2008-01-14

Gnocchi alla romana arricchiti

Per gnocchi alla romana intendiamo i famosissimi gnocchi di semolino gratinati in forno con burro e parmigiano ma, mentre ieri li preparavo per pranzo, mi sono sorpresa a chiedermi come mai questo piatto somigli così poco a quella che è la tradizione della terra di cui portano il nome e da qualche ricerca effettuata ho scoperto che in effetti c'è un contenzioso aperto sull'origine del piatto dato che Lazio e Piemonte se ne contendono ancora oggi la paternità.
A prescindere dalla zona d'origine sembra che questi gnocchi siano dei raffinati discendenti dei medievali maccheroni di Bengodi, descitti nel Decamerone dal Boccaccio. La ricetta che io utilizzzo è quella della scuola di La Cucina Italiana con una leggera variante, aggiungo all'impasto 50 g di prosciutto cotto a piccolissimi dadini ed il risultato è un piatto con una marcia in più, provate e poi mi direte.
Ingredienti per 6 persone:
1 litro di latte
250 g di semolino
3 tuorli
50 g di prosciutto cotto
grana o parmigiano grattugiato
burro
sale, pepe e noce moscata
Portiamo ad ebollizione il latte con una grossa noce di burro e un pò di sale grosso, poi uniamo a pioggia il semolino, un pò di pepe e noce moscata e cuociamo per 7-8' sempre mescolando con una frusta. Togliamo dal fuoco ed uniamo il prosciutto cotto sminuzzato, il parmigiano, i tuorli ed ancora un pò di sale se occorre. Mescoliamo bene e stendiamo il composto su un foglio di carta da forno , copriamo con un altro foglio e con l'aiuto del matterello portiamo la pasta ad uno spessore di 1 cm circa (anche poco più se vogliamo). Quando l'impasto è freddo lo tagliamo a dischetti di 5 cm circa con un tagliapasta e disponiamo i dischetti in una pirofila imburrata. Li condiamo con abbondante (io mi sono un pò trattenuta a dire il vero) burro fuso e parmigiano grattugiato e li passiamo in forno caldissimo finchè non si forma una bella crosticina dorata.

Gnocchi alla romana arricchiti

Per gnocchi alla romana intendiamo i famosissimi gnocchi di semolino gratinati in forno con burro e parmigiano ma, mentre ieri li preparavo per pranzo, mi sono sorpresa a chiedermi come mai questo piatto somigli così poco a quella che è la tradizione della terra di cui portano il nome e da qualche ricerca effettuata ho scoperto che in effetti c'è un contenzioso aperto sull'origine del piatto dato che Lazio e Piemonte se ne contendono ancora oggi la paternità.
A prescindere dalla zona d'origine sembra che questi gnocchi siano dei raffinati discendenti dei medievali maccheroni di Bengodi, descitti nel Decamerone dal Boccaccio. La ricetta che io utilizzzo è quella della scuola di La Cucina Italiana con una leggera variante, aggiungo all'impasto 50 g di prosciutto cotto a piccolissimi dadini ed il risultato è un piatto con una marcia in più, provate e poi mi direte.
Ingredienti per 6 persone:
1 litro di latte
250 g di semolino
3 tuorli
50 g di prosciutto cotto
grana o parmigiano grattugiato
burro
sale, pepe e noce moscata
Portiamo ad ebollizione il latte con una grossa noce di burro e un pò di sale grosso, poi uniamo a pioggia il semolino, un pò di pepe e noce moscata e cuociamo per 7-8' sempre mescolando con una frusta. Togliamo dal fuoco ed uniamo il prosciutto cotto sminuzzato, il parmigiano, i tuorli ed ancora un pò di sale se occorre. Mescoliamo bene e stendiamo il composto su un foglio di carta da forno , copriamo con un altro foglio e con l'aiuto del matterello portiamo la pasta ad uno spessore di 1 cm circa (anche poco più se vogliamo). Quando l'impasto è freddo lo tagliamo a dischetti di 5 cm circa con un tagliapasta e disponiamo i dischetti in una pirofila imburrata. Li condiamo con abbondante (io mi sono un pò trattenuta a dire il vero) burro fuso e parmigiano grattugiato e li passiamo in forno caldissimo finchè non si forma una bella crosticina dorata.

2008-01-11

Dolci scrigni

Vi preannunciavo nei commenti del post precedente che il periodo di cose light appena iniziato sarebbe per me finito presto, ed infatti eccomi qua con un dolcino ipercalorico ma così piccolo che tutti, anche chi è a dieta e chi vorrebbe esserlo ma non ci riesce come me, possono concederselo.
Del resto non vi lamentate delle golosità di questo blog, se non mi piaceva stuzzicare l'appetito altrui e se non amavo senza ritegno mangiare non aprivo mica un blog di cucina!
Ciò premesso vado a presentarvi la mia nuova tentazione, il nome scelto lascia presagire poco circa l'effettivo contenuto della ricetta, la foto illumina un pò di più ma non abbastanza per cui vado a sopperire a tale mancanza dicendovi che si tratta di cestini di frolla al cacao farciti con crema di ricotta agli agrumi canditi ed al cioccolato fondente a cui ho dato un inaspettato tocco aromatico con la Confettura Biologica di Fragole e Mandarini San Matteo della bottega Esperya. Quel che poteva sembrare un dolce completo infatti non lo era fino a quanto non ho aggiunto in ciascun dolcino l'ingrediente magico questa vellutata confettura dalla consistenza simile a una gelatina che ha crato un armonioso contrasto di profumi oltre che di consistenze.
A allora andiamo alla ricetta che richiede un pò di attenzione e meticolosità nella preparazione. Le dosi sono per 24 mini-cestini
Per la frolla:
200 g di farina 00
100 g di zucchero a velo
1 cucchiaio di cacao amaro
100 g di burro freddo
1 uovo
Per la crema di ricotta:
250 g di ricotta vaccina
50 g di zucchero a velo
100 ml di panna fresca
60 g di cioccolato fondente con fave di cacao
60 g di canditi di agrumi misti (cedro, arancia, clementina)
Per il tocco finale:
Confettura Biologica di Fragole e Mandarini San Matteo mezzo barattolo circa
1 cucchiaio di rum bianco
1 cucchiaio di acqua
zucchero a velo.

Impastiamo la frolla al solito modo prima burro cacao farina e zucchero e poi l'uovo cercando di non riscaldare l'impasto. Lasciamolo riposare in frigo per un'ora poi stendiamolo sottile 4 mm circa e ricaviamone 24 dischetti del diametro di 5 cm e 24 dischetti di 3 cm. Poi prendiamo una teglia da mini-muffin e capovolgiamola su ogni base posiamo un dischetto di quelli più grandi facendolo aderire come fosse un coperchio. stendiamo glia altri dischetti su una comune piastra e poniamo entrambe le teglie in frigo per un quarto d'ora circa poi inforniamole a 180-190à per 8-10 minuti. Togliamole e quando saranno fredde leviamole dalla teglia, otterremo dei cestini di frolla e dei dischetti di copertura. Ora se l'impasto non è ben freddo o se il forno non è ben caldo il burro contenuto nella frolla farà un disastro e vi verrano dei cestini bucati, per cui il riposo al freddo è essenziale. Se poi volete usare le normali tegline da tartelletta il risultato è lo stesso.
Intanto setacciamo la ricotta, uniamo lo zucchero, i canditi sminuzzati e il cioccolato ridotto a piccole scagliette. Solo alla fine la panna ben montata. Versiamo il composto in un sac à poche e farciamo i cestini con la crema. Scaldiamo mezzo vasetto circa di confettura con il rum e l'acqua e poi versiamone un piccolo cucchiaino su ogni cestino, copriamo con i dischetti di frolla posizionandoli un pò obliquamente per lasciare intravedere il ripieno. Spolveriamo di zucchero a velo e via.
Chi ha assaggiato, che riconoscerà il vassoio qui sotto, ne è rimasto contento.

Dolci scrigni

Vi preannunciavo nei commenti del post precedente che il periodo di cose light appena iniziato sarebbe per me finito presto, ed infatti eccomi qua con un dolcino ipercalorico ma così piccolo che tutti, anche chi è a dieta e chi vorrebbe esserlo ma non ci riesce come me, possono concederselo.
Del resto non vi lamentate delle golosità di questo blog, se non mi piaceva stuzzicare l'appetito altrui e se non amavo senza ritegno mangiare non aprivo mica un blog di cucina!
Ciò premesso vado a presentarvi la mia nuova tentazione, il nome scelto lascia presagire poco circa l'effettivo contenuto della ricetta, la foto illumina un pò di più ma non abbastanza per cui vado a sopperire a tale mancanza dicendovi che si tratta di cestini di frolla al cacao farciti con crema di ricotta agli agrumi canditi ed al cioccolato fondente a cui ho dato un inaspettato tocco aromatico con la Confettura Biologica di Fragole e Mandarini San Matteo della bottega Esperya. Quel che poteva sembrare un dolce completo infatti non lo era fino a quanto non ho aggiunto in ciascun dolcino l'ingrediente magico questa vellutata confettura dalla consistenza simile a una gelatina che ha crato un armonioso contrasto di profumi oltre che di consistenze.
A allora andiamo alla ricetta che richiede un pò di attenzione e meticolosità nella preparazione. Le dosi sono per 24 mini-cestini
Per la frolla:
200 g di farina 00
100 g di zucchero a velo
1 cucchiaio di cacao amaro
100 g di burro freddo
1 uovo
Per la crema di ricotta:
250 g di ricotta vaccina
50 g di zucchero a velo
100 ml di panna fresca
60 g di cioccolato fondente con fave di cacao
60 g di canditi di agrumi misti (cedro, arancia, clementina)
Per il tocco finale:
Confettura Biologica di Fragole e Mandarini San Matteo mezzo barattolo circa
1 cucchiaio di rum bianco
1 cucchiaio di acqua
zucchero a velo.

Impastiamo la frolla al solito modo prima burro cacao farina e zucchero e poi l'uovo cercando di non riscaldare l'impasto. Lasciamolo riposare in frigo per un'ora poi stendiamolo sottile 4 mm circa e ricaviamone 24 dischetti del diametro di 5 cm e 24 dischetti di 3 cm. Poi prendiamo una teglia da mini-muffin e capovolgiamola su ogni base posiamo un dischetto di quelli più grandi facendolo aderire come fosse un coperchio. stendiamo glia altri dischetti su una comune piastra e poniamo entrambe le teglie in frigo per un quarto d'ora circa poi inforniamole a 180-190à per 8-10 minuti. Togliamole e quando saranno fredde leviamole dalla teglia, otterremo dei cestini di frolla e dei dischetti di copertura. Ora se l'impasto non è ben freddo o se il forno non è ben caldo il burro contenuto nella frolla farà un disastro e vi verrano dei cestini bucati, per cui il riposo al freddo è essenziale. Se poi volete usare le normali tegline da tartelletta il risultato è lo stesso.
Intanto setacciamo la ricotta, uniamo lo zucchero, i canditi sminuzzati e il cioccolato ridotto a piccole scagliette. Solo alla fine la panna ben montata. Versiamo il composto in un sac à poche e farciamo i cestini con la crema. Scaldiamo mezzo vasetto circa di confettura con il rum e l'acqua e poi versiamone un piccolo cucchiaino su ogni cestino, copriamo con i dischetti di frolla posizionandoli un pò obliquamente per lasciare intravedere il ripieno. Spolveriamo di zucchero a velo e via.
Chi ha assaggiato, che riconoscerà il vassoio qui sotto, ne è rimasto contento.

2008-01-09

Sorbetto doppia consistenza al mandarino

Adesso non dite che quella incosciente di CoCò continua a proporvi piatti da far urlare all'attentato linea anche nel post festa, oggi dessert leggero leggero che aiuta a smaltire le mangite festive. Unica concessione a questo fresco sorbetto l'aggiunta della panna per creare un gioco di consistenze nel bicchiere, ma tranquilli ce n'è talmente poca che non potete dirmi di no.
La ricetta del sorbetto l'ho trovata navigando in rete, io ho fatto come di consueto le opportune modifiche per renderla conforme al mio gusto, aggiungendo la panna e lasciando le scorzette nello sciroppo.
Le dosi vanno benissimo per otto persone:
600 g di succo di mandarini (clementine o mandaranci vanno bene comunque)
il succo di due limoni
la scorza grattugiata di tre mandarini
200 g di zucchero
300 g di acqua
1 albume
Prepariamo uno sciroppo portando ad ebolizione l'acqua con lo zucchero e le scorze di mandarini. Lasciamolo raffreddare poi uniamolo al succo dei frutti ed amalgamiamo al liquido ottenuto l'albume montato a neve. (Adesso se avete la gelatiera procedete a fare il sorbetto, se la gelatiera non l'avete (come me) fatelo col metodo tradizionale, mettendolo in frizer e girando di tanto in tanto per rompere il ghiaccio che si va a formare. Quando il sobetto ha raggiunto una consistenza semi-ghiacciata dividiamolo in due parti ed aggiungiamo ad una parte la panna montata mescolando bene. Poniamo ancora in frizer finchè si sarà completamente rassodato (sempre mescolando di tanto in tanto) e poi serviamolo in coppe di vetro ponendo sotto il sorbetto senza panna e sopra quello con la panna. Possiamo decorare con delle fettine di mandarino fresco.

Sorbetto doppia consistenza al mandarino

Adesso non dite che quella incosciente di CoCò continua a proporvi piatti da far urlare all'attentato linea anche nel post festa, oggi dessert leggero leggero che aiuta a smaltire le mangite festive. Unica concessione a questo fresco sorbetto l'aggiunta della panna per creare un gioco di consistenze nel bicchiere, ma tranquilli ce n'è talmente poca che non potete dirmi di no.
La ricetta del sorbetto l'ho trovata navigando in rete, io ho fatto come di consueto le opportune modifiche per renderla conforme al mio gusto, aggiungendo la panna e lasciando le scorzette nello sciroppo.
Le dosi vanno benissimo per otto persone:
600 g di succo di mandarini (clementine o mandaranci vanno bene comunque)
il succo di due limoni
la scorza grattugiata di tre mandarini
200 g di zucchero
300 g di acqua
1 albume
Prepariamo uno sciroppo portando ad ebolizione l'acqua con lo zucchero e le scorze di mandarini. Lasciamolo raffreddare poi uniamolo al succo dei frutti ed amalgamiamo al liquido ottenuto l'albume montato a neve. (Adesso se avete la gelatiera procedete a fare il sorbetto, se la gelatiera non l'avete (come me) fatelo col metodo tradizionale, mettendolo in frizer e girando di tanto in tanto per rompere il ghiaccio che si va a formare. Quando il sobetto ha raggiunto una consistenza semi-ghiacciata dividiamolo in due parti ed aggiungiamo ad una parte la panna montata mescolando bene. Poniamo ancora in frizer finchè si sarà completamente rassodato (sempre mescolando di tanto in tanto) e poi serviamolo in coppe di vetro ponendo sotto il sorbetto senza panna e sopra quello con la panna. Possiamo decorare con delle fettine di mandarino fresco.

2008-01-08

Cencioni del pastore

Questo piatto nasce da un ricordo, i deliziosi fusilli del pastore che ci hanno servito alla Baita durante il nostro ultimo soggiorno. Mentre li gustavo ho cercato di imprimerne bene in mente il sapore al fine di ricrearlo una volta a casa e, avuta tra le mani una confezione di Cencioni Rustichella d`Abruzzo provenienti dalla bottega Esperya ho capito che il connubio sarebbe stato perfetto. Voi direte che il sugo se è buono può rendere speciale qualsiasi qualità di pasta, io risponderò che non è così e capisci che non è così quando hai l'occasione di assaggiare una pasta diversa come quella prodotta in maniera del tutto artigianale da Rustichella d'Abruzzo, un'azienda che fabbrica questo meraviglioso prodotto con le trafile di bronzo, dopo un'attentissima selezione delle migliori varietà di grano duro, essiccando poi la pasta a temperatura naturale. Il risultato è una pasta porosa e ruvida che riesce ad amalgamarsi perfettamente con il sugo, dando risultati eccellenti se cotta al punto giusto.
Siccome per la pasta vi ho dato già abbastanza indicazioni, tanto che non vi resta da scegliere il formato, passo a darvi la ricetta del sugo per condirla.
Cencioni del pastore
Ingredienti per 4 persone:
250 g di Cencioni Rustichella d'Abruzzo (o di altro formato e/o qualità a vostro piacere)
1 salsiccia calabrese fresca
4 cucchiai di ricotta di pecora
12 cucchiai di passata di pomodoro
1/2 cipolla bionda
vino rosso
olio extravergine d'oliva
sale, pepe e peperoncino q.b.
Soffriggiamo in due cucchiai di olio la cipolla tagliata a piccoli pezzetti, uniamo la salsiccia sgranata e rosoliamo, poi sfumiamo con due cucchiai di vino, aggiungiamo la passata di pomodoro, un pò di peperoncino (se la salsiccia non è già piccante) e sale solo se occorre (se la salsiccia è molto saporita evitiamo di agiungerne altro). Aggiungiamo un bicchiere di acqua copriamo e lasciamo cuocere finchè il sugo non si sarà ristretto, se lo amiamo possiamo aggiungere una macinata di pepe nero ed infine la ricotta.
Lessiamo la pasta e condiamola col sugo preparato.
La foto ve l'ho inserita ma per il profumo mi dispiace non posso far nulla!!!

Cencioni del pastore

Questo piatto nasce da un ricordo, i deliziosi fusilli del pastore che ci hanno servito alla Baita durante il nostro ultimo soggiorno. Mentre li gustavo ho cercato di imprimerne bene in mente il sapore al fine di ricrearlo una volta a casa e, avuta tra le mani una confezione di Cencioni Rustichella d`Abruzzo provenienti dalla bottega Esperya ho capito che il connubio sarebbe stato perfetto. Voi direte che il sugo se è buono può rendere speciale qualsiasi qualità di pasta, io risponderò che non è così e capisci che non è così quando hai l'occasione di assaggiare una pasta diversa come quella prodotta in maniera del tutto artigianale da Rustichella d'Abruzzo, un'azienda che fabbrica questo meraviglioso prodotto con le trafile di bronzo, dopo un'attentissima selezione delle migliori varietà di grano duro, essiccando poi la pasta a temperatura naturale. Il risultato è una pasta porosa e ruvida che riesce ad amalgamarsi perfettamente con il sugo, dando risultati eccellenti se cotta al punto giusto.
Siccome per la pasta vi ho dato già abbastanza indicazioni, tanto che non vi resta da scegliere il formato, passo a darvi la ricetta del sugo per condirla.
Cencioni del pastore
Ingredienti per 4 persone:
250 g di Cencioni Rustichella d'Abruzzo (o di altro formato e/o qualità a vostro piacere)
1 salsiccia calabrese fresca
4 cucchiai di ricotta di pecora
12 cucchiai di passata di pomodoro
1/2 cipolla bionda
vino rosso
olio extravergine d'oliva
sale, pepe e peperoncino q.b.
Soffriggiamo in due cucchiai di olio la cipolla tagliata a piccoli pezzetti, uniamo la salsiccia sgranata e rosoliamo, poi sfumiamo con due cucchiai di vino, aggiungiamo la passata di pomodoro, un pò di peperoncino (se la salsiccia non è già piccante) e sale solo se occorre (se la salsiccia è molto saporita evitiamo di agiungerne altro). Aggiungiamo un bicchiere di acqua copriamo e lasciamo cuocere finchè il sugo non si sarà ristretto, se lo amiamo possiamo aggiungere una macinata di pepe nero ed infine la ricotta.
Lessiamo la pasta e condiamola col sugo preparato.
La foto ve l'ho inserita ma per il profumo mi dispiace non posso far nulla!!!

2008-01-06

Mousse semifredda al torrone

Si dice che l'Epifania ogni festa porti via e, puntuale come al solito, è arrivato pure questo giorno. Addio atmosfera natalizia, addio decori, addio cenoni fino a dicembre prossimo, intanto però che fare con gli avanzi di dolci festivi? In linea con la mia mania del recupero in cucina ho perfezionato questa tecnica per smaltire gli avanzi (in questo caso) di torrone ricavandone un dolce festivo e molto molto gustoso, seppure non proprio da dieta dimagrante, ma per ovviare a questo inconveniente basta diminuire le doci senza nulla levare al gusto.
ingredienti per 6 porzioni:
6 waffel morbidi pronti (oppure 6 fette di pan di spagna o di pandoro)
1,5 dl di latte
2 uova
3 cucchiai di zucchero
un pezzetto di vaniglia
1 dl di panna fresca
150 gr di torrone alle mandorle duro
1 pizzico di sale
100 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
1 cucchiaio di rum bianco
3 cucchiai di acqua c.a.
6 pezzetti di torrone per decorare
Tritiamo il torrone finemente con l'aiuto di un batticarne dopo averloavvolto in un telo. Prepariamo una crema inglese montando i tuorli con due cucchiai di zucchero ed unendo il latte portato a bollore con la vaniglia incisa per lungo. Rimettiamo sul fuoco a bagnomaria finchè prenderà il bollore poi leviamo dal fuoco ed aggiungiamo la polvere di torrone. Lasciamo raffreddare mentre montiamo (senza farla indurire troppo) la panna ed a parte gli albumi con l'altro cucchiaio di zucchero ed un pizzico di sale. Amalgamiamo alla crema di torrone la panna ed infine gli albumi. Poi versiamo in una ciotola e poniamo a raffreddare in frigo.
Al momento di servire posizioniamo in ogni piatto un waffel vrsiamo sopra 1/6 della crema preparata e poi irroriamo con una salsa ottenuta sciogliendo a bagnomaria il cioccolato con il rum e l'acqua. Decoriamo con il torrone a pezzetti e serviamo subito.
Se avete il torrone alle nocciole va bene comunque e se volete fare di questo dolce un assaggino dividete i waffel a triangolo e ricavatene dodici piccole porzioni invece che sei.

2008-01-03

Lasagne con zucca e Fontina dop

Se ripenso alla vigilia di Natale di quando ero piccina a casa della nonna, mi ritornano in mente i suoi ravioli di zucca, immancabili e preparati in quantità industriali per noi tutti figli, nipoti e parenti vari.
Quest'anno, nel ricordo di quel gusto ma cosciente di non farcela a riprodurre ravioli per tante persone (affamate!), ho trasformato il ricordo di quel piatto in una lasagne alla zucca che ho reso speciale utilizzando la Fontina dop Selezione della Bottega Esperya.
Vi dico che prima di assaggiare questo formaggio, con le papille gustative confuse dai prodotti in circolazione che portano lo stesso nome ma che non hanno lo stesso sapore, non avevo idea del gusto e della personalità della vera Fontina d'Alpeggio, capace di conferire carattere e gusto a qualsiasi preparazione.
Ne è questo un caso, dove la delicatezza e la dolcezza della zucca sposano perfettamente la sapidità e l'intensità di questo formaggio.
Per una teglia di lasagne:
1 confezione di sfoglie fresche pronte oppure fatte in casa
qualche fetta di zucca gialla ( un chilo e mezzo circa)
1 cipolla bionda piccola
1 rametto di rosmarino fresco
50 g di capicollo o coppa
250 g di Fontina dop Selezione
parmigiano grattugiato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
besciamella preparata con 600 ml di latte, 60 g di burro, 60 g di farina, sale, pepe e noce moscata.
Tritiamo la cipolla, il rosmarino ed il capicollo lasciamoli rosolare in un tegame con un filo d'olio poi aggiungiamo la zucca a dadini, copriamo e lasciamo cuocere per 10/15 minuti finchè toccando la zucca con la forchetta non si sfalderà diventando una poltiglia.
Tagliamo la fontina a cubetti e prepariamo la besciamella nel modo consueto.
Poi in una teglia versiamo sul fondo due cucchiai di besciamella, disponiamo le sfoglie poi un quarto della zucca cotta, un quarto di fontina, besciamella e parmigiano. Proseguiama così per quattro strati e poi inforniamo per 20 minuti circa e comunque finchè si formerà la classica crosticina in superficie.
Un vero piatto da festa.

Lasagne con zucca e Fontina dop

Se ripenso alla vigilia di Natale di quando ero piccina a casa della nonna, mi ritornano in mente i suoi ravioli di zucca, immancabili e preparati in quantità industriali per noi tutti figli, nipoti e parenti vari.
Quest'anno, nel ricordo di quel gusto ma cosciente di non farcela a riprodurre ravioli per tante persone (affamate!), ho trasformato il ricordo di quel piatto in una lasagne alla zucca che ho reso speciale utilizzando la Fontina dop Selezione della Bottega Esperya.
Vi dico che prima di assaggiare questo formaggio, con le papille gustative confuse dai prodotti in circolazione che portano lo stesso nome ma che non hanno lo stesso sapore, non avevo idea del gusto e della personalità della vera Fontina d'Alpeggio, capace di conferire carattere e gusto a qualsiasi preparazione.
Ne è questo un caso, dove la delicatezza e la dolcezza della zucca sposano perfettamente la sapidità e l'intensità di questo formaggio.
Per una teglia di lasagne:
1 confezione di sfoglie fresche pronte oppure fatte in casa
qualche fetta di zucca gialla ( un chilo e mezzo circa)
1 cipolla bionda piccola
1 rametto di rosmarino fresco
50 g di capicollo o coppa
250 g di Fontina dop Selezione
parmigiano grattugiato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
besciamella preparata con 600 ml di latte, 60 g di burro, 60 g di farina, sale, pepe e noce moscata.
Tritiamo la cipolla, il rosmarino ed il capicollo lasciamoli rosolare in un tegame con un filo d'olio poi aggiungiamo la zucca a dadini, copriamo e lasciamo cuocere per 10/15 minuti finchè toccando la zucca con la forchetta non si sfalderà diventando una poltiglia.
Tagliamo la fontina a cubetti e prepariamo la besciamella nel modo consueto.
Poi in una teglia versiamo sul fondo due cucchiai di besciamella, disponiamo le sfoglie poi un quarto della zucca cotta, un quarto di fontina, besciamella e parmigiano. Proseguiama così per quattro strati e poi inforniamo per 20 minuti circa e comunque finchè si formerà la classica crosticina in superficie.
Un vero piatto da festa.

2008-01-02

Pacchetti della Buona Fortuna

Voglio iniziare il nuovo anno con un post che sia di buon auspicio, lo so che il cenone è passato e parlarvi di zampone e e lenticchie vi fa quasi inorridire però è pur vero che magari ci è avanzato qualcosina che non abbiamo avuto voglia di buttare e che giace al fondo del frigo aspettandosi di finire da un momento all'altro nella pattumiera. Oppure magari avevamo acquistato un bel cotechino da cuocere in uno dei giorni di festa e ci è rimasto lì intero perchè poi non ne abbiamo avuto più la voglia. O ancora siete di quelli che considerando (non a torto) questi prodotti una bomba calorica e vogliono ridurne il consumo ad un piccolo assaggio. O semplicemente siete curiosi di sapere come l'ho preparato io lo zampone o il cotechino.
Qualunque sia il vostro caso con questa ricetta cerco di accontentare tutti.
Premetto che non mi sono inventata chissà cosa però ho trovato carino servire lo zampone nell'antipasto piuttosto che come classico secondo.
Ingredienti per 12 pacchetti:
500 g di pasta sfoglia
1 zampone oppure un cotechino
Lenticchie stufate
1 uovo
Nel mio caso la pasta sfoglia l'ho preparata a mano con la ricetta che trovate alla sezione preparazioni base, ma potete, se non vi va di faticare troppo, comprarla pronta. La stendiamo sottile e ne ricabiamo dei quadratini di 10-12 cm di lato. Al centro sistemiamo qualche cubetto di zampone già cotto e privato della cotenna e un pò di lenticchie, richiudiamo poi a fagotto o fazzoletto. Spennelliamo con l'uovo e passiamo in forno finchè i pacchetti risulteranno dorati. Serviamo ancora caldi.

Pacchetti della Buona Fortuna

Voglio iniziare il nuovo anno con un post che sia di buon auspicio, lo so che il cenone è passato e parlarvi di zampone e e lenticchie vi fa quasi inorridire però è pur vero che magari ci è avanzato qualcosina che non abbiamo avuto voglia di buttare e che giace al fondo del frigo aspettandosi di finire da un momento all'altro nella pattumiera. Oppure magari avevamo acquistato un bel cotechino da cuocere in uno dei giorni di festa e ci è rimasto lì intero perchè poi non ne abbiamo avuto più la voglia. O ancora siete di quelli che considerando (non a torto) questi prodotti una bomba calorica e vogliono ridurne il consumo ad un piccolo assaggio. O semplicemente siete curiosi di sapere come l'ho preparato io lo zampone o il cotechino.
Qualunque sia il vostro caso con questa ricetta cerco di accontentare tutti.
Premetto che non mi sono inventata chissà cosa però ho trovato carino servire lo zampone nell'antipasto piuttosto che come classico secondo.
Ingredienti per 12 pacchetti:
500 g di pasta sfoglia
1 zampone oppure un cotechino
Lenticchie stufate
1 uovo
Nel mio caso la pasta sfoglia l'ho preparata a mano con la ricetta che trovate alla sezione preparazioni base, ma potete, se non vi va di faticare troppo, comprarla pronta. La stendiamo sottile e ne ricabiamo dei quadratini di 10-12 cm di lato. Al centro sistemiamo qualche cubetto di zampone già cotto e privato della cotenna e un pò di lenticchie, richiudiamo poi a fagotto o fazzoletto. Spennelliamo con l'uovo e passiamo in forno finchè i pacchetti risulteranno dorati. Serviamo ancora caldi.