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2016-06-07

Tartare di carne con verdure croccanti e maionese di ceci

Americano Busatti
Ci sono ricette studiate, pensate e meditate, magari provate e riprovate prima di diventare ricette di cui parlare. Poi ci sono ricette che vengono fuori improvvisamente quasi per necessità, necessità di esprimersi in quel dato momento in quella maniera o più prosaicamente necessità di portare in tavola qualcosa di gradevole quando non si hanno idee  o dispensa sufficiente per mettere insieme una tradizionale ricetta. Ecco questi casi di necessità sono la mia forza in cucina e così un giorno avendo fatto tardi a lavoro non disponevo di verdura fresca ma solo di un paio di carote, piselli surgelati e una zucchina (una sola giuro). Avevo un pezzo di carne magra fresca e una vaschettina di ceci di cui Aurelia è una ghiotta consumatrice (che lesso dopo le dovute ore di ammollo e congelo in porzioni). Non molto direte e sicuramente non abbastanza da creare qualcosa da presentare in un blog di cucina che si rispetti, tanto più aggiungo che avevo solo un'ora prima di inventarmi qualcosa e portarla in tavola. 
Questa signori è stata una delle cene più buone degli ultimi mesi e se il merito è in gran parte mio senza falsa modestia anche l'olio buono  Borgoliva Bio Fontanara ha fatto la usa parte che in una tartare non si può certo mettere un olio mediocre.
Per i ceci invece ho attinto invece alla vasta gamma di legumi secchi offerta da Schioppi.
Tartare di carne con verdure croccanti e maionese di ceci
Ingredienti per 4 persone:
500 g di carne di vitello magra e fresca da consumare cruda
1 tazza di piselli 
3 carore
2 zucchine
2 cucchiai di aceto bianco
1 tazza di ceci
1 mazzetto di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino
olio extravergine d'oliva
1 limone
sale e pepe q.b.
Tritare a coltello la carne eliminando nel caso vi fossero nervetti e grasso. Condire con olio, sale, pepe e succo di limone. Lasciar riposare la carne ben coperta in frigo, Intanto tagliare a dadini le zucchine spuntate e le carote pelate, Lessarle separatamente in acqua e aceto, lessare anche i piselli, mantenendo tutte le verdure al dente, Scolare e condire con olio e sale.
Intanto frullare i ceci con un po' della loro acqua di cottura, una puntina di aglio, sale, prezzemolo e peperoncino, aggiungendo olio a filo, fino ad ottenere una cremosa emulsione.Mettere in forma la carne nei piatti e servirla con le verdure croccanti e la maionese di ceci. per chi non ama il crudo potete passare i piatti con la sola carne per qualche minuto nel forno caldissimo, aggiungendo verdure e salsa solo alla fine.


Tartare di carne con verdure croccanti e maionese di ceci

Americano Busatti
Ci sono ricette studiate, pensate e meditate, magari provate e riprovate prima di diventare ricette di cui parlare. Poi ci sono ricette che vengono fuori improvvisamente quasi per necessità, necessità di esprimersi in quel dato momento in quella maniera o più prosaicamente necessità di portare in tavola qualcosa di gradevole quando non si hanno idee  o dispensa sufficiente per mettere insieme una tradizionale ricetta. Ecco questi casi di necessità sono la mia forza in cucina e così un giorno avendo fatto tardi a lavoro non disponevo di verdura fresca ma solo di un paio di carote, piselli surgelati e una zucchina (una sola giuro). Avevo un pezzo di carne magra fresca e una vaschettina di ceci di cui Aurelia è una ghiotta consumatrice (che lesso dopo le dovute ore di ammollo e congelo in porzioni). Non molto direte e sicuramente non abbastanza da creare qualcosa da presentare in un blog di cucina che si rispetti, tanto più aggiungo che avevo solo un'ora prima di inventarmi qualcosa e portarla in tavola. 
Questa signori è stata una delle cene più buone degli ultimi mesi e se il merito è in gran parte mio senza falsa modestia anche l'olio buono  Borgoliva Bio Fontanara ha fatto la usa parte che in una tartare non si può certo mettere un olio mediocre.
Per i ceci invece ho attinto invece alla vasta gamma di legumi secchi offerta da Schioppi.
Tartare di carne con verdure croccanti e maionese di ceci
Ingredienti per 4 persone:
500 g di carne di vitello magra e fresca da consumare cruda
1 tazza di piselli 
3 carore
2 zucchine
2 cucchiai di aceto bianco
1 tazza di ceci
1 mazzetto di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino
olio extravergine d'oliva
1 limone
sale e pepe q.b.
Tritare a coltello la carne eliminando nel caso vi fossero nervetti e grasso. Condire con olio, sale, pepe e succo di limone. Lasciar riposare la carne ben coperta in frigo, Intanto tagliare a dadini le zucchine spuntate e le carote pelate, Lessarle separatamente in acqua e aceto, lessare anche i piselli, mantenendo tutte le verdure al dente, Scolare e condire con olio e sale.
Intanto frullare i ceci con un po' della loro acqua di cottura, una puntina di aglio, sale, prezzemolo e peperoncino, aggiungendo olio a filo, fino ad ottenere una cremosa emulsione.Mettere in forma la carne nei piatti e servirla con le verdure croccanti e la maionese di ceci. per chi non ama il crudo potete passare i piatti con la sola carne per qualche minuto nel forno caldissimo, aggiungendo verdure e salsa solo alla fine.


2015-03-16

Filetto stagionato agli aromi, possibili interpretazioni

Tessuti Busatti
Con l'arrivo del nuovo anno ho iniziato a sperimentare la produzione casalinga si salumi e affini, non mi sono data agli insaccati veri e propri ma alla salagione e stagionatura di pancetta, lonza, filetto e coscia di maiale, variamente aromatizzati.
Il filetto stagionato agli aromi è una delle preparazioni più semplici e veloci, è pronto in pochi giorni e non bisogna neppure limitarsi alla stagione fredda per la produzione  dal momento che si fa tutto in  frigo.
Ecco da questo primo esperimento è venuto fuori un filettino molto aromatico perfetto da mangiare tal quale magari in un bel panino o anche condito con un filo d'olio e una spruzzata di limone o di arancia, oppure ancora da piastrare come ho fatto io nella ricetta che vi presento oggi.
Filetto stagionato agli aromi
2 filettini di maiale da 500 g 
500g di sale fino
700g di zucchero semolato
misto di aromi (rosmarino, salvia. alloro, pepe nero, peperoncino)

Pulire la carne da grasso e pellicine e porla in una ciotola con il sale e lo zucchero, parte a formare la base e parte a coprire. Lasciare così in frigo per 2 giorni, poi lavare la carne per bene, asciugarla e massaggiarla con il trito di erbe. Avvolgerla in carta da cucina e lasciarla in frigo da 6 a 10 giorni, cambiando di tanto in tanto la carta. Poi affettare e consumare il filetto.
Filetto stagionato alla piastra con purè di patate, salsa di finocchi al balsamico e croccante di pane aromatico
Ingredienti per 4 persone:
12 fette spesse di filetto stagionato agli aromi
purè di patate
2 fette di pane casereccio
aromi misti in polvere (rosmarino alloro timo e salvia)*
1 finocchio
1 scalogno
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico
sale
Tagliare il pane a cubetti, condirlo con olio e aromi in polvere e poi tostarlo in forno caldo finché diventa croccate. Stufare il finocchio con lo scalogno, un filo d'olio e un po' di sale,  frullarlo con un po' di acqua calda, altro olio e qualche goccio d'aceto balsamico. Scaldare una piastra e quando è rovente passarvi il filetto da ambo i lati disporlo nei piatti alternandolo con il purè caldo e la salsa di finocchi, completare con i crostini di pane.
Ho servito questo piatto con un bicchiere di Masino IGRECO, un nero di Calabria che visti i riconoscimenti ottenuti è l'orgoglio della nostra regione.
* Ho utilizzato il mix di aromi di Pantelleria Profumarrosto perfetto con carne, patate e anche per i crostini di pane come in questo caso.

Filetto stagionato agli aromi, possibili interpretazioni

Tessuti Busatti
Con l'arrivo del nuovo anno ho iniziato a sperimentare la produzione casalinga si salumi e affini, non mi sono data agli insaccati veri e propri ma alla salagione e stagionatura di pancetta, lonza, filetto e coscia di maiale, variamente aromatizzati.
Il filetto stagionato agli aromi è una delle preparazioni più semplici e veloci, è pronto in pochi giorni e non bisogna neppure limitarsi alla stagione fredda per la produzione  dal momento che si fa tutto in  frigo.
Ecco da questo primo esperimento è venuto fuori un filettino molto aromatico perfetto da mangiare tal quale magari in un bel panino o anche condito con un filo d'olio e una spruzzata di limone o di arancia, oppure ancora da piastrare come ho fatto io nella ricetta che vi presento oggi.
Filetto stagionato agli aromi
2 filettini di maiale da 500 g 
500g di sale fino
700g di zucchero semolato
misto di aromi (rosmarino, salvia. alloro, pepe nero, peperoncino)

Pulire la carne da grasso e pellicine e porla in una ciotola con il sale e lo zucchero, parte a formare la base e parte a coprire. Lasciare così in frigo per 2 giorni, poi lavare la carne per bene, asciugarla e massaggiarla con il trito di erbe. Avvolgerla in carta da cucina e lasciarla in frigo da 6 a 10 giorni, cambiando di tanto in tanto la carta. Poi affettare e consumare il filetto.
Filetto stagionato alla piastra con purè di patate, salsa di finocchi al balsamico e croccante di pane aromatico
Ingredienti per 4 persone:
12 fette spesse di filetto stagionato agli aromi
purè di patate
2 fette di pane casereccio
aromi misti in polvere (rosmarino alloro timo e salvia)*
1 finocchio
1 scalogno
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico
sale
Tagliare il pane a cubetti, condirlo con olio e aromi in polvere e poi tostarlo in forno caldo finché diventa croccate. Stufare il finocchio con lo scalogno, un filo d'olio e un po' di sale,  frullarlo con un po' di acqua calda, altro olio e qualche goccio d'aceto balsamico. Scaldare una piastra e quando è rovente passarvi il filetto da ambo i lati disporlo nei piatti alternandolo con il purè caldo e la salsa di finocchi, completare con i crostini di pane.
Ho servito questo piatto con un bicchiere di Masino IGRECO, un nero di Calabria che visti i riconoscimenti ottenuti è l'orgoglio della nostra regione.
* Ho utilizzato il mix di aromi di Pantelleria Profumarrosto perfetto con carne, patate e anche per i crostini di pane come in questo caso.

2015-03-12

Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made

Piatto conchiglia Ceramiche Maroso, tovagliolo Busatti, sottopiatto ISI Milano
La storia degli oli essenziali mi ha conquistata a dire il vero e proseguendo in un certo senso il discorso oggi vi parlo di qualcosa di nuovo che ha stupito pure me.
La Cascina Duc è situata ai confini tra Torino e Grugliasco, immersa in una delle poche aree verdi ancora esistenti ai confini della città, è un raro esempio, nei dintorni del torinese, di cascina funzionante su attività agricole. Filari di lavanda posti ai lati della strada di accesso alla Cascina accolgono i visitatori, da questa profumatissima pianta vengono prodotti non solo cosmetici e prodotti ornamentali ma anche originali prodotti alimentari.
I biscottini al burro e lavanda che producono in azienda sono a dir poco meravigliosi, con il tè sono anzi una vera chiccheria da non lasciarsi sfuggire. Altra particolarità è la pasta alla lavanda, ecco il gusto della pasta è molto intenso quasi amarognolo tanto che per me mangiarne un intero piatto sarebbe impresa impossibile, i radiatori che io ho utilizzato per questa ricetta sono perfetti per dei finger food io vedo bene l'abbinamento con il limone  e con il salmone marinato che ho prodotto con le mie manine.
Per marinare un kg di filetto di salmone ho utilizzato 500 g di zucchero, 500 g di sale fino e pepe nero. Ho lasciato macerare il salmone in questa mistura per 48 ore rivoltandolo ogni 12 ore, poi l'ho lavato, l'ho asciugato per bene e l'ho avvolto in carta da cucina conservandolo in frigo altri 4-6 giorni, tagliato poi a fette è pronto per l'utilizzo o per essere conservato in buste sottovuoto.
Per una preparazione così particolare ci volava un vino giusto altrettanto ricercato e così mi sono fermata all'Azienda vinicola Quaquarini Francesco a Monteveneroso, una piccola frazione nel comune di Canneto Pavese, a circa 50 minuti da Milano. L'Azienda, fondata da Francesco e dalla moglie Liliana e portata avanti oggi con la medesima dedizione dai figli Umberto e Maria Teresa ha sempre valorizzato la tradizione viticola pur nel rinnovamento delle tecniche produttive per l'esaltazione della qualità. Il successo di questi programmi ha permesso all'Azienda di produrre una gamma di vini di qualità provenienti dalle zone più vocate dell'Oltrepo Pavese.
Il controllo della produzione inizia dalla coltivazione della vite, si tratta di uve di varietà autoctone prodotte da Agricoltura Biologica, controllate e certificate dalla vendemmia e fermentazione, sino alla messa in bottiglia.
Io ho scelto un Pinot Rosé Brut, un vino elegante perfetto per l'aperitivo e per esaltare questa particolare ricetta.
Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made
Ingredienti per 4 assaggini:
2 limoni
20 radiatori alla lavanda
4 fettine di salmone marinato
succo di limone
olio extravergine d'oliva
Cuocere la pasta in acqua bollente salata, dividere a metà i limoni e svuotarli, estrarre il succo e tenerlo da parte. Tagliare a striscioline il salmone, unirlo alla pasta cotta condire con olio e qualche goccia di succo di limone. Suddividere la pasta nei limoni e servire con un calice di Pinot brut Rosé ben freddo.              

Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made

Piatto conchiglia Ceramiche Maroso, tovagliolo Busatti, sottopiatto ISI Milano
La storia degli oli essenziali mi ha conquistata a dire il vero e proseguendo in un certo senso il discorso oggi vi parlo di qualcosa di nuovo che ha stupito pure me.
La Cascina Duc è situata ai confini tra Torino e Grugliasco, immersa in una delle poche aree verdi ancora esistenti ai confini della città, è un raro esempio, nei dintorni del torinese, di cascina funzionante su attività agricole. Filari di lavanda posti ai lati della strada di accesso alla Cascina accolgono i visitatori, da questa profumatissima pianta vengono prodotti non solo cosmetici e prodotti ornamentali ma anche originali prodotti alimentari.
I biscottini al burro e lavanda che producono in azienda sono a dir poco meravigliosi, con il tè sono anzi una vera chiccheria da non lasciarsi sfuggire. Altra particolarità è la pasta alla lavanda, ecco il gusto della pasta è molto intenso quasi amarognolo tanto che per me mangiarne un intero piatto sarebbe impresa impossibile, i radiatori che io ho utilizzato per questa ricetta sono perfetti per dei finger food io vedo bene l'abbinamento con il limone  e con il salmone marinato che ho prodotto con le mie manine.
Per marinare un kg di filetto di salmone ho utilizzato 500 g di zucchero, 500 g di sale fino e pepe nero. Ho lasciato macerare il salmone in questa mistura per 48 ore rivoltandolo ogni 12 ore, poi l'ho lavato, l'ho asciugato per bene e l'ho avvolto in carta da cucina conservandolo in frigo altri 4-6 giorni, tagliato poi a fette è pronto per l'utilizzo o per essere conservato in buste sottovuoto.
Per una preparazione così particolare ci volava un vino giusto altrettanto ricercato e così mi sono fermata all'Azienda vinicola Quaquarini Francesco a Monteveneroso, una piccola frazione nel comune di Canneto Pavese, a circa 50 minuti da Milano. L'Azienda, fondata da Francesco e dalla moglie Liliana e portata avanti oggi con la medesima dedizione dai figli Umberto e Maria Teresa ha sempre valorizzato la tradizione viticola pur nel rinnovamento delle tecniche produttive per l'esaltazione della qualità. Il successo di questi programmi ha permesso all'Azienda di produrre una gamma di vini di qualità provenienti dalle zone più vocate dell'Oltrepo Pavese.
Il controllo della produzione inizia dalla coltivazione della vite, si tratta di uve di varietà autoctone prodotte da Agricoltura Biologica, controllate e certificate dalla vendemmia e fermentazione, sino alla messa in bottiglia.
Io ho scelto un Pinot Rosé Brut, un vino elegante perfetto per l'aperitivo e per esaltare questa particolare ricetta.
Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made
Ingredienti per 4 assaggini:
2 limoni
20 radiatori alla lavanda
4 fettine di salmone marinato
succo di limone
olio extravergine d'oliva
Cuocere la pasta in acqua bollente salata, dividere a metà i limoni e svuotarli, estrarre il succo e tenerlo da parte. Tagliare a striscioline il salmone, unirlo alla pasta cotta condire con olio e qualche goccia di succo di limone. Suddividere la pasta nei limoni e servire con un calice di Pinot brut Rosé ben freddo.              

2013-12-16

Le mele del ricordo

 Piatti dessert Easy Life Design
A Natale si ha più voglia di famiglia e la famiglia inevitabilmente evoca ricordi, moltissimi dolci perché legati al periodo dell'infanzia, normalmente il più felice nella vita di ognuno. Riflettevo sul legame indissolubile tra ricordi e tavola e penso che nei ricordi culinari di ognuno di noi difficilmente mancano le mele. 
Ho cercato tra i ricordi di persone provenienti da differenti regioni d'Italia  ed ho capito che le mele trasformate in torta o in frittelle sono state nell'infanzia di ognuno. Io mi ricordo la soffice torta di mele della mamma che riponeva in una scatola in frigo e diventava sempre più buona tanto che l'ultima fetta era la più ambita.
Mi sono chiesta perché proprio le mele e sono arrivata alla conclusione che, frutto semplice e di facile reperibilità ma non di altrettanta deperibilità si è sempre prestato alle trasformazioni culinarie e la torta di mele è per me il cibo di conforto per eccellenza.
Il dolce del Natale è il nuovo libricino di Anna Mattioni pubblicato da Sovera Edizioni, raccoglie i dolci tipici natalizi di tutte le regioni italiane e anche di altri paesi attraverso i ricordi di quanti hanno voluto condividere con l'autrice i dolci delle feste della loro infanzia e, tra le tante golose ricette e i contestuali emozionanti ricordi di chi le ha fornite alla Mattioni, nella mia ricerca di dolci a base di mele mi sono imbattuta nel ricordo di Carla che a proposito dello Strucolo di Mele del Friuli scrive con una certa nostalgia "Nessuno voleva affettare le mele, ed era un compito che quindi toccava alle più giovani. Oggi che sono nonna vorrei che toccasse ancora a me".
Non poteva mancare nel Comfort foodie di Ilaria Mazzarotta edito da Gribaudo la più classica delle torte di mele per riscoprire la pausa merenda e tornare bambini mantenendo il sorriso anche di pomeriggio. In realtà nel libro, che è una vera celebrazione del lato affettivo ed emozionale della cucina, di buone merende ma anche golose colazioni e piatti per coccolarsi in ogni stagione  e circostanza davvero non ne mancano. Del resto è riconosciuto anche scientificamente che mangiare cibi comfort aiuta a stare meglio e a curare il nostro stato d’animo in particolari momenti della vita, o anche solo della giornata…E le foto del libro parlano già da sé tanto che vedere il piccolo Tommaso allineare le fettine di mela sulla torta mi ha fatto tornare bambina per un attimo.
Di torta di pane e mele ma anche di mele fritte in pastella si parla in Fratelli coltelli, cucchiai e forchette  pubblicato da Selekta. I ricordi in tal caso sono quelli di Berta e Federico Fornasari che, nati e cresciuti all'ombra di pentole e fornelli, di alberghi e ristoranti, di cucine casalinghe e genitori amanti della buona forchetta, sono praticoni e praticanti della cucina e delle tradizioni friulane di cui nel libro ci offrono un  eccellente saggio. 
Il libro che è scritto come un diario è costellato di foto sbiadite che raccontano la vita degli autori. Insieme ai ricordi i piatti ottimamente ritratti che ne segnano il percorso e  i vini scelti in abbinamento a formare  un mix di sapori tra Friuli e Mitteleruropa.
Le stesse frittelle di mele le ritrovo in La Natura in Tavola di Vittoria Gondi Citernesi pubblicato da Sarnus nella collana I Naturini. Sono i ricordi legati alla Fattoria di Volmiano quelli dell'autrice,  che ce li racconta con allegria e semplicità insieme alle ricette genuine e parsimoniose di mamma e nonna. L'oro verde di Volmiano (l'olio) è il filo conduttore della narrazione articolata in stagioni e portate. Un libretto che si legge come un romanzo con in più tante gustose ricette.
La torta di mele come dolce tipico della domenica è anche tra i ricordi di Elena Aiolfi tra le tante che hanno prestato il proprio contributo a Il profumo dei ricordi. Zibello di Manuela Amadei e Rosalba Scaglioni pubblicato da Damster. Un ricettario fatto di storie di persone che hanno intrecciato la loro vita con Zibello e che raccontano un piatto che hanno nel cuore. Un mosaico di ricordi  per non perdere la memoria storica, una moltitudine di ricette accomunate da un ingrediente segreto: "l'affetto che la famiglia rilascia incondizionatamente come una stufa a legna rilascia il proprio calore". Non vi è nel libro una torta a base di mele ma molti dolci a base di amaretti  evidentemente tipici della zona, vi è però uno spazio bianco alla fine da riempire magari con le proprie ricette preferite.
Io la mia torta di mele la preparo con il burro all'arancia e  la cannella come la ricetta che vi diedi qui essendo per me questa, dopo vari tentativi, la torta perfetta. 
Stavolta in ricordo della torta di mele dell'infanzia ho aggiunto le lamelle di mandorle in superficie e accompagnato il tutto con una cremina di cui vi lascio la ricetta perché se la volete proporre a Natale sta benissimo anche con il panettone o il pandoro.

Cremina golosa al liquore d'arancia e cannella
Ingredienti:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maizena
50 ml di liquore all'arancia
1 stecca di cannella
200 ml di latte
Portare a bollore il latte con la cannella. Mescolare i tuorli con lo zucchero e la maizena , diluire con il liquore e poi aggiungere il latte bollente (senza la cannella) mescolando per rendere il preparato omogeneo. Addensare a fuoco dolce continuando a mescolare finché il composto non diventa una crema vellutata ed omogenea.

Le mele del ricordo

 Piatti dessert Easy Life Design
A Natale si ha più voglia di famiglia e la famiglia inevitabilmente evoca ricordi, moltissimi dolci perché legati al periodo dell'infanzia, normalmente il più felice nella vita di ognuno. Riflettevo sul legame indissolubile tra ricordi e tavola e penso che nei ricordi culinari di ognuno di noi difficilmente mancano le mele. 
Ho cercato tra i ricordi di persone provenienti da differenti regioni d'Italia  ed ho capito che le mele trasformate in torta o in frittelle sono state nell'infanzia di ognuno. Io mi ricordo la soffice torta di mele della mamma che riponeva in una scatola in frigo e diventava sempre più buona tanto che l'ultima fetta era la più ambita.
Mi sono chiesta perché proprio le mele e sono arrivata alla conclusione che, frutto semplice e di facile reperibilità ma non di altrettanta deperibilità si è sempre prestato alle trasformazioni culinarie e la torta di mele è per me il cibo di conforto per eccellenza.
Il dolce del Natale è il nuovo libricino di Anna Mattioni pubblicato da Sovera Edizioni, raccoglie i dolci tipici natalizi di tutte le regioni italiane e anche di altri paesi attraverso i ricordi di quanti hanno voluto condividere con l'autrice i dolci delle feste della loro infanzia e, tra le tante golose ricette e i contestuali emozionanti ricordi di chi le ha fornite alla Mattioni, nella mia ricerca di dolci a base di mele mi sono imbattuta nel ricordo di Carla che a proposito dello Strucolo di Mele del Friuli scrive con una certa nostalgia "Nessuno voleva affettare le mele, ed era un compito che quindi toccava alle più giovani. Oggi che sono nonna vorrei che toccasse ancora a me".
Non poteva mancare nel Comfort foodie di Ilaria Mazzarotta edito da Gribaudo la più classica delle torte di mele per riscoprire la pausa merenda e tornare bambini mantenendo il sorriso anche di pomeriggio. In realtà nel libro, che è una vera celebrazione del lato affettivo ed emozionale della cucina, di buone merende ma anche golose colazioni e piatti per coccolarsi in ogni stagione  e circostanza davvero non ne mancano. Del resto è riconosciuto anche scientificamente che mangiare cibi comfort aiuta a stare meglio e a curare il nostro stato d’animo in particolari momenti della vita, o anche solo della giornata…E le foto del libro parlano già da sé tanto che vedere il piccolo Tommaso allineare le fettine di mela sulla torta mi ha fatto tornare bambina per un attimo.
Di torta di pane e mele ma anche di mele fritte in pastella si parla in Fratelli coltelli, cucchiai e forchette  pubblicato da Selekta. I ricordi in tal caso sono quelli di Berta e Federico Fornasari che, nati e cresciuti all'ombra di pentole e fornelli, di alberghi e ristoranti, di cucine casalinghe e genitori amanti della buona forchetta, sono praticoni e praticanti della cucina e delle tradizioni friulane di cui nel libro ci offrono un  eccellente saggio. 
Il libro che è scritto come un diario è costellato di foto sbiadite che raccontano la vita degli autori. Insieme ai ricordi i piatti ottimamente ritratti che ne segnano il percorso e  i vini scelti in abbinamento a formare  un mix di sapori tra Friuli e Mitteleruropa.
Le stesse frittelle di mele le ritrovo in La Natura in Tavola di Vittoria Gondi Citernesi pubblicato da Sarnus nella collana I Naturini. Sono i ricordi legati alla Fattoria di Volmiano quelli dell'autrice,  che ce li racconta con allegria e semplicità insieme alle ricette genuine e parsimoniose di mamma e nonna. L'oro verde di Volmiano (l'olio) è il filo conduttore della narrazione articolata in stagioni e portate. Un libretto che si legge come un romanzo con in più tante gustose ricette.
La torta di mele come dolce tipico della domenica è anche tra i ricordi di Elena Aiolfi tra le tante che hanno prestato il proprio contributo a Il profumo dei ricordi. Zibello di Manuela Amadei e Rosalba Scaglioni pubblicato da Damster. Un ricettario fatto di storie di persone che hanno intrecciato la loro vita con Zibello e che raccontano un piatto che hanno nel cuore. Un mosaico di ricordi  per non perdere la memoria storica, una moltitudine di ricette accomunate da un ingrediente segreto: "l'affetto che la famiglia rilascia incondizionatamente come una stufa a legna rilascia il proprio calore". Non vi è nel libro una torta a base di mele ma molti dolci a base di amaretti  evidentemente tipici della zona, vi è però uno spazio bianco alla fine da riempire magari con le proprie ricette preferite.
Io la mia torta di mele la preparo con il burro all'arancia e  la cannella come la ricetta che vi diedi qui essendo per me questa, dopo vari tentativi, la torta perfetta. 
Stavolta in ricordo della torta di mele dell'infanzia ho aggiunto le lamelle di mandorle in superficie e accompagnato il tutto con una cremina di cui vi lascio la ricetta perché se la volete proporre a Natale sta benissimo anche con il panettone o il pandoro.

Cremina golosa al liquore d'arancia e cannella
Ingredienti:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maizena
50 ml di liquore all'arancia
1 stecca di cannella
200 ml di latte
Portare a bollore il latte con la cannella. Mescolare i tuorli con lo zucchero e la maizena , diluire con il liquore e poi aggiungere il latte bollente (senza la cannella) mescolando per rendere il preparato omogeneo. Addensare a fuoco dolce continuando a mescolare finché il composto non diventa una crema vellutata ed omogenea.

2013-06-28

Mini YoYo voglia di pasticceria mignon

mini yoyo
Alzata La Vecchia Faenza, runner Busatti
La ricetta dei savoiardi è di quelle base che devi saper fare come la Torta Paradiso prima o poi ti torneranno utili in versione originale o in una fantasiosa variante. Ed ora vi spiego come dai savoiardi sono arrivata ai Mini Yo-Yo.
Come molti dei miei lettori ho una speciale ammirazione per la pasticceria di Luca Montersino. 
I suoi peccati di gola dolci o salati sono davvero irresistibili e irresistibili sono anche i suoi libri traboccanti di golosità. 
Peccati MIGNON pubblicato da Sitcom Editore è una vera scuola di cucina per imparare a realizzare dolci mignon alla Montersino. Ricette fotografate passo passo, strumenti e stampi utilizzati con maestria e innovazione. Tutto è bellissimo e correttamente eseguito, nessuna sbavatura, nessuna imperfezione, non una traccia di incuria. 
Dolcetti che sembrano piccoli gioielli e il bello è che le opere di Montersino sono davvero così...tanta tecnica e altrettanta creatività si combinano a formare prelibatezze per gli occhi e il palato.
Insomma questo libro lo sfoglio da più di due mesi, leggo e rileggo qualche ricetta che mi pare più fattibile per ingredienti e procedimento e poi richiudo perché so bene che il risultato non sarebbe all'altezza del maestro, i suoi sono piccoli capolavori e certamente in futuro proverò ma non subito perché con Giulio e Aurelia che non mi lasciano neppure respirare posso eseguire solo dolcetti veloci che non abbiano dettagli troppo curati. 
Chiuso il libro di Montersino mi rivolgo ad un altro "mostro sacro" in fatto di pasticceria Jessica Leone alias La Ciliegina sulla Torta, una delle blogger che ho amato sin dal principio di quest'avventura. Con Jessica la questione è diversa, lei non è una professionista eppure poco ha da invidiare a chi il pasticcere lo fa per professione. Perfino Montersino, che ha scritto l'introduzione del libro La Ciliegina sulla Torta pubblicato dall'editore FOOD, riconosce la sua bravura e precisione nell'esecuzione dei dolci. 
Un libro fresco, giovane e ambizioso lo definisce Montersino in cui, aggiungo io, gli eleganti e raffinati dolci preparati da Jessica trovano giustizia nelle meravigliose foto che lei stessa scatta e che rendono il libro curato sotto ogni punto di vista.60 ricette per scandire con note dolci il tempo della giornata. 
E così tra Peccati Mignon e Ciliegina sulla Torta m'ha preso un'irrefrenabile voglia di dolcetti mignon ed ho deciso che avrei preparato anch'io qualcosa seppure a modo mio.
Il semplice impasto dei savoiardi a forma di bottoncini uniti a due a due con Composta di albicocche e rosa canina AlpePragas e decorati con cioccolato fondente, dei Mini YoYo, il giusto compromesso tra bellezza, gusto e praticità per appagare la mia voglia di pasticceria mignon.
Mini YoYo
Ingredienti
per i savoiardi:
4 uova
270 g di zucchero
120 g di farina 00
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaino di lievito
zucchero a velo e semolato per cospargere i biscotti
burro per le teglie
Confettura a piacere e cioccolato fondente per completare
Montare i tuorli con 120 g di zucchero e il miele fino a farli diventare chiari e spumosi. Unire gli albumi montati a neve fermissima con i 150 g di zucchero restante. Con una spatola incorporare anche la farina setacciata con il lievito. Versare il composto in una tasca da pasticciere e poi formare dei bottoncini nelle teglie rivestite di carta forno e unte di burro. prima di infornare a 180° cospargere i dolcini con zucchero semolato e zucchero a velo
*Per i decori mi sono servita della Decopen di Lekué  comodissima perché permette di inserire il cioccolato solido dalla "porticina" e di farlo uscire (dopo un breve passaggio in microonde) in piccoli e precisi decori da uno dei quattro beccucci di cui è dotato.
Ho utilizzato lievito e zucchero a velo AR.PA. Lieviti

A questi miei golosi dolcetti ho abbinato un vino speciale, uno Spumante Dolce Cuvée dei Capuleti Cantina Colli Vicentini, perché davvero ogni peccato va festeggiato.

Mini YoYo voglia di pasticceria mignon

mini yoyo
Alzata La Vecchia Faenza, runner Busatti
La ricetta dei savoiardi è di quelle base che devi saper fare come la Torta Paradiso prima o poi ti torneranno utili in versione originale o in una fantasiosa variante. Ed ora vi spiego come dai savoiardi sono arrivata ai Mini Yo-Yo.
Come molti dei miei lettori ho una speciale ammirazione per la pasticceria di Luca Montersino. 
I suoi peccati di gola dolci o salati sono davvero irresistibili e irresistibili sono anche i suoi libri traboccanti di golosità. 
Peccati MIGNON pubblicato da Sitcom Editore è una vera scuola di cucina per imparare a realizzare dolci mignon alla Montersino. Ricette fotografate passo passo, strumenti e stampi utilizzati con maestria e innovazione. Tutto è bellissimo e correttamente eseguito, nessuna sbavatura, nessuna imperfezione, non una traccia di incuria. 
Dolcetti che sembrano piccoli gioielli e il bello è che le opere di Montersino sono davvero così...tanta tecnica e altrettanta creatività si combinano a formare prelibatezze per gli occhi e il palato.
Insomma questo libro lo sfoglio da più di due mesi, leggo e rileggo qualche ricetta che mi pare più fattibile per ingredienti e procedimento e poi richiudo perché so bene che il risultato non sarebbe all'altezza del maestro, i suoi sono piccoli capolavori e certamente in futuro proverò ma non subito perché con Giulio e Aurelia che non mi lasciano neppure respirare posso eseguire solo dolcetti veloci che non abbiano dettagli troppo curati. 
Chiuso il libro di Montersino mi rivolgo ad un altro "mostro sacro" in fatto di pasticceria Jessica Leone alias La Ciliegina sulla Torta, una delle blogger che ho amato sin dal principio di quest'avventura. Con Jessica la questione è diversa, lei non è una professionista eppure poco ha da invidiare a chi il pasticcere lo fa per professione. Perfino Montersino, che ha scritto l'introduzione del libro La Ciliegina sulla Torta pubblicato dall'editore FOOD, riconosce la sua bravura e precisione nell'esecuzione dei dolci. 
Un libro fresco, giovane e ambizioso lo definisce Montersino in cui, aggiungo io, gli eleganti e raffinati dolci preparati da Jessica trovano giustizia nelle meravigliose foto che lei stessa scatta e che rendono il libro curato sotto ogni punto di vista.60 ricette per scandire con note dolci il tempo della giornata. 
E così tra Peccati Mignon e Ciliegina sulla Torta m'ha preso un'irrefrenabile voglia di dolcetti mignon ed ho deciso che avrei preparato anch'io qualcosa seppure a modo mio.
Il semplice impasto dei savoiardi a forma di bottoncini uniti a due a due con Composta di albicocche e rosa canina AlpePragas e decorati con cioccolato fondente, dei Mini YoYo, il giusto compromesso tra bellezza, gusto e praticità per appagare la mia voglia di pasticceria mignon.
Mini YoYo
Ingredienti
per i savoiardi:
4 uova
270 g di zucchero
120 g di farina 00
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaino di lievito
zucchero a velo e semolato per cospargere i biscotti
burro per le teglie
Confettura a piacere e cioccolato fondente per completare
Montare i tuorli con 120 g di zucchero e il miele fino a farli diventare chiari e spumosi. Unire gli albumi montati a neve fermissima con i 150 g di zucchero restante. Con una spatola incorporare anche la farina setacciata con il lievito. Versare il composto in una tasca da pasticciere e poi formare dei bottoncini nelle teglie rivestite di carta forno e unte di burro. prima di infornare a 180° cospargere i dolcini con zucchero semolato e zucchero a velo
*Per i decori mi sono servita della Decopen di Lekué  comodissima perché permette di inserire il cioccolato solido dalla "porticina" e di farlo uscire (dopo un breve passaggio in microonde) in piccoli e precisi decori da uno dei quattro beccucci di cui è dotato.
Ho utilizzato lievito e zucchero a velo AR.PA. Lieviti

A questi miei golosi dolcetti ho abbinato un vino speciale, uno Spumante Dolce Cuvée dei Capuleti Cantina Colli Vicentini, perché davvero ogni peccato va festeggiato.

2012-03-30

Burro saporito con mortadella e capperi

Ciotolina, piattino, spalmaburro e runner collezione Impronte verde di Wald
Mi hanno invitata a partecipare ad un irresistibile contest dedicato al burro, proprio a me che il burro me lo spalmerei pure addosso e per di più il burro per eccellenza quello di Beppino Occelli. Per farlo devo preparare tre ricette che abbiano ovviamente il burro tra i loro ingredienti, una ricetta tradizionale, una ricetta creativa e una ricetta veloce. Oggi condivido con voi la ricetta veloce ma non per questo meno gustosa delle altre.
Si tratta di un burro aromatizzato con mortadella e capperi, io ho scelto la mortadella rossa di Felsineo per dare una nota piccante, in mancanza potrete utilizzare un pizzico di peperoncino, perchè la nota di fuoco ci sta a meraviglia.
Questo burro è ottimo spalmato sul pane croccante e magari caldo o utilizzato per saltare in padella verdure amare come scarole o puntarelle. Io l'ho utilizzato con le puntarelle come vedete in foto e mi ha conquistato.
Ingredienti:
200 g di burro
150 g di mortadella
50 g di capperi sotto sale
peperoncino a piacere
Ammorbidire il burro tenendolo fuori dal frigo per una notte, tagliare la mortadella a brunoise, dadini piccolissimi e scottarla in padella senza alcun condimento fino a renderla croccante, poi asciugarla su carta da cucina. Dissalare i capperi e tritarli, mescolarli con la mortadella al burro. Aggiungere a piacere un pizzico di peperoncino in polvere. Mettere il burro in forma avvolgendolo strettamente in carta forno e lasciarlo raffreddare in frigo per qualche ora prima di tagliarlo a fette ed utilizzarlo.