2008-03-11

Cubetti croccanti di...

...COTECHINO, e che ci trovate di strano? Tempo fa il bravissimo Leonardo Romanelli mi strappò un sorriso ed una riflessione con il suo MLC Movimento Liberazione Cotechini, un articolo che vi invito a leggere nel quale simpaticamente si riflette sul perchè questo gustoso alimento debba essere relegato alle festività natalizie. Aderisco idealmente al movimento e con questo post vi invito a mangiare più spesso il cotechino che nella veste in cui ve lo presento vi assicuro stenterete a riconoscere.
Come saprà chi mi legge spesso l'attenzione alle materie prime è a mio parere alla base per la riuscita di un buon piatto, così ho deciso di dimenticare i cotechini precotti e di cimentarmi, per questa praparazione, con un vero cotechino tradizionale reperito su Esperya da ammollare e poi cuocere a lungo. Si tratta di un prodotto dell'azienda Ronchei che produce anche meravigliosi salumi. Insomma a farla breve ho pensato ad un modo alternativo di proporre il cotechino e ci sono riuscita ottenendo tra l'altro un piatto dal gusto, a mio parere, particolarmente equilibrato per la presenza della bieta e della glassa all'aceto balsamico.
La preparazione è di una semplicità disarmante, ecco gli ingredienti:
cotechino
uova
pangrattato
sale e pepe q.b.
olio extravergine d'oliva
bieta frescafoglie di bieta
fior di sale
Glassa o riduzione all'aceto balsamico
Dopo aver seguito le istruzioni per la cottura del cotechino, lo lasciamo raffreddare e poi lo tagliamo a piccoli cubetti di circa un centimetro e mezzo di lato. Passiamo i cubetti nell'uovo battuto con sale e pepe e poi friggiamoli in olio bollente. Quando saranno dorati li sgoccioliamo su carta assorbente.
Lessiamo pochi istanti le foglie di bieta, poi arrotoliamole singolarmente a formare delle roselline, condiamo con un pò di fior di sale ed un filino d'olio ed adagiamo sopra ogni rotolino verde un cubetto di cotechino fritto. Decoriamo il piatto con la glassa all'aceto balsamico e serviamo ancora caldo.
Il piccolo formato consente la degustazione senza l'uso di posate intingendo voluttuosamente ogni bocconcino nella glassa al balsamico prima di portarlo alla bocca.

Cubetti croccanti di...

...COTECHINO, e che ci trovate di strano? Tempo fa il bravissimo Leonardo Romanelli mi strappò un sorriso ed una riflessione con il suo MLC Movimento Liberazione Cotechini, un articolo che vi invito a leggere nel quale simpaticamente si riflette sul perchè questo gustoso alimento debba essere relegato alle festività natalizie. Aderisco idealmente al movimento e con questo post vi invito a mangiare più spesso il cotechino che nella veste in cui ve lo presento vi assicuro stenterete a riconoscere.
Come saprà chi mi legge spesso l'attenzione alle materie prime è a mio parere alla base per la riuscita di un buon piatto, così ho deciso di dimenticare i cotechini precotti e di cimentarmi, per questa praparazione, con un vero cotechino tradizionale reperito su Esperya da ammollare e poi cuocere a lungo. Si tratta di un prodotto dell'azienda Ronchei che produce anche meravigliosi salumi. Insomma a farla breve ho pensato ad un modo alternativo di proporre il cotechino e ci sono riuscita ottenendo tra l'altro un piatto dal gusto, a mio parere, particolarmente equilibrato per la presenza della bieta e della glassa all'aceto balsamico.
La preparazione è di una semplicità disarmante, ecco gli ingredienti:
cotechino
uova
pangrattato
sale e pepe q.b.
olio extravergine d'oliva
bieta frescafoglie di bieta
fior di sale
Glassa o riduzione all'aceto balsamico
Dopo aver seguito le istruzioni per la cottura del cotechino, lo lasciamo raffreddare e poi lo tagliamo a piccoli cubetti di circa un centimetro e mezzo di lato. Passiamo i cubetti nell'uovo battuto con sale e pepe e poi friggiamoli in olio bollente. Quando saranno dorati li sgoccioliamo su carta assorbente.
Lessiamo pochi istanti le foglie di bieta, poi arrotoliamole singolarmente a formare delle roselline, condiamo con un pò di fior di sale ed un filino d'olio ed adagiamo sopra ogni rotolino verde un cubetto di cotechino fritto. Decoriamo il piatto con la glassa all'aceto balsamico e serviamo ancora caldo.
Il piccolo formato consente la degustazione senza l'uso di posate intingendo voluttuosamente ogni bocconcino nella glassa al balsamico prima di portarlo alla bocca.

2008-03-10

Crostata con crema ed amaretti all'Alkermes

E stavolta, neppure a dirlo, c'entra di nuovo la mamma che per fortuna almeno lei (seppur di rado e con la consueta fretta che la contraddistingue) un'occhiata alla tv la da.
Mi disse un giorno di aver visto su Gambero Rosso Channel - se non ricordo male - la preparazione di una crostata particolarmente gradevole a vedersi ma di non aver fatto in tempo a prendere gli ingredienti. Non essendo proprio sprovvedute in cucina l'abbiamo ricomposta a nostro modo. Caso volle poi che sfogliando il bellissimo volume Ricette di Osterie d'Italia, edito da Slow Food, mi venisse davanti una ricetta molto simile, salvo per qualche aggiunta, di una trattoria del permense. Ho pensato a quel punto che si trattasse di una ricetta di tradizione ma la nota dell'autore avverte essere un dolce di fantasia derivato dall'uso quotidiano di cibi conosciuti ed abituali.
Così per oggi vi do la ricetta messa a punto da CoCò e mamma, che vi assicuro è deliziosa, la prossima volta magari sperimento anche l'altra e ve ne parlo nel dettaglio.
Ecco cosa ci occorre:
Per la frolla:
280 g di farina 00
1 bicchiere (circa 100 ml) di zucchero
1 bicchiere (come sopra) di burro fuso
2 uova medie
1 pizzico di sale
1/2 bustina di lievito per dolci
Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di farina
250 g di latte
1 pezzetto di vaniglia
Per finire:
amaretti croccanti di piccolo formato
Alkermes
zucchero a velo
Prepariamo la frolla impastando la farina, setacciata con il lievito, un pizzico di sale con le uova, lo zucchero ed il burro. Formiamo una palla e lasciamola riposare in frigorifero.
Intanto prepariamo la crema nel modo consueto: mettiamo a bollire il latte con la vaniglia, montiamo i tuorli con lo zucchero, uniamo la farina e poi il latte mescolando accuratamente, poi facciamo addensare sul fuoco.
Stendiamo la pasta in due dischi, con uno leggermente più grande e spesso foderiamo uno stampo per crostata da 22-24 cm versiamo sopra la crema già fredda e poi formiamo uno strato con gli amaretti bagnati nell'Alkermes. Sopra i biscotti stendiamo l'altro disco di frolla, possibilmente più sottile, sigilliamo i bordi e poniamo a cuocere la crostata in forno caldo a 180° per circa mezz'ora, comunque finchè il dolce avrà preso colore. Prima di servire cospargiamo di zucchero a velo.

Crostata con crema ed amaretti all'Alkermes

E stavolta, neppure a dirlo, c'entra di nuovo la mamma che per fortuna almeno lei (seppur di rado e con la consueta fretta che la contraddistingue) un'occhiata alla tv la da.
Mi disse un giorno di aver visto su Gambero Rosso Channel - se non ricordo male - la preparazione di una crostata particolarmente gradevole a vedersi ma di non aver fatto in tempo a prendere gli ingredienti. Non essendo proprio sprovvedute in cucina l'abbiamo ricomposta a nostro modo. Caso volle poi che sfogliando il bellissimo volume Ricette di Osterie d'Italia, edito da Slow Food, mi venisse davanti una ricetta molto simile, salvo per qualche aggiunta, di una trattoria del permense. Ho pensato a quel punto che si trattasse di una ricetta di tradizione ma la nota dell'autore avverte essere un dolce di fantasia derivato dall'uso quotidiano di cibi conosciuti ed abituali.
Così per oggi vi do la ricetta messa a punto da CoCò e mamma, che vi assicuro è deliziosa, la prossima volta magari sperimento anche l'altra e ve ne parlo nel dettaglio.
Ecco cosa ci occorre:
Per la frolla:
280 g di farina 00
1 bicchiere (circa 100 ml) di zucchero
1 bicchiere (come sopra) di burro fuso
2 uova medie
1 pizzico di sale
1/2 bustina di lievito per dolci
Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di farina
250 g di latte
1 pezzetto di vaniglia
Per finire:
amaretti croccanti di piccolo formato
Alkermes
zucchero a velo
Prepariamo la frolla impastando la farina, setacciata con il lievito, un pizzico di sale con le uova, lo zucchero ed il burro. Formiamo una palla e lasciamola riposare in frigorifero.
Intanto prepariamo la crema nel modo consueto: mettiamo a bollire il latte con la vaniglia, montiamo i tuorli con lo zucchero, uniamo la farina e poi il latte mescolando accuratamente, poi facciamo addensare sul fuoco.
Stendiamo la pasta in due dischi, con uno leggermente più grande e spesso foderiamo uno stampo per crostata da 22-24 cm versiamo sopra la crema già fredda e poi formiamo uno strato con gli amaretti bagnati nell'Alkermes. Sopra i biscotti stendiamo l'altro disco di frolla, possibilmente più sottile, sigilliamo i bordi e poniamo a cuocere la crostata in forno caldo a 180° per circa mezz'ora, comunque finchè il dolce avrà preso colore. Prima di servire cospargiamo di zucchero a velo.

2008-03-07

La norma di mamma e il Cosacavaddu Ragusano

Se penso alla festa della donna mi vengono in mente le mimose, se penso al giallo in cucina non posso fare a meno di pensare allo zafferano, se penso alla Sicilia inevitabilmente il pensiero corre alla norma e, da un pò di tempo, se penso alla norma non mi viene in mente la classica pasta alle melanzane - tipica di questa assolata terra - ma un'altra norma. Me l'ha insegnata mia madre (che dice di averla vista fare in tv) ed è stato amore al primo assaggio, mi sono permessa di dare un tocco di Sicilia in più a questo piatto cospargendolo di Cosacavaddu Ragusano Stagionato reperito su Esperya, il classico formaggio siciliano a pasta filata preparato con latte vaccino di razza Modicana in forme da 10-20 kg parallelepipedo che ricorda uno "scaluni" ovvero un gradino. E' un formaggio molto saporito che raggiunge una stagionatura fino a due anni perdendo la consistenza tipica dei formaggi a pasta filata ed arrivando ad avere un' entità più granulosa che permette di grattugiarlo come fosse parmigiano.
E' il compendio ideale di questa ricetta perchè la sua sapidità contrasta in modo mirabile il leggero amaro delle melanzane e la dolcezza dell'uvetta sultanina.
Per preparare quattro porzioni di questo piatto ci occorrono:
350 g di pasta corta o lunga a scelta
1 melanzana
1/2 cipolla bionda
2 cucchiai di pinoli tostati
2 cucchiai di uvetta sultanina
1 bustina di zafferano in polvere
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero q.b.
Cosacavaddu Ragusano stagionato
Spuntiamo la melanzana e peliamola per avere un gusto più delicato, riduciamola a cubetti. versiamo un fondo d'olio in padella e rosoliamo nello stesso la cipolla tritata e la melanzana, saliamo e pepiamo. Intanto mettiamo a cuocere la pasta. Uniamo al condimento l'uvetta e due cucchiai di acqua di cottura della pasta, di modo che la stessa si ammolli. Solo alla fine uniremo i pinoli già tostati e lo zafferano sciolto in un pò d'acqua. Quando la pasta sarà cotta saltiamola in padella con il sughetto e prima di servirla cospargiamola di Cosacavaddu Ragusano grattugiato.
Di buona è buona, di giallo lo è pure per cui voglio partecipare con questo piatto a International women's day organizzato da Zorra e dalla nostra Fior di Sale.

La norma di mamma e il Cosacavaddu Ragusano

Se penso alla festa della donna mi vengono in mente le mimose, se penso al giallo in cucina non posso fare a meno di pensare allo zafferano, se penso alla Sicilia inevitabilmente il pensiero corre alla norma e, da un pò di tempo, se penso alla norma non mi viene in mente la classica pasta alle melanzane - tipica di questa assolata terra - ma un'altra norma. Me l'ha insegnata mia madre (che dice di averla vista fare in tv) ed è stato amore al primo assaggio, mi sono permessa di dare un tocco di Sicilia in più a questo piatto cospargendolo di Cosacavaddu Ragusano Stagionato reperito su Esperya, il classico formaggio siciliano a pasta filata preparato con latte vaccino di razza Modicana in forme da 10-20 kg parallelepipedo che ricorda uno "scaluni" ovvero un gradino. E' un formaggio molto saporito che raggiunge una stagionatura fino a due anni perdendo la consistenza tipica dei formaggi a pasta filata ed arrivando ad avere un' entità più granulosa che permette di grattugiarlo come fosse parmigiano.
E' il compendio ideale di questa ricetta perchè la sua sapidità contrasta in modo mirabile il leggero amaro delle melanzane e la dolcezza dell'uvetta sultanina.
Per preparare quattro porzioni di questo piatto ci occorrono:
350 g di pasta corta o lunga a scelta
1 melanzana
1/2 cipolla bionda
2 cucchiai di pinoli tostati
2 cucchiai di uvetta sultanina
1 bustina di zafferano in polvere
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero q.b.
Cosacavaddu Ragusano stagionato
Spuntiamo la melanzana e peliamola per avere un gusto più delicato, riduciamola a cubetti. versiamo un fondo d'olio in padella e rosoliamo nello stesso la cipolla tritata e la melanzana, saliamo e pepiamo. Intanto mettiamo a cuocere la pasta. Uniamo al condimento l'uvetta e due cucchiai di acqua di cottura della pasta, di modo che la stessa si ammolli. Solo alla fine uniremo i pinoli già tostati e lo zafferano sciolto in un pò d'acqua. Quando la pasta sarà cotta saltiamola in padella con il sughetto e prima di servirla cospargiamola di Cosacavaddu Ragusano grattugiato.
Di buona è buona, di giallo lo è pure per cui voglio partecipare con questo piatto a International women's day organizzato da Zorra e dalla nostra Fior di Sale.

2008-03-06

Piccoli cucchiai golosi


Spulciando Piccoli cucchiai, il libro di Josè Maréchal edito da Bibliotheca Culinaria , di cui vi ho gia parlato ho trovato un'ideuzza geniale che ho sfruttato a mio modo, l'autore la inserisce nei kit dolci per ghiottoni frettolosi perchè per realizzarla utilizza della semplice Nutella, delle banane e dei corn flakes, ma voi sapete che se io in cucina non "fatico" un poco sento di non aver preparato nulla ed allora ho preparato io una crema golosa al cioccolato e l'ho servita con delle rondelle di banana e del riso soffiato nocciolato, che dire ne sono rimasta entusiasta e potrebbe comunque essere un piccolo pensiero da servire insieme al caffè in un giorno speciale o come pre-dessert, prima di un dolce più sontuoso.
Crema golosa
300 ml di panna fresca
30 g di glucosio
400 g di cioccolato fondente
150 g di cioccolato gianduia
50 g di burro
Versiamo la panna in una casseruola aggiungiamo il glucosio e portiamo ad ebollizione. Spegnamo il fuoco ed uniamo i cioccolati spezzettati ed il burro. mescoliamo bene finchè non si scioglieranno formando una crema densa e liscia. Versiamo la crema ancora calda nei vasetti (ne verranno tre medi con questa dose) e conserviamola in frigorifero per un mese al massimo.
Ecco per comporre questi simpatici cucchiai, basta intingerli singolarmente nel vasetto di crema golosa e poggiarli su di un piatto decorandoli poi con una rondella di banana ed un pò di riso soffiato nocciolato oppure corn flakes.

Piccoli cucchiai golosi


Spulciando Piccoli cucchiai, il libro di Josè Maréchal edito da Bibliotheca Culinaria , di cui vi ho gia parlato ho trovato un'ideuzza geniale che ho sfruttato a mio modo, l'autore la inserisce nei kit dolci per ghiottoni frettolosi perchè per realizzarla utilizza della semplice Nutella, delle banane e dei corn flakes, ma voi sapete che se io in cucina non "fatico" un poco sento di non aver preparato nulla ed allora ho preparato io una crema golosa al cioccolato e l'ho servita con delle rondelle di banana e del riso soffiato nocciolato, che dire ne sono rimasta entusiasta e potrebbe comunque essere un piccolo pensiero da servire insieme al caffè in un giorno speciale o come pre-dessert, prima di un dolce più sontuoso.
Crema golosa
300 ml di panna fresca
30 g di glucosio
400 g di cioccolato fondente
150 g di cioccolato gianduia
50 g di burro
Versiamo la panna in una casseruola aggiungiamo il glucosio e portiamo ad ebollizione. Spegnamo il fuoco ed uniamo i cioccolati spezzettati ed il burro. mescoliamo bene finchè non si scioglieranno formando una crema densa e liscia. Versiamo la crema ancora calda nei vasetti (ne verranno tre medi con questa dose) e conserviamola in frigorifero per un mese al massimo.
Ecco per comporre questi simpatici cucchiai, basta intingerli singolarmente nel vasetto di crema golosa e poggiarli su di un piatto decorandoli poi con una rondella di banana ed un pò di riso soffiato nocciolato oppure corn flakes.

6 cose che amo, meglio tardi che mai!

Ultimamente faccio fatica a star dietro ai meme, Angy mi aveva invitata un pò di tempo fa a questo simpatico meme sulle cose che amiamo ma ho rimandato le risposte di giorno in giorno, oggi però ho ricevuto altri due inviti per un nuovo meme quello sui 7 segreti, allora mi son detta sarà il caso che mi metta a rispondere altrimenti a fine mese avrò una lista infinita di meme inevasi.
Per il momento rispondo al meme più vecchio appena trovo un momento farò pure l'altro.
6 cose che amo
1. Amo cucinare e non poteva essere diversamente dato che siamo nel mio blog di cucina!
2. Amo i romanzi gastronomici e sogno di scriverne uno (ma questo forse è un altro meme).
3. Amo il sole e l'aria aperta e preferisco uscire di giorno piuttosto che di notte.
4. Amo gli eventi eno-gastronomici, partirei in continuazione per partecipare alle fiere e agli eventi di tutto il mondo.
5. Amo visitare luoghi nuovi e relazionarmi con la gente del posto.
6. Amo il mio blog, è quasi un figlio per me, mi diverte tanto scrivere, leggere i vostri commenti, rispondere alle vostre mail.
Poi amo tantissime altre cose ma in questo momento queste erano le prime sei che mi venivano in mente, cercando ovviamente di escludere le persone che amo sopra ad ogni cosa.

6 cose che amo, meglio tardi che mai!

Ultimamente faccio fatica a star dietro ai meme, Angy mi aveva invitata un pò di tempo fa a questo simpatico meme sulle cose che amiamo ma ho rimandato le risposte di giorno in giorno, oggi però ho ricevuto altri due inviti per un nuovo meme quello sui 7 segreti, allora mi son detta sarà il caso che mi metta a rispondere altrimenti a fine mese avrò una lista infinita di meme inevasi.
Per il momento rispondo al meme più vecchio appena trovo un momento farò pure l'altro.
6 cose che amo
1. Amo cucinare e non poteva essere diversamente dato che siamo nel mio blog di cucina!
2. Amo i romanzi gastronomici e sogno di scriverne uno (ma questo forse è un altro meme).
3. Amo il sole e l'aria aperta e preferisco uscire di giorno piuttosto che di notte.
4. Amo gli eventi eno-gastronomici, partirei in continuazione per partecipare alle fiere e agli eventi di tutto il mondo.
5. Amo visitare luoghi nuovi e relazionarmi con la gente del posto.
6. Amo il mio blog, è quasi un figlio per me, mi diverte tanto scrivere, leggere i vostri commenti, rispondere alle vostre mail.
Poi amo tantissime altre cose ma in questo momento queste erano le prime sei che mi venivano in mente, cercando ovviamente di escludere le persone che amo sopra ad ogni cosa.

2008-03-05

Un pasticcio di rigatoni per un pic-nic virtuale

Cannelle mi ha gentilmente invitata al suo pic-nic virtuale, io adoro queste manifestazioni che uniscono noi food-blogger diventando quasi reali, tanto che ieri mi lambiccavo il cervello indecisa su cosa portare, quasi come dovessi andarci davvero al pic-nic! Qui in Calabria non c'è pic-nic che si rispetti senza il famoso ruoto di pasta al forno ovvero il pasticcio di pasta più o meno arricchito di polpettine, uova sode, salame, prosciutto e chi più ne ha più ne metta. A volte con F. prendiamo in giro sua madre dicendole che per preparare la pasta al forno da una scossa al frigo tenendo la teglia sotto e quel che cade ci va a finire dentro diventando ingrediente del piatto. Questo per dire che di questo piatto una vera e propria ricetta non c'è, ognuno ha le sue manie in fatto di pasticcio, pasta corta o pasta lunga, liscia o rigata, polpettine o carne macinata, salsiccia o prosciutto, besciamella si o besciamella no, insomma ognuno dice la sua. Poi c'è chi lo divinizza (F. è un caso emblematico) e chi lo evita come la peste (mio padre ne è un esempio). Comunque la mia versione è un pò "alleggerita" rispetto alla tradizionale, aggiungo i piselli che mi danno una nota di fresco ed evito il salame per non appesantire il gusto finale. Altra cosa che ritengo essenziale per il pasticcio è il formato di pasta: il rigatone, spesso e rigato, ritengo sia l'ideale per mantenere la cottura.
Per preparare una teglia di pasticcio per 4 persone occorrono:
350 g di rigatoni
sugo con carne macinata (tipo ragù alla bolognese)
una tazza di besciamella (va bene la dose 20 g di burro, 20 g di farina e 200 ml di latte)
una maciata di piselli lessati
2 uova sode
80 g di prosciutto cotto a fette
caciocavallo silano
parmigiano reggiano
Iniziamo lessando i rigatoni al dente, poi condiamoli con il sugo, la besciamella, i piselli, le uova sode e le fette di prosciutto tagliuzzate, il caciocavallo a cubetti o a fettine e due cucchiaiate di parmigiano. Stendiamo la pasta in una teglia e cospargiamo ancora con parmigiano. Inforniamo il pasticcio finchè non ottterremo una bella crosticina.
Altre versione prevede di condire la pasta solo con il sugo e di alternarla a strati con gli altri ingredienti direttamente in teglia come fosse una lasagne. A voi la scelta.

Un pasticcio di rigatoni per un pic-nic virtuale

Cannelle mi ha gentilmente invitata al suo pic-nic virtuale, io adoro queste manifestazioni che uniscono noi food-blogger diventando quasi reali, tanto che ieri mi lambiccavo il cervello indecisa su cosa portare, quasi come dovessi andarci davvero al pic-nic! Qui in Calabria non c'è pic-nic che si rispetti senza il famoso ruoto di pasta al forno ovvero il pasticcio di pasta più o meno arricchito di polpettine, uova sode, salame, prosciutto e chi più ne ha più ne metta. A volte con F. prendiamo in giro sua madre dicendole che per preparare la pasta al forno da una scossa al frigo tenendo la teglia sotto e quel che cade ci va a finire dentro diventando ingrediente del piatto. Questo per dire che di questo piatto una vera e propria ricetta non c'è, ognuno ha le sue manie in fatto di pasticcio, pasta corta o pasta lunga, liscia o rigata, polpettine o carne macinata, salsiccia o prosciutto, besciamella si o besciamella no, insomma ognuno dice la sua. Poi c'è chi lo divinizza (F. è un caso emblematico) e chi lo evita come la peste (mio padre ne è un esempio). Comunque la mia versione è un pò "alleggerita" rispetto alla tradizionale, aggiungo i piselli che mi danno una nota di fresco ed evito il salame per non appesantire il gusto finale. Altra cosa che ritengo essenziale per il pasticcio è il formato di pasta: il rigatone, spesso e rigato, ritengo sia l'ideale per mantenere la cottura.
Per preparare una teglia di pasticcio per 4 persone occorrono:
350 g di rigatoni
sugo con carne macinata (tipo ragù alla bolognese)
una tazza di besciamella (va bene la dose 20 g di burro, 20 g di farina e 200 ml di latte)
una maciata di piselli lessati
2 uova sode
80 g di prosciutto cotto a fette
caciocavallo silano
parmigiano reggiano
Iniziamo lessando i rigatoni al dente, poi condiamoli con il sugo, la besciamella, i piselli, le uova sode e le fette di prosciutto tagliuzzate, il caciocavallo a cubetti o a fettine e due cucchiaiate di parmigiano. Stendiamo la pasta in una teglia e cospargiamo ancora con parmigiano. Inforniamo il pasticcio finchè non ottterremo una bella crosticina.
Altre versione prevede di condire la pasta solo con il sugo e di alternarla a strati con gli altri ingredienti direttamente in teglia come fosse una lasagne. A voi la scelta.

2008-03-04

Pasticcini di frolla al cacao con crema di ricotta

Da un pò mi frullava in mente l'idea di questi pasticcini che frequentemente si trovano nelle nostre pasticcerie normalmente in versione frolla bianca farciti di crema, con i laterali rivestiti di nocciole e lo zucchero a velo sopra.
Ho voluto dare la mia interpretazione a questo dolce realizzandoli con frolla al cacao e farcendoli con crema di ricotta e cioccolato extra-fondente tritato a coltello, infine per i laterali ho utilizzato del riso soffiato nocciolato, ovvero quella granella che spesso usano in pasticceria e che alla vista si confonde con la granella di nocciola ma che in effetti è riso soffiato al quale è stato dato un gusto nocciolato. Il risultato eccolo qua, bellini da vedere a quanto pare ed ottimi da gustare, garantisco io.
Della frolla non vi lascio la ricetta perchè è la stessa che uso per la Crostata dell'autunno basta stendere la sfoglia ad uno spessore di 3-4 mm e ricavarne tanti dischetti di 5 cm crica di diametro. Si cuociono i dischetti in forno caldo a 180° per dieci minuti circa e poi si farciscono con crema di ricotta e cioccolato.
Per la crema occorrono:
450 g di ricotta freschissima (meglio di quella alla panna più cremosa)
100 g di zucchero a velo vanigliato
100 g di cioccolato fondente al 72% di cacao almeno
qualche goccia di essenza di vaniglia
Lavoriamo a crema la ricotta con lo zucchero, aggiungiamo la vaniglia e poi il cioccolato triatato a coltello su un tagliere in scaglie piuttosto sottili. Mescoliamo bene poi utilizziamo per farcire a due a due i dischetti. Passiamo poi i laterali dei pasticcini nel riso soffiato nocciolato, facendolo aderire bene alla crema. In ultimo cospargiamo ambo i lati con zucchero a velo.