucchina a rondelle, fino a farle prendere colore. Tostare le fette di pane dopo averne ricavato due crostini (tondi magari) per fetta. Adagiare le polpette sui crostini, poggiarvi sopra una fetta di pomodoro condita con olio e sale e una rondella di zucchine, fermare a piacere on uno stuzzichino.

Volete concludere il pasto in modo vegano e crudista? Cioccolato crudo è il libro di Laurence Alemanno pubblicato sempre da Sonda nella stesa collana di tascabili economici in cui tanti dessert golosi leggeri e crudisti a base di cioccolato ammiccano dalle pagine. Mi sono soffermata a capire cosa in effetti sia il cioccolato crudo e sono rimasta affascinata dalla materia prima, cioccolato buono e sano,   ho scoperto che ci sono pasticcerie anche in Italia che lavorano solo questo prodotto e sono rimasta incantata dagli usi che se ne fanno nel libro, ottimi spunti per prossime ricette sane.

2015-10-19

Panini di farro e kamut sfogliati al burro con pere e gorgonzola

Un ottobre così movimentato onestamente non me l'aspettavo, sono arrivata anch'io al punto di mettere in tavola al volo qualcosa almeno quattro volte su sette e se pure vi sto parlando di cucina forse vi sto parlando più di altre cucine che della mia, è arrivato quindi il momento di tornare sui binari giusti e archiviate le ricette estive postarvi una buona ricetta autunnale.
Se vi aspettate solo una ricetta avete sbagliato blog anche stavolta ho qualcosa da dirvi in merito ad alcune letture che mi hanno portata dritta dritta a questa ricetta e ad una casa vinicola che mi ha fornito la possibilità di abbinare in modo eccelso questi miei panini facendone un aperitivo da ricordare.
Partiamo con ordine. 
 Visionando il nuovo delle pubblicazioni mi sono imbattuta in un libro che già dalla copertina mi diceva "sfogliami": La pera Pala dello chef Manfred Ziernheld per l'editore Folio.
La pera Pala è un frutto particolare legato indissolubilmente al paesaggio e alla storia della cittadina di Glorenza e dell’Alta Val Venosta. Rinomata in cucina per il profumo intenso e per la polpa zuccherina, che sa di caramello e cannella, è anche un frutto da tavola molto apprezzato. Se non lo conoscete come me potete iniziare ad apprezzarlo attraverso le pagine di questo bellissimo libro e le 51 originali ricette che vedono quest’autentica leccornia autunnale protagonista di aperitivi, antipasti, primi, secondi e dessert creati dallo chef Manfred Ziernheld.
Da me la pera Pala è un miraggio ma ho cercato comunque di reperire dell'ottimo prodotto affinché la mia ricetta potesse giovarne. Per fare questi panini occorrono, buone pere, ottimo gorgonzola e sicuramente burro di qualità ed io per il burro ho davvero un debole (chi mi segue da anni sa che non ne posso fare a meno "addù ci vò ci vò") ecco perché non ho potuto proprio resistere ad un'altra tentazione fresca di stampa in casa Giunti.
La mia vita al burro è il godurioso titolo del libro dello chef  bretone Philippe Léveillé, non un libro di ricette ma un vero e proprio romanzo culinario, avventuroso e succulento come solo la vita di uno chef può essere. Molti legano il nome di Léveillé al "Miramonti l'altro" di Concesio in provincia di Brescia dov'è riuscito a portare le tre stelle Michelin o al ristorante "L'altro" di Hong Kong dove cucina italiano ma è bello scoprire che dietro a dei riconoscimenti, per importanti che siano, c'è un cuore che vale davvero la pena di conoscere.  "In Bretagna, su ogni tavolo di cucina c'è il burro, a tutte le ore e in tutte le stagioni, metterlo in frigo sarebbe un sacrilegio. Si copre la ciotola del burro con un panno e la si lascia sul tavolo. Al limite, se d'estate fa molto caldo, si porta in cantina, ma in frigo jamais!"Per un bretone il burro è sacro... e Léveillé ce lo spiega facendoci entrare in punta di piedi nella cucina della sua infanzia per assaggiare le mitiche galettes. 
Non mi spiego il mio amore primordiale per il burro forse dovevo nascere anch'io altrove. In appendice al libro troverete ''Sua golosità il burro'' del nutrizionista Mauro Defendente Febbrari per meglio conoscere questo ricco alimento sempre troppo demonizzato.
Prima della mia ricetta "al burro" non mi resta che raccontarvi qualcosa della Cantina da cui viene il vino con cui ho deciso di accompagnare i miei panini. Mi sono fermata in Emilia a scegliere delle bollicine presso Cantina della Volta. Il Mattaglio brut nato dalla selezione delle migliori uve di Pinot Nero e Chardonnay, raccolte a mano, pressate sofficemente, fermentate a temperatura controllata e poi spumantizzate secondo il tradizionale metodo classico della rifermentazione in bottiglia.
La cantina dei Bellei a Bomporto (MO) è lì dal 1920 ma assume la forma attuale alla quarta generazione con Christian Bellei che, acquisiti fin da bambino esperienza nella spumantizzazione e palato unici,  incoraggiato da un gruppo di amici appassionati di vino come lui, ristruttura la cantina di famiglia dando luogo ad una produzione esemplare ed originale...il Lambrusco di Sorbara con metodo classico non è produzione comune  infatti. Curiosa l'origine della denominazione scelta per l'azienda.
L’edificio attualmente utilizzato dalla CANTINA DELLA VOLTA fu costruito nel 1920, su incarico della famiglia Bellei, in prossimità dell’argine del Naviglio di Bomporto, nella zona vicino alla Darsena, luogo in cui le barche dovevano effettuare ”la volta” nel loro percorso per riprendere la navigazione in senso contrario verso la città di Modena. Il significato letterale della ragione sociale rievoca quindi questo dettaglio di rilevanza storicamente fondata, ma gioca anche sulla doppia accezione, volendo sottolineare il recente cambiamento di corso nella gestione dell’azienda vinicola.
Panini di farro e kamut sfogliati al burro con pere e gorgonzola
Ingredienti:
400 g di farina di farro
150 g di farina di kamut
150 g di pasta madre
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale
acqua q.b.(350 g c.a.)
200 g di burro
200 g di gorgonzola
3 pere 
1 pizzico di cannella
1 pizzico di vaniglia
Impastare nella planetaria la pasta madre con un po' di acqua, aggiungere le farine, il miele e altra acqua poi il sale, continuare ad impastare finché l'impasto non risulta ben incordato. Porlo a lievitare in una ciotola coperta da pellicola per 6-8 ore. Stenderlo con l'aiuto di un matterello in un largo rettangolo, distribuirvi il burro freddo a fettine uniformemente e piegarlo a tre come per una pasta sfoglia, lasciar riposare in frigo, ristendere e piegare a quattro, poi a tre e di nuovo a quattro lasciando riposare l'impasto tra una piega e l'altra. Lasciar riposare ancora prima di stendere in un rettangolo da cospargere con pere a dadini condite con un pizzico di cannella e di vaniglia e gorgonzola a tocchetti. Arrotolare e  tagliare il rotolo in sezioni di un paio di centimetri. Porre su due teglie coperte di carta forno. Lasciar lievitare ancora per un'oretta e infornare alla massima temperatura con una ciotola di acqua posta alla base del forno, finché i panini non assumeranno un bel colore dorato.

2015-10-17

Ideantity al Castello Svevo di Cosenza

Chi segue la mia pagina Facebook ha già avuto modo di vedere questa immagine nei giorni scorsi perché non vi può rimanere indifferenti di fronte ad una manifestazione in cui Food, terroir e lifestyle diventano ambasciatori del Made in Calabria.
E con orgoglio ho voluto presenziare anch'io ad almeno una delle serate organizzate da Italian Identity Association, associazione impegnata a sostenere le eccellenze italiane, , nella splendida location del  Castello svevo di Cosenza dal 15 al 17 ottobre,   organizza a Cosenza, dal 15 al 17 ottobre, nella prestigiosa location del, evento di promozione del territorio.
Ide{a}ntity il nome dell'evento che propone un nuovo concept del brand Calabria, si chiude questa sera è stato inteso come una tre giorni in cui far conoscere la nostra regione esaltando progettualità e modelli ispirati a produzioni locali responsabili, con makers e startuppers innovativi. Un percorso nei nuovi scenari dell’agrifood di qualità, del manifatturiero creativo, del fashion e della moda, per facilitare dialogo e incontri tra aziende, operatori del settore e singoli fruitori.
 Tre giorni di percorsi espositivi, talk di confronto tra eccellenze locali e internazionali, creazioni di giovani chef under 30 (Cooking Soon): esponenti della cucina stellata calabrese e parallele osservazioni astronomiche notturne del cielo e delle stelle, prodotti a km 0 portatori d’innovazione tecnologica e sociale che si traduce in sicurezza alimentare. 
Su Facebook un po' di scatti della serata di ieri sera, un viaggio dal territorio al prodotto attraverso i sapori e l'arte culinaria del GAL Sila con i sapori di SilaAutentica.
Dal vivo lo spettacolo di Coltivatori di musica in Resistenza Gastrofonica Viaggiante Non fate la guerra ma gnocchi e pomodoro.
E se pure le nuvole non hanno permesso le previste osservazioni del cielo con Franco Piperno di certo la vista della città dall'alto del Castello valeva almeno quanto un cielo stellato, non perdetevi l'occasione questa sera, il programma è molto ricco.

2015-10-15

Una cena autunnale a I capricci di Arintha

Stavolta per I percorsi del gusto di Diritto di Cronaca ho scelto di fermarmi a Rende a I capricci di Arintha per una cena tipicamente autunnale, leggete la recensione. 
Arrivare a Rende paese e fermarsi per una passeggiata nel centro storico è di dovere, percorrere via Bellarintha con la sua balaustrata da cui ammirare un panorama mozzafiato è irrinunciabile così come fermarsi al n. 11 per una gustosa sosta a I Capricci di Arintha.
Il piccolo e rustico locale molto curato e ben frequentato, che offre cucina tradizionale rendese rivisitata, ispira infatti fiducia fin dalla porta. Varcata la soglia si viene accolti dalla rassicurante presenza del giovane chef proprietario Francesco che si divide quasi miracolosamente tra sala e cucina riuscendo a scambiare una parola con tutti quelli che entrano nel locale.
Fare una sosta a I Capricci di Arintha in periodo autunnale ha ancora più senso per degustare le mille specialità della casa a base di funghi. Porcini e ovoli a gogo direi ci accolgono crudi nel carpaccio che è solo uno dei tanti piatti proposti nel ricco antipasto, tipico del nostro territorio, composto da ottimi salumi e formaggi, polpette di melanzane e tortino di patate dal cuore fondente e l'esterno croccante di pistacchi e ancora da fritti in cui spiccano e si fanno ricordare per bontà le fette di porcino pastellate e fritte, croccantissime e gustosissime.
Tanti i primi proposti, molti a base di funghi, scegliamo l'orginale carbonara ai porcini che in questo periodo va per la maggiore e poi non rinunciamo neppure al secondo quando sentiamo che preparano le costine di maiale caramellate al miele che il proprietario ci propone ovviamente in abbinamento a porcini grigliati.

Concludiamo ormai troppo sazi con una porzioncina di dolce agli amaretti e ricotta e per stavolta lasciamo Rende, non prima di una passeggiata e non dopo aver promesso di tornare ad ammirare le sue bellezze e ad assaggiare i suoi piatti.
I CAPRICCI DI ARINTHA
Via Bellarintha, 11
87036 - Rende (CS)
Cel. 389 6204007


2015-10-13

Il senso della Calabria all'Azienda IGreco



Far visita ad un produttore e capire quel che c'è dietro ad un'etichetta è qualcosa che mi emoziona sempre, quando hai avuto occasione di testare con mano i prodotti di quell'azienda apprezzandone la qualità prima ancora di capirne i processi produttivi mi provoca una sensazione che definirei quasi ebbrezza.

Se poi parlo di un produttore calabrese quest'emozione la sento particolarmente come possibilità di conoscere da vicino chi valorizza ciò che la nostra terra produce e lo fa conoscere anche a chi pensa che Calabria sia solo malaffare, immondizia e cantieri mai chiusi.



Questa emozione l'ho potuta vivere in una "splendida" giornata di pioggia ottobrina presso l'azienda IGreco di Cariati (CS), grandi produttori di vini ed oli extravergine d'oliva di eccellenza. Varcare quel cancello in una mattinata di pioggia e trovare il sole che corrisponde ad accoglienza, fattività e positività mi ha resa particolarmente felice.
Pagina del quotidiano La Provincia di Cosenza
dedicata all'evento, al centro
la foto che ha vinto il concorso
Tutto è nato come un gioco per me, ricevetti l'invito al gruppo Il senso della Calabria a inizio estate ed accettai perché l'invito veniva da Filomena Greco, per la quale ho grande stima, e perché mi piaceva il nome del gruppo, bisognava postare  delle foto rappresentative della nostra terra. Diverse volte durante le vacanze mi sono incantata davanti alle foto degli altri membri ma una volta sola ho trovato il coraggio di mandarle anch'io tre foto, non sono molto brava con gli scatti fotografici ma in quel momento quel luogo e quell'immagine che si parava davanti ai miei occhi avevano catturato la mia attenzione ed era come se volessi trasmettere lo stesso sentimento agli altri membri del gruppo. 
A inizio settembre ci è stato comunicato che le foto inviate (una per ogni partecipante) avrebbero preso parte ad un concorso fotografico e noi amici virtuali avremmo avuto occasione di conoscerci realmente in una giornata dedicata alla premiazione presso l'azienda IGRECO. La foto con la quale ho partecipato è quella qua di fianco, un panorama di mare e vegetazione selvatica ripreso dall'alto di Torre Melissa.

Non ho vinto il concorso ma ho passato una festosa giornata con persone simpatiche, buon cibo e l'ottima musica dei Sabatum Quartet ma la cosa più bella è stata per me poter visitare l'azienda come dicevo in apertura.
A chi legge ricordo di prestare sempre attenzione a ciò che si compra pensando sempre che dietro un'etichetta, un nome e un prezzo, c'è lavoro, competenza e passione di chi quel prodotto ce lo rende fruibile. A Filomena Greco che rappresenta l'azienda IGreco e ne tiene alto il nome i miei complimenti....continuate così, non vedo l'ora di partecipare alla prossima de Il senso della Calabria.

2015-10-12

Coppa regina d'autunno

Runner Busatti
Quando devo fare un dolce ultimamente tendo a disanimarmi perché c'è molto lavoro e con il poco tempo che ho a disposizione nulla viene come io vorrei, c'è da aggiungere però che mi rifiuto di acquistare dolci nelle pasticcerie locali dove la qualità ritengo non sia di livello, utilizzano in molti casi preparati che non si rivelano di qualità ottenendo dolci "troppo dolci" e "piatti" che non ti danno nessuna emozione. 
Ho scoperto però che pescando nei luoghi giusti si possono comprare degli eccellenti ingredienti e prodotti finiti da utilizzare poi per dessert e dolci casalinghi veloci dai risultati impeccabili.
Su B.Langhe ho trovato un vastissimo assortimento di dolci a base di nocciola e cioccolato, creme spalmabili, tartufi, torte di nocciole, panetti di cioccolato e nocciole e così via. Mi sono lasciata un po' prendere la mano ed ho realizzato un golosissimo dolce a base di nocciole, con un tocco di castagna, lavorando in realtà davvero poco e sfruttando i buoni prodotti di B.Langhe.
Coppa regina d'autunno
Ingredienti per 6 coppe
Per la crema: 250 g di mascarpone
200 ml di panna fresca
1 cucchiaio di zucchero a velo
3 cucchiaiate di crema di marroni
2 cucchiai di rum
Per completare:
Pan di langhe (torta di nocciole)
rum
1 cucchiaio di crema di marroni
Montare la panna con lo zucchero a velo e tenerla da parte. Montare il mascarpone con la crema di marroni e il rum, aggiungervi poi con movimenti dal basso verso l'alto la panna montata. Sbriciolare sul fondo delle coppe un po' di torta di nocciole, bagnare con rum e disporvi sopra la crema preparata, disporre al centro di ogni coppa un po' di crema di marroni e mezzo tartufo nero e completare con il trito di cioccolato bianco e nocciole. Davvero una coppa regina d'autunno.