2013-10-03

Tra Calabria e Toscana la mia tavola bucolico-chic

Piatti e coppette fiori La Porcellana Bianca, americani e tovaglioli Busatti, posate Wald
Ottobre, vendemmia, autunno, la campagna in questo periodo è davvero splendida, le colline con i filari delle viti, gli uliveti grondanti piccoli e verdi frutti, gli orti invernali con i primi cavoli ancora in boccio e più in cima i castagni dai frutti quasi maturi e i funghi nascosti tra il fogliame. Non sto parlando della Toscana come a molti sarà sembrato ma della mia Calabria. Due terre differenti per storia e percorsi ma le analogie sono davvero tante se ci si ferma a riflettere un po'.
 Ho visitato più volte Toscana e ne serbo bellissimi ricordi ma l'ho conosciuta più a fondo attraverso degli interessanti libri che a vario modo ne affrontano le cucine, i prodotti, il territorio.
Toscana in cucina è il suggestivo  volume pubblicato da Sime-books che narra la Toscana attraverso 80 ricette della tradizione (e non) ed immagini realizzate da fotografi specializzati. Il libro, con testo in italiano e inglese, è un viaggio, volto a cogliere la cultura e l'essenza della toscanità. Paesaggi, monumenti, volti, piatti, tradizioni compongono il mosaico che prende il nome di Toscana.
La cucina maremmana di Aldo Santini pubblicato da Orme Books appartiene all'ampia e minuziosa collana dedicata alla cucina italiana ideata da Franco Muzzio e composta da oltre quaranta volumi. Il libro raccoglie più di 300 ricette tipiche del territorio maremmano catalogate per tipologia. Un approfondito studio della cultura maremmana compiuto attraverso i piatti che rappresentano il territorio come l'acquacotta, la primitiva zuppa  maremmana, di cui nel libro sono riportate ben 30 versioni, una per ogni paese, tutte simili e pur differenti tra loro.
Sempre di Maremma anzi di buona cucina di casa maremmana, di quella cucina povera fatta di poco e condita con niente che si è arricchita venendo tramandata di generazione in generazione si parla in Mangiare di Maremma pubblicato a Effigi a cura di Maria Luisa Scorza, Elvige Chimenti e Paola Mori. Piatti tradizionali antichissimi arricchiti da un tocco in più di fantasia.
Altra Toscana fatta di emozioni da assaporare e atmosfere da rivivere in Novelle per far da mangiare Fiesole in pentola di Barbara Cascini e Carla Vieri pubblicato da Maria Pacini Fazzi Editore.
Di ricordi da assaporare si parla anche nell'ultimo libro di Luisanna Messeri Una famiglia in cucina, la mia. Certo lei di presentazioni non ha bisogno che con la sua travolgente simpatia ha conquistato il pubblico d'Italia e il suo libro uscito da pochi giorni per Vallardi ne sarà una conferma. "Tra un grammo di sale e il tuorlo di un uovo si trovano ricordi personali e familiari, sempre legati alla preparazione del cibo e al rito del pasto, che dipingono un quadro toccante e sincero della società italiana e della sua evoluzione negli ultimi cento anni" si legge nel comunicato stampa. Le cucine della sua vita, da quella toscana e genuina della nonna a quella moderna e cittadina dei figli, passando per quelle del babbo e della suocera sono usate da Luisanna come una lente per osservare i cambiamenti sociali avvenuti nell'Italia di questi ultimi 100 anni. Romanzo o ricettario consideratelo come più vi garba perché il libro è tutti e due e forse molto di più. E per chi potrà essere presente proprio domani 4 ottobre sarà presentato dall'autrice il libro alle ore 18,00 presso la libreria IBS di Firenze in Via de' Cerretani 16/R.
Ancora Toscana genuina nel libro Quell'ottima dozzina di Luigi Giovannozzi pubblicato da Settore8 Editoria. 
La Toscana del Pratomagno, del Valdarno tra Arezzo e Firenze vista attraverso uno dei suoi prodotti simbolo il fagiolo zolfino che grazie all'attività prestata dall'autore del libro si è salvato dall'incuria e dall'oblio divenendo il primo presidio mondiale di Slow Food. Un ricettario breve arricchito da calde immagini per raccontare tutto, ma proprio tutto, del fagiolo zolfino e dei suoi possibili abbinamenti. 
Altra Toscana, quella elegante e curata del tempio dell'enogastronomia italiana, in Pinchiorri a due voci il libro di Leonardo Castellucci pubblicato dall'Editore Cinquesensi. "Il libro della vita di Annie Feolde e Giorgio Pinchiorri, la storia della loro irripetibile vicenda professionale narrata con mano biografica come il "romanzo" di una bellissima avventura. 
224 pagine che raccontano la nascita e la crescita di una passione espressa attraverso eccezionali intuizioni culinarie, un'altissima lezione di arte dell'accoglienza, un'esemplare enoteca". 
Un libro da sfogliare in due differenti versi, da un lato la cucina, dall'altra i vini, accogliendo il fascino che dalle pagine trasuda.

Ora vi starete chiedendo cosa c'entra la Calabria in tutta questa Toscana.
Ho realizzato una ricetta con prodotti provenienti dalla mia terra ma, come accennavo in apertura, potrebbe benissimo essere una ricetta toscana perché il lardo e le castagne sono prodotti tipici toscani ma anche calabresi.

Per la realizzazione delle mie Focaccine di castagne al lardo, ho scelto (a occhi chiusi dopo aver visitato l'allevamento di suini neri a pochi chilometri da casa mia) il gustoso e pregiato Lardo di suino nero di Calabria della Filiera Madeo.

Per utilizzare il lardo sulle focaccine l'ho frullato con rosmarino, salvia e aglio ottenendone quasi una crema, deliziosamente profumata, perfetta anche come base per una zuppa, magari di fagioli zolfini, o semplicemente spalmato sul pane bruschettato.

Focaccine di castagne al lardo

Ingredienti
Per la crema di lardo:
150 g di lardo di suino nero di calabria 
1 cucchiaino di foglie di rosmarino
1 cucchiaino di foglie di salvia
1/2 spicchio d'aglio
Per le focaccine:
200 g di farina di castagne
150 g di manitoba
150 g di farina 00
200 g di acqua
50 g di latte
50 g di olio extravergine d'oliva
12 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero 
1 cucchiaino di sale
Preparare la crema di lardo frullando il lardo privato della cotenna e ridotto a pezzetti con gli aromi.
Amalgamare le farine con il sale, sciogliere il lievito nell'acqua intiepidita con il latte, unire lo zucchero e l'olio, impastare fino a d avere un composto omogeneo. Lasciar lievitare nella ciotola coperta con pellicola. Quando l'impasto sarà raddoppiato formare delle palline schiacciarle e posarle ben distanziate nelle teglie. Porre sopra ogni focaccina un cucchiaino del composto di lardo preparato e lasciar lievitare ancora mezz'ora almeno. Infornare a 200° avendo cura di inserire alla base del forno una teglia con acqua per mantenere l'umidità. Quando le focaccine risulteranno dorate estrarle e servirle tiepide o fredde, magari accompagnate da pecorino toscano.

2013-10-01

Le Cialde Desideri per un dessert da re

Piatto La Vecchia Faenza, americano Busatti
Avrei voluto parlarvi delle Cialde di Montecatini e della laboriosa famiglia Desideri che da quattro generazioni le produce a regola d'arte già un paio di mesi fa ma le vacanze e poi il lavoro non mi hanno permesso di realizzare subito il dolcetto adatto a cotanta delizia, poi l'ispirazione è arrivata e ne è nato un dessert da re. Ma vi spiego subito come ci sono arrivata.
Le Cialde sono un dolce tipico di Montecatini Terme, dolci e friabili sfoglie sottilissime alla vaniglia lavorate a mano racchiudono un ripieno di mandorle pugliesi e zucchero, sono ottime da sole o con cioccolato, panna, gelato e quant'altro la vostra fantasia potrà suggerire. 
Le cialde Desideri sono prodotte anche nel nuovo formato 6.0 che ho trovato perfetto per il mio dolce e, pensate, ne fanno anche di decorate per i bambini. I miei bimbi le adorano già così immagino con i disegnini sopra! 
Se capitate in quel di Montecatini cercate la Gelateria Desideri assaggiate le Cialde ma non fatevi sfuggire neppure i Brigidini di Lamporecchio, le sottilissime e croccanti sfoglie all'anice o i cantucci di Prato che tutti conosciamo.
Nello stesso periodo in cui ho avuto il piacere di assaggiare le cialde di Montecatini ho iniziato a leggere un meraviglioso romanzo storico che ha lasciato dentro di me una traccia indelebile. Il Pasticciere del re è il titolo del romanzo di Antony Capella pubblicato da Neri Pozza. Le abilità di narratore di Antony Capella avevo già avuto modo di conoscerle e di parlarvene in altra occasione ma nel romanzo in questione hanno superato le già pur alte aspettative. La corte seicentesca di Versailles e la corte inglese di Carlo II Stuart fanno da  scenario alle vite del giovane pasticciere italiano Carlo Demirco e della belle bretonne Louise de Kérouaille. 
Intrighi di corte, passioni, alleanze e tradimenti si intrecciano nella scorrevole narrazione ai mirabolandi sorbetti e agli innovativi cremosi gelati di Demirco.
Insomma incantata dal profumo e dal sapore cialde Desideri con il pensiero di abbinarle a qualcosa di cremoso, avendo la lettura giusta tra le mani ho vagato con la fantasia fino a creare un dessert da re, anche nella presentazione tra gli ori dei tessuti Busatti e la preziosità delle ceramiche La Vecchia Faenza.
Dessert da re (gelato-cassata con Cialde di Montecatini)
Ingredienti per 4 persone:
225 g di gelato alla vaniglia
150 g di ricotta freschissima
30 g di zucchero a velo
50 g di canditi misti
50 g di cioccolato fondente extra e 8 cialdine di Montecatini per completare
Lavorare a crema la ricotta con lo zucchero a velo e i canditi, tenendone qualcuno da parte per la decorazione, aggiungere il gelato alla vaniglia e amalgamare la crema. Lasciar rassodare nel freezer e formare poi le quenelle. Decorare con le cialde e il cioccolato fuso.

Le Cialde Desideri per un dessert da re

Piatto La Vecchia Faenza, americano Busatti
Avrei voluto parlarvi delle Cialde di Montecatini e della laboriosa famiglia Desideri che da quattro generazioni le produce a regola d'arte già un paio di mesi fa ma le vacanze e poi il lavoro non mi hanno permesso di realizzare subito il dolcetto adatto a cotanta delizia, poi l'ispirazione è arrivata e ne è nato un dessert da re. Ma vi spiego subito come ci sono arrivata.
Le Cialde sono un dolce tipico di Montecatini Terme, dolci e friabili sfoglie sottilissime alla vaniglia lavorate a mano racchiudono un ripieno di mandorle pugliesi e zucchero, sono ottime da sole o con cioccolato, panna, gelato e quant'altro la vostra fantasia potrà suggerire. 
Le cialde Desideri sono prodotte anche nel nuovo formato 6.0 che ho trovato perfetto per il mio dolce e, pensate, ne fanno anche di decorate per i bambini. I miei bimbi le adorano già così immagino con i disegnini sopra! 
Se capitate in quel di Montecatini cercate la Gelateria Desideri assaggiate le Cialde ma non fatevi sfuggire neppure i Brigidini di Lamporecchio, le sottilissime e croccanti sfoglie all'anice o i cantucci di Prato che tutti conosciamo.
Nello stesso periodo in cui ho avuto il piacere di assaggiare le cialde di Montecatini ho iniziato a leggere un meraviglioso romanzo storico che ha lasciato dentro di me una traccia indelebile. Il Pasticciere del re è il titolo del romanzo di Antony Capella pubblicato da Neri Pozza. Le abilità di narratore di Antony Capella avevo già avuto modo di conoscerle e di parlarvene in altra occasione ma nel romanzo in questione hanno superato le già pur alte aspettative. La corte seicentesca di Versailles e la corte inglese di Carlo II Stuart fanno da  scenario alle vite del giovane pasticciere italiano Carlo Demirco e della belle bretonne Louise de Kérouaille. 
Intrighi di corte, passioni, alleanze e tradimenti si intrecciano nella scorrevole narrazione ai mirabolandi sorbetti e agli innovativi cremosi gelati di Demirco.
Insomma incantata dal profumo e dal sapore cialde Desideri con il pensiero di abbinarle a qualcosa di cremoso, avendo la lettura giusta tra le mani ho vagato con la fantasia fino a creare un dessert da re, anche nella presentazione tra gli ori dei tessuti Busatti e la preziosità delle ceramiche La Vecchia Faenza.
Dessert da re (gelato-cassata con Cialde di Montecatini)
Ingredienti per 4 persone:
225 g di gelato alla vaniglia
150 g di ricotta freschissima
30 g di zucchero a velo
50 g di canditi misti
50 g di cioccolato fondente extra e 8 cialdine di Montecatini per completare
Lavorare a crema la ricotta con lo zucchero a velo e i canditi, tenendone qualcuno da parte per la decorazione, aggiungere il gelato alla vaniglia e amalgamare la crema. Lasciar rassodare nel freezer e formare poi le quenelle. Decorare con le cialde e il cioccolato fuso.

2013-09-27

Melanzane dorate farcite, doppia versione


Piatti Mangiallegro Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Né parmigiana, né pizza. Le mie melanzane dorate farcite ricordano entrambe le preparazioni ma sono solo un modo gustoso e pure originale di servire le melanzane e , badate bene, non sono fritte.
Il periodo è quello giusto.L'orto di fine estate ci offre deliziose melanzane e per mangiare sano spendendo il giusto vi ricordo di fare sempre riferimento a quel che la natura ha da offrirci. 
Lo sa bene Clara Balestrini autrice del libro Dall'orto alla tavola pubblicato da Aliberti Food nella collana Gargantua & Pantagruel.Una guida completa per essere certi di cosa mangiamo in ogni stagione, diventando consumatori consapevoli e perché no, anche produttori seguendo le indicazioni in appendice al volume. Tante le ricette divise per stagione e portata per sfruttare al meglio i prodotti dell'orto. Completano ogni sezione idee di menu a tema. Insomma questa è la mia idea di antipasto per un menu di fine estate o inizio autunno. per il condimento delle melanzane ho attinto alla mia dispensa Brunelli, Ricotta salata nella versione al pomodoro e peperoni, Pecorino Romano DOP in quella con pesto di mandorle Cascina San Cassiano.
Ingredienti per 4 persone:
2 grosse melanzane
pangrattato
olio extravergine d'oliva
sale
2 pomodori maturi
1 spicchio d'aglio
1 peperone arrostito
origano
basilico
ricotta salata
pecorino romano dop
Spuntare e tagliare a fette longitudinali le melanzane, salarle e lasciarle spurgare per mezz'ora. Lavare e asciugare le melanzane, passarle nel pangrattato e disporle su una teglia unta in un solo strato, irrorare ancora con un filo d'olio e infornare a 190° fino a doratura, rivoltandole a metà cottura. Intanto preparare un sughetto con olio, aglio,  basilico, i pomodori freschi pelati e il peperone arrostito ridotto a pezzetti. Quando le melanzane risulteranno dorate farcirne metà con il sugo di pomodoro preparato e briciole di ricotta salata e l'altra parte con un cucchiaino di pesto di mandorle e pecorino grattugiato con la grattugia a fori larghi. Spolverare con origano entrambe le preparazioni e infornare ancora per un paio di minuti, servire calde.

Melanzane dorate farcite, doppia versione


Piatti Mangiallegro Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Né parmigiana, né pizza. Le mie melanzane dorate farcite ricordano entrambe le preparazioni ma sono solo un modo gustoso e pure originale di servire le melanzane e , badate bene, non sono fritte.
Il periodo è quello giusto.L'orto di fine estate ci offre deliziose melanzane e per mangiare sano spendendo il giusto vi ricordo di fare sempre riferimento a quel che la natura ha da offrirci. 
Lo sa bene Clara Balestrini autrice del libro Dall'orto alla tavola pubblicato da Aliberti Food nella collana Gargantua & Pantagruel.Una guida completa per essere certi di cosa mangiamo in ogni stagione, diventando consumatori consapevoli e perché no, anche produttori seguendo le indicazioni in appendice al volume. Tante le ricette divise per stagione e portata per sfruttare al meglio i prodotti dell'orto. Completano ogni sezione idee di menu a tema. Insomma questa è la mia idea di antipasto per un menu di fine estate o inizio autunno. per il condimento delle melanzane ho attinto alla mia dispensa Brunelli, Ricotta salata nella versione al pomodoro e peperoni, Pecorino Romano DOP in quella con pesto di mandorle Cascina San Cassiano.
Ingredienti per 4 persone:
2 grosse melanzane
pangrattato
olio extravergine d'oliva
sale
2 pomodori maturi
1 spicchio d'aglio
1 peperone arrostito
origano
basilico
ricotta salata
pecorino romano dop
Spuntare e tagliare a fette longitudinali le melanzane, salarle e lasciarle spurgare per mezz'ora. Lavare e asciugare le melanzane, passarle nel pangrattato e disporle su una teglia unta in un solo strato, irrorare ancora con un filo d'olio e infornare a 190° fino a doratura, rivoltandole a metà cottura. Intanto preparare un sughetto con olio, aglio,  basilico, i pomodori freschi pelati e il peperone arrostito ridotto a pezzetti. Quando le melanzane risulteranno dorate farcirne metà con il sugo di pomodoro preparato e briciole di ricotta salata e l'altra parte con un cucchiaino di pesto di mandorle e pecorino grattugiato con la grattugia a fori larghi. Spolverare con origano entrambe le preparazioni e infornare ancora per un paio di minuti, servire calde.

2013-09-25

Tra boulgur e roveja la mia vendemmia ecologica

Piatti e ciotole  in foglia di palma, posate in legno di betulla, bicchieri acqua in plastica trasparente e tovaglioli in pura ovatta di cellulosa Ecobioshopping
E' con immenso piacere che scrivo il post di oggi, perché nel realizzare la ricetta e l'allestimento mi sono davvero tanto tanto divertita. 
La vendemmia a casa mia è un rito e come ogni rito merita di essere celebrato, trattandosi di un rito che magnifica la natura e la sua ricchezza ho voluto per l'occasione realizzare una ricetta che fosse estremamente rispettosa dell'ambiente e della natura, un piatto a base di prodotti biologici ECOR  boulgur di grano duro integrale, uvetta sultaninaroveja, un legume antico ritrovato. Ho aggiunto melanzana, una manciata di pinoli e un po' di zafferano per rendere il piatto una vera prelibatezza.
Non avrei potuto che scegliere piatti e ciotole in foglia di palma, posate in legno di betulla, bicchieri acqua in plastica trasparente e tovaglioli in pura ovatta di cellulosa Ecobioshopping per portare in tavola tanta naturale delizia. Ho arricchito la tavola con foglie, fiori e frutti di stagione ed ecco il risultato.
E siccome la vendemmia parla già d'autunno e in questo post i colori sono quelli della stagione in corso ho pensato di partecipare con questa mia creazione al contest ATMOSFERE D'AUTUNNO INSIEME A COINCASA indetto da La Cucina Italiana per noi bloggers Special Ambassador.
Ma ora la ricetta di Boulgur e roveja della vendemmia
Ingredienti per 4 persone:
200 g di boulgur integrale
150 g di roveja
1 grossa melanzana violetta
1/2 cipolla bionda
2 cucchiai di pinoli tostati
2 cucchiai di uvetta sultanina
1 bustina di zafferano in polvere
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero q.b.
Ammollare e cuocere la roveja secondo le istruzioni. Spuntare la melanzana e ridurla a cubetti. Versare un fondo d'olio in padella e rosolarvi la cipolla tritata fine e la melanzana, unire la roveja, salare e pepare. Aggiungere al condimento l'uvetta rinvenuta in acqua bollente. Gonfiare il boulgur in acqua bollente salata e colorata con lo zafferano, aggiungere un filo d'olio e sgranare con una forchetta. Amalgamare al boulgur il condimento preparato e aggiungere i pinoli tostati a parte.
In abbinamento con questo piatto un calice di Pinot Grigio Castello di Porcìa, un vino fruttato, elegante, armonico, con sentori di pera che ho trovato perfetto con la roveja e il fondo a base di cipolla e uvetta.

Tra boulgur e roveja la mia vendemmia ecologica

Piatti e ciotole  in foglia di palma, posate in legno di betulla, bicchieri acqua in plastica trasparente e tovaglioli in pura ovatta di cellulosa Ecobioshopping
E' con immenso piacere che scrivo il post di oggi, perché nel realizzare la ricetta e l'allestimento mi sono davvero tanto tanto divertita. 
La vendemmia a casa mia è un rito e come ogni rito merita di essere celebrato, trattandosi di un rito che magnifica la natura e la sua ricchezza ho voluto per l'occasione realizzare una ricetta che fosse estremamente rispettosa dell'ambiente e della natura, un piatto a base di prodotti biologici ECOR  boulgur di grano duro integrale, uvetta sultaninaroveja, un legume antico ritrovato. Ho aggiunto melanzana, una manciata di pinoli e un po' di zafferano per rendere il piatto una vera prelibatezza.
Non avrei potuto che scegliere piatti e ciotole in foglia di palma, posate in legno di betulla, bicchieri acqua in plastica trasparente e tovaglioli in pura ovatta di cellulosa Ecobioshopping per portare in tavola tanta naturale delizia. Ho arricchito la tavola con foglie, fiori e frutti di stagione ed ecco il risultato.
E siccome la vendemmia parla già d'autunno e in questo post i colori sono quelli della stagione in corso ho pensato di partecipare con questa mia creazione al contest ATMOSFERE D'AUTUNNO INSIEME A COINCASA indetto da La Cucina Italiana per noi bloggers Special Ambassador.
Ma ora la ricetta di Boulgur e roveja della vendemmia
Ingredienti per 4 persone:
200 g di boulgur integrale
150 g di roveja
1 grossa melanzana violetta
1/2 cipolla bionda
2 cucchiai di pinoli tostati
2 cucchiai di uvetta sultanina
1 bustina di zafferano in polvere
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero q.b.
Ammollare e cuocere la roveja secondo le istruzioni. Spuntare la melanzana e ridurla a cubetti. Versare un fondo d'olio in padella e rosolarvi la cipolla tritata fine e la melanzana, unire la roveja, salare e pepare. Aggiungere al condimento l'uvetta rinvenuta in acqua bollente. Gonfiare il boulgur in acqua bollente salata e colorata con lo zafferano, aggiungere un filo d'olio e sgranare con una forchetta. Amalgamare al boulgur il condimento preparato e aggiungere i pinoli tostati a parte.
In abbinamento con questo piatto un calice di Pinot Grigio Castello di Porcìa, un vino fruttato, elegante, armonico, con sentori di pera che ho trovato perfetto con la roveja e il fondo a base di cipolla e uvetta.

2013-09-23

Per non sbagliare coi piccoli: cagnolini & co.



Il post di oggi si rivolge a nonni, zii e amici di chi ha bambini, insomma a quelle persone che a vario titolo vengono in contatto con i nostri piccoli mostriciattoli e presi dall'ansia di compiacerli, regalano loro giocattoli, libri e gadget che dopo pochi istanti vengono accantonati, preparano loro pietanze che restano sul piatto etc.etc.

Per non sbagliare coi piccoli bisogna ascoltare chi se ne intende e modestamente l'esperienza me la sto facendo sul campo. 




Con i bimbi fino a 5-6 anni con Peppa Pig non si sbaglia mai, capito gente? La buffa maialina rosa con famiglia al seguito risulta sempre gradita. I puzzle i bimbi li adorano ma se vi rivolgete a piccolissimi di 3-4 anni non regalate quelli con 100 piccole tessere, non riusciranno mai a comporli e diventeranno nervosi rifiutando il gioco. Perfetti i maxi puzzle da pavimento con 24 pezzi con tessere giganti come quelli di Lisciani Giochi. Uno dei più nuovi è proprio quello di Peppa Pig che fa il pic-nic con la famiglia. Ottima occasione di gioco e perfetto come spunto per invogliarli al piatto. 

Ottimi anche i libri magnetici, con magnetini da spostare qua e là e anche in questo viene in aiuto Lisciani con Esplorando la casa ed altri simili. I miei figli si divertono a fare delle gare per cercare i magnetini che attacco alla rinfusa sul frigo di casa per poi collocarli nella giusta posizione sul libro.


Mi perdo io stessa sulle pagine di G-Baby e del quadrimestrale Giochi editi da San Paolo: ottime letture, figure da colorare e tante occasioni di gioco utilizzando forbicine, colla, plastilina e vari materiali.
Il mensile G-baby, come vi dissi in altre occasioni, offre anche lo spunto per trasferirsi in cucina, pasticciare insieme e realizzare piatti gradevoli anche per i bambini. Nel numero di Agosto ad esempio di parlava di cuscus che suggerisco davvero con ogni condimento (carne, pesce, legumi, verdure) per i più piccoli, è uno dei pochi piatti che mangiano senza lasciarsi incoraggiare, anche il tacchino tonnato di Settembre è un'idea da sfruttare, io in realtà gli preparo spesso il filettino di maiale tonnato e lo mangiano davvero di gusto. 
Ma se proprio un giorno volete coccolarli e farli felici sul serio, conquistandoli per sempre, vi propongo i cagnolini farciti di wurstel, quando li preparo ai miei figli è davvero una festa. Prima di lasciarvi la ricetta inserisco una piccola nota sui wurstel. Non conosco bambino che non li adori e neppure genitore che resista alla tentazione di facilitarsi un pasto offrendoglieli. Occhio allora a quel che acquistate, sembrano tutti uguali ma facendo un po' di attenzione alla lista ingredienti ci accorgeremo che non è così. Intanto sceglieteli di puro suino per avere garanzia che contengano carne, in quelli di pollo e tacchino finiscono le carcasse degli animali. Fate attenzione alla percentuale di carne presente, più è elevata più il wurstel è di qualità. Mi raccomando poi alla dicitura carne separata meccanicamente,  evitante accuratamente i wurstel sulla cui confezione è riportata.
Ricordate che  il numero degli additivi è inversamente proporzionale alla qualità dei wurstel e badate bene  all'assenza dei polifosfati ovviamente.

Cagnolini con i wurstel
Ingredienti
Per l'impasto:
300 g di farina 00 
25 g di olio extravergine d'oliva
130 g di acqua
12 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale
Per il ripieno:
8-12 wurstel piccoli di puro suino
grani di pepe o chiodi di garofano per decorare
Impastare la farina nella quale è stato miscelato il sale con il lievito sciolto nell'acqua tiepida, unire l'olio e, dopo aver formato una palla, lasciarla riposare coperta per due ore. 
Stendere l'impasto in un rettangolo, ritagliare dei rettangolini e adagiare al centro di ognuno un wurstel, con piccoli pezzetti di pasta formare la coda, le zampine e le orecchie (basterà sistemare sopra la testa un ovale che scenda lungo i lati) aggiungere gli occhietti ed infornare a 200° finché i cagnolini saranno ben dorati.

Per non sbagliare coi piccoli: cagnolini & co.



Il post di oggi si rivolge a nonni, zii e amici di chi ha bambini, insomma a quelle persone che a vario titolo vengono in contatto con i nostri piccoli mostriciattoli e presi dall'ansia di compiacerli, regalano loro giocattoli, libri e gadget che dopo pochi istanti vengono accantonati, preparano loro pietanze che restano sul piatto etc.etc.

Per non sbagliare coi piccoli bisogna ascoltare chi se ne intende e modestamente l'esperienza me la sto facendo sul campo. 




Con i bimbi fino a 5-6 anni con Peppa Pig non si sbaglia mai, capito gente? La buffa maialina rosa con famiglia al seguito risulta sempre gradita. I puzzle i bimbi li adorano ma se vi rivolgete a piccolissimi di 3-4 anni non regalate quelli con 100 piccole tessere, non riusciranno mai a comporli e diventeranno nervosi rifiutando il gioco. Perfetti i maxi puzzle da pavimento con 24 pezzi con tessere giganti come quelli di Lisciani Giochi. Uno dei più nuovi è proprio quello di Peppa Pig che fa il pic-nic con la famiglia. Ottima occasione di gioco e perfetto come spunto per invogliarli al piatto. 

Ottimi anche i libri magnetici, con magnetini da spostare qua e là e anche in questo viene in aiuto Lisciani con Esplorando la casa ed altri simili. I miei figli si divertono a fare delle gare per cercare i magnetini che attacco alla rinfusa sul frigo di casa per poi collocarli nella giusta posizione sul libro.


Mi perdo io stessa sulle pagine di G-Baby e del quadrimestrale Giochi editi da San Paolo: ottime letture, figure da colorare e tante occasioni di gioco utilizzando forbicine, colla, plastilina e vari materiali.
Il mensile G-baby, come vi dissi in altre occasioni, offre anche lo spunto per trasferirsi in cucina, pasticciare insieme e realizzare piatti gradevoli anche per i bambini. Nel numero di Agosto ad esempio di parlava di cuscus che suggerisco davvero con ogni condimento (carne, pesce, legumi, verdure) per i più piccoli, è uno dei pochi piatti che mangiano senza lasciarsi incoraggiare, anche il tacchino tonnato di Settembre è un'idea da sfruttare, io in realtà gli preparo spesso il filettino di maiale tonnato e lo mangiano davvero di gusto. 
Ma se proprio un giorno volete coccolarli e farli felici sul serio, conquistandoli per sempre, vi propongo i cagnolini farciti di wurstel, quando li preparo ai miei figli è davvero una festa. Prima di lasciarvi la ricetta inserisco una piccola nota sui wurstel. Non conosco bambino che non li adori e neppure genitore che resista alla tentazione di facilitarsi un pasto offrendoglieli. Occhio allora a quel che acquistate, sembrano tutti uguali ma facendo un po' di attenzione alla lista ingredienti ci accorgeremo che non è così. Intanto sceglieteli di puro suino per avere garanzia che contengano carne, in quelli di pollo e tacchino finiscono le carcasse degli animali. Fate attenzione alla percentuale di carne presente, più è elevata più il wurstel è di qualità. Mi raccomando poi alla dicitura carne separata meccanicamente,  evitante accuratamente i wurstel sulla cui confezione è riportata.
Ricordate che  il numero degli additivi è inversamente proporzionale alla qualità dei wurstel e badate bene  all'assenza dei polifosfati ovviamente.

Cagnolini con i wurstel
Ingredienti
Per l'impasto:
300 g di farina 00 
25 g di olio extravergine d'oliva
130 g di acqua
12 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale
Per il ripieno:
8-12 wurstel piccoli di puro suino
grani di pepe o chiodi di garofano per decorare
Impastare la farina nella quale è stato miscelato il sale con il lievito sciolto nell'acqua tiepida, unire l'olio e, dopo aver formato una palla, lasciarla riposare coperta per due ore. 
Stendere l'impasto in un rettangolo, ritagliare dei rettangolini e adagiare al centro di ognuno un wurstel, con piccoli pezzetti di pasta formare la coda, le zampine e le orecchie (basterà sistemare sopra la testa un ovale che scenda lungo i lati) aggiungere gli occhietti ed infornare a 200° finché i cagnolini saranno ben dorati.

2013-09-19

Tra giallo e noir la mia Quiche letale

Piatto Easy Life Design, tessuti Busatti
I veleni e la cucina hanno da sempre avuto un legame strettissimo. In moltissimi casi se somministrati nel modo e nelle dosi opportune non lasciano neppure traccia ed i sintomi vengono scambiati per comuni malanni, questo permette all'assassino, legato il più delle volte da stretti rapporti alla vittima, di farla addirittura franca. 
Quanti letali manicaretti sono stati nel corso dei secoli somministrati da devote e innocue signore ad ignare e fiduciose vittime.
Ricette fatali di Katia Brentani  pubblicato da Damster è un libro di curiosità, storie e leggende che ha come protagoniste Donne velenose in cucina, avvelenatrici improvvisate o di professione che hanno lasciato una traccia di sé nella storia. Come non citare Giulia Tofana, la cortigiana giustiziata a Roma nel 1659 per aver venduto più di 600 dosi (causando altrettante vittime) di Acqua di Tofana, lo storico veleno rinascimentale di sua invenzione a base di anidride arseniosa, limature di piombo e antimonio. Il volume, spassoso e colto al contempo, offre diversi spunti per approfondire storie e tecniche in fatto di veleni. Non mancano venefiche ricette e un racconto finale Le ricette della trisavola, velenoso al punto giusto.
Forse non ho avuto mai l'occasione per dirvi che prima di essere un'appassionata di romanzi culinari adoravo immergermi nei gialli. Ovviamente l'investigatrice che più amavo era la vecchina Miss Marple della Christie, adoravo l'aria tutta inglese e demodé che si respirava in quei libri.
Certo l'amore per il giallo e l'intrigo non prescindeva da quello per la cucina, come non ricordare quei tè all'inglese in cui sembrava di esser presenti. Ho ritrovato un  po' della mia autrice preferita, insieme a tanta innovazione nei libri della M.C. Beaton e voglio parlarvi di Agatha Raisin e la quiche letale pubblicato da Astoria. Immersa nella lettura mi sono lasciata affascinare da questa improvvisata ed eccentrica detective cinquantenne dal carattere difficile e dal passato di manager di successo che molla la carriera per trasferirsi in un cottage nel villaggio dei suoi sogni nei Cotswolds. E proprio lei che va avanti a pasti da microonde incapace di preparare alcunché decide di partecipare ad una gara culinaria (con una quiche acquistata a Londra)  per diventare popolare nella nuova comunità. Iniziano i problemi quando  per via della sua quiche un uomo perderà la vita, sarà ingiustamente accusata di aver provocato una morte e giustamente additata per avere imbrogliato. Ma l'attiva e prepotente Agatha si tirerà fuori dai guai regalandoci pagine colme di ironia e leggerezza, intelligenza e sarcasmo. Non vedo l'ora di leggere le successive avventure della Raisin.
Stavo ancora assaporando la quiche letale quando mi è capitato di immergermi in un'altra piacevole lettura noir che ha come sfondo una cucina. Sono riemersa, per una breve pausa solo dopo  le prime 115 pagine.  La ricetta dell'assassino di Anne Holt pubblicato da Einaudi Stile Libero Big è così. Impossibile non restare avvinti alle vite di Hanne Wihelmsen, di Billy T. e dell'intera squadra Omicidi per scoprire come e per mano di chi è morto Brede Ziegler, noto chef di uno dei ristoranti più in a Oslo. 
Un caso singolare, un duplice omicidio perpetrato ai danni della stessa vittima che è stata uccisa con un solo fendente inferto da un pregiato coltello da cucina e del semplice paracetamolo somministrato in dose letale. 440 pagine di adrenalina pura.
Amava il noir anche nonna Mimmy, una nonna fuori dal comune dedita ai racconti di storie di cronaca nera più che alla preparazione di merende. Ce la racconta, tornando bambina, la nipote Gabriella Belisario in Mimmy dei brividi Fritto misto col morto pubblicato da Davide Ghaleb. Un viaggio a ritroso nel tempo per ricostruire  una personalità complessa e affascinante che domina e decide della vita dei discendenti.
La gigantessa e la bambina procedono insieme nel racconto all'ombra di San Pietro e del Vaticano in una Roma d'altri tempi tra un fritto misto che era per nonna Mimmy una sinfonia di sapori e macabri spuntini a base di zampe di gallina o testina d'abbacchio. 
Tra tutto questo giallo e noir ho inserito la mia quiche letale, una pietanza perfetta per nascondere un po' di veleno a voi la ricetta, senza ingrediente segreto ovviamente che la tofana non saprei dove procurarmela.
per la base non ho utilizzato né burro né olio ma solo tahini o burro di sesamo, il tahini  chiaro di Cibocrudo e come risultato ho avuto una brisée croccante e gustosissima. Per il ripieno verdure miste (cicoria, scarola, spinaci), riso originario e del buon Pecorino Romano dop Brunelli per insaporire il tutto.
Quiche letale
Ingredienti
per la base:
200 g di farina 
1 cucchiaino di sale 
100 g di Tahini
1 uovo 
3-4 cucchiai di acqua
per il ripieno:
400 g circa di verdure miste lessate (cicoria, spinaci, scarola)
3 cucchiai di riso originario 
1 uovo
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
4 cucchiai di pecorino grattugiato
1 cucchiaio di pangrattato
Lavorare la farina con il sale e il burro di sesamo aggiungere l'uovo leggermente battuto con l'acqua, formare una palla e lasciar riposare in frigo avvolta in pellicola prima di stenderla. Lessare il riso in acqua con un pizzico di sale. Saltare le verdure con l'aglio e un filo d'olio, eliminare l'aglio ed amalgamare il riso scolato, l'uovo e il pecorino. Stendere la sfoglia in una teglia unta o foderata di carta forno. Bucherellare il fondo e dopo aver distribuito sul fondo il pangrattato, riempirla  con il ripieno di verdure preparato. Cuocere in forno a 170° per 35-40 minuti.