2011-04-08

Rigatoni al ragù di carciofi e prosciutto cotto

Finché si trovano i carciofi approfittiamone per gustarli in tutte le salse. Oggi in abbinamento con il prosciutto cotto per un primo piatto gustoso ed invitante. E' un piatto semplice da realizzare in cui si richiede soltanto che le materie prime siano buone per ottenere il risultato sperato. Carciofi teneri senza lana se possibile e prosciutto cotto di qualità come quello in vendita su MagnaParma. Della passata di pomodoro inutile che vi dica e non vi dico perché io uso quasi esclusivamente quella preparata in estate da mia madre ma fate attenzione, in commercio ci sono pessimi prodotti ma anche prodotti buoni basta saper scegliere leggendo bene le etichette di ciò che spesso distrattamente buttiamo nel carrello, ecco perché io a fare la spesa ci metto taaaanto tempo!
Ciò premesso andiamo alla ricetta.
Ingredienti epr 4 persone:
400 g di rigatoni
4 carciofi
1 cipollotto
250 g di passata di pomodoro
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale
pepe nero
Tritare finemente la cipolla e imbiondirla in 3 cucchiai d'olio, unire il cotto tritato a coltello e lasciar rosolare, aggiungere i carciofi ben puliti e tagliati a cubetti, sfumare con il vino, aggiungere la passata di pomodoro, sale, pepe e un bicchiere d'acqua. Lasciar restringere il sughetto e una volta lessati i rigatoni amalgamarli al sugo prima di servirli con una bella spolverata di parmigiano grattugiato.
*Piatto fondo della collezione La vie en rose di Wald

Rigatoni al ragù di carciofi e prosciutto cotto

Finché si trovano i carciofi approfittiamone per gustarli in tutte le salse. Oggi in abbinamento con il prosciutto cotto per un primo piatto gustoso ed invitante. E' un piatto semplice da realizzare in cui si richiede soltanto che le materie prime siano buone per ottenere il risultato sperato. Carciofi teneri senza lana se possibile e prosciutto cotto di qualità come quello in vendita su MagnaParma. Della passata di pomodoro inutile che vi dica e non vi dico perché io uso quasi esclusivamente quella preparata in estate da mia madre ma fate attenzione, in commercio ci sono pessimi prodotti ma anche prodotti buoni basta saper scegliere leggendo bene le etichette di ciò che spesso distrattamente buttiamo nel carrello, ecco perché io a fare la spesa ci metto taaaanto tempo!
Ciò premesso andiamo alla ricetta.
Ingredienti epr 4 persone:
400 g di rigatoni
4 carciofi
1 cipollotto
250 g di passata di pomodoro
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale
pepe nero
Tritare finemente la cipolla e imbiondirla in 3 cucchiai d'olio, unire il cotto tritato a coltello e lasciar rosolare, aggiungere i carciofi ben puliti e tagliati a cubetti, sfumare con il vino, aggiungere la passata di pomodoro, sale, pepe e un bicchiere d'acqua. Lasciar restringere il sughetto e una volta lessati i rigatoni amalgamarli al sugo prima di servirli con una bella spolverata di parmigiano grattugiato.
*Piatto fondo della collezione La vie en rose di Wald

2011-04-05

Torta di cioccolato e nocciole

C'è chi dice che giunta la primavera sia il caso di bandire il cioccolato e i dolci a base dello stesso. Io personalmente anche d'estate una fetta di Sacher se il momento è quello giusto la mangio volentieri.
Questa torta ha una base al cioccolato e burro, una farcia a base di crema di nocciole, quella buona la Nocciolata di Rigoni di Asiago, e panna e una copertura di cioccolato fondente.
Ingredienti
Per la torta:
300 g di farina Torte Leggere Molino Spadoni (in mancanza 200 g di farina 00 e 100 g di fecola di patate)
1 bustina di lievito per dolci
150 g di zucchero
100 g di burro morbido
150 di cioccolato fondente
3 uova
200 ml di latte
Per la crema:
1 barattolo di Nocciolata
100 ml di panna fresca
Per la glassa:
150 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua
Nocciole per decorare

Battere i tuorli con lo zucchero ed unire il burro, poi la farina  e il lievito setacciati insieme ed infine il cioccolato sciolto nel latte, poco alla volta. A parte montare gli albumi con un pizzico di sale ed incorporarli al composto con delicatezza. Versare la preparazione in una teglia imburrata e cosparsa di farina e cuocere in forno caldo a 180° per 40-45 minuti. Lasciare raffreddare la torta, tagliarla in due orizzontalmente e farcirla con uno strato di crema preparata mescolando insieme la panna montata e la crema di nocciole. Preparare la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua. Ricoprire il dolce con la glassa di cioccolato e decorare la superficie con qualche nocciola tostata.
*Lo stampo ideale per la ricetta è la tortiera Fiorella da 26 cm di Guardini

Torta di cioccolato e nocciole

C'è chi dice che giunta la primavera sia il caso di bandire il cioccolato e i dolci a base dello stesso. Io personalmente anche d'estate una fetta di Sacher se il momento è quello giusto la mangio volentieri.
Questa torta ha una base al cioccolato e burro, una farcia a base di crema di nocciole, quella buona la Nocciolata di Rigoni di Asiago, e panna e una copertura di cioccolato fondente.
Ingredienti
Per la torta:
300 g di farina Torte Leggere Molino Spadoni (in mancanza 200 g di farina 00 e 100 g di fecola di patate)
1 bustina di lievito per dolci
150 g di zucchero
100 g di burro morbido
150 di cioccolato fondente
3 uova
200 ml di latte
Per la crema:
1 barattolo di Nocciolata
100 ml di panna fresca
Per la glassa:
150 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua
Nocciole per decorare

Battere i tuorli con lo zucchero ed unire il burro, poi la farina  e il lievito setacciati insieme ed infine il cioccolato sciolto nel latte, poco alla volta. A parte montare gli albumi con un pizzico di sale ed incorporarli al composto con delicatezza. Versare la preparazione in una teglia imburrata e cosparsa di farina e cuocere in forno caldo a 180° per 40-45 minuti. Lasciare raffreddare la torta, tagliarla in due orizzontalmente e farcirla con uno strato di crema preparata mescolando insieme la panna montata e la crema di nocciole. Preparare la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua. Ricoprire il dolce con la glassa di cioccolato e decorare la superficie con qualche nocciola tostata.
*Lo stampo ideale per la ricetta è la tortiera Fiorella da 26 cm di Guardini

2011-04-03

A proposito di focacce

Chi di voi è stato almeno una volta in Liguria sa che quando si parla di focaccia si intende quella focaccia, si quella meravigliosa focaccia al formaggio che solo a  Recco o giù di lì fanno a quel modo. Ogni volta che sono ritornata a casa ho cercato di riprodurla, con esiti ovviamente disastrosi. Ma se oggi ho deciso di parlarvene (senza neppure attendere domani) una ragione ci sarà ed è che finalmente ce l'ho fatta, è lei. Ovvio nella sua versione casalinga ma credetemi se seguite le mie dosi ed il procedimento passo passo (che neppure è complicato) otterrete il risultato sperato, la copia quasi perfetta della mitica Focaccia di Recco. Ho trovato migliaia di ricette di qua e di là, alla fine dividendo, sottraendo e moltiplicando ho ottenuto quella giusta. La foto si riferisce al primo esperimento riuscito anche se  i buchi sopra forse li avevo fatti troppo larghi mentre il secondo e terzo esperimento erano, se si può dire, ancora più PERFETTI tanto da non avere il tempo di fotografarli.
Ora non mi resta che spiegarvela e giuratemi di provarla. Anzitutto procurtevi una bella teglia di rame o, come nel mio caso, di ferro, poi un forno buono, uno che raggiunga temperature abbastanza elevate e infine armatevi di matterello e stendete anche quando la pasta vi sembrerà ormai stesa, il segreto per ottenere quel tutt'uno scioglievole è solo quello, un impasto sottile e tanta buona crescenza racchiusa tra le sfoglie.
Ingredienti:
150 g di farina manitoba
75 ml di acqua
1 pizzico di sale
15 ml di olio extravergine d'oliva
300 g di crescenza
Impastate la farina con l'acqua, l'olio e il sale e ottenuta un palla lasciatela riposare almeno mezz'ora. Dividetela poi in due e stendete ciascuna in un disco sottilissimo, senza paura di romperla, l'impasto è molto elastico e regge bene. Sistemate la prima sfoglia al fondo di una teglia in rame o ferro (30 cm c.a di diametro) unta d'olio. Stendete sopra la crescenza cercando di distribuirla bene, coprite con la seconda foglia e sigillate bene i bordi con le mani. Forate la superficie strappando la pasta con le dita qua e là, ungete anche sopra con un po' d'olio misto ad acqua e infornate alla temperatura più alta che il vostro forno raggiunge. Basteranno pochi minuti per avere una focaccia cotta al punto giusto. Ovvio che a me una intera ce ne vorrebbe ma 300 g di crescenza in una sola volta son quello che sono.
A proposito di focacce...
...mi viene in mente che volevo parlarvi di un bel librino dei Magazzini Salani dedicato all'argomento. Focacce Pizze e dolci è il titolo del libro e racchiude in sè il meglio delle ricette da forno. La focaccia di Recco non c'è, ma quella non vi serve che la ricetta ve l'ho data io, in compenso però ci sono tante belle ricette ideali anche per le prossime festività pasquali e annesse gite fuori porta per le quali questi prodotti sembrano fatti apposta. Ben 44 facili ricette, irresistibili già dalle illustrazioni. Il libro è carino con le sue ricette, le varianti e gli abbinamenti con vino o birra, ma se questo non dovesse ancora bastare la confezione lo è ancor più, è racchiuso in un confanetto che insieme al libro ha un vassioio rettangolare e una paletta in porcellana bianca. Davvero davvero grazioso anche come regalo. E son sicura che a breve vi parlerò della focaccia morbidona al sesamo.

A proposito di focacce

Chi di voi è stato almeno una volta in Liguria sa che quando si parla di focaccia si intende quella focaccia, si quella meravigliosa focaccia al formaggio che solo a  Recco o giù di lì fanno a quel modo. Ogni volta che sono ritornata a casa ho cercato di riprodurla, con esiti ovviamente disastrosi. Ma se oggi ho deciso di parlarvene (senza neppure attendere domani) una ragione ci sarà ed è che finalmente ce l'ho fatta, è lei. Ovvio nella sua versione casalinga ma credetemi se seguite le mie dosi ed il procedimento passo passo (che neppure è complicato) otterrete il risultato sperato, la copia quasi perfetta della mitica Focaccia di Recco. Ho trovato migliaia di ricette di qua e di là, alla fine dividendo, sottraendo e moltiplicando ho ottenuto quella giusta. La foto si riferisce al primo esperimento riuscito anche se  i buchi sopra forse li avevo fatti troppo larghi mentre il secondo e terzo esperimento erano, se si può dire, ancora più PERFETTI tanto da non avere il tempo di fotografarli.
Ora non mi resta che spiegarvela e giuratemi di provarla. Anzitutto procurtevi una bella teglia di rame o, come nel mio caso, di ferro, poi un forno buono, uno che raggiunga temperature abbastanza elevate e infine armatevi di matterello e stendete anche quando la pasta vi sembrerà ormai stesa, il segreto per ottenere quel tutt'uno scioglievole è solo quello, un impasto sottile e tanta buona crescenza racchiusa tra le sfoglie.
Ingredienti:
150 g di farina manitoba
75 ml di acqua
1 pizzico di sale
15 ml di olio extravergine d'oliva
300 g di crescenza
Impastate la farina con l'acqua, l'olio e il sale e ottenuta un palla lasciatela riposare almeno mezz'ora. Dividetela poi in due e stendete ciascuna in un disco sottilissimo, senza paura di romperla, l'impasto è molto elastico e regge bene. Sistemate la prima sfoglia al fondo di una teglia in rame o ferro (30 cm c.a di diametro) unta d'olio. Stendete sopra la crescenza cercando di distribuirla bene, coprite con la seconda foglia e sigillate bene i bordi con le mani. Forate la superficie strappando la pasta con le dita qua e là, ungete anche sopra con un po' d'olio misto ad acqua e infornate alla temperatura più alta che il vostro forno raggiunge. Basteranno pochi minuti per avere una focaccia cotta al punto giusto. Ovvio che a me una intera ce ne vorrebbe ma 300 g di crescenza in una sola volta son quello che sono.
A proposito di focacce...
...mi viene in mente che volevo parlarvi di un bel librino dei Magazzini Salani dedicato all'argomento. Focacce Pizze e dolci è il titolo del libro e racchiude in sè il meglio delle ricette da forno. La focaccia di Recco non c'è, ma quella non vi serve che la ricetta ve l'ho data io, in compenso però ci sono tante belle ricette ideali anche per le prossime festività pasquali e annesse gite fuori porta per le quali questi prodotti sembrano fatti apposta. Ben 44 facili ricette, irresistibili già dalle illustrazioni. Il libro è carino con le sue ricette, le varianti e gli abbinamenti con vino o birra, ma se questo non dovesse ancora bastare la confezione lo è ancor più, è racchiuso in un confanetto che insieme al libro ha un vassioio rettangolare e una paletta in porcellana bianca. Davvero davvero grazioso anche come regalo. E son sicura che a breve vi parlerò della focaccia morbidona al sesamo.

2011-04-01

Praline di cioccolato bianco con pistacchi caramellati e scorzette d'arancia

Oggi una golosità da preparare e gustare nel week-end, delle praline di cioccolato bianco ricche anzi ricchissime e semplici da preparare. Il cioccolato bianco anche quello buono, e in tal caso parlo di Venchi, per me è sempre un po' stucchevole. Cercavo quindi qualcosa che dopo il primo morso ti dicesse ancora e l'ho trovato, anzi in tal caso ti dice poi ancora e sempre più e alla fine ti ritrovi che hai finito il cioccolato e i tuoi fianchi possono far da tavolino; ma questa è un'altra storia, la temperanza è una virtù e bisognerebbe applicarla in ogni cosa.
Insomma ho trovato che aggiungendo delle scorzette d'arancia candite come queste e dei pistacchi caramellati con zucchero e sale come quelli da aperitivo che vi ho presentato qua, si ottiene una pralina di cioccolato da sgranocchiare.
Per 100 g di cioccolato bianco occorrono un paio di cucchiai di scorzette e altrettanti di pistacchi e una volta pronte scorzette e pistacchi non resta che sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco tuffarvi dentro tutto mescolare e versare nelle formine da cioccolatini. Lasciate asciugare all'aria si staccheranno poi con facilità.
*Piatto da dessert in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto della collezione Opera Prima di Wald

Praline di cioccolato bianco con pistacchi caramellati e scorzette d'arancia

Oggi una golosità da preparare e gustare nel week-end, delle praline di cioccolato bianco ricche anzi ricchissime e semplici da preparare. Il cioccolato bianco anche quello buono, e in tal caso parlo di Venchi, per me è sempre un po' stucchevole. Cercavo quindi qualcosa che dopo il primo morso ti dicesse ancora e l'ho trovato, anzi in tal caso ti dice poi ancora e sempre più e alla fine ti ritrovi che hai finito il cioccolato e i tuoi fianchi possono far da tavolino; ma questa è un'altra storia, la temperanza è una virtù e bisognerebbe applicarla in ogni cosa.
Insomma ho trovato che aggiungendo delle scorzette d'arancia candite come queste e dei pistacchi caramellati con zucchero e sale come quelli da aperitivo che vi ho presentato qua, si ottiene una pralina di cioccolato da sgranocchiare.
Per 100 g di cioccolato bianco occorrono un paio di cucchiai di scorzette e altrettanti di pistacchi e una volta pronte scorzette e pistacchi non resta che sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco tuffarvi dentro tutto mescolare e versare nelle formine da cioccolatini. Lasciate asciugare all'aria si staccheranno poi con facilità.
*Piatto da dessert in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto della collezione Opera Prima di Wald

2011-03-30

Lonza farcita con verze stufate

Vi sembrerà strano che dopo un piatto prettamente primaverile torni quasi sui miei passi presentandovi un piatto dai toni e dai sapori più caldi, ma la primavera è così tipicamente indecisa che in effetti anche in cucina non si può che riflettere questa sua caratteristica. Poi  basta variare il contorno per dare subito alla pietanza un sapore più fresco.
La carne adatta alla preprazione è la lonza di maiale o il filettino ben battuto, per farcirla un buon prosciutto, io ho scelto la Spalla Cotta di San Secondo di MagnaParma, un po' di salvia e il Gran Kinara delle Fattorie Fiandino (in mancanza un buon grana o parmigiano non troppo stagionato. Le verze tagliate a striscioline sottili le ho stufate con un po' di cipolla e dello stesso prosciutto per richiamare il sapore del ripieno.
Ingredienti per 4 persone
Per la carne:
16 fettine sottilissime di lonza di suino o filetto
8 fettine di Spalla cotta di San Secondo
8 foglie di Salvia
8 fettine sottili di formaggio grana
2 cucchiai di farina 00
sale e pepe nero
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
Per il contorno:
1 verza piccola
50 g di Spalla cotta di San Secondo
2 cucchiai di passata di pomodoro
1/2 cipolla bionda
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero
Stendere bene metà delle fettine su un piano di lavoro, posizionare sopra ognuna una fetta di salame, 1 fogliolina di salvia e una fettina di formggio, coprire con le restanti ferrine di carne. Sigillare i bordi con degli stecchini di legno e passare la carne da ambo i lati nella farina. Rosolare la carne in un filo d'olio, salare, pepare e sfumare con il vino. Lasciar assorbire il liquido di cottura fin quando si formerà una salsina densa.
Per il contorno: Tritare la cipolla e  imbiondirli in un fondo d'olio, unire il prosciutto tritato anch'esso e la passata di pomodoro, poi la verza a striscioline, salare, pepare e lasciar cuocere a fuoco medio a pentola coperta per almeno mezz'ora  unendo dell'acqua in cottura se occorre.
*Il piatto tondo da portata e il runner appartengono alla collezione Opera Prima di Wald
* Anche per questa ricetta ho utilizzato le padelle della collezione Salento WhiteStone di Ballarini 

Lonza farcita con verze stufate

Vi sembrerà strano che dopo un piatto prettamente primaverile torni quasi sui miei passi presentandovi un piatto dai toni e dai sapori più caldi, ma la primavera è così tipicamente indecisa che in effetti anche in cucina non si può che riflettere questa sua caratteristica. Poi  basta variare il contorno per dare subito alla pietanza un sapore più fresco.
La carne adatta alla preprazione è la lonza di maiale o il filettino ben battuto, per farcirla un buon prosciutto, io ho scelto la Spalla Cotta di San Secondo di MagnaParma, un po' di salvia e il Gran Kinara delle Fattorie Fiandino (in mancanza un buon grana o parmigiano non troppo stagionato. Le verze tagliate a striscioline sottili le ho stufate con un po' di cipolla e dello stesso prosciutto per richiamare il sapore del ripieno.
Ingredienti per 4 persone
Per la carne:
16 fettine sottilissime di lonza di suino o filetto
8 fettine di Spalla cotta di San Secondo
8 foglie di Salvia
8 fettine sottili di formaggio grana
2 cucchiai di farina 00
sale e pepe nero
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
Per il contorno:
1 verza piccola
50 g di Spalla cotta di San Secondo
2 cucchiai di passata di pomodoro
1/2 cipolla bionda
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero
Stendere bene metà delle fettine su un piano di lavoro, posizionare sopra ognuna una fetta di salame, 1 fogliolina di salvia e una fettina di formggio, coprire con le restanti ferrine di carne. Sigillare i bordi con degli stecchini di legno e passare la carne da ambo i lati nella farina. Rosolare la carne in un filo d'olio, salare, pepare e sfumare con il vino. Lasciar assorbire il liquido di cottura fin quando si formerà una salsina densa.
Per il contorno: Tritare la cipolla e  imbiondirli in un fondo d'olio, unire il prosciutto tritato anch'esso e la passata di pomodoro, poi la verza a striscioline, salare, pepare e lasciar cuocere a fuoco medio a pentola coperta per almeno mezz'ora  unendo dell'acqua in cottura se occorre.
*Il piatto tondo da portata e il runner appartengono alla collezione Opera Prima di Wald
* Anche per questa ricetta ho utilizzato le padelle della collezione Salento WhiteStone di Ballarini 

2011-03-28

Vellutata di porri e piselli con spiedini di mortadella

La settimana non è iniziata nel migliore dei modi con Giulio che ha una bruttissima influenza accompagnata da febbre alta e varie, appunto per questo occorre qualcosa che ci aiuti a tirarci su. Qualcosa di confortante che abbia però già il sapore di primavera. Questo compromesso l'ho trovato con una semplice vellutata di porri e piselli che ho ingolosito abbinandole degli spiedini di mortadella e pane grigliati. Quelle che infatti in foto potrebbero sembrare wurstel sono mortadelline snack, le Ghiandine di Felsineo, che ho scoperto esser ancor più buone, se possibile, dopo un breve passaggio di griglia.
Ingredienti per 4 persone
Per la vellutata
2 porri
1/2 kg di piselli sgranati
50 g di burro
2 cucchiai di farina 00
brodo vegetale
sale
pepe nero
Per gli spiedini:
Pane casereccio
burro
24 mini mortadelle (in mancanza dei rettangolini di mortadella)
Pulire ed affettare a rondelle i porri, evitando la parte più verde. Sciogliere il burro in una pentola e unire i porri, rosolare e aggiungere la farina, tostare un po' e poi unire i piselli sgranati, allungare con il brodo vegetale e portare a cottura, frullare con un frullatore ad immersione, unendo ancora brodo se necessario. Regolare di sale e pepe. Togliere la crosta al pane e imburrarlo da ambo i lati, rioavarne dei tocchetti e infilzarli agli spiedi alterdoli con le mortadelle facendo in modo che le facce imburrate restino all'esterno. Tostare gli spiedini su una griglia calda e servirli con la vellutata.
*Piatto piano e coppetta a goccia in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto appartengono alla collezione Opera Prima di Wald
La Torta Pendente - http://latortapendente.blogspot.comCon questa ricetta partecipo alla raccolta  In punta di Spiedi del blog La Torta Pendente categoria Primi

Vellutata di porri e piselli con spiedini di mortadella

La settimana non è iniziata nel migliore dei modi con Giulio che ha una bruttissima influenza accompagnata da febbre alta e varie, appunto per questo occorre qualcosa che ci aiuti a tirarci su. Qualcosa di confortante che abbia però già il sapore di primavera. Questo compromesso l'ho trovato con una semplice vellutata di porri e piselli che ho ingolosito abbinandole degli spiedini di mortadella e pane grigliati. Quelle che infatti in foto potrebbero sembrare wurstel sono mortadelline snack, le Ghiandine di Felsineo, che ho scoperto esser ancor più buone, se possibile, dopo un breve passaggio di griglia.
Ingredienti per 4 persone
Per la vellutata
2 porri
1/2 kg di piselli sgranati
50 g di burro
2 cucchiai di farina 00
brodo vegetale
sale
pepe nero
Per gli spiedini:
Pane casereccio
burro
24 mini mortadelle (in mancanza dei rettangolini di mortadella)
Pulire ed affettare a rondelle i porri, evitando la parte più verde. Sciogliere il burro in una pentola e unire i porri, rosolare e aggiungere la farina, tostare un po' e poi unire i piselli sgranati, allungare con il brodo vegetale e portare a cottura, frullare con un frullatore ad immersione, unendo ancora brodo se necessario. Regolare di sale e pepe. Togliere la crosta al pane e imburrarlo da ambo i lati, rioavarne dei tocchetti e infilzarli agli spiedi alterdoli con le mortadelle facendo in modo che le facce imburrate restino all'esterno. Tostare gli spiedini su una griglia calda e servirli con la vellutata.
*Piatto piano e coppetta a goccia in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto appartengono alla collezione Opera Prima di Wald
La Torta Pendente - http://latortapendente.blogspot.comCon questa ricetta partecipo alla raccolta  In punta di Spiedi del blog La Torta Pendente categoria Primi

2011-03-25

Ricette di famiglia

Ogni famiglia ha le sue ricette tradizionali e in quasi tutte da qualche parte c'è un quadernino dalla grafia più o meno curata in cui una o più donnine zelanti, nonne, mamme o zie che fossero, hanno appuntato nel corso degli anni in modo preciso o piuttosto sommario ricette o frammenti di esse che con il tempo sono diventate patrimonio di famiglia.
Le Ricette di nonna Roberta di Roberta Bellesia per la collana Gargantua &Pantagruel di Aliberti editore da giusto la sensazione di aver messo le mani su uno di quei quadernetti d'altri tempi. Un quaderno a righe ingiallito dal tempo, cui mancano solo le macchie della cucina per esser completamente credibile, che in bell'ordine reca, suddivise per portata, le ricette di questa nonna che ci apre le porte della sua cucina permettendoci di sentirne i sapori e respirare gli odori di quei piatti che con amore condivide con i suoi cari.
Di ben altro rango Il Credenziere del Castello di Porcìa, Euro92 Editoriale Pordenone, un autentico patrimonio di tradizioni dell'antica e nobile famiglia dei Principi di Porcìa e Brugnera che Guecello di Porcìa e Brugnera, curatore dell'opera oltre che erede della dinastia, condivide generosamente con noi riportandoci ai tempi in cui con maggiore calma e la dovuta importanza si onorava il buon vivere oltre che il buon mangiare. Oltre alle ricette, raccolte nel tempo dalle donne di casa Porcìa e da esse tramandate a figli e nipoti nel libro trovano posto utilissimi e ancora attuali consigli su come imbandire e decorare la tavola.
Alcune foto di famiglia arricchiscono ulteriormente il libro conferendogli un fascino senza tempo.
Prendono invece il sapore di un racconto i ricordi di Roberto Barbolini che nel suo Ricette di Famiglia, Garzanti libri, tra il romanzo e il ricordo ci porta alla scoperta di una famiglia, dei suoi usi e sapori che si fondono coi sentimenti e la buona cucina.
Da un taccuino di fine '800 in cui sono raccolte le ricette del repertorio di famiglia, tra pranzi e spuntini, prendono le mosse le vicende di una famiglia, che, genrazione dopo generazione, bizzarria dopo bizzarria, attraversa oltre un secolo di storia d'Italia che si evolve insieme ai sentimenti e agli affetti degli indimenticabili personaggi del romanzo.

Ed ora non mi resta che lasciarvi una ricetta, un dolce visto che siamo a ridosso della domenica. Non è una ricetta di uno dei libri, non è neppure una ricetta della mia famiglia ma l'ho inserita in questo contesto perchè ha il sapore dei tempi andati come i libri che vi ho presentato.
 Crepês alla pesca e amaretto
Ingredienti:
2 uova
80 g di farina
20 g di zucchero
160 ml di latte
4 amaretti
50 g di burro
4 cucchiai di zucchero di canna
8 cucchiai di acqua
120 ml di liquore all’amaretto
cacao amaro per completare
Mescolare le uova con la farina e lo zucchero, diluire con il latte ottenendo una pastella. Lasciar riposare la pastella per un quarto d’ora circa e poi formare 12 piccole e sottili crêpes versando in un padellino imburrato un mestolino per volta di pastella. In una padella capace sciogliere il burro, con lo zucchero e l’acqua passare le crepês una per volta nella padella farcendole all’interno con un cucchiaio di confettura di pesche e un po’ di amaretto sbriciolato, richiudere a fazzoletto e posare in un piatto. Quando le crêpes sono tutte farcite sistemarle di nuovo nella padella in unico strato, irrorarle con il liquore all’amaretto inclinare la padella sulla fiamma affinché l’alcool prenda fuoco. Appena la fiamma si spegne servire le crêpes cosparse di cacao amaro.
* Anche per questa ricetta è perfetta la padella della collezione Salento WhiteStone di Ballarini