2015-03-31

Le colombine di kamut con l'uovo per Pasqua

Posate Mori Italian Factory, piatto e ciotola Easy Life Design
Ecco nel post precedente vi parlavo della mia idea di brunch pasquale, in tale occasione non può mancare uno dei classici pani ricchi decorati come da tradizione con le uova, io innovando un poco ho realizzato delle colombine di pan brioche con farina biologica di kamut.
Colombine di kamut con l'uovo
Ingredienti per 8 colombine:
500 g di farina biologica di kamut
12 g di lievito di birra
50 g di burro fuso
50 g di zucchero
10 g di sale
250 ml di acqua
1 uovo
8 uova per decorare

16 chiodi di garofano per gli occhi
Impastare farina, zucchero e uovo aggiungendo il lievito sciolto nell'acqua, aggiungere dopo il sale e il burro fuso non caldo. Lasciar lievitare la massa per circa tre ore, suddividerla in otto parti ed allungarne ciascuna a bastoncino di circa 30 cm, annodare il bastoncino e nel nodo inserire un uovo crudo, intagliare l'estremità inferiore formando la coda e praticare un piccolo taglio orizzontale in quella superiore formando il becco, inserire ai lati della testa due chiodi di garofano formando gli occhi. Lasciar lievitare ancora un'ora e poi infornare a 190° per 15-20 minuti circa.
Nei prossimi post le altre ricette per il brunch di Pasqua.

2015-03-30

Il brunch di Pasqua

Pranzo, colazione, cena? Quest'anno per Pasqua preferisco un brunch, poco impegnativo e tanto tanto chic se la tavola è apparecchiata a dovere e sono servite le giuste pietanze.
Ho pensato ad una tavola in cui potesse esplodere la natura primaverile con fiori, uccelli e colori pastello un po' ovunque.
Per questa tavola ho scelto una tovaglia di un verde appena accennato e dei tovaglioli a contrasto lilla che ho disposto sui sottopiatti, ho completato con dei bellissimi piatti decorati con fiori e uccelli e delle ciotole con fiori e farfalle Easy Life Design, delle raffinate posate con manico bianco Mori Italian Factory, bicchieri e brocca di cristallo, alzate e vassoi per presentare ed esaltare le mie ricette.
Fantastici e variopinti uccellini segnaposto così come un cesto di fiori da me creato ed utilizzato come centrotavola hanno rafforzato l'aria di primavera che ho voluto conferire alla tavola.
Per l'occasione ho preparato delle ottime pietanze: dei muffin con ricotta canditi, pistacchi e cioccolato, una brioche molto particolare di lontane origini e delle colombine di pan brioche con l'uovo di cui vi darò le ricette nei prossimi post. Caffè, tè, latte, succhi (nel mio caso un succo biologico 100% mela Van Nahmen) completano il quadro
Ma la parte migliore del banchetto sono stati i miei commensali.
Voi cosa ne dite? Tornate domani per una delle tre ricette preparate per il brunch di Pasqua.

2015-03-27

Il salmone marinato in casa e la crema di broccolo romanesco

Piatto e bicchiere Ceramiche De Simone, canovaccio e tovagliolo Busatti

Ho scoperto che qualche conserva casalinga di facile preparazione permette di risparmiare soldini e tempo in cucina, perché la fatica (nemmeno tanta a dire il vero) si fa una volta sola e del risultato si gode poi per diverse volte. Vi ho parlato del filetto, ho accennato alla pancetta e anche del salmone marinato. Ora, approfittando degli ultimi broccoli romaneschi, vi do una buonissima ricetta per avere la cena pronta in pochissimi minuti una cena veloce e prelibata cui accompagnare una altrettanto prelibata birra, un'eccellenza che viene nientemeno che dalla Val Passiria.
Se avete la fortuna di andare in Alto Adige per le prossime vacanze pasquali valutate bene i luoghi da visitare ma io una sosta al Martinerhof's Brauhotel a San Martino in Passiria ve la consiglio davvero, è il primo birrificio-hotel dell'Alto Adige e sicuramente resterete attratti dalla calda e caratteristica accoglienza oltre che dalla bellezza del luogo e godrete di vero relax in un'atmosfera distesa e quasi senza tempo sia nel birrificio che nella tipica cantina dell'azienda.
Ho scelto la speciale Bockbier in abbinamento alla piadina biologica artigianale di Tumminia grano antico Artigianpiada 
Piadina con salmone marinato, prosciutto croccante e crema di broccolo romanesco
Ingredienti per 4 persone:
4 piadine artigianali
200 g di salmone marinato
50 g di prosciutto crudo
1 piccolo broccolo romanesco
1 limone
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Tagliare il broccolo a cimette e cuocerlo a vapore. Tenere da parte le cime più piccole e frullare le altre con olio, sale, pepe e qualche goccia di succo di limone, ottenendo una crema densa ed omogenea. Condire con olio e sale anche le cime di broccolo tenute da parte. tagliare a striscioline il crudo e renderlo croccante in padella, senza aggiungere condimenti. Scaldare le piadine sulla piastre e farcirle con la crema di broccoli, le fette di salmone marinato, il crudo croccante e le cime di broccolo intere. Servire la piadina ben calda.

2015-03-24

Gratin alle noci di rana pescatrice e broccolo romanesco

Americano Busatti, terrina e forchetta Wald

Con il pescivendolo più che con il macellaio (di carne quasi tutti ne capiamo un po' di più) bisogna instaurare un rapporto di fiducia, se ci si serve sempre allo stesso banco è più facile ma non sempre è possibile, dipende poi in effetti da chi si ha di fronte. Personalmente ho sempre sognato un libro in cui trovare le risposte ai miei perché in fatto di pesci, cosa acquistare e quando, come prepararlo e anche magari come conservarlo oltre che cucinarlo.

Davide Valsecchi nel suo Che pesci pigliare? edito da Vallardi ha fornito molte risposte ai miei perché.  Non è «il solito libro di cucina» ma la base indispensabile per ottenere il massimo da qualsiasi piatto di pesce, non è un cuoco che scrive ma un "tecnico" e la differenza si scopre pagina dopo pagina. "La scelta del prodotto giusto è l’unica vera ricetta che serve imparare per non sbagliare, andare sul sicuro e ottenere un piatto perfetto." 

Il piatto giusto con il pesce giusto e chiunque davvero può imparare come dove e quando prendere un pesce grazie al libro-diario-testamento di un grande "tecnico" dei mari Carlo Brizzi, marinaio dell'Isola del Giglio. Il libro uscito postumo ricalca il suo quaderno di bordo meticoloso e preciso ed è edito da Effequ con il titolo Il testamento del Marinaio. Interessante il nutrito glossario del marinaio, i consigli dispensati tra le pagine e le semplici ricette da marinaio. Un modo per approfondire la conoscenza di un uomo e della sua isola Il Giglio.
La pescatrice o coda di rospo è uno dei miei pesci preferiti, l'acquisto sempre fresca e intera non preoccupandomi della testa che sembrerebbe la parte sprecata perché con essa ottengo ottimi brodi e basi per zuppe e risotti davvero ineguagliabili. La pescatrice si legge nel libro di Valsecchi è un "Pesce davvero prelibato, offre un tipo di carne magra (con un apporto calorico inferiore alle 100 kcal ogni 100 g di parte edibile) e ricca in sali minerali, in particolare potassio, fosforo, selenio e sodio; essendo così magra, non può essere considerata fonte ottimale di grassi polinsaturi. La parte proteica è di importante entità: sfiora infatti i 20 g ogni 100 g; ottima la fonte di glutammina. Ben rappresentate le vitamine del complesso B." La pescatrice mi piace molto negli umidi stavolta però ho utilizzato le sue delicate carni in una gustosa ricetta al gratin insieme a broccolo romanesco e golosa besciamella arricchita da un trito di noci. A questo piatto ho abbinato un Pinot bianco Tenuta Luisa, un vino delicato e raffinato che ben rappresenta la regione da cui proviene.
Gratin alle noci di rana pescatrice e broccolo romanesco


Ingredienti per 4 persone:
1 piccolo broccolo romano
500 g di rana pescatrice o coda di rospo
un bicchiere di besciamella
20 noci*
50 g di burro
olio extravergine d'oliva
scorza di limone

sale e pepe
Dividere il broccolo a cimette e cuocerle a vapore. Intanto tagliare la polpa del pesce a tocchetti e condirli con olio, sale pepe e scorzetta di limone. Sbucciare le noci tritarle e d amalgamarle alla besciamella. Imburrare quattro terrine da forno monoporzione. Disporre le cime di broccolo a raggiera e al centro i tocchetti di pesce. Nappare con la besciamella alle noci, distribuirvi sopra qualche tocchetto di burro e cuocere in forno a 190° per 15 minuti circa, appena la superficie risulterà dorata le terrine saranno pronte

* per la ricetta ho utlizzato la Noce d'oro Il Noceto

2015-03-23

Agriturismo-Masseria Torre di Albidona la sosta ideale in primavera

Leggete il mio ultimo Percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
Con l'arrivo della primavera la voglia di natura arriva prepotente e anche per un pranzo o una cena i posti più gettonati per le feste di primavera sono gli agriturismi che consentono di riconciliarsi con la natura che proprio in questo periodo rifiorisce dando il meglio di sé. All'agriturismo Masseria Torre di Albidona c'è questo ma c'è anche di più perché immerso in una natura rigogliosa questo agriturismo è a due passi dal mare e il mare si può ammirare dalle ampie vetrate del ristorante e respirare e sentire appena fuori dal locale. La sala ristorante di impianto moderno ha quei richiami rustici tipici di un agriturismo come i grandi camini in pietra e le sedie paesane ma i colori sono quelli tenui di beige e verdino che si addicono a un posto di mare. Lo stile è proprio quello di una moderna masseria pugliese in cui mare e campagna, acqua e terra, rustico e chic si amalgamano e fondono alla perfezione. 
Il connubio tra modernità e tradizione lo si ritrova nella cucina di questo ristorante, calabrese con influenze lucane dal momento che il personale di cucina gode e fa tesoro della collaborazione e del supporto del grande maestro Federico Valicenti.

L'impronta lucana la troviamo nel primo piatto dell'antipasto che ci viene presentato, al centro tra rape e salsiccia e un golosissimo tortino di patate e 'nduja con crema di pecorino campeggia un croccante e profumato peperone crusco. In un cestino di formaggio e mais ci vengono presentati i cardoncelli della produzione aziendale strapazzati con le uova.  La crepe rossa è arricchita da un ripieno di prosciutto e formaggio ed alleggerita nel gusto dal semplice sughetto di pomodoro che fa da base.
La gustosa zuppa di legumi misti con bietole e carote servita con i classici crostini di pane, coccola perfetta vicino al fuoco del camino, ci ricorda che siamo in un agriturismo dov'è il gusto della natura a farla da padrone. 
Difficile da dimenticare il primo, cavatelli preparati rigorosamente a mano e conditi con crema di zucca violina che trovano un prezioso completamento di sapidità nei tocchetti di croccante guanciale e nella consistenza dei cardoncelli, un ulteriore pizzico di brio oltre che di colore lo conferisce la polvere di peperone rosso che orna ad arte il piatto.

Piatto complesso e molto consistente la millefoglie di podolica con melanzane, scamorza affumicata e prosciutto su crema di funghi cardoncelli. Difficile trovare spazio per il dolce, basterebbe in effetti un bicchiere di buon liquore di mirto prodotto in azienda ma non si può dire di no ad una fetta di crostata casalinga con crema di limoni arricchita da una spolverata di liquirizia.
Insomma per un pranzo o una cena in famiglia, per un fine settimana o una vacanza più lunga, per un piccolo banchetto o una ricorrenza l'Agriturismo-Masseria Torre di Albidona è un posticino davvero da non perdere.
MASSERIA AGRITURISMO TORRE DI ALBIDONA
Loc. Piana (sul mare) - 87070 ALBIDONA (CS)
Tel+39 0981 507944 - Fax +39 0981 507967
Mail info@torredialbidona.it

https://www.facebook.com/pages/Masseria-Agriturismo-Torre-di-Albidona/134453016687983?sk=timeline

2015-03-18

Un'insolita zuppa viola

Piatti fiore La Porcellana Bianca, sottopiatto ISI Milano

Si rinnova domani l'appuntamento in edicola con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, è la volta di Michael Pollan e del suo In difesa del cibo, un passo avanti rispetto al già scioccante Dilemma dell’onnivoro. In questo lavoro l'autore demolisce la credenza secondo cui a renderci più sani e più belli non siano le cose che mangiamo ma le sostanze che le compongono. Il rimedio per una vita sana sarebbe semplice: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. Cibo vero, meglio se poco, e meglio ancora se verde. Sarebbe semplice ma siccome sconvolge il credo dell’industria agroalimentare, la più potente e insostituibile al mondo, diventa molto difficile da realizzare.
"Le scelte migliori per la nostra salute sono anche le migliori per il pianeta. Che siano anche le scelte più piacevoli è davvero un’ottima notizia". In pratica si può stare bene mangiando meglio e non rinunciando neppure al gusto.
Approfittiamo quindi di questo clima ancora grigio che per nulla appare preludio di primavera per sfruttare al meglio quello che l'orto d'inverno ancora ci offre, nel mio caso il cavolo rosso che da cotto in effetti diventa viola con cui ho realizzato una passata arricchita da cereali e legumi, io ho scelto la zuppa deliziosa il misto di Schioppi composto da riso thai integrale, farro, grano, lenticchie rosse e gialle decorticate. Per rendere la zuppa gourmet unendo alla salute anche il gusto qualche tocchetto di pancetta croccante, un bocconcino di bufala al centro e un filo d'olio a crudo.
Ingredienti per 4 persone:
1 porro
1/2 cavolo rosso
300 g di misto di riso thai integrale, farro, grano, lenticchie rosse e gialle decorticate
100 g di pancetta
4 bocconcini di bufala
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
brodo vegetale
sale e pepe
Tagliare a rondelle il porro e soffriggerlo in un fondo d'olio, unire il cavolo a striscioline, salare, pepare e portare a cottura aggiungendo un po' di brodo. Frullare e aggiungere il misto di legumi e cereali tostato con un filo d'olio in un'altra padella e sfumato con il vino. Portare a cottura aggiungendo brodo un mestolo per volta. Versare nei piatti ed arricchire la minestra con le striscioline di pancetta croccanti, un bocconcino di bufala e un filo d'olio.

2015-03-16

Filetto stagionato agli aromi, possibili interpretazioni

Tessuti Busatti
Con l'arrivo del nuovo anno ho iniziato a sperimentare la produzione casalinga si salumi e affini, non mi sono data agli insaccati veri e propri ma alla salagione e stagionatura di pancetta, lonza, filetto e coscia di maiale, variamente aromatizzati.
Il filetto stagionato agli aromi è una delle preparazioni più semplici e veloci, è pronto in pochi giorni e non bisogna neppure limitarsi alla stagione fredda per la produzione  dal momento che si fa tutto in  frigo.
Ecco da questo primo esperimento è venuto fuori un filettino molto aromatico perfetto da mangiare tal quale magari in un bel panino o anche condito con un filo d'olio e una spruzzata di limone o di arancia, oppure ancora da piastrare come ho fatto io nella ricetta che vi presento oggi.
Filetto stagionato agli aromi
2 filettini di maiale da 500 g 
500g di sale fino
700g di zucchero semolato
misto di aromi (rosmarino, salvia. alloro, pepe nero, peperoncino)

Pulire la carne da grasso e pellicine e porla in una ciotola con il sale e lo zucchero, parte a formare la base e parte a coprire. Lasciare così in frigo per 2 giorni, poi lavare la carne per bene, asciugarla e massaggiarla con il trito di erbe. Avvolgerla in carta da cucina e lasciarla in frigo da 6 a 10 giorni, cambiando di tanto in tanto la carta. Poi affettare e consumare il filetto.
Filetto stagionato alla piastra con purè di patate, salsa di finocchi al balsamico e croccante di pane aromatico
Ingredienti per 4 persone:
12 fette spesse di filetto stagionato agli aromi
purè di patate
2 fette di pane casereccio
aromi misti in polvere (rosmarino alloro timo e salvia)*
1 finocchio
1 scalogno
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico
sale
Tagliare il pane a cubetti, condirlo con olio e aromi in polvere e poi tostarlo in forno caldo finché diventa croccate. Stufare il finocchio con lo scalogno, un filo d'olio e un po' di sale,  frullarlo con un po' di acqua calda, altro olio e qualche goccio d'aceto balsamico. Scaldare una piastra e quando è rovente passarvi il filetto da ambo i lati disporlo nei piatti alternandolo con il purè caldo e la salsa di finocchi, completare con i crostini di pane.
Ho servito questo piatto con un bicchiere di Masino IGRECO, un nero di Calabria che visti i riconoscimenti ottenuti è l'orgoglio della nostra regione.
* Ho utilizzato il mix di aromi di Pantelleria Profumarrosto perfetto con carne, patate e anche per i crostini di pane come in questo caso.

2015-03-12

Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made

Piatto conchiglia Ceramiche Maroso, tovagliolo Busatti, sottopiatto ISI Milano
La storia degli oli essenziali mi ha conquistata a dire il vero e proseguendo in un certo senso il discorso oggi vi parlo di qualcosa di nuovo che ha stupito pure me.
La Cascina Duc è situata ai confini tra Torino e Grugliasco, immersa in una delle poche aree verdi ancora esistenti ai confini della città, è un raro esempio, nei dintorni del torinese, di cascina funzionante su attività agricole. Filari di lavanda posti ai lati della strada di accesso alla Cascina accolgono i visitatori, da questa profumatissima pianta vengono prodotti non solo cosmetici e prodotti ornamentali ma anche originali prodotti alimentari.
I biscottini al burro e lavanda che producono in azienda sono a dir poco meravigliosi, con il tè sono anzi una vera chiccheria da non lasciarsi sfuggire. Altra particolarità è la pasta alla lavanda, ecco il gusto della pasta è molto intenso quasi amarognolo tanto che per me mangiarne un intero piatto sarebbe impresa impossibile, i radiatori che io ho utilizzato per questa ricetta sono perfetti per dei finger food io vedo bene l'abbinamento con il limone  e con il salmone marinato che ho prodotto con le mie manine.
Per marinare un kg di filetto di salmone ho utilizzato 500 g di zucchero, 500 g di sale fino e pepe nero. Ho lasciato macerare il salmone in questa mistura per 48 ore rivoltandolo ogni 12 ore, poi l'ho lavato, l'ho asciugato per bene e l'ho avvolto in carta da cucina conservandolo in frigo altri 4-6 giorni, tagliato poi a fette è pronto per l'utilizzo o per essere conservato in buste sottovuoto.
Per una preparazione così particolare ci volava un vino giusto altrettanto ricercato e così mi sono fermata all'Azienda vinicola Quaquarini Francesco a Monteveneroso, una piccola frazione nel comune di Canneto Pavese, a circa 50 minuti da Milano. L'Azienda, fondata da Francesco e dalla moglie Liliana e portata avanti oggi con la medesima dedizione dai figli Umberto e Maria Teresa ha sempre valorizzato la tradizione viticola pur nel rinnovamento delle tecniche produttive per l'esaltazione della qualità. Il successo di questi programmi ha permesso all'Azienda di produrre una gamma di vini di qualità provenienti dalle zone più vocate dell'Oltrepo Pavese.
Il controllo della produzione inizia dalla coltivazione della vite, si tratta di uve di varietà autoctone prodotte da Agricoltura Biologica, controllate e certificate dalla vendemmia e fermentazione, sino alla messa in bottiglia.
Io ho scelto un Pinot Rosé Brut, un vino elegante perfetto per l'aperitivo e per esaltare questa particolare ricetta.
Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made
Ingredienti per 4 assaggini:
2 limoni
20 radiatori alla lavanda
4 fettine di salmone marinato
succo di limone
olio extravergine d'oliva
Cuocere la pasta in acqua bollente salata, dividere a metà i limoni e svuotarli, estrarre il succo e tenerlo da parte. Tagliare a striscioline il salmone, unirlo alla pasta cotta condire con olio e qualche goccia di succo di limone. Suddividere la pasta nei limoni e servire con un calice di Pinot brut Rosé ben freddo.              

2015-03-09

Alta cucina: risotto con broccoli gamberi e profumo di limone

Vassoio Ceramiche Maroso, posate Mori Italian Factory, americano e tovagliolo Busatti
Ho sempre pensato che gli oli essenziali fossero cose da erboristi e non da cuochi, diverse volte ho  inconsapevolmente massaggiato tra le mani un agrume o schiacciato tra le dita una foglia di una qualche pianta aromatica godendone l'oleoso effluvio mai però soffermandomi a pensare che proprio di olio essenziale si trattasse.
Ne ho imparato un po' di più attraverso le parole di Milly Callegari che con il suo Essenzialmente la mia cucina pubblicato da Ponte alle Grazie nella collana Il lettore goloso ci racconta le essenze, la loro provenienza, il loro uso in cucina – non senza qualche nozione della storia e sulla magia che le avvolge – solleticando, come promette nella prefazione, la fantasia dello chef che è in noi.
"L’olio essenziale, o semplicemente «essenza», è una miscela oleosa e grassa, solitamente trasparente (di rado tende al giallo, al rosso o al marrone), composta da sostanze aromatiche prodotte spontaneamente dalle piante. In natura si cela nelle cellule di alcune loro parti (foglie, frutti, resina, corteccia), sotto forma di minuscole gocce. L’essenza rappresenta la «personalità» della pianta e sarà sempre unica e irripetibile. Ogni essenza naturale varia infatti nelle sue caratteristiche chimico-fisiche a seconda della stagione e dell’ora della raccolta, del tipo di terreno e del clima nei quali il vegetale è cresciuto. Non esistono due piante, seppur della medesima specie, che abbiano lo stesso, identico profumo" in questo libro l'autrice, profonda conoscitrice degli oli essenziali e raffinata gourmet, ci insegna a usare quei mirabili composti chimici e persino a estrarli da praticamente qualsiasi cosa, dai fiori alla frutta, dalle radici alle foglie, alle spezie. Un libro con un fascino irresistibile per me quasi un libro di magia.
A proposito di libri dal fascino irresistibile vi ricordo l'appuntamento con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, da giovedì scorso è in edicola Il perfezionista di Rudolph Chelminski una storia che mi ha particolarmente ammaliata narrando  la triste storia di Bernard Loiseau lo chef francese pluristellato che si uccise qualche anno fa perché alcuni giornali avevano ventilato l'ipotesi di un suo declassamento sulla guida Micheli. Attraverso la  vicenda favolosa di Loiseau che da sguattero aveva raggiunto il massimo livello nel mondo dell'alta cucina conosciamo i retroscena e i meccanismi spietati che animano le classifiche della "rossa".
Questa settimana non perdete neppure Pomodori verdi fritti di Fannie Flagg una storia che ho amato dapprima nella trasposizione cinematografica e poi nel libro che ebbi modo di leggere già qualche anno fa e che mi colpì per l'umanità, la delicatezza  e la freschezza senza infingimenti che da ogni pagina del libro trasuda.
Tornando al mio esperimento culinario mi sono lasciata ispirare da un piatto di Pietro Acciardi assaggiato al ristorante dell'Hotel Enotria. Che lo chef non me ne voglia l'ho interpretato a mio modo, nel mio forse ho lasciato disfare un po' più i broccoli ma devo dire che in linea di massima mi ha ricordato molto quel delizioso piato assaggiato lì.
Risotto con broccoli gamberi e profumo di limone
Ingredienti per 4 persone:
500 g di gamberi rosa del mediterraneo
500 g di broccoli
360 g di riso di Sibari per risotto
olio extravergine d'oliva
1 limone non trattato
1/2 bicchiere di vino bianco
sale
Pulire i gamberi dal carapace e dalle teste e con le teste preparare un brodo aggiungendo a piacere qualche aroma (sedano, carota, cipolla e prezzemolo potranno bastare).
Dividere il broccolo in cimette e cuocerle pochissimo a vapore. Tostare il riso in un tegame con pochissimo olio, sfumare con il vino e poi portare a cottura con il brodo preparato aggiungendone un mestolo per volta, più o meno a metà cottura unire i broccoli e proprio alla fine aggiungere i gamberi. Solo prima di servire completare con la scorza grattugiata del limone che libererà così tutti i suoi preziosi oli essenziali.
Ho servito il piatto con il Donna Lisa 2012 di Leone De Castris prodotto con uve Malvasia Bianca.

2015-03-05

Un pranzo da ricordare al ristorante Km 0 dell'Hotel Enotria di Amendolara (CS)


Il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
In un Hotel tre stelle in zona di mare è davvero difficile trovare un ristorante di livello, normalmente si propone cucina di qualità media, con poca varietà e sicuramente nessuna attenzione agli ingredienti, ovunque è così salvo qualche eccezione...l'Hotel Enotria di Amendolara è l'eccezione di cui voglio parlarvi e non c'è da stupirsi se dalla Puglia vengono qui da noi per un pranzo o una cena o si scomodano critici e giornalisti a conoscere lo chef Pietro Acciardi che ha rivoluzinato il modo di fare cucina in hotel.
Il biglietto da visita sono i commenti di chi c'è stato, sono i messaggi e i disegni dei bambini che hanno soggiornato in hotel oltre al sorriso consapevole di chef Acciardi e ai riconoscimenti che sempre ottiene quando partecipa a qualche manifestazione. Lui gli ingredienti che vengono da fuori non li vuole neppure sentir nominare, conosce bene il territorio e le sue potenzialità, il suo è un ristorante a km zero in cui si va a mangiare prevalentemente il pescato locale del giorno accompagnato e reso speciale dai prodotti del territorio e dalla creatività di Pietro Acciardi. Al ristornate dell'hotel Enotria di Amendolara lo chef ha carta bianca e chi si siede ad uno dei tavoli, in cui predomina la freschezza e la luce di una tipica sala di albergo marino, deve dare carta bianca a chi sta in cucina e certamente non se ne pentirà. Dei piatti parlano forse già le immagini ma solo all'assaggio potrete davvero capire quel che voglio dire.
Siamo stati accolti da un involtino di melanzana e sgombro con cicoria e zucca accompagnato da una riduzione di vino magliocco. A seguire un'insalata di polpo all'arancia servita nel frutto. 
Un antipasto caldo come i calamaretti con carciofi e mandorle di Amendolara servito in una corona di melanzane posso affermare essere il più buon piatto di pesce mai assaggiato in vita mia, commovente la delicatezza di gusto e consistenze in cui tutti gli ingredienti si sposano alla perfezione. 
Ancora Calabria nel quarto antipasto, una passata di patata silana con tagliata di seppia e polvere di liquirizia Amarelli e nel primo: riso di Sibari con gamberi, broccoli e limone di Rocca Imperiale, un gusto fresco per un piatto ben assemblato ed amalgamato senza ricorrere a panna o burro. 
Notevole per il contrasto di gusti e colori il pesce spada con cipolle di Tropea caramellate e fragole. 
Perfetto anche il dolce, una fragrante tortina con crema di limoni e passatina di fresche fragole senza aggiunta di zucchero o altro. 
Davvero una cucina leggera e creativa, di altissimo livello e qualità ad un prezzo estremamente competitivo.
Ristorante Hotel Enotria
http://www.hotelenotria.it/
Viale Calabria, 20
87071 Amendolara (CS)
Tel +39 0981.915026 Fax. +39 0981.915261
info@hotelenotria.it
https://www.facebook.com/pietro.acciardi

2015-03-03

Di libri sulle donne, mimose e piatti leggeri

Vi dirò per la festa delle donne ho sempre avuto una sorta d'antipatia, se guardate indietro nei post di marzo degli anni passati difficilmente mi sono soffermata su questa festività che in sé non ho mai approvato più di tanto pensando sempre che non fosse necessario avere una festa a parte in un determinato giorno dell'anno...che le donne vanno festeggiate ogni giorno...e blà, blà, blà.
A parte questi luoghi comuni e tutte le considerazioni che possiamo fare in merito all'8 marzo ritengo che in fondo sia il pretesto e l'occasione per fare festa e parlare di donne e se il fiore simbolo della festa delle donne sono le mimose, va bene anche questo e anche se non ne amo il profumo devo riconoscere che appena colte sgradevoli non sono ed in effetti un tocco speciale a questa mia tavola pensata per le donne l'hanno dato con il loro intenso colore giallo.
Se comunque non avete voglia di mettervi lì a preparare tavola e piatti ma volte comunque festeggiare l'occasione perché con le mie argomentazioni vi ho convinto non vi resta che farvi invitare o cliccare su Quandoo per scegliere il ristorante che fa per voi. Certamente troverete il ristorante giusto prenotando in modo semplice e veloce.
Americani e tovaglioli Busatti, servizio piatti Villa dei Fiori La Porcellana Bianca, posate Mori Italian Factory, sottopiatti e cestino fiori Nella Longari Home
Se di donne devo parlarvi non posso che rivolgermi alla mia piccola biblioteca estraendo per voi dal magico cilindro due libri belli, ognuno a suo modo, da regalare a una donna speciale (madre, moglie, sorella, figlia o amica che sia) per omaggiarla o da regalarsi per riflettere sulla grandezza del gentil sesso.
L'Italia delle donne di Alida Ardemagni pubblicato ormai da un po' da Morellini Editore parla di sibille, dee, ninfe, streghe, sante, combattenti, scrittrici, aristocratiche e popolane, cuoche e sommelier, vestali, imprenditrici, pittrici, fotografe, architette, stiliste, scienziate, innamorate, muse, badesse, offrendo spunti di viaggio alla scoperta del lato femminile del nostro paese. Tante storie di donne vissute in epoche diverse in un continuo oscillare tra emancipazione e tradizione, storie che formano insieme  un atlante perché ad ogni donna raccontata sono associati itinerari e spunti di visita per conoscere i luoghi in cui è vissuta o che l'hanno resa celebre. Date un'occhiata all'indice e v'innamorerete del volume.
Lidia Ravera, Chiara Mezzalama e Gaia Formenti sono le autrici di Tre donne sull'isola un singolare diario a tre voci o a sei mani pubblicato da Iacobelli Editori nella collana I Leggendari, piccoli volumi intriganti ed eleganti, piccoli libri "portatili" nati dalla complicità tra Iacobelli Editore e la rivista culturale Leggendaria. Tre donne sull'isola è un romanzo nato da una proposta di Lidia Ravera, la storia di tre donne riunite per caso nell'eccezionalità di un ambiente estremo - un'isola deserta per l'inverno, piccola, scogliosa, battuta da un mare implacabile e magnifico - lontane dalle loro vite quotidiane, isolate e prive di quei legami che reggono la trama di ogni esistenza ma che a volte rendono difficile pensarsi per quello che si è o si vuol diventare. Tre voci che narrano, ciascuna dal punto in cui l'altra ha interrotto la narrazione, senza che alcuna trama fosse stabilita in partenza, quasi un gioco di relazione o di ruolo.
Vi ho dato l'idea per apparecchiare una tavola, magari per una cena tra amiche o semplicemente per stupire la propria donna e vi ho parlato di due libri speciali "di donne" ora siete pronti per una mia ricetta femminile leggera, sana, gustosa e anche gialla come le mimose.
Corallini risottati allo zafferano con carciofi e cicerchie
Piatti ISI Milano, tovagliolo Busatti, posata Mori Italian Factory
Ingredienti per 4 persone:
360 g di pastina Corallini Girolomoni
2 bustine di zafferano
1 tazza di cicerchie lessate
4 carciofi
1 cipolla bionda
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
2 cucchiaiate di grana grattugiato
u1 noce di burro
brodo vegetale
prezzemolo
sale e pepe
Affettare finemente metà della cipolla e rosolarla in padella con i carciofi a spicchi, salare, pepare, aggiungere pochissima acqua calda, coprire il tegame e lasciar stufare i carciofi, aggiungere le cicerchie e mescolare amalgamando i sapori, unire alla fine del prezzemolo tritato.
Tritare l'altra metà della cipolla e appassirla con un filo d'olio e un pizzico di sale fino a farla diventare trasparente, unire la pastina secca e tostarla a secco, sfumare con il vino e aggiungere il brodo e un mestolo per volta, come per il risotto, e la polvere di zafferano sciolta in pochissimo brodo portando la pasta a cottura (cuoce in pochissimo tempo e consiglio di lasciarla un po' al dente) mantecare con il burro e il grana e versare i corallini nei piatti, condire con i carciofi e le cicerchie.