2015-03-23

Agriturismo-Masseria Torre di Albidona la sosta ideale in primavera

Leggete il mio ultimo Percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
Con l'arrivo della primavera la voglia di natura arriva prepotente e anche per un pranzo o una cena i posti più gettonati per le feste di primavera sono gli agriturismi che consentono di riconciliarsi con la natura che proprio in questo periodo rifiorisce dando il meglio di sé. All'agriturismo Masseria Torre di Albidona c'è questo ma c'è anche di più perché immerso in una natura rigogliosa questo agriturismo è a due passi dal mare e il mare si può ammirare dalle ampie vetrate del ristorante e respirare e sentire appena fuori dal locale. La sala ristorante di impianto moderno ha quei richiami rustici tipici di un agriturismo come i grandi camini in pietra e le sedie paesane ma i colori sono quelli tenui di beige e verdino che si addicono a un posto di mare. Lo stile è proprio quello di una moderna masseria pugliese in cui mare e campagna, acqua e terra, rustico e chic si amalgamano e fondono alla perfezione. 
Il connubio tra modernità e tradizione lo si ritrova nella cucina di questo ristorante, calabrese con influenze lucane dal momento che il personale di cucina gode e fa tesoro della collaborazione e del supporto del grande maestro Federico Valicenti.

L'impronta lucana la troviamo nel primo piatto dell'antipasto che ci viene presentato, al centro tra rape e salsiccia e un golosissimo tortino di patate e 'nduja con crema di pecorino campeggia un croccante e profumato peperone crusco. In un cestino di formaggio e mais ci vengono presentati i cardoncelli della produzione aziendale strapazzati con le uova.  La crepe rossa è arricchita da un ripieno di prosciutto e formaggio ed alleggerita nel gusto dal semplice sughetto di pomodoro che fa da base.
La gustosa zuppa di legumi misti con bietole e carote servita con i classici crostini di pane, coccola perfetta vicino al fuoco del camino, ci ricorda che siamo in un agriturismo dov'è il gusto della natura a farla da padrone. 
Difficile da dimenticare il primo, cavatelli preparati rigorosamente a mano e conditi con crema di zucca violina che trovano un prezioso completamento di sapidità nei tocchetti di croccante guanciale e nella consistenza dei cardoncelli, un ulteriore pizzico di brio oltre che di colore lo conferisce la polvere di peperone rosso che orna ad arte il piatto.

Piatto complesso e molto consistente la millefoglie di podolica con melanzane, scamorza affumicata e prosciutto su crema di funghi cardoncelli. Difficile trovare spazio per il dolce, basterebbe in effetti un bicchiere di buon liquore di mirto prodotto in azienda ma non si può dire di no ad una fetta di crostata casalinga con crema di limoni arricchita da una spolverata di liquirizia.
Insomma per un pranzo o una cena in famiglia, per un fine settimana o una vacanza più lunga, per un piccolo banchetto o una ricorrenza l'Agriturismo-Masseria Torre di Albidona è un posticino davvero da non perdere.
MASSERIA AGRITURISMO TORRE DI ALBIDONA
Loc. Piana (sul mare) - 87070 ALBIDONA (CS)
Tel+39 0981 507944 - Fax +39 0981 507967
Mail info@torredialbidona.it

https://www.facebook.com/pages/Masseria-Agriturismo-Torre-di-Albidona/134453016687983?sk=timeline

Agriturismo-Masseria Torre di Albidona la sosta ideale in primavera

Leggete il mio ultimo Percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
Con l'arrivo della primavera la voglia di natura arriva prepotente e anche per un pranzo o una cena i posti più gettonati per le feste di primavera sono gli agriturismi che consentono di riconciliarsi con la natura che proprio in questo periodo rifiorisce dando il meglio di sé. All'agriturismo Masseria Torre di Albidona c'è questo ma c'è anche di più perché immerso in una natura rigogliosa questo agriturismo è a due passi dal mare e il mare si può ammirare dalle ampie vetrate del ristorante e respirare e sentire appena fuori dal locale. La sala ristorante di impianto moderno ha quei richiami rustici tipici di un agriturismo come i grandi camini in pietra e le sedie paesane ma i colori sono quelli tenui di beige e verdino che si addicono a un posto di mare. Lo stile è proprio quello di una moderna masseria pugliese in cui mare e campagna, acqua e terra, rustico e chic si amalgamano e fondono alla perfezione. 
Il connubio tra modernità e tradizione lo si ritrova nella cucina di questo ristorante, calabrese con influenze lucane dal momento che il personale di cucina gode e fa tesoro della collaborazione e del supporto del grande maestro Federico Valicenti.

L'impronta lucana la troviamo nel primo piatto dell'antipasto che ci viene presentato, al centro tra rape e salsiccia e un golosissimo tortino di patate e 'nduja con crema di pecorino campeggia un croccante e profumato peperone crusco. In un cestino di formaggio e mais ci vengono presentati i cardoncelli della produzione aziendale strapazzati con le uova.  La crepe rossa è arricchita da un ripieno di prosciutto e formaggio ed alleggerita nel gusto dal semplice sughetto di pomodoro che fa da base.
La gustosa zuppa di legumi misti con bietole e carote servita con i classici crostini di pane, coccola perfetta vicino al fuoco del camino, ci ricorda che siamo in un agriturismo dov'è il gusto della natura a farla da padrone. 
Difficile da dimenticare il primo, cavatelli preparati rigorosamente a mano e conditi con crema di zucca violina che trovano un prezioso completamento di sapidità nei tocchetti di croccante guanciale e nella consistenza dei cardoncelli, un ulteriore pizzico di brio oltre che di colore lo conferisce la polvere di peperone rosso che orna ad arte il piatto.

Piatto complesso e molto consistente la millefoglie di podolica con melanzane, scamorza affumicata e prosciutto su crema di funghi cardoncelli. Difficile trovare spazio per il dolce, basterebbe in effetti un bicchiere di buon liquore di mirto prodotto in azienda ma non si può dire di no ad una fetta di crostata casalinga con crema di limoni arricchita da una spolverata di liquirizia.
Insomma per un pranzo o una cena in famiglia, per un fine settimana o una vacanza più lunga, per un piccolo banchetto o una ricorrenza l'Agriturismo-Masseria Torre di Albidona è un posticino davvero da non perdere.
MASSERIA AGRITURISMO TORRE DI ALBIDONA
Loc. Piana (sul mare) - 87070 ALBIDONA (CS)
Tel+39 0981 507944 - Fax +39 0981 507967
Mail info@torredialbidona.it

https://www.facebook.com/pages/Masseria-Agriturismo-Torre-di-Albidona/134453016687983?sk=timeline

2015-03-18

Un'insolita zuppa viola

Piatti fiore La Porcellana Bianca, sottopiatto ISI Milano

Si rinnova domani l'appuntamento in edicola con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, è la volta di Michael Pollan e del suo In difesa del cibo, un passo avanti rispetto al già scioccante Dilemma dell’onnivoro. In questo lavoro l'autore demolisce la credenza secondo cui a renderci più sani e più belli non siano le cose che mangiamo ma le sostanze che le compongono. Il rimedio per una vita sana sarebbe semplice: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. Cibo vero, meglio se poco, e meglio ancora se verde. Sarebbe semplice ma siccome sconvolge il credo dell’industria agroalimentare, la più potente e insostituibile al mondo, diventa molto difficile da realizzare.
"Le scelte migliori per la nostra salute sono anche le migliori per il pianeta. Che siano anche le scelte più piacevoli è davvero un’ottima notizia". In pratica si può stare bene mangiando meglio e non rinunciando neppure al gusto.
Approfittiamo quindi di questo clima ancora grigio che per nulla appare preludio di primavera per sfruttare al meglio quello che l'orto d'inverno ancora ci offre, nel mio caso il cavolo rosso che da cotto in effetti diventa viola con cui ho realizzato una passata arricchita da cereali e legumi, io ho scelto la zuppa deliziosa il misto di Schioppi composto da riso thai integrale, farro, grano, lenticchie rosse e gialle decorticate. Per rendere la zuppa gourmet unendo alla salute anche il gusto qualche tocchetto di pancetta croccante, un bocconcino di bufala al centro e un filo d'olio a crudo.
Ingredienti per 4 persone:
1 porro
1/2 cavolo rosso
300 g di misto di riso thai integrale, farro, grano, lenticchie rosse e gialle decorticate
100 g di pancetta
4 bocconcini di bufala
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
brodo vegetale
sale e pepe
Tagliare a rondelle il porro e soffriggerlo in un fondo d'olio, unire il cavolo a striscioline, salare, pepare e portare a cottura aggiungendo un po' di brodo. Frullare e aggiungere il misto di legumi e cereali tostato con un filo d'olio in un'altra padella e sfumato con il vino. Portare a cottura aggiungendo brodo un mestolo per volta. Versare nei piatti ed arricchire la minestra con le striscioline di pancetta croccanti, un bocconcino di bufala e un filo d'olio.

Un'insolita zuppa viola

Piatti fiore La Porcellana Bianca, sottopiatto ISI Milano

Si rinnova domani l'appuntamento in edicola con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, è la volta di Michael Pollan e del suo In difesa del cibo, un passo avanti rispetto al già scioccante Dilemma dell’onnivoro. In questo lavoro l'autore demolisce la credenza secondo cui a renderci più sani e più belli non siano le cose che mangiamo ma le sostanze che le compongono. Il rimedio per una vita sana sarebbe semplice: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. Cibo vero, meglio se poco, e meglio ancora se verde. Sarebbe semplice ma siccome sconvolge il credo dell’industria agroalimentare, la più potente e insostituibile al mondo, diventa molto difficile da realizzare.
"Le scelte migliori per la nostra salute sono anche le migliori per il pianeta. Che siano anche le scelte più piacevoli è davvero un’ottima notizia". In pratica si può stare bene mangiando meglio e non rinunciando neppure al gusto.
Approfittiamo quindi di questo clima ancora grigio che per nulla appare preludio di primavera per sfruttare al meglio quello che l'orto d'inverno ancora ci offre, nel mio caso il cavolo rosso che da cotto in effetti diventa viola con cui ho realizzato una passata arricchita da cereali e legumi, io ho scelto la zuppa deliziosa il misto di Schioppi composto da riso thai integrale, farro, grano, lenticchie rosse e gialle decorticate. Per rendere la zuppa gourmet unendo alla salute anche il gusto qualche tocchetto di pancetta croccante, un bocconcino di bufala al centro e un filo d'olio a crudo.
Ingredienti per 4 persone:
1 porro
1/2 cavolo rosso
300 g di misto di riso thai integrale, farro, grano, lenticchie rosse e gialle decorticate
100 g di pancetta
4 bocconcini di bufala
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
brodo vegetale
sale e pepe
Tagliare a rondelle il porro e soffriggerlo in un fondo d'olio, unire il cavolo a striscioline, salare, pepare e portare a cottura aggiungendo un po' di brodo. Frullare e aggiungere il misto di legumi e cereali tostato con un filo d'olio in un'altra padella e sfumato con il vino. Portare a cottura aggiungendo brodo un mestolo per volta. Versare nei piatti ed arricchire la minestra con le striscioline di pancetta croccanti, un bocconcino di bufala e un filo d'olio.

2015-03-16

Filetto stagionato agli aromi, possibili interpretazioni

Tessuti Busatti
Con l'arrivo del nuovo anno ho iniziato a sperimentare la produzione casalinga si salumi e affini, non mi sono data agli insaccati veri e propri ma alla salagione e stagionatura di pancetta, lonza, filetto e coscia di maiale, variamente aromatizzati.
Il filetto stagionato agli aromi è una delle preparazioni più semplici e veloci, è pronto in pochi giorni e non bisogna neppure limitarsi alla stagione fredda per la produzione  dal momento che si fa tutto in  frigo.
Ecco da questo primo esperimento è venuto fuori un filettino molto aromatico perfetto da mangiare tal quale magari in un bel panino o anche condito con un filo d'olio e una spruzzata di limone o di arancia, oppure ancora da piastrare come ho fatto io nella ricetta che vi presento oggi.
Filetto stagionato agli aromi
2 filettini di maiale da 500 g 
500g di sale fino
700g di zucchero semolato
misto di aromi (rosmarino, salvia. alloro, pepe nero, peperoncino)

Pulire la carne da grasso e pellicine e porla in una ciotola con il sale e lo zucchero, parte a formare la base e parte a coprire. Lasciare così in frigo per 2 giorni, poi lavare la carne per bene, asciugarla e massaggiarla con il trito di erbe. Avvolgerla in carta da cucina e lasciarla in frigo da 6 a 10 giorni, cambiando di tanto in tanto la carta. Poi affettare e consumare il filetto.
Filetto stagionato alla piastra con purè di patate, salsa di finocchi al balsamico e croccante di pane aromatico
Ingredienti per 4 persone:
12 fette spesse di filetto stagionato agli aromi
purè di patate
2 fette di pane casereccio
aromi misti in polvere (rosmarino alloro timo e salvia)*
1 finocchio
1 scalogno
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico
sale
Tagliare il pane a cubetti, condirlo con olio e aromi in polvere e poi tostarlo in forno caldo finché diventa croccate. Stufare il finocchio con lo scalogno, un filo d'olio e un po' di sale,  frullarlo con un po' di acqua calda, altro olio e qualche goccio d'aceto balsamico. Scaldare una piastra e quando è rovente passarvi il filetto da ambo i lati disporlo nei piatti alternandolo con il purè caldo e la salsa di finocchi, completare con i crostini di pane.
Ho servito questo piatto con un bicchiere di Masino IGRECO, un nero di Calabria che visti i riconoscimenti ottenuti è l'orgoglio della nostra regione.
* Ho utilizzato il mix di aromi di Pantelleria Profumarrosto perfetto con carne, patate e anche per i crostini di pane come in questo caso.

Filetto stagionato agli aromi, possibili interpretazioni

Tessuti Busatti
Con l'arrivo del nuovo anno ho iniziato a sperimentare la produzione casalinga si salumi e affini, non mi sono data agli insaccati veri e propri ma alla salagione e stagionatura di pancetta, lonza, filetto e coscia di maiale, variamente aromatizzati.
Il filetto stagionato agli aromi è una delle preparazioni più semplici e veloci, è pronto in pochi giorni e non bisogna neppure limitarsi alla stagione fredda per la produzione  dal momento che si fa tutto in  frigo.
Ecco da questo primo esperimento è venuto fuori un filettino molto aromatico perfetto da mangiare tal quale magari in un bel panino o anche condito con un filo d'olio e una spruzzata di limone o di arancia, oppure ancora da piastrare come ho fatto io nella ricetta che vi presento oggi.
Filetto stagionato agli aromi
2 filettini di maiale da 500 g 
500g di sale fino
700g di zucchero semolato
misto di aromi (rosmarino, salvia. alloro, pepe nero, peperoncino)

Pulire la carne da grasso e pellicine e porla in una ciotola con il sale e lo zucchero, parte a formare la base e parte a coprire. Lasciare così in frigo per 2 giorni, poi lavare la carne per bene, asciugarla e massaggiarla con il trito di erbe. Avvolgerla in carta da cucina e lasciarla in frigo da 6 a 10 giorni, cambiando di tanto in tanto la carta. Poi affettare e consumare il filetto.
Filetto stagionato alla piastra con purè di patate, salsa di finocchi al balsamico e croccante di pane aromatico
Ingredienti per 4 persone:
12 fette spesse di filetto stagionato agli aromi
purè di patate
2 fette di pane casereccio
aromi misti in polvere (rosmarino alloro timo e salvia)*
1 finocchio
1 scalogno
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico
sale
Tagliare il pane a cubetti, condirlo con olio e aromi in polvere e poi tostarlo in forno caldo finché diventa croccate. Stufare il finocchio con lo scalogno, un filo d'olio e un po' di sale,  frullarlo con un po' di acqua calda, altro olio e qualche goccio d'aceto balsamico. Scaldare una piastra e quando è rovente passarvi il filetto da ambo i lati disporlo nei piatti alternandolo con il purè caldo e la salsa di finocchi, completare con i crostini di pane.
Ho servito questo piatto con un bicchiere di Masino IGRECO, un nero di Calabria che visti i riconoscimenti ottenuti è l'orgoglio della nostra regione.
* Ho utilizzato il mix di aromi di Pantelleria Profumarrosto perfetto con carne, patate e anche per i crostini di pane come in questo caso.

2015-03-12

Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made

Piatto conchiglia Ceramiche Maroso, tovagliolo Busatti, sottopiatto ISI Milano
La storia degli oli essenziali mi ha conquistata a dire il vero e proseguendo in un certo senso il discorso oggi vi parlo di qualcosa di nuovo che ha stupito pure me.
La Cascina Duc è situata ai confini tra Torino e Grugliasco, immersa in una delle poche aree verdi ancora esistenti ai confini della città, è un raro esempio, nei dintorni del torinese, di cascina funzionante su attività agricole. Filari di lavanda posti ai lati della strada di accesso alla Cascina accolgono i visitatori, da questa profumatissima pianta vengono prodotti non solo cosmetici e prodotti ornamentali ma anche originali prodotti alimentari.
I biscottini al burro e lavanda che producono in azienda sono a dir poco meravigliosi, con il tè sono anzi una vera chiccheria da non lasciarsi sfuggire. Altra particolarità è la pasta alla lavanda, ecco il gusto della pasta è molto intenso quasi amarognolo tanto che per me mangiarne un intero piatto sarebbe impresa impossibile, i radiatori che io ho utilizzato per questa ricetta sono perfetti per dei finger food io vedo bene l'abbinamento con il limone  e con il salmone marinato che ho prodotto con le mie manine.
Per marinare un kg di filetto di salmone ho utilizzato 500 g di zucchero, 500 g di sale fino e pepe nero. Ho lasciato macerare il salmone in questa mistura per 48 ore rivoltandolo ogni 12 ore, poi l'ho lavato, l'ho asciugato per bene e l'ho avvolto in carta da cucina conservandolo in frigo altri 4-6 giorni, tagliato poi a fette è pronto per l'utilizzo o per essere conservato in buste sottovuoto.
Per una preparazione così particolare ci volava un vino giusto altrettanto ricercato e così mi sono fermata all'Azienda vinicola Quaquarini Francesco a Monteveneroso, una piccola frazione nel comune di Canneto Pavese, a circa 50 minuti da Milano. L'Azienda, fondata da Francesco e dalla moglie Liliana e portata avanti oggi con la medesima dedizione dai figli Umberto e Maria Teresa ha sempre valorizzato la tradizione viticola pur nel rinnovamento delle tecniche produttive per l'esaltazione della qualità. Il successo di questi programmi ha permesso all'Azienda di produrre una gamma di vini di qualità provenienti dalle zone più vocate dell'Oltrepo Pavese.
Il controllo della produzione inizia dalla coltivazione della vite, si tratta di uve di varietà autoctone prodotte da Agricoltura Biologica, controllate e certificate dalla vendemmia e fermentazione, sino alla messa in bottiglia.
Io ho scelto un Pinot Rosé Brut, un vino elegante perfetto per l'aperitivo e per esaltare questa particolare ricetta.
Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made
Ingredienti per 4 assaggini:
2 limoni
20 radiatori alla lavanda
4 fettine di salmone marinato
succo di limone
olio extravergine d'oliva
Cuocere la pasta in acqua bollente salata, dividere a metà i limoni e svuotarli, estrarre il succo e tenerlo da parte. Tagliare a striscioline il salmone, unirlo alla pasta cotta condire con olio e qualche goccia di succo di limone. Suddividere la pasta nei limoni e servire con un calice di Pinot brut Rosé ben freddo.              

Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made

Piatto conchiglia Ceramiche Maroso, tovagliolo Busatti, sottopiatto ISI Milano
La storia degli oli essenziali mi ha conquistata a dire il vero e proseguendo in un certo senso il discorso oggi vi parlo di qualcosa di nuovo che ha stupito pure me.
La Cascina Duc è situata ai confini tra Torino e Grugliasco, immersa in una delle poche aree verdi ancora esistenti ai confini della città, è un raro esempio, nei dintorni del torinese, di cascina funzionante su attività agricole. Filari di lavanda posti ai lati della strada di accesso alla Cascina accolgono i visitatori, da questa profumatissima pianta vengono prodotti non solo cosmetici e prodotti ornamentali ma anche originali prodotti alimentari.
I biscottini al burro e lavanda che producono in azienda sono a dir poco meravigliosi, con il tè sono anzi una vera chiccheria da non lasciarsi sfuggire. Altra particolarità è la pasta alla lavanda, ecco il gusto della pasta è molto intenso quasi amarognolo tanto che per me mangiarne un intero piatto sarebbe impresa impossibile, i radiatori che io ho utilizzato per questa ricetta sono perfetti per dei finger food io vedo bene l'abbinamento con il limone  e con il salmone marinato che ho prodotto con le mie manine.
Per marinare un kg di filetto di salmone ho utilizzato 500 g di zucchero, 500 g di sale fino e pepe nero. Ho lasciato macerare il salmone in questa mistura per 48 ore rivoltandolo ogni 12 ore, poi l'ho lavato, l'ho asciugato per bene e l'ho avvolto in carta da cucina conservandolo in frigo altri 4-6 giorni, tagliato poi a fette è pronto per l'utilizzo o per essere conservato in buste sottovuoto.
Per una preparazione così particolare ci volava un vino giusto altrettanto ricercato e così mi sono fermata all'Azienda vinicola Quaquarini Francesco a Monteveneroso, una piccola frazione nel comune di Canneto Pavese, a circa 50 minuti da Milano. L'Azienda, fondata da Francesco e dalla moglie Liliana e portata avanti oggi con la medesima dedizione dai figli Umberto e Maria Teresa ha sempre valorizzato la tradizione viticola pur nel rinnovamento delle tecniche produttive per l'esaltazione della qualità. Il successo di questi programmi ha permesso all'Azienda di produrre una gamma di vini di qualità provenienti dalle zone più vocate dell'Oltrepo Pavese.
Il controllo della produzione inizia dalla coltivazione della vite, si tratta di uve di varietà autoctone prodotte da Agricoltura Biologica, controllate e certificate dalla vendemmia e fermentazione, sino alla messa in bottiglia.
Io ho scelto un Pinot Rosé Brut, un vino elegante perfetto per l'aperitivo e per esaltare questa particolare ricetta.
Cestini di limone con pasta alla lavanda e salmone marinato home made
Ingredienti per 4 assaggini:
2 limoni
20 radiatori alla lavanda
4 fettine di salmone marinato
succo di limone
olio extravergine d'oliva
Cuocere la pasta in acqua bollente salata, dividere a metà i limoni e svuotarli, estrarre il succo e tenerlo da parte. Tagliare a striscioline il salmone, unirlo alla pasta cotta condire con olio e qualche goccia di succo di limone. Suddividere la pasta nei limoni e servire con un calice di Pinot brut Rosé ben freddo.              

2015-03-09

Alta cucina: risotto con broccoli gamberi e profumo di limone

Vassoio Ceramiche Maroso, posate Mori Italian Factory, americano e tovagliolo Busatti
Ho sempre pensato che gli oli essenziali fossero cose da erboristi e non da cuochi, diverse volte ho  inconsapevolmente massaggiato tra le mani un agrume o schiacciato tra le dita una foglia di una qualche pianta aromatica godendone l'oleoso effluvio mai però soffermandomi a pensare che proprio di olio essenziale si trattasse.
Ne ho imparato un po' di più attraverso le parole di Milly Callegari che con il suo Essenzialmente la mia cucina pubblicato da Ponte alle Grazie nella collana Il lettore goloso ci racconta le essenze, la loro provenienza, il loro uso in cucina – non senza qualche nozione della storia e sulla magia che le avvolge – solleticando, come promette nella prefazione, la fantasia dello chef che è in noi.
"L’olio essenziale, o semplicemente «essenza», è una miscela oleosa e grassa, solitamente trasparente (di rado tende al giallo, al rosso o al marrone), composta da sostanze aromatiche prodotte spontaneamente dalle piante. In natura si cela nelle cellule di alcune loro parti (foglie, frutti, resina, corteccia), sotto forma di minuscole gocce. L’essenza rappresenta la «personalità» della pianta e sarà sempre unica e irripetibile. Ogni essenza naturale varia infatti nelle sue caratteristiche chimico-fisiche a seconda della stagione e dell’ora della raccolta, del tipo di terreno e del clima nei quali il vegetale è cresciuto. Non esistono due piante, seppur della medesima specie, che abbiano lo stesso, identico profumo" in questo libro l'autrice, profonda conoscitrice degli oli essenziali e raffinata gourmet, ci insegna a usare quei mirabili composti chimici e persino a estrarli da praticamente qualsiasi cosa, dai fiori alla frutta, dalle radici alle foglie, alle spezie. Un libro con un fascino irresistibile per me quasi un libro di magia.
A proposito di libri dal fascino irresistibile vi ricordo l'appuntamento con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, da giovedì scorso è in edicola Il perfezionista di Rudolph Chelminski una storia che mi ha particolarmente ammaliata narrando  la triste storia di Bernard Loiseau lo chef francese pluristellato che si uccise qualche anno fa perché alcuni giornali avevano ventilato l'ipotesi di un suo declassamento sulla guida Micheli. Attraverso la  vicenda favolosa di Loiseau che da sguattero aveva raggiunto il massimo livello nel mondo dell'alta cucina conosciamo i retroscena e i meccanismi spietati che animano le classifiche della "rossa".
Questa settimana non perdete neppure Pomodori verdi fritti di Fannie Flagg una storia che ho amato dapprima nella trasposizione cinematografica e poi nel libro che ebbi modo di leggere già qualche anno fa e che mi colpì per l'umanità, la delicatezza  e la freschezza senza infingimenti che da ogni pagina del libro trasuda.
Tornando al mio esperimento culinario mi sono lasciata ispirare da un piatto di Pietro Acciardi assaggiato al ristorante dell'Hotel Enotria. Che lo chef non me ne voglia l'ho interpretato a mio modo, nel mio forse ho lasciato disfare un po' più i broccoli ma devo dire che in linea di massima mi ha ricordato molto quel delizioso piato assaggiato lì.
Risotto con broccoli gamberi e profumo di limone
Ingredienti per 4 persone:
500 g di gamberi rosa del mediterraneo
500 g di broccoli
360 g di riso di Sibari per risotto
olio extravergine d'oliva
1 limone non trattato
1/2 bicchiere di vino bianco
sale
Pulire i gamberi dal carapace e dalle teste e con le teste preparare un brodo aggiungendo a piacere qualche aroma (sedano, carota, cipolla e prezzemolo potranno bastare).
Dividere il broccolo in cimette e cuocerle pochissimo a vapore. Tostare il riso in un tegame con pochissimo olio, sfumare con il vino e poi portare a cottura con il brodo preparato aggiungendone un mestolo per volta, più o meno a metà cottura unire i broccoli e proprio alla fine aggiungere i gamberi. Solo prima di servire completare con la scorza grattugiata del limone che libererà così tutti i suoi preziosi oli essenziali.
Ho servito il piatto con il Donna Lisa 2012 di Leone De Castris prodotto con uve Malvasia Bianca.

Alta cucina: risotto con broccoli gamberi e profumo di limone

Vassoio Ceramiche Maroso, posate Mori Italian Factory, americano e tovagliolo Busatti
Ho sempre pensato che gli oli essenziali fossero cose da erboristi e non da cuochi, diverse volte ho  inconsapevolmente massaggiato tra le mani un agrume o schiacciato tra le dita una foglia di una qualche pianta aromatica godendone l'oleoso effluvio mai però soffermandomi a pensare che proprio di olio essenziale si trattasse.
Ne ho imparato un po' di più attraverso le parole di Milly Callegari che con il suo Essenzialmente la mia cucina pubblicato da Ponte alle Grazie nella collana Il lettore goloso ci racconta le essenze, la loro provenienza, il loro uso in cucina – non senza qualche nozione della storia e sulla magia che le avvolge – solleticando, come promette nella prefazione, la fantasia dello chef che è in noi.
"L’olio essenziale, o semplicemente «essenza», è una miscela oleosa e grassa, solitamente trasparente (di rado tende al giallo, al rosso o al marrone), composta da sostanze aromatiche prodotte spontaneamente dalle piante. In natura si cela nelle cellule di alcune loro parti (foglie, frutti, resina, corteccia), sotto forma di minuscole gocce. L’essenza rappresenta la «personalità» della pianta e sarà sempre unica e irripetibile. Ogni essenza naturale varia infatti nelle sue caratteristiche chimico-fisiche a seconda della stagione e dell’ora della raccolta, del tipo di terreno e del clima nei quali il vegetale è cresciuto. Non esistono due piante, seppur della medesima specie, che abbiano lo stesso, identico profumo" in questo libro l'autrice, profonda conoscitrice degli oli essenziali e raffinata gourmet, ci insegna a usare quei mirabili composti chimici e persino a estrarli da praticamente qualsiasi cosa, dai fiori alla frutta, dalle radici alle foglie, alle spezie. Un libro con un fascino irresistibile per me quasi un libro di magia.
A proposito di libri dal fascino irresistibile vi ricordo l'appuntamento con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, da giovedì scorso è in edicola Il perfezionista di Rudolph Chelminski una storia che mi ha particolarmente ammaliata narrando  la triste storia di Bernard Loiseau lo chef francese pluristellato che si uccise qualche anno fa perché alcuni giornali avevano ventilato l'ipotesi di un suo declassamento sulla guida Micheli. Attraverso la  vicenda favolosa di Loiseau che da sguattero aveva raggiunto il massimo livello nel mondo dell'alta cucina conosciamo i retroscena e i meccanismi spietati che animano le classifiche della "rossa".
Questa settimana non perdete neppure Pomodori verdi fritti di Fannie Flagg una storia che ho amato dapprima nella trasposizione cinematografica e poi nel libro che ebbi modo di leggere già qualche anno fa e che mi colpì per l'umanità, la delicatezza  e la freschezza senza infingimenti che da ogni pagina del libro trasuda.
Tornando al mio esperimento culinario mi sono lasciata ispirare da un piatto di Pietro Acciardi assaggiato al ristorante dell'Hotel Enotria. Che lo chef non me ne voglia l'ho interpretato a mio modo, nel mio forse ho lasciato disfare un po' più i broccoli ma devo dire che in linea di massima mi ha ricordato molto quel delizioso piato assaggiato lì.
Risotto con broccoli gamberi e profumo di limone
Ingredienti per 4 persone:
500 g di gamberi rosa del mediterraneo
500 g di broccoli
360 g di riso di Sibari per risotto
olio extravergine d'oliva
1 limone non trattato
1/2 bicchiere di vino bianco
sale
Pulire i gamberi dal carapace e dalle teste e con le teste preparare un brodo aggiungendo a piacere qualche aroma (sedano, carota, cipolla e prezzemolo potranno bastare).
Dividere il broccolo in cimette e cuocerle pochissimo a vapore. Tostare il riso in un tegame con pochissimo olio, sfumare con il vino e poi portare a cottura con il brodo preparato aggiungendone un mestolo per volta, più o meno a metà cottura unire i broccoli e proprio alla fine aggiungere i gamberi. Solo prima di servire completare con la scorza grattugiata del limone che libererà così tutti i suoi preziosi oli essenziali.
Ho servito il piatto con il Donna Lisa 2012 di Leone De Castris prodotto con uve Malvasia Bianca.