2009-07-06

Golosi panini mignon da aperitivo

Il finger food è un’arte e su quest’arte è già stato scritto molto, per qualcuno già abbastanza per altri troppo poco. Certo che come tutta l’arte delle miniature conquista sia chi la esercita, sia chi ne fruisce. Personalmente trovo sia più gratificante ideare ed eseguire un finger food che un piatto nel senso più tradizionale del termine. Sarà che le ridotte dimensioni ti permettono di sfruttare ogni ingrediente nella sua pienezza, di ricercare gli elementi più pregiati e di gratificare tanti più palati con uno sforzo ben minore rispetto a quello che si andrebbe ad adoperare per la realizzazione di un grande piatto. Comunque sia il finger food mi diverte come fosse un gioco ed anche questa volta mi sono divertita a preparali ed a gustarli questi golosi panini mignon da aperitivo.
La base è costituita da piccolissimi panini al latte, farciti con Strolghino di Culatello, zucchine grigliate e una spalmata di maionese tartara, un nuovo prodotto di Cascina San Cassiano. Le farce ovviamente possono essere variate secondo i gusti e/o le disponibilità della dispensa per un risultato sempre nuovo e sorprendente.
Per i panini al latte:
250 g di farina 00
125 ml di latte
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale
3-4 g di lievito di birra fresco
30 g di burro
burro e latte per la superficie
Per la farcia:
zucchine grigliate a rondelle condite con olio, sale e aglio
maionese tartara
Strolghino di Culatello
Versiamo la farina in una ciotola, uniamo il burro a tocchetti, il latte tiepido nel quale avremo sciolto il lievito, lo zucchero ed il sale facendo in modo che quest’ultimo non venga a contatto diretto con il lievito. Impastiamo e lasciamo lievitare l’impasto per 2-3 ore, fino al raddoppio. Suddividiamo poi l’impasto in 24 piccole palline che posizioneremo su una teglia foderata di carta forno e pennelleremo con burro fuso e latte in parti uguali. Lasciamo lievitare ancora mezz’ora ed inforniamo alla massima temperatura fino a doratura. Lasciamo raffreddare e farciamo ogni panino, dopo averlo spalmato all’interno di maionese, con 2 rondelle di zucchine grigliate e una fettina di Strolghino al centro.

Golosi panini mignon da aperitivo

Il finger food è un’arte e su quest’arte è già stato scritto molto, per qualcuno già abbastanza per altri troppo poco. Certo che come tutta l’arte delle miniature conquista sia chi la esercita, sia chi ne fruisce. Personalmente trovo sia più gratificante ideare ed eseguire un finger food che un piatto nel senso più tradizionale del termine. Sarà che le ridotte dimensioni ti permettono di sfruttare ogni ingrediente nella sua pienezza, di ricercare gli elementi più pregiati e di gratificare tanti più palati con uno sforzo ben minore rispetto a quello che si andrebbe ad adoperare per la realizzazione di un grande piatto. Comunque sia il finger food mi diverte come fosse un gioco ed anche questa volta mi sono divertita a preparali ed a gustarli questi golosi panini mignon da aperitivo.
La base è costituita da piccolissimi panini al latte, farciti con Strolghino di Culatello, zucchine grigliate e una spalmata di maionese tartara, un nuovo prodotto di Cascina San Cassiano. Le farce ovviamente possono essere variate secondo i gusti e/o le disponibilità della dispensa per un risultato sempre nuovo e sorprendente.
Per i panini al latte:
250 g di farina 00
125 ml di latte
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale
3-4 g di lievito di birra fresco
30 g di burro
burro e latte per la superficie
Per la farcia:
zucchine grigliate a rondelle condite con olio, sale e aglio
maionese tartara
Strolghino di Culatello
Versiamo la farina in una ciotola, uniamo il burro a tocchetti, il latte tiepido nel quale avremo sciolto il lievito, lo zucchero ed il sale facendo in modo che quest’ultimo non venga a contatto diretto con il lievito. Impastiamo e lasciamo lievitare l’impasto per 2-3 ore, fino al raddoppio. Suddividiamo poi l’impasto in 24 piccole palline che posizioneremo su una teglia foderata di carta forno e pennelleremo con burro fuso e latte in parti uguali. Lasciamo lievitare ancora mezz’ora ed inforniamo alla massima temperatura fino a doratura. Lasciamo raffreddare e farciamo ogni panino, dopo averlo spalmato all’interno di maionese, con 2 rondelle di zucchine grigliate e una fettina di Strolghino al centro.

2009-07-01

Bruschettine profumate al pomodoro e origano

Torno sull’argomento di ieri, pensavo infatti che tante volte è bello ricevere gli amici in terrazzo, in giardino o magari anche sul balcone di casa (per rispondere a chi diceva di non avere il terrazzo) per un semplice aperitivo.
Tanto più che con questo appellativo oramai si indica quasi una mini cena.
L’happy hour è divertente e permette di godersi i propri ospiti spiluccando qua e là per poi forse uscire, chissà, per un semplice gelato dato che si parte da piccoli bocconi ma alla fine ci si sazia come a cena.
Un classico dell’aperitivo, in special modo estivo, sono le bruschette, declinate nelle loro innumerevoli varianti, con salsine e cremine varie, verdure grigliate o marinate, e chi più ne ha…
Comunque la bruschetta tradizionale vuole il pane abbrustolito, sfregato d’aglio e condito con pomodoro, olio extravergine d’oliva, sale, basilico e, da noi, origano. La adoro in questa tradizionale variante, tanto più che adesso qui in Calabria si trova il migliore origano, anzi è proprio il periodo giusto dell’anno per farne scorta.
Ho reso fighetta però la classica bruschetta ingentilendo la sua presentazione ed il suo gusto, devo dire che mi è venuto in soccorso il Crunchy Rice all’origano de Gli Aironi, che dà quella nota di croccante e profumato al tutto, però se non l’avete pazienza le bruschette sono buone comunque.
Come base consiglio la baguette, meglio del giorno prima, va tagliata a rondelle, pennellata con olio, cosparsa di origano e infornata sotto al grill per renderla croccante.
I pomodori, privati della pelle e ridotti in piccoli tocchetti vanno conditi con uno spicchio d’aglio, dell’olio, sale e qualche foglia di basilico tagliuzzata.
Su ogni base di pane abbrustolita va disposto il pomodoro condito, privato dell’aglio, completando con un altro filo d’olio e il riso soffiato all’origano per richiamare il gusto della base.

Bruschettine profumate al pomodoro e origano

Torno sull’argomento di ieri, pensavo infatti che tante volte è bello ricevere gli amici in terrazzo, in giardino o magari anche sul balcone di casa (per rispondere a chi diceva di non avere il terrazzo) per un semplice aperitivo.
Tanto più che con questo appellativo oramai si indica quasi una mini cena.
L’happy hour è divertente e permette di godersi i propri ospiti spiluccando qua e là per poi forse uscire, chissà, per un semplice gelato dato che si parte da piccoli bocconi ma alla fine ci si sazia come a cena.
Un classico dell’aperitivo, in special modo estivo, sono le bruschette, declinate nelle loro innumerevoli varianti, con salsine e cremine varie, verdure grigliate o marinate, e chi più ne ha…
Comunque la bruschetta tradizionale vuole il pane abbrustolito, sfregato d’aglio e condito con pomodoro, olio extravergine d’oliva, sale, basilico e, da noi, origano. La adoro in questa tradizionale variante, tanto più che adesso qui in Calabria si trova il migliore origano, anzi è proprio il periodo giusto dell’anno per farne scorta.
Ho reso fighetta però la classica bruschetta ingentilendo la sua presentazione ed il suo gusto, devo dire che mi è venuto in soccorso il Crunchy Rice all’origano de Gli Aironi, che dà quella nota di croccante e profumato al tutto, però se non l’avete pazienza le bruschette sono buone comunque.
Come base consiglio la baguette, meglio del giorno prima, va tagliata a rondelle, pennellata con olio, cosparsa di origano e infornata sotto al grill per renderla croccante.
I pomodori, privati della pelle e ridotti in piccoli tocchetti vanno conditi con uno spicchio d’aglio, dell’olio, sale e qualche foglia di basilico tagliuzzata.
Su ogni base di pane abbrustolita va disposto il pomodoro condito, privato dell’aglio, completando con un altro filo d’olio e il riso soffiato all’origano per richiamare il gusto della base.

2009-06-30

Pomodori ripieni di mozzarella e pesto alle sarde

Non so per voi ma per me estate significa anche cene in terrazzo, messe su in quattro e quattro otto per stare in compagnia senza stressarsi troppo col fatidico cosa preparo? Via libera allora alle insalatone di pasta, di riso, di pesce o di carne, ai crostini tuttigusti e alle verdure ripiene che si possono declinare in mille modi secondo i gusti e le stagioni.
I pomodori ripieni che vi presento oggi hanno un duplice vantaggio, possono essere gustati a freddo o gratinati, come nel mio caso in forno per qualche minuto, dipende da quello che vi va e anche dal tempo a disposizione. Non ci sono regole fisse per la farcia solo tanta buona mozzarella fior di latte, qualche sarda al peperoncino piccante, aglio, prezzemolo, un filo d'olio e un po' di fantasia. Se poi volete fare i furbi, accorciando i tempi di preparazione (come me) vi conviene usare il Pesto Isolano di Sicilan Exquisiteness. Come si dice anche i furbi vanno in Paradiso...
Per ammortizzare il fuoco del ripieno consiglio di servire i pomodori su una fresca insalatina.
Ingredienti:
5-6 pomodori a grappolo
200 g di fior di latte
2-3 cucchiai di Pesto Isolano
Frulliamo la mozzarella con il pesto e utilizziamo il composto per farcire i pomodori, divisi in due, svuotati dai semi e lasciati capovolti a scolare. Passiamo, a piacere in forno per qualche minuto a gratinare e serviamo con una fresca insalata e dei crostini di pane.

Pomodori ripieni di mozzarella e pesto alle sarde

Non so per voi ma per me estate significa anche cene in terrazzo, messe su in quattro e quattro otto per stare in compagnia senza stressarsi troppo col fatidico cosa preparo? Via libera allora alle insalatone di pasta, di riso, di pesce o di carne, ai crostini tuttigusti e alle verdure ripiene che si possono declinare in mille modi secondo i gusti e le stagioni.
I pomodori ripieni che vi presento oggi hanno un duplice vantaggio, possono essere gustati a freddo o gratinati, come nel mio caso in forno per qualche minuto, dipende da quello che vi va e anche dal tempo a disposizione. Non ci sono regole fisse per la farcia solo tanta buona mozzarella fior di latte, qualche sarda al peperoncino piccante, aglio, prezzemolo, un filo d'olio e un po' di fantasia. Se poi volete fare i furbi, accorciando i tempi di preparazione (come me) vi conviene usare il Pesto Isolano di Sicilan Exquisiteness. Come si dice anche i furbi vanno in Paradiso...
Per ammortizzare il fuoco del ripieno consiglio di servire i pomodori su una fresca insalatina.
Ingredienti:
5-6 pomodori a grappolo
200 g di fior di latte
2-3 cucchiai di Pesto Isolano
Frulliamo la mozzarella con il pesto e utilizziamo il composto per farcire i pomodori, divisi in due, svuotati dai semi e lasciati capovolti a scolare. Passiamo, a piacere in forno per qualche minuto a gratinare e serviamo con una fresca insalata e dei crostini di pane.

2009-06-26

Libri da gustare in estate

Quando si parte per le vacanze? Io quest’anno come ben sapete nessuna partenza dato che aspetto l’arrivo del mio bambino, ma poiché l’ultimo periodo della gravidanza è quello in cui si poltrisce di più ho iniziato spulciare in libreria, tra i nuovi titoli, dei bei volumi che mi facciano compagnia.
I tre libri di cui vi voglio parlare sono diversissimi tra loro per natura e obiettivi ma sono accomunati, e come poteva essere diversamente, dal tema culinario.

Il primo libro è un ricettario di Raffaele De Giuseppe, edito da Bibliotheca Culinaria nella collana delle Cartoline. S’intitola Pesce azzurro e, come enuncia il titolo appunto, è tutto dedicato agli abitanti del mare che sono raggruppati in questa categoria e che, come ormai tutti sappiamo, sono particolarmente benefici per la salute. Sono ricette originali e raffinate ma allo stesso tempo non difficili da realizzare, grazie alle semplici e dettagliate spiegazioni dell’autore che vi permetteranno di rilassarvi in cucina ottenendo risultati certamente degni di nota.


Il secondo libro ha un taglio decisamente curioso, è scritto da Sapo Matteucci ed edito da Laterza. S’intitola “q.b. la cucina quanto basta” ed è realizzato come “un prontuario di cucina quotidiana per trarsi d’impaccio da ogni emergenza gastronomica”, vivace ed originale. Dedicato, ma non solo, a chi non sa cucinare, vi ritroverete a leggerlo come un romanzo ma a non poterne più fare a meno in cucina. E’ diviso per situazioni, ma anche per piatti e tipi di preparazioni. E’ un valido e divertente strumento che dalla poltrona presso la quale inizierete a degustarlo vi spingerà spesso verso la cucina dove, grembiule alla mano, non potrete che sperimentare le ricette e i suggerimenti dell’autore.

Il terzo libro vi servirà invece nei momenti di vero relax, è un romanzo gastronomico che seduce fin dalla copertina. E’ l’opera prima di Erica Bauermeister, già venduto in tutto il mondo e proclamato come miglior debutto dell’anno, è edito nella versione italiana da Garzanti e s’intitola La scuola degli ingredienti segreti. Racconta la storia di una scuola di cucina un po’ speciale, della sua insegnante e degli allievi che la frequentano. E’ un romanzo che parla dei piaceri e della magia del cibo attraverso le storie di amicizie, amori e promesse dei suoi protagonisti.

Libri da gustare in estate

Quando si parte per le vacanze? Io quest’anno come ben sapete nessuna partenza dato che aspetto l’arrivo del mio bambino, ma poiché l’ultimo periodo della gravidanza è quello in cui si poltrisce di più ho iniziato spulciare in libreria, tra i nuovi titoli, dei bei volumi che mi facciano compagnia.
I tre libri di cui vi voglio parlare sono diversissimi tra loro per natura e obiettivi ma sono accomunati, e come poteva essere diversamente, dal tema culinario.

Il primo libro è un ricettario di Raffaele De Giuseppe, edito da Bibliotheca Culinaria nella collana delle Cartoline. S’intitola Pesce azzurro e, come enuncia il titolo appunto, è tutto dedicato agli abitanti del mare che sono raggruppati in questa categoria e che, come ormai tutti sappiamo, sono particolarmente benefici per la salute. Sono ricette originali e raffinate ma allo stesso tempo non difficili da realizzare, grazie alle semplici e dettagliate spiegazioni dell’autore che vi permetteranno di rilassarvi in cucina ottenendo risultati certamente degni di nota.


Il secondo libro ha un taglio decisamente curioso, è scritto da Sapo Matteucci ed edito da Laterza. S’intitola “q.b. la cucina quanto basta” ed è realizzato come “un prontuario di cucina quotidiana per trarsi d’impaccio da ogni emergenza gastronomica”, vivace ed originale. Dedicato, ma non solo, a chi non sa cucinare, vi ritroverete a leggerlo come un romanzo ma a non poterne più fare a meno in cucina. E’ diviso per situazioni, ma anche per piatti e tipi di preparazioni. E’ un valido e divertente strumento che dalla poltrona presso la quale inizierete a degustarlo vi spingerà spesso verso la cucina dove, grembiule alla mano, non potrete che sperimentare le ricette e i suggerimenti dell’autore.

Il terzo libro vi servirà invece nei momenti di vero relax, è un romanzo gastronomico che seduce fin dalla copertina. E’ l’opera prima di Erica Bauermeister, già venduto in tutto il mondo e proclamato come miglior debutto dell’anno, è edito nella versione italiana da Garzanti e s’intitola La scuola degli ingredienti segreti. Racconta la storia di una scuola di cucina un po’ speciale, della sua insegnante e degli allievi che la frequentano. E’ un romanzo che parla dei piaceri e della magia del cibo attraverso le storie di amicizie, amori e promesse dei suoi protagonisti.

2009-06-24

Gelato al riso nero e rosa

Ci sono dei piatti che assaggiamo magari una volta per caso nella vita e ci restano così impressi che cerchiamo poi di ritrovarli con i nostri sensi, di riprodurli con i nostri mezzi immaginando quali fossero gli ingredienti e la ricetta originale. Spesso si raggiunge facilmente il risultato, altre volte passiamo anni a cercare la combinazione perfetta, a volte dopo numerosi tentativi falliti rinunciamo all’impresa altre ancora rinunciamo in partenza cercando però di ritrovare quel gusto in un posto diverso dalla nostra cucina.
Io soffro spesso di questa “malattia” perché il mio palato quando gradisce qualcosa ha la capacità di registrarne ogni minima sfumatura e non si arrende poi facilmente nella ricerca del “sapore perfetto”.
Nell’estate del 2007 capitai a Roma nella speciale gelateria FataMorgana, dove i gusti del gelato non sono affatto scontati, assaggiai in quell’occasione, tra gli altri, il gelato al gusto di riso nero e rosa, fantastico per colore, consistenza, aromi. Per ben due anni quel gusto è rimasto stampato nel mio cervello ma non avevo assolutamente idea di come realizzarlo, avevo pure pensato di scrivere alla gelataia per farmi dare la sua ricetta ma non ne ho avuto il coraggio immaginando che chi faccia di un’arte un business difficilmente abbia voglia di condividere i suoi segreti col pubblico.
Ma come si dice chi la dura la vince e stavolta si son date una serie di combinazioni che mi hanno portata alla realizzazione di quel famoso gelato, ovviamente la ricetta è mia, una mia personalissima elaborazione fatta di varie esperienze ed un pizzico di intuizione.
Il punto di partenza è stata una bottiglietta di Sciroppo di Rose di Pietro Romanengo, una vera rarità che ho potuto provare grazie ad Esperya. Vi dirò che neppure conoscevo l’esistenza di tal prodotto, eppure la famiglia Romanengo lo produce da secoli (beata ignoranza), comunque se vi dovesse capitare per le mani ricordatevi di provarlo anche semplicemente diluito con acqua e qualche goccia di limone, è una dissetante ed insolita bevanda.
Il riso Venere nero Gli Aironi per fortuna non manca mai nella mia dispensa ed allora se due più due fan quattro…
Gelato al riso nero e rosa
Ingredienti per 4 porzioni:
50 g di riso nero Venere nero Gli Aironi
250 ml di latte
1 pz di sale
110 g di zucchero semolato
3 cucchiai di Sciroppo di Rosa Pietro Romanengo
la scorza di mezzo limone
1 cucchiaino da caffè di vaniglia liquida
250 ml di panna fresca
Lessiamo per mezz’ora il riso in acqua non salata. Buttiamo l’acqua e rimettiamo il riso sul fuoco con il latte, lo zucchero meno due cucchiaiate, il sale, la scorza del limone e la vaniglia e lasciamolo cuocere finché il liquido non risulterà completamente assorbito (cercate di resistere all’impulso di mangiarvelo tutto mi raccomando). Intanto scaldiamo la panna con i due cucchiai di zucchero tenuti da parte e i restanti due cucchiai di Sciroppo di Rose. Aggiungiamo il riso (privato della scorza di limone) al composto di panna e mescoliamo bene. Lasciamo raffreddare e poi mettiamo in freezer mescolando di tanto in tanto per ottenere un gelato ben mantecato. Se avete la gelatiera invece seguite le istruzioni per la realizzazione del gelato.

Gelato al riso nero e rosa

Ci sono dei piatti che assaggiamo magari una volta per caso nella vita e ci restano così impressi che cerchiamo poi di ritrovarli con i nostri sensi, di riprodurli con i nostri mezzi immaginando quali fossero gli ingredienti e la ricetta originale. Spesso si raggiunge facilmente il risultato, altre volte passiamo anni a cercare la combinazione perfetta, a volte dopo numerosi tentativi falliti rinunciamo all’impresa altre ancora rinunciamo in partenza cercando però di ritrovare quel gusto in un posto diverso dalla nostra cucina.
Io soffro spesso di questa “malattia” perché il mio palato quando gradisce qualcosa ha la capacità di registrarne ogni minima sfumatura e non si arrende poi facilmente nella ricerca del “sapore perfetto”.
Nell’estate del 2007 capitai a Roma nella speciale gelateria FataMorgana, dove i gusti del gelato non sono affatto scontati, assaggiai in quell’occasione, tra gli altri, il gelato al gusto di riso nero e rosa, fantastico per colore, consistenza, aromi. Per ben due anni quel gusto è rimasto stampato nel mio cervello ma non avevo assolutamente idea di come realizzarlo, avevo pure pensato di scrivere alla gelataia per farmi dare la sua ricetta ma non ne ho avuto il coraggio immaginando che chi faccia di un’arte un business difficilmente abbia voglia di condividere i suoi segreti col pubblico.
Ma come si dice chi la dura la vince e stavolta si son date una serie di combinazioni che mi hanno portata alla realizzazione di quel famoso gelato, ovviamente la ricetta è mia, una mia personalissima elaborazione fatta di varie esperienze ed un pizzico di intuizione.
Il punto di partenza è stata una bottiglietta di Sciroppo di Rose di Pietro Romanengo, una vera rarità che ho potuto provare grazie ad Esperya. Vi dirò che neppure conoscevo l’esistenza di tal prodotto, eppure la famiglia Romanengo lo produce da secoli (beata ignoranza), comunque se vi dovesse capitare per le mani ricordatevi di provarlo anche semplicemente diluito con acqua e qualche goccia di limone, è una dissetante ed insolita bevanda.
Il riso Venere nero Gli Aironi per fortuna non manca mai nella mia dispensa ed allora se due più due fan quattro…
Gelato al riso nero e rosa
Ingredienti per 4 porzioni:
50 g di riso nero Venere nero Gli Aironi
250 ml di latte
1 pz di sale
110 g di zucchero semolato
3 cucchiai di Sciroppo di Rosa Pietro Romanengo
la scorza di mezzo limone
1 cucchiaino da caffè di vaniglia liquida
250 ml di panna fresca
Lessiamo per mezz’ora il riso in acqua non salata. Buttiamo l’acqua e rimettiamo il riso sul fuoco con il latte, lo zucchero meno due cucchiaiate, il sale, la scorza del limone e la vaniglia e lasciamolo cuocere finché il liquido non risulterà completamente assorbito (cercate di resistere all’impulso di mangiarvelo tutto mi raccomando). Intanto scaldiamo la panna con i due cucchiai di zucchero tenuti da parte e i restanti due cucchiai di Sciroppo di Rose. Aggiungiamo il riso (privato della scorza di limone) al composto di panna e mescoliamo bene. Lasciamo raffreddare e poi mettiamo in freezer mescolando di tanto in tanto per ottenere un gelato ben mantecato. Se avete la gelatiera invece seguite le istruzioni per la realizzazione del gelato.