2009-06-30

Pomodori ripieni di mozzarella e pesto alle sarde

Non so per voi ma per me estate significa anche cene in terrazzo, messe su in quattro e quattro otto per stare in compagnia senza stressarsi troppo col fatidico cosa preparo? Via libera allora alle insalatone di pasta, di riso, di pesce o di carne, ai crostini tuttigusti e alle verdure ripiene che si possono declinare in mille modi secondo i gusti e le stagioni.
I pomodori ripieni che vi presento oggi hanno un duplice vantaggio, possono essere gustati a freddo o gratinati, come nel mio caso in forno per qualche minuto, dipende da quello che vi va e anche dal tempo a disposizione. Non ci sono regole fisse per la farcia solo tanta buona mozzarella fior di latte, qualche sarda al peperoncino piccante, aglio, prezzemolo, un filo d'olio e un po' di fantasia. Se poi volete fare i furbi, accorciando i tempi di preparazione (come me) vi conviene usare il Pesto Isolano di Sicilan Exquisiteness. Come si dice anche i furbi vanno in Paradiso...
Per ammortizzare il fuoco del ripieno consiglio di servire i pomodori su una fresca insalatina.
Ingredienti:
5-6 pomodori a grappolo
200 g di fior di latte
2-3 cucchiai di Pesto Isolano
Frulliamo la mozzarella con il pesto e utilizziamo il composto per farcire i pomodori, divisi in due, svuotati dai semi e lasciati capovolti a scolare. Passiamo, a piacere in forno per qualche minuto a gratinare e serviamo con una fresca insalata e dei crostini di pane.

Pomodori ripieni di mozzarella e pesto alle sarde

Non so per voi ma per me estate significa anche cene in terrazzo, messe su in quattro e quattro otto per stare in compagnia senza stressarsi troppo col fatidico cosa preparo? Via libera allora alle insalatone di pasta, di riso, di pesce o di carne, ai crostini tuttigusti e alle verdure ripiene che si possono declinare in mille modi secondo i gusti e le stagioni.
I pomodori ripieni che vi presento oggi hanno un duplice vantaggio, possono essere gustati a freddo o gratinati, come nel mio caso in forno per qualche minuto, dipende da quello che vi va e anche dal tempo a disposizione. Non ci sono regole fisse per la farcia solo tanta buona mozzarella fior di latte, qualche sarda al peperoncino piccante, aglio, prezzemolo, un filo d'olio e un po' di fantasia. Se poi volete fare i furbi, accorciando i tempi di preparazione (come me) vi conviene usare il Pesto Isolano di Sicilan Exquisiteness. Come si dice anche i furbi vanno in Paradiso...
Per ammortizzare il fuoco del ripieno consiglio di servire i pomodori su una fresca insalatina.
Ingredienti:
5-6 pomodori a grappolo
200 g di fior di latte
2-3 cucchiai di Pesto Isolano
Frulliamo la mozzarella con il pesto e utilizziamo il composto per farcire i pomodori, divisi in due, svuotati dai semi e lasciati capovolti a scolare. Passiamo, a piacere in forno per qualche minuto a gratinare e serviamo con una fresca insalata e dei crostini di pane.

2009-06-26

Libri da gustare in estate

Quando si parte per le vacanze? Io quest’anno come ben sapete nessuna partenza dato che aspetto l’arrivo del mio bambino, ma poiché l’ultimo periodo della gravidanza è quello in cui si poltrisce di più ho iniziato spulciare in libreria, tra i nuovi titoli, dei bei volumi che mi facciano compagnia.
I tre libri di cui vi voglio parlare sono diversissimi tra loro per natura e obiettivi ma sono accomunati, e come poteva essere diversamente, dal tema culinario.

Il primo libro è un ricettario di Raffaele De Giuseppe, edito da Bibliotheca Culinaria nella collana delle Cartoline. S’intitola Pesce azzurro e, come enuncia il titolo appunto, è tutto dedicato agli abitanti del mare che sono raggruppati in questa categoria e che, come ormai tutti sappiamo, sono particolarmente benefici per la salute. Sono ricette originali e raffinate ma allo stesso tempo non difficili da realizzare, grazie alle semplici e dettagliate spiegazioni dell’autore che vi permetteranno di rilassarvi in cucina ottenendo risultati certamente degni di nota.


Il secondo libro ha un taglio decisamente curioso, è scritto da Sapo Matteucci ed edito da Laterza. S’intitola “q.b. la cucina quanto basta” ed è realizzato come “un prontuario di cucina quotidiana per trarsi d’impaccio da ogni emergenza gastronomica”, vivace ed originale. Dedicato, ma non solo, a chi non sa cucinare, vi ritroverete a leggerlo come un romanzo ma a non poterne più fare a meno in cucina. E’ diviso per situazioni, ma anche per piatti e tipi di preparazioni. E’ un valido e divertente strumento che dalla poltrona presso la quale inizierete a degustarlo vi spingerà spesso verso la cucina dove, grembiule alla mano, non potrete che sperimentare le ricette e i suggerimenti dell’autore.

Il terzo libro vi servirà invece nei momenti di vero relax, è un romanzo gastronomico che seduce fin dalla copertina. E’ l’opera prima di Erica Bauermeister, già venduto in tutto il mondo e proclamato come miglior debutto dell’anno, è edito nella versione italiana da Garzanti e s’intitola La scuola degli ingredienti segreti. Racconta la storia di una scuola di cucina un po’ speciale, della sua insegnante e degli allievi che la frequentano. E’ un romanzo che parla dei piaceri e della magia del cibo attraverso le storie di amicizie, amori e promesse dei suoi protagonisti.

Libri da gustare in estate

Quando si parte per le vacanze? Io quest’anno come ben sapete nessuna partenza dato che aspetto l’arrivo del mio bambino, ma poiché l’ultimo periodo della gravidanza è quello in cui si poltrisce di più ho iniziato spulciare in libreria, tra i nuovi titoli, dei bei volumi che mi facciano compagnia.
I tre libri di cui vi voglio parlare sono diversissimi tra loro per natura e obiettivi ma sono accomunati, e come poteva essere diversamente, dal tema culinario.

Il primo libro è un ricettario di Raffaele De Giuseppe, edito da Bibliotheca Culinaria nella collana delle Cartoline. S’intitola Pesce azzurro e, come enuncia il titolo appunto, è tutto dedicato agli abitanti del mare che sono raggruppati in questa categoria e che, come ormai tutti sappiamo, sono particolarmente benefici per la salute. Sono ricette originali e raffinate ma allo stesso tempo non difficili da realizzare, grazie alle semplici e dettagliate spiegazioni dell’autore che vi permetteranno di rilassarvi in cucina ottenendo risultati certamente degni di nota.


Il secondo libro ha un taglio decisamente curioso, è scritto da Sapo Matteucci ed edito da Laterza. S’intitola “q.b. la cucina quanto basta” ed è realizzato come “un prontuario di cucina quotidiana per trarsi d’impaccio da ogni emergenza gastronomica”, vivace ed originale. Dedicato, ma non solo, a chi non sa cucinare, vi ritroverete a leggerlo come un romanzo ma a non poterne più fare a meno in cucina. E’ diviso per situazioni, ma anche per piatti e tipi di preparazioni. E’ un valido e divertente strumento che dalla poltrona presso la quale inizierete a degustarlo vi spingerà spesso verso la cucina dove, grembiule alla mano, non potrete che sperimentare le ricette e i suggerimenti dell’autore.

Il terzo libro vi servirà invece nei momenti di vero relax, è un romanzo gastronomico che seduce fin dalla copertina. E’ l’opera prima di Erica Bauermeister, già venduto in tutto il mondo e proclamato come miglior debutto dell’anno, è edito nella versione italiana da Garzanti e s’intitola La scuola degli ingredienti segreti. Racconta la storia di una scuola di cucina un po’ speciale, della sua insegnante e degli allievi che la frequentano. E’ un romanzo che parla dei piaceri e della magia del cibo attraverso le storie di amicizie, amori e promesse dei suoi protagonisti.

2009-06-24

Gelato al riso nero e rosa

Ci sono dei piatti che assaggiamo magari una volta per caso nella vita e ci restano così impressi che cerchiamo poi di ritrovarli con i nostri sensi, di riprodurli con i nostri mezzi immaginando quali fossero gli ingredienti e la ricetta originale. Spesso si raggiunge facilmente il risultato, altre volte passiamo anni a cercare la combinazione perfetta, a volte dopo numerosi tentativi falliti rinunciamo all’impresa altre ancora rinunciamo in partenza cercando però di ritrovare quel gusto in un posto diverso dalla nostra cucina.
Io soffro spesso di questa “malattia” perché il mio palato quando gradisce qualcosa ha la capacità di registrarne ogni minima sfumatura e non si arrende poi facilmente nella ricerca del “sapore perfetto”.
Nell’estate del 2007 capitai a Roma nella speciale gelateria FataMorgana, dove i gusti del gelato non sono affatto scontati, assaggiai in quell’occasione, tra gli altri, il gelato al gusto di riso nero e rosa, fantastico per colore, consistenza, aromi. Per ben due anni quel gusto è rimasto stampato nel mio cervello ma non avevo assolutamente idea di come realizzarlo, avevo pure pensato di scrivere alla gelataia per farmi dare la sua ricetta ma non ne ho avuto il coraggio immaginando che chi faccia di un’arte un business difficilmente abbia voglia di condividere i suoi segreti col pubblico.
Ma come si dice chi la dura la vince e stavolta si son date una serie di combinazioni che mi hanno portata alla realizzazione di quel famoso gelato, ovviamente la ricetta è mia, una mia personalissima elaborazione fatta di varie esperienze ed un pizzico di intuizione.
Il punto di partenza è stata una bottiglietta di Sciroppo di Rose di Pietro Romanengo, una vera rarità che ho potuto provare grazie ad Esperya. Vi dirò che neppure conoscevo l’esistenza di tal prodotto, eppure la famiglia Romanengo lo produce da secoli (beata ignoranza), comunque se vi dovesse capitare per le mani ricordatevi di provarlo anche semplicemente diluito con acqua e qualche goccia di limone, è una dissetante ed insolita bevanda.
Il riso Venere nero Gli Aironi per fortuna non manca mai nella mia dispensa ed allora se due più due fan quattro…
Gelato al riso nero e rosa
Ingredienti per 4 porzioni:
50 g di riso nero Venere nero Gli Aironi
250 ml di latte
1 pz di sale
110 g di zucchero semolato
3 cucchiai di Sciroppo di Rosa Pietro Romanengo
la scorza di mezzo limone
1 cucchiaino da caffè di vaniglia liquida
250 ml di panna fresca
Lessiamo per mezz’ora il riso in acqua non salata. Buttiamo l’acqua e rimettiamo il riso sul fuoco con il latte, lo zucchero meno due cucchiaiate, il sale, la scorza del limone e la vaniglia e lasciamolo cuocere finché il liquido non risulterà completamente assorbito (cercate di resistere all’impulso di mangiarvelo tutto mi raccomando). Intanto scaldiamo la panna con i due cucchiai di zucchero tenuti da parte e i restanti due cucchiai di Sciroppo di Rose. Aggiungiamo il riso (privato della scorza di limone) al composto di panna e mescoliamo bene. Lasciamo raffreddare e poi mettiamo in freezer mescolando di tanto in tanto per ottenere un gelato ben mantecato. Se avete la gelatiera invece seguite le istruzioni per la realizzazione del gelato.

Gelato al riso nero e rosa

Ci sono dei piatti che assaggiamo magari una volta per caso nella vita e ci restano così impressi che cerchiamo poi di ritrovarli con i nostri sensi, di riprodurli con i nostri mezzi immaginando quali fossero gli ingredienti e la ricetta originale. Spesso si raggiunge facilmente il risultato, altre volte passiamo anni a cercare la combinazione perfetta, a volte dopo numerosi tentativi falliti rinunciamo all’impresa altre ancora rinunciamo in partenza cercando però di ritrovare quel gusto in un posto diverso dalla nostra cucina.
Io soffro spesso di questa “malattia” perché il mio palato quando gradisce qualcosa ha la capacità di registrarne ogni minima sfumatura e non si arrende poi facilmente nella ricerca del “sapore perfetto”.
Nell’estate del 2007 capitai a Roma nella speciale gelateria FataMorgana, dove i gusti del gelato non sono affatto scontati, assaggiai in quell’occasione, tra gli altri, il gelato al gusto di riso nero e rosa, fantastico per colore, consistenza, aromi. Per ben due anni quel gusto è rimasto stampato nel mio cervello ma non avevo assolutamente idea di come realizzarlo, avevo pure pensato di scrivere alla gelataia per farmi dare la sua ricetta ma non ne ho avuto il coraggio immaginando che chi faccia di un’arte un business difficilmente abbia voglia di condividere i suoi segreti col pubblico.
Ma come si dice chi la dura la vince e stavolta si son date una serie di combinazioni che mi hanno portata alla realizzazione di quel famoso gelato, ovviamente la ricetta è mia, una mia personalissima elaborazione fatta di varie esperienze ed un pizzico di intuizione.
Il punto di partenza è stata una bottiglietta di Sciroppo di Rose di Pietro Romanengo, una vera rarità che ho potuto provare grazie ad Esperya. Vi dirò che neppure conoscevo l’esistenza di tal prodotto, eppure la famiglia Romanengo lo produce da secoli (beata ignoranza), comunque se vi dovesse capitare per le mani ricordatevi di provarlo anche semplicemente diluito con acqua e qualche goccia di limone, è una dissetante ed insolita bevanda.
Il riso Venere nero Gli Aironi per fortuna non manca mai nella mia dispensa ed allora se due più due fan quattro…
Gelato al riso nero e rosa
Ingredienti per 4 porzioni:
50 g di riso nero Venere nero Gli Aironi
250 ml di latte
1 pz di sale
110 g di zucchero semolato
3 cucchiai di Sciroppo di Rosa Pietro Romanengo
la scorza di mezzo limone
1 cucchiaino da caffè di vaniglia liquida
250 ml di panna fresca
Lessiamo per mezz’ora il riso in acqua non salata. Buttiamo l’acqua e rimettiamo il riso sul fuoco con il latte, lo zucchero meno due cucchiaiate, il sale, la scorza del limone e la vaniglia e lasciamolo cuocere finché il liquido non risulterà completamente assorbito (cercate di resistere all’impulso di mangiarvelo tutto mi raccomando). Intanto scaldiamo la panna con i due cucchiai di zucchero tenuti da parte e i restanti due cucchiai di Sciroppo di Rose. Aggiungiamo il riso (privato della scorza di limone) al composto di panna e mescoliamo bene. Lasciamo raffreddare e poi mettiamo in freezer mescolando di tanto in tanto per ottenere un gelato ben mantecato. Se avete la gelatiera invece seguite le istruzioni per la realizzazione del gelato.

2009-06-23

Spaetzle al gratin

Da quando sono stata in Alto Adige, due anni fa, è nato il mio amore per gli Spaetzle, che sembrerebbero rientrare nella famiglia degli gnocchi e che per ciò solo già amo.
Non potete immaginare quanto io abbia cercato quell’aggeggio, che tanto somiglia nell’aspetto a una grattugia, per poterli preparare in casa, finché rovistando nel catalogo di Plurimix-point non mi si è parata innanzi ed ho scoperto chiamarsi “Sapetzle Hobel”. Ovviamente dalla vista all’averla è passato giusto il tempo dell’ordine e sono due mesi che provo spaetzle in ogni versione.
Ho scoperto che oltre che con la panna o i formaggi stanno divinamente anche col sughetto al pomodoro. Certo non è un piatto che posso condividere con mio marito, che tutto ciò che vagamente ricorda gli gnocchi lo evita in modo accurato, però la ricettina che ho sperimentato è facilmente adattabile anche ad una sola ricca porzione ed il metodo di preparazione è così veloce che non vedo alcun motivo per rinunciarci.
Insomma stavolta li ho fatti al gratin, una via di mezzo tra lo spaetzle e lo gnocco alla romana. Mi resta da provarli verdi a ricordo di quelli gustati in un noto ristorante di Merano. Ah! La mia ricetta prevede il latte nell’impasto, ho sentito però che anche con l’acqua son buoni, il fatto è che vengono così gustosi che non mi decido a provare la versione leggera all’acqua. Se provate voi fatemi sapere.
Ingredienti
Per ogni porzione di spaetzle:
1 uovo
100 g di farina
50 g di latte
sale pepe e noce moscata
Per condire:
panna fresca
prosciutto crudo
piselli freschi lessati
cipolla
olio extravergine d’oliva
burro
parmigiano grattugiato
sale e pepe
Amalgamiamo con una frusta l’uovo con la farina, uniamo il latte freddo ottenendo una densa pastella ed insaporiamo con sale, pepe e noce moscata.
Intanto rosoliamo un po’ di cipolla tagliata fine, in olio e burro, uniamo il prosciutto crudo a striscioline e i piselli, versiamo un po’ di panna e lasciamo addensare, regoliamo di sale e pepe. Portiamo ad ebollizione abbondante acqua salata e, attraverso i fori del “Spaetzle Hobel” facciamo cadere in pentola il composto. Quando gli spaetzle risalgono a galla raccogliamoli con un mestolo forato e versiamoli nella padella del condimento, uniamo del parmigiano e versiamo in una pirofila. Cospargiamo la superficie di parmigiano e fiocchetti di burro ed inforniamo fino a doratura.

Spaetzle al gratin

Da quando sono stata in Alto Adige, due anni fa, è nato il mio amore per gli Spaetzle, che sembrerebbero rientrare nella famiglia degli gnocchi e che per ciò solo già amo.
Non potete immaginare quanto io abbia cercato quell’aggeggio, che tanto somiglia nell’aspetto a una grattugia, per poterli preparare in casa, finché rovistando nel catalogo di Plurimix-point non mi si è parata innanzi ed ho scoperto chiamarsi “Sapetzle Hobel”. Ovviamente dalla vista all’averla è passato giusto il tempo dell’ordine e sono due mesi che provo spaetzle in ogni versione.
Ho scoperto che oltre che con la panna o i formaggi stanno divinamente anche col sughetto al pomodoro. Certo non è un piatto che posso condividere con mio marito, che tutto ciò che vagamente ricorda gli gnocchi lo evita in modo accurato, però la ricettina che ho sperimentato è facilmente adattabile anche ad una sola ricca porzione ed il metodo di preparazione è così veloce che non vedo alcun motivo per rinunciarci.
Insomma stavolta li ho fatti al gratin, una via di mezzo tra lo spaetzle e lo gnocco alla romana. Mi resta da provarli verdi a ricordo di quelli gustati in un noto ristorante di Merano. Ah! La mia ricetta prevede il latte nell’impasto, ho sentito però che anche con l’acqua son buoni, il fatto è che vengono così gustosi che non mi decido a provare la versione leggera all’acqua. Se provate voi fatemi sapere.
Ingredienti
Per ogni porzione di spaetzle:
1 uovo
100 g di farina
50 g di latte
sale pepe e noce moscata
Per condire:
panna fresca
prosciutto crudo
piselli freschi lessati
cipolla
olio extravergine d’oliva
burro
parmigiano grattugiato
sale e pepe
Amalgamiamo con una frusta l’uovo con la farina, uniamo il latte freddo ottenendo una densa pastella ed insaporiamo con sale, pepe e noce moscata.
Intanto rosoliamo un po’ di cipolla tagliata fine, in olio e burro, uniamo il prosciutto crudo a striscioline e i piselli, versiamo un po’ di panna e lasciamo addensare, regoliamo di sale e pepe. Portiamo ad ebollizione abbondante acqua salata e, attraverso i fori del “Spaetzle Hobel” facciamo cadere in pentola il composto. Quando gli spaetzle risalgono a galla raccogliamoli con un mestolo forato e versiamoli nella padella del condimento, uniamo del parmigiano e versiamo in una pirofila. Cospargiamo la superficie di parmigiano e fiocchetti di burro ed inforniamo fino a doratura.

2009-06-22

Chioccioline di sfoglia con acciughe speziate e peperoni

Quando Lenny, ormai quasi due anni fa, ha iniziato a scrivermi ho capito che si trattava di una persona speciale. Appassionata di cucina almeno quanto me, tentennava nella decisione di aprire il suo blog dicendomi di aver paura di non averne il tempo, di non poter essere costante etc.
In questo modo ho conosciuto quella della Finestra di Fronte e quando mi ha inviato le foto di alcune sue preparazioni non ho potuto che offrirle di pubblicarne qualcuna da me, perché le sue creazioni meritavano una vetrina. Nella mia vetrina però c’è stata poco, giusto lo spazio di lasciar ammirare quel grappolone di tartufi, poi Lenny ha spiccato il volo e adesso volteggia indisturbata e sempre più ammirata nell’universo della rete.
Diverse volte sono rimasta attratta dalle sue originali creazioni, accompagnate da deliziose fotografie e piacevoli, oltre che competenti ed appropriate, disquisizioni sul cibo. Quando ho visto la sua Chiocciola di spinaci al sesamo ho capito immediatamente che avrei preso a prestito l’idea e, in effetti, così è stato.
Lenny la tua versione era fantastica e sicuramente la riprodurrò pari pari quanto prima ma per questa volta l’ho adattata agli ingredienti che mi andava di gustare. L’effetto è spettacolare, il gusto nel mio caso deciso e molto mediterraneo grazie ai pezzetti di acciughe speziate di
Campisi, che aromatizzate al finocchietto, pepe rosa, peperoncino rosso e bacche di ginepro, hanno dato gusto e personalità al ripieno di questo goloso sfizio.
Ingredienti per 6 chioccioline:
2 rotoli di pasta foglia già stesa
Pezzetti di acciughe speziate Campisi
2 peperoni arrostiti
scamorza
salsa di pomodoro di Pachino IGP Campisi
olio extravergine d’oliva
sale
origano secco
Stendiamo ancora più sottilmente nel senso della lunghezza ciascun foglio di pasta e ricaviamo da ciascuno tre rettangoli molto stretti e lunghi. Posizioniamo sopra ognuno, per tutta la lunghezza, dei filetti di peperone arrostito, dei pezzetti di acciughe speziate e cubetti di scamorza, arrotoliamo la sfoglia attorno al ripieno e poi avvolgiamola su sé stessa formando la girella. Procediamo allo stesso modo con le altre cinque. Adagiamo le chioccioline in teglia, meglio foderata di carta forno e pennelliamo la superficie con la salsa di pomodoro, un pizzico di sale un filo d’olio e dell’origano. Inforniamo in forno caldo, ventilato, a 190°, finché risulteranno ben colorate.

Chioccioline di sfoglia con acciughe speziate e peperoni

Quando Lenny, ormai quasi due anni fa, ha iniziato a scrivermi ho capito che si trattava di una persona speciale. Appassionata di cucina almeno quanto me, tentennava nella decisione di aprire il suo blog dicendomi di aver paura di non averne il tempo, di non poter essere costante etc.
In questo modo ho conosciuto quella della Finestra di Fronte e quando mi ha inviato le foto di alcune sue preparazioni non ho potuto che offrirle di pubblicarne qualcuna da me, perché le sue creazioni meritavano una vetrina. Nella mia vetrina però c’è stata poco, giusto lo spazio di lasciar ammirare quel grappolone di tartufi, poi Lenny ha spiccato il volo e adesso volteggia indisturbata e sempre più ammirata nell’universo della rete.
Diverse volte sono rimasta attratta dalle sue originali creazioni, accompagnate da deliziose fotografie e piacevoli, oltre che competenti ed appropriate, disquisizioni sul cibo. Quando ho visto la sua Chiocciola di spinaci al sesamo ho capito immediatamente che avrei preso a prestito l’idea e, in effetti, così è stato.
Lenny la tua versione era fantastica e sicuramente la riprodurrò pari pari quanto prima ma per questa volta l’ho adattata agli ingredienti che mi andava di gustare. L’effetto è spettacolare, il gusto nel mio caso deciso e molto mediterraneo grazie ai pezzetti di acciughe speziate di
Campisi, che aromatizzate al finocchietto, pepe rosa, peperoncino rosso e bacche di ginepro, hanno dato gusto e personalità al ripieno di questo goloso sfizio.
Ingredienti per 6 chioccioline:
2 rotoli di pasta foglia già stesa
Pezzetti di acciughe speziate Campisi
2 peperoni arrostiti
scamorza
salsa di pomodoro di Pachino IGP Campisi
olio extravergine d’oliva
sale
origano secco
Stendiamo ancora più sottilmente nel senso della lunghezza ciascun foglio di pasta e ricaviamo da ciascuno tre rettangoli molto stretti e lunghi. Posizioniamo sopra ognuno, per tutta la lunghezza, dei filetti di peperone arrostito, dei pezzetti di acciughe speziate e cubetti di scamorza, arrotoliamo la sfoglia attorno al ripieno e poi avvolgiamola su sé stessa formando la girella. Procediamo allo stesso modo con le altre cinque. Adagiamo le chioccioline in teglia, meglio foderata di carta forno e pennelliamo la superficie con la salsa di pomodoro, un pizzico di sale un filo d’olio e dell’origano. Inforniamo in forno caldo, ventilato, a 190°, finché risulteranno ben colorate.

2009-06-19

Insalata di coniglio e Marzolino Rosso

Normalmente quando dico insalata penso a delle verdure, magari miste, condite con sale, olio, aceto o limone ed arricchite eventualmente, secondo le mode ed i tempi, con altri ingredienti quali formaggi, carni, frutta secca etc. etc. Ovviamente immagino l’insalata in una capace ciotola, da condividere magari con gli altri commensali, insomma uno di quei piatti non propriamente ordinati e ben disposti tanto che si suole addirittura dire, di uno che mescola un po’ a casaccio le cose, che ha fatto un’insalata.
L’insalata di cui vi parlo oggi invece si presenta ben ordinata e disposta nel piatto e potrebbe essere, in piccole quantità un buon inizio per un pranzo d’estate, in versione abbondante un buon piatto unico cui aggiungere magari del pane o dei crostini secondo i gusti.
La vera particolarità del piatto è la vinaigrette balsamica che ho usato per condirla, leggermente speziata per la presenza del curry, oltre all’uso della carne di coniglio e del formaggio Marzolino Rosso Nonno Lancia di bottega Esperya, un formaggio ovino morbido e compatto che, con il suo sapore dolce e fresco, ha molto personalizzato il piatto.
Ingredienti:
2 cetrioli teneri e freschi
Rucola
4 fette di Marzolino Rosso Nonno Lancia
4 pezzi di carne di coniglio arrostita e disossata
Per la vinaigrette balsamica:
la punta di un cucchiaino di sale
la punta di un cucchiaino di zucchero
1 pizzico di curry
1 giro di macinapepe
2 cucchiai di aceto balsamico
4 cucchiai di olio extravergine
Peliamo e tagliamo a fette i cetrioli, condiamoli con la vinaigrette preparata sbattendo insieme con una frusta gli ingredienti indicati e lasciamo riposare per 20 minuti circa. Intanto riduciamo la carne ed il formaggio a cubetti. Disponiamo i cetrioli, scolati dalla vinaigrette che terremo da parte, a raggiera come a formare delle corolle di fiori, posizioniamo al centro di ognuna un mucchietto di carne, completiamo con la dadolata di Marzolino Rosso e le foglie di rucola disposte attorno alle corolle di fiori. Irroriamo con la vinaigrette tenuta da parte e serviamo. Nessuno vieta di utilizzare i medesimi ingredienti per una, scomposta ma non per questo meno gustosa, insalata mista.

Insalata di coniglio e Marzolino Rosso

Normalmente quando dico insalata penso a delle verdure, magari miste, condite con sale, olio, aceto o limone ed arricchite eventualmente, secondo le mode ed i tempi, con altri ingredienti quali formaggi, carni, frutta secca etc. etc. Ovviamente immagino l’insalata in una capace ciotola, da condividere magari con gli altri commensali, insomma uno di quei piatti non propriamente ordinati e ben disposti tanto che si suole addirittura dire, di uno che mescola un po’ a casaccio le cose, che ha fatto un’insalata.
L’insalata di cui vi parlo oggi invece si presenta ben ordinata e disposta nel piatto e potrebbe essere, in piccole quantità un buon inizio per un pranzo d’estate, in versione abbondante un buon piatto unico cui aggiungere magari del pane o dei crostini secondo i gusti.
La vera particolarità del piatto è la vinaigrette balsamica che ho usato per condirla, leggermente speziata per la presenza del curry, oltre all’uso della carne di coniglio e del formaggio Marzolino Rosso Nonno Lancia di bottega Esperya, un formaggio ovino morbido e compatto che, con il suo sapore dolce e fresco, ha molto personalizzato il piatto.
Ingredienti:
2 cetrioli teneri e freschi
Rucola
4 fette di Marzolino Rosso Nonno Lancia
4 pezzi di carne di coniglio arrostita e disossata
Per la vinaigrette balsamica:
la punta di un cucchiaino di sale
la punta di un cucchiaino di zucchero
1 pizzico di curry
1 giro di macinapepe
2 cucchiai di aceto balsamico
4 cucchiai di olio extravergine
Peliamo e tagliamo a fette i cetrioli, condiamoli con la vinaigrette preparata sbattendo insieme con una frusta gli ingredienti indicati e lasciamo riposare per 20 minuti circa. Intanto riduciamo la carne ed il formaggio a cubetti. Disponiamo i cetrioli, scolati dalla vinaigrette che terremo da parte, a raggiera come a formare delle corolle di fiori, posizioniamo al centro di ognuna un mucchietto di carne, completiamo con la dadolata di Marzolino Rosso e le foglie di rucola disposte attorno alle corolle di fiori. Irroriamo con la vinaigrette tenuta da parte e serviamo. Nessuno vieta di utilizzare i medesimi ingredienti per una, scomposta ma non per questo meno gustosa, insalata mista.

2009-06-17

Biscotti salati tutto pistacchio

Le frolle salate mi piacciono proprio, anche perché servite con l'aperitivo riescono a suscitare sempre quel simpatico effetto sorpresa. Anche stavolta effetto assisurato dato che sembravano in tutto e per tutto dei biscottini dolci ed erano invece farciti al formaggio.
La ricetta è molto semplice e si può declinare in tante varianti, nell'esecuzione mi ha aiutato la mia nipotina Rebecca di 4 anni che si è divertita un mondo a tagliare con le formine.
Per il gusto pistacchio ho utilizzato il pesto ai pistacchi di Sicilian Exquisiteness che contiene ben l'85% di pistacchi.
Ingredienti
Per la pasta frolla:
250 g di farina 0 biscotto Plurimix-point
100 g di burro
1 uovo
2 cucchiai di pesto ai pistacchi
1 cucchiaino da caffè di sale
Per la farcia:
100 g di crescenza
2 cucchiai di pesto ai pistacchi
Impastiamo la frolla lavorando prima la farina con il burro ed il sale ed unendo poi l'uovo leggermente sbattuto e il pesto. Avvolgiamo in pellicola e lasciamo riposare in frigorifero per 1 ora. Stendiamo col matterello e ricaviamone le formine desiderate. Cuociamo i biscotti in forno caldo a 180° per 10 minuti circa, poi farciamoli a due a due con la crescenza amalgamata al pesto.