2007-04-15

La sfida quarta puntata: Linguine con pesto e gamberi



Sabato si è tenuta la quarta puntata della sfida dei primi tra me ed F.. Vi tengo al corrente delle evoluzioni come promesso nella prima puntata.
Stavolta volevo inserire un gusto di mare nella preparazione così ho preparato delle Linguine con pesto e gamberi.
Per quattro persone puliamo 30 gamberi, 18 li sgusciamo completamente e li riduciamo a tocchetti gli altri dodici invece li sgusciamo lasciando il codino attaccato e praticando un taglio sulla pancia come fanno i cinesi così in cottura si arricciano. Mettiamo un velo d’olio in una padella e poniamo a cuocere i nostri gamberi, saliamo e pepiamo, sfumiamo con un poco di vino bianco e poi spegnano. Togliamo i gamberi interi e teniamoli da parte mentre nei restanti aggiungiamo due cucchiaiate di pesto alla genovese.
Mettiamo su l’acqua della pasta e quando bolle vi caliamo 350 g di linguine ed una manciata di fagiolini puliti tagliati a pezzetti di due cm circa. Quando la pasta è cotta la scoliamo (non completamente) e la saltiamo in padella con il sugo preparato.
Versiamo nei piatti e decoriamo ciascun piatto con tre gamberi interi.
F. ha detto “mi hai spiazzato” credo che gli sia piaciuta voi che dite?

La sfida quarta puntata: Linguine con pesto e gamberi



Sabato si è tenuta la quarta puntata della sfida dei primi tra me ed F.. Vi tengo al corrente delle evoluzioni come promesso nella prima puntata.
Stavolta volevo inserire un gusto di mare nella preparazione così ho preparato delle Linguine con pesto e gamberi.
Per quattro persone puliamo 30 gamberi, 18 li sgusciamo completamente e li riduciamo a tocchetti gli altri dodici invece li sgusciamo lasciando il codino attaccato e praticando un taglio sulla pancia come fanno i cinesi così in cottura si arricciano. Mettiamo un velo d’olio in una padella e poniamo a cuocere i nostri gamberi, saliamo e pepiamo, sfumiamo con un poco di vino bianco e poi spegnano. Togliamo i gamberi interi e teniamoli da parte mentre nei restanti aggiungiamo due cucchiaiate di pesto alla genovese.
Mettiamo su l’acqua della pasta e quando bolle vi caliamo 350 g di linguine ed una manciata di fagiolini puliti tagliati a pezzetti di due cm circa. Quando la pasta è cotta la scoliamo (non completamente) e la saltiamo in padella con il sugo preparato.
Versiamo nei piatti e decoriamo ciascun piatto con tre gamberi interi.
F. ha detto “mi hai spiazzato” credo che gli sia piaciuta voi che dite?

2007-04-12

Risotto con Asparagi e Taleggio


Dopo giorni di bagordi mettiamo un po’ al bando i dolci e dedichiamoci a qualcosa di delicato senza mai penalizzare il gusto secondo la mia personale filosofia.
Perfetti a tal fine i risotti che conciliano perfettamente gusto, sazietà e leggerezza, quello che vi propongo oggi è il Risotto con Asparagi e Taleggio per via degli asparagi sarebbe leggero qualora non vi fosse la mia aggiunta finale di Taleggio che, seppure toglie in leggiadria molto aggiunge in sapore, per cui credo che il gioco valga la candela e per chi non la pensa come me può sempre fare a meno del formaggio.
Gli ingredienti sono per due dato che il risotto a casa mia lo mangiamo sempre e solo in due.
Mettiamo ad appassire con una noce di burro un cipollotto affettato finemente e sei asparagi tagliati a rondelle, quando incomincia ad imbiondire versiamo due tazzine da caffé di riso Vialone nano (io uso questo ma va bene anche il Carnaroli o altro idoneo per risotti) facciamo tostare poi bagniamo con del buon brodo vegetale (ben caldo), lasciamo assorbire mescolando di tanto in tanto e poi di nuovo aggiungiamo brodo fino a cottura del riso, quando il riso è cotto ed asciutto al punto giusto, aggiungiamo 60-80 g di Taleggio e amalgamiamo bene ancora sul fuoco mescolando accuratamente.
Versiamo poi nei piatti ed il risotto è pronto per essere assaporato.

Risotto con Asparagi e Taleggio


Dopo giorni di bagordi mettiamo un po’ al bando i dolci e dedichiamoci a qualcosa di delicato senza mai penalizzare il gusto secondo la mia personale filosofia.
Perfetti a tal fine i risotti che conciliano perfettamente gusto, sazietà e leggerezza, quello che vi propongo oggi è il Risotto con Asparagi e Taleggio per via degli asparagi sarebbe leggero qualora non vi fosse la mia aggiunta finale di Taleggio che, seppure toglie in leggiadria molto aggiunge in sapore, per cui credo che il gioco valga la candela e per chi non la pensa come me può sempre fare a meno del formaggio.
Gli ingredienti sono per due dato che il risotto a casa mia lo mangiamo sempre e solo in due.
Mettiamo ad appassire con una noce di burro un cipollotto affettato finemente e sei asparagi tagliati a rondelle, quando incomincia ad imbiondire versiamo due tazzine da caffé di riso Vialone nano (io uso questo ma va bene anche il Carnaroli o altro idoneo per risotti) facciamo tostare poi bagniamo con del buon brodo vegetale (ben caldo), lasciamo assorbire mescolando di tanto in tanto e poi di nuovo aggiungiamo brodo fino a cottura del riso, quando il riso è cotto ed asciutto al punto giusto, aggiungiamo 60-80 g di Taleggio e amalgamiamo bene ancora sul fuoco mescolando accuratamente.
Versiamo poi nei piatti ed il risotto è pronto per essere assaporato.

2007-04-11

Bignè al formaggio


Dopo le Zeppole di San Giuseppe e la Paris-Brest alle fragole, vi propongo una pasta choux (o bignè) salata con la quale realizziamo i Bignè al formaggio, stuzzichini ideali come accompagnamento per l’aperitivo, si sposano molto bene con del vino bianco di cui esaltano l’aroma.
Sciogliamo sul fuoco 80 g di burro in 250 ml di acqua con un pizzico di sale, prima che l’acqua prenda il bollore versiamo nella pentola 150 g di farina 00 e mescoliamo con energia andando a formare una polentina. Lasciamo raffreddare e poi aggiungiamo 4 uova di medie dimensioni (uno per volta). Quando l’impasto risulta omogeneo vi amalgamiamo 100 g di formaggi misti grattugiati (Gruviera, Fontina, Parmigiano).

Ungiamo col burro una teglia e disponiamo sopra il composto a cucchiaiate (per effettuare questa operazione utilizziamo due cucchiai come per fare le quenelle) cercando di dare una forma arrotondata ai mucchietti. Ne vengono 12 grandi ma volendo si possono ridurre le misure e ricavarne qualcuno in più.
Spennelliamo la superficie con un tuorlo d’uovo e cospargiamo di Parmigiano grattugiato.
Inforniamo a 180° per circa venti minuti, finché saranno dorati e croccanti all’esterno, devono restare morbidi dentro.
Quando sono cotti non toglieteli subito dal forno ma lasciateli riposare nel caldo altrimenti si sgonfiano.

Bignè al formaggio


Dopo le Zeppole di San Giuseppe e la Paris-Brest alle fragole, vi propongo una pasta choux (o bignè) salata con la quale realizziamo i Bignè al formaggio, stuzzichini ideali come accompagnamento per l’aperitivo, si sposano molto bene con del vino bianco di cui esaltano l’aroma.
Sciogliamo sul fuoco 80 g di burro in 250 ml di acqua con un pizzico di sale, prima che l’acqua prenda il bollore versiamo nella pentola 150 g di farina 00 e mescoliamo con energia andando a formare una polentina. Lasciamo raffreddare e poi aggiungiamo 4 uova di medie dimensioni (uno per volta). Quando l’impasto risulta omogeneo vi amalgamiamo 100 g di formaggi misti grattugiati (Gruviera, Fontina, Parmigiano).

Ungiamo col burro una teglia e disponiamo sopra il composto a cucchiaiate (per effettuare questa operazione utilizziamo due cucchiai come per fare le quenelle) cercando di dare una forma arrotondata ai mucchietti. Ne vengono 12 grandi ma volendo si possono ridurre le misure e ricavarne qualcuno in più.
Spennelliamo la superficie con un tuorlo d’uovo e cospargiamo di Parmigiano grattugiato.
Inforniamo a 180° per circa venti minuti, finché saranno dorati e croccanti all’esterno, devono restare morbidi dentro.
Quando sono cotti non toglieteli subito dal forno ma lasciateli riposare nel caldo altrimenti si sgonfiano.

2007-04-10

Mini-delizie glassate


Ho trasformato le Delizie in pasta di mandorle del numero di Aprile 2007 di Sale&Pepe (pag. 27) in Mini-delizie glassate, riportandole forse un poco alla loro versione originale che prevedeva la glassa di zucchero invece della pasta di mandorle.
Invece di prendere un pan di Spagna già pronto per ricavarne i dischi da farcire, il pan di Spagna l’ho preparato io (secondo la ricetta che indico nel post della Torta Ragnatela) direttamente negli stampini per mini-muffin. Ho diviso orizzontalmente in due ciascun “muffino” ed ho bagnato i dischetti inferiori con abbondante Limoncello (allungato con un poco d’acqua per alleggerirlo) dopo averli adagiati su piccoli pirotti di carta colorata.
Ho lavorato a crema 200 g di ricotta vaccina con 30 g di zucchero a velo vanigliato, la scorza di un’arancia grattugiata e 30 g di gocce di cioccolato (la ricetta prevedeva 20 g di zucchero e 20 di cioccolato ma non era dolce al punto giusto secondo me), ho omesso la cannella di cui non mi andava il gusto ma volendo si può aggiungere.
Ho inserito la crema di ricotta in una tasca da pasticceria ed ho coperto ogni dischetto inzuppato con un ciuffo di crema. Ho bagnato di Limoncello i restanti dischetti ed ho coperto quelli spalmati di crema. Ho riposto i dolcetti in frigo ed intanto ho preparato due glasse una verdino (con 50 g di zucchero a velo e qualche goccia di acqua e di colorante verde) e l’altra rosa (stessi ingredienti col colorante rosa). Ho pennellato i dolcetti di glassa e li ho decorati con un pezzetto di ciliegia candita ( i verdi con ciliegia rossa ed i rosa con ciliegia verde). Veramente bellini e soprattutto buoni, li ho preparati per il pranzo di Pasqua e sono piaciuti tanto.

Mini-delizie glassate


Ho trasformato le Delizie in pasta di mandorle del numero di Aprile 2007 di Sale&Pepe (pag. 27) in Mini-delizie glassate, riportandole forse un poco alla loro versione originale che prevedeva la glassa di zucchero invece della pasta di mandorle.
Invece di prendere un pan di Spagna già pronto per ricavarne i dischi da farcire, il pan di Spagna l’ho preparato io (secondo la ricetta che indico nel post della Torta Ragnatela) direttamente negli stampini per mini-muffin. Ho diviso orizzontalmente in due ciascun “muffino” ed ho bagnato i dischetti inferiori con abbondante Limoncello (allungato con un poco d’acqua per alleggerirlo) dopo averli adagiati su piccoli pirotti di carta colorata.
Ho lavorato a crema 200 g di ricotta vaccina con 30 g di zucchero a velo vanigliato, la scorza di un’arancia grattugiata e 30 g di gocce di cioccolato (la ricetta prevedeva 20 g di zucchero e 20 di cioccolato ma non era dolce al punto giusto secondo me), ho omesso la cannella di cui non mi andava il gusto ma volendo si può aggiungere.
Ho inserito la crema di ricotta in una tasca da pasticceria ed ho coperto ogni dischetto inzuppato con un ciuffo di crema. Ho bagnato di Limoncello i restanti dischetti ed ho coperto quelli spalmati di crema. Ho riposto i dolcetti in frigo ed intanto ho preparato due glasse una verdino (con 50 g di zucchero a velo e qualche goccia di acqua e di colorante verde) e l’altra rosa (stessi ingredienti col colorante rosa). Ho pennellato i dolcetti di glassa e li ho decorati con un pezzetto di ciliegia candita ( i verdi con ciliegia rossa ed i rosa con ciliegia verde). Veramente bellini e soprattutto buoni, li ho preparati per il pranzo di Pasqua e sono piaciuti tanto.

2007-04-07

Crostata con crema di mandorle



Un altro dolce che a casa mia è tradizione pasquale è la Crostata con crema di mandorle.
E’ buona tutto l’anno ma la prepariamo solo per Pasqua e ne facciamo sempre tante da regalare poi ai parenti e agli amici.
La base è una frolla preparata con 400 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di burro, 5 tuorli (non buttiamo gli albumi serviranno per la crema) e una bustina di lievito vanigliato.
La stendiamo sottile e con essa foderiamo delle teglie, ne vengono tre di medie dimensioni.
Prepariamo poi la crema con ½ kg di mandorle tritate con la pellicina, 1/2 Kg di zucchero (anche 450 g vanno bene) un bicchierino di liquore d’anice (o altro a piacere) e i cinque albumi montati a neve. Stendiamo la crema sulla base di frolla e poi inforniamo finché la superficie non risulterà ben dorata.

Crostata con crema di mandorle



Un altro dolce che a casa mia è tradizione pasquale è la Crostata con crema di mandorle.
E’ buona tutto l’anno ma la prepariamo solo per Pasqua e ne facciamo sempre tante da regalare poi ai parenti e agli amici.
La base è una frolla preparata con 400 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di burro, 5 tuorli (non buttiamo gli albumi serviranno per la crema) e una bustina di lievito vanigliato.
La stendiamo sottile e con essa foderiamo delle teglie, ne vengono tre di medie dimensioni.
Prepariamo poi la crema con ½ kg di mandorle tritate con la pellicina, 1/2 Kg di zucchero (anche 450 g vanno bene) un bicchierino di liquore d’anice (o altro a piacere) e i cinque albumi montati a neve. Stendiamo la crema sulla base di frolla e poi inforniamo finché la superficie non risulterà ben dorata.

Riganata



Per la Pasqua, come per ogni festa del resto, ogni regione d’Italia ha le sue usanze in fatto di cucina, quali recenti, quali invece tanto remote da non sapere più neppure da dove provengono.
In fatto di dolci dalle mie parti per Pasqua era usanza preparare dei biscotti tipo savoiardi con le codette di zucchero colorato sopra e delle ciambelle di pane dolce con le uova, il tutto da cuocere rigorosamente nel forno a legna. Ancora oggi in molte case per questa festa ci si ritrova con parenti ed amici a preparare i dolci secondo la tradizione accendendo il forno a legna (quasi ogni famiglia ne ha ancora uno almeno nelle case di campagna) con i rametti di ulivo derivanti dalle recenti potature degli alberi.
Vi sono poi altri dolci che, seppure non proprio di tradizione locale, hanno preso piede nel nostro territorio e vengono ormai preparati da tutti: mi riferisco ad esempio alla Pastiera Napoletana, di cui naturalmente ognuno ha la sua ricetta e che io amo particolarmente.



Un dolce che si prepara nel mio paese è la Riganata, è tipico dei paesi albanesi che ci circondano ma ormai nel mio paese non c’è chi non lo sappia preparare e non l’abbia preparato almeno una volta per la Pasqua. Anche questo andrebbe cotto nel forno a legna ma vi assicuro che viene benissimo anche nel forno elettrico.
Il nome del dolce deriva dall’origano che, nella ricetta originale albanese, veniva aggiunto all’uva passa nella farcia di questo dolce. Noi ovviamente non lo mettiamo ma siamo rimasti fedeli al nome del dolce pur apportando variazioni alla ricetta base.
Il dolce è particolare nella forma, composto da una pasta frolla (con l’olio) tirata sottile ripiena di uva passa ed arrotolata a spirale.
A casa mia oltre all’uva passa aggiungiamo al ripieno della marmellata a piacere e delle noci o mandorle tritate. Ognuno può aggiungere ciò che più piace ma l’uvetta non dovrebbe mancare.
Giovedì l’ho preparato insieme a mamma, le dosi che vi do non sono molto precise perché le ricette della tradizione non lo sono mai tutte fatte cossi sa di quanto basta, quanto occorre etc.
Per mezza dose (verranno circa cinque tortine tipo quella della foto) occorrono 5 uova, 200 g di zucchero, un bicchiere d’olio, una bustina di lievito chimico e farina quanta ne occorre (circa un kg) per un impasto omogeneo che si possa stendere bene con il matterello.
Per il ripieno occorre ½ Kg di uvetta sultanina ammollata, un barattolo di marmellata (noi abbiamo utilizzato quella di arance con le scorrette) e una manciata di noci o mandorle.
Dopo aver steso la pasta sottile ricaviamo delle strisce lunghe mettiamo al centro una stringa di ripieno e richiudiamo il salsicciotto avvolgendolo su se stesso a spirale.
Prima di cuocere i dolci nel forno ben caldo li spennelliamo con acqua e li cospargiamo di zucchero semolato.

Riganata



Per la Pasqua, come per ogni festa del resto, ogni regione d’Italia ha le sue usanze in fatto di cucina, quali recenti, quali invece tanto remote da non sapere più neppure da dove provengono.
In fatto di dolci dalle mie parti per Pasqua era usanza preparare dei biscotti tipo savoiardi con le codette di zucchero colorato sopra e delle ciambelle di pane dolce con le uova, il tutto da cuocere rigorosamente nel forno a legna. Ancora oggi in molte case per questa festa ci si ritrova con parenti ed amici a preparare i dolci secondo la tradizione accendendo il forno a legna (quasi ogni famiglia ne ha ancora uno almeno nelle case di campagna) con i rametti di ulivo derivanti dalle recenti potature degli alberi.
Vi sono poi altri dolci che, seppure non proprio di tradizione locale, hanno preso piede nel nostro territorio e vengono ormai preparati da tutti: mi riferisco ad esempio alla Pastiera Napoletana, di cui naturalmente ognuno ha la sua ricetta e che io amo particolarmente.



Un dolce che si prepara nel mio paese è la Riganata, è tipico dei paesi albanesi che ci circondano ma ormai nel mio paese non c’è chi non lo sappia preparare e non l’abbia preparato almeno una volta per la Pasqua. Anche questo andrebbe cotto nel forno a legna ma vi assicuro che viene benissimo anche nel forno elettrico.
Il nome del dolce deriva dall’origano che, nella ricetta originale albanese, veniva aggiunto all’uva passa nella farcia di questo dolce. Noi ovviamente non lo mettiamo ma siamo rimasti fedeli al nome del dolce pur apportando variazioni alla ricetta base.
Il dolce è particolare nella forma, composto da una pasta frolla (con l’olio) tirata sottile ripiena di uva passa ed arrotolata a spirale.
A casa mia oltre all’uva passa aggiungiamo al ripieno della marmellata a piacere e delle noci o mandorle tritate. Ognuno può aggiungere ciò che più piace ma l’uvetta non dovrebbe mancare.
Giovedì l’ho preparato insieme a mamma, le dosi che vi do non sono molto precise perché le ricette della tradizione non lo sono mai tutte fatte cossi sa di quanto basta, quanto occorre etc.
Per mezza dose (verranno circa cinque tortine tipo quella della foto) occorrono 5 uova, 200 g di zucchero, un bicchiere d’olio, una bustina di lievito chimico e farina quanta ne occorre (circa un kg) per un impasto omogeneo che si possa stendere bene con il matterello.
Per il ripieno occorre ½ Kg di uvetta sultanina ammollata, un barattolo di marmellata (noi abbiamo utilizzato quella di arance con le scorrette) e una manciata di noci o mandorle.
Dopo aver steso la pasta sottile ricaviamo delle strisce lunghe mettiamo al centro una stringa di ripieno e richiudiamo il salsicciotto avvolgendolo su se stesso a spirale.
Prima di cuocere i dolci nel forno ben caldo li spennelliamo con acqua e li cospargiamo di zucchero semolato.

2007-04-05

Torta brisèe ai carciofi


Il periodo di Pasqua è quello delle gite fuori porta, il clima comincia a migliorare e l’aria di primavera invita ai pranzi all’aria aperta. In questi casi non c’è niente di meglio che una buona torta salata con le verdure di stagione.
Vi propongo la Torta brisèe ai carciofi.
Ovviamente possiamo sostituire i carciofi con altre verdure.
Per la sfoglia di pasta brisèe impastiamo 150 g di farina con 75vg di burro a tocchetti un pizzico di sale e 3-4 cucchiai di acqua.
Lasciamo riposare la pasta in frigo per mezz’ora.
Intanto puliamo quattro carciofi e lasciamoli cuocere a fuoco moderato con un poco d’olio nel quale avremo fatto appassire mezza cipolla. Saliamo, pepiamo e una volta intiepiditi li mescoliamo con due uova sbattute, due cucchiai di parmigiano grattugiato e tre o quattro cucchiaiate di ricotta.
Stendiamo in una teglia foderata di carta da forno la pasta brisè in uno strato sottile, versiamoci sopra il composto di carciofi, livelliamo bene la superficie e decoriamo a piacere con gli avanzi di pasta creando un motivo fiori, cuoricini, bastoncini a mò di crostata.
Inforniamo in forno già caldo e facciamo cuocere per mezz’ora circa finché la superficie risulterà dorata.