Cucina, libri, luoghi, moda, lifestyle

2016-01-29

Squisito filetto di suino nero con mela, cipolla e cognà da mosto d'uva

Tutti abbiamo i nostri autori del cuore quelli che più di altri riescono a trasmetterci emozioni, una di queste è per me Ruth Reichl, il critico gastronomico forse più conosciuto al mondo. Mi piace il suo modo di descrivere il cibo e in ogni singola parola sento amore e passione profonda per questo argomento. La parte più tenera e Confortatemi con le mele sono stati i primi romanzi che mi hanno avvicinato al genere gastronomico e da allora non ho smesso più di seguirla. Ho già letto il suo ultimo lavoro Squisito! in realtà il suo primo romanzo edito da Salani "Billie lascia la sua casa in California per presentarsi a Squisito!, la rivista di cucina più famosa di New York, dove ha ottenuto un posto di segretaria. Viene accolta dalla variopinta redazione del magazine e l’ambiente del food la seduce subito. Poi Billie ha un dono particolare, un talento che non può passare inosservato, soprattutto se sei circondato da cuochi esperti e gastronomi dal palato fine. Quando la rivista chiude improvvisamente, Billie sceglie di rimanere in redazione da sola per rispondere alle richieste dei lettori. Ed è così che, in una stanza segreta, scopre una lettera indirizzata settant’anni prima al celebre chef e giornalista di Squisito! James Beard. Da quella lettera prende il via il suo viaggio alla ricerca di una ragazza di tanti anni prima, un viaggio che sarà un nuovo inizio." Al di là della trama di per sé affascinante e ricca di sorprese mi ha colpito nel racconto la delicatezza della narrazione e il punto di vista, vi dico che è uno di quei libri a cui ti affezioni e giunta alla fine senti quel senso di vuoto, vorresti vi fosse un seguito per non lasciare i personaggi o magari bere una pozione magica per dimenticare e ricominciare tutto da capo provando la stessa emozione.
Gennaio volge al termine ed io vi parlo del mio nuovo accostamento tra Calabria e Piemonte, stavolta un bel filetto di suino nero di Calabria ha sposato una Cognà da mosto d'uva tipicamente piemontese prodotta da Fonterosa e in vendita su Shopiemonte.com.
Del risultato non posso non parlarvi. La carne tenerissima, così preparata, si è arricchita di un sorprendente gusto aromatico grazie alla cognà che ho aggiunto al già gustoso fondo di cipolle e mele.
Squisito filetto di suino nero con mela, cipolla e cognà da mosto d'uva
Ingredienti per 4 persone:
500  g di filetto di suino 
1 cipolla bionda
1 mela dalla polpa compatta e acidula
1/2 bicchiere di vino bianco secco
2 cucchiai di cognà di mosto d'uva
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di amido di mais
sale e pepe
Tagliare a fettine sottili la carne e infarinarla con l'amido di mais. Affettare la cipolla e anche la mela senza la buccia. Rosolare con un filo d'olio la mela e la cipolla, salare pepare e aggiungere un po' d'acqua, lasciar asciugare e poi rosolare nel fondo a fuoco vivace la carne, quando avrà preso colore sfumare con il vino ed aggiungere la cognà. Amalgamare per bene e servire.

2016-01-27

Dal digital marketing per la ristorazione alla mia carbonara con broccoli e prosciutto

Tessuto Busatti
Quando vado in giro per locali mi piace molto chiacchierare con chi ha scelto la cucina per mestiere. Con la mia rubrica I Percorsi del Gusto ne ho spesso occasione e vi dico che difficilmente me la lascio sfuggire; mi piace sentire le loro storie, i loro desideri e le strategie che mettono in campo per avere successo e se spesso trovo persone preparate che sanno il fatto loro altre volte mi capita di conoscere persone che hanno le mani fatate in cucina eppure non riescono ad applicare le giuste strategie digitali per avere il successo che meritano.
 Questi miei incontri hanno reso irresistibile per me Ingredienti di Digital Marketing per la ristorazione un libro di Luca Bove e Nicoletta Polliotto pubblicato da Dario Flaccovio, mi è venuta voglia di conoscere questo mondo e di trasmettere magari qualcosa di utile a chi incontro. Si tratta del primo libro in Italia dedicato al marketing nella ristorazione. Anche se il volume è stato scritto proprio per chef, ristoratori, pizzaioli e manager di catene ristorative trovo sia molto interessante per chiunque graviti attorno al mondo cucina per trovare consigli di comunicazione e scoprire idee e spunti di vendita e marketing.
Chi gestisce un ristorante e chi ci lavora frequentano probabilmente il web molto meno dei loro clienti, ecco perché agli autori, entrambi esperti nella materia, è  venuto in mente di fornire  gli strumenti per aggiornarsi, essere competitivi e diventare Digital Chef, proponendo la propria ricetta personale del successo online.
Astuzie per ottenere successo ne conosce di sicuro Chef Rubio, sempre sul pezzo davvero, del resto come possono non piacere la sua spontaneità e immediatezza.
Io continuo a restare affascinata da Le ricette di Unti e Bisunti  in edicola con La Gazzetta dello Sport. Siamo al termine delle uscite tematiche, sono in edicola i numeri dedicati a Uova e formaggi, e il ventesimo Dolci e biscotti ma si va oltre le previsioni con successivi otto numeri dedicati alla cucina regionale ed europea, davvero da non perdere.
Io intanto nella ricetta di oggi omaggio le uova e se non lo faccio con una frittata, lo faccio con una carbonara un po' sui generis a dire il vero con broccoli e prosciutto crudo invece della classica pancetta ma vi assicuro tanto gustosa.
Carbonara con broccoli e prosciutto
Ingredienti per 4 persone:
400 g di rigatoni
1 broccolo verde 
120 g di crudo in unica fetta
2 uova
100 ml di latte
4 cucchiai di grana
olio extravergine d'oliva
pepe nero
Dividere il broccolo a cimette e lavarlo per bene. Affettare il prosciutto a bastoncini e rosolarlo con un filo d'olio. Sbattere le uova con il latte, il pepe e il formaggio grattugiato. lessare i rigatoni aggiungendo in cottura le cime di broccolo. Scolare la pasta e saltarla nel tegame con il prosciutto e la crema di uova, aggiungendo un po' d'acqua di cottura della pasta per formare la cremina.

2016-01-25

A’mmasciata Pizzeria Napoletana Autentica a San Marco Argentano (CS)

Di pizze buone qua in zona ce ne sono alcune ma la vera pizza napoletana quella vera certificata dall'ANVP l'ho assaggiata solo nel mio ultimo percorso del gusto, leggetemi su Diritto di Cronaca.
 Luca Tudda è un ragazzo di 24 anni ma tanta determinazione, professionalità e decisione sono davvero cosa rara non solo per la sua età. A’mmasciata, la sua pizzeria aperta da un anno allo scalo di San Marco Argentano ha ottenuto il riconoscimento dell'Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN) che promuove e tutela in Italia e nel mondo la 'vera pizza napoletana'. Sono solo tre le pizzerie calabresi che possono fregiarsi di questo titolo e oltrepassata la soglia di A’mmasciata si sente di essere entrati in una “buona pizzeria” della città partenopea.
A iniziare dalle pareti rosse che nei decori rimandano al grande Totò passando per i pomodorini del piennolo appesi nell’area del forno fino, fino al forno stesso che è quello tradizionale napoletano. La sala è molto ampia e i tavoli non sono accatastati l’uno sull’altro rendendo piacevolissima la sosta. L’accoglienza degli arredi rispecchia quella di Luca il proprietario-pizzaiolo che già guardandoti sembra sapere quel che vuoi e l’offerta della pizzeria è in continua evoluzione per soddisfare la più vasta clientela. Le birre alla spina sono di quattro qualità diverse e tutte di altissimo livello, anche per le altre bibite la scelta è ampia e si possono trovare delle chicche di cui altrove neppure si sente parlare, la Fanta all’uva o alla fragola oppure la Coca cola alla ciliegia per dirne solo alcune. I prodotti caseari e i dolci tradizionali napoletani arrivano freschi quotidianamente direttamente dai produttori.

Per iniziare prendiamo il fritto misto, ricchissimo antipasto di tradizione napoletana (crocché zeppoline, San Ferdinando, polpette di ricotta, frittatina di pasta e provola affumicata fritta) tutto davvero gustoso e preparato al momento. Per la pizza la scelta è vasta ma, volendo rispettare la tradizione, assaggiamo una margherita autentica con mozzarella di bufala, pomodoro san marzano e tanto basilico, ed autentico è il profumo oltre che il sapore della vera pizza napoletana che ti avvolge dal primo all’ultimo spicchio.
 La lasagna è un tripudio di fiordilatte, salame e ricotta. Si tratta di pizze in cui il fattore emozionale è fortissimo e ne restiamo stregati fino all’ultimo morso. 
Spazio per il dolce ne resta poco ma come rinunciare ad assaggiare un classico tortino al cioccolato dal cuore caldo e un meno classico ma freschissimo e leggero cheese cake vegano e senza glutine. Si, non l’ho detto prima ma qui è possibile mangiare anche pizza e dolci vegani e senza glutine per venire incontro alle esigenze di tutti. 
Anche gli amanti del tango argentino troveranno soddisfazione in questo locale, al lunedì sera in sala si tengono infatti lezioni di ballo per la gioia dei partecipanti e di chi invece vuole solo mangiare una pizza gustando anche un insolito intrattenimento.
A’mmasciata Pizzeria
Cimino. C/o Centro Acquisti Il corso, di fronte Centro Comm. La Torre 
87018 - San Marco Argentano (CS)
Tel. 09841716620 - 3331167456 



2016-01-21

Ciambelline di pane al tartufo con crema gialla e prosciutto

Se mi dicono mascarpone io penso immediatamente al tiramisù, seguono però nella mia mente mille altre ricette golose perlopiù dolci e simili al tiramisù. Quando mi hanno chiesto di preparare una ricetta con il mascarpone Mila la mia mente è corsa al tiramisù e pensavo già di farlo in versione alla liquirizia (un giorno ve ne parlerò) solo che il mio istinto è stato subito bloccato da una frase scritta sul regolamento "Prego non inviare ricette per il tiramisù". Questa frase ha reso la sfida più interessante e invece di pensare ad un altro dolce mi son detta che se tiramisù non doveva essere avrei proposto una ricetta salata, per la precisione dei golosi panini al tartufo nero con una crema gialla di tuorli sodi, mascarpone e zafferano che ho guarnito con prosciutto crudo home made. Ditemi un po' se non sono perfetti per un buffet magari per una festa di Carnevale.
A voi e a Mila la mia ricetta augurandomi di vederla in un loro ricettario.
Ciambelline di pane al tartufo con crema gialla e prosciutto
Ingredienti
Per le ciambelline:
300 g di farina 0
15 g polvere di lievito madre
110 g acqua
30 g latte
2 cucchiai di olio al tartufo
1 cucchiaio di scaglie di tartufo nero (anche secco o conservato)
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale
Per la crema gialla:
4 tuorli d'uova sode
100 g di mascarpone
50 g di burro 
1 bustina di zafferano
sale
prosciutto crudo per completare
Preparazione
Mescolare il lievito alla farina, aggiungere il sale e lo zucchero e poi i liquidi, impastare a lungo e porre a lievitare in una ciotola coperto da pellicola. Suddividere in 12 pezzi l'impasto e formare delle palline, bucarle al centro e porle a lievitare in uno stampo per ciambelline, in mancanza anche direttamente in teglia (verranno solo meno regolari). Lasciar lievitare ancora mezz'ora e poi infornare in forno caldo alla massima potenza finché risulteranno cotte e prenderanno colore.
Lavorare a crema i tuorli sodi con il mascarpone ed il burro lasciato ammorbidire a temperatura ambiente, unire la polvere di zafferano e un pizzico di sale. Quando la crema sarà soffice inserirla in una sac à poche e farcire le ciambelline di pane, guarnire con il prosciutto a liste sottili.
La crema gialla di questa preparazione è ottima anche come farcia per gli albumi sodi.

2016-01-19

La piadina si veste di dolce all'ora del tè

Ci sono molti modi per conoscere un paese e se la Gran Bretagna è di vostro interesse consiglio di affidarvi ad un grande travel writer come Bill Bryson che, pur essendo nato in America la Gran Bretagna la conosce con i suoi pregi e i suoi difetti, come le proprie tasche e ce ne dà saggio nel suo Notizie da un'isoletta pubblicato da TEA. Può esser visto come una guida di viaggio ma anche un diario, in realtà è un racconto di vita ma è pur sempre un viaggio in Gran Bretagna e nelle sue bizzarrie. Una miscela di humour, curiosità e rara sensibilità che si legge davvero con piacere. Un viaggio di sette settimane, zaino in spalla e cartina alla mano, dalle bianche scogliere di Dover a John O'Groats, la località più a nord della Scozia per salutare la Gran Bretagna, il paese che per  vent'anni lo ha ospitato. Un viaggio di commiato che, con sguardo attento e vivace, diventa una felice istantanea della Gran Bretagna. Un libro in cui sono sapientemente mescolati irresistibile humour, insaziabile curiosità e rara sensibilità.
Quando parlo di Gran Bretagna, specie se la giornata è grigia e piovosa mi viene voglia di tè, ma non all'italiana sorseggiato di fretta e per lo più quando non si sta bene, mi viene voglia di tè rilassato accompagnato da golosi manicaretti dolci oppure salati o, come in questo caso, una via di mezzo da preparare in poche mosse e godersi magari in piacevole compagnia.
Il punto di partenza erano una mela rossa, una piadina sfogliata artigianale Artigianpiada e un vasetto di confettura di more di rovo  dell'Agricola Si.Gi. il risultato è quello della foto ed ora vi spiego come ottenerlo.
Piadina dolce con mele e confettura di more
Ingredienti:
1 piadina sfogliata
2 cucchiai di latte
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 noce di burro
1 mela rossa 
1 cucchiaio di mandorle tritate
1 vasetto di confettura di more di rovo
Pelare e affettare sottile la mela, rosolarla in un tegame con lo zucchero e il burro (tenendone da parte un poco), unire anche le mandorle. Mettere la piadina su un foglio di carta da forno e dopo averla bagnata con il latte disporvi sopra le mele e un paio di cucchiai di confettura piegare la piadina su se stessa e chiuderla nel foglio di carta forno. Infornare per 10 minuti, togliere la carta forno ungere la superficie con il burro ed infornare per altri cinque minuti. Servire guarnendo con altra confettura.

2016-01-15

Carne tartara con grissini all'orzo e semi di lino

Gennaio sta correndo via alla velocità della luce e arrivato febbraio siamo subito a Carnevale e San Valentino, ora glissando un po' su Carnevale (ci ritorneremo senz'altro) incomincio a darvi qualche idea per una cenetta a due, che tanto per organizzarsi non è mai troppo presto. Vi starete chiedendo da dove mi arriva questa voglia di "coppia", diciamo che un romanzo rosa sul mio comodino non manca mai specie se ha in qualche modo a che fare con la cucina.
Stavolta mi sono fermata presso la casa editrice Tre60 ed ho scelto per voi due romanzi molto rilassanti.
La dolce tentazione dell'amore è la nuova dolce storia d'amore di Donna Kauffman che ci ha ormai abituati a romanzi ad alto indice glicemico. Un intrigo d'amore appassionante che prende vita sulla piccola e incantevole isola di Sugarberry tra glasse, creme e morbidi impasti e non senza qualche colpo di  scena. Una di quelle storie leggere e mielose nelle quali ogni tanto vale la pena immergersi per estraniarsi e disintossicarsi un po' dalla vita reale. Non mancano alla fine le dolci ricette dell'autrice.
Barcellona mi amor è l'ultimo romanzo di Melinda Miller pseudonimo dietro cui si cela una coppia italiana che da tempo vive in Inghilterra. Si sono conosciuti in aeroporto, si sono innamorati a Londra, si sono sposati e poi hanno deciso di raccontare una storia d'amore simile alla loro con un pizzico di fantasia in più nel romanzo London in love che tanto successo ha avuto. Ora ci riprovano con una storia che profuma di tapas e sangria ambientata nell'incantevole capitale catalana, narra di un amore che il destino fa iniziare proprio nel giorno della festa degli innamorati Sant Jordi che a Barcellona si festeggia il 23 aprile. Enrique, giornalista, grande gourmet che recensisce ristoranti firmandosi con uno pseudonimo e Paloma proprietaria della libreria Bésame Mucho sono i due protagonisti di questo brillante romanzo che ci farà esclamare Barcellona mi amor!
Il piatto che vi propongo è un antipasto (volendo può fare anche da secondo freddo dipende dalle porzioni e dalle stagioni) non ha bisogno di preparazioni lunghe ma solo di una scelta accurata della materia prima è una tartare di carne che propongo in abbinamento a degli squisiti grissini dalla forma particolare realizzati con il medesimo impasto di pane delle ciotoline di cui vi ho parlato qualche post fa, una combinazione che piace molto a mio marito.
Carne tartara con grissini all'orzo e semi di lino
Ingredienti
Per il pane:
200 g di farina di orzo*
200 g di farina di frumento 0
250 ml di acqua
1 cucchiaio colmo di lievito madre secco
2 cucchiai di semi di lino
1 cucchiaio di olio
1 cucchiaino di sale
Per la carne tartara:
400 g di filetto di vitellone
1 limone
sale 
pepe
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di senape
1 cucchiaio di capperi di Pantelleria**
2-3 cetriolini all'aceto
Preparare l'impasto del pane mescolando le farine, i semi, il sale, il lievito e aggiungendo olio e acqua. Lasciar lievitare l'impasto al raddoppio e poi stenderlo a rettangolo. Tagliarne strisce di circa un centimetro e arrotolarle tra le mani facendole diventare bastoncini, dare la forma desiderata in teglia. Lasciar riposare ancora e cuocere in forno caldo alla massima temperatura finché prenderanno colore.
Tritare la carne con il coltello dopo averla abbattuta in freezer per qualche ora. Condire con sale, pepe, olio, succo e scorza di limone, senape, capperi e cetriolini tritati. Lasciar risposare in frigo un paio d'ore prima di servire. Con l'aiuto di un coppapasta dare la forma desiderata alla carne, accompagnare con i grissini e a piacere con cetriolini e senape.*Farina di orzo e farina 0 sono quelle di Plurimix-Point**Capperi della Cooperativa dei produttori di Capperi di Pantelleria

2016-01-12

Le cucine del ricordo e la mia spigola impazzita

Piatto Ceramiche De Simone
A volte la cucina è necessita ma molto spesso è invece ricordo, amore, passione che viene da lontano e ognuno di noi, sono certa, sarebbe in grado di raccontare qualcosa di originale magari legato alla cucina o alle cucine della propria infanzia. Molti li hanno scritti questi ricordi, facendone anche dei ricettari e io trovo che questi libri in cui si parla di vita vissuta valgano molto più di un romanzo avventuroso e spesso attingere ai ricordi altrui ci porta a fare un viaggio interiore anche in noi stessi scavando nel profondo e traendone magari ricordi che si credevano persi per sempre. 
Ci prova Barbieri a raccontarci le cucine della sua vita in Via Emilia Via da Casa edito da Rizzoli e mi sono divertita molto a leggerlo sempre più incuriosita pagina dopo pagina, grazie anche alle bellissime illustrazioni di Maria Cremonini ed alle fotografie che lo arricchiscono.
Dall’infanzia emiliana ai viaggi intorno al mondo fino al successo in tv: un’autobiografia per ricette e racconti di uno chef senza frontiere. “Cucinare per gli altri è un’emozione, significa farli entrare nella tua intimità: ai fornelli bisogna potersi sentire completamente a proprio agio". Le ricette che Bruno Barbieri ci mette a disposizione in questo libro sono le più significative della sua vita ma allo stesso tempo sono alla portata di tutti per preparare piatti davvero speciali. 
Per Contrasto Books è uscito  Storie in cucina  Ricordi, racconti e ricette di Caterina Stiffoni con fotografie in bianco e nero di Gianni Berengo Gardin che immortalando fornelli, tavole imbandite e cibo conferiscono al libro il fascino di altri tempi.
Dalle vecchie cucine di famiglia alle ricette in tempo di guerra, dalla Parigi dei grandi chef alle medine del Marocco fino ai palazzi indiani: 40 storie, oltre 80 ricette e 10 menu raccontano la passione dell'autrice per la cucina. Un libro articolato come un lungo viaggio alla scoperta di nuovi sapori, dove ogni luogo diventa ancora più indimenticabile se legato a un piatto o a una ricetta speciale, oppure a fantasie e piccoli racconti ispirati al cibo. In tutto ciò l'autrice ha trovato spazio per  un prezioso manuale che raccoglie e suddivide le ricette in antipasti, primi piatti, secondi, contorni e dolci e propone 10 semplici e versatili menu tematici.
Invece Laura Bolgeri in La memoria del gusto Conversazioni sull'impronta del cibo edito da Cinquesensi ci racconta i ricordi culinari di cinquanta personaggi famosi, mettendoli insieme quasi come fossero davvero a tavola a raccontare di sé senza barriere di tempo e di spazio. Per capire la bellezza di questo libro vi trascrivo un estratto della prefazione di Antonio Bozzo che meglio non lo poteva spiegare:
"Facciamo finta di avere una bacchetta magica, o molta fantasia, e immaginiamo una grande tavolata di una cinquantina di persone, anzi di una cinquantina di personaggi. Non teniamo conto degli inganni del tempo: alla nostra tavola gigante saranno seduti uomini che mai hanno mangiato insieme, ce ne saranno addirittura alcuni che questa vita di gioie e dolori l’hanno già lasciata. Non importa, all’immaginazione la realtà fa un baffo. Eccoli tutti seduti, con lo sguardo felice: ognuno sta per assaporare il suo piatto della memoria, il cibo che ha lasciato dentro lo spirito un calco, un gusto che a ricordarlo, a riportarlo alla bocca, riaccende una storia personale, per tutti unica anche se qualche volta tipica di un periodo storico e di una parte d’Italia". Credo di aver acceso la vostra curiosità abbastanza.
Ora passiamo a un mio piatto, uno dei tanti che al momento di degustarlo ha riportato alla mia memoria ricordi sopiti. le zuppe della mia infanzia erano così semplici e assai gustose e non mancava mai un bel crostone di pane, magari abbrustolito al fuoco del camino.
In questo caso è una spigola all'acqua pazza un po' modificata ed arricchita ecco perché l'ho chiamata la spigola impazzita.
La spigola impazzita
Ingredienti per 4 persone:
2 spigole da 1/2 Kg circa
1 spicchio d'aglio
1 bicchiere di vino
2 patate
2 pomodori
1 cucchiaio di capperi
olio extravergine d'oliva
20 olive
1 rametto d'origano
1 mazzetto di prezzemolo
1 peperoncino
pane casereccio raffermo
In una capace padella versare il vino, due bicchieri di acqua, lo spicchio d'aglio schiacciato, un filo d'olio, i gambi di prezzemolo, il rametto di origano, le patate pelate a fette e i pomodori pelati e tagliati a pezzetti, portare a bollore e unire i pesci eviscerati e desquamati. A metà cottura unire le olive e i capperi e completare la cottura, Pulire i pesci dalle lische ricavandone solo la polpa, suddividerla nei piatti e unire anche il resto del fondo, completare con prezzemolo tritato e pane raffermo bruschettato.

2016-01-09

Finocchi gratinati al grana in crosta di piadina al farro

Tessuto Busatti
Con le vacanze di Natale non è che vi siete dimenticati di Chef Rubio? La raccolta de Le ricette di Unti e Bisunti va avanti in edicola con la Gazzetta dello Sport. Ancora troviamo il numero dedicato alle Verdure, ma se vi siete persi Torte salate e sformati o Riso e cereali usciti nelle scorse settimane, non vi resta che ordinare gli arretrati, come me del resto. Come al solito Chef Rubio attinge in tutta Italia per consegnarci piatti della tradizione che non siamo magari più abituati a preparare visto che i moderni ritmi ci portano verso cibi semplici o già pronti. Io vi propongo una via di mezzo, un piatto semplice a base di verdure di stagione preparato in quattro e quattro otto che rimane però genuino. I finocchi gratinati sono un piatto sano e gustoso in questa versione risultano un pasto completo visto che sono adagiati in un involucro di piadina al farro divenendo da contorno torta salata e quindi piatto unico.
Ingredienti :
1 piadina al farro*
2 finocchi
1 cipolla bionda
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di latte
20 g di burro
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale e pepe
Pulire e tagliare a spicchi i finocchi, affettare la cipolla e appassirla in un tegame con un fondo d'olio, aggiungere i finocchi e lasciar cuocere unendo un mestolo d'acqua, salare e pepare.
Imburrare generosamente la teglia, bagnare la piadina con il latte e disporla in teglia. Versare sopra i finocchi, il parmigiano e il burro restante a fiocchetti, infornare finché prenderanno un colore dorato.
* Ho utilizzato la piadina artigianale con farina di farro Artigianpiada

2016-01-04

Aspettando la Befana: Dolce sottobosco

Buon 2016 ai miei lettori. Le feste volgono al termine e non ci resta ormai che aspettare la Befana. Noi ci stiamo preparando, le calze sono appese e le aspettative dei miei piccini sono sempre più alte per quanto io con fatica cerchi di ridimensionarle. Se abbiamo tempo sicuramente biscotteremo o "torteremo" a tema befana (calze, streghette e pupazzi di neve) intanto ci godiamo i risultati dei lavori di questo periodo festivo e ci ritroviamo insieme sul divano a gustarli davanti ad un film natalizio oppure leggendo una storia.
I racconti dell'anno di Raffaella Cannone pubblicato da Progedit  è il libro perfetto  per insegnare ai bambini il passare del tempo, scandendo ogni periodo e mettendo il risalto le caratteristiche, le feste e le ricorrenze di ogni mese. I dodici racconti del libro si ispirano ciascuno a un mese dell’anno, privilegiandone un particolare aspetto. Si inizia con Gennaio e il pupazzo di neve per arrivare Dicembre  con il Natale passando per Marzo con i suoi ombrelli e Ottobre con le zucche, tipiche della festa di Halloween, per dirne solo due. "I racconti vanno oltre la tipicità dei mesi e spaziano nel fantastico e nell’immaginifico, essendo tessuti da molteplici fili quali il sentimentale, il magico, il fantastico, l’intimistico e il reale.
Un mondo affascinante fatto di poesia, di avventura, di ricordi e stati d’animo di cui i piccoli lettori esplorano i sentieri".
Il piccolo pasticciere Feste e Dolcetti della stessa autrice e medesimo editore è un ricettario per bambini e insieme il racconto delle esperienze di cinque immaginari piccoli personaggi: Camilla, Peppo, Carlotta, Mirco e Alice.
Il libro solletica la fantasia dei bambini, sia per la preparazione di alcune facili ricette di dolci per le più svariate ricorrenze (festa della mamma o del papà, compleanni, fine della scuola ecc.), sia per le idee utili a realizzare party a tema.
I semplici racconti delle diverse occasioni di festa che i cinque bambini propongono offrono spunti utili per favorire nei lettori un libero sviluppo alla creatività e non manca di certo una festa per la Befana, narrata dalla piccola Carlotta. Il linguaggio semplice ed essenziale e le immagini a corredo del volume ben si adattano a una fascia di piccoli lettori.
Armanda, Elvis e gli altri di Emanuela Da Ros, con illustrazioni di Srimalie Bassani è pubblicato da Sinnos nella collana Leggimi e sembra la storia perfetta per la Befana perché Armanda è una strega che somiglia tanto nell'aspetto alla vecchina che porta doni su una scopa. Non è più giovanissima (ha 1453 anni) ma non è nemmeno troppo vecchia (e ha avuto 237 fidanzati famosi, da Elvis Presley, a Dante Alighieri). Armanda ha un bel po’ di problemi con la tecnologia di oggi e soprattutto con suo figlio Gianperfetto e con sua moglie Ersilia, che pensano sia solo una vecchietta un po’ svampita…Un modo originale per fare un salto nella storia insieme ai piccoli di casa. 
Della stessa casa editrice nella collana I tradotti  SORRIDI di Przemysław Wechterowicz con le illustrazioni di Emilia Dziubak, una bellissima storia che arriva dalla Polonia e che vede protagonista una piccola ranocchia che si sente triste, tristissima. E niente e nessuno riesce a consolarla.
La mamma, che nel frattempo lavora nel suo negozio di marmellate, le manda un sorriso speciale, per interposta persona. Ed è così che si innesca un irresistibile passaggio di sorrisi: dalla rana al castoro, e poi alla volpe e poi… Tutti gli animali del bosco sorridono.
E alla fine anche la piccola ranocchia non sarà più così triste. Basta un sorriso!

E io un sorriso ai miei bambini l'ho strappato con questa ricetta e a dire il vero anche i grandi hanno sorriso un po' visto che nel piatto sembrava vi fossero dei funghetti veri. 
La cappella dei funghi l'ho realizzata con un impasto di savoiardi e mandorle per il gambo ho preparato dei biscottini di pasta sablè al cacao, ho attaccato le due parti con del cioccolato fondente e passato la parte superiore della cappella nel cacao. Ho servito i funghi con crema di panna e mascarpone e frutti di bosco saltati in padella. Un dolce sottobosco davvero goloso.
Dolce sottobosco
Ingredienti
Per le cappelle:
12o g di savoiardi
60 g di burro ammorbidito
40 g di zucchero semolato
40 g di mandorle pelate tostate
1 tuorlo d'uovo
2 cucchiai di Rum
Per i gambi:
40 g di fecola di patate
60 g di zucchero a velo
115 g di burro morbido
2 cucchiai di cacao amaro
15-20 g di albume
1 pizzico di sale
Per completare:
60 g di cioccolato fondente
2 cucchiai di cacao amaro
Per servire:
250 g di mascarpone
200 g di panna da montare
2 cucchiai di zucchero a velo
200 g di frutti di bosco misti
1 cucchiaio di zucchero di canna
Gambi: Setacciare insieme la farina, la fecola, il cacao, lo zucchero e il sale. Miscelare bene ed amalgamare il burro a temperatura ambiente ottenendo delle briciole fini, poi aggiungere l'albume e lavorare velocemente l'impasto. Lasciarlo riposare avvolto in pellicola per circa mezz’ora. stenderlo in bastoncini larghi come il mignolo e tagliarli a tocchetti di 2 cm circa. Cuocere i bastoncini a 170° finché  saranno cotti.
Cappelle: Passare i savoiardi nel mixer con il burro ammorbidito, le mandorle, lo zucchero, il liquore e il tuorlo d'uovo. riempire con il composto dei piccoli stampini in silicone a semisfera e porre a rassodare in frigo. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, intingervi la punta dei bastoncini e unirli alle semisfere cercando di penetrare un po' a fondo. Porre ancora a rassodare in frigo. Sformare e passare la parte superiore di ogni funghetto nel cacao amaro.

Montaggio del dolce: Montare la panna con il mascarpone e lo zucchero a velo. Mettere la crema in una sacca da pasticcere e formare delle montagnette in un piatto di portata, adagiarvi sopra i funghetti a gruppetti. Saltare i frutti di bosco a fuoco vivace con lo zucchero (tenendone da parte qualcuno per la decorazione). Completare il piatto con i frutti.