2012-04-04

Flan di asparagi selvatici con uova cremose e uova di trota

Vassoio e portauovo collezione Impronte verde di Wald
Un piatto che più pasquale non si può, ci sono le uova strapazzate servite nel loro guscio e impreziosite con uova di trota, le piccole perle arancio intenso prodotte da Trota Oro e  ci sono gli asparagi, quelli selvatici più piccoli e gustosi ridotti in purea per il flan con la robiola fresca. Un mix gustoso, la mia proposta per l'antipasto del giorno di festa.
Ingredienti per 4 persone
Per le uova cremose:
4 tuorli e 2 albumi
6 cucchiai di panna fresca
3 cucchiai di latte
sale e pepe bianco
30 g di burro
Per i flan:
250 g di asparagi selvatici puliti
1 spicchio d'aglio
150 g di robiola
2 albumi
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Uova di trota per completare
Per le uova cremose: rompere la calottina superiore alle uova lasciando intero il guscio che servirà come contenitore, tenere da parte due albumi (per il flan) e mettere i tuorli insieme alle uova intere in una ciotola, unire la panna ed il latte, sale e pepe e battere le uova con una forchetta, sciogleiere in padella il burro e strapazzarvi le uova (solo quando i flan sono pronti).
Per i flan: soffriggere gli asparagi con poco olio e l'aglio, portarli a cottura aggiungendo acqua finché diventano teneri (10-15 minuti) salare, pepare poi eliminare l'aglio e passare gli asparagi al passì*. Aggiungere alla crema ottenuta la robiola, e gli albumi regolare di sale e pepe e versare il composto in quattro stampini da budino ben imburrati, cuocere a bagnomaria per circa 30 minuti in forno a 180° ponendo gli stampi in una teglia con acqua che arrivi a metà della loro altezza.
Servire le uova nei gusci con i flan  completando con le uova di trota.

* per la realizzazione della ricetta ho utilizzato il Passì de I Colorati di Ariete

Flan di asparagi selvatici con uova cremose e uova di trota

Vassoio e portauovo collezione Impronte verde di Wald
Un piatto che più pasquale non si può, ci sono le uova strapazzate servite nel loro guscio e impreziosite con uova di trota, le piccole perle arancio intenso prodotte da Trota Oro e  ci sono gli asparagi, quelli selvatici più piccoli e gustosi ridotti in purea per il flan con la robiola fresca. Un mix gustoso, la mia proposta per l'antipasto del giorno di festa.
Ingredienti per 4 persone
Per le uova cremose:
4 tuorli e 2 albumi
6 cucchiai di panna fresca
3 cucchiai di latte
sale e pepe bianco
30 g di burro
Per i flan:
250 g di asparagi selvatici puliti
1 spicchio d'aglio
150 g di robiola
2 albumi
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Uova di trota per completare
Per le uova cremose: rompere la calottina superiore alle uova lasciando intero il guscio che servirà come contenitore, tenere da parte due albumi (per il flan) e mettere i tuorli insieme alle uova intere in una ciotola, unire la panna ed il latte, sale e pepe e battere le uova con una forchetta, sciogleiere in padella il burro e strapazzarvi le uova (solo quando i flan sono pronti).
Per i flan: soffriggere gli asparagi con poco olio e l'aglio, portarli a cottura aggiungendo acqua finché diventano teneri (10-15 minuti) salare, pepare poi eliminare l'aglio e passare gli asparagi al passì*. Aggiungere alla crema ottenuta la robiola, e gli albumi regolare di sale e pepe e versare il composto in quattro stampini da budino ben imburrati, cuocere a bagnomaria per circa 30 minuti in forno a 180° ponendo gli stampi in una teglia con acqua che arrivi a metà della loro altezza.
Servire le uova nei gusci con i flan  completando con le uova di trota.

* per la realizzazione della ricetta ho utilizzato il Passì de I Colorati di Ariete

2012-04-03

Pudding di Pasqua

Piatto piano CHS Group, cucchiaino Broggi, striscia tavolo Stamperia Bertozzi
O budino di colomba che dir si voglia. Le colombe di Loison non hanno bisogno di vestirsi a festa che di loro sono già fantastiche se poi assaggiate quella alle pesche che ho utilizzato per questa ricetta sicuramente dimenticherete tutte le altre mangiate in precedenza, leggera, profumata e di gusto fresco ha davvero il sapore della primavera. Mi sono privata di qualche fetta in purezza per rendere speciale questo pudding che ho poi servito con una ganache al cioccolato fondente Venchi e una profumata confettura di fragole e fragoline di bosco Rigoni di Asiago, il dessert perfetto per la Pasqua.
Ingredienti
Per il budino:
150 g di colomba alle pesche
500 ml di latte
40 g di zucchero semolato
2 uova
1 bicchierino di rum
la scorza di un limone
mandorle e zucchero a granella per decorare
Per completare:
zucchero a velo
Fiordifrutta alle fragole e fragoline di bosco
80 g di cioccolato fondente al 60%
panna fresca 80-100ml
Tagliare la colomba a tocchetti e spruzzarla con il liquore. Far bollire il latte con la scorza di limone. Lasciar raffeddare. Battere i tuorli con lo zucchero, unire gli albumi montati a neve e mescolare al liquido la colomba. Foderare degli stampini (4-6 secondo le dimensioni degli stampi) con carta forno e trasferirvi il composto. Porre gli stampini in una teglia, riempire la teglia d'acqua fino a metà altezza degli stampii interni. Infornare a 180° per 30-40 minuti. Dopo 15 minuti disporre sul dolce mandorle e granella di zucchero e proseguire con la cottura. Servire il dolce ben freddo decorando il piatto con ganache di cioccolato ottenuta portando a bollore la panna e versandola sul cioccolato ridotto a pezzetti e confettura di fragole.

Pudding di Pasqua

Piatto piano CHS Group, cucchiaino Broggi, striscia tavolo Stamperia Bertozzi
O budino di colomba che dir si voglia. Le colombe di Loison non hanno bisogno di vestirsi a festa che di loro sono già fantastiche se poi assaggiate quella alle pesche che ho utilizzato per questa ricetta sicuramente dimenticherete tutte le altre mangiate in precedenza, leggera, profumata e di gusto fresco ha davvero il sapore della primavera. Mi sono privata di qualche fetta in purezza per rendere speciale questo pudding che ho poi servito con una ganache al cioccolato fondente Venchi e una profumata confettura di fragole e fragoline di bosco Rigoni di Asiago, il dessert perfetto per la Pasqua.
Ingredienti
Per il budino:
150 g di colomba alle pesche
500 ml di latte
40 g di zucchero semolato
2 uova
1 bicchierino di rum
la scorza di un limone
mandorle e zucchero a granella per decorare
Per completare:
zucchero a velo
Fiordifrutta alle fragole e fragoline di bosco
80 g di cioccolato fondente al 60%
panna fresca 80-100ml
Tagliare la colomba a tocchetti e spruzzarla con il liquore. Far bollire il latte con la scorza di limone. Lasciar raffeddare. Battere i tuorli con lo zucchero, unire gli albumi montati a neve e mescolare al liquido la colomba. Foderare degli stampini (4-6 secondo le dimensioni degli stampi) con carta forno e trasferirvi il composto. Porre gli stampini in una teglia, riempire la teglia d'acqua fino a metà altezza degli stampii interni. Infornare a 180° per 30-40 minuti. Dopo 15 minuti disporre sul dolce mandorle e granella di zucchero e proseguire con la cottura. Servire il dolce ben freddo decorando il piatto con ganache di cioccolato ottenuta portando a bollore la panna e versandola sul cioccolato ridotto a pezzetti e confettura di fragole.

2012-04-01

Riso saltato con puntarelle al burro saporito

Ciotola e tovagliolo GreenGate
Visto che l'idea del burro aromatizzato con capperi e mortadella vi è piaciuta e visto che una volta preparato il burro si conserva in frigo per diversi giorni, vi dò un altro consiglio valido per il suo utilizzo, l'idea è la stessa dell'altra volta in effetti che di puntarelle saltate si tratta ma nel caso specifico è in grado di risolvere un pranzo o una cena. Lessate del riso, il carnaroli GliAironi va benissimo e poi saltatelo in padella con il burro e le puntarelle o altre verdure a piacere (carote, zucchine, scarola) tagliate a dadini, un riso dal sapore speciale che si prepara in pochissimo tempo. Un'idea simpatica anche per una domenica sera, servito nelle ciotole poi ha un che di etnico.

Riso saltato con puntarelle al burro saporito

Ciotola e tovagliolo GreenGate
Visto che l'idea del burro aromatizzato con capperi e mortadella vi è piaciuta e visto che una volta preparato il burro si conserva in frigo per diversi giorni, vi dò un altro consiglio valido per il suo utilizzo, l'idea è la stessa dell'altra volta in effetti che di puntarelle saltate si tratta ma nel caso specifico è in grado di risolvere un pranzo o una cena. Lessate del riso, il carnaroli GliAironi va benissimo e poi saltatelo in padella con il burro e le puntarelle o altre verdure a piacere (carote, zucchine, scarola) tagliate a dadini, un riso dal sapore speciale che si prepara in pochissimo tempo. Un'idea simpatica anche per una domenica sera, servito nelle ciotole poi ha un che di etnico.

2012-03-30

Burro saporito con mortadella e capperi

Ciotolina, piattino, spalmaburro e runner collezione Impronte verde di Wald
Mi hanno invitata a partecipare ad un irresistibile contest dedicato al burro, proprio a me che il burro me lo spalmerei pure addosso e per di più il burro per eccellenza quello di Beppino Occelli. Per farlo devo preparare tre ricette che abbiano ovviamente il burro tra i loro ingredienti, una ricetta tradizionale, una ricetta creativa e una ricetta veloce. Oggi condivido con voi la ricetta veloce ma non per questo meno gustosa delle altre.
Si tratta di un burro aromatizzato con mortadella e capperi, io ho scelto la mortadella rossa di Felsineo per dare una nota piccante, in mancanza potrete utilizzare un pizzico di peperoncino, perchè la nota di fuoco ci sta a meraviglia.
Questo burro è ottimo spalmato sul pane croccante e magari caldo o utilizzato per saltare in padella verdure amare come scarole o puntarelle. Io l'ho utilizzato con le puntarelle come vedete in foto e mi ha conquistato.
Ingredienti:
200 g di burro
150 g di mortadella
50 g di capperi sotto sale
peperoncino a piacere
Ammorbidire il burro tenendolo fuori dal frigo per una notte, tagliare la mortadella a brunoise, dadini piccolissimi e scottarla in padella senza alcun condimento fino a renderla croccante, poi asciugarla su carta da cucina. Dissalare i capperi e tritarli, mescolarli con la mortadella al burro. Aggiungere a piacere un pizzico di peperoncino in polvere. Mettere il burro in forma avvolgendolo strettamente in carta forno e lasciarlo raffreddare in frigo per qualche ora prima di tagliarlo a fette ed utilizzarlo.

Burro saporito con mortadella e capperi

Ciotolina, piattino, spalmaburro e runner collezione Impronte verde di Wald
Mi hanno invitata a partecipare ad un irresistibile contest dedicato al burro, proprio a me che il burro me lo spalmerei pure addosso e per di più il burro per eccellenza quello di Beppino Occelli. Per farlo devo preparare tre ricette che abbiano ovviamente il burro tra i loro ingredienti, una ricetta tradizionale, una ricetta creativa e una ricetta veloce. Oggi condivido con voi la ricetta veloce ma non per questo meno gustosa delle altre.
Si tratta di un burro aromatizzato con mortadella e capperi, io ho scelto la mortadella rossa di Felsineo per dare una nota piccante, in mancanza potrete utilizzare un pizzico di peperoncino, perchè la nota di fuoco ci sta a meraviglia.
Questo burro è ottimo spalmato sul pane croccante e magari caldo o utilizzato per saltare in padella verdure amare come scarole o puntarelle. Io l'ho utilizzato con le puntarelle come vedete in foto e mi ha conquistato.
Ingredienti:
200 g di burro
150 g di mortadella
50 g di capperi sotto sale
peperoncino a piacere
Ammorbidire il burro tenendolo fuori dal frigo per una notte, tagliare la mortadella a brunoise, dadini piccolissimi e scottarla in padella senza alcun condimento fino a renderla croccante, poi asciugarla su carta da cucina. Dissalare i capperi e tritarli, mescolarli con la mortadella al burro. Aggiungere a piacere un pizzico di peperoncino in polvere. Mettere il burro in forma avvolgendolo strettamente in carta forno e lasciarlo raffreddare in frigo per qualche ora prima di tagliarlo a fette ed utilizzarlo.

2012-03-28

La pastiera a modo mio

Piatto da portata e zuppiera collezione La vie en Rose di Wald
Uno dei dolci simbolo della Pasqua è la pastiera napoletana di cui circolano innumerevoli ricette ed infinite varianti, ma partendo dal presupposto che se non è fatta a Napoli pastiera di sicuro non è, possiamo concederci qualche modifica più o meno evidente alla ricetta base, secondo il nostro gusto o l'ispirazione del momento.
 Tutto è partito da un libro Il grande libro dei dolci di Giuliana Lomazzi edito da Ponte alle Grazie, il libro dei dolci che mancava alla collana Il lettore goloso, un volume che raccoglie oltre quattrocento ricette, tra preparazioni base, ricette della tradizione italiana e straniera, tante ricette regionali. Non vi aspettate un libro con foto accattivanti, di foto non ve ne sono e non se ne sente la mancanza visto che è un tomo come dire scientifico, in cui  oltre alle ricette è racchiusa la storia dei dolci, tanti aneddoti e curiosità, molte indicazioni e consigli per realizzare ottimi dolci secondo quanto prevede la ricetta originale o le tante varianti (che a me piacciono più degli orgiginali) che l'autrice consiglia.
E tra una ricetta e l'altra quasi per magia prendono forma "panorami di tutto il mondo e istantanee di tavole imbandite in giorni di festa che non sarebbero tali senza i loro dolci".
Avevo tra le mani Il grande libro dei dolci appunto, quando leggendo che al posto del grano nella pastiera si può utilizzare l'orzo o il riso ho avuto l'ispirazione l'avrei preparata con il riso integrale che resta sempre un po' croccantino sotto i denti quasi come il grano. E poi visto che stavo modificando mi sono fatta prendere la mano e al posto dei canditi ho messo cioccolato fondente e marmellata di agrumi, la ricotta l'ho lasciata e se no che pastiera è...
Ingredienti
Per la frolla:
 160 g di farina 00
40 g di maizena
1 cucchiaino di lievito
80 g di burro morbido
20 g di olio caldo
100 g di zucchero semolato
1 uovo
Per la farcitura:
200 g di riso integrale cotto
125 ml di latte intero
150 g di zucchero
250 g di ricotta fresca
3 tuorli
1 albume
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
1 cucchiaino di vaniglia
la scorza di un limone
40 g di cioccolato fondente
40 g di marmellata di agrumi
Per la frolla:
Mescolare farina, maizena e lievito, unire lo zucchero, il burro con l'olio e infine l'uovo, formare una palla avvolgerla in pellicola e lasciarla riposare per mezz'ora in frigo prima di stenderla.
Per la farcitura:
Cuocere il riso con il latte e la scorza di limone fino a ridurlo in crema, far raffreddare. Montare i tuorli con lo zucchero, unire la ricotta, la vaniglia, l'acqua di fiori d'arancio, la marmellata, il cioccolato tritato, la crema di riso preparata e l'albume montato a neve.
Foderare con la frolla uno stampo imburrato e infarinato, distribuirvi il composto e decorare con le strisce di pasta rimasta, Infornare a 170°finché risulterà pomogeneamente cotta e dorata (ci vorrà più di un'ora). Servire fredda.
*Per la prerparazione della frolla ho utilizzato farina per  dolci e sfoglie di Rosignoli Molini specifica per impasti diretti. Per la farcitura:  riso carnaroli integrale GliAironi,  ricotta fresca Fattorie Osella, Fiordifrutta agli agrumi Rigoni di Asiago e cioccolato fondente al 60% ChocoAlpi in vendita su Store Valtellina

La pastiera a modo mio

Piatto da portata e zuppiera collezione La vie en Rose di Wald
Uno dei dolci simbolo della Pasqua è la pastiera napoletana di cui circolano innumerevoli ricette ed infinite varianti, ma partendo dal presupposto che se non è fatta a Napoli pastiera di sicuro non è, possiamo concederci qualche modifica più o meno evidente alla ricetta base, secondo il nostro gusto o l'ispirazione del momento.
 Tutto è partito da un libro Il grande libro dei dolci di Giuliana Lomazzi edito da Ponte alle Grazie, il libro dei dolci che mancava alla collana Il lettore goloso, un volume che raccoglie oltre quattrocento ricette, tra preparazioni base, ricette della tradizione italiana e straniera, tante ricette regionali. Non vi aspettate un libro con foto accattivanti, di foto non ve ne sono e non se ne sente la mancanza visto che è un tomo come dire scientifico, in cui  oltre alle ricette è racchiusa la storia dei dolci, tanti aneddoti e curiosità, molte indicazioni e consigli per realizzare ottimi dolci secondo quanto prevede la ricetta originale o le tante varianti (che a me piacciono più degli orgiginali) che l'autrice consiglia.
E tra una ricetta e l'altra quasi per magia prendono forma "panorami di tutto il mondo e istantanee di tavole imbandite in giorni di festa che non sarebbero tali senza i loro dolci".
Avevo tra le mani Il grande libro dei dolci appunto, quando leggendo che al posto del grano nella pastiera si può utilizzare l'orzo o il riso ho avuto l'ispirazione l'avrei preparata con il riso integrale che resta sempre un po' croccantino sotto i denti quasi come il grano. E poi visto che stavo modificando mi sono fatta prendere la mano e al posto dei canditi ho messo cioccolato fondente e marmellata di agrumi, la ricotta l'ho lasciata e se no che pastiera è...
Ingredienti
Per la frolla:
 160 g di farina 00
40 g di maizena
1 cucchiaino di lievito
80 g di burro morbido
20 g di olio caldo
100 g di zucchero semolato
1 uovo
Per la farcitura:
200 g di riso integrale cotto
125 ml di latte intero
150 g di zucchero
250 g di ricotta fresca
3 tuorli
1 albume
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
1 cucchiaino di vaniglia
la scorza di un limone
40 g di cioccolato fondente
40 g di marmellata di agrumi
Per la frolla:
Mescolare farina, maizena e lievito, unire lo zucchero, il burro con l'olio e infine l'uovo, formare una palla avvolgerla in pellicola e lasciarla riposare per mezz'ora in frigo prima di stenderla.
Per la farcitura:
Cuocere il riso con il latte e la scorza di limone fino a ridurlo in crema, far raffreddare. Montare i tuorli con lo zucchero, unire la ricotta, la vaniglia, l'acqua di fiori d'arancio, la marmellata, il cioccolato tritato, la crema di riso preparata e l'albume montato a neve.
Foderare con la frolla uno stampo imburrato e infarinato, distribuirvi il composto e decorare con le strisce di pasta rimasta, Infornare a 170°finché risulterà pomogeneamente cotta e dorata (ci vorrà più di un'ora). Servire fredda.
*Per la prerparazione della frolla ho utilizzato farina per  dolci e sfoglie di Rosignoli Molini specifica per impasti diretti. Per la farcitura:  riso carnaroli integrale GliAironi,  ricotta fresca Fattorie Osella, Fiordifrutta agli agrumi Rigoni di Asiago e cioccolato fondente al 60% ChocoAlpi in vendita su Store Valtellina

2012-03-26

Il mezzo secolo di Cantine Lungarotti

Coppette linea Confetti di Vetri delle Venezie

Era l'inizio degli anni '60 quando Giorgio Lungarotti intraprese la strada del vino con il suo Rubesco. Oggi l'azienda Cantine Lungarotti, che è gestita al femminile dalle sorelle Chiara Lungarotti e Teresa Severini Zaganelli, festeggia i suoi primi cinquant'anni e se i vini prodotti sono tanti  il Rubesco ne è rimasto il simbolo come Lungarotti è simbolo di Torgiano, il borgo medievale (uno dei più belli d'Italia) che insieme a Montefalco ha reso famosa l'Umbria del vino. L'azienda mantiene forte, come accennavo, l'impronta familiare ma è gestita in modo assolutamente innovativo ed è aperta sempre a nuove esperienze. Moltissime sono le iniziative legate all'enoturismo e alla cultura che l'azienda promuove e porta avanti anche grazie all'assiduo lavoro che Maria Grazia Lungarotti svolge per la Fondazione Lungarotti tanto che al di là degli ottimi vini viene voglia di fare una visita alla Cantina per partecipare ad almeno uno degli eventi promossi dall'Azienda.

E se l'argomento vino inizia ad interessarvi proprio adesso ma non sapete ancora da che lato accedervi e i manuali dedicati all'argomento o gli stessi corsi vi sembrano troppo specifici e difficili per iniziare vi consiglio di iniziare con L'uva nel bicchiere -Guida Gaia ai segreti del vino che Teresa Severini Zaganelli ha scritto pensando ai più giovani. Il libro pubblicato da Gribaudo si articola come una gita virtuale che una scolaresca compie presso le cantine Lungarotti dove la stessa autrice, una delle prime donne che ha intrapreso la professione di enologo, spiega al figlio Francesco ed alla sua classe come nasce il vino, dando risposta ai molti e interessanti interrogativi che i ragazzi, certo più perspicaci di noi adulti, le pongono.
Un modo bello per avvicinare i giovani, ma anche i loro genitori, al mondo spesso sconosciuto dell'enologia. Un libro scritto con la semplicità che solo la profonda conoscenza dell'argomento può conferire. 
Seguendo le indicazioni del libro ho abbinato un Torre di Giano, un Umbria bianco IGT fresco e fruttato con intensi richiami agrumati, ad un'Insalata di seppie e arance la cui ricetta ho "rubato" a Persegani
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg di seppie
1Kg di arance
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
qualche grano di pepe nero
1 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 rametto di timo
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Pulite e lessate le seppie con il vino, la cipolla, la carota, il sedano, il pepe in grani e poco sale. Scolatele e tagliatele a striscioline. Pelate a vivo le arance e unitele alle seppie, condite con olio, sale, pepe, prezzemolo e timo.
 

Il mezzo secolo di Cantine Lungarotti

Coppette linea Confetti di Vetri delle Venezie

Era l'inizio degli anni '60 quando Giorgio Lungarotti intraprese la strada del vino con il suo Rubesco. Oggi l'azienda Cantine Lungarotti, che è gestita al femminile dalle sorelle Chiara Lungarotti e Teresa Severini Zaganelli, festeggia i suoi primi cinquant'anni e se i vini prodotti sono tanti  il Rubesco ne è rimasto il simbolo come Lungarotti è simbolo di Torgiano, il borgo medievale (uno dei più belli d'Italia) che insieme a Montefalco ha reso famosa l'Umbria del vino. L'azienda mantiene forte, come accennavo, l'impronta familiare ma è gestita in modo assolutamente innovativo ed è aperta sempre a nuove esperienze. Moltissime sono le iniziative legate all'enoturismo e alla cultura che l'azienda promuove e porta avanti anche grazie all'assiduo lavoro che Maria Grazia Lungarotti svolge per la Fondazione Lungarotti tanto che al di là degli ottimi vini viene voglia di fare una visita alla Cantina per partecipare ad almeno uno degli eventi promossi dall'Azienda.

E se l'argomento vino inizia ad interessarvi proprio adesso ma non sapete ancora da che lato accedervi e i manuali dedicati all'argomento o gli stessi corsi vi sembrano troppo specifici e difficili per iniziare vi consiglio di iniziare con L'uva nel bicchiere -Guida Gaia ai segreti del vino che Teresa Severini Zaganelli ha scritto pensando ai più giovani. Il libro pubblicato da Gribaudo si articola come una gita virtuale che una scolaresca compie presso le cantine Lungarotti dove la stessa autrice, una delle prime donne che ha intrapreso la professione di enologo, spiega al figlio Francesco ed alla sua classe come nasce il vino, dando risposta ai molti e interessanti interrogativi che i ragazzi, certo più perspicaci di noi adulti, le pongono.
Un modo bello per avvicinare i giovani, ma anche i loro genitori, al mondo spesso sconosciuto dell'enologia. Un libro scritto con la semplicità che solo la profonda conoscenza dell'argomento può conferire. 
Seguendo le indicazioni del libro ho abbinato un Torre di Giano, un Umbria bianco IGT fresco e fruttato con intensi richiami agrumati, ad un'Insalata di seppie e arance la cui ricetta ho "rubato" a Persegani
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg di seppie
1Kg di arance
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
qualche grano di pepe nero
1 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 rametto di timo
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Pulite e lessate le seppie con il vino, la cipolla, la carota, il sedano, il pepe in grani e poco sale. Scolatele e tagliatele a striscioline. Pelate a vivo le arance e unitele alle seppie, condite con olio, sale, pepe, prezzemolo e timo.
 

2012-03-23

Teneroni di vitello con polenta

Piatto linea Sant-Tropez di Laboratorio Pesaro, cucchiaio linea Marchesi di Broggi
In questo post si parlerà di pancia, ventre e trippa e se l'argomento è troppo forte per voi cambiate blog.
Nel piatto c'è pancia che non è trippa ma carne vera e propria di un taglio, meno nobile del filetto sicuramente, che non ha nulla da invidiare ai tagli più pregiati in quanto a gusto.

A proposito di pancia e di tagli meno nobili non posso non pensare alla trippa, lo stomaco dei bovini, che o si ama o si odia. A me in effetti piace cucinata in minestra con patate e alloro ma siccome mio marito è dell'altro versante non la preparo veramente mai ho notato però che ci sono dei veri estimatori, se volete saperne di più il sito si chiama Troppatrippa dove è possibile vedere anche le pubblicazioni dei libri e quaderni di ricette a base di trippa, l'ultimo Ricette col lampredotto che, per chi dell'argomento fosse digiuno, è quella parte di abomaso più vicina all'intestino, la parte più scura ed arricciata che a Firenze è da sempre il cibo di strada per eccellenza.
Dalla trippa il passo al ventre è breve e vi parlo di ventre in senso lato per farvi sorridere Via col Ventre è infatti il titolo di un libro scritto da Mario Bianco ed edito da Compositori.
Per dirla con l'autore Via col Ventre "è un'opera da dare in pasto ai buongustai" che vi troveranno oltre a notizie e consigli utili sul mangiare e bere tante considerazioni, massime, citazioni e battute sull'argomento. E' un libro "scritto tra il serio e l'aceto" che diverte dalla prima all'ultima pagina.
Ma ora la mia ricetta:
 Teneroni (di pancia) di vitello con polenta
Ingredienti per 4 persone:
1 Kg di pancia di vitello in 4 o 8 strisce secondo la grandezza del taglio
1 cipolla bionda
1 costa di sedano
2 carote
1 porro piccolo
alloro
rosmarino
salvia
scorza di limone
olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di farina 00
1/2
1 bicchiere di vino bianco secco
sale e pepe q.b.
farina per polenta
Tritare finemente le erbette e la scorzetta di limone. condire con il misto e un po' di sale le strisce di carne, avvolgerle su se stesse e fermarle con spago. Rosolateli a fuoco vivace in un velo d'olio, poi teneteli da parte e aggiungete al fondo le verdure tagliate a dadini e soffriggetele, unite la farina  salate, pepate e aggiungete il succo d'arancia e il vino. Aggiungete al fondo la carne rosolata in precedenza e lasciate cuocere per 2 ore a fuoco moderato (se usate la pentola a pressione basterà un'ora). Preparate intanto la polenta e servitela con la carne e l'intingolo.
A questo piatto voglio abbinare un vino di casa Porcìa un Torre Colombera 2005 un vino intenso e complesso che ben si adatta a piatti sostenuti come quello che vi propongo oggi.


* per la realizzazione del piatto ho utilizzato coltelli ARCOS della linea Alessandro Circiello e farina per polenta istantanea  Polenta Valsugana