2012-03-12

Conchiglioni ripieni di mortadella radicchio e formaggio Cadetto

Voglio iniziare la settimana con un altro piatto al forno stavolta un po' più sostenuto che altrimenti iniziate a pensare che io stia diventando vegetariana. Oggi vi parlo di un piatto giocato sui toni del rosa, dei conchiglioni con mortadella radicchio e formaggio Cadetto di Montebòre, un'altra specialità Vallenostra. La mortadella è la rossa di Felsineo quella punta di piccante la rende davvero speciale.
Ingredienti per 4 persone:
300 g di conchiglioni
1 cespo di radicchio
1 scalogno
150 g di mortadella piccante
150 g di formaggio Cadetto
300 ml di latte
20 g di burro
20 g di farina 00
4 cucchiai di grana grattugiato
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Fondere il burro in un pentolino unire la farina e poi il latte, lasciar addensare la besciamella e unirvi il formaggio Cadetto grattugiato grossolanamente. Intanto tagliare a dadini la mortadella e a julienne il radicchio. Tritare la cipolla e appassirla in un tegame con un fondo d'olio, unirvi la mortadella a cubetti e lasciar prendere colore, aggiungere il radicchio sfumare con il vino e lasciar appassire nel tegame, unire la salsa preparata al condimento di radicchio e mortadella. lessare al dente i conchiglioni scolarli e disporli in un solo strato in una teglia appena unta, versarvi sopra il composto preparato avendo cura di farne entrare un po' inogni conchiglione. Spolverizzare con il grana e infornare a 180°per 20 mnuti circa finché la superficie apparirà dorata e croccante.
*Per questa ricetta ho utilizzato coltelli  Arcos della linea firmata dallo chef Alessandro Circiello e una padella della linea Bio-Cook di Illa

Conchiglioni ripieni di mortadella radicchio e formaggio Cadetto

Voglio iniziare la settimana con un altro piatto al forno stavolta un po' più sostenuto che altrimenti iniziate a pensare che io stia diventando vegetariana. Oggi vi parlo di un piatto giocato sui toni del rosa, dei conchiglioni con mortadella radicchio e formaggio Cadetto di Montebòre, un'altra specialità Vallenostra. La mortadella è la rossa di Felsineo quella punta di piccante la rende davvero speciale.
Ingredienti per 4 persone:
300 g di conchiglioni
1 cespo di radicchio
1 scalogno
150 g di mortadella piccante
150 g di formaggio Cadetto
300 ml di latte
20 g di burro
20 g di farina 00
4 cucchiai di grana grattugiato
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Fondere il burro in un pentolino unire la farina e poi il latte, lasciar addensare la besciamella e unirvi il formaggio Cadetto grattugiato grossolanamente. Intanto tagliare a dadini la mortadella e a julienne il radicchio. Tritare la cipolla e appassirla in un tegame con un fondo d'olio, unirvi la mortadella a cubetti e lasciar prendere colore, aggiungere il radicchio sfumare con il vino e lasciar appassire nel tegame, unire la salsa preparata al condimento di radicchio e mortadella. lessare al dente i conchiglioni scolarli e disporli in un solo strato in una teglia appena unta, versarvi sopra il composto preparato avendo cura di farne entrare un po' inogni conchiglione. Spolverizzare con il grana e infornare a 180°per 20 mnuti circa finché la superficie apparirà dorata e croccante.
*Per questa ricetta ho utilizzato coltelli  Arcos della linea firmata dallo chef Alessandro Circiello e una padella della linea Bio-Cook di Illa

2012-03-09

Domenica è sempre domenica!

Terrina e cucchiaio collezione Impronte verde di Wald
Ricordo ancora quando per il pranzo della domenica ci si riuniva a casa dei nonni con zii e cugini davanti al pollo fritto e croccante di nonna e poi quando, i nonni oramai troppo anziani per sobbarcarsi tale onere,venivano a pranzo da noi. Credo che tale tale rito continui ad avere il suo valore soprattutto oggi quando corriamo tutta la settimana e l'unico pranzo "slow" rimane quello del dì di festa.
A casa mia raramente, confesso, si organizza il pranzo domenicale poiché, memori della vecchia tradizione di famiglia, oggi è la mamma ad accoglierci al suo tavolo sfoderando, per l'occasione, le sue migliori doti culinarie.
A volte preparo qualche pietanza da consumare insieme, spesso il dolce, a volte nulla perché sedendosi a tavola c'è quell'aspettativa del chissà cosa si mangia oggi che rende tutto speciale. 
Il pranzo della domenica è sempre stato un rito anche per lo chef Daniele Persegani - celebre volto del canale televisivo Alice - che ha dedicato all'argomento un meraviglioso libro Il pranzo della domenica edito da Sitcom. Il libro, con cui l'autore si prefigge lo scopo di allietare le nostre domeniche e renderle saporite com'erano le sue da bimbo, contiene tante ricette di festa accompagnate da sontuose e ricche tavole imbandite secondo le indicazioni dello chef perché per la tavola della domenica ci vuole cura, amore per i dettagli e un pizzico di fantasia, giusto per rendere le pietanze ancora più buone, pregustandole con gli occhi. Pranzi a tema in cui piccoli accorgimenti e innovativi dettagli consentono di apparecchiare tavole da sogno e affascinare gli invitati con gusto e originalità. E visto che la Pasqua è alle porte possiamo affidarci a Persegani che ci propone ben due apparecchiature pasquali e tanti golosi e originali piatti.
Idee per il menù della domenica e anche per quello di Pasqua si trovano anche nell'ultimo libro di Luisanna Messeri I menù di Luisanna edito dalla stessa casa editrice che trasuda vitalità e passione come la sua autrice. Tante idee di menù gustosi, una sezione dedicata ai bambini e una ai regali golosi perfetti per tutte le occasioni.
Luisanna racconta che era per lei rassicurante il ripetersi del menu domenicale e piacevole il dilungarsi a tavola lontani dalle ansie di tutti i giorni e ancora oggi il pranzo della domenica è per lei come per molti di noi un rito intramontabile "un'abbuffata d'amore".
Pensando al pranzo del giorno festivo mi viene ovviamente di proporvi un ricco piatto di festa perché di festa sono per me, ma ancor più per mio marito, i primi che vengono gratinati in forno perché la crosticina fa subito festa. Per questo piatto mi sono ovviamente rifatta ad una ricetta del libro di Persegani che ho adattato e modificato secondo le mie esigenze. Nell'originale Ziti in teglia con ragù dell'orto lo chef utilizza gli ziti mentre io ho scelto i Filei un formato di pasta regionale che produce il pastificio Pisani & Pasta, io poi ho omesso la besciamella utilizzando per dare cremosità al piatto della fresca robiola ho aggiunto al soffritto di verdure anche del porro e per completare un leggero strato di sughetto al pomodoro.
Filei gratinati al ragù dell'orto
Ingredienti per 4 persone:
300 g di filei
1 peprone verde
1 peperone rosso
2 zucchine
1 cipolla
1 piccolo porro
1 carota
1 costa di sedano
4 pomodori pelati
1 spicchio d'aglio
basilico
250 g di robiola
60 g di parmigiano
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Tritare la cipolla e soffriggerne una parte con un filo d'olio e l'aglio, unire i pelati e schiacciarli con la forchetta, salare pepare e lasciar cuocere finché si restringe un poco, eliminare l'aglio, unire qualche foglia di basilico e passare il sughetto al passì con i fori stretti. Intanto preparare un soffritto con la cipolla restante la carota, il porro e il sedano a piccoli dadi, unire i peperoni e le zucchine anch'essi a dadini e lasciar rosolare, salare pepare e continuare la cottura finché le verdure saranno cotte ma non spappolate. Lessare la pasta, condirla con metà ragù di verdure e la robiola. Versare la pasta in teglia, stendervi sopra il sughetto di pomodoro, le restanti verdure e il parmigiano grattugiato con gratì. Porre in forno a gratinare finché la superficie apparirà dorata.

Per la realizzazione della mia ricetta mi sono servita degli utilissimi attrezzi I colorati di Ariete inaugurando così una sezione del blog dedicata alla cucina cromatica A tutto colore
Potete anche scaricare il bellissimo ricettario di Simone Rugiati La cucina cromatica

Domenica è sempre domenica!

Terrina e cucchiaio collezione Impronte verde di Wald
Ricordo ancora quando per il pranzo della domenica ci si riuniva a casa dei nonni con zii e cugini davanti al pollo fritto e croccante di nonna e poi quando, i nonni oramai troppo anziani per sobbarcarsi tale onere,venivano a pranzo da noi. Credo che tale tale rito continui ad avere il suo valore soprattutto oggi quando corriamo tutta la settimana e l'unico pranzo "slow" rimane quello del dì di festa.
A casa mia raramente, confesso, si organizza il pranzo domenicale poiché, memori della vecchia tradizione di famiglia, oggi è la mamma ad accoglierci al suo tavolo sfoderando, per l'occasione, le sue migliori doti culinarie.
A volte preparo qualche pietanza da consumare insieme, spesso il dolce, a volte nulla perché sedendosi a tavola c'è quell'aspettativa del chissà cosa si mangia oggi che rende tutto speciale. 
Il pranzo della domenica è sempre stato un rito anche per lo chef Daniele Persegani - celebre volto del canale televisivo Alice - che ha dedicato all'argomento un meraviglioso libro Il pranzo della domenica edito da Sitcom. Il libro, con cui l'autore si prefigge lo scopo di allietare le nostre domeniche e renderle saporite com'erano le sue da bimbo, contiene tante ricette di festa accompagnate da sontuose e ricche tavole imbandite secondo le indicazioni dello chef perché per la tavola della domenica ci vuole cura, amore per i dettagli e un pizzico di fantasia, giusto per rendere le pietanze ancora più buone, pregustandole con gli occhi. Pranzi a tema in cui piccoli accorgimenti e innovativi dettagli consentono di apparecchiare tavole da sogno e affascinare gli invitati con gusto e originalità. E visto che la Pasqua è alle porte possiamo affidarci a Persegani che ci propone ben due apparecchiature pasquali e tanti golosi e originali piatti.
Idee per il menù della domenica e anche per quello di Pasqua si trovano anche nell'ultimo libro di Luisanna Messeri I menù di Luisanna edito dalla stessa casa editrice che trasuda vitalità e passione come la sua autrice. Tante idee di menù gustosi, una sezione dedicata ai bambini e una ai regali golosi perfetti per tutte le occasioni.
Luisanna racconta che era per lei rassicurante il ripetersi del menu domenicale e piacevole il dilungarsi a tavola lontani dalle ansie di tutti i giorni e ancora oggi il pranzo della domenica è per lei come per molti di noi un rito intramontabile "un'abbuffata d'amore".
Pensando al pranzo del giorno festivo mi viene ovviamente di proporvi un ricco piatto di festa perché di festa sono per me, ma ancor più per mio marito, i primi che vengono gratinati in forno perché la crosticina fa subito festa. Per questo piatto mi sono ovviamente rifatta ad una ricetta del libro di Persegani che ho adattato e modificato secondo le mie esigenze. Nell'originale Ziti in teglia con ragù dell'orto lo chef utilizza gli ziti mentre io ho scelto i Filei un formato di pasta regionale che produce il pastificio Pisani & Pasta, io poi ho omesso la besciamella utilizzando per dare cremosità al piatto della fresca robiola ho aggiunto al soffritto di verdure anche del porro e per completare un leggero strato di sughetto al pomodoro.
Filei gratinati al ragù dell'orto
Ingredienti per 4 persone:
300 g di filei
1 peprone verde
1 peperone rosso
2 zucchine
1 cipolla
1 piccolo porro
1 carota
1 costa di sedano
4 pomodori pelati
1 spicchio d'aglio
basilico
250 g di robiola
60 g di parmigiano
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Tritare la cipolla e soffriggerne una parte con un filo d'olio e l'aglio, unire i pelati e schiacciarli con la forchetta, salare pepare e lasciar cuocere finché si restringe un poco, eliminare l'aglio, unire qualche foglia di basilico e passare il sughetto al passì con i fori stretti. Intanto preparare un soffritto con la cipolla restante la carota, il porro e il sedano a piccoli dadi, unire i peperoni e le zucchine anch'essi a dadini e lasciar rosolare, salare pepare e continuare la cottura finché le verdure saranno cotte ma non spappolate. Lessare la pasta, condirla con metà ragù di verdure e la robiola. Versare la pasta in teglia, stendervi sopra il sughetto di pomodoro, le restanti verdure e il parmigiano grattugiato con gratì. Porre in forno a gratinare finché la superficie apparirà dorata.

Per la realizzazione della mia ricetta mi sono servita degli utilissimi attrezzi I colorati di Ariete inaugurando così una sezione del blog dedicata alla cucina cromatica A tutto colore
Potete anche scaricare il bellissimo ricettario di Simone Rugiati La cucina cromatica

2012-03-07

Hamburger vegetariano di Sarconi

Vassoio e americano collezione Impronte di Wald
I fagioli sono il vanto di Sarconi e l'azienda Belisario il fiore all'occhiello di tutta la Val d'Agri.
I terreni dell'azienda digradano dal Sirino a oltre 2000 metri d'altezza e si estendono per valli e colline lungo il percorso del fiume Sciaura che con le sue acque fresche e leggere conferisce un particolare gusto ai legumi che vi sono coltivati. I Belisario producono ben venti diversi e pregiati ecotipi di fagiolo con semi tramandati di padre in figlio dai curiosi nomi locali che ne richiamano le caratteristiche: panzaredda, nasieddu, tuvagliedda, maruchedda, munachedda per citarne alcuni. Il rispetto dei metodi tradizionali di coltivazione, il clima e i terreni rendono i fagioli di quest'azienda un prodotto di rara prelibatezza.
I fagioli di Sarconi sono ricchi di fibre, vitamine, amido, sali minerali, ferro, calcio e fosforo e questo loro elevato potere nutrizionale mi ha suggerito di sostituirli alla carne in questo fantastico Hamburger. Per la ricetta ho attinto al libro della Paltrow di cui vi parlavo qualche post fa ma ho italianizzato il gusto utilizzando fagioli di Sarconi e rosmarino per dare sapore. Per arricchire il panino qualche prodotto della mia terra, un po' di pomodorini sott'olio essiccati al sole dell'estate e una fetta di caciocavallo, provate e poi mi fate sapere.
Il fatto di utilizzare meno la carne sostituendola con altri prodotti nutrienti al pari mi sono accorta che non penalizza affatto il gusto, semplicemente è un altro gusto che dobbiamo in qualche modo imparare a conoscere per il bene nostro e dell'umanità e se la vostra preoccupazione, come la mia del resto, è quella di dover fare a meno di tutto il buono della cucina tradizionale, vi dico che le due cose insieme sono addirittura possibili E' stato di recente pubblicato da Sonda La Cucina Etica Regionale. Il libro della giovane Nives Arosio ripercorre in 365 ricette la tradizione gastronomica del nostro paese rivisitandola in chiave vegan, un lavoro meticoloso i cui risultati appaiono, a giudicare delle invitanti immagini, più che soddisfacenti. Molto interessante la sezione iniziale del libro dedicata agli ingredienti vegani, un mondo per noi sconosciuto dal quale apprendere molto per cambiare vita o semplicemente, come piace a me, per avere più occasioni di gioco in cucina.
Tornando ai miei hamburger dimenticavo di dirvi che i panini li ho preparati in casa semplicemente seguendo le istruzioni riportate sulla confezione della farina per pane nero ai 7 cereali di Molino Spadoni, li ho poi arricchiti prima della cottura con semi di girasole. A voi la ricetta degli hamburger vegetariani.
Ingredienti per 4 persone:
4 panini integrali ai 7 cereali
400 g di fagioli di Sarconi lessati
2 cucchiaiate di riso integrale lessato
olio extravergine d'oliva
1 piccola cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
farina q.b.
sale e pepe
pomodorini secchi sott'olio
origano
caciocavallo
Tritare la cipolla con il rosmarino e rosolarla con l'aglio schiacciato in un filo d'olio, unire i fagioli e il riso e cuocere per un paio di minuti, regolare di sale e pepe poi schiacciare il composto ottenuto con l'aiuto di uno schiacciapatate o come nel mio caso con un paio di giri di Swizzz cut di Eva collection per renderlo compatto. Suddividere l'impasto in quattro parti e schiacciarlo a mo' di hamburger passandolo nella farina. Lasciare riposare gli hamburger in frigo anche un paio d'ore poi rosolarli da ambo i lati in una padella con altro olio. Tagliare i panini a metà e farcirli con l'hamburger, una fetta di caciocavallo, qualche pomodorino e una spolverata d'origano servire con una fresca insalatina da taglio.

Hamburger vegetariano di Sarconi

Vassoio e americano collezione Impronte di Wald
I fagioli sono il vanto di Sarconi e l'azienda Belisario il fiore all'occhiello di tutta la Val d'Agri.
I terreni dell'azienda digradano dal Sirino a oltre 2000 metri d'altezza e si estendono per valli e colline lungo il percorso del fiume Sciaura che con le sue acque fresche e leggere conferisce un particolare gusto ai legumi che vi sono coltivati. I Belisario producono ben venti diversi e pregiati ecotipi di fagiolo con semi tramandati di padre in figlio dai curiosi nomi locali che ne richiamano le caratteristiche: panzaredda, nasieddu, tuvagliedda, maruchedda, munachedda per citarne alcuni. Il rispetto dei metodi tradizionali di coltivazione, il clima e i terreni rendono i fagioli di quest'azienda un prodotto di rara prelibatezza.
I fagioli di Sarconi sono ricchi di fibre, vitamine, amido, sali minerali, ferro, calcio e fosforo e questo loro elevato potere nutrizionale mi ha suggerito di sostituirli alla carne in questo fantastico Hamburger. Per la ricetta ho attinto al libro della Paltrow di cui vi parlavo qualche post fa ma ho italianizzato il gusto utilizzando fagioli di Sarconi e rosmarino per dare sapore. Per arricchire il panino qualche prodotto della mia terra, un po' di pomodorini sott'olio essiccati al sole dell'estate e una fetta di caciocavallo, provate e poi mi fate sapere.
Il fatto di utilizzare meno la carne sostituendola con altri prodotti nutrienti al pari mi sono accorta che non penalizza affatto il gusto, semplicemente è un altro gusto che dobbiamo in qualche modo imparare a conoscere per il bene nostro e dell'umanità e se la vostra preoccupazione, come la mia del resto, è quella di dover fare a meno di tutto il buono della cucina tradizionale, vi dico che le due cose insieme sono addirittura possibili E' stato di recente pubblicato da Sonda La Cucina Etica Regionale. Il libro della giovane Nives Arosio ripercorre in 365 ricette la tradizione gastronomica del nostro paese rivisitandola in chiave vegan, un lavoro meticoloso i cui risultati appaiono, a giudicare delle invitanti immagini, più che soddisfacenti. Molto interessante la sezione iniziale del libro dedicata agli ingredienti vegani, un mondo per noi sconosciuto dal quale apprendere molto per cambiare vita o semplicemente, come piace a me, per avere più occasioni di gioco in cucina.
Tornando ai miei hamburger dimenticavo di dirvi che i panini li ho preparati in casa semplicemente seguendo le istruzioni riportate sulla confezione della farina per pane nero ai 7 cereali di Molino Spadoni, li ho poi arricchiti prima della cottura con semi di girasole. A voi la ricetta degli hamburger vegetariani.
Ingredienti per 4 persone:
4 panini integrali ai 7 cereali
400 g di fagioli di Sarconi lessati
2 cucchiaiate di riso integrale lessato
olio extravergine d'oliva
1 piccola cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
farina q.b.
sale e pepe
pomodorini secchi sott'olio
origano
caciocavallo
Tritare la cipolla con il rosmarino e rosolarla con l'aglio schiacciato in un filo d'olio, unire i fagioli e il riso e cuocere per un paio di minuti, regolare di sale e pepe poi schiacciare il composto ottenuto con l'aiuto di uno schiacciapatate o come nel mio caso con un paio di giri di Swizzz cut di Eva collection per renderlo compatto. Suddividere l'impasto in quattro parti e schiacciarlo a mo' di hamburger passandolo nella farina. Lasciare riposare gli hamburger in frigo anche un paio d'ore poi rosolarli da ambo i lati in una padella con altro olio. Tagliare i panini a metà e farcirli con l'hamburger, una fetta di caciocavallo, qualche pomodorino e una spolverata d'origano servire con una fresca insalatina da taglio.

2012-03-05

Torta arabesco di cioccolato bianco e liquirizia

Piatto dolce e pala linea Impronte verde di Wald
Una volta in Quaresima la Pasqua è davvero dietro l'angolo e quest'anno ho iniziato a pensarci con un po' d'anticipo essendo coinvolta nell'iniziativa Pasqua 2012 di Lindt.
Se penso alla Pasqua della mia infanzia non posso non pensare alla cioccolata, mi era consentito aprire l'uovo appena sveglia e assaggiarne il cioccolato ancor prima di fare colazione, ricordo ancora quella particolare scioglievolezza e rotondità al palato che solo lo spessore sottile dell'uovo pasquale ha. Ancora oggi acquisto almeno un uovo di Pasqua per la mattina della festa, prima di ogni altra cosa devo assaggiarne un pezzetto.
La ricetta che voglio condividere con voi è una torta semifreddo a base di cioccolato bianco e liquirizia con decorazioni di cioccolato fondente.


Torta arabesco di cioccolato bianco e liquirizia
Ingredienti
Per la frolla:
200 g di farina 00*
100 g di zucchero
100 g di burro freddo
2 cucchiai di cacao amaro
1 uovo
Per la mousse al cioccolato e liquirizia:
125 g di cioccolato bianco
2 cucchiai di polvere di liquirizia**
4 tuorli
3 cucchiai di zucchero
3 g di gelatina in fogli
250 ml di panna fresca
Per la ganache di cioccolato bianco:
125 g di cioccolato bianco
125 ml di panna fresca
Per completare:
50 g di cioccolato fondente
1 cucchiaio di zucchero a velo
1 cucchiaio di panna
Preparare la frolla: amalgamare il burro freddo alla farina fino ad ottenere un composto sabbioso, unire lo zucchero, il cacao e poi l'uovo. Lasciar riposare l'impasto in frigo per mezz'ora poi stenderlo a mezzo centimetro di spessore e foderarvi una teglia a cerniera**** ben imburrata e infarinata, bucherellare il fondo e porvi sopra un foglio di carta forno e fagioli da cottura, informare a 180° per 15-20 minuti circa, scoprendo il fondo dopo 10 minuti per far cuocere il fondo uniformemente.
Preparare la mousse, montare i tuorli con lo zucchero e la liquirizia finché non diventano spumosi, unire il cioccolato sciolto a bagnomaria, la gelatina sciolta in due cucchiai di acqua bollente e poi la panna montata amalgamandola al composto con movimenti dall'alto al basso.
Versare la mousse nel fondo di frolla preparato e lasciato raffreddare. Porre il dolce in frigo. Preparare la ganache: portare a bollore la panna e versarla in una terrina con il cioccolato, coprire e dopo 5 minuti mescolare con una spatola finché la cioccolata non sarà completamente sciolta. Versare la ganache sulla torta e porre nuovamente in frigo.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente con lo zucchero e la panna. Versare la crema in un conetto di carta forno e decorare la superficie del dolce con arabeschi.
*Ho usato la farina 00 speciale per dolci e sfoglie di Rosignoli Molini ideale per impasti diretti.
**Io utilizzo la polvere di liquirizia Amarelli.
*** Per la cottura del fondo mi sono servita di uno stampo a cerniera della linea Keramia di Guardini.

La mia ricetta la trovate ovviamente pubblicata nella sezione del sito che Lindt ha dedicato all'iniziativa

Torta arabesco di cioccolato bianco e liquirizia

Piatto dolce e pala linea Impronte verde di Wald
Una volta in Quaresima la Pasqua è davvero dietro l'angolo e quest'anno ho iniziato a pensarci con un po' d'anticipo essendo coinvolta nell'iniziativa Pasqua 2012 di Lindt.
Se penso alla Pasqua della mia infanzia non posso non pensare alla cioccolata, mi era consentito aprire l'uovo appena sveglia e assaggiarne il cioccolato ancor prima di fare colazione, ricordo ancora quella particolare scioglievolezza e rotondità al palato che solo lo spessore sottile dell'uovo pasquale ha. Ancora oggi acquisto almeno un uovo di Pasqua per la mattina della festa, prima di ogni altra cosa devo assaggiarne un pezzetto.
La ricetta che voglio condividere con voi è una torta semifreddo a base di cioccolato bianco e liquirizia con decorazioni di cioccolato fondente.


Torta arabesco di cioccolato bianco e liquirizia
Ingredienti
Per la frolla:
200 g di farina 00*
100 g di zucchero
100 g di burro freddo
2 cucchiai di cacao amaro
1 uovo
Per la mousse al cioccolato e liquirizia:
125 g di cioccolato bianco
2 cucchiai di polvere di liquirizia**
4 tuorli
3 cucchiai di zucchero
3 g di gelatina in fogli
250 ml di panna fresca
Per la ganache di cioccolato bianco:
125 g di cioccolato bianco
125 ml di panna fresca
Per completare:
50 g di cioccolato fondente
1 cucchiaio di zucchero a velo
1 cucchiaio di panna
Preparare la frolla: amalgamare il burro freddo alla farina fino ad ottenere un composto sabbioso, unire lo zucchero, il cacao e poi l'uovo. Lasciar riposare l'impasto in frigo per mezz'ora poi stenderlo a mezzo centimetro di spessore e foderarvi una teglia a cerniera**** ben imburrata e infarinata, bucherellare il fondo e porvi sopra un foglio di carta forno e fagioli da cottura, informare a 180° per 15-20 minuti circa, scoprendo il fondo dopo 10 minuti per far cuocere il fondo uniformemente.
Preparare la mousse, montare i tuorli con lo zucchero e la liquirizia finché non diventano spumosi, unire il cioccolato sciolto a bagnomaria, la gelatina sciolta in due cucchiai di acqua bollente e poi la panna montata amalgamandola al composto con movimenti dall'alto al basso.
Versare la mousse nel fondo di frolla preparato e lasciato raffreddare. Porre il dolce in frigo. Preparare la ganache: portare a bollore la panna e versarla in una terrina con il cioccolato, coprire e dopo 5 minuti mescolare con una spatola finché la cioccolata non sarà completamente sciolta. Versare la ganache sulla torta e porre nuovamente in frigo.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente con lo zucchero e la panna. Versare la crema in un conetto di carta forno e decorare la superficie del dolce con arabeschi.
*Ho usato la farina 00 speciale per dolci e sfoglie di Rosignoli Molini ideale per impasti diretti.
**Io utilizzo la polvere di liquirizia Amarelli.
*** Per la cottura del fondo mi sono servita di uno stampo a cerniera della linea Keramia di Guardini.

La mia ricetta la trovate ovviamente pubblicata nella sezione del sito che Lindt ha dedicato all'iniziativa

2012-03-02

La parigina col Montébore

Vassoio linea Sant-Tropez di Laboratorio Pesaro
Ma ve lo immaginate un formaggio a forma di torta nuziale? Esiste e non è certo una mia invenzione ma una tradizione piemontese antichissima che affonda le sue radici già nel XII secolo. Viene chiamato anche il formaggio della Gioconda perché pare che leonardo Da Vinci in persona lo volle come formaggio nel banchetto di nozze organizzato per Isabella D'Aragona sua musa e modella del capolavoro La Gioconda. La curiosa forma si ispira forse alla torre diroccata del castello di Montébore, il paesino piemontese da cui il formaggio prende il nome, ed è ottenuta sovrapponendo robiole di diametro decrescente. E' prodotto con latte crudo misto vaccino per il 75% e ovino per il restante 25%, la stagionatura varia da una settimana a due mesi e stagionandosi la crosta diventa asciutta e rugosa e la pasta all'interno è liscia, bianca e leggermente occhiata. E' un fromaggio latteo e burroso con retrogusto erbaceo e man mano che la stagionatura procede si fanno più evidenti le note ovine. Il Montébore era un formaggio scomparso da quando quarant'anni fa l'ultima produttrice cessò l'attività ma Slow Food  che ne ha fatto un Presidio lo ha resuscitato rintracciando l'ultima depositaria della tecnica di produzione di questo formaggio che ha trasmesso il suo sapere a Roberto Grattone.
Roberto Grattone gestisce la cooperativa Vallenostra  che produce frutti della terra, vino e altre specialità casearie come il Ruè o il Mollana della Val Borbera oltre al Montébore. Vallenostra è anche agriturismo con piatti a base di ingredienti della cooperativa e del territorio ed osteria e organizza attività didattiche con le scuole.
Da una forma semi-stagionata di Montébore ho tagliato delle fette che  hanno arricchito notevolmente il gusto della mia pizza rustica alla parigina che si sa i piemontesi coi francesi hanno sempre avuto a che fare...
La pizza rustica parigna nella tradizione napoletana prevede una base di pasta di pizza un ripieno di pomodoro mozzarella e prosciutto e una copertura di pasta sfoglia. Io la preparo con vari ripieni e stavolta al prosciutto ho voluto aggiungere il Montébore, un po' di Mollana per dare cremosità e qualche oliva
A voi la ricetta:
Ingredienti:
250 g di farina oo*
2 cucchiai di olio
1/2 cucchiaino di sale
8 g di lievito di birra fresco
150 ml di acqua
250 g di pasta sfoglia già stesa
passata di pomodoro condita con olio sale origano e una puntina d'aglio
150 g di formaggio mollana (in mancanza stracchino)
150 g formaggio Montébore
100 g di cotto in una sola fetta
olive verdi denocciolate
olio e origano per completare
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida impastare con farina sale e olio e lasciar lievitare un paio d'ore. Stendere l'impasto in una teglia rettangolare (30x40) e stendervi sopra qualche cucchiaio di passata condita i formaggi, il prusciutto a fiammiferi e qualche oliva denocciolata.
Coprire con la sfoglia avendo cura che sia stesa bene fino ai bordi, sigillare i bordi con una forchetta e forare la superficie superiore. pennellare la sfoglia con olio e cospargerla di origano. Infornare a 200° finché la pizza risulterà ben dorata sopra e sotto. Lasciar intiepidire un po' prima di tagliarla a fette e servirla con un calice di ottima birra, nel mio caso La Edikt1516 Naturtrüb Bier di Zago, una Cuvée di malto cruda con toni di lievito che ben si addice al pomodoro della pizza.
* La farina da me utilizzata è la 00 speciale per pizza di Rosignoli Molini ideale per la produzione di impasti a breve lievitazione, quindi per pizze tradizionali al piatto, al trancio e focacce.

La parigina col Montébore

Vassoio linea Sant-Tropez di Laboratorio Pesaro
Ma ve lo immaginate un formaggio a forma di torta nuziale? Esiste e non è certo una mia invenzione ma una tradizione piemontese antichissima che affonda le sue radici già nel XII secolo. Viene chiamato anche il formaggio della Gioconda perché pare che leonardo Da Vinci in persona lo volle come formaggio nel banchetto di nozze organizzato per Isabella D'Aragona sua musa e modella del capolavoro La Gioconda. La curiosa forma si ispira forse alla torre diroccata del castello di Montébore, il paesino piemontese da cui il formaggio prende il nome, ed è ottenuta sovrapponendo robiole di diametro decrescente. E' prodotto con latte crudo misto vaccino per il 75% e ovino per il restante 25%, la stagionatura varia da una settimana a due mesi e stagionandosi la crosta diventa asciutta e rugosa e la pasta all'interno è liscia, bianca e leggermente occhiata. E' un fromaggio latteo e burroso con retrogusto erbaceo e man mano che la stagionatura procede si fanno più evidenti le note ovine. Il Montébore era un formaggio scomparso da quando quarant'anni fa l'ultima produttrice cessò l'attività ma Slow Food  che ne ha fatto un Presidio lo ha resuscitato rintracciando l'ultima depositaria della tecnica di produzione di questo formaggio che ha trasmesso il suo sapere a Roberto Grattone.
Roberto Grattone gestisce la cooperativa Vallenostra  che produce frutti della terra, vino e altre specialità casearie come il Ruè o il Mollana della Val Borbera oltre al Montébore. Vallenostra è anche agriturismo con piatti a base di ingredienti della cooperativa e del territorio ed osteria e organizza attività didattiche con le scuole.
Da una forma semi-stagionata di Montébore ho tagliato delle fette che  hanno arricchito notevolmente il gusto della mia pizza rustica alla parigina che si sa i piemontesi coi francesi hanno sempre avuto a che fare...
La pizza rustica parigna nella tradizione napoletana prevede una base di pasta di pizza un ripieno di pomodoro mozzarella e prosciutto e una copertura di pasta sfoglia. Io la preparo con vari ripieni e stavolta al prosciutto ho voluto aggiungere il Montébore, un po' di Mollana per dare cremosità e qualche oliva
A voi la ricetta:
Ingredienti:
250 g di farina oo*
2 cucchiai di olio
1/2 cucchiaino di sale
8 g di lievito di birra fresco
150 ml di acqua
250 g di pasta sfoglia già stesa
passata di pomodoro condita con olio sale origano e una puntina d'aglio
150 g di formaggio mollana (in mancanza stracchino)
150 g formaggio Montébore
100 g di cotto in una sola fetta
olive verdi denocciolate
olio e origano per completare
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida impastare con farina sale e olio e lasciar lievitare un paio d'ore. Stendere l'impasto in una teglia rettangolare (30x40) e stendervi sopra qualche cucchiaio di passata condita i formaggi, il prusciutto a fiammiferi e qualche oliva denocciolata.
Coprire con la sfoglia avendo cura che sia stesa bene fino ai bordi, sigillare i bordi con una forchetta e forare la superficie superiore. pennellare la sfoglia con olio e cospargerla di origano. Infornare a 200° finché la pizza risulterà ben dorata sopra e sotto. Lasciar intiepidire un po' prima di tagliarla a fette e servirla con un calice di ottima birra, nel mio caso La Edikt1516 Naturtrüb Bier di Zago, una Cuvée di malto cruda con toni di lievito che ben si addice al pomodoro della pizza.
* La farina da me utilizzata è la 00 speciale per pizza di Rosignoli Molini ideale per la produzione di impasti a breve lievitazione, quindi per pizze tradizionali al piatto, al trancio e focacce.

2012-02-29

Pollo cremoso ai carciofi con crostoni di polenta

Piatto piano in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto collezione Opera Prima di Wald
La ricetta che vi propongo oggi è molto versatile, variando le verdure si adatta ad ogni stagione, certo coi carciofi e i crostoni di polenta è fatta apposta per questo periodo. Un modo gustoso e nuovo per mangiare il petto di pollo. Per dare cremosità al piatto serviva un fomaggio molle ed io ho scelto l'Appio di casa Brunelli, un formaggio che ispira poesie. Per la polenta invece non ditemi nulla che io non  sono esperta e quindi ho usato quella comodissima e già pronta, la classica Polenta Valsugana che ho tagliato a fette e dorato in padella con un filo d'olio.
Ovviamente se, come ho fatto io, utilizzate per le verdure e la carne un coltello  Arcos della linea firmata dallo chef Alessandro Circiello il piatto avrà il sapore dell'alta cucina.
Ingredienti per 4 persone:
500 g di petto di pollo a fette
4-6 carciofi
150 g di pecorino fresco
olio extravergine d'oliva
30 g di burro
1 cipolla
sale e pepe
polenta per accompagnare
Pulire i carciofi e tagliarne i cuori a spicchi, tagliare a striscioline la carne. Appassire la cipolla tagliata fine con olio e burro, unire i carciofi e lasciar insaporire, unire la carne, salare pepare e cuocere al minimo a recipiente  minimo a recipiente coperto per 15 minuti circa. Alla fine unire il formaggio grattugiato con la grattugia a fori larghi, amalgamare al resto finché non fonde. Servire con crostoni di polenta.

Pollo cremoso ai carciofi con crostoni di polenta

Piatto piano in Kergrès® dipinto a mano sottosmalto collezione Opera Prima di Wald
La ricetta che vi propongo oggi è molto versatile, variando le verdure si adatta ad ogni stagione, certo coi carciofi e i crostoni di polenta è fatta apposta per questo periodo. Un modo gustoso e nuovo per mangiare il petto di pollo. Per dare cremosità al piatto serviva un fomaggio molle ed io ho scelto l'Appio di casa Brunelli, un formaggio che ispira poesie. Per la polenta invece non ditemi nulla che io non  sono esperta e quindi ho usato quella comodissima e già pronta, la classica Polenta Valsugana che ho tagliato a fette e dorato in padella con un filo d'olio.
Ovviamente se, come ho fatto io, utilizzate per le verdure e la carne un coltello  Arcos della linea firmata dallo chef Alessandro Circiello il piatto avrà il sapore dell'alta cucina.
Ingredienti per 4 persone:
500 g di petto di pollo a fette
4-6 carciofi
150 g di pecorino fresco
olio extravergine d'oliva
30 g di burro
1 cipolla
sale e pepe
polenta per accompagnare
Pulire i carciofi e tagliarne i cuori a spicchi, tagliare a striscioline la carne. Appassire la cipolla tagliata fine con olio e burro, unire i carciofi e lasciar insaporire, unire la carne, salare pepare e cuocere al minimo a recipiente  minimo a recipiente coperto per 15 minuti circa. Alla fine unire il formaggio grattugiato con la grattugia a fori larghi, amalgamare al resto finché non fonde. Servire con crostoni di polenta.