2010-02-15

Ricordo di mozzarella in carrozza

riciclo pane Il titolo del post di oggi è tutto un programma. Ovviamente per capirmi dovrete seguirmi nel discorso che sto per farvi. Ho sempre amato utilizzare gli avanzi perchè penso che stimolino fortemente la creatività permettendoci di portare in tavola nuove e originali preparazioni, con il vantaggio che partendo da un prodotto, come dire, "semilavorato" ci agevoliamo spesso il lavoro.
Per tale motivo ho subito pensato che avrei trovato interessante "Avanzi popolo" di Letizia Nucciotti ed. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri solo leggendo il sottotitolo del libro L'arte di riciclare tutto quello che avanza in cucina. Storie, ricette e consigli. Avrete già sentito parlare del libro che sta in effetti, e a giusto titolo, raccogliendo ottimi consensi ma io, non avendo avuto modo di leggere il primo libro dell'autrice "L'antichef", non potevo immaginare che fosse così geniale. Le ricette e le idee di riutilizzo che ci fornisce, in stile pulito, semplice e molto comunicativo, sono particolarmente utili e azzeccate ma le storie o meglio i ricordi che sono disseminati qua e là nel libro lo rendono un volume indispensabile di quelli che sulla mensola della libreria ci restano poco tanto è piacevole averlo tra le mani.
Mi sono soffermata con particolare attenzione sul capitolo dedicato al riutilizzo del pane poichè, esclusi i soliti crostini ed il pangrattato, mi capita a volte, mio malgrado, di darlo alla pattumiera e questa ovviamente è una cosa che non sta bene. Questa la prima premessa, cui dovete aggiungere una spettacolare Treccia di Bufala Campana DOP del caseificio Serra giuntami a casa per via Esperya, una voglia smisurata di mozzarella in carrozza e tanti interrogativi da parte mia "e se evitassi il fritto?" "E se invece del pancarrè utilizzassi quelle fette di pane casereccio raffermo?" "E se quello sformato di formaggi prosciutto e pane raffermo della Nucciotti lo reinterpretassi a mio modo?". Ne sono nati dei croccanti sformatini che per ingredienti e vagamente per gusto ricordano la mozzarella in carrozza che ho chiamato ironicamente Ricordo di mozzarella in carrozza.
Se vi va di provare prendete nota degli ingredienti:
2 grosse fette di pane casereccio raffermo
1 uovo
1 bicchiere di latte (150 ml c.a)
Mozzarella o Treccia di Bufala Campana DOP
4-5 filetti di alici sotto sale
sale e pepe nero
olio extravergine d'oliva
origano
Tagliamo le fette di pane a quadratini sottilissimi e immergiamoli nel composto preparato con latte, uova, sale e pepe, di modo che se ne imbevano. Imburriamo due cocotte e sistemiamo sul fondo di ognuna uno strato di pane ammollato. Distribuiamo sopra il pane, le fette di mozzarella e i filetti di alici già puliti dal sale. Copriamo con il restante pane lasciando la superficie ben increspata, quindi senza schiacciare in dentro gli angoli delle fettine. Irroriamo con un filo d'olio e una spolverata di origano, se piace. Inforniamo a 200°C fino a completa doratura.

Ricordo di mozzarella in carrozza

riciclo pane Il titolo del post di oggi è tutto un programma. Ovviamente per capirmi dovrete seguirmi nel discorso che sto per farvi. Ho sempre amato utilizzare gli avanzi perchè penso che stimolino fortemente la creatività permettendoci di portare in tavola nuove e originali preparazioni, con il vantaggio che partendo da un prodotto, come dire, "semilavorato" ci agevoliamo spesso il lavoro.
Per tale motivo ho subito pensato che avrei trovato interessante "Avanzi popolo" di Letizia Nucciotti ed. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri solo leggendo il sottotitolo del libro L'arte di riciclare tutto quello che avanza in cucina. Storie, ricette e consigli. Avrete già sentito parlare del libro che sta in effetti, e a giusto titolo, raccogliendo ottimi consensi ma io, non avendo avuto modo di leggere il primo libro dell'autrice "L'antichef", non potevo immaginare che fosse così geniale. Le ricette e le idee di riutilizzo che ci fornisce, in stile pulito, semplice e molto comunicativo, sono particolarmente utili e azzeccate ma le storie o meglio i ricordi che sono disseminati qua e là nel libro lo rendono un volume indispensabile di quelli che sulla mensola della libreria ci restano poco tanto è piacevole averlo tra le mani.
Mi sono soffermata con particolare attenzione sul capitolo dedicato al riutilizzo del pane poichè, esclusi i soliti crostini ed il pangrattato, mi capita a volte, mio malgrado, di darlo alla pattumiera e questa ovviamente è una cosa che non sta bene. Questa la prima premessa, cui dovete aggiungere una spettacolare Treccia di Bufala Campana DOP del caseificio Serra giuntami a casa per via Esperya, una voglia smisurata di mozzarella in carrozza e tanti interrogativi da parte mia "e se evitassi il fritto?" "E se invece del pancarrè utilizzassi quelle fette di pane casereccio raffermo?" "E se quello sformato di formaggi prosciutto e pane raffermo della Nucciotti lo reinterpretassi a mio modo?". Ne sono nati dei croccanti sformatini che per ingredienti e vagamente per gusto ricordano la mozzarella in carrozza che ho chiamato ironicamente Ricordo di mozzarella in carrozza.
Se vi va di provare prendete nota degli ingredienti:
2 grosse fette di pane casereccio raffermo
1 uovo
1 bicchiere di latte (150 ml c.a)
Mozzarella o Treccia di Bufala Campana DOP
4-5 filetti di alici sotto sale
sale e pepe nero
olio extravergine d'oliva
origano
Tagliamo le fette di pane a quadratini sottilissimi e immergiamoli nel composto preparato con latte, uova, sale e pepe, di modo che se ne imbevano. Imburriamo due cocotte e sistemiamo sul fondo di ognuna uno strato di pane ammollato. Distribuiamo sopra il pane, le fette di mozzarella e i filetti di alici già puliti dal sale. Copriamo con il restante pane lasciando la superficie ben increspata, quindi senza schiacciare in dentro gli angoli delle fettine. Irroriamo con un filo d'olio e una spolverata di origano, se piace. Inforniamo a 200°C fino a completa doratura.

2010-02-12

Tagliolini al rosmarino con pancetta su crema di zucca

Immaginate dei tagliolini all'uovo con il rosmarino fresco nell'impasto? Una pasta profumatissima e saporita già di suo che potete preparare a casa con un po' di impegno o acquistare già pronta da Cascina San Cassiano. Una vera golosità che non è poi così difficile abbinare ad un altrettanto gustoso condimento. La vedrei benissimo con un fondo d'arrosto ma la morte del rosmarino per me è con la zucca e la pancetta affumicata.
Da questa associazione è nato un appetitoso primo che, qualora foste alla ricerca di un'idea per la cena di San Valentino, farebbe proprio al caso vostro.
Non è una ricetta particolarmente laboriosa e può essere preparata in anticipo lasciando al momento finale la sola cottura della pasta (2 minuti appena). Se poi volete fare tutto, ma proprio tutto in anticipo, preparate prima la pasta conditela con la pancetta e della besciamella e versatela in piccoli stampi - magari a forma di cuore - da gratinare e servire poi sulla crema di zucca.
Ingredienti per 2:
180 g di tagliolini al rosmarino
2 fette di zucca gialla (circa 3 etti)
1 scalogno
80 g di pancetta affumicata
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale e pepe
Affettiamo lo scalogno e versiamolo in un fondo d'olio, uniamo la zucca pulita e tagliata a piccoli dadi e lasciamo cuocere coperta, non occorre aggiungere acqua perchè già di suo la zucca ne produce, saliamo, pepiamo e una volta cotta frulliamo la zucca con il parmigiano. Teniamo da parte la cremina. Intanto rosoliamo la pancetta a cubetti con pochissimo olio. Lessiamo i tagliolini condiamoli con la pancetta e serviamoli in piatti riscaldati nei quali avremo adagiato a specchio la crema di zucca. A piacere si può aggiungere del parmigiano grattugiato.

Tagliolini al rosmarino con pancetta su crema di zucca

Immaginate dei tagliolini all'uovo con il rosmarino fresco nell'impasto? Una pasta profumatissima e saporita già di suo che potete preparare a casa con un po' di impegno o acquistare già pronta da Cascina San Cassiano. Una vera golosità che non è poi così difficile abbinare ad un altrettanto gustoso condimento. La vedrei benissimo con un fondo d'arrosto ma la morte del rosmarino per me è con la zucca e la pancetta affumicata.
Da questa associazione è nato un appetitoso primo che, qualora foste alla ricerca di un'idea per la cena di San Valentino, farebbe proprio al caso vostro.
Non è una ricetta particolarmente laboriosa e può essere preparata in anticipo lasciando al momento finale la sola cottura della pasta (2 minuti appena). Se poi volete fare tutto, ma proprio tutto in anticipo, preparate prima la pasta conditela con la pancetta e della besciamella e versatela in piccoli stampi - magari a forma di cuore - da gratinare e servire poi sulla crema di zucca.
Ingredienti per 2:
180 g di tagliolini al rosmarino
2 fette di zucca gialla (circa 3 etti)
1 scalogno
80 g di pancetta affumicata
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale e pepe
Affettiamo lo scalogno e versiamolo in un fondo d'olio, uniamo la zucca pulita e tagliata a piccoli dadi e lasciamo cuocere coperta, non occorre aggiungere acqua perchè già di suo la zucca ne produce, saliamo, pepiamo e una volta cotta frulliamo la zucca con il parmigiano. Teniamo da parte la cremina. Intanto rosoliamo la pancetta a cubetti con pochissimo olio. Lessiamo i tagliolini condiamoli con la pancetta e serviamoli in piatti riscaldati nei quali avremo adagiato a specchio la crema di zucca. A piacere si può aggiungere del parmigiano grattugiato.

2010-02-09

Delizie di Onesta Cucina

Oggi mi va di condividere con voi un po' di onesta cucina. Sicuramente se rivolgo ai lettori la domanda "Che pasta usate nel quotidiano?" o "Qual è la pasta che regolarmente comprate al supermercato?" molti risponderanno Pasta Garofalo, la risposta è questa perchè chi frequenta il mio blog ama mangiare almeno quanto chi lo scrive e chi lo scrive adora i prodotti di qualità soprattutto se venduti al giusto prezzo. Per me però Garofalo era solo pasta, spaghetti nella loro elegante confezione trasparente con caratteri corsivi in nero o le allegre confezioni della Giostra dei bambini. Non sapevo però che Garofalo amasse così tanto i consumatori dei suoi prodotti da spingersi oltre, a ricercare per loro altri prodotti che condividessero con Garofalo la passione, la competenza e l'amore per il gusto. Da qui nasce la collaborazione di Pasta Garofalo con Slow Food Campania per sostenere il progetto delle Comunità del cibo della rete di Terra Madre in Campania. Detta collaborazione ha dato vita al secondo DOC, una composizione di Delizie di Onesta Cucina, tutte da scoprire, che in numero limitato Garofalo mette in vendita per i suoi più affezionati consumatori, per i cultori del gusto, per tutti quelli che acquistandolo vogliono fornire il loro contributo, si perché Garofalo aspetta i sinceri commenti e i suggerimenti di chi ha deciso di accostarsi a questa iniziativa.
Nel pacco oltre agli ottimi prodotti: pasta, legumi, olio, pomodori e peperoncino, anche un meraviglioso e utilissimo coltello in ceramica, un vero e proprio oggetto di culto di cui già non riesco a fare a meno.
Ho provato alcuni dei prodotti del pacco e come al solito la pasta Garofalo da il meglio di se nelle ricette più semplici che permettono di apprezzarne appieno il gusto.

Ecco a voi quindi le mie Fettucce con seppie e piselli Non ci sono dosi perchè le ricette semplici non hanno bisogno di pesi e misure ma solo di buoni prodotti e tanto buon gusto.
Per due basterà una seppia, una manciata di piselli, uno scalogno, sale, pepe, prezzemolo e del buon olio extravergine d'oliva come il Monocultivar Carpellese del DOC II. Io ho abbinato le fettucce Garofalo ma anche linguine, spaghetti e vermicelli staranno benissimo con questo condimento.
Dopo aver pulito e tagliato finemente lo scalogno e qualche gambo di prezzemolo lasciamoli appassire in padella con un filo d'olio, uniamo i piselli, sale e pepe e cuociamo per 15-20 minuti aggiungendo un po' d'acqua alla volta. Quando i piselli sono quasi cotti uniamo la seppia a listerelle completa dei suoi tentacoli, lasciamo sul fuoco un paio di minuti e poi spegnamo unendo il prezzemolo tagliuzzato. Lessiamo le fettucce in abbondante acqua salata e condiamoli con il sugo preparato e magari un giro d'olio a crudo.

Delizie di Onesta Cucina

Oggi mi va di condividere con voi un po' di onesta cucina. Sicuramente se rivolgo ai lettori la domanda "Che pasta usate nel quotidiano?" o "Qual è la pasta che regolarmente comprate al supermercato?" molti risponderanno Pasta Garofalo, la risposta è questa perchè chi frequenta il mio blog ama mangiare almeno quanto chi lo scrive e chi lo scrive adora i prodotti di qualità soprattutto se venduti al giusto prezzo. Per me però Garofalo era solo pasta, spaghetti nella loro elegante confezione trasparente con caratteri corsivi in nero o le allegre confezioni della Giostra dei bambini. Non sapevo però che Garofalo amasse così tanto i consumatori dei suoi prodotti da spingersi oltre, a ricercare per loro altri prodotti che condividessero con Garofalo la passione, la competenza e l'amore per il gusto. Da qui nasce la collaborazione di Pasta Garofalo con Slow Food Campania per sostenere il progetto delle Comunità del cibo della rete di Terra Madre in Campania. Detta collaborazione ha dato vita al secondo DOC, una composizione di Delizie di Onesta Cucina, tutte da scoprire, che in numero limitato Garofalo mette in vendita per i suoi più affezionati consumatori, per i cultori del gusto, per tutti quelli che acquistandolo vogliono fornire il loro contributo, si perché Garofalo aspetta i sinceri commenti e i suggerimenti di chi ha deciso di accostarsi a questa iniziativa.
Nel pacco oltre agli ottimi prodotti: pasta, legumi, olio, pomodori e peperoncino, anche un meraviglioso e utilissimo coltello in ceramica, un vero e proprio oggetto di culto di cui già non riesco a fare a meno.
Ho provato alcuni dei prodotti del pacco e come al solito la pasta Garofalo da il meglio di se nelle ricette più semplici che permettono di apprezzarne appieno il gusto.

Ecco a voi quindi le mie Fettucce con seppie e piselli Non ci sono dosi perchè le ricette semplici non hanno bisogno di pesi e misure ma solo di buoni prodotti e tanto buon gusto.
Per due basterà una seppia, una manciata di piselli, uno scalogno, sale, pepe, prezzemolo e del buon olio extravergine d'oliva come il Monocultivar Carpellese del DOC II. Io ho abbinato le fettucce Garofalo ma anche linguine, spaghetti e vermicelli staranno benissimo con questo condimento.
Dopo aver pulito e tagliato finemente lo scalogno e qualche gambo di prezzemolo lasciamoli appassire in padella con un filo d'olio, uniamo i piselli, sale e pepe e cuociamo per 15-20 minuti aggiungendo un po' d'acqua alla volta. Quando i piselli sono quasi cotti uniamo la seppia a listerelle completa dei suoi tentacoli, lasciamo sul fuoco un paio di minuti e poi spegnamo unendo il prezzemolo tagliuzzato. Lessiamo le fettucce in abbondante acqua salata e condiamoli con il sugo preparato e magari un giro d'olio a crudo.

2010-02-05

I Dadetti di nonna Sofia

Premetto che nessuna delle mie nonne si chiama o si chiamava Sofia, ma nonostante ciò il nome del dolce non è di fantasia, qualcuna credo dovesse pur essere questa nonna Sofia per il pasticciere di casa Bertelli.
La ricetta del dolce viene, infatti, dal ricettario Dolci Bertelli di Curcu & Genovese, una miniera di ottime idee e validissime ricette della storica pasticceria trentina Bertelli.
L'attuale pasticciere è Andrea Collina un marchigiano, pasticciere da sempre che è stato scelto dallo stesso Ennio Bertelli quale depositario di una tradizione familiare quasi centenaria. E Andrea Collina il suo mestiere lo conosce bene. Ce ne accorgiamo già solo sfogliando il volume di cui vi parlo che racchiude in sè il meglio della pasticceria di Andrea Collina e di Bertelli.
E' un invito a "peccare" dalla prima all'ultima pagina e le spiegazioni sono così dettagliate che è impossibile sbagliare. Ho iniziato da questi golosi e semplici dadetti al cioccolato e noci ma ho intenzione di provare se non tutto quasi, alla faccia del diabete e del colesterolo. Ovviamente non vedo l'ora di visitare di persona la pasticceria per assaggiare gli "originali".
Mi sembra giusto lasciarla pure a voi sta ricettina e dato che è venerdì sono sicura che molti la proveranno, dato che si fa in un batter d'occhio ed è l'ideale per accompagnare un the o anche un caffè.
Ingredienti:
50 g di farina 00
50 g di burro morbido
50 g di zucchero
50 g di cioccolato fondente
50 g di noci spezzettate
2 uova
1 cucchiaio di latte
Montare il burro con lo zucchero, le uova e il latte. Aggiungere il cioccolato fondente fuso a bagnomaria e mescolare bene, unire la farina e le noci spezzettate. Versare il composto in una teglia ben imburrata e infarinata (di cm 20 x 20) a formare uno strato di un centimetro. infornare per circa 25 min a 180°. Poi sformare e tagliare a dadini di due centimetri di lato e spolverizzare di zucchero a velo.

I Dadetti di nonna Sofia

Premetto che nessuna delle mie nonne si chiama o si chiamava Sofia, ma nonostante ciò il nome del dolce non è di fantasia, qualcuna credo dovesse pur essere questa nonna Sofia per il pasticciere di casa Bertelli.
La ricetta del dolce viene, infatti, dal ricettario Dolci Bertelli di Curcu & Genovese, una miniera di ottime idee e validissime ricette della storica pasticceria trentina Bertelli.
L'attuale pasticciere è Andrea Collina un marchigiano, pasticciere da sempre che è stato scelto dallo stesso Ennio Bertelli quale depositario di una tradizione familiare quasi centenaria. E Andrea Collina il suo mestiere lo conosce bene. Ce ne accorgiamo già solo sfogliando il volume di cui vi parlo che racchiude in sè il meglio della pasticceria di Andrea Collina e di Bertelli.
E' un invito a "peccare" dalla prima all'ultima pagina e le spiegazioni sono così dettagliate che è impossibile sbagliare. Ho iniziato da questi golosi e semplici dadetti al cioccolato e noci ma ho intenzione di provare se non tutto quasi, alla faccia del diabete e del colesterolo. Ovviamente non vedo l'ora di visitare di persona la pasticceria per assaggiare gli "originali".
Mi sembra giusto lasciarla pure a voi sta ricettina e dato che è venerdì sono sicura che molti la proveranno, dato che si fa in un batter d'occhio ed è l'ideale per accompagnare un the o anche un caffè.
Ingredienti:
50 g di farina 00
50 g di burro morbido
50 g di zucchero
50 g di cioccolato fondente
50 g di noci spezzettate
2 uova
1 cucchiaio di latte
Montare il burro con lo zucchero, le uova e il latte. Aggiungere il cioccolato fondente fuso a bagnomaria e mescolare bene, unire la farina e le noci spezzettate. Versare il composto in una teglia ben imburrata e infarinata (di cm 20 x 20) a formare uno strato di un centimetro. infornare per circa 25 min a 180°. Poi sformare e tagliare a dadini di due centimetri di lato e spolverizzare di zucchero a velo.

2010-02-01

Le golosità del commissario e la granita di limone

Di libri sulla cucina di Montalbano pare ne siano stati scritti tanti, del resto leggendo uno qualsiasi dei romanzi della saga del Commissario, non si può fare a meno di imbattersi nella descrizione, nel simpatico dialetto utilizzato dall'autore, di una qualche pietanza consumata e amata da Montalbano, tant'è vero che gli arancini tipici siciliani sono ormai divenuti gli arancini di Montalbano, mutuando l'appellativo dal titolo di una delle storie a lui dedicate. Del resto tanta dedizione all'argomento ha una sua motivazione, pare che Camilleri faccia mangiare al suo amato personaggio quel che lui, per età e problemi di salute, non può più, quasi come continuare a mangiare ogni golosità con la sola fantasia. Ma perchè, nel vasto panorama della letteratura sull'argomento, sciegliere proprio il saggio culinario scritto da Cetta Berando per Giancarlo Zedde editore? In effetti ad esser totalmente sincera gli altri volumi non li conosco ma conosco questo e, se già il nome dell'autrice è una garanzia, vi basti sapere che leggendolo mi sono divertita quasi come leggendo un libro di Camilleri, molti sono i passi riportati dai libri dello scrittore e passo dopo passo non vi nascondo che sentivo l'acquolina crescere.
Nella seconda parte del volume sono invece riportate le ricette dei piatti descritti, piatti della tradizione siciliana rivisitati da un cuoco locale, molti i piatti di pesce, ma non mancano gli arancini, i dolci e perfino le granite.
So che magari non è stagione ma vi lascio volentieri la ricetta della granita di limone, inserita -a giusto titolo- tra le ricette goduriose. Essendo periodo di agrumi, si sa mai che vi venga la voglia di provare.
Granita di limone
1 bicchiere di succo di limone
2 bicchieri di zucchero
4 bicchieri di acqua

Sciogliete lo zucchero nell'acqua tiepida, unite il succo di limone e mettete in freezer a solidificare rimestando di tanto in tanto per evitare che diventi un blocco ghiacciato. Consigliano di servire con pastigliette di zucchero alla violetta!

Le golosità del commissario e la granita di limone

Di libri sulla cucina di Montalbano pare ne siano stati scritti tanti, del resto leggendo uno qualsiasi dei romanzi della saga del Commissario, non si può fare a meno di imbattersi nella descrizione, nel simpatico dialetto utilizzato dall'autore, di una qualche pietanza consumata e amata da Montalbano, tant'è vero che gli arancini tipici siciliani sono ormai divenuti gli arancini di Montalbano, mutuando l'appellativo dal titolo di una delle storie a lui dedicate. Del resto tanta dedizione all'argomento ha una sua motivazione, pare che Camilleri faccia mangiare al suo amato personaggio quel che lui, per età e problemi di salute, non può più, quasi come continuare a mangiare ogni golosità con la sola fantasia. Ma perchè, nel vasto panorama della letteratura sull'argomento, sciegliere proprio il saggio culinario scritto da Cetta Berando per Giancarlo Zedde editore? In effetti ad esser totalmente sincera gli altri volumi non li conosco ma conosco questo e, se già il nome dell'autrice è una garanzia, vi basti sapere che leggendolo mi sono divertita quasi come leggendo un libro di Camilleri, molti sono i passi riportati dai libri dello scrittore e passo dopo passo non vi nascondo che sentivo l'acquolina crescere.
Nella seconda parte del volume sono invece riportate le ricette dei piatti descritti, piatti della tradizione siciliana rivisitati da un cuoco locale, molti i piatti di pesce, ma non mancano gli arancini, i dolci e perfino le granite.
So che magari non è stagione ma vi lascio volentieri la ricetta della granita di limone, inserita -a giusto titolo- tra le ricette goduriose. Essendo periodo di agrumi, si sa mai che vi venga la voglia di provare.
Granita di limone
1 bicchiere di succo di limone
2 bicchieri di zucchero
4 bicchieri di acqua

Sciogliete lo zucchero nell'acqua tiepida, unite il succo di limone e mettete in freezer a solidificare rimestando di tanto in tanto per evitare che diventi un blocco ghiacciato. Consigliano di servire con pastigliette di zucchero alla violetta!