2014-12-11

Dolci peccati al cioccolato...il budino cioccolatino


Amo leggere i libri in cui in qualche modo la cucina ha un ruolo ma ogni tanto amo "distrarmi" restando attratta da "casi letterari". 
Mi è successo di recente con L'educazione di Angelica il caso letterario firmato Angelica B. e pubblicato dalla Newton Compton, certo quel cup cake della copertina lascerebbe intendere un contenuto diverso ma quelle rosse ciliegine dicono ben altro ed in effetti ben altro si dice nel libro. Il tema centrale è l'educazione alla vita e in particolare al sesso della giovanissima Angelica, timida, appassionata e poco amata ragazzina. Ho seguito con vera passione dalla prima all'ultima pagina le vicende di Angelica e la sua sete d'amore. In realtà il dolce in copertina un significato ce l'ha eccome dal momento che l'autrice oltre che giornalista di design e arte contemporanea è anche un'esperta cuoca.
Di questa sua passione per la cucina e per i dolci al cioccolato, che di loro danno l'idea del lascivo, ce ne da saggio in un elegante e curato volume che vuole essere quasi una prosecuzione, o meglio un completamento, del romanzo.
 I dolci segreti di Angelica è un peccaminoso manuale di cucina in cui ci vengono svelati trucchi e ricette per riuscire a prendere gli uomini per la gola (sempre qualora gli espliciti ed esaustivi metodi utilizzati da Angelica nel romanzo non dovessero bastare). Più di 200 ricette golose, seducenti, irresistibili e ovviamente al cioccolato perché come dice Angelica il cioccolato, in fondo, è la più sexy, la più intrigante e la più deliziosa droga legale che esista al mondo. I nomi delle ricette, suddivise secondo le occasioni per le quali risultano idonee, si rifanno a famosi titoli di film e canzoni. Prelibatezze che catturano lo sguardo, l'olfatto e che seducono definitivamente i sensi. Davvero una coppia di libri immancabili sotto l'albero di Natale.
Una collega blogger con "i dolci nella mente" è Patrizia De Angelis che ha appena visto pubblicare da Giramondo Gourmand Editore il suo primo libro dedicato naturalmente ai dolci. Dolce...mente il titolo del libro in cui i dolci sono suddivisi per stagione. Tra i tanti dolci proposti, dolci d'altri tempi rivisti in chiave moderna e irrinunciabili dolci al cioccolato come quelli in copertina. Il libro è corredato di strepitose fotografie che rendono impossibile al lettore rimanere con le mani in mano. Tutto bello, fattibile e possibile come resistere al richiamo di Patrizia?
Ispirata da Angelica e da Patrizia anch'io ho voluto tentare il mio esperimento di dolce lussurioso rigorosamente al cioccolato e se si parla di cioccolato la qualità deve venire prima di tutto così ho scelto il cioccolato della Cioccolateria Artigianale dei Fratelli Gardini di Forlì. Con il cibo hanno avuto sempre a che fare loro, nipoti di fornai e figli di pasticcieri hanno voluto dedicarsi alla lavorazione artigianale del cioccolato iniziando nel 1987 con un piccolo laboratorio artigianale (L'Artigiano appunto) in quel di Forlì. Da allora di riconoscimenti e successi i fratelli Gardini ne hanno avuti tanti ma mai hanno dimenticato che il motore di tutto è la loro forte passione. Sperimentano, ricercano e stupiscono con insoliti abbinamenti offrendo sempre nuove emozioni.
 Ammaliata dal loro cremino all'amarena così come dalle loro praline all'olio Brisighello e sale dolce di Cervia, ho scelto il cioccolato dello chef nella variante al 72% di cacao per la mia torta cioccolatino che ho inserito nel budino al cioccolato. Per accompagnare il mio dolce il più classico degli abbinamenti una confettura extra Biodelizia all'albicocca di VIS che ho reso più "adulta" e fluida frullandola con l'aggiunta di whiskey.
Budino Cioccolatino
Ingredienti per 8 porzioni
Per la torta cioccolatino:

2 uova (circa 120-130 g)
120-130 g di cioccolato fondente (almeno al 70% di cacao)
120-130 g di zucchero
120-130 g di burro
1 cucchiaio di farina
Per il budino:
1 busta di preparato per budino al cioccolato*
500 ml di latte
Per completare:
8 cucchiaiate di confettura extra di albicocche
8 cucchiai di whiskey
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato, unire il burro e, una volta che lo stesso è ben sciolto ed amalgamato, lo zucchero e i tuorli, unire poi un cucchiaio di farina e gli albumi montati a neve. Versare il composto in una teglia (meglio se foderata di carta forno) e cuocere a 150° per 15-20 minuti secondo lo spessore. Non lasciarla cuocere oltre se no brucia.
Preparare il budino sciogliendo il preparato con il latte. Una volta addensato suddividerlo in otto stampini d'alluminio inumiditi, senza arrivare all'orlo. Ritagliare otto quadratini dalla torta (con il resto vi gustate un caffè) e metterli negli stampini, facendoli affondare nel budino. Lasciar rassodare in frigo. Al momento di servire Frullare la confettura d'albicocche con il liquore, suddividerla in otto ciotoline e sformarvi sopra il budino cioccolatino. Per rendere il cuore morbido consiglio dieci secondi appena di microonde.
* Ho utilizzato il preparato per budino al cioccolato AR.PA Lieviti


2014-12-09

Una ricetta primordiale anzi "selvatica"

Runner Busatti, piatto Ceramiche De Simone
Mi sono sempre cibata di erbe spontanee, ricordo mia nonna e poi mia madre raccogliere e portare a casa erbe prelibate, ognuna di esse utilizzata secondo tradizione, di alcune ho avuto modo di parlarvi in precedenti occasioni, di altre ancora no forse per paura che non possiate replicare le ricette con facilità per difficoltà nel reperire le materie prime, quel che è certo è che io davanti ai libri che parlano di queste ricchezze spontanee resto sempre e comunque rapita col grande rammarico di non averle assaggiate ancora tutte e con l'insana paura di non riuscirci mai, di sbagliare nel riconoscerle (l'ignoto del resto fa sempre paura). Tuttavia non rinuncio al mio ambizioso progetto di conoscere e imparare la natura e, quanto meno con lo studio, cerco di fugare i dubbi e le incertezze trovando il coraggio di portare in tavola "erbe nuove". Questo piatto è un mix di vecchio e nuovo, le erbe utilizzate sono le mie preferite le bietoline spontanee che crescono nelle nostre campagne ma nulla vieta di utilizzare cicorie (se ne amate il gusto amarognolo) o altre erbe spontanee. Le ho volute accostare ai ceci, al buon pane casereccio, e ad un olio eccellente che ho scelto meticolosamente come faccio ogni volta che la ricetta è di semplicità estrema.
 Ho scelto il Blend di Terre di Grifonetto di  Leccino, Moraiolo e Frantoio, fruttato erbaceo intenso, ampio e avvolgente. E' dotato di ricchi sentori vegetali di cardo e carciofo. Un olio dall'amaro spiccato che si intreccia al piccante deciso e crescente prodotto da una società agricola giovane ubicata in terra umbra, sulle colline del lago Trasimeno, che ha raggiunto già grandi risultati affermandosi per l'eccellenza dei suoi prodotti. Il nome si rifà alla tragedia di Grifonetto Baglioni protagonista della cinquecentesca  strage dei Baglioni che ha ispirato Raffaello nella realizzazione del famoso dipinto Deposizione di Cristo. La celebre opera è rappresentata anche sulle raffinate confezioni utilizzate dall'azienda a ricordarci la preziosità del contenuto abbinata ad un packaging altrettanto prezioso.
Erbe spontanee in tavola è il libro di Annalisa Malerba pubblicato da Sonda. E chi meglio di una che di cognome fa Malerba poteva parlarci di malerbe, erbacce, incolti, piante infestanti o come siete solidi chiamarle? In realtà per l’agricoltura biologica sono «erbe accompagnatrici», con un ruolo imprescindibile. Le erbe spontanee hanno mille proprietà sono belle e profumate, oltre che saporite. Nel libro si parla diffusamente di amaranto, equiseto, erba cipollina, menta, ortica, papavero, pratolina, tarassaco e violetta; ma anche centocchio, consolida, falsa ortica, farinello, parietaria, porcellana e rovo. Un libro ricco di informazioni botaniche, storiche e nutrizionali oltre che fitoalimurgiche. Ci viene insegnato a riconoscerne foglie, steli, boccioli e fiori da raccogliere, conservare e soprattutto cucinare, secondo stagione. La caratteristica del libro è che si tratta di ricette 100% vegetali. Si spazia dal salato al dolce, con accostamenti di consistenze e profumi insoliti. Piatti senza glutine e crudisti per comprendere ancora una volta che in natura c'è tanto gusto.
Erbacce è il titolo del libro di Serenella Amadori e Nino Costa pubblicato dall'Editrice Effequ.
Anche qui si parla di 'piante vagabonde', che possiedono impensati poteri culinari e hanno una storia profondissima. Erbe, frutti e fiori spontanei vengono raccontate e catalogate, per poi utilizzarle in numerose ricette, adatte anche alla cucina vegetariana, macrobiotica, vegana o gluten free. Il punto di partenza è lo stesso dell'altro libro ma in realtà qui il tema centrale sono le ricette, che incuriosiscono e spingono all'approfondimento della conoscenza di quelle piante. Le erbacce dagli impensati poteri culinari e dalla storia profondissima sono quelle della Maremma secondo l'esperienza e i ricordi degli autori del libro.
Un mix di gusto e tradizione nel piatto che ho realizzato, un piatto vegetariano a dir poco fantastico che vi consiglio vivamente per alleggerire un po' il carico calorico nelle sere di intervallo tra una cena festiva e l'altra.
Bruschette selvatiche
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pane casereccio
1 tazza di bietole selvatiche lessate
1 tazza di ceci lessati
olio extravergine d'oliva
sale
aglio e peperoncino*
paprika affumicata
Saltare la bieta in un tegame con olio, aglio sale e peperoncino.
In un altro padellino scaldare altro olio con aglio, peperoncino e un cucchiaio di paprika, aggiungervi i ceci e scaldarli. Abbrustolire il pane, poggiare le fette nei piatti, distribuirvi sopra la bieta e poi i ceci, completare con un filo d'olio crudo.
*Ho utilizzato paprika affumicata della linea Spezie e aglio e peperoncino della nuova linea  Selezione di sapori Cannamela.
Prima di chiudere il post visto che la fine dell'anno s'avvicina, se non avete ancora scelto l'agenda che possa accompagnarvi nel nuovo anno avrei un consiglio per voi, fate una scelta consapevole e scegliete la Vegagenda 2015 Sonda, oltre ad essere comoda e delle giuste dimensioni anche per la borsa vi accompagnerà con le sue riflessioni verso una vita migliore. Il tema dell'anno sono i cuccioli...il nostro futuro. Un insolito oroscopo segno per segno e un inserto di ricette vegane completano l'agenda.
Non posso consigliarvi l'Assaggenda perché per il 2015 non è stata stampata e onestamente vi dico che mi mancherà essendo stata la mia compagna di viaggio in molte esperienze di vita, posso però invitarvi a regalare e regalarvi il calendario interculturale 2015 di Sinnos. Quest'anno il titolo è un anno verde e le 12 ricette illustrate e raccontate provenienti da tante parti del mondo sono tutte vegetariane. Vi assicuro che quando vi abituerete ad averlo alla parete di casa ogni anno sentirete come un richiamo e non riuscirete più a farne a meno conservando gelosamente anche le copie degli anni precedenti, proprio come faccio io. E ricordate ogni due calendari acquistati direttamente da Sinnos, un libro in regalo a sorpresa e nessuna spesa di spedizione.

Una ricetta primordiale anzi "selvatica"

Runner Busatti, piatto Ceramiche De Simone
Mi sono sempre cibata di erbe spontanee, ricordo mia nonna e poi mia madre raccogliere e portare a casa erbe prelibate, ognuna di esse utilizzata secondo tradizione, di alcune ho avuto modo di parlarvi in precedenti occasioni, di altre ancora no forse per paura che non possiate replicare le ricette con facilità per difficoltà nel reperire le materie prime, quel che è certo è che io davanti ai libri che parlano di queste ricchezze spontanee resto sempre e comunque rapita col grande rammarico di non averle assaggiate ancora tutte e con l'insana paura di non riuscirci mai, di sbagliare nel riconoscerle (l'ignoto del resto fa sempre paura). Tuttavia non rinuncio al mio ambizioso progetto di conoscere e imparare la natura e, quanto meno con lo studio, cerco di fugare i dubbi e le incertezze trovando il coraggio di portare in tavola "erbe nuove". Questo piatto è un mix di vecchio e nuovo, le erbe utilizzate sono le mie preferite le bietoline spontanee che crescono nelle nostre campagne ma nulla vieta di utilizzare cicorie (se ne amate il gusto amarognolo) o altre erbe spontanee. Le ho volute accostare ai ceci, al buon pane casereccio, e ad un olio eccellente che ho scelto meticolosamente come faccio ogni volta che la ricetta è di semplicità estrema.
 Ho scelto il Blend di Terre di Grifonetto di  Leccino, Moraiolo e Frantoio, fruttato erbaceo intenso, ampio e avvolgente. E' dotato di ricchi sentori vegetali di cardo e carciofo. Un olio dall'amaro spiccato che si intreccia al piccante deciso e crescente prodotto da una società agricola giovane ubicata in terra umbra, sulle colline del lago Trasimeno, che ha raggiunto già grandi risultati affermandosi per l'eccellenza dei suoi prodotti. Il nome si rifà alla tragedia di Grifonetto Baglioni protagonista della cinquecentesca  strage dei Baglioni che ha ispirato Raffaello nella realizzazione del famoso dipinto Deposizione di Cristo. La celebre opera è rappresentata anche sulle raffinate confezioni utilizzate dall'azienda a ricordarci la preziosità del contenuto abbinata ad un packaging altrettanto prezioso.
Erbe spontanee in tavola è il libro di Annalisa Malerba pubblicato da Sonda. E chi meglio di una che di cognome fa Malerba poteva parlarci di malerbe, erbacce, incolti, piante infestanti o come siete solidi chiamarle? In realtà per l’agricoltura biologica sono «erbe accompagnatrici», con un ruolo imprescindibile. Le erbe spontanee hanno mille proprietà sono belle e profumate, oltre che saporite. Nel libro si parla diffusamente di amaranto, equiseto, erba cipollina, menta, ortica, papavero, pratolina, tarassaco e violetta; ma anche centocchio, consolida, falsa ortica, farinello, parietaria, porcellana e rovo. Un libro ricco di informazioni botaniche, storiche e nutrizionali oltre che fitoalimurgiche. Ci viene insegnato a riconoscerne foglie, steli, boccioli e fiori da raccogliere, conservare e soprattutto cucinare, secondo stagione. La caratteristica del libro è che si tratta di ricette 100% vegetali. Si spazia dal salato al dolce, con accostamenti di consistenze e profumi insoliti. Piatti senza glutine e crudisti per comprendere ancora una volta che in natura c'è tanto gusto.
Erbacce è il titolo del libro di Serenella Amadori e Nino Costa pubblicato dall'Editrice Effequ.
Anche qui si parla di 'piante vagabonde', che possiedono impensati poteri culinari e hanno una storia profondissima. Erbe, frutti e fiori spontanei vengono raccontate e catalogate, per poi utilizzarle in numerose ricette, adatte anche alla cucina vegetariana, macrobiotica, vegana o gluten free. Il punto di partenza è lo stesso dell'altro libro ma in realtà qui il tema centrale sono le ricette, che incuriosiscono e spingono all'approfondimento della conoscenza di quelle piante. Le erbacce dagli impensati poteri culinari e dalla storia profondissima sono quelle della Maremma secondo l'esperienza e i ricordi degli autori del libro.
Un mix di gusto e tradizione nel piatto che ho realizzato, un piatto vegetariano a dir poco fantastico che vi consiglio vivamente per alleggerire un po' il carico calorico nelle sere di intervallo tra una cena festiva e l'altra.
Bruschette selvatiche
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pane casereccio
1 tazza di bietole selvatiche lessate
1 tazza di ceci lessati
olio extravergine d'oliva
sale
aglio e peperoncino*
paprika affumicata
Saltare la bieta in un tegame con olio, aglio sale e peperoncino.
In un altro padellino scaldare altro olio con aglio, peperoncino e un cucchiaio di paprika, aggiungervi i ceci e scaldarli. Abbrustolire il pane, poggiare le fette nei piatti, distribuirvi sopra la bieta e poi i ceci, completare con un filo d'olio crudo.
*Ho utilizzato paprika affumicata della linea Spezie e aglio e peperoncino della nuova linea  Selezione di sapori Cannamela.
Prima di chiudere il post visto che la fine dell'anno s'avvicina, se non avete ancora scelto l'agenda che possa accompagnarvi nel nuovo anno avrei un consiglio per voi, fate una scelta consapevole e scegliete la Vegagenda 2015 Sonda, oltre ad essere comoda e delle giuste dimensioni anche per la borsa vi accompagnerà con le sue riflessioni verso una vita migliore. Il tema dell'anno sono i cuccioli...il nostro futuro. Un insolito oroscopo segno per segno e un inserto di ricette vegane completano l'agenda.
Non posso consigliarvi l'Assaggenda perché per il 2015 non è stata stampata e onestamente vi dico che mi mancherà essendo stata la mia compagna di viaggio in molte esperienze di vita, posso però invitarvi a regalare e regalarvi il calendario interculturale 2015 di Sinnos. Quest'anno il titolo è un anno verde e le 12 ricette illustrate e raccontate provenienti da tante parti del mondo sono tutte vegetariane. Vi assicuro che quando vi abituerete ad averlo alla parete di casa ogni anno sentirete come un richiamo e non riuscirete più a farne a meno conservando gelosamente anche le copie degli anni precedenti, proprio come faccio io. E ricordate ogni due calendari acquistati direttamente da Sinnos, un libro in regalo a sorpresa e nessuna spesa di spedizione.

2014-12-04

Davvero una chicca...Antica Locanda dal Povero Enzo a Cosenza

Stavolta nel mio peregrinare in nome del gusto ho scovato davvero una chicca. La recensione è stata pubblicata oggi su Diritto di Cronaca.
Raffinatezza, gentilezza e cura per chi entra caratterizzano questo piccolo locale nel centro di Cosenza. All'Antica Locanda dal povero Enzo si lavora con serietà, organizzazione e dedizione come in una danza dell'accoglienza della quale si ha presagio prima di varcare la soglia. 
Chi arriva deve bussare per essere degnamente accolto in un ambiente elegante e caldo dove l'ospitalità è la prima cosa che ti colpisce, sottofondo musicale di jazz, sorriso del personale e qualche coccola di benvenuto (un calice di vino e un piccolo amuse-bouche) ti mettono subito a tuo agio quale preludio di una serata che si farà ricordare.
La carta è ricca tanto da farci venir voglia di assaggiare quasi tutto e varia al mutare delle stagioni. Ed i effetti i piatti che ci vengono presentati hanno il sapore, i profumi e i colori dell'autunno. Iniziamo con un tortino di patate e porcini adagiato su una crema di primosale. 
Proseguiamo con un carpaccio di manzo con generosa grattugiata di tartufo del Pollino, segue un tortino di porcini con cuore di patate viola su crema di cicorietta selvatica e dressing di pomodoro.
Ma quel che ci scalda davvero il cuore è un piatto che nel menù viene chiamato Transumanza e di cui sembra davvero un ricordo: un piccolo hamburger di podolica al dolce latte con uovo di quaglia e tartufo nero del Pollino.
Concludiamo gli antipasti con un crostone al lardo di Colonnata con miele di fico dottato. Anche ai vini viene riservata grande cura ed attenzione ed in effetti scegliamo di farci guidare dal personale nell'accostare i vini ai piatti degustati, del resto qui si può visto che il servizio al calice va per la maggiore.
Le lune ripiene alla zucca rossa mantecate al burro chiarificato di liquirizia e impreziosite da croccantezze di guanciale e primosale con polvere di patate vitellotte sembrano un quadro d'autore che quasi si ha dispiacere di rovinare, ma il dispiacere dura poco per lasciare spazio alla voluttà visto il gusto pieno, rotondo e insolito, in cui il dolce e il salato si rincorrono in un gioco d'amore.

La tagliata di razza podolica accompagnata da perfette patate 'mpacchiuse profumate d'origano e una fetta di poricno grigliato sono l'esempio perfetto di un piatto ben equilibrato.
Il petto d'oca è servito con con arancia e condito con un sale particolare (tanti sono i sali diversi in carta) e germogli e la guancia stracotta alla liquirizia con le patate sottocenere sembra un piatto d'altri tempi vestito di nuovi abiti quasi a volerci ricordare la buona cucina di una volta.

I dessert sono ben costruiti. Stupisce il marshmallow ghiacciato con chantilly alla nocciola e velluto di ananas, originale nel gusto e nella presentazione e poi la pasticceria intelligente che sfrutta il dolce naturale presente negli ingredienti come la mousse di marroni senza zucchero con gelato all'alloro, crumble ai tre cioccolati, gelatina al magliocco e spugna al pistacchio. Ma non è da meno neppure la piramide ai fichi con bignè farcito e crumble al cioccolato.
Al termine della cena si ha la certezza che tutto, dall'ambiente al personale passando per i piatti (i veri protagonisti) siano i tasselli di un mosaico ben incastrati tra loro. Si raccomanda solo di prenotare al resto pensano loro.
Antica Locanda dal Povero Enzo
Via Montesanto 42 – 87100 Cosenza
Tel 098428861 pikkiogroup@libero.it861

Davvero una chicca...Antica Locanda dal Povero Enzo a Cosenza

Stavolta nel mio peregrinare in nome del gusto ho scovato davvero una chicca. La recensione è stata pubblicata oggi su Diritto di Cronaca.
Raffinatezza, gentilezza e cura per chi entra caratterizzano questo piccolo locale nel centro di Cosenza. All'Antica Locanda dal povero Enzo si lavora con serietà, organizzazione e dedizione come in una danza dell'accoglienza della quale si ha presagio prima di varcare la soglia. 
Chi arriva deve bussare per essere degnamente accolto in un ambiente elegante e caldo dove l'ospitalità è la prima cosa che ti colpisce, sottofondo musicale di jazz, sorriso del personale e qualche coccola di benvenuto (un calice di vino e un piccolo amuse-bouche) ti mettono subito a tuo agio quale preludio di una serata che si farà ricordare.
La carta è ricca tanto da farci venir voglia di assaggiare quasi tutto e varia al mutare delle stagioni. Ed i effetti i piatti che ci vengono presentati hanno il sapore, i profumi e i colori dell'autunno. Iniziamo con un tortino di patate e porcini adagiato su una crema di primosale. 
Proseguiamo con un carpaccio di manzo con generosa grattugiata di tartufo del Pollino, segue un tortino di porcini con cuore di patate viola su crema di cicorietta selvatica e dressing di pomodoro.
Ma quel che ci scalda davvero il cuore è un piatto che nel menù viene chiamato Transumanza e di cui sembra davvero un ricordo: un piccolo hamburger di podolica al dolce latte con uovo di quaglia e tartufo nero del Pollino.
Concludiamo gli antipasti con un crostone al lardo di Colonnata con miele di fico dottato. Anche ai vini viene riservata grande cura ed attenzione ed in effetti scegliamo di farci guidare dal personale nell'accostare i vini ai piatti degustati, del resto qui si può visto che il servizio al calice va per la maggiore.
Le lune ripiene alla zucca rossa mantecate al burro chiarificato di liquirizia e impreziosite da croccantezze di guanciale e primosale con polvere di patate vitellotte sembrano un quadro d'autore che quasi si ha dispiacere di rovinare, ma il dispiacere dura poco per lasciare spazio alla voluttà visto il gusto pieno, rotondo e insolito, in cui il dolce e il salato si rincorrono in un gioco d'amore.

La tagliata di razza podolica accompagnata da perfette patate 'mpacchiuse profumate d'origano e una fetta di poricno grigliato sono l'esempio perfetto di un piatto ben equilibrato.
Il petto d'oca è servito con con arancia e condito con un sale particolare (tanti sono i sali diversi in carta) e germogli e la guancia stracotta alla liquirizia con le patate sottocenere sembra un piatto d'altri tempi vestito di nuovi abiti quasi a volerci ricordare la buona cucina di una volta.

I dessert sono ben costruiti. Stupisce il marshmallow ghiacciato con chantilly alla nocciola e velluto di ananas, originale nel gusto e nella presentazione e poi la pasticceria intelligente che sfrutta il dolce naturale presente negli ingredienti come la mousse di marroni senza zucchero con gelato all'alloro, crumble ai tre cioccolati, gelatina al magliocco e spugna al pistacchio. Ma non è da meno neppure la piramide ai fichi con bignè farcito e crumble al cioccolato.
Al termine della cena si ha la certezza che tutto, dall'ambiente al personale passando per i piatti (i veri protagonisti) siano i tasselli di un mosaico ben incastrati tra loro. Si raccomanda solo di prenotare al resto pensano loro.
Antica Locanda dal Povero Enzo
Via Montesanto 42 – 87100 Cosenza
Tel 098428861 pikkiogroup@libero.it861

2014-12-01

Il delitto vien mangiando...tortelloni?

Piatto Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Signori oggi affronto un tema dai colori giallo-noir e lo faccio col sorriso sulla bocca da vera appassionata del genere quale sono sempre stata in realtà. Da sempre infatti mi diverto, come ebbi già modo di dire in altra occasione, a leggere romanzi gialli soprattutto ma anche noir in cui vi sia un qualche legame con il cibo. Da molto poi mi frulla in testa l'idea di partecipare a una di quelle cene con delitto che spesso si organizzano (visti i tanti appassionati del genere) in cui si cena tentando di scoprire il colpevole e addiritturA non vi nascondo sto accarezzando l'idea di organizzarla io stessa una cena con delitto. Le ispirazioni a dire il vero non mi mancano affatto e magari le prossime feste sono propizie. 
Potrei partire da un grande classico come Nero Wolf in cui la cucina ha sempre avuto un ruolo principe tanto che LO stesso giallista Rex Stout non ci ha risparmiato neppure una irresistibile e raffinata raccolta di  ricette del grande investigatore Nero Wolf considerato non a torto il più raffinato gourmet della letteratura poliziesca. Crimini e Ricette A Tavola con Nero Wolf il titolo della raccolta pubblicata da Beat Edizioni. Oltre 250 ricette originali create tra un'indagine e l'altra dal più sofisticato e goloso protagonista della letteratura gialla.  Un ricettario ma anche un viaggio nell'affascinante ed eccentrico mondo di Nero Wolf, eccellente gastronomo oltre che infallibile investigatore. Le ricette seguono il ritmo dei romanzi ed ognuna di essa riporta il chiaro riferimento al passo in cui il manicaretto è citato o addirittura raccontato, per gli appassionati questo libro è una vera chicca da non perdere.
Il delitto vien mangiando è il titolo di una originalissima raccolta di racconti scritta da Laura Vignali e pubblicata da Effigi. Una settimana di vendette gastronomiche recita il sottotitolo e sulla quarta la spiegazione dell'inquietante contenuto "Sette giorni sette sette giorni per morire sette volte due volte al dì.Quattordici racconti di delitti gastronomici, di ricette assassine". Quattordici delitti raccontati in maniera spassosa e gradevole e quattordici ricette che da essi traggono ispirazione narrate in maniera unica, un libro che ho letto con vero godimento sotto l'ombrellone, che rileggerò e che vi consiglio di regalarvi o di regalare. 
Di Sarnus invece è Misteri e Sapori di Toscana scritto dal bravissimo Andrea Gamannossi delle cui opere ho già avuto modo di parlarvi in diverse occasioni. Ancora storie di mistero, dieci storie, sospese tra la realtà e l'immaginazione e buona cucina della migliore tradizione toscana. Miti del passato rievocati in modo affascinante ma anche misteri recenti della suggestiva terra toscana mai svelati  e ben 50 ricette per cucinare le pietanze più squisite del territorio toscano. Un irresistibile mix di mistero e gusto da non lasciarsi davvero sfuggire.
Il cuoco di Burns Night è un romanzo noir di Roberto Agostini pubblicato da Atmosphere Libri. Un cuoco bravo, un uomo "mediocre" Alessandro, il protagonista del romanzo, un insoddisfatto che a un certo punto, confondendo il sogno con la realtà,  molla tutto per andare alla ricerca di Pappy un cuoco messicano scomparso vent'anni prima. Inizia uno strano viaggio dall'Italia al sud America che lo conduce attraverso misteri esoterici legati al cibo fino al mondo alchemico e massonico dell'antica Scozia dove fin dal '700 ogni 25 gennaio si celebra la "Burns Night" dedicata a Robert Burns sommo poeta scozzese. Alessandro scoprirà cose inimmaginabili ed arriverà alla soluzione dell'arcano in un finale davvero imprevedibile. Una narrazione ammaliante che cattura fin dalle prime pagine in un ritmo che diventa sempre più avvincente e serrato.
Ora vi starete chiedendo cosa c'entrano questi tortelloni con crimini e delitti. Quando penso a una pietanza venefica, la immagino succulenta e cremosa, oltre che dal gusto un po' complesso, ritengo siano i piatti migliori a nascondere qualcosa. Ecco perché magari un piatto di tortelloni con ripieno di arrosto al latte conditi con il fondo dello stesso arrosto mi sembrerebbero perfetti.
A voi la ricetta e intanto pensateci...
Il punto di partenza è l'arrosto al latte la cui ricetta, vi garantisco, non vi deluderà mai. Consiglio di utilizzare il filetto del maiale e il fondo dell'arrosto non va in questo caso filtrato ma solo frullato fino a ridurlo in una cremina densa e omogenea.
Tortelloni di arrosto al latte 
Ingredienti per 4 persone
per la pasta:
100 g di farina 00
100 g di semola di grano duro
2 uova
1 pizzico di sale
per il ripieno:
150 g di arrosto al latte
50 g di parmigiano grattugiato
100 g di fior di latte
1/2 porro
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
per il condimento:
fondo dell'arrosto frullato a crema
parmigiano grattugiato a piacere
Impastare le farine con le uova e il sale. lasciar risposare l'impasto prima di stendere la sfoglia.
Stufare il porro a fettine con olio sale, pepe e un po' d'acqua.
Frullare l'arrosto con il poro stufato, la mozzarella e il parmigiano. Stendere la sfoglia e dopo aver tagliato dei dischi di circa 10-12 cm farcirli con il ripieno preparato, chiuderli a tortello o anche semplicemente a mezzaluna, sigillando bene i bordi. Cuocere in acqua bollente salata e condire con il fondo allungato con poca acqua di cottura e del parmigiano a piacere.
Consiglio di accompagnare questo strepitoso piatto con un vino rosso corposo e di carattere come il Refosco dal Peduncolo Rosso Castello di Porcìa