2015-10-19

Panini di farro e kamut sfogliati al burro con pere e gorgonzola

Un ottobre così movimentato onestamente non me l'aspettavo, sono arrivata anch'io al punto di mettere in tavola al volo qualcosa almeno quattro volte su sette e se pure vi sto parlando di cucina forse vi sto parlando più di altre cucine che della mia, è arrivato quindi il momento di tornare sui binari giusti e archiviate le ricette estive postarvi una buona ricetta autunnale.
Se vi aspettate solo una ricetta avete sbagliato blog anche stavolta ho qualcosa da dirvi in merito ad alcune letture che mi hanno portata dritta dritta a questa ricetta e ad una casa vinicola che mi ha fornito la possibilità di abbinare in modo eccelso questi miei panini facendone un aperitivo da ricordare.
Partiamo con ordine. 
 Visionando il nuovo delle pubblicazioni mi sono imbattuta in un libro che già dalla copertina mi diceva "sfogliami": La pera Pala dello chef Manfred Ziernheld per l'editore Folio.
La pera Pala è un frutto particolare legato indissolubilmente al paesaggio e alla storia della cittadina di Glorenza e dell’Alta Val Venosta. Rinomata in cucina per il profumo intenso e per la polpa zuccherina, che sa di caramello e cannella, è anche un frutto da tavola molto apprezzato. Se non lo conoscete come me potete iniziare ad apprezzarlo attraverso le pagine di questo bellissimo libro e le 51 originali ricette che vedono quest’autentica leccornia autunnale protagonista di aperitivi, antipasti, primi, secondi e dessert creati dallo chef Manfred Ziernheld.
Da me la pera Pala è un miraggio ma ho cercato comunque di reperire dell'ottimo prodotto affinché la mia ricetta potesse giovarne. Per fare questi panini occorrono, buone pere, ottimo gorgonzola e sicuramente burro di qualità ed io per il burro ho davvero un debole (chi mi segue da anni sa che non ne posso fare a meno "addù ci vò ci vò") ecco perché non ho potuto proprio resistere ad un'altra tentazione fresca di stampa in casa Giunti.
La mia vita al burro è il godurioso titolo del libro dello chef  bretone Philippe Léveillé, non un libro di ricette ma un vero e proprio romanzo culinario, avventuroso e succulento come solo la vita di uno chef può essere. Molti legano il nome di Léveillé al "Miramonti l'altro" di Concesio in provincia di Brescia dov'è riuscito a portare le tre stelle Michelin o al ristorante "L'altro" di Hong Kong dove cucina italiano ma è bello scoprire che dietro a dei riconoscimenti, per importanti che siano, c'è un cuore che vale davvero la pena di conoscere.  "In Bretagna, su ogni tavolo di cucina c'è il burro, a tutte le ore e in tutte le stagioni, metterlo in frigo sarebbe un sacrilegio. Si copre la ciotola del burro con un panno e la si lascia sul tavolo. Al limite, se d'estate fa molto caldo, si porta in cantina, ma in frigo jamais!"Per un bretone il burro è sacro... e Léveillé ce lo spiega facendoci entrare in punta di piedi nella cucina della sua infanzia per assaggiare le mitiche galettes. 
Non mi spiego il mio amore primordiale per il burro forse dovevo nascere anch'io altrove. In appendice al libro troverete ''Sua golosità il burro'' del nutrizionista Mauro Defendente Febbrari per meglio conoscere questo ricco alimento sempre troppo demonizzato.
Prima della mia ricetta "al burro" non mi resta che raccontarvi qualcosa della Cantina da cui viene il vino con cui ho deciso di accompagnare i miei panini. Mi sono fermata in Emilia a scegliere delle bollicine presso Cantina della Volta. Il Mattaglio brut nato dalla selezione delle migliori uve di Pinot Nero e Chardonnay, raccolte a mano, pressate sofficemente, fermentate a temperatura controllata e poi spumantizzate secondo il tradizionale metodo classico della rifermentazione in bottiglia.
La cantina dei Bellei a Bomporto (MO) è lì dal 1920 ma assume la forma attuale alla quarta generazione con Christian Bellei che, acquisiti fin da bambino esperienza nella spumantizzazione e palato unici,  incoraggiato da un gruppo di amici appassionati di vino come lui, ristruttura la cantina di famiglia dando luogo ad una produzione esemplare ed originale...il Lambrusco di Sorbara con metodo classico non è produzione comune  infatti. Curiosa l'origine della denominazione scelta per l'azienda.
L’edificio attualmente utilizzato dalla CANTINA DELLA VOLTA fu costruito nel 1920, su incarico della famiglia Bellei, in prossimità dell’argine del Naviglio di Bomporto, nella zona vicino alla Darsena, luogo in cui le barche dovevano effettuare ”la volta” nel loro percorso per riprendere la navigazione in senso contrario verso la città di Modena. Il significato letterale della ragione sociale rievoca quindi questo dettaglio di rilevanza storicamente fondata, ma gioca anche sulla doppia accezione, volendo sottolineare il recente cambiamento di corso nella gestione dell’azienda vinicola.
Panini di farro e kamut sfogliati al burro con pere e gorgonzola
Ingredienti:
400 g di farina di farro
150 g di farina di kamut
150 g di pasta madre
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale
acqua q.b.(350 g c.a.)
200 g di burro
200 g di gorgonzola
3 pere 
1 pizzico di cannella
1 pizzico di vaniglia
Impastare nella planetaria la pasta madre con un po' di acqua, aggiungere le farine, il miele e altra acqua poi il sale, continuare ad impastare finché l'impasto non risulta ben incordato. Porlo a lievitare in una ciotola coperta da pellicola per 6-8 ore. Stenderlo con l'aiuto di un matterello in un largo rettangolo, distribuirvi il burro freddo a fettine uniformemente e piegarlo a tre come per una pasta sfoglia, lasciar riposare in frigo, ristendere e piegare a quattro, poi a tre e di nuovo a quattro lasciando riposare l'impasto tra una piega e l'altra. Lasciar riposare ancora prima di stendere in un rettangolo da cospargere con pere a dadini condite con un pizzico di cannella e di vaniglia e gorgonzola a tocchetti. Arrotolare e  tagliare il rotolo in sezioni di un paio di centimetri. Porre su due teglie coperte di carta forno. Lasciar lievitare ancora per un'oretta e infornare alla massima temperatura con una ciotola di acqua posta alla base del forno, finché i panini non assumeranno un bel colore dorato.

Panini di farro e kamut sfogliati al burro con pere e gorgonzola

Un ottobre così movimentato onestamente non me l'aspettavo, sono arrivata anch'io al punto di mettere in tavola al volo qualcosa almeno quattro volte su sette e se pure vi sto parlando di cucina forse vi sto parlando più di altre cucine che della mia, è arrivato quindi il momento di tornare sui binari giusti e archiviate le ricette estive postarvi una buona ricetta autunnale.
Se vi aspettate solo una ricetta avete sbagliato blog anche stavolta ho qualcosa da dirvi in merito ad alcune letture che mi hanno portata dritta dritta a questa ricetta e ad una casa vinicola che mi ha fornito la possibilità di abbinare in modo eccelso questi miei panini facendone un aperitivo da ricordare.
Partiamo con ordine. 
 Visionando il nuovo delle pubblicazioni mi sono imbattuta in un libro che già dalla copertina mi diceva "sfogliami": La pera Pala dello chef Manfred Ziernheld per l'editore Folio.
La pera Pala è un frutto particolare legato indissolubilmente al paesaggio e alla storia della cittadina di Glorenza e dell’Alta Val Venosta. Rinomata in cucina per il profumo intenso e per la polpa zuccherina, che sa di caramello e cannella, è anche un frutto da tavola molto apprezzato. Se non lo conoscete come me potete iniziare ad apprezzarlo attraverso le pagine di questo bellissimo libro e le 51 originali ricette che vedono quest’autentica leccornia autunnale protagonista di aperitivi, antipasti, primi, secondi e dessert creati dallo chef Manfred Ziernheld.
Da me la pera Pala è un miraggio ma ho cercato comunque di reperire dell'ottimo prodotto affinché la mia ricetta potesse giovarne. Per fare questi panini occorrono, buone pere, ottimo gorgonzola e sicuramente burro di qualità ed io per il burro ho davvero un debole (chi mi segue da anni sa che non ne posso fare a meno "addù ci vò ci vò") ecco perché non ho potuto proprio resistere ad un'altra tentazione fresca di stampa in casa Giunti.
La mia vita al burro è il godurioso titolo del libro dello chef  bretone Philippe Léveillé, non un libro di ricette ma un vero e proprio romanzo culinario, avventuroso e succulento come solo la vita di uno chef può essere. Molti legano il nome di Léveillé al "Miramonti l'altro" di Concesio in provincia di Brescia dov'è riuscito a portare le tre stelle Michelin o al ristorante "L'altro" di Hong Kong dove cucina italiano ma è bello scoprire che dietro a dei riconoscimenti, per importanti che siano, c'è un cuore che vale davvero la pena di conoscere.  "In Bretagna, su ogni tavolo di cucina c'è il burro, a tutte le ore e in tutte le stagioni, metterlo in frigo sarebbe un sacrilegio. Si copre la ciotola del burro con un panno e la si lascia sul tavolo. Al limite, se d'estate fa molto caldo, si porta in cantina, ma in frigo jamais!"Per un bretone il burro è sacro... e Léveillé ce lo spiega facendoci entrare in punta di piedi nella cucina della sua infanzia per assaggiare le mitiche galettes. 
Non mi spiego il mio amore primordiale per il burro forse dovevo nascere anch'io altrove. In appendice al libro troverete ''Sua golosità il burro'' del nutrizionista Mauro Defendente Febbrari per meglio conoscere questo ricco alimento sempre troppo demonizzato.
Prima della mia ricetta "al burro" non mi resta che raccontarvi qualcosa della Cantina da cui viene il vino con cui ho deciso di accompagnare i miei panini. Mi sono fermata in Emilia a scegliere delle bollicine presso Cantina della Volta. Il Mattaglio brut nato dalla selezione delle migliori uve di Pinot Nero e Chardonnay, raccolte a mano, pressate sofficemente, fermentate a temperatura controllata e poi spumantizzate secondo il tradizionale metodo classico della rifermentazione in bottiglia.
La cantina dei Bellei a Bomporto (MO) è lì dal 1920 ma assume la forma attuale alla quarta generazione con Christian Bellei che, acquisiti fin da bambino esperienza nella spumantizzazione e palato unici,  incoraggiato da un gruppo di amici appassionati di vino come lui, ristruttura la cantina di famiglia dando luogo ad una produzione esemplare ed originale...il Lambrusco di Sorbara con metodo classico non è produzione comune  infatti. Curiosa l'origine della denominazione scelta per l'azienda.
L’edificio attualmente utilizzato dalla CANTINA DELLA VOLTA fu costruito nel 1920, su incarico della famiglia Bellei, in prossimità dell’argine del Naviglio di Bomporto, nella zona vicino alla Darsena, luogo in cui le barche dovevano effettuare ”la volta” nel loro percorso per riprendere la navigazione in senso contrario verso la città di Modena. Il significato letterale della ragione sociale rievoca quindi questo dettaglio di rilevanza storicamente fondata, ma gioca anche sulla doppia accezione, volendo sottolineare il recente cambiamento di corso nella gestione dell’azienda vinicola.
Panini di farro e kamut sfogliati al burro con pere e gorgonzola
Ingredienti:
400 g di farina di farro
150 g di farina di kamut
150 g di pasta madre
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale
acqua q.b.(350 g c.a.)
200 g di burro
200 g di gorgonzola
3 pere 
1 pizzico di cannella
1 pizzico di vaniglia
Impastare nella planetaria la pasta madre con un po' di acqua, aggiungere le farine, il miele e altra acqua poi il sale, continuare ad impastare finché l'impasto non risulta ben incordato. Porlo a lievitare in una ciotola coperta da pellicola per 6-8 ore. Stenderlo con l'aiuto di un matterello in un largo rettangolo, distribuirvi il burro freddo a fettine uniformemente e piegarlo a tre come per una pasta sfoglia, lasciar riposare in frigo, ristendere e piegare a quattro, poi a tre e di nuovo a quattro lasciando riposare l'impasto tra una piega e l'altra. Lasciar riposare ancora prima di stendere in un rettangolo da cospargere con pere a dadini condite con un pizzico di cannella e di vaniglia e gorgonzola a tocchetti. Arrotolare e  tagliare il rotolo in sezioni di un paio di centimetri. Porre su due teglie coperte di carta forno. Lasciar lievitare ancora per un'oretta e infornare alla massima temperatura con una ciotola di acqua posta alla base del forno, finché i panini non assumeranno un bel colore dorato.

2015-10-17

Ideantity al Castello Svevo di Cosenza

Chi segue la mia pagina Facebook ha già avuto modo di vedere questa immagine nei giorni scorsi perché non vi può rimanere indifferenti di fronte ad una manifestazione in cui Food, terroir e lifestyle diventano ambasciatori del Made in Calabria.
E con orgoglio ho voluto presenziare anch'io ad almeno una delle serate organizzate da Italian Identity Association, associazione impegnata a sostenere le eccellenze italiane, , nella splendida location del  Castello svevo di Cosenza dal 15 al 17 ottobre,   organizza a Cosenza, dal 15 al 17 ottobre, nella prestigiosa location del, evento di promozione del territorio.
Ide{a}ntity il nome dell'evento che propone un nuovo concept del brand Calabria, si chiude questa sera è stato inteso come una tre giorni in cui far conoscere la nostra regione esaltando progettualità e modelli ispirati a produzioni locali responsabili, con makers e startuppers innovativi. Un percorso nei nuovi scenari dell’agrifood di qualità, del manifatturiero creativo, del fashion e della moda, per facilitare dialogo e incontri tra aziende, operatori del settore e singoli fruitori.
 Tre giorni di percorsi espositivi, talk di confronto tra eccellenze locali e internazionali, creazioni di giovani chef under 30 (Cooking Soon): esponenti della cucina stellata calabrese e parallele osservazioni astronomiche notturne del cielo e delle stelle, prodotti a km 0 portatori d’innovazione tecnologica e sociale che si traduce in sicurezza alimentare. 
Su Facebook un po' di scatti della serata di ieri sera, un viaggio dal territorio al prodotto attraverso i sapori e l'arte culinaria del GAL Sila con i sapori di SilaAutentica.
Dal vivo lo spettacolo di Coltivatori di musica in Resistenza Gastrofonica Viaggiante Non fate la guerra ma gnocchi e pomodoro.
E se pure le nuvole non hanno permesso le previste osservazioni del cielo con Franco Piperno di certo la vista della città dall'alto del Castello valeva almeno quanto un cielo stellato, non perdetevi l'occasione questa sera, il programma è molto ricco.

Ideantity al Castello Svevo di Cosenza

Chi segue la mia pagina Facebook ha già avuto modo di vedere questa immagine nei giorni scorsi perché non vi può rimanere indifferenti di fronte ad una manifestazione in cui Food, terroir e lifestyle diventano ambasciatori del Made in Calabria.
E con orgoglio ho voluto presenziare anch'io ad almeno una delle serate organizzate da Italian Identity Association, associazione impegnata a sostenere le eccellenze italiane, , nella splendida location del  Castello svevo di Cosenza dal 15 al 17 ottobre,   organizza a Cosenza, dal 15 al 17 ottobre, nella prestigiosa location del, evento di promozione del territorio.
Ide{a}ntity il nome dell'evento che propone un nuovo concept del brand Calabria, si chiude questa sera è stato inteso come una tre giorni in cui far conoscere la nostra regione esaltando progettualità e modelli ispirati a produzioni locali responsabili, con makers e startuppers innovativi. Un percorso nei nuovi scenari dell’agrifood di qualità, del manifatturiero creativo, del fashion e della moda, per facilitare dialogo e incontri tra aziende, operatori del settore e singoli fruitori.
 Tre giorni di percorsi espositivi, talk di confronto tra eccellenze locali e internazionali, creazioni di giovani chef under 30 (Cooking Soon): esponenti della cucina stellata calabrese e parallele osservazioni astronomiche notturne del cielo e delle stelle, prodotti a km 0 portatori d’innovazione tecnologica e sociale che si traduce in sicurezza alimentare. 
Su Facebook un po' di scatti della serata di ieri sera, un viaggio dal territorio al prodotto attraverso i sapori e l'arte culinaria del GAL Sila con i sapori di SilaAutentica.
Dal vivo lo spettacolo di Coltivatori di musica in Resistenza Gastrofonica Viaggiante Non fate la guerra ma gnocchi e pomodoro.
E se pure le nuvole non hanno permesso le previste osservazioni del cielo con Franco Piperno di certo la vista della città dall'alto del Castello valeva almeno quanto un cielo stellato, non perdetevi l'occasione questa sera, il programma è molto ricco.

2015-10-15

Una cena autunnale a I capricci di Arintha

Stavolta per I percorsi del gusto di Diritto di Cronaca ho scelto di fermarmi a Rende a I capricci di Arintha per una cena tipicamente autunnale, leggete la recensione. 
Arrivare a Rende paese e fermarsi per una passeggiata nel centro storico è di dovere, percorrere via Bellarintha con la sua balaustrata da cui ammirare un panorama mozzafiato è irrinunciabile così come fermarsi al n. 11 per una gustosa sosta a I Capricci di Arintha.
Il piccolo e rustico locale molto curato e ben frequentato, che offre cucina tradizionale rendese rivisitata, ispira infatti fiducia fin dalla porta. Varcata la soglia si viene accolti dalla rassicurante presenza del giovane chef proprietario Francesco che si divide quasi miracolosamente tra sala e cucina riuscendo a scambiare una parola con tutti quelli che entrano nel locale.
Fare una sosta a I Capricci di Arintha in periodo autunnale ha ancora più senso per degustare le mille specialità della casa a base di funghi. Porcini e ovoli a gogo direi ci accolgono crudi nel carpaccio che è solo uno dei tanti piatti proposti nel ricco antipasto, tipico del nostro territorio, composto da ottimi salumi e formaggi, polpette di melanzane e tortino di patate dal cuore fondente e l'esterno croccante di pistacchi e ancora da fritti in cui spiccano e si fanno ricordare per bontà le fette di porcino pastellate e fritte, croccantissime e gustosissime.
Tanti i primi proposti, molti a base di funghi, scegliamo l'orginale carbonara ai porcini che in questo periodo va per la maggiore e poi non rinunciamo neppure al secondo quando sentiamo che preparano le costine di maiale caramellate al miele che il proprietario ci propone ovviamente in abbinamento a porcini grigliati.

Concludiamo ormai troppo sazi con una porzioncina di dolce agli amaretti e ricotta e per stavolta lasciamo Rende, non prima di una passeggiata e non dopo aver promesso di tornare ad ammirare le sue bellezze e ad assaggiare i suoi piatti.
I CAPRICCI DI ARINTHA
Via Bellarintha, 11
87036 - Rende (CS)
Cel. 389 6204007


Una cena autunnale a I capricci di Arintha

Stavolta per I percorsi del gusto di Diritto di Cronaca ho scelto di fermarmi a Rende a I capricci di Arintha per una cena tipicamente autunnale, leggete la recensione. 
Arrivare a Rende paese e fermarsi per una passeggiata nel centro storico è di dovere, percorrere via Bellarintha con la sua balaustrata da cui ammirare un panorama mozzafiato è irrinunciabile così come fermarsi al n. 11 per una gustosa sosta a I Capricci di Arintha.
Il piccolo e rustico locale molto curato e ben frequentato, che offre cucina tradizionale rendese rivisitata, ispira infatti fiducia fin dalla porta. Varcata la soglia si viene accolti dalla rassicurante presenza del giovane chef proprietario Francesco che si divide quasi miracolosamente tra sala e cucina riuscendo a scambiare una parola con tutti quelli che entrano nel locale.
Fare una sosta a I Capricci di Arintha in periodo autunnale ha ancora più senso per degustare le mille specialità della casa a base di funghi. Porcini e ovoli a gogo direi ci accolgono crudi nel carpaccio che è solo uno dei tanti piatti proposti nel ricco antipasto, tipico del nostro territorio, composto da ottimi salumi e formaggi, polpette di melanzane e tortino di patate dal cuore fondente e l'esterno croccante di pistacchi e ancora da fritti in cui spiccano e si fanno ricordare per bontà le fette di porcino pastellate e fritte, croccantissime e gustosissime.
Tanti i primi proposti, molti a base di funghi, scegliamo l'orginale carbonara ai porcini che in questo periodo va per la maggiore e poi non rinunciamo neppure al secondo quando sentiamo che preparano le costine di maiale caramellate al miele che il proprietario ci propone ovviamente in abbinamento a porcini grigliati.

Concludiamo ormai troppo sazi con una porzioncina di dolce agli amaretti e ricotta e per stavolta lasciamo Rende, non prima di una passeggiata e non dopo aver promesso di tornare ad ammirare le sue bellezze e ad assaggiare i suoi piatti.
I CAPRICCI DI ARINTHA
Via Bellarintha, 11
87036 - Rende (CS)
Cel. 389 6204007


2015-10-13

Il senso della Calabria all'Azienda IGreco



Far visita ad un produttore e capire quel che c'è dietro ad un'etichetta è qualcosa che mi emoziona sempre, quando hai avuto occasione di testare con mano i prodotti di quell'azienda apprezzandone la qualità prima ancora di capirne i processi produttivi mi provoca una sensazione che definirei quasi ebbrezza.

Se poi parlo di un produttore calabrese quest'emozione la sento particolarmente come possibilità di conoscere da vicino chi valorizza ciò che la nostra terra produce e lo fa conoscere anche a chi pensa che Calabria sia solo malaffare, immondizia e cantieri mai chiusi.



Questa emozione l'ho potuta vivere in una "splendida" giornata di pioggia ottobrina presso l'azienda IGreco di Cariati (CS), grandi produttori di vini ed oli extravergine d'oliva di eccellenza. Varcare quel cancello in una mattinata di pioggia e trovare il sole che corrisponde ad accoglienza, fattività e positività mi ha resa particolarmente felice.
Pagina del quotidiano La Provincia di Cosenza
dedicata all'evento, al centro
la foto che ha vinto il concorso
Tutto è nato come un gioco per me, ricevetti l'invito al gruppo Il senso della Calabria a inizio estate ed accettai perché l'invito veniva da Filomena Greco, per la quale ho grande stima, e perché mi piaceva il nome del gruppo, bisognava postare  delle foto rappresentative della nostra terra. Diverse volte durante le vacanze mi sono incantata davanti alle foto degli altri membri ma una volta sola ho trovato il coraggio di mandarle anch'io tre foto, non sono molto brava con gli scatti fotografici ma in quel momento quel luogo e quell'immagine che si parava davanti ai miei occhi avevano catturato la mia attenzione ed era come se volessi trasmettere lo stesso sentimento agli altri membri del gruppo. 
A inizio settembre ci è stato comunicato che le foto inviate (una per ogni partecipante) avrebbero preso parte ad un concorso fotografico e noi amici virtuali avremmo avuto occasione di conoscerci realmente in una giornata dedicata alla premiazione presso l'azienda IGRECO. La foto con la quale ho partecipato è quella qua di fianco, un panorama di mare e vegetazione selvatica ripreso dall'alto di Torre Melissa.

Non ho vinto il concorso ma ho passato una festosa giornata con persone simpatiche, buon cibo e l'ottima musica dei Sabatum Quartet ma la cosa più bella è stata per me poter visitare l'azienda come dicevo in apertura.
A chi legge ricordo di prestare sempre attenzione a ciò che si compra pensando sempre che dietro un'etichetta, un nome e un prezzo, c'è lavoro, competenza e passione di chi quel prodotto ce lo rende fruibile. A Filomena Greco che rappresenta l'azienda IGreco e ne tiene alto il nome i miei complimenti....continuate così, non vedo l'ora di partecipare alla prossima de Il senso della Calabria.