L'altro giorno ho rifatto il pane col levito madre che avevo conservato, ormai viene fuori una cosa eccezionale. A parte questo, quando sono andata a rinnovare il lievito mi sono ricordata che, come racconta mia nonna, in epoca antica usavano la crosticina che si formava sul lievito conservato per la realizzazione di frese, taralli e focacce dopo averla ammollata con l'acqua e così, dato che aveva un odore così gradevole ho deciso di fare la stessa cosa seppure di crosta non poteva parlarsi dato che io il lievito l'ho conservato in frigo coperto da pellicola.
Mi sono ricordata di aver appuntato da qualche parte la ricetta dei famosi grissini dello chef Nicola Cavallaro di cui ha parlato anche Cavoletto nel suo blog, ho preso spunto da lì ed ho realizzato i miei grissini con lievito madre al papavero.
Ingredienti:
400 g di farina 00
100 g di farina 0 o di manitoba
100 g di olio extravergine d'oliva
un panettino di lievito madre (in mancanza 20 g di lievito di birra)
8 g di sale
acqua q.b.
semi di papavero blu
Preparazione: Sciogliamo il lievito in un bicchierino di acqua appena tiepida ed impastiamo con le farine, l'olio ed il sale, aggiungiamo eventualmente ancora acqua finchè il composto si staccherà dalle mani. Formiamo una palla e lasciamola riposare in una ciotola coperta da pellicola per qualche ora, finchè sarà raddoppiata (se usiamo il lievito di birra ci vorrà molto meno).
Trascorso il tempo necessario stendiamo la pasta con l'aiuto di un matterello in una striscia e ricaviamone dei bastoncini di 12-15 cm di lunghezza e 2 cm c.a. di larghezza e spessore. Rotoliamo sul piano di lavoro ciascun bastoncino in modo da allungarlo e fargli prendere la forma cilindrica classica del grissino. Pennelliamoli con acqua e rotoliamoli nei semi di papavero. Disponiamoli in teglia, lasciamoli riposare ancora mezz'ora e poi cuociamoli in forno molto caldo fino a doratura.
Al posto del papavero possiamo usare sesamo oppure rotolare i grissini nella semola di grano duro o cospargerli di fior di sale.
Sono piaciuti tanto a tutti e li rifarò presto (questo per chi ancora non li ha assaggiati).