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2016-01-29

Squisito filetto di suino nero con mela, cipolla e cognà da mosto d'uva

Tutti abbiamo i nostri autori del cuore quelli che più di altri riescono a trasmetterci emozioni, una di queste è per me Ruth Reichl, il critico gastronomico forse più conosciuto al mondo. Mi piace il suo modo di descrivere il cibo e in ogni singola parola sento amore e passione profonda per questo argomento. La parte più tenera e Confortatemi con le mele sono stati i primi romanzi che mi hanno avvicinato al genere gastronomico e da allora non ho smesso più di seguirla. Ho già letto il suo ultimo lavoro Squisito! in realtà il suo primo romanzo edito da Salani "Billie lascia la sua casa in California per presentarsi a Squisito!, la rivista di cucina più famosa di New York, dove ha ottenuto un posto di segretaria. Viene accolta dalla variopinta redazione del magazine e l’ambiente del food la seduce subito. Poi Billie ha un dono particolare, un talento che non può passare inosservato, soprattutto se sei circondato da cuochi esperti e gastronomi dal palato fine. Quando la rivista chiude improvvisamente, Billie sceglie di rimanere in redazione da sola per rispondere alle richieste dei lettori. Ed è così che, in una stanza segreta, scopre una lettera indirizzata settant’anni prima al celebre chef e giornalista di Squisito! James Beard. Da quella lettera prende il via il suo viaggio alla ricerca di una ragazza di tanti anni prima, un viaggio che sarà un nuovo inizio." Al di là della trama di per sé affascinante e ricca di sorprese mi ha colpito nel racconto la delicatezza della narrazione e il punto di vista, vi dico che è uno di quei libri a cui ti affezioni e giunta alla fine senti quel senso di vuoto, vorresti vi fosse un seguito per non lasciare i personaggi o magari bere una pozione magica per dimenticare e ricominciare tutto da capo provando la stessa emozione.
Gennaio volge al termine ed io vi parlo del mio nuovo accostamento tra Calabria e Piemonte, stavolta un bel filetto di suino nero di Calabria ha sposato una Cognà da mosto d'uva tipicamente piemontese prodotta da Fonterosa e in vendita su Shopiemonte.com.
Del risultato non posso non parlarvi. La carne tenerissima, così preparata, si è arricchita di un sorprendente gusto aromatico grazie alla cognà che ho aggiunto al già gustoso fondo di cipolle e mele.
Squisito filetto di suino nero con mela, cipolla e cognà da mosto d'uva
Ingredienti per 4 persone:
500  g di filetto di suino 
1 cipolla bionda
1 mela dalla polpa compatta e acidula
1/2 bicchiere di vino bianco secco
2 cucchiai di cognà di mosto d'uva
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di amido di mais
sale e pepe
Tagliare a fettine sottili la carne e infarinarla con l'amido di mais. Affettare la cipolla e anche la mela senza la buccia. Rosolare con un filo d'olio la mela e la cipolla, salare pepare e aggiungere un po' d'acqua, lasciar asciugare e poi rosolare nel fondo a fuoco vivace la carne, quando avrà preso colore sfumare con il vino ed aggiungere la cognà. Amalgamare per bene e servire.

Squisito filetto di suino nero con mela, cipolla e cognà da mosto d'uva

Tutti abbiamo i nostri autori del cuore quelli che più di altri riescono a trasmetterci emozioni, una di queste è per me Ruth Reichl, il critico gastronomico forse più conosciuto al mondo. Mi piace il suo modo di descrivere il cibo e in ogni singola parola sento amore e passione profonda per questo argomento. La parte più tenera e Confortatemi con le mele sono stati i primi romanzi che mi hanno avvicinato al genere gastronomico e da allora non ho smesso più di seguirla. Ho già letto il suo ultimo lavoro Squisito! in realtà il suo primo romanzo edito da Salani "Billie lascia la sua casa in California per presentarsi a Squisito!, la rivista di cucina più famosa di New York, dove ha ottenuto un posto di segretaria. Viene accolta dalla variopinta redazione del magazine e l’ambiente del food la seduce subito. Poi Billie ha un dono particolare, un talento che non può passare inosservato, soprattutto se sei circondato da cuochi esperti e gastronomi dal palato fine. Quando la rivista chiude improvvisamente, Billie sceglie di rimanere in redazione da sola per rispondere alle richieste dei lettori. Ed è così che, in una stanza segreta, scopre una lettera indirizzata settant’anni prima al celebre chef e giornalista di Squisito! James Beard. Da quella lettera prende il via il suo viaggio alla ricerca di una ragazza di tanti anni prima, un viaggio che sarà un nuovo inizio." Al di là della trama di per sé affascinante e ricca di sorprese mi ha colpito nel racconto la delicatezza della narrazione e il punto di vista, vi dico che è uno di quei libri a cui ti affezioni e giunta alla fine senti quel senso di vuoto, vorresti vi fosse un seguito per non lasciare i personaggi o magari bere una pozione magica per dimenticare e ricominciare tutto da capo provando la stessa emozione.
Gennaio volge al termine ed io vi parlo del mio nuovo accostamento tra Calabria e Piemonte, stavolta un bel filetto di suino nero di Calabria ha sposato una Cognà da mosto d'uva tipicamente piemontese prodotta da Fonterosa e in vendita su Shopiemonte.com.
Del risultato non posso non parlarvi. La carne tenerissima, così preparata, si è arricchita di un sorprendente gusto aromatico grazie alla cognà che ho aggiunto al già gustoso fondo di cipolle e mele.
Squisito filetto di suino nero con mela, cipolla e cognà da mosto d'uva
Ingredienti per 4 persone:
500  g di filetto di suino 
1 cipolla bionda
1 mela dalla polpa compatta e acidula
1/2 bicchiere di vino bianco secco
2 cucchiai di cognà di mosto d'uva
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di amido di mais
sale e pepe
Tagliare a fettine sottili la carne e infarinarla con l'amido di mais. Affettare la cipolla e anche la mela senza la buccia. Rosolare con un filo d'olio la mela e la cipolla, salare pepare e aggiungere un po' d'acqua, lasciar asciugare e poi rosolare nel fondo a fuoco vivace la carne, quando avrà preso colore sfumare con il vino ed aggiungere la cognà. Amalgamare per bene e servire.

2015-12-20

Nodini al miele

Eccomi  con l'appuntamento di dicembre del Progetto Calabria Piemonte in collaborazione con Shop-Piemonte, vi presento una nuova ricetta calabrese preparata con un prodotto piemontese.  Nel post precedente preannunciavo che vi avrei parlato di dolci natalizi di tradizione di cui ho recentemente scoperto golose varianti nella dodicesima uscita di Le ricette di Unti e Bisunti dedicata ai fritti dolci. Qui da noi i dolci tipici natalizi sono tutti rigorosamente fritti. Quelli di cui vi parlo oggi si chiamano turdilli e nella forma tradizionale sono come una spirale schiacciata e bordata da un bastoncino tutt'intorno, ne ho trovato una versione a forma di semplice spirale, quasi come un ricciolo e mi è venuta così voglia di dare un nuovo aspetto ai turdilli. Ho ricavato dall'impasto dei bastoncini li ho annodati e li ho fritti come consuetudine, al momento di avvolgerli nel miele ho deciso di utilizzare del miele piemontese il Miele Flora Alpina dell'azienda Ponteballerine raccolto dalla fioritura dei prati montani.
Nodini (turdilli) al miele
Ingredienti
5 uova
2 mezzi gusci di zucchero
2 mezzi gusci di olio extravergine d’oliva
Farina quanto basta
1 vasetto di miele
Impastare le uova con lo zucchero e l’olio, unire la farina, tanta quanta occorre a formare un impasto sodo. Formare dei bastoncini sottili (di 10/12 cm di lunghezza) e annodarli.  Friggere in olio bollente. Scaldare in un tegame il miele e passarvi i dolci un po' alla volta raccogliendoli con un mestolo forato.

2015-11-23

Waffles alla calabrese con fonduta alla piemontese

Eccomi qui con l'appuntamento di novembre del Progetto Calabria Piemonte in collaborazione con  Shop-Piemonte ed eccomi ancora con una ricetta in cui unisco un prodotto piemontese, in tal caso una Fonduta di cioccolato di Davide Palluda ad una ricetta tipica del mio territorio, rivisitata com'è mia consuetudine e presentata in altra veste. In Calabria apprezziamo i gusti semplici e le frittelle dolci per eccellenza sono le vecchiarelle di cui vi ho già parlato, pasta cresciuta fritta e servita con zucchero semolato. Ho rivisto la ricetta della tradizione, ho reso l'impasto più fluido e l'ho cotto (evitando la frittura) nella cialdiera per waffles ottenendo dei cuori che ho passato nello zucchero semolato e servito con la fonduta. I miei figli hanno apprezzato questa ricca, seppure semplice, merenda.
A voi la mia gustosa ricetta.
Ingredienti:
500 g di farina *
1/2 cubetto di lievito di birra
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di sale
acqua q.b.
zucchero semolato e fonduta di cioccolato a piacere
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, unire la farina, il sale, 3-4 cucchiai di olio, lavorare bene aggiungendo ancora un po' d'acqua per ottenere un impasto omogeneo e fluido (senza esagerare)  lasciar lievitare fino al raddoppio, poi scaldare la piastra per waffles unta d'olio e cuocere le frittelle un mestolo per volta. Passare nello zucchero semolato e completare con la fonduta.
 

Waffles alla calabrese con fonduta alla piemontese

Eccomi qui con l'appuntamento di novembre del Progetto Calabria Piemonte in collaborazione con  Shop-Piemonte ed eccomi ancora con una ricetta in cui unisco un prodotto piemontese, in tal caso una Fonduta di cioccolato di Davide Palluda ad una ricetta tipica del mio territorio, rivisitata com'è mia consuetudine e presentata in altra veste. In Calabria apprezziamo i gusti semplici e le frittelle dolci per eccellenza sono le vecchiarelle di cui vi ho già parlato, pasta cresciuta fritta e servita con zucchero semolato. Ho rivisto la ricetta della tradizione, ho reso l'impasto più fluido e l'ho cotto (evitando la frittura) nella cialdiera per waffles ottenendo dei cuori che ho passato nello zucchero semolato e servito con la fonduta. I miei figli hanno apprezzato questa ricca, seppure semplice, merenda.
A voi la mia gustosa ricetta.
Ingredienti:
500 g di farina *
1/2 cubetto di lievito di birra
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di sale
acqua q.b.
zucchero semolato e fonduta di cioccolato a piacere
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, unire la farina, il sale, 3-4 cucchiai di olio, lavorare bene aggiungendo ancora un po' d'acqua per ottenere un impasto omogeneo e fluido (senza esagerare)  lasciar lievitare fino al raddoppio, poi scaldare la piastra per waffles unta d'olio e cuocere le frittelle un mestolo per volta. Passare nello zucchero semolato e completare con la fonduta.
 

2015-10-23

Le patate della Sila e il tartufo delle Langhe, consigli di lettura per il week-end

Canovaccio Busatti
E si Piemonte e Calabria s'incontrano di nuovo nella mia cucina grazie a Shop Piemonte e all'ottima fonduta di fontina d.o.p. con tartufo TartufLanghe che ho abbinato alle patate della mia Sila per un matrimonio felice con una ricetta di una semplicità disarmante, succulenta in modo esagerato.
Si fa presto a dire patate, anche qui abbiamo un mondo variegato di specie e qualità differenti che possono caratterizzare in modo differente e preponderante ogni piatto. In Sila ne abbiamo una bella produzione e tante sono le varietà, io onestamente di patate non ne capisco ancora tanto ma ho scelto le gialle acquistate in montagna l'ultima volta e sono rimasta soddisfatta del risultato.
Vi do la semplicissima ricetta specificando che in effetti si può realizzare anche con una fonduta preparata in casa e qualche fettina di tartufo, la fonduta pronta però ci facilita la preparazione.
Prima di lasciarvi il procedimento voglio lasciarvi un paio di suggerimenti per il fine settimana, due libri da leggere al calduccio delle mura domestiche se causa maltempo non si può affrontare la strada per sagre e manifestazioni d'autunno che si terranno un po' ovunque.
Se vi piacciono i gialli Delitto al pepe rosa è il titolo del libro di Brigitte Glaser pubblicato dall'editore EMONS (quello degli audiolibri per capirci) nella collana dei gialli tedeschi. Un giallo ambientato a Colonia, nella fredda Germania, un giallo che prende corpo nelle cucine del miglior ristorante di Colonia Il bue d'oro dello chef Hugo Spielmann dove - tra malumori, invidie e tresche - si consuma una serie di omicidi su cui la cuoca Katarina, appena entrata nello staff del ristorante, indagherà con la sua coinquilina, l'ex ostetrica Adela. Un giallo irresistibile da affrontare tutto d'un fiato per arrivare al più presto alla soluzione del mistero.
Se vi piacciono invece le storie soft  Borgo Propizio di Loredana Limone pubblicato da TEA  fa giusto al vostro caso. L'ho letto durante un viaggio e mi sono molto divertita con le storie degli abitanti di questo piccolo e pettegolo borgo  fuori dal tempo dove sembra non succedere mai nulla e tutto accade invece quasi per magia. Un romanzo leggero che invita al buonumore, che accoglie e fa sorridere sin dalle prime pagine. Non mi resta che cercare E le stelle "non" stanno a guardare, il seguito del libro di recente pubblicato per continuare ad assaporare le storie di Belinda, Mariolina, Marietta, Ruggero e tutti gli altri.
Perché ho scelto di abbinare questi due titoli alla ricetta di oggi? Nel primo lo chef Hugo Spielmann è un grande esperto di patate e poi la ricetta fa molto ristorante di alto livello se presentata in un certo modo. Il punto di partenza delle vicende narrate in Borgo Propizio è invece una latteria e Belinda la proprietaria, cucina tutto in bianco utilizzando latte e burro come ingredienti principali delle sue ricette e questi sono due ingredienti che nella mia ricetta di oggi non possono mancare.
Buon week-end, buona lettura e buona ricetta a tutti.
Patate della Sila gratinate alla fontina con tartufo delle Langhe
Ingredienti per 4 persone:
6 patate gialle silane
1 vasetto di fonduta al tartufo
1/2 litro di latte
1 noce di burro
2 cucchiai di grana
sale 
Pelare le patate e ridurle a tocchi, cuocerle nel latte allungato con acqua quanto basta  fino a d ultimare quasi la cottura (il latte va salato e le patate vanno messe a bollire quando il liquido è in ebollizione). Imburrare una teglia e versarvi le patate a cui avrete amalgamato la fonduta, cospargere con grana e qualche fiocchetto di burro prima di informare. Sono pronte quando faranno una bella crosticina dorata.

Le patate della Sila e il tartufo delle Langhe, consigli di lettura per il week-end

Canovaccio Busatti
E si Piemonte e Calabria s'incontrano di nuovo nella mia cucina grazie a Shop Piemonte e all'ottima fonduta di fontina d.o.p. con tartufo TartufLanghe che ho abbinato alle patate della mia Sila per un matrimonio felice con una ricetta di una semplicità disarmante, succulenta in modo esagerato.
Si fa presto a dire patate, anche qui abbiamo un mondo variegato di specie e qualità differenti che possono caratterizzare in modo differente e preponderante ogni piatto. In Sila ne abbiamo una bella produzione e tante sono le varietà, io onestamente di patate non ne capisco ancora tanto ma ho scelto le gialle acquistate in montagna l'ultima volta e sono rimasta soddisfatta del risultato.
Vi do la semplicissima ricetta specificando che in effetti si può realizzare anche con una fonduta preparata in casa e qualche fettina di tartufo, la fonduta pronta però ci facilita la preparazione.
Prima di lasciarvi il procedimento voglio lasciarvi un paio di suggerimenti per il fine settimana, due libri da leggere al calduccio delle mura domestiche se causa maltempo non si può affrontare la strada per sagre e manifestazioni d'autunno che si terranno un po' ovunque.
Se vi piacciono i gialli Delitto al pepe rosa è il titolo del libro di Brigitte Glaser pubblicato dall'editore EMONS (quello degli audiolibri per capirci) nella collana dei gialli tedeschi. Un giallo ambientato a Colonia, nella fredda Germania, un giallo che prende corpo nelle cucine del miglior ristorante di Colonia Il bue d'oro dello chef Hugo Spielmann dove - tra malumori, invidie e tresche - si consuma una serie di omicidi su cui la cuoca Katarina, appena entrata nello staff del ristorante, indagherà con la sua coinquilina, l'ex ostetrica Adela. Un giallo irresistibile da affrontare tutto d'un fiato per arrivare al più presto alla soluzione del mistero.
Se vi piacciono invece le storie soft  Borgo Propizio di Loredana Limone pubblicato da TEA  fa giusto al vostro caso. L'ho letto durante un viaggio e mi sono molto divertita con le storie degli abitanti di questo piccolo e pettegolo borgo  fuori dal tempo dove sembra non succedere mai nulla e tutto accade invece quasi per magia. Un romanzo leggero che invita al buonumore, che accoglie e fa sorridere sin dalle prime pagine. Non mi resta che cercare E le stelle "non" stanno a guardare, il seguito del libro di recente pubblicato per continuare ad assaporare le storie di Belinda, Mariolina, Marietta, Ruggero e tutti gli altri.
Perché ho scelto di abbinare questi due titoli alla ricetta di oggi? Nel primo lo chef Hugo Spielmann è un grande esperto di patate e poi la ricetta fa molto ristorante di alto livello se presentata in un certo modo. Il punto di partenza delle vicende narrate in Borgo Propizio è invece una latteria e Belinda la proprietaria, cucina tutto in bianco utilizzando latte e burro come ingredienti principali delle sue ricette e questi sono due ingredienti che nella mia ricetta di oggi non possono mancare.
Buon week-end, buona lettura e buona ricetta a tutti.
Patate della Sila gratinate alla fontina con tartufo delle Langhe
Ingredienti per 4 persone:
6 patate gialle silane
1 vasetto di fonduta al tartufo
1/2 litro di latte
1 noce di burro
2 cucchiai di grana
sale 
Pelare le patate e ridurle a tocchi, cuocerle nel latte allungato con acqua quanto basta  fino a d ultimare quasi la cottura (il latte va salato e le patate vanno messe a bollire quando il liquido è in ebollizione). Imburrare una teglia e versarvi le patate a cui avrete amalgamato la fonduta, cospargere con grana e qualche fiocchetto di burro prima di informare. Sono pronte quando faranno una bella crosticina dorata.

2015-09-14

Il bocconotto? Alla fragola

Cestino ImballoRegalo.com
Ed eccoci all'appuntamento di settembre con il Progetto Piemonte Calabria in collaborazione con Shopiemonte.com. Il prodotto Shop Piemonte che ho scelto per questo nuovo esperimento è la confettura extra di fragole Agrimontana che con il 70-95% di fragole ci fa assaporare tutto il gusto vero e intenso delle fragole del Piemonte. L'ho voluta come ripieno di un dolce tipico delle mie parti, il bocconotto che di consuetudine a Mormanno si prepara con la confettura di ciliegie o con la pasta di mandorle, oppure in altri comuni del cosentino con la mostarda dolce d'uva. Non mi perdo in chiacchiere stavolta ma vi lascio direttamente la ricetta che è quella tradizionale di mia suocera.
Bocconotti alla confettura di fragole
Ingredienti:
500 g di farina 00
250 g di zucchero
200 g di strutto
2 uova
1 bustina di lievito chimico
la scorza di un limone grattugiata
uovo e latte per spennellare
Impastare tutti gli ingredienti, stenderla in uno strato sottile, aiutandosi con due fogli di carta forno, e foderarvi gli stampini da tartelletta (io uso quelli in silicone), bucherellare la base e farcire i dolcini con la confettura scelta, coprire con un altro strato di frolla  e spennellare con uovo e latte prima di infornare i bocconotti a 180° finché risulteranno dorati. Si conservano per diversi giorni.

Il bocconotto? Alla fragola

Cestino ImballoRegalo.com
Ed eccoci all'appuntamento di settembre con il Progetto Piemonte Calabria in collaborazione con Shopiemonte.com. Il prodotto Shop Piemonte che ho scelto per questo nuovo esperimento è la confettura extra di fragole Agrimontana che con il 70-95% di fragole ci fa assaporare tutto il gusto vero e intenso delle fragole del Piemonte. L'ho voluta come ripieno di un dolce tipico delle mie parti, il bocconotto che di consuetudine a Mormanno si prepara con la confettura di ciliegie o con la pasta di mandorle, oppure in altri comuni del cosentino con la mostarda dolce d'uva. Non mi perdo in chiacchiere stavolta ma vi lascio direttamente la ricetta che è quella tradizionale di mia suocera.
Bocconotti alla confettura di fragole
Ingredienti:
500 g di farina 00
250 g di zucchero
200 g di strutto
2 uova
1 bustina di lievito chimico
la scorza di un limone grattugiata
uovo e latte per spennellare
Impastare tutti gli ingredienti, stenderla in uno strato sottile, aiutandosi con due fogli di carta forno, e foderarvi gli stampini da tartelletta (io uso quelli in silicone), bucherellare la base e farcire i dolcini con la confettura scelta, coprire con un altro strato di frolla  e spennellare con uovo e latte prima di infornare i bocconotti a 180° finché risulteranno dorati. Si conservano per diversi giorni.

2015-07-30

Pane alla rosamarina, il Piemonte e la Calabria s'incontrano ancora

Canovaccio Busatti
Anticipo l'appuntamento d'agosto con la mia nuova rubrica Progetto Piemonte Calabria in collaborazione con Shop Piemonte dal momento che poi in vacanza non so cosa riesco o abbia voglia di fare.
Come sa chi mi legge mi lascio molto suggestionare dai libri, mi piace scovarne su determinati argomenti, confrontarli per trarne arricchimento. Ho fatto anche stavolta così in materia di pane. Mettetevi comodi che si tratta di un post molto lungo.
Il mio percorso è iniziato circa un annetto fa con un libro che mi ha attratto in primis per il titolo che portava Il senso di Davide per la Farina, parliamo di Davide Longoni, panificatore per passione. Si tratta di una pubblicazione Ponte alle Grazie in cui l'autore racconta la storia della sua passione per il pane, alimento simbolico, concentrato di storia, prodotto di eccellenza ma anche mistero, magia, sorpresa che si rinnova a ogni impasto. Leggiamo all'inizio "Per scrivere questo libro mi sono dovuto voltare indietro per capire come sono arrivato fin qui. E mi sono dovuto anche proiettare in avanti, per sentire come diventerò. Sono sicuro, con questo lavoro non sarò mai ricco, tra qualche anno avrò la schiena curva come mio padre, le mani saranno deformate dall’artrite, avrò pochi buoni amici. Ma almeno avrò fatto qualcosa di cui posso essere fiero." e poi alla fine "Ecco il succo dei dieci anni che ho passato facendo il pane, ecco la speranza e il coraggio del mio futuro. Voglio continuare a impastare idee e farina, scoperte ed eredità. Voglio regalare la mia pasta madre a chi incontrerò per strada, perché il mio lievito cresca in mille pani diversi. Voglio continuare a insegnare, a imparare dai giovani artigiani che formerò. Magari sotto gli ulivi". Attraverso le ricette e le indicazioni di Davide possiamo anche noi veder lievitare e prendere forma la stessa passione nel pane più buono, fragrante e profumato che ci sia.
Come sapete si può viaggiare  e conoscere un territorio in tanti modi diversi, scopriamo che lo si può fare attraverso i pani grazie a Rita Monastero che nel suo I Pani Dimenticati edito da Gribaudo ci porta a scoprire i sapori di una volta lungo tutta la penisola Italiana. Sicuramente conoscerete l'autrice per le sue partecipazioni a Geo&Geo, io ebbi modo di parlarvi di un altro suo lavoro sull'Arte bianca un po' di tempo fa. Questo è un libro che va oltre le ricette e ci immerge nelle tradizioni e nei luoghi a cui quelle tradizioni appartengono, del resto in Italia non c'è un comune dove non vi sia un forno o anche solo una casa che produca ancora qualche eccellente prodotto di tradizione. Certo le ricette non mancano, sono cento quelle del libro che raccontano altrettanti pani dimenticati, tutte sapientemente fotografate in modo da renderle irresistibili.
E' il frutto di vent'anni di studi il lavoro di Predrag Matvejevic pubblicato da Garzanti Elefanti sotto il nome di Pane Nostro. Uno studio completo e articolato sulla storia del pane e dell'umanità tutta. Una grande storia ricca di sapienza e poesia. Come avverte Enzo Bianchi nella prefazione: "Ciascuno troverà in queste pagine pane per la sua fame: sia essa anelito di fede o attesa di giustizia, sia stupore per il seme che cresce misteriosamente oppure curiosità di ripercorrere le infinite «vie» nel tempo e nello spazio di questo cibo che nasce dalla stanzialità del contadino, sia ancora desiderio di conoscere la feconda fantasia dell'uomo che ha saputo dare forme e consistenze sempre diverse a quell'unico alimento così da renderlo appetibile e accessibile nelle situazioni più disparate". Dalla Mesopotamia alle tavole del mondo intero impariamo a conoscere il pane anche attraverso i riti e le manifestazioni d'arte che da sempre lo vedono protagonista.
Pane quotidiano di Marco Rotini per Stampa Alternativa affronta anch'esso l'argomento pane fornendocene una visione storica meticolosa che parte dalle origini dal “pane dei faraoni” per arrivare alle ricette dei nostri bisnonni e all’avvento della panificazione industriale, soffermandosi sull'archeologia dei macchinari utilizzati nella panificazione.
Ci illustra poi come fare del buon pane a casa propria, partendo dalla scelta delle farine e dalla preparazione del lievito madre "Se vogliamo dare al pane il ruolo di alimento sostanziale dell'uomo, questo dev'essere integrale: non può essere fatto con farine "morte" (come le comuni farine bianche), ma con farine "vive" come le farine integrali o leggermente abburattate e macinate di fresco. La lievitazione deve esser fatta con pasta acida naturale, cioè deve avvenire per mezzo dei fermenti presenti naturalmente nella farina." . Una guida e un “antiricettario” per riscoprire il vero pane di una volta, conoscerlo e farselo da soli, anche senza glutine!

Un pane che qui da noi si trova in alcune panetterie è quello con la sardina o rosamarina che dir si voglia. Sto parlando di un tipico prodotto calabrese conosciuto simpaticamente anche come caviale del sud, che consiste in novellame di pesce azzurro condito con sale e peperoncino e poi stagionato, è una conserva spalmabile che qui arricchisce bruschette e insalate e che impiegata nella preparazione del pane lo rende uno straordinario spuntino. 
Ma cos'avrà di piemontese questo pane? La farina del Mulino Marino scelta nella varietà sette effe di grano tenero, grano duro, segale, farro, mais, riso e grano saraceno tutti da agricoltura biologica seguendo alti criteri di qualità e proveniente dallo Shop Piemonte. Con questo pane ho voluto abbinare un'altra eccellenza del mio territorio la birra Denis del Birrificio artigianale Gianfranco Blandino.
Pane alla rosamarina
500 g di farina sette effe (di grani misti)
30 g polvere di lievito madre
200 g acqua
50 g latte
50 g olio
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale

2 cucchiaiate di rosamarina
Miscelare la farina con il sale, aggiungere la polvere di lievito e poi i liquidi e l'olio. Mettere a lievitare in un posto caldo e al riparo da correnti, per circa due ore. Stendere l'impasto in un rettangolo, spalmarlo di rosamarina (se troppo piccante metterne dimeno). Avvolgere l'impasto su se stesso formando un rotolo e ritagliarlo in sezioni di 5-6 cm, affiancare i rotolini in una teglia, lasciando un po' di spazio tra uno e l'altro. Lasciare lievitare fino al raddoppio e poi infornare a 200°, per mezz'ora circa, quando il pane avrà preso colore provare la cottura con lo stecchino. Sbocconcellare il pane tiepido con un bicchiere di birra fredda.

Pane alla rosamarina, il Piemonte e la Calabria s'incontrano ancora

Canovaccio Busatti
Anticipo l'appuntamento d'agosto con la mia nuova rubrica Progetto Piemonte Calabria in collaborazione con Shop Piemonte dal momento che poi in vacanza non so cosa riesco o abbia voglia di fare.
Come sa chi mi legge mi lascio molto suggestionare dai libri, mi piace scovarne su determinati argomenti, confrontarli per trarne arricchimento. Ho fatto anche stavolta così in materia di pane. Mettetevi comodi che si tratta di un post molto lungo.
Il mio percorso è iniziato circa un annetto fa con un libro che mi ha attratto in primis per il titolo che portava Il senso di Davide per la Farina, parliamo di Davide Longoni, panificatore per passione. Si tratta di una pubblicazione Ponte alle Grazie in cui l'autore racconta la storia della sua passione per il pane, alimento simbolico, concentrato di storia, prodotto di eccellenza ma anche mistero, magia, sorpresa che si rinnova a ogni impasto. Leggiamo all'inizio "Per scrivere questo libro mi sono dovuto voltare indietro per capire come sono arrivato fin qui. E mi sono dovuto anche proiettare in avanti, per sentire come diventerò. Sono sicuro, con questo lavoro non sarò mai ricco, tra qualche anno avrò la schiena curva come mio padre, le mani saranno deformate dall’artrite, avrò pochi buoni amici. Ma almeno avrò fatto qualcosa di cui posso essere fiero." e poi alla fine "Ecco il succo dei dieci anni che ho passato facendo il pane, ecco la speranza e il coraggio del mio futuro. Voglio continuare a impastare idee e farina, scoperte ed eredità. Voglio regalare la mia pasta madre a chi incontrerò per strada, perché il mio lievito cresca in mille pani diversi. Voglio continuare a insegnare, a imparare dai giovani artigiani che formerò. Magari sotto gli ulivi". Attraverso le ricette e le indicazioni di Davide possiamo anche noi veder lievitare e prendere forma la stessa passione nel pane più buono, fragrante e profumato che ci sia.
Come sapete si può viaggiare  e conoscere un territorio in tanti modi diversi, scopriamo che lo si può fare attraverso i pani grazie a Rita Monastero che nel suo I Pani Dimenticati edito da Gribaudo ci porta a scoprire i sapori di una volta lungo tutta la penisola Italiana. Sicuramente conoscerete l'autrice per le sue partecipazioni a Geo&Geo, io ebbi modo di parlarvi di un altro suo lavoro sull'Arte bianca un po' di tempo fa. Questo è un libro che va oltre le ricette e ci immerge nelle tradizioni e nei luoghi a cui quelle tradizioni appartengono, del resto in Italia non c'è un comune dove non vi sia un forno o anche solo una casa che produca ancora qualche eccellente prodotto di tradizione. Certo le ricette non mancano, sono cento quelle del libro che raccontano altrettanti pani dimenticati, tutte sapientemente fotografate in modo da renderle irresistibili.
E' il frutto di vent'anni di studi il lavoro di Predrag Matvejevic pubblicato da Garzanti Elefanti sotto il nome di Pane Nostro. Uno studio completo e articolato sulla storia del pane e dell'umanità tutta. Una grande storia ricca di sapienza e poesia. Come avverte Enzo Bianchi nella prefazione: "Ciascuno troverà in queste pagine pane per la sua fame: sia essa anelito di fede o attesa di giustizia, sia stupore per il seme che cresce misteriosamente oppure curiosità di ripercorrere le infinite «vie» nel tempo e nello spazio di questo cibo che nasce dalla stanzialità del contadino, sia ancora desiderio di conoscere la feconda fantasia dell'uomo che ha saputo dare forme e consistenze sempre diverse a quell'unico alimento così da renderlo appetibile e accessibile nelle situazioni più disparate". Dalla Mesopotamia alle tavole del mondo intero impariamo a conoscere il pane anche attraverso i riti e le manifestazioni d'arte che da sempre lo vedono protagonista.
Pane quotidiano di Marco Rotini per Stampa Alternativa affronta anch'esso l'argomento pane fornendocene una visione storica meticolosa che parte dalle origini dal “pane dei faraoni” per arrivare alle ricette dei nostri bisnonni e all’avvento della panificazione industriale, soffermandosi sull'archeologia dei macchinari utilizzati nella panificazione.
Ci illustra poi come fare del buon pane a casa propria, partendo dalla scelta delle farine e dalla preparazione del lievito madre "Se vogliamo dare al pane il ruolo di alimento sostanziale dell'uomo, questo dev'essere integrale: non può essere fatto con farine "morte" (come le comuni farine bianche), ma con farine "vive" come le farine integrali o leggermente abburattate e macinate di fresco. La lievitazione deve esser fatta con pasta acida naturale, cioè deve avvenire per mezzo dei fermenti presenti naturalmente nella farina." . Una guida e un “antiricettario” per riscoprire il vero pane di una volta, conoscerlo e farselo da soli, anche senza glutine!

Un pane che qui da noi si trova in alcune panetterie è quello con la sardina o rosamarina che dir si voglia. Sto parlando di un tipico prodotto calabrese conosciuto simpaticamente anche come caviale del sud, che consiste in novellame di pesce azzurro condito con sale e peperoncino e poi stagionato, è una conserva spalmabile che qui arricchisce bruschette e insalate e che impiegata nella preparazione del pane lo rende uno straordinario spuntino. 
Ma cos'avrà di piemontese questo pane? La farina del Mulino Marino scelta nella varietà sette effe di grano tenero, grano duro, segale, farro, mais, riso e grano saraceno tutti da agricoltura biologica seguendo alti criteri di qualità e proveniente dallo Shop Piemonte. Con questo pane ho voluto abbinare un'altra eccellenza del mio territorio la birra Denis del Birrificio artigianale Gianfranco Blandino.
Pane alla rosamarina
500 g di farina sette effe (di grani misti)
30 g polvere di lievito madre
200 g acqua
50 g latte
50 g olio
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale

2 cucchiaiate di rosamarina
Miscelare la farina con il sale, aggiungere la polvere di lievito e poi i liquidi e l'olio. Mettere a lievitare in un posto caldo e al riparo da correnti, per circa due ore. Stendere l'impasto in un rettangolo, spalmarlo di rosamarina (se troppo piccante metterne dimeno). Avvolgere l'impasto su se stesso formando un rotolo e ritagliarlo in sezioni di 5-6 cm, affiancare i rotolini in una teglia, lasciando un po' di spazio tra uno e l'altro. Lasciare lievitare fino al raddoppio e poi infornare a 200°, per mezz'ora circa, quando il pane avrà preso colore provare la cottura con lo stecchino. Sbocconcellare il pane tiepido con un bicchiere di birra fredda.

2015-07-10

Insalata di riso rosso con salmone, talli di cappero e cetrioli alla senape

Piatti Cartaffini, forchette Mori Italian Factory, barattoli Weck MCM Emballages
Il Piemonte sta alla Calabria come il Riso rosso sta ai Talli di Cappero.
Ed eccomi qui a portare avanti il mio progetto Piemonte Calabria di cui vi parlavo qualche giorno fa sposando un'eccellenza piemontese di Shop Piemonte con un prodotto tipicamente calabrese.
In questo periodo qui da noi si raccolgono i capperi ma non solo, prima della raccolta dei capperi veri e propri si raccolgono i germogli dei capperi, i cosiddetti "talli di cappero", le punte giovani delle piantine che dopo esser state mondate dalle spine, si lessano, si fanno spurgare in acqua e si condiscono poi con olio aglio e aceto, sono una vera prelibatezza qui da noi, una prelibatezza che in pochi altrove conoscono. Io li ho accostati in una fresca e insolita insalata al Riso integrale rosso selvaggio Gli Aironi. In aggiunta del salmone marinato da me e dei freschissimi cetrioli conditi alla senape. Un ottimo piatto freddo perfettoanche da portarsi in spiaggia con i comodi barattoli a chiusura ermetica Weck.
Insalata di riso rosso con salmone, talli di cappero e cetrioli alla senape
 
Ingredienti per 4 persone:
300 g di riso integrale rosso
2 piccoli cetrioli
6 fette di salmone marinato
1 tazza di insalata di talli di cappero
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di senape
sale e pepe
Tagliare a cubetti i cetrioli e condirli con la senape, l'olio, sale e pepe. Lessare il riso e aggiungervi i cetrioli conditi, quattro  fette di salmone a striscioline e metà dei talli, guarnire ogni piatto con i restanti talli e mezza fetta di salmone.