2007-05-22

Antipasto di campagna


Fagottini alle melanzane


Ho preparato una Pasta sfoglia secondo la mia ricetta base, l’ho stesa in uno spessore di mezzo centimetro e ne ho ricavato dei quadrati di circa 15 cm.
Al centro di ognuno ho posizionato un cucchiaio di ripieno alle melanzane (lo stesso di cui do la ricetta per i Sofficini alle melanzane) e poi ho ripiegato i quattro angoli verso il centro cercando di unire le giunture con le dita.
Ho spennellato la superficie con un uovo leggermente sbattuto con un poco di latte ed ho collocato al centro di ciascun fagottino una mandorla pelata.
Ho cotto poi in forno fino a doratura.

Involtini di peperoni alle olive


Per preparare 12 involtini ci occorrono:
6 peperoni verdi di quelli lunghi
100 g di olive nere secche denocciolate
4 filetti di acciughe
Un cucchiaio di capperi
½ spicchio d’aglio
Un ciuffo di prezzemolo
Qualche foglia di basilico
Olio extravergine d’oliva e sale q.b.
Qualche fogliolina di origano fresco (in mancanza maggiorana) per decorare
Preparazione
Arrostiamo i peperoni, se possibile alla brace, poi leviamo la pelle, il picciolo ed i semi facendo attenzione a non romperli.
Ricaviamo da ciascun peperone due belle falde da farcire e passiamo alla preparazione del ripieno.
Tritiamo finemente le olive, con i capperi, le acciughe e tanto olio da formare una bella poltiglia spalmabile.
Stendiamone uno-due cucchiaini sui peperoni ed arrotoliamo su se stessi a formare degli involtini.
Disponiamoli nel piatto, irroriamo con un filo d’olio, e cospargiamo con le foglioline di origano
.

P.s. Per la composta di cipolle al balsamico non vi resta che aspettare il prossimo post

Antipasto di campagna


Fagottini alle melanzane


Ho preparato una Pasta sfoglia secondo la mia ricetta base, l’ho stesa in uno spessore di mezzo centimetro e ne ho ricavato dei quadrati di circa 15 cm.
Al centro di ognuno ho posizionato un cucchiaio di ripieno alle melanzane (lo stesso di cui do la ricetta per i Sofficini alle melanzane) e poi ho ripiegato i quattro angoli verso il centro cercando di unire le giunture con le dita.
Ho spennellato la superficie con un uovo leggermente sbattuto con un poco di latte ed ho collocato al centro di ciascun fagottino una mandorla pelata.
Ho cotto poi in forno fino a doratura.

Involtini di peperoni alle olive


Per preparare 12 involtini ci occorrono:
6 peperoni verdi di quelli lunghi
100 g di olive nere secche denocciolate
4 filetti di acciughe
Un cucchiaio di capperi
½ spicchio d’aglio
Un ciuffo di prezzemolo
Qualche foglia di basilico
Olio extravergine d’oliva e sale q.b.
Qualche fogliolina di origano fresco (in mancanza maggiorana) per decorare
Preparazione
Arrostiamo i peperoni, se possibile alla brace, poi leviamo la pelle, il picciolo ed i semi facendo attenzione a non romperli.
Ricaviamo da ciascun peperone due belle falde da farcire e passiamo alla preparazione del ripieno.
Tritiamo finemente le olive, con i capperi, le acciughe e tanto olio da formare una bella poltiglia spalmabile.
Stendiamone uno-due cucchiaini sui peperoni ed arrotoliamo su se stessi a formare degli involtini.
Disponiamoli nel piatto, irroriamo con un filo d’olio, e cospargiamo con le foglioline di origano
.

P.s. Per la composta di cipolle al balsamico non vi resta che aspettare il prossimo post

2007-05-21

Un pranzo in campagna





Ieri ho avuto il piacere di riunire i miei più cari amici per un pranzo in campagna.
Il clima era dei più favorevoli per cui ne abbiamo approfittato per pranzare all’aperto, le foto sono le uniche presentabili giusto perché eravamo ancora all’antipasto, e mi scuso fin da adesso con i ritratti per le eventuali lamentele: non me ne vogliate per la pubblicazione in fondo rappresentate un momento di serenità collettiva.



Andiamo al pranzo, nel comporlo ho giocato sulle fresche verdure estive già possentemente presenti nei mercati, per cui ho inserito nelle preparazioni le melanzane, i peperoni, le zucchine ed i pomodorini, senza dimenticare le fragole nel dessert.


Posto il menù e poi di volta in volta le singole ricette qualora non fossero già incluse nel blog.
Per antipasto ho preparato dei fagottinini alle melanzane che ho accompagnato con degli involtini di peperoni arrostiti alla brace, della salsiccia piccante locale e un piccolo assortimento di formaggi con la mia composta di cipolle di Tropea al balsamico.
Per primo, su consiglio di F., gli Spaghetti con pomodorini ripieni vincitori della sfida tra me ed F.
Per secondo mi sono orientata sul semplice e molto sfruttato pollo, perché piace un poco a tutti, per cui Pollo saporito all’americana di Gioconda (dal libro Clerici – Moroni Oggi cucini tu n. 1) accompagnato da una fresca insalata di zucchine e mentuccia.
E dulcis in fundo Mezzelune di pan di spagna al gelato con ragù di fragole.

Un pranzo in campagna





Ieri ho avuto il piacere di riunire i miei più cari amici per un pranzo in campagna.
Il clima era dei più favorevoli per cui ne abbiamo approfittato per pranzare all’aperto, le foto sono le uniche presentabili giusto perché eravamo ancora all’antipasto, e mi scuso fin da adesso con i ritratti per le eventuali lamentele: non me ne vogliate per la pubblicazione in fondo rappresentate un momento di serenità collettiva.



Andiamo al pranzo, nel comporlo ho giocato sulle fresche verdure estive già possentemente presenti nei mercati, per cui ho inserito nelle preparazioni le melanzane, i peperoni, le zucchine ed i pomodorini, senza dimenticare le fragole nel dessert.


Posto il menù e poi di volta in volta le singole ricette qualora non fossero già incluse nel blog.
Per antipasto ho preparato dei fagottinini alle melanzane che ho accompagnato con degli involtini di peperoni arrostiti alla brace, della salsiccia piccante locale e un piccolo assortimento di formaggi con la mia composta di cipolle di Tropea al balsamico.
Per primo, su consiglio di F., gli Spaghetti con pomodorini ripieni vincitori della sfida tra me ed F.
Per secondo mi sono orientata sul semplice e molto sfruttato pollo, perché piace un poco a tutti, per cui Pollo saporito all’americana di Gioconda (dal libro Clerici – Moroni Oggi cucini tu n. 1) accompagnato da una fresca insalata di zucchine e mentuccia.
E dulcis in fundo Mezzelune di pan di spagna al gelato con ragù di fragole.

2007-05-19

Napoli, la sfogliatella, il babà e la pizza


L’altro giorno mi è venuta voglia di una sfogliatella, ho preso e sono andata a Napoli.
Si va bè detta così sembro una snob che si può permettere ogni sfizio quando e come vuole, diciamo più verosimilmente che con il mio desiderio di golosità partenopee ha coinciso una inaspettata opportunità di soddisfarle nell’immediato e così, senza lasciarmi sfuggire l’occasione, sono andata veramente.

Alle 10:00 in punto ero già seduta ad un tavolino all’aperto dello storico Caffè Gambrinus, adiacente a Piazza Plebiscito, davanti al mio caffè e ad una fragrante e profumata sfogliatella riccia ripiena di ricotta.
Il dolce - delizioso ovunque - al Gambrinus sembra celestiale, in quel posto il tempo pare si sia fermato, tutto è pulito ed ordinato e guardando i tavolini accanto hai la sensazione che perfino le persone sedute accanto a te non appartengano all’oggi ma siano rimaste lì da secoli, incuranti del tempo che passa e della frenesia della vita moderna.

Alle 14:00, dopo esermi un poco persa tra le bellezze del Maschio Angioino e dello splendido panorama marino che si può ammirare dalle sue terrazze, ero già seduta da Pulcinella a Santa Brigida in via santa Brigida ad aspettare la mia bella pizza con pomodorini, mozzarella di bufala campana e basilico. Dopo aver camminato tutta la mattinata era quanto mi meritavo mi pare.
Comunque il posto è degno di nota, il servizio impeccabile in tutto e la prossima volta, se non avrò troppa voglia di pizza mi lascerò trasportare dalle allettanti alternative della carta o dal menù degustazione che mi è sembrato proprio interessante.
Unica pecca il dolce della casa per quel giorno era il profitterol per cui, siccome avevo voglia di babà ho declinato a favore del Caffè Vesuvio nella splendida cornice della Galleria Umberto I.
Il babà era buono ma il caffè non ho avuto il piacere di assaggiarlo dato che il cameriere si è sbagliato e mi ha portato un “disgraziato” cappuccino freddo che altri non era che un enorme bicchierone di latte e caffè freddo per nulla degno di nota, anzi magari di nota negativa, di cui ho bevuto solo due sorsi per evitare di rovinarmi la splendida giornata facendo rimostranze al personale.

Insomma dopo giri e giretti tra Teatro San Carlo, Palazzo Reale e negozi del centro ho fatto sosta, prima di andare via, al Caffè d’Epoca a Piazza Trieste e Trento per ristorarmi col mitico caffè del Professore.
Della giornata partenopea conserverò un’ottimo ricordo, il centro di Napoli merita una visita ogni tanto e, fino al 26 maggio, al Maschio Angioino è allestita la mostra - che da sola vale la visita - dedicata al grande Totò "Un principe chiamato Totò", per il quarantesimo anniversario della Sua scomparsa.
E’ emozionante ritrovarsi tra le Sue cose private esposte.
Se vi capita l’occasione, come a me, andateci a vederla, non ve ne pentirete.
Intanto a breve posterò la ricetta del mio babà così magari nel frattempo vi consolate così…


N.B. l' immagine della Galleria è di Wikipedia, il babà invece è proprio quello che ho mangiato

Napoli, la sfogliatella, il babà e la pizza


L’altro giorno mi è venuta voglia di una sfogliatella, ho preso e sono andata a Napoli.
Si va bè detta così sembro una snob che si può permettere ogni sfizio quando e come vuole, diciamo più verosimilmente che con il mio desiderio di golosità partenopee ha coinciso una inaspettata opportunità di soddisfarle nell’immediato e così, senza lasciarmi sfuggire l’occasione, sono andata veramente.

Alle 10:00 in punto ero già seduta ad un tavolino all’aperto dello storico Caffè Gambrinus, adiacente a Piazza Plebiscito, davanti al mio caffè e ad una fragrante e profumata sfogliatella riccia ripiena di ricotta.
Il dolce - delizioso ovunque - al Gambrinus sembra celestiale, in quel posto il tempo pare si sia fermato, tutto è pulito ed ordinato e guardando i tavolini accanto hai la sensazione che perfino le persone sedute accanto a te non appartengano all’oggi ma siano rimaste lì da secoli, incuranti del tempo che passa e della frenesia della vita moderna.

Alle 14:00, dopo esermi un poco persa tra le bellezze del Maschio Angioino e dello splendido panorama marino che si può ammirare dalle sue terrazze, ero già seduta da Pulcinella a Santa Brigida in via santa Brigida ad aspettare la mia bella pizza con pomodorini, mozzarella di bufala campana e basilico. Dopo aver camminato tutta la mattinata era quanto mi meritavo mi pare.
Comunque il posto è degno di nota, il servizio impeccabile in tutto e la prossima volta, se non avrò troppa voglia di pizza mi lascerò trasportare dalle allettanti alternative della carta o dal menù degustazione che mi è sembrato proprio interessante.
Unica pecca il dolce della casa per quel giorno era il profitterol per cui, siccome avevo voglia di babà ho declinato a favore del Caffè Vesuvio nella splendida cornice della Galleria Umberto I.
Il babà era buono ma il caffè non ho avuto il piacere di assaggiarlo dato che il cameriere si è sbagliato e mi ha portato un “disgraziato” cappuccino freddo che altri non era che un enorme bicchierone di latte e caffè freddo per nulla degno di nota, anzi magari di nota negativa, di cui ho bevuto solo due sorsi per evitare di rovinarmi la splendida giornata facendo rimostranze al personale.

Insomma dopo giri e giretti tra Teatro San Carlo, Palazzo Reale e negozi del centro ho fatto sosta, prima di andare via, al Caffè d’Epoca a Piazza Trieste e Trento per ristorarmi col mitico caffè del Professore.
Della giornata partenopea conserverò un’ottimo ricordo, il centro di Napoli merita una visita ogni tanto e, fino al 26 maggio, al Maschio Angioino è allestita la mostra - che da sola vale la visita - dedicata al grande Totò "Un principe chiamato Totò", per il quarantesimo anniversario della Sua scomparsa.
E’ emozionante ritrovarsi tra le Sue cose private esposte.
Se vi capita l’occasione, come a me, andateci a vederla, non ve ne pentirete.
Intanto a breve posterò la ricetta del mio babà così magari nel frattempo vi consolate così…


N.B. l' immagine della Galleria è di Wikipedia, il babà invece è proprio quello che ho mangiato

2007-05-18

Gamberi al cognac in crosta di pistacchi


I gamberi si sa son buoni anche semplicemente lessati e conditi con un filo di olio e una spruzzatina di limone ma…se vogliamo farci ricordare per i nostri gamberi vi posto una ricetta che sa di esotico ed è invece sorprendentemente facile da realizzare. L’avevo trovata qualche tempo fa su una rivista di cui non ricordo neppure il nome dato che avevo l’abitudine di ritagliare e conservare soltanto le ricette, si presta a far da secondo ma può diventare egregiamente un finger food specie se presentato in un certo modo ad esempio infilzando ciascun gambero ad uno stecchino di legno in modo da poterli consumare senza l’uso della forchetta.


Per preparare i Gamberi al cognac in crosta di pistacchi per quattro persone (non troppo affamate però) ci occorrono:


20 gamberi belli grandi


1 bicchierino di cognac


2 uova


3 cucchiai di pistacchi pelati e tritati


120 g di grissini


80 g di burro


Sale e pepe quanto basta



Sgusciamo i gamberi eliminando il filetto nero ma lasciando la codina attaccata.


Mettiamoli poi in una ciotola col cognac lasciandoli riposare per un’ora.


Grattugiamo i grissini e mischiamoli ai pistacchi.


Trascorso il tempo indicato, scoliamo i gamberi e, dopo averli asciugati, li passiamo nelle uova leggermente sbattute e poi nel composto di grissini e pistacchi.


Scaldiamo il burro in padella ad aggiungiamo i gamberi che cuoceremo a fuoco vivo per circa cinque minuti.


Una volta dorati li scoliamo su carta assorbente e poi saliamo e pepiamo.


Possiamo servirli con una fresca insalatina.

Gamberi al cognac in crosta di pistacchi


I gamberi si sa son buoni anche semplicemente lessati e conditi con un filo di olio e una spruzzatina di limone ma…se vogliamo farci ricordare per i nostri gamberi vi posto una ricetta che sa di esotico ed è invece sorprendentemente facile da realizzare. L’avevo trovata qualche tempo fa su una rivista di cui non ricordo neppure il nome dato che avevo l’abitudine di ritagliare e conservare soltanto le ricette, si presta a far da secondo ma può diventare egregiamente un finger food specie se presentato in un certo modo ad esempio infilzando ciascun gambero ad uno stecchino di legno in modo da poterli consumare senza l’uso della forchetta.


Per preparare i Gamberi al cognac in crosta di pistacchi per quattro persone (non troppo affamate però) ci occorrono:


20 gamberi belli grandi


1 bicchierino di cognac


2 uova


3 cucchiai di pistacchi pelati e tritati


120 g di grissini


80 g di burro


Sale e pepe quanto basta



Sgusciamo i gamberi eliminando il filetto nero ma lasciando la codina attaccata.


Mettiamoli poi in una ciotola col cognac lasciandoli riposare per un’ora.


Grattugiamo i grissini e mischiamoli ai pistacchi.


Trascorso il tempo indicato, scoliamo i gamberi e, dopo averli asciugati, li passiamo nelle uova leggermente sbattute e poi nel composto di grissini e pistacchi.


Scaldiamo il burro in padella ad aggiungiamo i gamberi che cuoceremo a fuoco vivo per circa cinque minuti.


Una volta dorati li scoliamo su carta assorbente e poi saliamo e pepiamo.


Possiamo servirli con una fresca insalatina.

2007-05-17

Timballetti di riso e zucchine su crema di caprino



Un modo elegante per presentare un buon risotto? Magari per fare bella figura ad una cena “in” senza stressarsi più di tanto dato che è un piatto che si può preparare con un discreto anticipo? Eccolo
Mesdames et Messieurs je vous présente i miei Timballetti di riso e zucchine su crema di caprino.

Ingredienti per due persone (è bene sperimentare l’effetto in una romantica cenetta a due):
due zucchine medie
una tazzina da caffè colma di riso Vialone nano
brodo vegetale
un pezzetto di cipolla affettata sottilmente
un bicchierino di vino bianco
un cucchiaio d’olio
una noce di burro
due cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato

Per la crema di caprino:
un pezzettino di scalogno tritato
una nocetta di burro
due cucchiaiate di panna da cucina
un piccolo caprino fresco.

Preparazione:
laviamo, asciughiamo e spuntiamo le zucchine, col pelapatate ricaviamone dei nastri, tagliandole nel senso della lunghezza, sufficienti a foderare due stampini da sufflè (vanno benissimo quelli di alluminio usa e getta) e sbollentiamoli per pochi istanti. La restante parte delle zucchine la riduciamo in pezzetti.
Stufiamo la cipolla con l’olio ed un poco d’acqua, uniamo i pezzetti di zucchine ed una volta appassite vi uniamo il riso. Lo facciamo tostare e poi bagniamo col vino, evaporato il vino aggiungiamo un poco alla volta il brodo caldo mescolando di tanto in tanto.
Appena il riso sarà cotto (piuttosto al dente) e ben asciutto spegniamo, mantechiamo col burro e il parmigiano.
Rivestiamo le tegline unte con i nastri di zucchine e riempiamo ciascuna di riso. Richiudiamo con le sporgenze di zucchine e poi inforniamo per 15 minuti circa.
Se i timballetti li prepariamo prima al momento di servire possiamo solo infornare.
Intanto che le tegline stanno in forno prepariamo la salsa facendo appassire lo scalogno nel burro, unendo subito dopo la panna ed il caprino. Mescoliamo bene poi passiamo al mixer per omogeneizzare.
Versiamo due cucchiai di crema di formaggio in ogni piatto e sopra sformiamo i nostri timballetti.
Di sicuro effetto e di gusto veramente delicato.

Sapete come l’ho inventato questo piatto?
Allora, una sera ho preparato i nastri di zucchine pastellati e fritti, mi erano avanzati dei pezzi di zucchina e qualche “nastro” che la pastella era finita.
Così ho pensato domani di questi avanzi ne farò un risotto, solo che mi dispiaceva buttare nel cumulo anche le belle fette tagliate a nastro così ho pensato di utilizzarle come avete letto sopra.
Ero indecisa poi se servirli con un sughetto di pomodoro e basilico (che devo dire può essere un’ottima alternativa) o con una salsa di formaggio e poiché nel frigo avevo sto caprino fermo ad aspettare il suo destino la scelta non è stata difficile.

Timballetti di riso e zucchine su crema di caprino



Un modo elegante per presentare un buon risotto? Magari per fare bella figura ad una cena “in” senza stressarsi più di tanto dato che è un piatto che si può preparare con un discreto anticipo? Eccolo
Mesdames et Messieurs je vous présente i miei Timballetti di riso e zucchine su crema di caprino.

Ingredienti per due persone (è bene sperimentare l’effetto in una romantica cenetta a due):
due zucchine medie
una tazzina da caffè colma di riso Vialone nano
brodo vegetale
un pezzetto di cipolla affettata sottilmente
un bicchierino di vino bianco
un cucchiaio d’olio
una noce di burro
due cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato

Per la crema di caprino:
un pezzettino di scalogno tritato
una nocetta di burro
due cucchiaiate di panna da cucina
un piccolo caprino fresco.

Preparazione:
laviamo, asciughiamo e spuntiamo le zucchine, col pelapatate ricaviamone dei nastri, tagliandole nel senso della lunghezza, sufficienti a foderare due stampini da sufflè (vanno benissimo quelli di alluminio usa e getta) e sbollentiamoli per pochi istanti. La restante parte delle zucchine la riduciamo in pezzetti.
Stufiamo la cipolla con l’olio ed un poco d’acqua, uniamo i pezzetti di zucchine ed una volta appassite vi uniamo il riso. Lo facciamo tostare e poi bagniamo col vino, evaporato il vino aggiungiamo un poco alla volta il brodo caldo mescolando di tanto in tanto.
Appena il riso sarà cotto (piuttosto al dente) e ben asciutto spegniamo, mantechiamo col burro e il parmigiano.
Rivestiamo le tegline unte con i nastri di zucchine e riempiamo ciascuna di riso. Richiudiamo con le sporgenze di zucchine e poi inforniamo per 15 minuti circa.
Se i timballetti li prepariamo prima al momento di servire possiamo solo infornare.
Intanto che le tegline stanno in forno prepariamo la salsa facendo appassire lo scalogno nel burro, unendo subito dopo la panna ed il caprino. Mescoliamo bene poi passiamo al mixer per omogeneizzare.
Versiamo due cucchiai di crema di formaggio in ogni piatto e sopra sformiamo i nostri timballetti.
Di sicuro effetto e di gusto veramente delicato.

Sapete come l’ho inventato questo piatto?
Allora, una sera ho preparato i nastri di zucchine pastellati e fritti, mi erano avanzati dei pezzi di zucchina e qualche “nastro” che la pastella era finita.
Così ho pensato domani di questi avanzi ne farò un risotto, solo che mi dispiaceva buttare nel cumulo anche le belle fette tagliate a nastro così ho pensato di utilizzarle come avete letto sopra.
Ero indecisa poi se servirli con un sughetto di pomodoro e basilico (che devo dire può essere un’ottima alternativa) o con una salsa di formaggio e poiché nel frigo avevo sto caprino fermo ad aspettare il suo destino la scelta non è stata difficile.

2007-05-15

Coppiette al caffè



La mania della piccola pasticceria mi ha nuovamente afferrata. Stavolta ho giocato sul tema del caffè costruendo delle Coppiette al caffè.
Le ho chiamate coppiette perché si tratta di due ovali di pan di spagna uniti da crema al caffè e decorati con cioccolato bianco e fondente.

Per 30 dolcini ecco cosa occorre:

un impasto di pan di spagna preparato con 4 uova montate con 150 g di zucchero e 150 g di farina setacciata con un poco di vanillina.

Una crema al caffè preparata con 250 ml di latte bollente nel quale avremo sciolto 2 cucchiaini di caffè solubile, due tuorli d’uovo, 4 cucchiai di zucchero e 2 di farina 00.

Una bagna preparata con pari dosi di acqua zuccherata e liquore Borsci o altro a piacere.

200 g di cioccolato bianco, 50 g di cioccolato fondente e 30 chicchi di caffè per decorare.

Preparazione:
Suddividiamo l’impasto di pan di spagna in 30 pirotti di carta ovali (non deve essere uno strato spesso di impasto) e cuociamoli in forno caldo.
Leviamoli dalle cartine e suddividiamone ciascuno in due parti in senso orizzontale.
Bagnamo un poco ciascuna parte con il liquido preparato e poi farciamo con la crema al caffè. Richiudiamo, poi sciogliamo il cioccolatoi bianco e distribuiamolo sulla superficie dei dolcini.
Una volta completata l’operazione sciogliamo anche il ciccolato fondente e con l’aiuto di un conetto di carta formiamo sui dolcini dei motivi decorativi, come nella foto.
Prima che il cioccolato solidifichi, appoggiamo su ogni dolcino un chicco di caffè.
Ed il gioco è fatto, ne ho preparati 30 e mangiato soltanto uno, non so che fine abbiano fatto…

Coppiette al caffè



La mania della piccola pasticceria mi ha nuovamente afferrata. Stavolta ho giocato sul tema del caffè costruendo delle Coppiette al caffè.
Le ho chiamate coppiette perché si tratta di due ovali di pan di spagna uniti da crema al caffè e decorati con cioccolato bianco e fondente.

Per 30 dolcini ecco cosa occorre:

un impasto di pan di spagna preparato con 4 uova montate con 150 g di zucchero e 150 g di farina setacciata con un poco di vanillina.

Una crema al caffè preparata con 250 ml di latte bollente nel quale avremo sciolto 2 cucchiaini di caffè solubile, due tuorli d’uovo, 4 cucchiai di zucchero e 2 di farina 00.

Una bagna preparata con pari dosi di acqua zuccherata e liquore Borsci o altro a piacere.

200 g di cioccolato bianco, 50 g di cioccolato fondente e 30 chicchi di caffè per decorare.

Preparazione:
Suddividiamo l’impasto di pan di spagna in 30 pirotti di carta ovali (non deve essere uno strato spesso di impasto) e cuociamoli in forno caldo.
Leviamoli dalle cartine e suddividiamone ciascuno in due parti in senso orizzontale.
Bagnamo un poco ciascuna parte con il liquido preparato e poi farciamo con la crema al caffè. Richiudiamo, poi sciogliamo il cioccolatoi bianco e distribuiamolo sulla superficie dei dolcini.
Una volta completata l’operazione sciogliamo anche il ciccolato fondente e con l’aiuto di un conetto di carta formiamo sui dolcini dei motivi decorativi, come nella foto.
Prima che il cioccolato solidifichi, appoggiamo su ogni dolcino un chicco di caffè.
Ed il gioco è fatto, ne ho preparati 30 e mangiato soltanto uno, non so che fine abbiano fatto…

2007-05-14

Cotoletta di vitello dorato con fave e piselli


Forse a dire nemmeno sembra eccezionale questa ricetta di carne, eppure all’assaggio io stessa sono rimasta stupefatta dalla morbidezza e dalla succulenza della preparazione.
E’ una ricetta di Sale&Pepe per cui la troverete pubblicata anche nel
Club, di mio ho variato il contorno che ho adattato alla stagione.

Per 4 cotolette ci occorrono:


650 g di carne macinata di vitello
3 uova
60 g di parmigiano reggiano grattugiato
8 fette di pancarrè
un mazzetto di erba cipollina
farina, latte, sale, pepe e noce moscata q.b.
80 g di burro per friggere

Incominciamo mettendo a bagno nel latte 4 fette di pancarre, mentre frulliamo fino a ridurle in briciole le restanti fette.


Amalgamiamo alla carne un uovo, il parmigiano, il pane ammollato, una grattata di noce moscata, sale, pepe ed abbondante erba cipollina tagliuzzata.
Dopo aver lavorato bene l’impasto lo dividiamo in quattro parti che schiacceremo, magari aiutandoci con due foglietti di carta da forno, a formare delle “cotolette”.


Passiamo le cotolette nella farina poi nelle due uova restanti leggermente sbattute e nel pane grattugiato.
Friggiamole poi in padella con il burro, tre o quattro minuti per lato sono sufficienti a raggiungere una buona cottura oltre che una bella doratura.

Sgoccioliamole su carta assorbente e poi serviamole con un contorno di verdurine, io ho stufato in padella con un poco di olio e cipolla fave e piselli freschi sgusciati.
Va benissimo, come suggeriva Sale&Pepe, anche una fresca insalata di indivia riccia, cipolla affettata sottilmente e pomodorini.

Devo dire proprio niente male queste “Cotol-pette” a metà strada appunto tra cotolette e polpette.