2007-10-01

Crostini di polenta con bieta saltata e lardo di Colonnata croccante


La preparazione di questo piatto sta tutta nel titolo, non c'è nulla di speciale perchè, come spesso dico, quando si usano prodotti di qualità eccelsa non c'è bisogno di preparazioni particolarmente complesse, in questo caso è il Lardo Riserva prodotto a Colonnata dalla Bottega Adò acquistabile su Esperya che caratterizza e da armonia al piatto.
Finora avevo provato molte qualità di lardo, alcune buone altre un pò meno, quello di Colonnata è sorprendente per l'aroma e per il sapore scioglievole e avvolgente all'assaggio come nessun altro. Vi confesso che affettato sottilmente mi piace mangiarlo addirittura senza pane. In questi crostini ho voluto però osare provando a passarlo un paio di minuti sotto al grill del forno, sorprendente anche nella versione croccante.

Per la preparazione della foto ideale da servire come antipasto o finger food ci occorrono:

12 fettine di polenta fredda (basta preparare la polenta nel modo usuale e poi versarla in una teglia da plum cake rivestita di pellicola pressando bene, quando è fredda si sforma e si ricavano le fette)
500 g c.a di bieta saltata in padella con uno spicchio d'aglio un filo d'olio e un poco di sale
12 fettine sottili di Lardo di Colonnata della Bottega Adò

Grigliamo la polenta su una piastra di ghisa da ambo i lati, poi disponiamo le fettine in una teglia antiaderente, suddividiamo sopra la polenta la bieta saltata ed infine il lardo arricciando un poco le fettine. Passiamo due minuti sotto il grill caldissimo togliamo dal forno e cospargiamo di pepe nero macinato al momento prima di servire.
Da gustare davanti al camino acceso accompagnando con un buon bicchiere di vino, quache esperto ci vuole consigliare l'abbinamento giusto?

Crostini di polenta con bieta saltata e lardo di Colonnata croccante


La preparazione di questo piatto sta tutta nel titolo, non c'è nulla di speciale perchè, come spesso dico, quando si usano prodotti di qualità eccelsa non c'è bisogno di preparazioni particolarmente complesse, in questo caso è il Lardo Riserva prodotto a Colonnata dalla Bottega Adò acquistabile su Esperya che caratterizza e da armonia al piatto.
Finora avevo provato molte qualità di lardo, alcune buone altre un pò meno, quello di Colonnata è sorprendente per l'aroma e per il sapore scioglievole e avvolgente all'assaggio come nessun altro. Vi confesso che affettato sottilmente mi piace mangiarlo addirittura senza pane. In questi crostini ho voluto però osare provando a passarlo un paio di minuti sotto al grill del forno, sorprendente anche nella versione croccante.

Per la preparazione della foto ideale da servire come antipasto o finger food ci occorrono:

12 fettine di polenta fredda (basta preparare la polenta nel modo usuale e poi versarla in una teglia da plum cake rivestita di pellicola pressando bene, quando è fredda si sforma e si ricavano le fette)
500 g c.a di bieta saltata in padella con uno spicchio d'aglio un filo d'olio e un poco di sale
12 fettine sottili di Lardo di Colonnata della Bottega Adò

Grigliamo la polenta su una piastra di ghisa da ambo i lati, poi disponiamo le fettine in una teglia antiaderente, suddividiamo sopra la polenta la bieta saltata ed infine il lardo arricciando un poco le fettine. Passiamo due minuti sotto il grill caldissimo togliamo dal forno e cospargiamo di pepe nero macinato al momento prima di servire.
Da gustare davanti al camino acceso accompagnando con un buon bicchiere di vino, quache esperto ci vuole consigliare l'abbinamento giusto?

2007-09-29

Quando il Raschera Dop incontra la zucca e i porcini

Tutto ha inizio con un regalo che mi hanno fatto: questo fantastico esemplare di Cucurbita maxima

me la sono guardata, fotografata e studiata per quasi una settimana pensando a cosa farne e rimandando forse un poco il momento della decisione per tenerla lì ancora un poco finchè non è arrivato a casa mia un bel pezzo di Raschera dop della bottega Esperya allora non ho avuto più esitazioni.

Il Raschera è un antico formaggio piemontese, precisamente del cuneese prende il nome dall'omonimo lago, ha una forma particolare quasi a parallelepipedo con pasta morbida a occhiature irregolari che si scioglie in bocca. Quello di Esperya viene dal Caseificio Persia, tra Saluzzo e Bra, ha sapore solido e persistente con una gradevole tendenza al mandorlaceo. Questo tipo di formaggio ben si presta alla preparazione di gustose e sapide fondute.Così ho pensato perchè non unire le due cose arricchendo la preparazione con un altro ingrediente tipico dell'autunno il porcino.

Ne è venuto fuori un meraviglioso primo di cui vi lascio la ricetta

Gnocchi di zucca ai porcini su fonduta di Raschera Dop

Per gli gnocchi occorrono:

600 g di zucca cotta al vapore, 200 g di patate lesse, 200 g di farina 00, 2 cucchiai di Parmigiano grattugiato, 1 pizzico di noce moscata

Per il condimento ai porcini:

2 funghi porcini freschi (o in mancanza una manciata di porcini essiccati), 1 spicchio d'aglio, 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, 1 foglia d'alloro, vino bianco, pepe nero, sale aromatico di Cervia, un rametto di prezzemolo, 20 g di burro

Per la fonduta di Raschera Dop:

200 g di formaggio Raschera privo della crosta, 150 ml di latte, 20 g di burro, un tuorlo d'uovo, 2 cucchiai di acqua fredda

Prepariamo gli gnocchi impastando tutti gli ingredienti, raccogliamo poi il composto in una sacca da pasticcere fino al momento di cuocerli.

Intanto affettiamo sottilmente i funghi (o ammolliamo quelli secchi in acqua e latte), in una capace padella scaldiamo l'olio con l'aglio, aggiungiamo l'alloro ed i funghi, sfumiamo con del vino bianco, saliamo e pepiamo. Quando i funghi saranno cotti, spegnamo il fuoco ed aggiungiamo il burro e il prezzemolo.

Intanto prepariamo la fonduta sciogliendo a bagnomaria il Raschera con il latte e il burro. Togliamo dal fuoco ed amalgamiamo il tuorlo, rimettiamo sul fuoco per circa dieci minuti finchè la preparazione non si addensa, tolto il pentolino dal fuoco aggiungiamo due cucchiai di acqua fredda e teniamo in caldo la preparazione.

Mettiamo a bollire l'acqua per gli gnocchi che lasceremo scivolare nella pentola direttamente dalla sacca, come vengono a galla li prendiamo con un mestolo forato e li versiamo nella padella dei funghi, procediamo così fino alla fine.

Saltiamo poi gli gnocchi col condimento di funghi per due minuti a fuoco vivace.

Disponiamo in ciascun piatto un mestolino di fonduta, sistemiamo sopra gli gnocchi e completiamo con una manciata di prezzemolo tritato.

Esperienza da ripetere senza alcun dubbio!

Quando il Raschera Dop incontra la zucca e i porcini

Tutto ha inizio con un regalo che mi hanno fatto: questo fantastico esemplare di Cucurbita maxima

me la sono guardata, fotografata e studiata per quasi una settimana pensando a cosa farne e rimandando forse un poco il momento della decisione per tenerla lì ancora un poco finchè non è arrivato a casa mia un bel pezzo di Raschera dop della bottega Esperya allora non ho avuto più esitazioni.

Il Raschera è un antico formaggio piemontese, precisamente del cuneese prende il nome dall'omonimo lago, ha una forma particolare quasi a parallelepipedo con pasta morbida a occhiature irregolari che si scioglie in bocca. Quello di Esperya viene dal Caseificio Persia, tra Saluzzo e Bra, ha sapore solido e persistente con una gradevole tendenza al mandorlaceo. Questo tipo di formaggio ben si presta alla preparazione di gustose e sapide fondute.Così ho pensato perchè non unire le due cose arricchendo la preparazione con un altro ingrediente tipico dell'autunno il porcino.

Ne è venuto fuori un meraviglioso primo di cui vi lascio la ricetta

Gnocchi di zucca ai porcini su fonduta di Raschera Dop

Per gli gnocchi occorrono:

600 g di zucca cotta al vapore, 200 g di patate lesse, 200 g di farina 00, 2 cucchiai di Parmigiano grattugiato, 1 pizzico di noce moscata

Per il condimento ai porcini:

2 funghi porcini freschi (o in mancanza una manciata di porcini essiccati), 1 spicchio d'aglio, 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, 1 foglia d'alloro, vino bianco, pepe nero, sale aromatico di Cervia, un rametto di prezzemolo, 20 g di burro

Per la fonduta di Raschera Dop:

200 g di formaggio Raschera privo della crosta, 150 ml di latte, 20 g di burro, un tuorlo d'uovo, 2 cucchiai di acqua fredda

Prepariamo gli gnocchi impastando tutti gli ingredienti, raccogliamo poi il composto in una sacca da pasticcere fino al momento di cuocerli.

Intanto affettiamo sottilmente i funghi (o ammolliamo quelli secchi in acqua e latte), in una capace padella scaldiamo l'olio con l'aglio, aggiungiamo l'alloro ed i funghi, sfumiamo con del vino bianco, saliamo e pepiamo. Quando i funghi saranno cotti, spegnamo il fuoco ed aggiungiamo il burro e il prezzemolo.

Intanto prepariamo la fonduta sciogliendo a bagnomaria il Raschera con il latte e il burro. Togliamo dal fuoco ed amalgamiamo il tuorlo, rimettiamo sul fuoco per circa dieci minuti finchè la preparazione non si addensa, tolto il pentolino dal fuoco aggiungiamo due cucchiai di acqua fredda e teniamo in caldo la preparazione.

Mettiamo a bollire l'acqua per gli gnocchi che lasceremo scivolare nella pentola direttamente dalla sacca, come vengono a galla li prendiamo con un mestolo forato e li versiamo nella padella dei funghi, procediamo così fino alla fine.

Saltiamo poi gli gnocchi col condimento di funghi per due minuti a fuoco vivace.

Disponiamo in ciascun piatto un mestolino di fonduta, sistemiamo sopra gli gnocchi e completiamo con una manciata di prezzemolo tritato.

Esperienza da ripetere senza alcun dubbio!

2007-09-27

Meme: 8 cose su di me

Non ho ancora capito quale sia veramente il titolo di questo meme, nè quante persone esattamente mi hanno invitata dal momento che quando si risponde bisogna invitare altre otto persone, ringrazio tutti Tulip, Roxy, Dolcetto e chiunque altro mi abbia invitato o abbia intenzione di farlo.
Leggere le risposte degli altri mi è piaciuto tanto spero valga la stessa cosa per le mie, questi meme aiutano a conoscerci meglio e poi è divertente sbirciare nella vita altrui altrimenti il successo di Grande Fratello & co. non si spiegherebbe.

1. REBECCA ovvero lei:

la mia dolce nipotina, una baby gourmet, di due anni e otto mesi. Per lei sono zia CoCo con l'accento sull'ultima o, questo è il motivo per cui ho scelto CoCo come pseudonimo.

2. MESTIERI Da piccola dicevo di voler diventare Papa (si Pontefice), credo che la colpa però fosse di mio padre che ha sempre creduto troppo nelle mie possibilità. Poi volevo diventare Presidente della Repubblica, poi mi sono alquanto ridimensionata ed ho deciso di fare l'avvocato e questa è stata la mia irrevocabile scelta.

3. PASSIONI Ho studiato pianoforte per diversi anni ma non suono più da tanti altri; disegnavo e dipingevo praticamente su tutto ma non prendo più in mano matita o pennello. Spero di non dover dire un giorno: "avevo un blog di cucina ma non mi avvicino più ai fornelli!"

4. AMORE Il mio cuore è impegnatissimo, da dodici anni ho accanto una persona speciale con cui ho superato una valanga di difficoltà e fasi alterne, spero di sposarlo l'anno prossimo.

5. SOGNI Ho tanti sogni da realizzare. Uno per tutti? Scrivere un libro, solo che non ho ancora trovato cosa dire, un giorno...forse.

6. CIBO Amo i cibi particolari, gli ingredienti che scatenano la mia fantasia culinaria. Se vado in un posto non posso fare a meno di tornare carica di generi alimentari, tanto meglio se si tratta di prodotti mai assaggiati e quando qualcuno mi fa un regalo mangereccio mi ha conquistata.

7. TIMIDEZZA Sembro sfacciata e sicura di me, ma temo sempre di non piacere agli altri, poi se penso alle telecamere sto male non ce la farei ad andare in Tv ed infatti non ho neppure il coraggio di postare una mia foto (ma non sono un mostro sono normale giuro).

8. VIAGGI Amo viaggiare (e a chi non piace!) e ritengo che l'Italia sia tutta da scoprire, piena di posti da vedere, conoscere e gustare grandi città o minuscoli borghi, luoghi ai più sconosciuti. Il mio sogno però resta la Francia, vorrei visitarla in lungo e largo.

Ecco una parte di me, passo la parola a chiunque legga questo post ed abbia voglia di rispondere.

Meme: 8 cose su di me

Non ho ancora capito quale sia veramente il titolo di questo meme, nè quante persone esattamente mi hanno invitata dal momento che quando si risponde bisogna invitare altre otto persone, ringrazio tutti Tulip, Roxy, Dolcetto e chiunque altro mi abbia invitato o abbia intenzione di farlo.
Leggere le risposte degli altri mi è piaciuto tanto spero valga la stessa cosa per le mie, questi meme aiutano a conoscerci meglio e poi è divertente sbirciare nella vita altrui altrimenti il successo di Grande Fratello & co. non si spiegherebbe.

1. REBECCA ovvero lei:

la mia dolce nipotina, una baby gourmet, di due anni e otto mesi. Per lei sono zia CoCo con l'accento sull'ultima o, questo è il motivo per cui ho scelto CoCo come pseudonimo.

2. MESTIERI Da piccola dicevo di voler diventare Papa (si Pontefice), credo che la colpa però fosse di mio padre che ha sempre creduto troppo nelle mie possibilità. Poi volevo diventare Presidente della Repubblica, poi mi sono alquanto ridimensionata ed ho deciso di fare l'avvocato e questa è stata la mia irrevocabile scelta.

3. PASSIONI Ho studiato pianoforte per diversi anni ma non suono più da tanti altri; disegnavo e dipingevo praticamente su tutto ma non prendo più in mano matita o pennello. Spero di non dover dire un giorno: "avevo un blog di cucina ma non mi avvicino più ai fornelli!"

4. AMORE Il mio cuore è impegnatissimo, da dodici anni ho accanto una persona speciale con cui ho superato una valanga di difficoltà e fasi alterne, spero di sposarlo l'anno prossimo.

5. SOGNI Ho tanti sogni da realizzare. Uno per tutti? Scrivere un libro, solo che non ho ancora trovato cosa dire, un giorno...forse.

6. CIBO Amo i cibi particolari, gli ingredienti che scatenano la mia fantasia culinaria. Se vado in un posto non posso fare a meno di tornare carica di generi alimentari, tanto meglio se si tratta di prodotti mai assaggiati e quando qualcuno mi fa un regalo mangereccio mi ha conquistata.

7. TIMIDEZZA Sembro sfacciata e sicura di me, ma temo sempre di non piacere agli altri, poi se penso alle telecamere sto male non ce la farei ad andare in Tv ed infatti non ho neppure il coraggio di postare una mia foto (ma non sono un mostro sono normale giuro).

8. VIAGGI Amo viaggiare (e a chi non piace!) e ritengo che l'Italia sia tutta da scoprire, piena di posti da vedere, conoscere e gustare grandi città o minuscoli borghi, luoghi ai più sconosciuti. Il mio sogno però resta la Francia, vorrei visitarla in lungo e largo.

Ecco una parte di me, passo la parola a chiunque legga questo post ed abbia voglia di rispondere.

Torta di yogurt e mele


Qualche post fa la bravissima Ady di Diario di una Passione pubblicava la ricetta della famosa ciambella dei 7 vasetti che tutti credo conosciamo e qualora vi fosse tra noi chi non l'ha mai sperimentata è invitato a farlo presto che non sa cosa si perde in caso contrario.
E' una base semplice, sana e leggera che viene sempre bene e si presta ad essere arricchita in mille modi diversi tanto che mi verrebbe voglia di indire un meme per scoprire quante varianti siamo capaci di creare con questa base.
Non occorre la bilancia dal momento che l'unità di misura è il vasetto dello yogurt ed è così semplice che anche i bambini possono provare a farla da soli.
Io stavolta l'ho arricchita con le mele (le ultime due del carico Alto Atesino) ed ho usato al posto del solito olio, l'olio di semi d'uva consigliatomi da mio cugino per la leggerezza che conferisce ai dolci.

A voi la ricetta:
1 vasetto di yogurt bianco
2 vasetti di zucchero
3 vasetti di farina
1 vasetto di olio di semi d'uva (o quello che voi preferite Ady usa quello di riso io anche quello d'oliva)
1 bustina di lievito vanigliato per dolci
3 uova
aromi o altri ingredienti a piacere (nel mio caso solo due belle mele golden e un pò di zucchero semolato, quando faccio la versione semplice invece aggiungo solo la scorza di un limone grattugiata)

Montiamo a neve gli albumi con un pizzico di sale. A parte sbattiamo i tuorli con lo zucchero e lo yogurt, aggiungiamo l'olio e la farina setacciata col lievito, in ultimo incorporiamo gli albumi montati a neve.
Sbucciamo, detorsoliamo e tagliamo ogni mela in quattro spicchi.
Da ogni spicchio ricaviamo un ventaglietto tagliando lo spicchio a fettine sottili senza arrivare in fondo. Disponiamo in una teglia rettangolare gli otto spicchi intagliati dopo averli passati nello zucchero semolato e versiamo sopra il composto preparato. Inforniamo a 180° per 30-40 minuti dipende fallo spessore. Quando la faccio a ciambella viene più alta con le mele ho scelto una teglia più larga per non farle affondare completamente.

Una strana versione di questo dolce è quella che preparo con la marmellata di mirtilli, trattengo dalla dose indicata un poco di zucchero ed aggiungo un vasetto di marmellata di mirtilli. Il risultato è una ciambella viola che sembra un dolce stregato ideale per far divertire i bambini durante la preparazione.

Torta di yogurt e mele


Qualche post fa la bravissima Ady di Diario di una Passione pubblicava la ricetta della famosa ciambella dei 7 vasetti che tutti credo conosciamo e qualora vi fosse tra noi chi non l'ha mai sperimentata è invitato a farlo presto che non sa cosa si perde in caso contrario.
E' una base semplice, sana e leggera che viene sempre bene e si presta ad essere arricchita in mille modi diversi tanto che mi verrebbe voglia di indire un meme per scoprire quante varianti siamo capaci di creare con questa base.
Non occorre la bilancia dal momento che l'unità di misura è il vasetto dello yogurt ed è così semplice che anche i bambini possono provare a farla da soli.
Io stavolta l'ho arricchita con le mele (le ultime due del carico Alto Atesino) ed ho usato al posto del solito olio, l'olio di semi d'uva consigliatomi da mio cugino per la leggerezza che conferisce ai dolci.

A voi la ricetta:
1 vasetto di yogurt bianco
2 vasetti di zucchero
3 vasetti di farina
1 vasetto di olio di semi d'uva (o quello che voi preferite Ady usa quello di riso io anche quello d'oliva)
1 bustina di lievito vanigliato per dolci
3 uova
aromi o altri ingredienti a piacere (nel mio caso solo due belle mele golden e un pò di zucchero semolato, quando faccio la versione semplice invece aggiungo solo la scorza di un limone grattugiata)

Montiamo a neve gli albumi con un pizzico di sale. A parte sbattiamo i tuorli con lo zucchero e lo yogurt, aggiungiamo l'olio e la farina setacciata col lievito, in ultimo incorporiamo gli albumi montati a neve.
Sbucciamo, detorsoliamo e tagliamo ogni mela in quattro spicchi.
Da ogni spicchio ricaviamo un ventaglietto tagliando lo spicchio a fettine sottili senza arrivare in fondo. Disponiamo in una teglia rettangolare gli otto spicchi intagliati dopo averli passati nello zucchero semolato e versiamo sopra il composto preparato. Inforniamo a 180° per 30-40 minuti dipende fallo spessore. Quando la faccio a ciambella viene più alta con le mele ho scelto una teglia più larga per non farle affondare completamente.

Una strana versione di questo dolce è quella che preparo con la marmellata di mirtilli, trattengo dalla dose indicata un poco di zucchero ed aggiungo un vasetto di marmellata di mirtilli. Il risultato è una ciambella viola che sembra un dolce stregato ideale per far divertire i bambini durante la preparazione.

2007-09-26

Torta diplomatica alle pesche

Prima che le pesche non si trovino più mi pare il caso di lasciarvi la ricetta della Torta diplomatica alle pesche, preparata non a caso per la festa di diploma di mia cugina Tina (diplomatica-diploma) e per l'occasione agghindata di verde. Premetto che a fare tutto tutto, questo dolce presenta un procedimento lunghino considerando che io son partita dalla pasta sfoglia, passando per il pan di spagna e giungendo alla crema pasticcera ed alle pesche sciroppate in casa, però - e questo lo diciamo a bassa voce - se qualcuno vuole provare con le scorciatoie faccia pure, almeno la pasta sfoglia si può comprare già pronta in rotoli, non così forse per il pan di spagna (che non ne ho mai trovato uno decente pronto) oppure la crema e le pesche che fatte in casa sono tutta un'altra cosa.

Ingredienti:
500 g di pasta sfoglia in due rotoli
1 Pan di Spagna preparato con 4 uova, 150 g di zucchero, 150 g di farina, 1/2 bustina di vanillina
crema pasticcera per cui utilizzeremo 500 ml di latte, 4 tuorli, 8 cucchiai di zucchero, 4 di farina, 1/2 baccello di vaniglia
pesche sciroppate da preparare con 1Kg di pesche, 300 g di zucchero, 300 ml di acqua, 3 rametti di menta, 1 limone non trattato
zucchero a velo q.b.

Stendiamo ciascun rotolo di sfoglia in una teglia intagliamo qua e là con la punta di un coltello, pennelliamo le sfoglie di acqua e cospargiamo di zucchero a velo, inforniamo fino a doratura.
Intanto prepariamo il pan di spagna montando per 15/20 minuti le uova con lo zucchero ed aggiungendo, solo quando il composto risulterà gonfio e spumoso la farina e la vanillina. Mettiamo in teglia rettangolare e cuociamo in forno già caldo per evitare che smonti.
Passiamo poi alle pesche che prepareremo secondo le indicazioni della zuppa inglese alle pesche. mentre le basi e le pesche si raffreddano possiamo preparare la nostra crema secondo il metodo consueto, montiamo tuorli con zucchero, aggiungiamo farina e poi a filo il latte nel quale avremo fatto bollire la vaniglia, poniamo sul fuoco finchè non si addensa.
Quando è tutto pronto passiamo a comporre il dolce: prima di tutto occorre pareggiare le sfoglie ed il pan di spagna che devono risultare della medesima dimensione.
Posizioniamo su un vassoio una sfoglia copriamo con metà della crema e delle pesche sciroppare a fettine, disponiamo sopra il pan di spagna, bagnamolo per bene con lo sciroppo di cottura delle pesche filtrato, facciamo ancora uno strato di crema e pesche e chiudiamo con l'altra sfoglia. Quando il dolce sarà freddo cospargiamo di abbondante zucchero a velo.
Le pesche danno quel gusto in più è naturale però che il diplomatico è eccezionale anche senza avendo cura in tal caso di bagnare il pan di spagna con Alkermes o altro liquore a piacere.

Torta diplomatica alle pesche

Prima che le pesche non si trovino più mi pare il caso di lasciarvi la ricetta della Torta diplomatica alle pesche, preparata non a caso per la festa di diploma di mia cugina Tina (diplomatica-diploma) e per l'occasione agghindata di verde. Premetto che a fare tutto tutto, questo dolce presenta un procedimento lunghino considerando che io son partita dalla pasta sfoglia, passando per il pan di spagna e giungendo alla crema pasticcera ed alle pesche sciroppate in casa, però - e questo lo diciamo a bassa voce - se qualcuno vuole provare con le scorciatoie faccia pure, almeno la pasta sfoglia si può comprare già pronta in rotoli, non così forse per il pan di spagna (che non ne ho mai trovato uno decente pronto) oppure la crema e le pesche che fatte in casa sono tutta un'altra cosa.

Ingredienti:
500 g di pasta sfoglia in due rotoli
1 Pan di Spagna preparato con 4 uova, 150 g di zucchero, 150 g di farina, 1/2 bustina di vanillina
crema pasticcera per cui utilizzeremo 500 ml di latte, 4 tuorli, 8 cucchiai di zucchero, 4 di farina, 1/2 baccello di vaniglia
pesche sciroppate da preparare con 1Kg di pesche, 300 g di zucchero, 300 ml di acqua, 3 rametti di menta, 1 limone non trattato
zucchero a velo q.b.

Stendiamo ciascun rotolo di sfoglia in una teglia intagliamo qua e là con la punta di un coltello, pennelliamo le sfoglie di acqua e cospargiamo di zucchero a velo, inforniamo fino a doratura.
Intanto prepariamo il pan di spagna montando per 15/20 minuti le uova con lo zucchero ed aggiungendo, solo quando il composto risulterà gonfio e spumoso la farina e la vanillina. Mettiamo in teglia rettangolare e cuociamo in forno già caldo per evitare che smonti.
Passiamo poi alle pesche che prepareremo secondo le indicazioni della zuppa inglese alle pesche. mentre le basi e le pesche si raffreddano possiamo preparare la nostra crema secondo il metodo consueto, montiamo tuorli con zucchero, aggiungiamo farina e poi a filo il latte nel quale avremo fatto bollire la vaniglia, poniamo sul fuoco finchè non si addensa.
Quando è tutto pronto passiamo a comporre il dolce: prima di tutto occorre pareggiare le sfoglie ed il pan di spagna che devono risultare della medesima dimensione.
Posizioniamo su un vassoio una sfoglia copriamo con metà della crema e delle pesche sciroppare a fettine, disponiamo sopra il pan di spagna, bagnamolo per bene con lo sciroppo di cottura delle pesche filtrato, facciamo ancora uno strato di crema e pesche e chiudiamo con l'altra sfoglia. Quando il dolce sarà freddo cospargiamo di abbondante zucchero a velo.
Le pesche danno quel gusto in più è naturale però che il diplomatico è eccezionale anche senza avendo cura in tal caso di bagnare il pan di spagna con Alkermes o altro liquore a piacere.

2007-09-25

Le girelle al pesto di pomodori secchi


Qualcuno ha detto che la mia è una cucina semplice, quasi di recupero. Bè! In effetti se ci penso, escluso qualche tentativo più o meno riuscito (dipende dai gusti) di emulare i grandi chef, la mia è e resta una cucina "di casa" fatta di semplici cose alla portata di tutti perchè in fondo mangiamo tutti i giorni e tutti i giorni è bello portare in tavola qualcosa di diverso che gratifichi sì la vista ma che abbia poi soprattutto il potere di appagare il palato. Qualcosa che sia capace di dare gioia, seppur effimera, non solo a chi prepara ma anche a chi - suo malgrado per colpa o per destino - si trova a degustare.

In questi semplici esperimenti culinari, che metto in pratica giorno dopo giorno tra le occhiatacce di mia madre e i sorrisetti di qualcun altro, non potevo esimermi dalll'utilizzare uno dei prodotti cardine della tradizione calabrese: i pomodori secchi.

Qualora tra voi ci fosse chi non li ha mai assaggiati e neanche sentito parlare vi spiego in poche parole cosa sono e come si preparano. Quando il sole è ancora caldo, in genere nel mese di agosto, le massaie calabresi preparano i pomodori da essiccare al sole: basta dividere i freschi pomodori - qualità San Marzano possibilmente - in due metà longitudinali salarli e stenderli poi su un graticcio ad asciugare al sole avendo cura di portarli in casa dopo il tramonto e di riesporli col nuovo giorno. Una volta secchi si lavano con acqua calda e si asciugano. Si condiscono poi con olio, mentuccia fresca e aglio e si sistemano poi nei vasi di vetro , pressandoli e coprendo poi fino al bordo con altro olio.
Si gustano con tutto ciò che si vuole salumi, carne arrosto o con delle semplici uova al tegamino.
Io ho pensato di farne del pesto che può a sua volta essere utilizzato per infinite altre preparazioni. L'ho provato semplicemente sui crostini di pane, ci ho condito la pasta aggiungendo delle foglioline di basilico fresco e considerando che era buono in tutti i modi alla fine ho trovato che farne delle focaccine, come quelle che vedete in foto, fosse la trovata più azzeccata.

Il pesto di pomodori secchi lo preparo così:
20/25 pomodori secchi sottolio
5 filetti d'acciuga
1/2 spicchio d'aglio
30 g di pinoli tostati
1 dl circa di olio extravergine d'oliva
qualche foglia di basilico.

Frullare tutto insieme, se sembra secco aggiungere ancora poco olio. Si conserva in frigo chiuso in un barattolo di vetro anche per più di un mese.
Per le girelle al pesto invece prendiamo della semplice pasta di pane, stendiamola a rettangolo col matterello, spalmiamola di pesto di pomodori secchi, arrotoliamola e tagliamo a fette di due centimetri circa. Disponiamo in teglia cospargiamo di origano e lasciamo lievitare una mezz'oretta prima di cuocere in forno caldo.
Nulla di più semplice e casalingo.

Le girelle al pesto di pomodori secchi


Qualcuno ha detto che la mia è una cucina semplice, quasi di recupero. Bè! In effetti se ci penso, escluso qualche tentativo più o meno riuscito (dipende dai gusti) di emulare i grandi chef, la mia è e resta una cucina "di casa" fatta di semplici cose alla portata di tutti perchè in fondo mangiamo tutti i giorni e tutti i giorni è bello portare in tavola qualcosa di diverso che gratifichi sì la vista ma che abbia poi soprattutto il potere di appagare il palato. Qualcosa che sia capace di dare gioia, seppur effimera, non solo a chi prepara ma anche a chi - suo malgrado per colpa o per destino - si trova a degustare.

In questi semplici esperimenti culinari, che metto in pratica giorno dopo giorno tra le occhiatacce di mia madre e i sorrisetti di qualcun altro, non potevo esimermi dalll'utilizzare uno dei prodotti cardine della tradizione calabrese: i pomodori secchi.

Qualora tra voi ci fosse chi non li ha mai assaggiati e neanche sentito parlare vi spiego in poche parole cosa sono e come si preparano. Quando il sole è ancora caldo, in genere nel mese di agosto, le massaie calabresi preparano i pomodori da essiccare al sole: basta dividere i freschi pomodori - qualità San Marzano possibilmente - in due metà longitudinali salarli e stenderli poi su un graticcio ad asciugare al sole avendo cura di portarli in casa dopo il tramonto e di riesporli col nuovo giorno. Una volta secchi si lavano con acqua calda e si asciugano. Si condiscono poi con olio, mentuccia fresca e aglio e si sistemano poi nei vasi di vetro , pressandoli e coprendo poi fino al bordo con altro olio.
Si gustano con tutto ciò che si vuole salumi, carne arrosto o con delle semplici uova al tegamino.
Io ho pensato di farne del pesto che può a sua volta essere utilizzato per infinite altre preparazioni. L'ho provato semplicemente sui crostini di pane, ci ho condito la pasta aggiungendo delle foglioline di basilico fresco e considerando che era buono in tutti i modi alla fine ho trovato che farne delle focaccine, come quelle che vedete in foto, fosse la trovata più azzeccata.

Il pesto di pomodori secchi lo preparo così:
20/25 pomodori secchi sottolio
5 filetti d'acciuga
1/2 spicchio d'aglio
30 g di pinoli tostati
1 dl circa di olio extravergine d'oliva
qualche foglia di basilico.

Frullare tutto insieme, se sembra secco aggiungere ancora poco olio. Si conserva in frigo chiuso in un barattolo di vetro anche per più di un mese.
Per le girelle al pesto invece prendiamo della semplice pasta di pane, stendiamola a rettangolo col matterello, spalmiamola di pesto di pomodori secchi, arrotoliamola e tagliamo a fette di due centimetri circa. Disponiamo in teglia cospargiamo di origano e lasciamo lievitare una mezz'oretta prima di cuocere in forno caldo.
Nulla di più semplice e casalingo.

2007-09-24

Tagliatelle di terra e di mare


In una delle mie giornate a tutta pasta ho prodotto una quantità industriale di tagliatelle all'uovo, spesse e rustiche proprio come piacciono a me. Caso ha voluto poi che mi imbattessi in una montagnola di borlotti freschi da sgranare.
Per completare il quadro mi mancava solo un altro ingrediente, ho pensato alla pancetta, ho pensato ai funghi, alla zucca ma alla fine ho scelto le cozze per dare quel sapore in più alle mie tagliatelle. Purtroppo non sono riuscita a trovarle fresche e mi sono accontentata delle cozze surgelate, però vi do la ricetta come Dio comanda ovvero con le cozze fresche.

Le tagliatelle le preparo semplicemente impastando farina e uova intere (un uovo a persona dovrebbe dare la giusta dose di tagliatelle).

Ecco il procedimento per il ragù di terra e mare per 4 bocche da sfamare
1/2 kg di fagioli borlotti freschi
1 costa di sedano
1 carota
1/2 cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
1 kg di cozze col guscio
1 dl di vino bianco
prezzemolo
dragoncello (anche essiccato)
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Dopo aver sgranato i fagioli, lessiamoli finchè risulteranno teneri (10/15 minuti per quelli freschi). Intanto tagliamo a piccoli cubetti il sedano, la carota e la cipolla, che faremo appassire in 4 cucchiai d'olio ed un mestolo di acqua calda.
Puliamo le cozze raschiando il guscio e facciamole aprire in un tegame col vino, 1 spicchio d'aglio, un pò di prezzemolo tritato ed una macinata di pepe nero.
Fatto ciò estraiamo i muscoli dalle valve (lasciandone qualcuna intera per decorazione) e lasciamo ridurre il liquido di cottura ancora un poco.
Aggiungiamo alle verdure i fagioli lessati e il liquido delle cozze filtrato, cuociamo altri cinque minuti, poi raccogliamo metà del condimento nel bicchiere del mixer e frulliamolo a crema. Rimettiamolo in padella insieme ai fagioli interi ed uniamo le cozze ed il dragongello.
Lessiamo la pasta e saltiamola in padella col condimento ed un mestolo di acqua di cottura della pasta, prima di servire completiamo con prezzemolo e pepe nero.