2012-05-07

Piccoli desserts di cioccolato e albicocca

Alzata collezione Il Giardino Segreto IVV, bicchierini finger food Atmosfera Italiana
Vi va di venire con me in Valle Grana? È una vallata alpina (delle Alpi Cozie), è la valle delle leggende e ai suoi piedi si estendono principalmente campi di mele, di pere madernassa, cotogne, susine, kiwi, piccoli frutti, ciliegie e albicocche; sono i frutti di L'Ostal una piccola azienda agricola biologica che lavora rispettando le regole della natura proprio come tanti anni fa faceva il nonno di Ivo il proprietario. Il profumo dei frutti di questa valle l'ho respirato aprendo le loro conserve, il loro gusto l'ho assaporato mangiando le confetture di L'Ostal, potete farlo anche voi adando a trovarli perché l'Ostal è un posto amichevole dove poter trascorrere magari una giornata da contadino assaporando il gusto dei tempi andati.
La confettura di albicocche, che ho utilizzato in questa mia preparazione ha il sapore di quelle albicocche maturate al sole ed è fatta di sola frutta (un'altissima percentuale di frutta) e zucchero.
L'ho utilizzata in purezza - perché la cottura le avrebbe tolto qualcosa - in questo dessert che ricorda un po' la mitica sacher, una crema di mascarpone al cioccolato, arricchita da confettura di albicocche riccioli di cioccolato fondente e pezzetti di colomba (la tradizionale di Loison) caramellati. Anche del pan di spagna potrebbe andar bene o un biscottino ma credetemi i canditi della colomba arricchiscono ed enfatizzano ancor più il gusto finale.
Se siete cioccolatodipendenti come me amerete questo dolce e se di ricette al cioccolato non ne avete mai abbastanza non riuscirete a fare a meno dell'ultimo nato in materia. L'originalissimo Puro cioccolato di Magazzini Salani, 30 ricette 100% cioccolato veloci e facili da preparare racchiusi in un libretto dalla curiosa forma di tavoletta di cioccolato per "fondere dal piacere" già sfogliando il libro.
Piccoli desserts di cioccolato e albicocca
Ingredienti per 12 bicchierini:
250 g di mascarpone
2 uova freschissime
4 cucchiai di zucchero
100 g di cioccolato fondente*
confettura di albicocche
200 g di zucchero per il caramello
12 pezzetti di colomba tradizionale
riccioli di cioccolato per completare
Preparare il caramello sciogliendo lo zucchero con qualche cucchiaio di acqua, quando avrà un colore ambrato immergervi i pezzetti di colomba affinché se ne rivestano, porli sulla carta forno ad asciugare. Preparare la crema: montare i tuorli con lo zucchero finché diventano chiari, unire il cioccolato sciolto a bagnomaria e infine gli albumi montati a neve senza smontare il composto, Suddividere la crema nei biccchierini scelti, aggiungere un cucchiaino di confettura di albicocche, un tocchetto di colomba caramellata e i riccioli di cioccolato per completare.
* per la realizzazione del dolce ho utilizzato cioccolato Venchi

Piccoli desserts di cioccolato e albicocca

Alzata collezione Il Giardino Segreto IVV, bicchierini finger food Atmosfera Italiana
Vi va di venire con me in Valle Grana? È una vallata alpina (delle Alpi Cozie), è la valle delle leggende e ai suoi piedi si estendono principalmente campi di mele, di pere madernassa, cotogne, susine, kiwi, piccoli frutti, ciliegie e albicocche; sono i frutti di L'Ostal una piccola azienda agricola biologica che lavora rispettando le regole della natura proprio come tanti anni fa faceva il nonno di Ivo il proprietario. Il profumo dei frutti di questa valle l'ho respirato aprendo le loro conserve, il loro gusto l'ho assaporato mangiando le confetture di L'Ostal, potete farlo anche voi adando a trovarli perché l'Ostal è un posto amichevole dove poter trascorrere magari una giornata da contadino assaporando il gusto dei tempi andati.
La confettura di albicocche, che ho utilizzato in questa mia preparazione ha il sapore di quelle albicocche maturate al sole ed è fatta di sola frutta (un'altissima percentuale di frutta) e zucchero.
L'ho utilizzata in purezza - perché la cottura le avrebbe tolto qualcosa - in questo dessert che ricorda un po' la mitica sacher, una crema di mascarpone al cioccolato, arricchita da confettura di albicocche riccioli di cioccolato fondente e pezzetti di colomba (la tradizionale di Loison) caramellati. Anche del pan di spagna potrebbe andar bene o un biscottino ma credetemi i canditi della colomba arricchiscono ed enfatizzano ancor più il gusto finale.
Se siete cioccolatodipendenti come me amerete questo dolce e se di ricette al cioccolato non ne avete mai abbastanza non riuscirete a fare a meno dell'ultimo nato in materia. L'originalissimo Puro cioccolato di Magazzini Salani, 30 ricette 100% cioccolato veloci e facili da preparare racchiusi in un libretto dalla curiosa forma di tavoletta di cioccolato per "fondere dal piacere" già sfogliando il libro.
Piccoli desserts di cioccolato e albicocca
Ingredienti per 12 bicchierini:
250 g di mascarpone
2 uova freschissime
4 cucchiai di zucchero
100 g di cioccolato fondente*
confettura di albicocche
200 g di zucchero per il caramello
12 pezzetti di colomba tradizionale
riccioli di cioccolato per completare
Preparare il caramello sciogliendo lo zucchero con qualche cucchiaio di acqua, quando avrà un colore ambrato immergervi i pezzetti di colomba affinché se ne rivestano, porli sulla carta forno ad asciugare. Preparare la crema: montare i tuorli con lo zucchero finché diventano chiari, unire il cioccolato sciolto a bagnomaria e infine gli albumi montati a neve senza smontare il composto, Suddividere la crema nei biccchierini scelti, aggiungere un cucchiaino di confettura di albicocche, un tocchetto di colomba caramellata e i riccioli di cioccolato per completare.
* per la realizzazione del dolce ho utilizzato cioccolato Venchi

2012-05-03

Brioche angelica


La connessione tra madre e figlia in cucina e pressocchè imprescindibile. Ogni madre tende a trasmettere il proprio sapere culinario alle figlie e seppure le figlie, da bimbe spessissimo interessate all'argomento attraversano quasi sempre quella fase refrattaria in cui non solo rifiutano l'origine ma addirittura la contestano e ne prendono le distanze, prima o poi ritornano all'ovile e cercano di recuperare il tempo perduto (spesso purtroppo quando la genitrice non c'è più) scandagliando ogni centimetro del logoro quaderno di cucina di mamma. Mi fa piacere vedere al contrario collaborazione tra madre e figlia e ne ho avuto di recente due buoni esempi che hanno favorito in me queste ed altre riflessioni.
Il mestolo magico è un libro scritto da Maria Teresa Sponza D'Agnolo ed edito da Tecniche Nuove e mi ha favorevolmente impressionata vedere che a corredo dell'opera dell'autrice, che ha trascritto nel libro il suo quaderno di cucina, sono state inserite le foto piuttosto originali scattate dalla figlia Alessandra. Ci sono ricette di tutto il mondo modificate nel corso del tempo dall'autrice secondo il gusto familiare, non c'è spirito di ostentazione nè voglia di seguire alcuna moda in questo libro che riesce pertanto benissimo nell'intento di trasmettere il piacere di portare in tavola vivande diverse e e ben curate per "ravvivare una cena quotidiana o per fare qualcosa di nuovo (o di vecchio) per gli amici".
Un'opera a quattro mani anche Cucinare in famiglia



Ricette tra rime e fornelli di Antonietta & Maddalena Curti
   per Graphe edizioni, in cui la mamma ha svolto il compito di scrivere le vecchie ricette di famiglia curando la sezione dedicata ai "grandi" mentre alla figlia è toccato l'originale compito di metterne alcune in rima dedicandole ai "piccini". Divertente trovare una descrizione in rima della zuppa inglese o della torta di mele. Il libro si propone di stimolare la fantasia dei lettori tanto è vero che volutamente non vi sono immagini dei piatti: "tra i fornelli la fantasia deve essere maestra e a nostro avviso non va né ingabbiata, né orientata alla semplice emulazione di una foto".

Ricette di famiglia, delle famiglie delle due autrici, l'una parigina Laetitia Carrega d'Ormesson l'altra fiorentina Cristina Cantini, sono raccolte nel libro pubblicato da Polistampa Menu per 4 stagioni dall'eloquente sottotitolo Invenzioni gastronomiche e divagazioni culinarie tra Firenze e Parigi. Le ricette del libro, precedute da un saggio di Enrico Colle sull'arte di imbandire la tavola, sono suddivise per stagioni "rielaborate e adattate ai gusti e alle esigenze di oggi" ed accompagnate dai consigli di Cristina e Laetitia che le ahnno volute condividere con noi.
Sfogliando questi libri riflettevo sul rapporto tra la mia cucina e quella della mia famiglia e di mia madre in particolare. È innegabile che avendola vicina io tenda ad innovare o meglio a fare dell'altro che le cose buone della tradizione le prepara egregiamente lei ma mi rendo conto che se questi piatti li voglio trasmettere ai miei figli me ne devo interessare maggiormente ma tendo ad voglio aallontanare questo momento perché mi piace sentirmi figlia davanti a un piatto du maccheroni al ferretto preparato dalla mamma secondo tradizione o davanti ad una torta alla crema, farcita con la "sua" crema perchè mamma pur essendo brava in tutto eccelle in alcune cose e la crema pasticcera preparata da lei è una di queste, la ricetta è la stessa che uso io ma quando la prepara lei è più buona.  


Non nascondo che quando devo affrontare preparazioni più complesse in cui mi divido le fasi in vari momenti delego a lei la preparazione della crema. Per questa brioche che vi presento oggi invece la crema l'ho fatta da me e devo dire che era pure più buona del mio solito forse per merito del mio splendido tegame in ghisa smaltata di BergHOFF Italia del quale mi sono servita per preparalo, il fondo spesso ed il calore ben distribuito mi hanno permesso di ottenere un ottimo risultato che ho utilizzato per questa brioche che dicono chiamarsi angelica e che ho farcito di crema e meravigliosi frutti assortiti il Berry mix di Noberasco composto da goji barries, cranberries, uva sultanina, uva verde,uva golden, ciliegie che non necessitano di ammollo essendolo già abbastanza ma che ho voluto tenere un pò in ammollo nel rum per conferirgli un certo aroma.

Tegame BergHOFF Italia, tessuto GreenGate

Ingredienti:
250 g di farina 00
125 g di latte tiepido
8 g di lievito di birra fresco
un pizzico di sale
20 g di zucchero
40 g di burro morbido
2 tuorli
1tuorlo e 2 cucchiai di latte

crema pasticcera: 2 tuorli, 2 cucchiai di farina, 4 cucchiai di zucchero, mezza stecca di vaniglia, 250 ml di latte
100 g Berry mix e 1 dl di rum per completare
Versare la farina in una ciotola, unire lo zucchero, il sale e il burro, poi il latte tiepido nel quale sarà stato sciolto il lievito e i tuorli leggermente sbattuti. Impastare bene e lasciare lievitare l’impasto coperto fino al raddoppio. Porre a bagno i frutti nel rum allungato con poca acqua calda e preparare la crema. Sbattere i tuorli con lo zucchero, unire la farina e poi il latte portato a bollore con la vaniglia incisa per il lungo, mettere sul fuoco e lasciar addensare la crema. Trascorso il tempo necessario al raddoppio dell'impasto versarlo sulla spianatoia e stenderlo con il matterello in un rettangolo spalmarlo di crema e cospargerlo con i frutti ben asciugati. Arrotolare l'impasto lasciando il ripieno al suo interno poi tagliare in due il rotolo nel senso della lunghezza e intrecciarlo formando una ciambella. Per questa operazione consiglio di lavorare già sulla piastra del forno rivestita di carta forno onde evitare di dover trasferire dopo la ciambella rischiando di rovinarla. Spennellare la suprficie con latte e tuorlo sbattuti insieme e infornare a 200° per 40 minuti circa ponendo alla base del forno una teglia con poca acqua per creare un ambiente umido.


*Per la realizzazione della ricetta ho usato farina macinata a pietra qualità Petra5 di Molino Quaglia specifica per dolci. La carta forno di cui mi servo è quella riutilizzabile di Tescoma che vedete anche in foto.

Brioche angelica


La connessione tra madre e figlia in cucina e pressocchè imprescindibile. Ogni madre tende a trasmettere il proprio sapere culinario alle figlie e seppure le figlie, da bimbe spessissimo interessate all'argomento attraversano quasi sempre quella fase refrattaria in cui non solo rifiutano l'origine ma addirittura la contestano e ne prendono le distanze, prima o poi ritornano all'ovile e cercano di recuperare il tempo perduto (spesso purtroppo quando la genitrice non c'è più) scandagliando ogni centimetro del logoro quaderno di cucina di mamma. Mi fa piacere vedere al contrario collaborazione tra madre e figlia e ne ho avuto di recente due buoni esempi che hanno favorito in me queste ed altre riflessioni.
Il mestolo magico è un libro scritto da Maria Teresa Sponza D'Agnolo ed edito da Tecniche Nuove e mi ha favorevolmente impressionata vedere che a corredo dell'opera dell'autrice, che ha trascritto nel libro il suo quaderno di cucina, sono state inserite le foto piuttosto originali scattate dalla figlia Alessandra. Ci sono ricette di tutto il mondo modificate nel corso del tempo dall'autrice secondo il gusto familiare, non c'è spirito di ostentazione nè voglia di seguire alcuna moda in questo libro che riesce pertanto benissimo nell'intento di trasmettere il piacere di portare in tavola vivande diverse e e ben curate per "ravvivare una cena quotidiana o per fare qualcosa di nuovo (o di vecchio) per gli amici".
Un'opera a quattro mani anche Cucinare in famiglia



Ricette tra rime e fornelli di Antonietta & Maddalena Curti
   per Graphe edizioni, in cui la mamma ha svolto il compito di scrivere le vecchie ricette di famiglia curando la sezione dedicata ai "grandi" mentre alla figlia è toccato l'originale compito di metterne alcune in rima dedicandole ai "piccini". Divertente trovare una descrizione in rima della zuppa inglese o della torta di mele. Il libro si propone di stimolare la fantasia dei lettori tanto è vero che volutamente non vi sono immagini dei piatti: "tra i fornelli la fantasia deve essere maestra e a nostro avviso non va né ingabbiata, né orientata alla semplice emulazione di una foto".

Ricette di famiglia, delle famiglie delle due autrici, l'una parigina Laetitia Carrega d'Ormesson l'altra fiorentina Cristina Cantini, sono raccolte nel libro pubblicato da Polistampa Menu per 4 stagioni dall'eloquente sottotitolo Invenzioni gastronomiche e divagazioni culinarie tra Firenze e Parigi. Le ricette del libro, precedute da un saggio di Enrico Colle sull'arte di imbandire la tavola, sono suddivise per stagioni "rielaborate e adattate ai gusti e alle esigenze di oggi" ed accompagnate dai consigli di Cristina e Laetitia che le ahnno volute condividere con noi.
Sfogliando questi libri riflettevo sul rapporto tra la mia cucina e quella della mia famiglia e di mia madre in particolare. È innegabile che avendola vicina io tenda ad innovare o meglio a fare dell'altro che le cose buone della tradizione le prepara egregiamente lei ma mi rendo conto che se questi piatti li voglio trasmettere ai miei figli me ne devo interessare maggiormente ma tendo ad voglio aallontanare questo momento perché mi piace sentirmi figlia davanti a un piatto du maccheroni al ferretto preparato dalla mamma secondo tradizione o davanti ad una torta alla crema, farcita con la "sua" crema perchè mamma pur essendo brava in tutto eccelle in alcune cose e la crema pasticcera preparata da lei è una di queste, la ricetta è la stessa che uso io ma quando la prepara lei è più buona.  


Non nascondo che quando devo affrontare preparazioni più complesse in cui mi divido le fasi in vari momenti delego a lei la preparazione della crema. Per questa brioche che vi presento oggi invece la crema l'ho fatta da me e devo dire che era pure più buona del mio solito forse per merito del mio splendido tegame in ghisa smaltata di BergHOFF Italia del quale mi sono servita per preparalo, il fondo spesso ed il calore ben distribuito mi hanno permesso di ottenere un ottimo risultato che ho utilizzato per questa brioche che dicono chiamarsi angelica e che ho farcito di crema e meravigliosi frutti assortiti il Berry mix di Noberasco composto da goji barries, cranberries, uva sultanina, uva verde,uva golden, ciliegie che non necessitano di ammollo essendolo già abbastanza ma che ho voluto tenere un pò in ammollo nel rum per conferirgli un certo aroma.

Tegame BergHOFF Italia, tessuto GreenGate

Ingredienti:
250 g di farina 00
125 g di latte tiepido
8 g di lievito di birra fresco
un pizzico di sale
20 g di zucchero
40 g di burro morbido
2 tuorli
1tuorlo e 2 cucchiai di latte

crema pasticcera: 2 tuorli, 2 cucchiai di farina, 4 cucchiai di zucchero, mezza stecca di vaniglia, 250 ml di latte
100 g Berry mix e 1 dl di rum per completare
Versare la farina in una ciotola, unire lo zucchero, il sale e il burro, poi il latte tiepido nel quale sarà stato sciolto il lievito e i tuorli leggermente sbattuti. Impastare bene e lasciare lievitare l’impasto coperto fino al raddoppio. Porre a bagno i frutti nel rum allungato con poca acqua calda e preparare la crema. Sbattere i tuorli con lo zucchero, unire la farina e poi il latte portato a bollore con la vaniglia incisa per il lungo, mettere sul fuoco e lasciar addensare la crema. Trascorso il tempo necessario al raddoppio dell'impasto versarlo sulla spianatoia e stenderlo con il matterello in un rettangolo spalmarlo di crema e cospargerlo con i frutti ben asciugati. Arrotolare l'impasto lasciando il ripieno al suo interno poi tagliare in due il rotolo nel senso della lunghezza e intrecciarlo formando una ciambella. Per questa operazione consiglio di lavorare già sulla piastra del forno rivestita di carta forno onde evitare di dover trasferire dopo la ciambella rischiando di rovinarla. Spennellare la suprficie con latte e tuorlo sbattuti insieme e infornare a 200° per 40 minuti circa ponendo alla base del forno una teglia con poca acqua per creare un ambiente umido.


*Per la realizzazione della ricetta ho usato farina macinata a pietra qualità Petra5 di Molino Quaglia specifica per dolci. La carta forno di cui mi servo è quella riutilizzabile di Tescoma che vedete anche in foto.

2012-04-30

Muffin di riso con fave e mortadella

Vassoio in rattan Nella Longari Home, piatti dessert linea Nostalgie di Easy life design

Nel mio viaggio alla scoperta dei buoni prodotti d'Italia, vi porto oggi proprio a due passi da casa mia qui in Calabria. Andiamo a scoprire il riso della piana di Sibari coltivato artigianalmente per mantenere inalterate le sostanze organolettiche e nutritive del prodotto, il formaggio Moro prodotto con il latte delle mucche silane e il Magliocco, un vino rosso rubino di spiccata personalità prodotto dall'omonimo vitigno che ha note di fragola e amarena e che ben si abbina ai formaggi, vi porto all'azienda CampoVerde in contrada Ciparsa di Castrovillari che questi ed altri deliziosi prodotti distribuisce.
Ho realizzato con il riso, il Moro, le fave del mio orto e la mortadella (unica concessione extra-regionale insieme al parmigiano!) dei deliziosi muffin da gustare su un verde prato di primavera accompagnati da un calice di Magliocco TenuteFerrocinto.
Ingredienti per 18 muffin:
150 g di riso carnaroli
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
1 foglia d'alloro
1 chiodo di garofano
2 cipollotti
80 g di burro
250 g di farina 00
2 uova
2 cucchiaini di lievito per torte salate
200 g di latte
100 g di fave sgusciate e sbollentate
150 g di mortadella a dadini
40 g di parmigiano grattugiato
18 cubetti di formaggio moro
sale e pepe
Mettere in una casseruola il riso con la cipolla, la carota, il sedano, la foglia d'alloro, il chido di garofano e un pizzico di sale coprire con il doppio del peso di acqua, coprire il recipiente mettere sul fuoco moderato e lasciar assorbire il liquido. Stufare i cipollotti con le fave in 20 g di burro. Mescolare la farina con il lievito, le uova, il latte freddo e il restante burro fuso, unire al composto il riso freddo, le fave stufate coi cipollotti, la mortadella e il parmigiano, salare e pepare. Distribuire il composto negli stampini foderati con i pirotti da muffin, mettere sopra ognuno un bel dado di formaggio e infornare a 180° per 35 minuti circa, finché la superficie apparirà di un bel dorato e bucando con uno stecchino lo stesso uscirà asciutto.
*Per la ricetta ho utilizzato farina Gran Mugnaio antigrumi di Molino Spadoni e mortadella Felsineo qualità Oro

Muffin di riso con fave e mortadella

Vassoio in rattan Nella Longari Home, piatti dessert linea Nostalgie di Easy life design

Nel mio viaggio alla scoperta dei buoni prodotti d'Italia, vi porto oggi proprio a due passi da casa mia qui in Calabria. Andiamo a scoprire il riso della piana di Sibari coltivato artigianalmente per mantenere inalterate le sostanze organolettiche e nutritive del prodotto, il formaggio Moro prodotto con il latte delle mucche silane e il Magliocco, un vino rosso rubino di spiccata personalità prodotto dall'omonimo vitigno che ha note di fragola e amarena e che ben si abbina ai formaggi, vi porto all'azienda CampoVerde in contrada Ciparsa di Castrovillari che questi ed altri deliziosi prodotti distribuisce.
Ho realizzato con il riso, il Moro, le fave del mio orto e la mortadella (unica concessione extra-regionale insieme al parmigiano!) dei deliziosi muffin da gustare su un verde prato di primavera accompagnati da un calice di Magliocco TenuteFerrocinto.
Ingredienti per 18 muffin:
150 g di riso carnaroli
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
1 foglia d'alloro
1 chiodo di garofano
2 cipollotti
80 g di burro
250 g di farina 00
2 uova
2 cucchiaini di lievito per torte salate
200 g di latte
100 g di fave sgusciate e sbollentate
150 g di mortadella a dadini
40 g di parmigiano grattugiato
18 cubetti di formaggio moro
sale e pepe
Mettere in una casseruola il riso con la cipolla, la carota, il sedano, la foglia d'alloro, il chido di garofano e un pizzico di sale coprire con il doppio del peso di acqua, coprire il recipiente mettere sul fuoco moderato e lasciar assorbire il liquido. Stufare i cipollotti con le fave in 20 g di burro. Mescolare la farina con il lievito, le uova, il latte freddo e il restante burro fuso, unire al composto il riso freddo, le fave stufate coi cipollotti, la mortadella e il parmigiano, salare e pepare. Distribuire il composto negli stampini foderati con i pirotti da muffin, mettere sopra ognuno un bel dado di formaggio e infornare a 180° per 35 minuti circa, finché la superficie apparirà di un bel dorato e bucando con uno stecchino lo stesso uscirà asciutto.
*Per la ricetta ho utilizzato farina Gran Mugnaio antigrumi di Molino Spadoni e mortadella Felsineo qualità Oro

2012-04-26

Viaggi virtuali

Bowl "Amanpuri" con base collezione Rattan Nella Longari Homecanovaccio e  tovaglioli GreenGate

È tempo di gite fuori porta se il clima dovesse continuare a permettere, in caso contrario il pic-nic si può sempre organizzare a casa, gli ingredienti per una buona riuscita non sono poi troppi. Basta preparare qualcosa di goloso che potrebbe essere consumato ovunque, come la mia soffice treccia di pane farcita di pecorino e pomodori secchi, stappare una buona bottiglia di vino e munirsi di quache libro o o anche una rivista che ci faccia un po' sognare una splendida meta da raggiungere quando la primavera deciderà finalmente di smetterla con i travestimenti da inverno.

In realtà dicono che il tempo resterà sereno per qualche giorno su tutta la penisola quindi perchè non approfittarne per visitare una delle mete proposte nel numero primaverile del trimestrale La Cucina Italiana Viaggi. La Liguria bellissima in primavera, le masserie pugliesi, le golosità catenesi, le cantine del Garda ma anche le bellezze e le golosità di Cornovaglia e Costa Azzurra per chi non vuole accontentarsi delle mete nostrane. Cucina Italiana Viaggi è stata per me una scoperta, una di quelle riviste che ti portano a conoscere il bello e soprattutto il buono del mondo, le tipicità di ogni luogo che ci svelano le caratteristiche del territorio. E in questo periodo in cui posso (causa bambini troppo piccoli e influenze che tardano a lasciarci) viaggiare solo virtualmente riviste come questa mi aiutano a tener duro in attesa di tempi migliori.
Di bello si parla anche ne Il sognatore di Positano il libro di Virginia Attanasio e Stefania Berbenni edito da Cinquesensi, la storia del San Pietro il piccolo albergo più bello del mondo. Una storia da romanzo che vede protagonisti l'hotel, la famiglia dell'autrice Virginia Attanasio e gli spendidi scenari nei quali è incastonata questa piccola splendida perla. Un libro pieno di fascino, ricco di splendide immagini per innamorarsi di Positano e del mase nel quale si specchia.
Ma oggi anch'io prima di lasciarvi la ricetta voglio portarvi a conoscere qualcosa di buono che viene prodotto in Maremma, i formaggi del Caseificio Spadi Enzo. Suo padre Angelo, appartenente ad una famiglia di pastori di Marradi negli anni '40, per amore, si fermò a Roccastrada, un pittoresco paesino medioevale allocato tra Siena e Grosseto. Lì, in una piccola soffitta, portando a braccio secchi di latte, iniziò a produrre deliziosi formaggi che andavano a ruba nel paesino e presto nelle zone limitrofe. Piano piano, man mano che la richiesta e quindi la produzione cresceva, dalla soffitta ci si trasferì in un vero fabbricato e da Angelo nel 1977 la produzione passò sotto la guida del figlio Enzo che sin da piccolo aveva guardato con ammirazione il suo babbo che compiva questa fantastica magia con il il latte. Nel 1997 il Caseificio Spadi, specializzato nella produzione di formaggi di latte ovino e misto bonino/ovino oltre che di ricotta, si è trasferito in un nuovo stabilimento più grande dotato di moderni sistemi di produzione. Tra le delizie prodotte da questo caseificio c'è il Pecorino Toscano D.O.P. che nella versione poco stagionata ho scelto per il mio pane.
Ingredienti:
500 g di farina macinata a pietra
150 g di ricotta fresca
1 uovo,
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
3 cucchiai di olio
15 g di lievito di birra fresco
200 ml c.a. di acqua tiepida
150 g di Pecorino Toscano D.O.P. Fresco
50 g di pomodorini secchi sott'olio
1 tuorlo e 2 cucchiai di latte per spennellare
Disporre la farina* a fontana, unire il sale da un lato e poi al centro lo zucchero, la ricotta,l'olio, il lievito sciolto in acqua e l'uovo appena sbattuto. Impastare per bene il composto finché se ne ottiene una palla liscia che si stacca dalle mani. Porla a lievitare in una ciotola coperta da pellicola per un'ora. Riprednere l'impasto e stenderlo con il materello in un rettangolo ad un centimetro circa di spessore. Rifilare i bordi con un coltello in mdo he lalunghezza sia quella di una teglia da plum-cake (con gli avanzi si possono fare dei panini) Distribuirvi sopra il pecorino grattugiato grossolanamente e i pomodorini tritati a coltello ripiegare l'impasto a tre formando un rettangolo e lasciando il ripieno all'interno. Dividere in due il rettangolo nel senso della lunghezza ed intrecciare i due lati cercando di far capitare il lato aperto con il ripieno nella parte superiore. Adagiare il pane in teglia e spennellarlo con tuorlo e latte. Lasciar lievitare ancora tre quarti d'ora prima di infornare a 200° per 35-40 minuti ponendo alla base del forno una ciotola piena d'acqua per mantenere l'umidità.
* Ho scelto la Petra1 di Molino Quaglia che da al pane un sapore più rustico.
Come vino in abbinamento ho scelto un Rosato Castello di Porcìa 2010, un vino morbido e armonico che per me fa subito primavera.

Viaggi virtuali

Bowl "Amanpuri" con base collezione Rattan Nella Longari Homecanovaccio e  tovaglioli GreenGate

È tempo di gite fuori porta se il clima dovesse continuare a permettere, in caso contrario il pic-nic si può sempre organizzare a casa, gli ingredienti per una buona riuscita non sono poi troppi. Basta preparare qualcosa di goloso che potrebbe essere consumato ovunque, come la mia soffice treccia di pane farcita di pecorino e pomodori secchi, stappare una buona bottiglia di vino e munirsi di quache libro o o anche una rivista che ci faccia un po' sognare una splendida meta da raggiungere quando la primavera deciderà finalmente di smetterla con i travestimenti da inverno.

In realtà dicono che il tempo resterà sereno per qualche giorno su tutta la penisola quindi perchè non approfittarne per visitare una delle mete proposte nel numero primaverile del trimestrale La Cucina Italiana Viaggi. La Liguria bellissima in primavera, le masserie pugliesi, le golosità catenesi, le cantine del Garda ma anche le bellezze e le golosità di Cornovaglia e Costa Azzurra per chi non vuole accontentarsi delle mete nostrane. Cucina Italiana Viaggi è stata per me una scoperta, una di quelle riviste che ti portano a conoscere il bello e soprattutto il buono del mondo, le tipicità di ogni luogo che ci svelano le caratteristiche del territorio. E in questo periodo in cui posso (causa bambini troppo piccoli e influenze che tardano a lasciarci) viaggiare solo virtualmente riviste come questa mi aiutano a tener duro in attesa di tempi migliori.
Di bello si parla anche ne Il sognatore di Positano il libro di Virginia Attanasio e Stefania Berbenni edito da Cinquesensi, la storia del San Pietro il piccolo albergo più bello del mondo. Una storia da romanzo che vede protagonisti l'hotel, la famiglia dell'autrice Virginia Attanasio e gli spendidi scenari nei quali è incastonata questa piccola splendida perla. Un libro pieno di fascino, ricco di splendide immagini per innamorarsi di Positano e del mase nel quale si specchia.
Ma oggi anch'io prima di lasciarvi la ricetta voglio portarvi a conoscere qualcosa di buono che viene prodotto in Maremma, i formaggi del Caseificio Spadi Enzo. Suo padre Angelo, appartenente ad una famiglia di pastori di Marradi negli anni '40, per amore, si fermò a Roccastrada, un pittoresco paesino medioevale allocato tra Siena e Grosseto. Lì, in una piccola soffitta, portando a braccio secchi di latte, iniziò a produrre deliziosi formaggi che andavano a ruba nel paesino e presto nelle zone limitrofe. Piano piano, man mano che la richiesta e quindi la produzione cresceva, dalla soffitta ci si trasferì in un vero fabbricato e da Angelo nel 1977 la produzione passò sotto la guida del figlio Enzo che sin da piccolo aveva guardato con ammirazione il suo babbo che compiva questa fantastica magia con il il latte. Nel 1997 il Caseificio Spadi, specializzato nella produzione di formaggi di latte ovino e misto bonino/ovino oltre che di ricotta, si è trasferito in un nuovo stabilimento più grande dotato di moderni sistemi di produzione. Tra le delizie prodotte da questo caseificio c'è il Pecorino Toscano D.O.P. che nella versione poco stagionata ho scelto per il mio pane.
Ingredienti:
500 g di farina macinata a pietra
150 g di ricotta fresca
1 uovo,
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
3 cucchiai di olio
15 g di lievito di birra fresco
200 ml c.a. di acqua tiepida
150 g di Pecorino Toscano D.O.P. Fresco
50 g di pomodorini secchi sott'olio
1 tuorlo e 2 cucchiai di latte per spennellare
Disporre la farina* a fontana, unire il sale da un lato e poi al centro lo zucchero, la ricotta,l'olio, il lievito sciolto in acqua e l'uovo appena sbattuto. Impastare per bene il composto finché se ne ottiene una palla liscia che si stacca dalle mani. Porla a lievitare in una ciotola coperta da pellicola per un'ora. Riprednere l'impasto e stenderlo con il materello in un rettangolo ad un centimetro circa di spessore. Rifilare i bordi con un coltello in mdo he lalunghezza sia quella di una teglia da plum-cake (con gli avanzi si possono fare dei panini) Distribuirvi sopra il pecorino grattugiato grossolanamente e i pomodorini tritati a coltello ripiegare l'impasto a tre formando un rettangolo e lasciando il ripieno all'interno. Dividere in due il rettangolo nel senso della lunghezza ed intrecciare i due lati cercando di far capitare il lato aperto con il ripieno nella parte superiore. Adagiare il pane in teglia e spennellarlo con tuorlo e latte. Lasciar lievitare ancora tre quarti d'ora prima di infornare a 200° per 35-40 minuti ponendo alla base del forno una ciotola piena d'acqua per mantenere l'umidità.
* Ho scelto la Petra1 di Molino Quaglia che da al pane un sapore più rustico.
Come vino in abbinamento ho scelto un Rosato Castello di Porcìa 2010, un vino morbido e armonico che per me fa subito primavera.

2012-04-20

Teglia di patate e carciofi con tartare di trota e briciole di panettone al chinotto

Terrina collezione Impronte verde di Wald

Lo sapete che con il panettone ormai ci faccio tutto, da quando ho sposato la filosofia di Loison non posso fare a meno di sperimentarne gli usi più inconsueti.
La ricetta di oggi è semplice da realizzare, ha una base di patate e carciofi arricchita da tartare di trota salmonata e briciole di panettone al chinotto che ho scelto per il suo particolare aroma. Il pesce che potrebbe anche esser mangiato tal quale, si tratta infatti della tartare di'ì trota salmonata affinata al miele di Trota Oro, viene appena scottato giusto per amalgamare di più i sapori.
Ingredienti:
2 patate
2 carciofi
1 grossa fetta di panettone al chinotto
tartare di trota salmonata 200g
sale
timo
olio extravergine d'oliva
Pulire e affettare finemente le verdure*, frullare il panettone fino a renderlo omogeneamente grattugiato, ungere la teglia e spolverizzarla con le briciole di panettone disporvi sopra le patate e i carciofi a strati avendo cura di salare, oleare e aromatizzare con timo ogni strato. Infornare in forno a 200° finché le verdure risulteranno cotte e dorate. Solo alla fine distribuire sopra la tartare di trota e il restante panettone e infornare sotto al grill per pochissimi minuti giusto il tempo di dorare il panettone e scottare appena il pesce.


* Per affettare le verdure ho utilizzato Saladino de I Colorati di Ariete, che prestazioni signori! Si ottengono delle fettine sottilissime e regolari.

Teglia di patate e carciofi con tartare di trota e briciole di panettone al chinotto

Terrina collezione Impronte verde di Wald

Lo sapete che con il panettone ormai ci faccio tutto, da quando ho sposato la filosofia di Loison non posso fare a meno di sperimentarne gli usi più inconsueti.
La ricetta di oggi è semplice da realizzare, ha una base di patate e carciofi arricchita da tartare di trota salmonata e briciole di panettone al chinotto che ho scelto per il suo particolare aroma. Il pesce che potrebbe anche esser mangiato tal quale, si tratta infatti della tartare di'ì trota salmonata affinata al miele di Trota Oro, viene appena scottato giusto per amalgamare di più i sapori.
Ingredienti:
2 patate
2 carciofi
1 grossa fetta di panettone al chinotto
tartare di trota salmonata 200g
sale
timo
olio extravergine d'oliva
Pulire e affettare finemente le verdure*, frullare il panettone fino a renderlo omogeneamente grattugiato, ungere la teglia e spolverizzarla con le briciole di panettone disporvi sopra le patate e i carciofi a strati avendo cura di salare, oleare e aromatizzare con timo ogni strato. Infornare in forno a 200° finché le verdure risulteranno cotte e dorate. Solo alla fine distribuire sopra la tartare di trota e il restante panettone e infornare sotto al grill per pochissimi minuti giusto il tempo di dorare il panettone e scottare appena il pesce.


* Per affettare le verdure ho utilizzato Saladino de I Colorati di Ariete, che prestazioni signori! Si ottengono delle fettine sottilissime e regolari.

2012-04-18

Una birra da amare anche all'aperitivo

Vassoio collezione Impronte verde di Wald

Nel mio caso 'na bio è la "biretta" che ho scelto per i miei dolcetti salati, una birra biologica, cruda integrale e non pastorizzata ispirata alle lager tedesche ma caratterizzata dall'aggiunta di farro biologico non maltato delle montagne umbre di Monteleone di Spoleto in provincia di Perugia. Una birra secca, mediamente corposa, asciutta e dissetante, molto rinfrescante, ideale con l'apritivo, ma anche coi fritti e con tutti i piatti delicati.
E' una delle deliziose birre prodotte dal birrificio artigiano romano BIRRADAMARE, che produce "birre con il cuore" e senza compromessi ovvero utilizzando i migliori prodotti disponibili sul mercato, macchinari d’avanguardia servendosi per il controllo chimico di tutto il processo produttivo del CERB - Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra dell’Università di Perugia  Amore e passione sono ingredienti imprescindibili di queste "birette". 15 sono i diversi tipi prodotti e tutti molto caratteristici, birra chiara, birra rossa, birra nera ma anche birra alle castagne, per citarne solo alcuni tipi cui si aggiungono le gelatine di birra, un concentrato di sapore da gustare magari con i formaggi
Ma tornando al mio abbinamento so che siete incuriositi da quelli che in foto sembrano cup cake alla crema ma che sono fatti con fave e mortadella piccante e guarniti con cialdine di grana le gustosissime Grok prodotte in tre varianti di gusto che ho scelto per completare i miei pasticcini nel gusto classico.
Mini-cake fave e mortadella
Ingredienti per 36 mini-cake
Per la base:
160 g di fave lessate
120 g di farina 00
30 g di fecola di patate
100 g di burro morbido
40 g di grana grattugiato
1 cucchiaio di latte
1 cucchiaino di lievito per torte salate
3 uova
sale e pepe
Per la crema:
200 g di mortadella piccante
100 g di ricotta fresca
cialdine di grana per guarnire
Frullare le fave fino a ridurle in crema. Montare le fave con il burro morbido per 15 minuti finché non diventano una spuma soffice, unire i tuorli, il latte, la farina, la fecola e il lievito, una presa di sale e una macinata di pepe. Unire gli albumi montati a neve e suddividere il composto in 36 pirottini di carta posti negli stampini da mini muffin. Infornare per 15 minuti circa a 180° (devono risultare dorati) A parte frullare la mortadella con la ricotta, versare il composto in una sacca da pasticciere e formare un ricciolo su ogni pasticcino dopo averne eventualmente pareggiato la superficie. Guarnire con le cialdine.
* Per la realizzazione della ricetta ho utilizzato farina per dolci e sfoglie di Rosignoli Molini specifica per impasti diretti, mortadella Rossa Felsineo, ricotta fresca Fattorie Osella, sacca à poche usa e getta con bocchetta liscia Tescoma