2012-03-30

Burro saporito con mortadella e capperi

Ciotolina, piattino, spalmaburro e runner collezione Impronte verde di Wald
Mi hanno invitata a partecipare ad un irresistibile contest dedicato al burro, proprio a me che il burro me lo spalmerei pure addosso e per di più il burro per eccellenza quello di Beppino Occelli. Per farlo devo preparare tre ricette che abbiano ovviamente il burro tra i loro ingredienti, una ricetta tradizionale, una ricetta creativa e una ricetta veloce. Oggi condivido con voi la ricetta veloce ma non per questo meno gustosa delle altre.
Si tratta di un burro aromatizzato con mortadella e capperi, io ho scelto la mortadella rossa di Felsineo per dare una nota piccante, in mancanza potrete utilizzare un pizzico di peperoncino, perchè la nota di fuoco ci sta a meraviglia.
Questo burro è ottimo spalmato sul pane croccante e magari caldo o utilizzato per saltare in padella verdure amare come scarole o puntarelle. Io l'ho utilizzato con le puntarelle come vedete in foto e mi ha conquistato.
Ingredienti:
200 g di burro
150 g di mortadella
50 g di capperi sotto sale
peperoncino a piacere
Ammorbidire il burro tenendolo fuori dal frigo per una notte, tagliare la mortadella a brunoise, dadini piccolissimi e scottarla in padella senza alcun condimento fino a renderla croccante, poi asciugarla su carta da cucina. Dissalare i capperi e tritarli, mescolarli con la mortadella al burro. Aggiungere a piacere un pizzico di peperoncino in polvere. Mettere il burro in forma avvolgendolo strettamente in carta forno e lasciarlo raffreddare in frigo per qualche ora prima di tagliarlo a fette ed utilizzarlo.

Burro saporito con mortadella e capperi

Ciotolina, piattino, spalmaburro e runner collezione Impronte verde di Wald
Mi hanno invitata a partecipare ad un irresistibile contest dedicato al burro, proprio a me che il burro me lo spalmerei pure addosso e per di più il burro per eccellenza quello di Beppino Occelli. Per farlo devo preparare tre ricette che abbiano ovviamente il burro tra i loro ingredienti, una ricetta tradizionale, una ricetta creativa e una ricetta veloce. Oggi condivido con voi la ricetta veloce ma non per questo meno gustosa delle altre.
Si tratta di un burro aromatizzato con mortadella e capperi, io ho scelto la mortadella rossa di Felsineo per dare una nota piccante, in mancanza potrete utilizzare un pizzico di peperoncino, perchè la nota di fuoco ci sta a meraviglia.
Questo burro è ottimo spalmato sul pane croccante e magari caldo o utilizzato per saltare in padella verdure amare come scarole o puntarelle. Io l'ho utilizzato con le puntarelle come vedete in foto e mi ha conquistato.
Ingredienti:
200 g di burro
150 g di mortadella
50 g di capperi sotto sale
peperoncino a piacere
Ammorbidire il burro tenendolo fuori dal frigo per una notte, tagliare la mortadella a brunoise, dadini piccolissimi e scottarla in padella senza alcun condimento fino a renderla croccante, poi asciugarla su carta da cucina. Dissalare i capperi e tritarli, mescolarli con la mortadella al burro. Aggiungere a piacere un pizzico di peperoncino in polvere. Mettere il burro in forma avvolgendolo strettamente in carta forno e lasciarlo raffreddare in frigo per qualche ora prima di tagliarlo a fette ed utilizzarlo.

2012-03-28

La pastiera a modo mio

Piatto da portata e zuppiera collezione La vie en Rose di Wald
Uno dei dolci simbolo della Pasqua è la pastiera napoletana di cui circolano innumerevoli ricette ed infinite varianti, ma partendo dal presupposto che se non è fatta a Napoli pastiera di sicuro non è, possiamo concederci qualche modifica più o meno evidente alla ricetta base, secondo il nostro gusto o l'ispirazione del momento.
 Tutto è partito da un libro Il grande libro dei dolci di Giuliana Lomazzi edito da Ponte alle Grazie, il libro dei dolci che mancava alla collana Il lettore goloso, un volume che raccoglie oltre quattrocento ricette, tra preparazioni base, ricette della tradizione italiana e straniera, tante ricette regionali. Non vi aspettate un libro con foto accattivanti, di foto non ve ne sono e non se ne sente la mancanza visto che è un tomo come dire scientifico, in cui  oltre alle ricette è racchiusa la storia dei dolci, tanti aneddoti e curiosità, molte indicazioni e consigli per realizzare ottimi dolci secondo quanto prevede la ricetta originale o le tante varianti (che a me piacciono più degli orgiginali) che l'autrice consiglia.
E tra una ricetta e l'altra quasi per magia prendono forma "panorami di tutto il mondo e istantanee di tavole imbandite in giorni di festa che non sarebbero tali senza i loro dolci".
Avevo tra le mani Il grande libro dei dolci appunto, quando leggendo che al posto del grano nella pastiera si può utilizzare l'orzo o il riso ho avuto l'ispirazione l'avrei preparata con il riso integrale che resta sempre un po' croccantino sotto i denti quasi come il grano. E poi visto che stavo modificando mi sono fatta prendere la mano e al posto dei canditi ho messo cioccolato fondente e marmellata di agrumi, la ricotta l'ho lasciata e se no che pastiera è...
Ingredienti
Per la frolla:
 160 g di farina 00
40 g di maizena
1 cucchiaino di lievito
80 g di burro morbido
20 g di olio caldo
100 g di zucchero semolato
1 uovo
Per la farcitura:
200 g di riso integrale cotto
125 ml di latte intero
150 g di zucchero
250 g di ricotta fresca
3 tuorli
1 albume
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
1 cucchiaino di vaniglia
la scorza di un limone
40 g di cioccolato fondente
40 g di marmellata di agrumi
Per la frolla:
Mescolare farina, maizena e lievito, unire lo zucchero, il burro con l'olio e infine l'uovo, formare una palla avvolgerla in pellicola e lasciarla riposare per mezz'ora in frigo prima di stenderla.
Per la farcitura:
Cuocere il riso con il latte e la scorza di limone fino a ridurlo in crema, far raffreddare. Montare i tuorli con lo zucchero, unire la ricotta, la vaniglia, l'acqua di fiori d'arancio, la marmellata, il cioccolato tritato, la crema di riso preparata e l'albume montato a neve.
Foderare con la frolla uno stampo imburrato e infarinato, distribuirvi il composto e decorare con le strisce di pasta rimasta, Infornare a 170°finché risulterà pomogeneamente cotta e dorata (ci vorrà più di un'ora). Servire fredda.
*Per la prerparazione della frolla ho utilizzato farina per  dolci e sfoglie di Rosignoli Molini specifica per impasti diretti. Per la farcitura:  riso carnaroli integrale GliAironi,  ricotta fresca Fattorie Osella, Fiordifrutta agli agrumi Rigoni di Asiago e cioccolato fondente al 60% ChocoAlpi in vendita su Store Valtellina

La pastiera a modo mio

Piatto da portata e zuppiera collezione La vie en Rose di Wald
Uno dei dolci simbolo della Pasqua è la pastiera napoletana di cui circolano innumerevoli ricette ed infinite varianti, ma partendo dal presupposto che se non è fatta a Napoli pastiera di sicuro non è, possiamo concederci qualche modifica più o meno evidente alla ricetta base, secondo il nostro gusto o l'ispirazione del momento.
 Tutto è partito da un libro Il grande libro dei dolci di Giuliana Lomazzi edito da Ponte alle Grazie, il libro dei dolci che mancava alla collana Il lettore goloso, un volume che raccoglie oltre quattrocento ricette, tra preparazioni base, ricette della tradizione italiana e straniera, tante ricette regionali. Non vi aspettate un libro con foto accattivanti, di foto non ve ne sono e non se ne sente la mancanza visto che è un tomo come dire scientifico, in cui  oltre alle ricette è racchiusa la storia dei dolci, tanti aneddoti e curiosità, molte indicazioni e consigli per realizzare ottimi dolci secondo quanto prevede la ricetta originale o le tante varianti (che a me piacciono più degli orgiginali) che l'autrice consiglia.
E tra una ricetta e l'altra quasi per magia prendono forma "panorami di tutto il mondo e istantanee di tavole imbandite in giorni di festa che non sarebbero tali senza i loro dolci".
Avevo tra le mani Il grande libro dei dolci appunto, quando leggendo che al posto del grano nella pastiera si può utilizzare l'orzo o il riso ho avuto l'ispirazione l'avrei preparata con il riso integrale che resta sempre un po' croccantino sotto i denti quasi come il grano. E poi visto che stavo modificando mi sono fatta prendere la mano e al posto dei canditi ho messo cioccolato fondente e marmellata di agrumi, la ricotta l'ho lasciata e se no che pastiera è...
Ingredienti
Per la frolla:
 160 g di farina 00
40 g di maizena
1 cucchiaino di lievito
80 g di burro morbido
20 g di olio caldo
100 g di zucchero semolato
1 uovo
Per la farcitura:
200 g di riso integrale cotto
125 ml di latte intero
150 g di zucchero
250 g di ricotta fresca
3 tuorli
1 albume
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
1 cucchiaino di vaniglia
la scorza di un limone
40 g di cioccolato fondente
40 g di marmellata di agrumi
Per la frolla:
Mescolare farina, maizena e lievito, unire lo zucchero, il burro con l'olio e infine l'uovo, formare una palla avvolgerla in pellicola e lasciarla riposare per mezz'ora in frigo prima di stenderla.
Per la farcitura:
Cuocere il riso con il latte e la scorza di limone fino a ridurlo in crema, far raffreddare. Montare i tuorli con lo zucchero, unire la ricotta, la vaniglia, l'acqua di fiori d'arancio, la marmellata, il cioccolato tritato, la crema di riso preparata e l'albume montato a neve.
Foderare con la frolla uno stampo imburrato e infarinato, distribuirvi il composto e decorare con le strisce di pasta rimasta, Infornare a 170°finché risulterà pomogeneamente cotta e dorata (ci vorrà più di un'ora). Servire fredda.
*Per la prerparazione della frolla ho utilizzato farina per  dolci e sfoglie di Rosignoli Molini specifica per impasti diretti. Per la farcitura:  riso carnaroli integrale GliAironi,  ricotta fresca Fattorie Osella, Fiordifrutta agli agrumi Rigoni di Asiago e cioccolato fondente al 60% ChocoAlpi in vendita su Store Valtellina

2012-03-26

Il mezzo secolo di Cantine Lungarotti

Coppette linea Confetti di Vetri delle Venezie

Era l'inizio degli anni '60 quando Giorgio Lungarotti intraprese la strada del vino con il suo Rubesco. Oggi l'azienda Cantine Lungarotti, che è gestita al femminile dalle sorelle Chiara Lungarotti e Teresa Severini Zaganelli, festeggia i suoi primi cinquant'anni e se i vini prodotti sono tanti  il Rubesco ne è rimasto il simbolo come Lungarotti è simbolo di Torgiano, il borgo medievale (uno dei più belli d'Italia) che insieme a Montefalco ha reso famosa l'Umbria del vino. L'azienda mantiene forte, come accennavo, l'impronta familiare ma è gestita in modo assolutamente innovativo ed è aperta sempre a nuove esperienze. Moltissime sono le iniziative legate all'enoturismo e alla cultura che l'azienda promuove e porta avanti anche grazie all'assiduo lavoro che Maria Grazia Lungarotti svolge per la Fondazione Lungarotti tanto che al di là degli ottimi vini viene voglia di fare una visita alla Cantina per partecipare ad almeno uno degli eventi promossi dall'Azienda.

E se l'argomento vino inizia ad interessarvi proprio adesso ma non sapete ancora da che lato accedervi e i manuali dedicati all'argomento o gli stessi corsi vi sembrano troppo specifici e difficili per iniziare vi consiglio di iniziare con L'uva nel bicchiere -Guida Gaia ai segreti del vino che Teresa Severini Zaganelli ha scritto pensando ai più giovani. Il libro pubblicato da Gribaudo si articola come una gita virtuale che una scolaresca compie presso le cantine Lungarotti dove la stessa autrice, una delle prime donne che ha intrapreso la professione di enologo, spiega al figlio Francesco ed alla sua classe come nasce il vino, dando risposta ai molti e interessanti interrogativi che i ragazzi, certo più perspicaci di noi adulti, le pongono.
Un modo bello per avvicinare i giovani, ma anche i loro genitori, al mondo spesso sconosciuto dell'enologia. Un libro scritto con la semplicità che solo la profonda conoscenza dell'argomento può conferire. 
Seguendo le indicazioni del libro ho abbinato un Torre di Giano, un Umbria bianco IGT fresco e fruttato con intensi richiami agrumati, ad un'Insalata di seppie e arance la cui ricetta ho "rubato" a Persegani
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg di seppie
1Kg di arance
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
qualche grano di pepe nero
1 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 rametto di timo
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Pulite e lessate le seppie con il vino, la cipolla, la carota, il sedano, il pepe in grani e poco sale. Scolatele e tagliatele a striscioline. Pelate a vivo le arance e unitele alle seppie, condite con olio, sale, pepe, prezzemolo e timo.
 

Il mezzo secolo di Cantine Lungarotti

Coppette linea Confetti di Vetri delle Venezie

Era l'inizio degli anni '60 quando Giorgio Lungarotti intraprese la strada del vino con il suo Rubesco. Oggi l'azienda Cantine Lungarotti, che è gestita al femminile dalle sorelle Chiara Lungarotti e Teresa Severini Zaganelli, festeggia i suoi primi cinquant'anni e se i vini prodotti sono tanti  il Rubesco ne è rimasto il simbolo come Lungarotti è simbolo di Torgiano, il borgo medievale (uno dei più belli d'Italia) che insieme a Montefalco ha reso famosa l'Umbria del vino. L'azienda mantiene forte, come accennavo, l'impronta familiare ma è gestita in modo assolutamente innovativo ed è aperta sempre a nuove esperienze. Moltissime sono le iniziative legate all'enoturismo e alla cultura che l'azienda promuove e porta avanti anche grazie all'assiduo lavoro che Maria Grazia Lungarotti svolge per la Fondazione Lungarotti tanto che al di là degli ottimi vini viene voglia di fare una visita alla Cantina per partecipare ad almeno uno degli eventi promossi dall'Azienda.

E se l'argomento vino inizia ad interessarvi proprio adesso ma non sapete ancora da che lato accedervi e i manuali dedicati all'argomento o gli stessi corsi vi sembrano troppo specifici e difficili per iniziare vi consiglio di iniziare con L'uva nel bicchiere -Guida Gaia ai segreti del vino che Teresa Severini Zaganelli ha scritto pensando ai più giovani. Il libro pubblicato da Gribaudo si articola come una gita virtuale che una scolaresca compie presso le cantine Lungarotti dove la stessa autrice, una delle prime donne che ha intrapreso la professione di enologo, spiega al figlio Francesco ed alla sua classe come nasce il vino, dando risposta ai molti e interessanti interrogativi che i ragazzi, certo più perspicaci di noi adulti, le pongono.
Un modo bello per avvicinare i giovani, ma anche i loro genitori, al mondo spesso sconosciuto dell'enologia. Un libro scritto con la semplicità che solo la profonda conoscenza dell'argomento può conferire. 
Seguendo le indicazioni del libro ho abbinato un Torre di Giano, un Umbria bianco IGT fresco e fruttato con intensi richiami agrumati, ad un'Insalata di seppie e arance la cui ricetta ho "rubato" a Persegani
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg di seppie
1Kg di arance
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
qualche grano di pepe nero
1 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 rametto di timo
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Pulite e lessate le seppie con il vino, la cipolla, la carota, il sedano, il pepe in grani e poco sale. Scolatele e tagliatele a striscioline. Pelate a vivo le arance e unitele alle seppie, condite con olio, sale, pepe, prezzemolo e timo.
 

2012-03-23

Teneroni di vitello con polenta

Piatto linea Sant-Tropez di Laboratorio Pesaro, cucchiaio linea Marchesi di Broggi
In questo post si parlerà di pancia, ventre e trippa e se l'argomento è troppo forte per voi cambiate blog.
Nel piatto c'è pancia che non è trippa ma carne vera e propria di un taglio, meno nobile del filetto sicuramente, che non ha nulla da invidiare ai tagli più pregiati in quanto a gusto.

A proposito di pancia e di tagli meno nobili non posso non pensare alla trippa, lo stomaco dei bovini, che o si ama o si odia. A me in effetti piace cucinata in minestra con patate e alloro ma siccome mio marito è dell'altro versante non la preparo veramente mai ho notato però che ci sono dei veri estimatori, se volete saperne di più il sito si chiama Troppatrippa dove è possibile vedere anche le pubblicazioni dei libri e quaderni di ricette a base di trippa, l'ultimo Ricette col lampredotto che, per chi dell'argomento fosse digiuno, è quella parte di abomaso più vicina all'intestino, la parte più scura ed arricciata che a Firenze è da sempre il cibo di strada per eccellenza.
Dalla trippa il passo al ventre è breve e vi parlo di ventre in senso lato per farvi sorridere Via col Ventre è infatti il titolo di un libro scritto da Mario Bianco ed edito da Compositori.
Per dirla con l'autore Via col Ventre "è un'opera da dare in pasto ai buongustai" che vi troveranno oltre a notizie e consigli utili sul mangiare e bere tante considerazioni, massime, citazioni e battute sull'argomento. E' un libro "scritto tra il serio e l'aceto" che diverte dalla prima all'ultima pagina.
Ma ora la mia ricetta:
 Teneroni (di pancia) di vitello con polenta
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg di pancia di vitello in 4 o 8 strisce secondo la grandezza del taglio
1 cipolla bionda
1 costa di sedano
2 carote
1 porro piccolo
alloro
rosmarino
salvia
scorza di limone
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di farina 00
1/2
1 bicchiere di vino bianco secco
sale e pepe q.b.
farina per polenta
Tritare finemente le erbette e la scorzetta di limone. condire con il misto e un po' di sale le strisce di carne, avvolgerle su se stesse e fermarle con spago. Rosolateli a fuoco vivace in un velo d'olio, poi teneteli da parte e aggiungete al fondo le verdure tagliate a dadini e soffriggetele, unite la farina  salate, pepate e aggiungete il succo d'arancia e il vino. Aggiungete al fondo la carne rosolata in precedenza e lasciate cuocere per 2 ore a fuoco moderato (se usate la pentola a pressione basterà un'ora). Preparate intanto la polenta e servitela con la carne e l'intingolo.
A questo piatto voglio abbinare un vino di casa Porcìa un Torre Colombera 2005 un vino intenso e complesso che ben si adatta a piatti sostenuti come quello che vi propongo oggi.


* per la realizzazione del piatto ho utilizzato coltelli ARCOS della linea Alessandro Circiello e farina per polenta istantanea  Polenta Valsugana

Teneroni di vitello con polenta

Piatto linea Sant-Tropez di Laboratorio Pesaro, cucchiaio linea Marchesi di Broggi
In questo post si parlerà di pancia, ventre e trippa e se l'argomento è troppo forte per voi cambiate blog.
Nel piatto c'è pancia che non è trippa ma carne vera e propria di un taglio, meno nobile del filetto sicuramente, che non ha nulla da invidiare ai tagli più pregiati in quanto a gusto.

A proposito di pancia e di tagli meno nobili non posso non pensare alla trippa, lo stomaco dei bovini, che o si ama o si odia. A me in effetti piace cucinata in minestra con patate e alloro ma siccome mio marito è dell'altro versante non la preparo veramente mai ho notato però che ci sono dei veri estimatori, se volete saperne di più il sito si chiama Troppatrippa dove è possibile vedere anche le pubblicazioni dei libri e quaderni di ricette a base di trippa, l'ultimo Ricette col lampredotto che, per chi dell'argomento fosse digiuno, è quella parte di abomaso più vicina all'intestino, la parte più scura ed arricciata che a Firenze è da sempre il cibo di strada per eccellenza.
Dalla trippa il passo al ventre è breve e vi parlo di ventre in senso lato per farvi sorridere Via col Ventre è infatti il titolo di un libro scritto da Mario Bianco ed edito da Compositori.
Per dirla con l'autore Via col Ventre "è un'opera da dare in pasto ai buongustai" che vi troveranno oltre a notizie e consigli utili sul mangiare e bere tante considerazioni, massime, citazioni e battute sull'argomento. E' un libro "scritto tra il serio e l'aceto" che diverte dalla prima all'ultima pagina.
Ma ora la mia ricetta:
 Teneroni (di pancia) di vitello con polenta
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg di pancia di vitello in 4 o 8 strisce secondo la grandezza del taglio
1 cipolla bionda
1 costa di sedano
2 carote
1 porro piccolo
alloro
rosmarino
salvia
scorza di limone
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di farina 00
1/2
1 bicchiere di vino bianco secco
sale e pepe q.b.
farina per polenta
Tritare finemente le erbette e la scorzetta di limone. condire con il misto e un po' di sale le strisce di carne, avvolgerle su se stesse e fermarle con spago. Rosolateli a fuoco vivace in un velo d'olio, poi teneteli da parte e aggiungete al fondo le verdure tagliate a dadini e soffriggetele, unite la farina  salate, pepate e aggiungete il succo d'arancia e il vino. Aggiungete al fondo la carne rosolata in precedenza e lasciate cuocere per 2 ore a fuoco moderato (se usate la pentola a pressione basterà un'ora). Preparate intanto la polenta e servitela con la carne e l'intingolo.
A questo piatto voglio abbinare un vino di casa Porcìa un Torre Colombera 2005 un vino intenso e complesso che ben si adatta a piatti sostenuti come quello che vi propongo oggi.


* per la realizzazione del piatto ho utilizzato coltelli ARCOS della linea Alessandro Circiello e farina per polenta istantanea  Polenta Valsugana

2012-03-21

L'aperitivo con Venchi


Bicchieri linea Helix di IVV

Che le novità mi piacciono lo sanno ormai tutti quelli che mi seguono. Stavolta ho trovato pane per i miei denti in casa Venchi, grandi rivoluzioni oserei dire a cominciare dal burro di cacao da cucina. Una confezione elegante, dentro tanti quadratini bianchi impacchettat singolarmente, ne ho subito scartato uno ha il profumo e l'aspetto di cioccolato bianco ma la magia si compie in padella, l'ho sciolto e utilizzato come fondo con uno scalogno per brasare due cespi di belga. Di questo burro è incredibile la resa è delicatissimo con tanto gusto e senza nessun retrogusto per di più non ha colesterolo ed ha un punto di fumo altissimo peruna cucina sana ed equilibrata.
Ma siccome a casa Venchi amano almeno quanto me le sperimentazioni hanno pensato di servire coi formaggi le gelatine di frutta (che non ho ancora provato) e con l'aperitivo il cioccolato, hanno realizzato un cioccolato bianco con Pistacchi, Nocciole e Mandorle salate. Io ci avevo pensato già qualche tempo fa con una idea simile ma non avevo pensato di abbinare questo cioccolato all'aperitivo invece ho voluto provare e il risultato è sorprendente, si spezzetta il cioccolato a scaglie come fosse un formaggio e si offre con l'aperitivo preferito. Io ho abbinato un cocktail di Vermouth, bitter e arancia tutto nei toni del rosso.
3 cl di Vermouth rosso
3 cl di bitter rosso
1/2 arancia rossa e ghiaccio
 queste le dosi per ogni bicchiere.

L'aperitivo con Venchi


Bicchieri linea Helix di IVV

Che le novità mi piacciono lo sanno ormai tutti quelli che mi seguono. Stavolta ho trovato pane per i miei denti in casa Venchi, grandi rivoluzioni oserei dire a cominciare dal burro di cacao da cucina. Una confezione elegante, dentro tanti quadratini bianchi impacchettat singolarmente, ne ho subito scartato uno ha il profumo e l'aspetto di cioccolato bianco ma la magia si compie in padella, l'ho sciolto e utilizzato come fondo con uno scalogno per brasare due cespi di belga. Di questo burro è incredibile la resa è delicatissimo con tanto gusto e senza nessun retrogusto per di più non ha colesterolo ed ha un punto di fumo altissimo peruna cucina sana ed equilibrata.
Ma siccome a casa Venchi amano almeno quanto me le sperimentazioni hanno pensato di servire coi formaggi le gelatine di frutta (che non ho ancora provato) e con l'aperitivo il cioccolato, hanno realizzato un cioccolato bianco con Pistacchi, Nocciole e Mandorle salate. Io ci avevo pensato già qualche tempo fa con una idea simile ma non avevo pensato di abbinare questo cioccolato all'aperitivo invece ho voluto provare e il risultato è sorprendente, si spezzetta il cioccolato a scaglie come fosse un formaggio e si offre con l'aperitivo preferito. Io ho abbinato un cocktail di Vermouth, bitter e arancia tutto nei toni del rosso.
3 cl di Vermouth rosso
3 cl di bitter rosso
1/2 arancia rossa e ghiaccio
 queste le dosi per ogni bicchiere.