2011-04-12

Pasticcini lemon ciok

Gli agrumi con il cioccolato stanno da dio per cui quando ho assaggiato la crema spalmabile al limone Le Cremose di Bacco non ho potuto che pensare a dei biscotti in cui fosse presente il cioccolato. Il sodalizio l'ho messo in piedi con il Chocaviar 90% di Venchi, ecco se conoscete le comuni gocce di cioccolato immaginatele infinitamente più piccole e di purissimo cioccolato fondente. Per dare quella giusta consistenza croccante ai biscotti li ho spennellati appena fuori dal forno con una glassetta a base di zucchero a velo e succo di limone, rimessi  in forno hanno raggiunto immediatamente il risultato che speravo.
Ingredienti:
200 g di farina per Torte leggere
 (in mancanza 120 g di farina 00 e 80 g si fecola di patate)
100 g di burro
100 g di zucchero
1 uovo e 1 tuorlo (piccole)
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 limone
40 g di Chocaviar 90% o cioccolato fondente tritato
Crema al limone per farcire
60 g di zucchero a velo per la glassa
Impastare la farina miscelata al lievito con il burro freddo, unire lo zucchero, l'uovo e il tuorlo, la scorza del limone grattugiata e il cioccolato. Lasciar risposare l'impasto poi stenderlo sottile tra due fogli di carta forno e ricavarne i biscotti con un tagliapasta della forma desiderata. Cuocerli in forno caldo a 180° per 7-8 minuti finché i bordini inizieranno appena a dorare. Nel frattempo preparare una glassa leggera con lo zucchero a velo e un po' di succo di limone. Pennellare di glassa i biscotti appena fuori dal forno e rimetterli nel forno spento per un paio di minuti. Lasciar poi raffreddare e unire due a due con un cucchiaino di crema al limone. Riporre in frigo a rassodare e servire magari con un buon te come l'English Breakfast   di Twinings, il mio preferito da sempre.
* Il vassoietto in ardesia appartiene alla collezione Ardoises di CHS Goup

Pasticcini lemon ciok

Gli agrumi con il cioccolato stanno da dio per cui quando ho assaggiato la crema spalmabile al limone Le Cremose di Bacco non ho potuto che pensare a dei biscotti in cui fosse presente il cioccolato. Il sodalizio l'ho messo in piedi con il Chocaviar 90% di Venchi, ecco se conoscete le comuni gocce di cioccolato immaginatele infinitamente più piccole e di purissimo cioccolato fondente. Per dare quella giusta consistenza croccante ai biscotti li ho spennellati appena fuori dal forno con una glassetta a base di zucchero a velo e succo di limone, rimessi  in forno hanno raggiunto immediatamente il risultato che speravo.
Ingredienti:
200 g di farina per Torte leggere
 (in mancanza 120 g di farina 00 e 80 g si fecola di patate)
100 g di burro
100 g di zucchero
1 uovo e 1 tuorlo (piccole)
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 limone
40 g di Chocaviar 90% o cioccolato fondente tritato
Crema al limone per farcire
60 g di zucchero a velo per la glassa
Impastare la farina miscelata al lievito con il burro freddo, unire lo zucchero, l'uovo e il tuorlo, la scorza del limone grattugiata e il cioccolato. Lasciar risposare l'impasto poi stenderlo sottile tra due fogli di carta forno e ricavarne i biscotti con un tagliapasta della forma desiderata. Cuocerli in forno caldo a 180° per 7-8 minuti finché i bordini inizieranno appena a dorare. Nel frattempo preparare una glassa leggera con lo zucchero a velo e un po' di succo di limone. Pennellare di glassa i biscotti appena fuori dal forno e rimetterli nel forno spento per un paio di minuti. Lasciar poi raffreddare e unire due a due con un cucchiaino di crema al limone. Riporre in frigo a rassodare e servire magari con un buon te come l'English Breakfast   di Twinings, il mio preferito da sempre.
* Il vassoietto in ardesia appartiene alla collezione Ardoises di CHS Goup

2011-04-11

Gnocchetti di patate in salsa di asparagi selvatici e gamberetti

Quale immenso dono rappresentano per noi le erbe selvatiche! Ogni anno allo scoccare della stagione primaverile mi rendo conto di quale grande ricchezza spontanea sia presente nei nostri campi. Purtroppo il mio cruccio è sempre lo stesso, conosco così poche delle erbe selvatiche presenti in natura che mi sento immancabilmente male per il mancato utilizzzo di questo immenso e salutare patrimonio. Ogni anno rifletto su questo e penso che mi piacerebbe avere accanto un esperto almeno per una giornata in modo da visitare con lui i campi circostanti e apprendere la nobile arte di conoscere e utilizzare tutte le erbette edibili presenti in zona.
E' stato di recente pubblicato da Ponte alle Grazie per la collana Il lettore goloso curata da Allan Bay un libro di Davide Ciccarese, un esperto di fattorie didattiche e orti urbani, dal titolo Cucinare con le erbe sevatiche. Il libro è qui sulla mia scrivania ed è di estremo interesse, una sorta di breviario da portarsi dietro nelle passeggiate in campagna e  da utilizzare successivmente in cucina come ricettario per il corretto utilizzo delle erbe raccolte. Di ogni erba trattata c'è una scheda con immagine, nome scientifico, nomi comuni, curiosità,  coltivazione, raccolta, conservazione, proprietà  e, come accennavo, ricette per il migliore uso in cucina.
E' un volume ricchissimo che, pur trattando tante specie presenti in natura, ne tralascia purtroppo delle altre e se son presenti cicoria, borragine, tarassaco, cipollaccio, valeriana e via di seguito non ho trovato  alcune delle erbe diffuse qui nella mia zona come ad esempio l'asparago sevatico tanto presente nei nostri campi in questo periodo, quanto utilizzato nella gastronomia locale di primavera.
La mia promessa, con il libro tra le mani è quella di imparare a conoscere ed utilizzare almeno una nuova specie ogni anno, sarei già a buon punto.  
Per voi ho una ricetta con i miei adorati asparagi selvatici che se proprio non riuscite a reperirli potrete sostituire con sparagi coltivati.
E' una ricetta ricca e golosa che merita anche un abbinamento con un buon vino e, per quel principio che vuole l'Italia unita anche  tavola torno ad accostare ad un piatto con ingredienti prettamente locali un vino che viene da lontano un Tai-Lison classico della Società Agricola Principi di Porcìa e Brugnera, un Tocai italico dal gusto pieno e morbido con retrogusto leggermente amarognolo come gli asparagi al quale l'ho abbinato.
Per la preparazione degli gnocchetti di patate ho utilizzto una scorciatoia, il preparato Gnocchi sprint di Molino Spadoni, una speciale farina cui bisogna aggiungere solo acqua per ottenere soffici gnocchi di patate. Il condimento invece è tutto secondo tradizione dalla raccolta degli asparagi alla preparazione del sughetto.
Gnocchetti di patate in salsa di asparagi selvatici gamberetti
Ingredienti per 4 persone
Per gli gnocchetti:
1 kg di patate
300 g di farina 00
1 uovo
(in alternativa 4oo g di farina Gnocchi sprint e 400 ml di acqua)
Per il condimento:
1 mazzetto di asparagi selvatici
1 cipollotto
1 spicchio d'aglio
30 g di burro
1 dl di panna
olio extravergine d'oliva
50 ml di vino bianco Tai-Lison classico
300 g di gamberetti sgusciati
sale e pepe
Preparare gli gnoccheccti amalgamento la farina e l'uovo alle patate lessate e schiacciate e dando poi la forma oppure nella versione sprint amalgamando il preparato con l'acqua e procedendo poi allo stesso modo per formare gli gnocchetti.
Appassire il cipollotto affettato nel burro, unire gli asparagi mondati e tagliati a pezzetti, un pizzico di sale e un goccio d'acqua. Lasciar cuocere, poi frullare con la panna e tenere da parte. Nello stesso tegame versare un filo d'olio e lo spicchio d'aglio, cuocervi i gamberetti, salare pepare e sfumare con il vino. Eliminare l'aglio e unire la salsa di asparagi, saltare poi nel tegame gli gnocchetti lessati prima di servirli.
* In tavola servizio in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto e americano della collezione Opera Prima di Wald

Gnocchetti di patate in salsa di asparagi selvatici e gamberetti

Quale immenso dono rappresentano per noi le erbe selvatiche! Ogni anno allo scoccare della stagione primaverile mi rendo conto di quale grande ricchezza spontanea sia presente nei nostri campi. Purtroppo il mio cruccio è sempre lo stesso, conosco così poche delle erbe selvatiche presenti in natura che mi sento immancabilmente male per il mancato utilizzzo di questo immenso e salutare patrimonio. Ogni anno rifletto su questo e penso che mi piacerebbe avere accanto un esperto almeno per una giornata in modo da visitare con lui i campi circostanti e apprendere la nobile arte di conoscere e utilizzare tutte le erbette edibili presenti in zona.
E' stato di recente pubblicato da Ponte alle Grazie per la collana Il lettore goloso curata da Allan Bay un libro di Davide Ciccarese, un esperto di fattorie didattiche e orti urbani, dal titolo Cucinare con le erbe sevatiche. Il libro è qui sulla mia scrivania ed è di estremo interesse, una sorta di breviario da portarsi dietro nelle passeggiate in campagna e  da utilizzare successivmente in cucina come ricettario per il corretto utilizzo delle erbe raccolte. Di ogni erba trattata c'è una scheda con immagine, nome scientifico, nomi comuni, curiosità,  coltivazione, raccolta, conservazione, proprietà  e, come accennavo, ricette per il migliore uso in cucina.
E' un volume ricchissimo che, pur trattando tante specie presenti in natura, ne tralascia purtroppo delle altre e se son presenti cicoria, borragine, tarassaco, cipollaccio, valeriana e via di seguito non ho trovato  alcune delle erbe diffuse qui nella mia zona come ad esempio l'asparago sevatico tanto presente nei nostri campi in questo periodo, quanto utilizzato nella gastronomia locale di primavera.
La mia promessa, con il libro tra le mani è quella di imparare a conoscere ed utilizzare almeno una nuova specie ogni anno, sarei già a buon punto.  
Per voi ho una ricetta con i miei adorati asparagi selvatici che se proprio non riuscite a reperirli potrete sostituire con sparagi coltivati.
E' una ricetta ricca e golosa che merita anche un abbinamento con un buon vino e, per quel principio che vuole l'Italia unita anche  tavola torno ad accostare ad un piatto con ingredienti prettamente locali un vino che viene da lontano un Tai-Lison classico della Società Agricola Principi di Porcìa e Brugnera, un Tocai italico dal gusto pieno e morbido con retrogusto leggermente amarognolo come gli asparagi al quale l'ho abbinato.
Per la preparazione degli gnocchetti di patate ho utilizzto una scorciatoia, il preparato Gnocchi sprint di Molino Spadoni, una speciale farina cui bisogna aggiungere solo acqua per ottenere soffici gnocchi di patate. Il condimento invece è tutto secondo tradizione dalla raccolta degli asparagi alla preparazione del sughetto.
Gnocchetti di patate in salsa di asparagi selvatici gamberetti
Ingredienti per 4 persone
Per gli gnocchetti:
1 kg di patate
300 g di farina 00
1 uovo
(in alternativa 4oo g di farina Gnocchi sprint e 400 ml di acqua)
Per il condimento:
1 mazzetto di asparagi selvatici
1 cipollotto
1 spicchio d'aglio
30 g di burro
1 dl di panna
olio extravergine d'oliva
50 ml di vino bianco Tai-Lison classico
300 g di gamberetti sgusciati
sale e pepe
Preparare gli gnoccheccti amalgamento la farina e l'uovo alle patate lessate e schiacciate e dando poi la forma oppure nella versione sprint amalgamando il preparato con l'acqua e procedendo poi allo stesso modo per formare gli gnocchetti.
Appassire il cipollotto affettato nel burro, unire gli asparagi mondati e tagliati a pezzetti, un pizzico di sale e un goccio d'acqua. Lasciar cuocere, poi frullare con la panna e tenere da parte. Nello stesso tegame versare un filo d'olio e lo spicchio d'aglio, cuocervi i gamberetti, salare pepare e sfumare con il vino. Eliminare l'aglio e unire la salsa di asparagi, saltare poi nel tegame gli gnocchetti lessati prima di servirli.
* In tavola servizio in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto e americano della collezione Opera Prima di Wald

2011-04-08

Rigatoni al ragù di carciofi e prosciutto cotto

Finché si trovano i carciofi approfittiamone per gustarli in tutte le salse. Oggi in abbinamento con il prosciutto cotto per un primo piatto gustoso ed invitante. E' un piatto semplice da realizzare in cui si richiede soltanto che le materie prime siano buone per ottenere il risultato sperato. Carciofi teneri senza lana se possibile e prosciutto cotto di qualità come quello in vendita su MagnaParma. Della passata di pomodoro inutile che vi dica e non vi dico perché io uso quasi esclusivamente quella preparata in estate da mia madre ma fate attenzione, in commercio ci sono pessimi prodotti ma anche prodotti buoni basta saper scegliere leggendo bene le etichette di ciò che spesso distrattamente buttiamo nel carrello, ecco perché io a fare la spesa ci metto taaaanto tempo!
Ciò premesso andiamo alla ricetta.
Ingredienti epr 4 persone:
400 g di rigatoni
4 carciofi
1 cipollotto
250 g di passata di pomodoro
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale
pepe nero
Tritare finemente la cipolla e imbiondirla in 3 cucchiai d'olio, unire il cotto tritato a coltello e lasciar rosolare, aggiungere i carciofi ben puliti e tagliati a cubetti, sfumare con il vino, aggiungere la passata di pomodoro, sale, pepe e un bicchiere d'acqua. Lasciar restringere il sughetto e una volta lessati i rigatoni amalgamarli al sugo prima di servirli con una bella spolverata di parmigiano grattugiato.
*Piatto fondo della collezione La vie en rose di Wald

Rigatoni al ragù di carciofi e prosciutto cotto

Finché si trovano i carciofi approfittiamone per gustarli in tutte le salse. Oggi in abbinamento con il prosciutto cotto per un primo piatto gustoso ed invitante. E' un piatto semplice da realizzare in cui si richiede soltanto che le materie prime siano buone per ottenere il risultato sperato. Carciofi teneri senza lana se possibile e prosciutto cotto di qualità come quello in vendita su MagnaParma. Della passata di pomodoro inutile che vi dica e non vi dico perché io uso quasi esclusivamente quella preparata in estate da mia madre ma fate attenzione, in commercio ci sono pessimi prodotti ma anche prodotti buoni basta saper scegliere leggendo bene le etichette di ciò che spesso distrattamente buttiamo nel carrello, ecco perché io a fare la spesa ci metto taaaanto tempo!
Ciò premesso andiamo alla ricetta.
Ingredienti epr 4 persone:
400 g di rigatoni
4 carciofi
1 cipollotto
250 g di passata di pomodoro
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale
pepe nero
Tritare finemente la cipolla e imbiondirla in 3 cucchiai d'olio, unire il cotto tritato a coltello e lasciar rosolare, aggiungere i carciofi ben puliti e tagliati a cubetti, sfumare con il vino, aggiungere la passata di pomodoro, sale, pepe e un bicchiere d'acqua. Lasciar restringere il sughetto e una volta lessati i rigatoni amalgamarli al sugo prima di servirli con una bella spolverata di parmigiano grattugiato.
*Piatto fondo della collezione La vie en rose di Wald

2011-04-05

Torta di cioccolato e nocciole

C'è chi dice che giunta la primavera sia il caso di bandire il cioccolato e i dolci a base dello stesso. Io personalmente anche d'estate una fetta di Sacher se il momento è quello giusto la mangio volentieri.
Questa torta ha una base al cioccolato e burro, una farcia a base di crema di nocciole, quella buona la Nocciolata di Rigoni di Asiago, e panna e una copertura di cioccolato fondente.
Ingredienti
Per la torta:
300 g di farina Torte Leggere Molino Spadoni (in mancanza 200 g di farina 00 e 100 g di fecola di patate)
1 bustina di lievito per dolci
150 g di zucchero
100 g di burro morbido
150 di cioccolato fondente
3 uova
200 ml di latte
Per la crema:
1 barattolo di Nocciolata
100 ml di panna fresca
Per la glassa:
150 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua
Nocciole per decorare

Battere i tuorli con lo zucchero ed unire il burro, poi la farina  e il lievito setacciati insieme ed infine il cioccolato sciolto nel latte, poco alla volta. A parte montare gli albumi con un pizzico di sale ed incorporarli al composto con delicatezza. Versare la preparazione in una teglia imburrata e cosparsa di farina e cuocere in forno caldo a 180° per 40-45 minuti. Lasciare raffreddare la torta, tagliarla in due orizzontalmente e farcirla con uno strato di crema preparata mescolando insieme la panna montata e la crema di nocciole. Preparare la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua. Ricoprire il dolce con la glassa di cioccolato e decorare la superficie con qualche nocciola tostata.
*Lo stampo ideale per la ricetta è la tortiera Fiorella da 26 cm di Guardini

Torta di cioccolato e nocciole

C'è chi dice che giunta la primavera sia il caso di bandire il cioccolato e i dolci a base dello stesso. Io personalmente anche d'estate una fetta di Sacher se il momento è quello giusto la mangio volentieri.
Questa torta ha una base al cioccolato e burro, una farcia a base di crema di nocciole, quella buona la Nocciolata di Rigoni di Asiago, e panna e una copertura di cioccolato fondente.
Ingredienti
Per la torta:
300 g di farina Torte Leggere Molino Spadoni (in mancanza 200 g di farina 00 e 100 g di fecola di patate)
1 bustina di lievito per dolci
150 g di zucchero
100 g di burro morbido
150 di cioccolato fondente
3 uova
200 ml di latte
Per la crema:
1 barattolo di Nocciolata
100 ml di panna fresca
Per la glassa:
150 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua
Nocciole per decorare

Battere i tuorli con lo zucchero ed unire il burro, poi la farina  e il lievito setacciati insieme ed infine il cioccolato sciolto nel latte, poco alla volta. A parte montare gli albumi con un pizzico di sale ed incorporarli al composto con delicatezza. Versare la preparazione in una teglia imburrata e cosparsa di farina e cuocere in forno caldo a 180° per 40-45 minuti. Lasciare raffreddare la torta, tagliarla in due orizzontalmente e farcirla con uno strato di crema preparata mescolando insieme la panna montata e la crema di nocciole. Preparare la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua. Ricoprire il dolce con la glassa di cioccolato e decorare la superficie con qualche nocciola tostata.
*Lo stampo ideale per la ricetta è la tortiera Fiorella da 26 cm di Guardini

2011-04-03

A proposito di focacce

Chi di voi è stato almeno una volta in Liguria sa che quando si parla di focaccia si intende quella focaccia, si quella meravigliosa focaccia al formaggio che solo a  Recco o giù di lì fanno a quel modo. Ogni volta che sono ritornata a casa ho cercato di riprodurla, con esiti ovviamente disastrosi. Ma se oggi ho deciso di parlarvene (senza neppure attendere domani) una ragione ci sarà ed è che finalmente ce l'ho fatta, è lei. Ovvio nella sua versione casalinga ma credetemi se seguite le mie dosi ed il procedimento passo passo (che neppure è complicato) otterrete il risultato sperato, la copia quasi perfetta della mitica Focaccia di Recco. Ho trovato migliaia di ricette di qua e di là, alla fine dividendo, sottraendo e moltiplicando ho ottenuto quella giusta. La foto si riferisce al primo esperimento riuscito anche se  i buchi sopra forse li avevo fatti troppo larghi mentre il secondo e terzo esperimento erano, se si può dire, ancora più PERFETTI tanto da non avere il tempo di fotografarli.
Ora non mi resta che spiegarvela e giuratemi di provarla. Anzitutto procurtevi una bella teglia di rame o, come nel mio caso, di ferro, poi un forno buono, uno che raggiunga temperature abbastanza elevate e infine armatevi di matterello e stendete anche quando la pasta vi sembrerà ormai stesa, il segreto per ottenere quel tutt'uno scioglievole è solo quello, un impasto sottile e tanta buona crescenza racchiusa tra le sfoglie.
Ingredienti:
150 g di farina manitoba
75 ml di acqua
1 pizzico di sale
15 ml di olio extravergine d'oliva
300 g di crescenza
Impastate la farina con l'acqua, l'olio e il sale e ottenuta un palla lasciatela riposare almeno mezz'ora. Dividetela poi in due e stendete ciascuna in un disco sottilissimo, senza paura di romperla, l'impasto è molto elastico e regge bene. Sistemate la prima sfoglia al fondo di una teglia in rame o ferro (30 cm c.a di diametro) unta d'olio. Stendete sopra la crescenza cercando di distribuirla bene, coprite con la seconda foglia e sigillate bene i bordi con le mani. Forate la superficie strappando la pasta con le dita qua e là, ungete anche sopra con un po' d'olio misto ad acqua e infornate alla temperatura più alta che il vostro forno raggiunge. Basteranno pochi minuti per avere una focaccia cotta al punto giusto. Ovvio che a me una intera ce ne vorrebbe ma 300 g di crescenza in una sola volta son quello che sono.
A proposito di focacce...
...mi viene in mente che volevo parlarvi di un bel librino dei Magazzini Salani dedicato all'argomento. Focacce Pizze e dolci è il titolo del libro e racchiude in sè il meglio delle ricette da forno. La focaccia di Recco non c'è, ma quella non vi serve che la ricetta ve l'ho data io, in compenso però ci sono tante belle ricette ideali anche per le prossime festività pasquali e annesse gite fuori porta per le quali questi prodotti sembrano fatti apposta. Ben 44 facili ricette, irresistibili già dalle illustrazioni. Il libro è carino con le sue ricette, le varianti e gli abbinamenti con vino o birra, ma se questo non dovesse ancora bastare la confezione lo è ancor più, è racchiuso in un confanetto che insieme al libro ha un vassioio rettangolare e una paletta in porcellana bianca. Davvero davvero grazioso anche come regalo. E son sicura che a breve vi parlerò della focaccia morbidona al sesamo.

A proposito di focacce

Chi di voi è stato almeno una volta in Liguria sa che quando si parla di focaccia si intende quella focaccia, si quella meravigliosa focaccia al formaggio che solo a  Recco o giù di lì fanno a quel modo. Ogni volta che sono ritornata a casa ho cercato di riprodurla, con esiti ovviamente disastrosi. Ma se oggi ho deciso di parlarvene (senza neppure attendere domani) una ragione ci sarà ed è che finalmente ce l'ho fatta, è lei. Ovvio nella sua versione casalinga ma credetemi se seguite le mie dosi ed il procedimento passo passo (che neppure è complicato) otterrete il risultato sperato, la copia quasi perfetta della mitica Focaccia di Recco. Ho trovato migliaia di ricette di qua e di là, alla fine dividendo, sottraendo e moltiplicando ho ottenuto quella giusta. La foto si riferisce al primo esperimento riuscito anche se  i buchi sopra forse li avevo fatti troppo larghi mentre il secondo e terzo esperimento erano, se si può dire, ancora più PERFETTI tanto da non avere il tempo di fotografarli.
Ora non mi resta che spiegarvela e giuratemi di provarla. Anzitutto procurtevi una bella teglia di rame o, come nel mio caso, di ferro, poi un forno buono, uno che raggiunga temperature abbastanza elevate e infine armatevi di matterello e stendete anche quando la pasta vi sembrerà ormai stesa, il segreto per ottenere quel tutt'uno scioglievole è solo quello, un impasto sottile e tanta buona crescenza racchiusa tra le sfoglie.
Ingredienti:
150 g di farina manitoba
75 ml di acqua
1 pizzico di sale
15 ml di olio extravergine d'oliva
300 g di crescenza
Impastate la farina con l'acqua, l'olio e il sale e ottenuta un palla lasciatela riposare almeno mezz'ora. Dividetela poi in due e stendete ciascuna in un disco sottilissimo, senza paura di romperla, l'impasto è molto elastico e regge bene. Sistemate la prima sfoglia al fondo di una teglia in rame o ferro (30 cm c.a di diametro) unta d'olio. Stendete sopra la crescenza cercando di distribuirla bene, coprite con la seconda foglia e sigillate bene i bordi con le mani. Forate la superficie strappando la pasta con le dita qua e là, ungete anche sopra con un po' d'olio misto ad acqua e infornate alla temperatura più alta che il vostro forno raggiunge. Basteranno pochi minuti per avere una focaccia cotta al punto giusto. Ovvio che a me una intera ce ne vorrebbe ma 300 g di crescenza in una sola volta son quello che sono.
A proposito di focacce...
...mi viene in mente che volevo parlarvi di un bel librino dei Magazzini Salani dedicato all'argomento. Focacce Pizze e dolci è il titolo del libro e racchiude in sè il meglio delle ricette da forno. La focaccia di Recco non c'è, ma quella non vi serve che la ricetta ve l'ho data io, in compenso però ci sono tante belle ricette ideali anche per le prossime festività pasquali e annesse gite fuori porta per le quali questi prodotti sembrano fatti apposta. Ben 44 facili ricette, irresistibili già dalle illustrazioni. Il libro è carino con le sue ricette, le varianti e gli abbinamenti con vino o birra, ma se questo non dovesse ancora bastare la confezione lo è ancor più, è racchiuso in un confanetto che insieme al libro ha un vassioio rettangolare e una paletta in porcellana bianca. Davvero davvero grazioso anche come regalo. E son sicura che a breve vi parlerò della focaccia morbidona al sesamo.

2011-04-01

Praline di cioccolato bianco con pistacchi caramellati e scorzette d'arancia

Oggi una golosità da preparare e gustare nel week-end, delle praline di cioccolato bianco ricche anzi ricchissime e semplici da preparare. Il cioccolato bianco anche quello buono, e in tal caso parlo di Venchi, per me è sempre un po' stucchevole. Cercavo quindi qualcosa che dopo il primo morso ti dicesse ancora e l'ho trovato, anzi in tal caso ti dice poi ancora e sempre più e alla fine ti ritrovi che hai finito il cioccolato e i tuoi fianchi possono far da tavolino; ma questa è un'altra storia, la temperanza è una virtù e bisognerebbe applicarla in ogni cosa.
Insomma ho trovato che aggiungendo delle scorzette d'arancia candite come queste e dei pistacchi caramellati con zucchero e sale come quelli da aperitivo che vi ho presentato qua, si ottiene una pralina di cioccolato da sgranocchiare.
Per 100 g di cioccolato bianco occorrono un paio di cucchiai di scorzette e altrettanti di pistacchi e una volta pronte scorzette e pistacchi non resta che sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco tuffarvi dentro tutto mescolare e versare nelle formine da cioccolatini. Lasciate asciugare all'aria si staccheranno poi con facilità.
*Piatto da dessert in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto della collezione Opera Prima di Wald

Praline di cioccolato bianco con pistacchi caramellati e scorzette d'arancia

Oggi una golosità da preparare e gustare nel week-end, delle praline di cioccolato bianco ricche anzi ricchissime e semplici da preparare. Il cioccolato bianco anche quello buono, e in tal caso parlo di Venchi, per me è sempre un po' stucchevole. Cercavo quindi qualcosa che dopo il primo morso ti dicesse ancora e l'ho trovato, anzi in tal caso ti dice poi ancora e sempre più e alla fine ti ritrovi che hai finito il cioccolato e i tuoi fianchi possono far da tavolino; ma questa è un'altra storia, la temperanza è una virtù e bisognerebbe applicarla in ogni cosa.
Insomma ho trovato che aggiungendo delle scorzette d'arancia candite come queste e dei pistacchi caramellati con zucchero e sale come quelli da aperitivo che vi ho presentato qua, si ottiene una pralina di cioccolato da sgranocchiare.
Per 100 g di cioccolato bianco occorrono un paio di cucchiai di scorzette e altrettanti di pistacchi e una volta pronte scorzette e pistacchi non resta che sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco tuffarvi dentro tutto mescolare e versare nelle formine da cioccolatini. Lasciate asciugare all'aria si staccheranno poi con facilità.
*Piatto da dessert in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto della collezione Opera Prima di Wald

2011-03-30

Lonza farcita con verze stufate

Vi sembrerà strano che dopo un piatto prettamente primaverile torni quasi sui miei passi presentandovi un piatto dai toni e dai sapori più caldi, ma la primavera è così tipicamente indecisa che in effetti anche in cucina non si può che riflettere questa sua caratteristica. Poi  basta variare il contorno per dare subito alla pietanza un sapore più fresco.
La carne adatta alla preprazione è la lonza di maiale o il filettino ben battuto, per farcirla un buon prosciutto, io ho scelto la Spalla Cotta di San Secondo di MagnaParma, un po' di salvia e il Gran Kinara delle Fattorie Fiandino (in mancanza un buon grana o parmigiano non troppo stagionato. Le verze tagliate a striscioline sottili le ho stufate con un po' di cipolla e dello stesso prosciutto per richiamare il sapore del ripieno.
Ingredienti per 4 persone
Per la carne:
16 fettine sottilissime di lonza di suino o filetto
8 fettine di Spalla cotta di San Secondo
8 foglie di Salvia
8 fettine sottili di formaggio grana
2 cucchiai di farina 00
sale e pepe nero
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
Per il contorno:
1 verza piccola
50 g di Spalla cotta di San Secondo
2 cucchiai di passata di pomodoro
1/2 cipolla bionda
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero
Stendere bene metà delle fettine su un piano di lavoro, posizionare sopra ognuna una fetta di salame, 1 fogliolina di salvia e una fettina di formggio, coprire con le restanti ferrine di carne. Sigillare i bordi con degli stecchini di legno e passare la carne da ambo i lati nella farina. Rosolare la carne in un filo d'olio, salare, pepare e sfumare con il vino. Lasciar assorbire il liquido di cottura fin quando si formerà una salsina densa.
Per il contorno: Tritare la cipolla e  imbiondirli in un fondo d'olio, unire il prosciutto tritato anch'esso e la passata di pomodoro, poi la verza a striscioline, salare, pepare e lasciar cuocere a fuoco medio a pentola coperta per almeno mezz'ora  unendo dell'acqua in cottura se occorre.
*Il piatto tondo da portata e il runner appartengono alla collezione Opera Prima di Wald
* Anche per questa ricetta ho utilizzato le padelle della collezione Salento WhiteStone di Ballarini