2016-10-06

Ristorante Zio Enzo la Terrazza sul mare ad Acquappesa (CS)


Il mio ultimo percorso del gusto proprio sul mare. La sensazione quando si arriva in questo ristorante è quella di bere il mare, il locale si affaccia infatti a picco sulla magnifica costa tirrenica e sembra essere tutt’uno con l’elemento marino.

Un luogo fresco ed accogliente, l’ambiente è estremamente rilassante sia nella sala interna dove ci accomodiamo, visto che la giornata non è propriamente estiva, sia nella famosa terrazza che da il nome al locale, dove le tende bianche lasciano intravedere il blu del mare.

I piatti proposti da Zio Enzo sono i tradizionali di mare, non una carta vastissima ma collaudata e variata, come si conviene, secondo la disponibilità del pescato locale giornaliero. 
Impegno, passione e dedizione profusi dallo chef-proprietario con una semplicità che non ha pari.


Pietanze fresche e genuine in cui, come tiene a precisare Zio Enzo, la materia prima è tutto ed effettivamente notiamo che una ricerca c’è…oltre al pesce anche l’olio, la pasta e altri ingredienti base sono scelti tra i migliori a disposizione in Italia.

Una gustosissima capasanta con pancetta arrosto fa da entrée preparando le nostre papille ad accogliere le successive semplici bontà del menù.
 L’antipasto di mare proposto è composto da polpette di grongo, cotoletta di sgombro, polpo in insalata e alici marinate e presenta la particolarità di avere in un angolo del piatto un piccolo fiore balsamico che ci invitano a masticare alla fine del piatto per pulire la bocca e prepararla alle successive pietanze.
Le mezze maniche ai gamberi sono il primo che scegliamo e lo degustiamo con gli occhi fissi al mare, illuminato nel frattempo dal sole.

Per i secondi è d’obbligo cedere ai fritti, del resto come rinunciare a una frittura di calamaretti (così piccoli e teneri da mangiare interi) e alle guancette di rana pescatrice panate.

Resta solo lo spazio per un caffè ed un altro sorso di azzurro mare da continuare a godere con una passeggiata.
Ristorante Zio Enzo la Terrazza sul mare
C.da Macchia 9, Intavolata
87020 – Acquappesa (CS)
Tel. 347-8833041
http://zioenzo.com/
https://www.facebook.com/Ristorante-Zio-Enzo-la-Terrazza-sul-mare-366118881793/



Ristorante Zio Enzo la Terrazza sul mare ad Acquappesa (CS)


Il mio ultimo percorso del gusto proprio sul mare. La sensazione quando si arriva in questo ristorante è quella di bere il mare, il locale si affaccia infatti a picco sulla magnifica costa tirrenica e sembra essere tutt’uno con l’elemento marino.

Un luogo fresco ed accogliente, l’ambiente è estremamente rilassante sia nella sala interna dove ci accomodiamo, visto che la giornata non è propriamente estiva, sia nella famosa terrazza che da il nome al locale, dove le tende bianche lasciano intravedere il blu del mare.

I piatti proposti da Zio Enzo sono i tradizionali di mare, non una carta vastissima ma collaudata e variata, come si conviene, secondo la disponibilità del pescato locale giornaliero. 
Impegno, passione e dedizione profusi dallo chef-proprietario con una semplicità che non ha pari.


Pietanze fresche e genuine in cui, come tiene a precisare Zio Enzo, la materia prima è tutto ed effettivamente notiamo che una ricerca c’è…oltre al pesce anche l’olio, la pasta e altri ingredienti base sono scelti tra i migliori a disposizione in Italia.

Una gustosissima capasanta con pancetta arrosto fa da entrée preparando le nostre papille ad accogliere le successive semplici bontà del menù.
 L’antipasto di mare proposto è composto da polpette di grongo, cotoletta di sgombro, polpo in insalata e alici marinate e presenta la particolarità di avere in un angolo del piatto un piccolo fiore balsamico che ci invitano a masticare alla fine del piatto per pulire la bocca e prepararla alle successive pietanze.
Le mezze maniche ai gamberi sono il primo che scegliamo e lo degustiamo con gli occhi fissi al mare, illuminato nel frattempo dal sole.

Per i secondi è d’obbligo cedere ai fritti, del resto come rinunciare a una frittura di calamaretti (così piccoli e teneri da mangiare interi) e alle guancette di rana pescatrice panate.

Resta solo lo spazio per un caffè ed un altro sorso di azzurro mare da continuare a godere con una passeggiata.
Ristorante Zio Enzo la Terrazza sul mare
C.da Macchia 9, Intavolata
87020 – Acquappesa (CS)
Tel. 347-8833041
http://zioenzo.com/
https://www.facebook.com/Ristorante-Zio-Enzo-la-Terrazza-sul-mare-366118881793/



2016-10-02

Gigli Legù con vongole e seppia su passata di poverello

Una pasta che non è pasta, che è anzi l'anti pasta  con pochi carboidrati e tante proteine, esiste e si chiama Legù
Non è pasta ripeto, sono SOLO ceci, fagioli e piselli che hanno  facilità e modalità di consumo di un piatto di pasta pronto in 3 minuti. Grazie ai legumi, che ridotti in farina sono prima cotti dolcemente a vapore, Legù è ricca di proteine vegetali, un’alternativa alle proteine animali, adatta a chi vuole mangiare la pasta senza avere il problema della linea perché povera di carboidrati, ma ideale anche per vegani, sportivi, diabetici e celiaci. 
Io mi sono lasciata attrarre e l'ho voluta sperimentare nella mia cucina. Ora vi dico il risultato di questo esperimento: se la penso come pasta preferisco la pasta tradizionale ma se la penso come un prodotto diverso vi dirò che ha davvero un suo perché, e se poi per un attimo immagino di non poter più mangiare la pasta la ripenso come pasta e dico che in fondo Legù male non è anzi #LegùMiPiaciTu.
In questa preparazione ho accostato i gigli Legù ad un gustosissimo sauté di vongole e seppia ed ho servito il tutto con una calda e profumata cremina di fagioli bianchi scelti nella locale varietà poverello dell'area del Pollino, una sorta di tondino locale dalla buccia sottile.
Gigli Legù con vongole e seppia su passata di poverello
Ingtredienti per 4 persone:
120 g di Gigli Legù
1 tazza di fagioli bianchi qualità poverello lessati
400 g di vongole
1 seppia
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
10-12 pomodorini
1/2 bicchiere di vino bianco
prezzemolo 
peperoncino
In un tegame largo versare un filo d'olio, l'aglio schiacciato, il peperoncino, un po' di code di prezzemolo tritate e i pomodorini a metà lasciar insaporire a fuoco vivace, unire il vino bianco e una volta sfumato levare l'aglio e unire  le vongole. Coprire il tegame e lasciar aprire le vongole, togliere il coperchio ed unire la seppia tagliata sottile. tenere sul fuoco appena il tempo che la seppia cambi colore. Prelevare un po' del liquido di cottura delle vongole e unirlo ai fagioli, frullarli a crema e tenere in caldo la crema ottenuta. Lessare legù in acqua salata a cui avremo aggiunto un po' d'olio. 
Servire legù su una base di crema di fagioli e suddividervi sopra il condimento preparato completando con foglie di prezzemolo tritate.

Gigli Legù con vongole e seppia su passata di poverello

Una pasta che non è pasta, che è anzi l'anti pasta  con pochi carboidrati e tante proteine, esiste e si chiama Legù
Non è pasta ripeto, sono SOLO ceci, fagioli e piselli che hanno  facilità e modalità di consumo di un piatto di pasta pronto in 3 minuti. Grazie ai legumi, che ridotti in farina sono prima cotti dolcemente a vapore, Legù è ricca di proteine vegetali, un’alternativa alle proteine animali, adatta a chi vuole mangiare la pasta senza avere il problema della linea perché povera di carboidrati, ma ideale anche per vegani, sportivi, diabetici e celiaci. 
Io mi sono lasciata attrarre e l'ho voluta sperimentare nella mia cucina. Ora vi dico il risultato di questo esperimento: se la penso come pasta preferisco la pasta tradizionale ma se la penso come un prodotto diverso vi dirò che ha davvero un suo perché, e se poi per un attimo immagino di non poter più mangiare la pasta la ripenso come pasta e dico che in fondo Legù male non è anzi #LegùMiPiaciTu.
In questa preparazione ho accostato i gigli Legù ad un gustosissimo sauté di vongole e seppia ed ho servito il tutto con una calda e profumata cremina di fagioli bianchi scelti nella locale varietà poverello dell'area del Pollino, una sorta di tondino locale dalla buccia sottile.
Gigli Legù con vongole e seppia su passata di poverello
Ingtredienti per 4 persone:
120 g di Gigli Legù
1 tazza di fagioli bianchi qualità poverello lessati
400 g di vongole
1 seppia
olio extravergine d'oliva
1 spicchio d'aglio
10-12 pomodorini
1/2 bicchiere di vino bianco
prezzemolo 
peperoncino
In un tegame largo versare un filo d'olio, l'aglio schiacciato, il peperoncino, un po' di code di prezzemolo tritate e i pomodorini a metà lasciar insaporire a fuoco vivace, unire il vino bianco e una volta sfumato levare l'aglio e unire  le vongole. Coprire il tegame e lasciar aprire le vongole, togliere il coperchio ed unire la seppia tagliata sottile. tenere sul fuoco appena il tempo che la seppia cambi colore. Prelevare un po' del liquido di cottura delle vongole e unirlo ai fagioli, frullarli a crema e tenere in caldo la crema ottenuta. Lessare legù in acqua salata a cui avremo aggiunto un po' d'olio. 
Servire legù su una base di crema di fagioli e suddividervi sopra il condimento preparato completando con foglie di prezzemolo tritate.

2016-09-20

Si fa presto a dire veg

Forchetta Mori Italian Factory, vaso Weck MCM Emballages
Quello che fino a poco tempo fa sembrava irrealizzabile sta avvenendo. Iniziamo a conoscere un nuovo modo di essere  un nuovo modo di alimentarsi. L'alimentazione vegana ma anche semplicemente la vegetariana iniziano a farsi strada nella nostra società. Solo che io un po' di paura ce l'ho, ho paura che si tratti semplicemente di una moda e che le industrie sfrutteranno il momento per propinare agli ignari acquirenti prodotti certamente non più sani di quelli tradizionali ma solo diversi e in egual misura (se non di più) artefatti e industriali.
Facile dire cornetto vegano ogni mattina al bar ma difficile capire se dietro quella parola si nasconda un prodotto davvero sano o pieno di sostanze grasse e nocive per la salute al pari di quello tradizionale. Facile reperire ormai tofu e seitan al supermercato sotto casa ma siamo sicuri che rispettano tutti i canoni di produzione e non includano conservanti che danneggiano la salute più degli alimenti industriali tradizionali? Certo non nascondo il piacere e la sorpresa di trovare ad un buffet in occasione di un matrimonio (uno di quelli della passate estate) un'isola dedicata ai piatti vegani tra i tanti colorate insalatine di quinoa, semi, frutta secca e germogli mischiati ad arte e con discreto gusto ma attenzione, ripeto. 
Io alle mode mi concedo sempre con un po' di parsimonia e prima di cedere alle tentazioni cerco di capire bene quello di cui parliamo. Leggo e mi documento instancabilmente ma se prima davanti a un libro di ricette vegane mi trovavo spersa tra le pagine senza sapere cosa in effetti poteva diventare fattibile nella mia cucina, oggi sono felice di piegare le pagine con l'intento di assaggiare questi nuovi gusti vista la facilità di reperimento degli ingredienti base e non mi lascio sfuggire le nuove pubblicazioni, fonti di idee gustose perfette per la salute ed il benessere de nostro organismo.
Ho imparato che anche la cambusa di un'imbarcazione può essere assolutamente vegetariana e che non necessariamente vivendo in mezzo al mare bisogna sacrificare chi il mare lo abita soprattutto se parliamo della cabusa di una delle navi di Sea Shepherd. Pensa mangia agisci! Sonda Edizioni ci racconta la cucina di Raffaella Tolicetti  capocuoca e attivista Sea Shepherd, una cucina sana senza sprechi e assutamente creativa e capace di tirar su il morale all'intero equipaggio anche durante una tempesta o mentre si viene speronati da una baleniera giapponese.
Dolce e salato di Alice Savorelli edito sempre da Sonda è una miniera di idee e piatti per chi ama i gusti dolci, per chi predilige il salato e per chi ama entrambi anche nello stesso piatto. 60 ricette vegane, naturali, sane ed intriganti che limitano o, in alcuni casi,  eliminano sia lo zucchero che il sale utlissime per scoprire nuovi sapori ed imparare nuovi modi per arricchire la nostra esperienza del dolce e del salato.
Della stessa autrice, che è anche la food-blogger di cottoecrudo.com, Gelati e sorbetti vegan di TerraNuova Edizioni. Per l'estate, ma non solo, gelati a tutto spiano, sorbetti, ghiaccioli e granite assolutamente tutti vegani (per davvero non come quelli che si trovano in giro) privi di latte e senza zucchero raffinato per concedersi a cuor leggero tante golose prelibatezze  senza rinunciare a uno stile alimentare etico.
E poi si va oltre. E se pensate che i crudisti vivano con sacrificio la stagione invernale vi sbagliate di grosso. Cucinare crudo d'inverno di Sara Cargnello e Valentina Dalla Pria per Sonda offre tante idee per assaporare anche nella stagione fredda ottime combinazioni di sapori. Tantissime ricette e proposte, tutte fotografate, che spaziano dalle colazioni agli antipasti, dai pani e focacce ai primi piatti, dalle zuppe ai piatti unici ai biscotti e alle torte golose. Con tutte le informazioni sui super cibi da utilizzare, sulle associazioni alimentari corrette e per iniziare a mangiare sano e crudo; tutte vegetali al 100% e irresistibili. 
Anche per me che vedo la scelta crudista estrema ci sono nel libro ottimi spunti anche per la presentazione dei piatti a base di vegetali.
Io i piatti vegetariani inizio ad amarli soprattutto quanto prevedono l'utilizzo di legumi e cereali e quindi vi presento un piatto perfetto per un pranzo quotidiano che si presta ad essere preparato in anticipo ed è anche facile da trasportare per chi la schiscetta della pausa pranzo se la prepara da solo.
Bulgur al curry di ceci, peperoni e zucchine
Ingredienti per 4 persone:
1 tazza di bulgur integrale
1 tazza di ceci lessati 
4 peperoni rossi e verdi
2 zucchine
1 cipolla
1 cucchiaio di polvere di curry extrapiccante
olio extravergine d'oliva
sale
Affettare la cipolla, le zucchine e i peperoni appassirli in un tegame con olio e sale finché risultano teneri ma non disfatti. Unire i ceci e il curry. Cuocere il bulgur e condirlo con le verdure preparate.

Si fa presto a dire veg

Forchetta Mori Italian Factory, vaso Weck MCM Emballages
Quello che fino a poco tempo fa sembrava irrealizzabile sta avvenendo. Iniziamo a conoscere un nuovo modo di essere  un nuovo modo di alimentarsi. L'alimentazione vegana ma anche semplicemente la vegetariana iniziano a farsi strada nella nostra società. Solo che io un po' di paura ce l'ho, ho paura che si tratti semplicemente di una moda e che le industrie sfrutteranno il momento per propinare agli ignari acquirenti prodotti certamente non più sani di quelli tradizionali ma solo diversi e in egual misura (se non di più) artefatti e industriali.
Facile dire cornetto vegano ogni mattina al bar ma difficile capire se dietro quella parola si nasconda un prodotto davvero sano o pieno di sostanze grasse e nocive per la salute al pari di quello tradizionale. Facile reperire ormai tofu e seitan al supermercato sotto casa ma siamo sicuri che rispettano tutti i canoni di produzione e non includano conservanti che danneggiano la salute più degli alimenti industriali tradizionali? Certo non nascondo il piacere e la sorpresa di trovare ad un buffet in occasione di un matrimonio (uno di quelli della passate estate) un'isola dedicata ai piatti vegani tra i tanti colorate insalatine di quinoa, semi, frutta secca e germogli mischiati ad arte e con discreto gusto ma attenzione, ripeto. 
Io alle mode mi concedo sempre con un po' di parsimonia e prima di cedere alle tentazioni cerco di capire bene quello di cui parliamo. Leggo e mi documento instancabilmente ma se prima davanti a un libro di ricette vegane mi trovavo spersa tra le pagine senza sapere cosa in effetti poteva diventare fattibile nella mia cucina, oggi sono felice di piegare le pagine con l'intento di assaggiare questi nuovi gusti vista la facilità di reperimento degli ingredienti base e non mi lascio sfuggire le nuove pubblicazioni, fonti di idee gustose perfette per la salute ed il benessere de nostro organismo.
Ho imparato che anche la cambusa di un'imbarcazione può essere assolutamente vegetariana e che non necessariamente vivendo in mezzo al mare bisogna sacrificare chi il mare lo abita soprattutto se parliamo della cabusa di una delle navi di Sea Shepherd. Pensa mangia agisci! Sonda Edizioni ci racconta la cucina di Raffaella Tolicetti  capocuoca e attivista Sea Shepherd, una cucina sana senza sprechi e assutamente creativa e capace di tirar su il morale all'intero equipaggio anche durante una tempesta o mentre si viene speronati da una baleniera giapponese.
Dolce e salato di Alice Savorelli edito sempre da Sonda è una miniera di idee e piatti per chi ama i gusti dolci, per chi predilige il salato e per chi ama entrambi anche nello stesso piatto. 60 ricette vegane, naturali, sane ed intriganti che limitano o, in alcuni casi,  eliminano sia lo zucchero che il sale utlissime per scoprire nuovi sapori ed imparare nuovi modi per arricchire la nostra esperienza del dolce e del salato.
Della stessa autrice, che è anche la food-blogger di cottoecrudo.com, Gelati e sorbetti vegan di TerraNuova Edizioni. Per l'estate, ma non solo, gelati a tutto spiano, sorbetti, ghiaccioli e granite assolutamente tutti vegani (per davvero non come quelli che si trovano in giro) privi di latte e senza zucchero raffinato per concedersi a cuor leggero tante golose prelibatezze  senza rinunciare a uno stile alimentare etico.
E poi si va oltre. E se pensate che i crudisti vivano con sacrificio la stagione invernale vi sbagliate di grosso. Cucinare crudo d'inverno di Sara Cargnello e Valentina Dalla Pria per Sonda offre tante idee per assaporare anche nella stagione fredda ottime combinazioni di sapori. Tantissime ricette e proposte, tutte fotografate, che spaziano dalle colazioni agli antipasti, dai pani e focacce ai primi piatti, dalle zuppe ai piatti unici ai biscotti e alle torte golose. Con tutte le informazioni sui super cibi da utilizzare, sulle associazioni alimentari corrette e per iniziare a mangiare sano e crudo; tutte vegetali al 100% e irresistibili. 
Anche per me che vedo la scelta crudista estrema ci sono nel libro ottimi spunti anche per la presentazione dei piatti a base di vegetali.
Io i piatti vegetariani inizio ad amarli soprattutto quanto prevedono l'utilizzo di legumi e cereali e quindi vi presento un piatto perfetto per un pranzo quotidiano che si presta ad essere preparato in anticipo ed è anche facile da trasportare per chi la schiscetta della pausa pranzo se la prepara da solo.
Bulgur al curry di ceci, peperoni e zucchine
Ingredienti per 4 persone:
1 tazza di bulgur integrale
1 tazza di ceci lessati 
4 peperoni rossi e verdi
2 zucchine
1 cipolla
1 cucchiaio di polvere di curry extrapiccante
olio extravergine d'oliva
sale
Affettare la cipolla, le zucchine e i peperoni appassirli in un tegame con olio e sale finché risultano teneri ma non disfatti. Unire i ceci e il curry. Cuocere il bulgur e condirlo con le verdure preparate.

2016-09-15

Palazzo Pucci a Rocca Imperiale, uno stile di vita che ci piace

Stavolta per Diritto di Cronaca sono andata a conoscere la cucina di Palazzo Pucci a Rocca Imperiale.
Quando si scopre qualcosa di buono parlarne diventa facile e  scontato, per cui premetto che questo articolo si scriverà da solo. 

Nel borgo di Rocca Imperiale c'ero stata per il Castello e il museo delle cere in esso ospitato oltre che per la splendida vista della costa che dall'alto si può ammirare.  Ho trovato un motivo in più per tornarci di tanto in tanto il Ristorante Palazzo Pucci, l'accoglienza della signora Franca e del suo socio Ferdinando Di Leo nonché la formidabile cucina della chef Enza Crucinio. 

A vederla Enza capisci subito che è un vulcano di idee e fattività e poi se la location è strepitosa come quella che può offrire il piano basso di un antico palazzo nobiliare con grotte naturali e un giardino con l’immancabile pianta di limoni godibile in ogni stagione penso che le idee abbiano anche una buona superficie d’appoggio e  ottimi motivi per trasformarsi in piatti sorprendenti.

Palazzo Pucci non è solo un ristorante, è ristorante, pizzeria, vineria e braceria ma è soprattutto uno stile di vita come si legge sull’insegna, è uno stile slow fatto di ritmi lenti e coccole che arrivano in tavola, basta solo accomodarsi al tavolo preferito e lasciarsi trasportare dai ritmi della cucina, in fondo una giornata lenta Rocca Imperiale la merita pure e noi ce la concediamo.
L’ambiente è fresco e rilassante, perfettamente in sintonia con lo spirito del luogo nel quale è immerso.
Seduti a tavola iniziamo ad accogliere con curiosità ed interesse quanto la chef propone e non rinunciamo all’iniziale pensiero che arriva dalla cucina: delle croccantissime chips di patate e delle bruschette con peperoni e ‘nduja.

La tagliata di seppia arrostita su julienne di carote e zucchine è davvero superlativa e dire freschissima è poco. 
Il tris di boccaccelli calabresi è un concentrato di Calabria composto da tre assaggi di peperoni e uova, melanzane filanti e deliziosi asparagi con salsiccia. Uno dei più richiesti antipasti resta comunque il frittoccio, un cartoccio pieno di deliziose polpette fritte al cavolfiore, alle melanzane e con pecorino e noci che ricorda nella forma il mangiare che i contadini erano soliti portarsi appresso.

Nei primi assaggiamo il raviolo aperto ai frutti di mare in guazzetto di vongole, cozze, scampi e calamaretti, quasi un pezzetto di mare in un solo piatto e il delicatissimo e imperdibile riso karnak della piana di Sibari con gamberi dello Jonio mantecato al limone di Rocca Imperiale.
Non è da meno neppure la proposta di terra, le mezze lune al pecorino crotonese e pinoli mantecate alla crema di pistacchio di “Stigliano” sono un piatto ricchissimo di sapori e profumi.
Ottima la frittura di calamari e paranza dello Jonio cui si abbina a meraviglia la cipolla caramellata.  

Gli spiedini di polpo arrostiti sono strepitosi in abbinamento con le patate del Pollino, le olive taggiasche e i pomodorini confit.

I dolci ci parlano ancora di questo territorio e i limoni locali prendono la forma di una profumatissima crema servita con briciole di morbido dolce al cioccolato, meringa e frutta fresca di stagione. Ancora frutta fresca a rendere perfetta la sbriciolata di sfoglia su crema al whisky.

Non possiamo alzarci prima di aver assaggiato l’aromatico e intenso  limoncello prodotto dall’azienda Di Leo e il gradevolissimo e ghiacciato cherry preparato dalla signora Franca con la ricetta della nonna.
Proseguiamo con una passeggiata nel borgo che diventa anche l’occasione per una visita alla bottega Di Leo, a due passi dal curato  B&B La casa incantata, dove poter acquistare eccellenze a base di limoni, vini, olio, marmellate ma anche ceramiche artistiche e cosmetici naturali per portare a casa un ricordo di questo luogo.
Palazzo Pucci ristorante
Via Cincinnato 14
87074 - Rocca Imperiale (CS)
Tel. 0981936195
https://www.facebook.com/palazzopucci/?fref=ts