2015-04-16

Il Carpaccio: buona cucina e ottimi vini sulle colline di Acri (CS)

Leggete il mio nuovo percorso del gusto pubblicato oggi su Dirittto di Cronaca.
Il Carpaccio è un locale storico e molto conosciuto di Acri, da sempre apprezzato e cercato per la buona cucina calabrese, negli ultimi anni grazie soprattutto al contributo dei figli del sig. Miceli, Gianluigi e Alessandro, ha saputo rinnovarsi assumendo anche la nuova veste di Enoteca, Gianluigi è l'esperto di vini e con orgoglio mostra la sua cantina, utilizzata alla domenica per ricercati aperitivi e degustazioni da veri intenditori; non vastissima ma composta di vere chicche, piccole produzioni in numero limitato di aziende non solo calabresi che lavorano con cura e innovazione. 
Dalla sala del ristorante le ampie vetrate permettono di godere una vista senza eguali sulle colline circostanti digradanti verso il fiume Mucone.
Stappata una bottiglia di Ipazia, un IGT rosso prodotto in quel di Montalto Uffugo dall'azienda Terre Nobili, ci apprestiamo a degustare la ricca e calabresissima carrellata di antipasti, come nei locali che si rispettano non manca nulla, frittelle, frittate, sott'oli, olive, verdure, formaggi e salumi di suino nero ma la mia attenzione viene catturata da una sorta di frittata che poi scopriamo esser fatta di sola acqua e farina con cipollotti, una frittata dei poveri ci dice Alessandro il maestro di sala e ovviamente il carpaccio al tartufo che in un locale con questo nome davvero non poteva mancare.
Restiamo stregati dalla bontà e al contempo dalla semplicità di un piatto di tagliatelle agli asparagi selvatici, tagliatelle tirate a mano e un condimento che più povero e gustoso non poteva essere. Le stesse tagliatelle ci vengono servite anche riccamente condite con una cremina di uovo e tanto tartufo scorzone del Pollino grattugiato sopra, un piatto davvero impareggiabile.
La tagliata con rucola e grana (ottima carne) servita con sali diversi e olio aromatizzato al limone ci fa dimenticare che siamo in Calabria, ma solo finché non sopraggiunge un invitante piatto di patate 'mpacchiuse. 
I dolci rustici e tradizionali sono davvero buoni, dalla semplice crostata alla confettura di ciliegia al bocconotto caldo servito con confettura di corbezzolo fino ad una deliziosa pastiera (essendo ancora in periodo pasquale).
Il Carpaccio? Buona cucina calabrese con qualche ventata di freschezza.

I prezzi ottimi richiamano avventori da tutto il territorio.
Ristorante Il Carpaccio
Ctd. Cocozzello 197
87041 Acri (CS)
Tel. 0984949205
http://www.ilcarpaccio.it/
https://www.facebook.com/pages/Ristorante-Enoteca-Il-Carpaccio-Acri-Cosenza/193500814013241?ref=ts&fref=ts

2015-04-15

Un'acqua cotta da leccarsi i baffi

Canovaccio Busatti
Era davvero tanto tempo che non leggevo un libro tutto d'un fiato in poche ore, l'altro giorno complice un viaggio di qualche ora in pullman ho preso tra le mani Angela, Lucio e le erbe cattive di Paola Alberti pubblicato da Effigi e mi sono lasciata assorbire dalla trama ricca di accadimenti tra il misterioso e l'imprevedibile di questo giallo. Avvinta da questo caso di omicidio su cui indagano un investigatore privato e un geniale ragazzo con l'aiuto di una sensitiva sono arrivata all'ultima pagina senza quasi rendermene conto.  Non potevo non farmi ispirare per la realizzazione di una ricetta e siccome nel libro la signora Graziana parla di "un'acqua cotta da leccarsi i baffi" lo stimolo è stato insopprimibile ed ho preparato la mia acqua cotta di primavera con le erbe buone però non con quelle cattive. 
Di semplici piatti toscani si parla anche in Cucina toscana di Gustavo Pierotti della Sanguigna vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900, pubblicato dallo stesso editore Effigi. Nella lunghissima prefazione l'autore parlava della semplicità della cucina toscana, la vera forza di questa modesta cucina capace di raggiungere il massimo con il minimo dei mezzi, di esaltarsi con il poco e il buono che la natura mette a disposizione. "Cucina tutta robustezza e gentilezza, saporita, schietta, affabile, gioviale, anzi direi confidenziale; e, come tutte le arti veramente grandi, fatta per essere compresa in ogni ceto e in ogni luogo: universale!".
Ancora cucina toscana, pur senza nessuna ricetta di acqua cotta, nel libro-ricordo di Anna Marsigli  Mirabile Le mie ricette pubblicato da Sarnus. L'antica tradizione culinaria di una famiglia toscana accuratamente adattata ai fornelli moderni. Piatti sani e genuini alleggeriti secondo l'uso  moderno  per riassaporare il gusto inconfondibile di un'economia domestica quasi dimenticata.
I ricordi di una vita scanditi dal susseguirsi di tante ricette, una dietro l'altra infarcite di curiosità e foto che l'autrice ha recuperato dagli album di famiglia. Ricordi di famiglia e ricette uniti insieme quale patrimonio comune  fatto di beni preziosi da difendere e conservare.
Tornando a noi nella mia acquacotta ho messo i buonissimi asparagi selvatici di cui in questo periodo è ricca la mia terra, gli ultimi carciofi, i primi piselli, qualche carotina e un po' di bietolina. Cosa ne dite di provarla?
Acqua cotta di primavera
Ingredienti per 4 persone:
1 spicchio d'aglio
3-4 foglie di salvia
4 cucchiai di passata di pomodoro
1 mazzetto di asparagi selvatici
1 manciata di bietoline
2 carote novelle
2 carciofi
mezza tazza di piselli sgranati
4 uova biologiche
4 fette di pane casereccio
olio extravergine d'oliva
pecorino grattugiato
sale e pepe
Tritare l'aglio con la salvia soffriggerli in poco olio, unire la passata di pomodoro, sale e pepe, gli asparagi tagliati a pezzetti, le carote a rondelle, i carciofi a spicchi, i piselli e le bietoline tagliuzzate. Aggiungere acqua a coprire e lasciar cuocere le verdure. Regolare di sale e pepe ed aggiungere un uovo per persona. Tostare le fette di pane e disporle nelle scodelle suddividere la zuppetta in ogni scodella, completare con il formaggio. Sentirete che bontà!

Un'acqua cotta da leccarsi i baffi

Canovaccio Busatti
Era davvero tanto tempo che non leggevo un libro tutto d'un fiato in poche ore, l'altro giorno complice un viaggio di qualche ora in pullman ho preso tra le mani Angela, Lucio e le erbe cattive di Paola Alberti pubblicato da Effigi e mi sono lasciata assorbire dalla trama ricca di accadimenti tra il misterioso e l'imprevedibile di questo giallo. Avvinta da questo caso di omicidio su cui indagano un investigatore privato e un geniale ragazzo con l'aiuto di una sensitiva sono arrivata all'ultima pagina senza quasi rendermene conto.  Non potevo non farmi ispirare per la realizzazione di una ricetta e siccome nel libro la signora Graziana parla di "un'acqua cotta da leccarsi i baffi" lo stimolo è stato insopprimibile ed ho preparato la mia acqua cotta di primavera con le erbe buone però non con quelle cattive. 
Di semplici piatti toscani si parla anche in Cucina toscana di Gustavo Pierotti della Sanguigna vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900, pubblicato dallo stesso editore Effigi. Nella lunghissima prefazione l'autore parlava della semplicità della cucina toscana, la vera forza di questa modesta cucina capace di raggiungere il massimo con il minimo dei mezzi, di esaltarsi con il poco e il buono che la natura mette a disposizione. "Cucina tutta robustezza e gentilezza, saporita, schietta, affabile, gioviale, anzi direi confidenziale; e, come tutte le arti veramente grandi, fatta per essere compresa in ogni ceto e in ogni luogo: universale!".
Ancora cucina toscana, pur senza nessuna ricetta di acqua cotta, nel libro-ricordo di Anna Marsigli  Mirabile Le mie ricette pubblicato da Sarnus. L'antica tradizione culinaria di una famiglia toscana accuratamente adattata ai fornelli moderni. Piatti sani e genuini alleggeriti secondo l'uso  moderno  per riassaporare il gusto inconfondibile di un'economia domestica quasi dimenticata.
I ricordi di una vita scanditi dal susseguirsi di tante ricette, una dietro l'altra infarcite di curiosità e foto che l'autrice ha recuperato dagli album di famiglia. Ricordi di famiglia e ricette uniti insieme quale patrimonio comune  fatto di beni preziosi da difendere e conservare.
Tornando a noi nella mia acquacotta ho messo i buonissimi asparagi selvatici di cui in questo periodo è ricca la mia terra, gli ultimi carciofi, i primi piselli, qualche carotina e un po' di bietolina. Cosa ne dite di provarla?
Acqua cotta di primavera
Ingredienti per 4 persone:
1 spicchio d'aglio
3-4 foglie di salvia
4 cucchiai di passata di pomodoro
1 mazzetto di asparagi selvatici
1 manciata di bietoline
2 carote novelle
2 carciofi
mezza tazza di piselli sgranati
4 uova biologiche
4 fette di pane casereccio
olio extravergine d'oliva
pecorino grattugiato
sale e pepe
Tritare l'aglio con la salvia soffriggerli in poco olio, unire la passata di pomodoro, sale e pepe, gli asparagi tagliati a pezzetti, le carote a rondelle, i carciofi a spicchi, i piselli e le bietoline tagliuzzate. Aggiungere acqua a coprire e lasciar cuocere le verdure. Regolare di sale e pepe ed aggiungere un uovo per persona. Tostare le fette di pane e disporle nelle scodelle suddividere la zuppetta in ogni scodella, completare con il formaggio. Sentirete che bontà!

2015-04-13

Solo un panino? No un Panino Delirio

Tessuto a righe Busatti
Quante volte avete sentito dire oggi mangio solo un panino oppure...mi arrangio con un panino. Io quando mangio un panino (preparato da me) mi concedo un momento di massimo godimento. Fare un panino è un'arte sopraffina, un panino può essere più complesso e articolato che un piatto di alta cucina. C'è chi di quest'arte ne ha fatto un mestiere.
 Basta con i panini che restano sullo stomaco Alessandro Frassica e i suoi panini dell'INO non temono confronti, accordi essenziali, a volte sorprendenti, nei quali la genuinità resta un valore sostanziale.
Lavorava nella moda e nell'abbigliamento lui ed era per lavoro sempre in giro per il mondo, in ogni dove amava cercare produttori e sperimentare trattorie e ristoranti perché la sua vera passione erano il cibo e il vino. A quarant'anni ha deciso di cambiare vita creando un luogo in cui raccogliere tutte queste esperienze. E' nato così INO, una paninoteca per veri gourmet che da Firenze si è estesa in tutta Italia.
In
Panini gourmet con Alessandro Frassica Edizioni Ultra Food District Collana Toque Blanche diretta da Valeria Arnaldi c'è tutta la storia di INO la filosofia che lo sottende e trenta gustose ricette da riprodurre o da cui prendere spunto per le vostre.
Il pestato di zucchine allo zafferano già pronto o fatto in casa seguendo le indicazioni di Alessandro Frassica è il tocco speciale di questo panino.
La ricetta del pesto di zucchine l'ho trovata nella spiegazione del panino Zafferana con scamorza e pesto di zucchine e zafferano ma siccome io esagero sempre nel mio panino ho abbinato il pesto di zucchine e zafferano al capocollo, hio aggiunto provolone appena piccante e zucchine grigliate un delirio di panino vi assicuro.
Pesto di zucchine e zafferano: Sciegliere zucchine ben fresche e compatte, cuocerle a vapore e frullarne la parte verde con zafferano, un po' di formaggio parmigiano, olio ed erbe aromatiche a piacere (io ho messo del timo).
Panino Delirio
Ingredienti per 2:
2 ciabatte a lievitazione naturale
2 cucchiaiate di pesto di zucchine e zafferano
100 g di capocollo affettato
50 g di provolone piccante tagliato a  julienne
zucchine grigliate marinate con olio aglio e basilico
Tagliare n due le ciabatte e spalmarne la superficie di pesto di zucchine e zafferano, disporvi sopra il capocollo, le zucchine grigliate e completare con il formaggio, richiudere e godersi il momento con un calice di Friulano Tenuta Luisa.

Solo un panino? No un Panino Delirio

Tessuto a righe Busatti
Quante volte avete sentito dire oggi mangio solo un panino oppure...mi arrangio con un panino. Io quando mangio un panino (preparato da me) mi concedo un momento di massimo godimento. Fare un panino è un'arte sopraffina, un panino può essere più complesso e articolato che un piatto di alta cucina. C'è chi di quest'arte ne ha fatto un mestiere.
 Basta con i panini che restano sullo stomaco Alessandro Frassica e i suoi panini dell'INO non temono confronti, accordi essenziali, a volte sorprendenti, nei quali la genuinità resta un valore sostanziale.
Lavorava nella moda e nell'abbigliamento lui ed era per lavoro sempre in giro per il mondo, in ogni dove amava cercare produttori e sperimentare trattorie e ristoranti perché la sua vera passione erano il cibo e il vino. A quarant'anni ha deciso di cambiare vita creando un luogo in cui raccogliere tutte queste esperienze. E' nato così INO, una paninoteca per veri gourmet che da Firenze si è estesa in tutta Italia.
In
Panini gourmet con Alessandro Frassica Edizioni Ultra Food District Collana Toque Blanche diretta da Valeria Arnaldi c'è tutta la storia di INO la filosofia che lo sottende e trenta gustose ricette da riprodurre o da cui prendere spunto per le vostre.
Il pestato di zucchine allo zafferano già pronto o fatto in casa seguendo le indicazioni di Alessandro Frassica è il tocco speciale di questo panino.
La ricetta del pesto di zucchine l'ho trovata nella spiegazione del panino Zafferana con scamorza e pesto di zucchine e zafferano ma siccome io esagero sempre nel mio panino ho abbinato il pesto di zucchine e zafferano al capocollo, hio aggiunto provolone appena piccante e zucchine grigliate un delirio di panino vi assicuro.
Pesto di zucchine e zafferano: Sciegliere zucchine ben fresche e compatte, cuocerle a vapore e frullarne la parte verde con zafferano, un po' di formaggio parmigiano, olio ed erbe aromatiche a piacere (io ho messo del timo).
Panino Delirio
Ingredienti per 2:
2 ciabatte a lievitazione naturale
2 cucchiaiate di pesto di zucchine e zafferano
100 g di capocollo affettato
50 g di provolone piccante tagliato a  julienne
zucchine grigliate marinate con olio aglio e basilico
Tagliare n due le ciabatte e spalmarne la superficie di pesto di zucchine e zafferano, disporvi sopra il capocollo, le zucchine grigliate e completare con il formaggio, richiudere e godersi il momento con un calice di Friulano Tenuta Luisa.

2015-04-09

Sella di coniglio in crosta di pane

Piatto La Porcellana Bianca, posate Mori Italian Factory
 Con l'arrivo della primavera (almeno a quel che dice il calendario) anche i piatti mutano e acquistano veste più leggera, gli arrosti di carni rosse e maiale (fatta eccezione per l'arrosto di maiale al latte sempre perfetto e leggero)  cedono il passo alle carni bianche che, più magre e leggere, si prestano a diventare ingredienti per gustosi e nuovi secondi piatti.
Ho utilizzato la sella di coniglio per questo profumato e magro arrosto di carne in crosta di pane, davvero ottimo soprattutto se accompagnato ad una insalatina (e non alle patate ma io devo accontentare i bambini), si presta ad esser trasportato e gustato anche freddo magari a quel pic-nic che stiamo ancora aspettando di fare.
Ho accompagnato il piatto ad un rosso altoatesino Kellerei Unterwirt prodotto dalla stessa azienda del
Martinerhof's Brauhotel a San Martino in Passiria di cui vi parlavo a proposito di una birra.
Sella di coniglio in crosta di pane

Ingredienti per 4 persone:
2 selle di coniglio piccole o una grande
1 bicchiere di vino bianco
1 spicchio d'aglio
erbe aromatiche miste (rosmarino, alloro, basilico, salvia, ginepro)*
2 fette di prosciutto cotto
sale e pepe
olio extravergine d'oliva
1 sfilatino
Marinare la carne con il vino, l'aglio, un filo d'olio, le erbe aromatiche, sale e pepe. Scolare la carne dalla marinata stendere sopra ogni sella la fetta di prosciutto e altre erbe aromatiche a piacere, legale gli arrostini con dello spago e rosolarli a fuoco vivace in un tegame. Proseguire la cottura aggiungendo un po' d'acqua per 10 minuti circa. Togliere lo spago e avvolgere gli arrostini nel panino, legare ancora con spago e avvolgere in carta da forno. Infornare per altri 15 minuti finché il pane farà a crosta. Togliere la carta e lo spago e affettare l'arrosto prima di servire.
* Ho utilizzato il misto per arrosti Cannamela della linea selezione di sapori senza sale

Sella di coniglio in crosta di pane

Piatto La Porcellana Bianca, posate Mori Italian Factory
 Con l'arrivo della primavera (almeno a quel che dice il calendario) anche i piatti mutano e acquistano veste più leggera, gli arrosti di carni rosse e maiale (fatta eccezione per l'arrosto di maiale al latte sempre perfetto e leggero)  cedono il passo alle carni bianche che, più magre e leggere, si prestano a diventare ingredienti per gustosi e nuovi secondi piatti.
Ho utilizzato la sella di coniglio per questo profumato e magro arrosto di carne in crosta di pane, davvero ottimo soprattutto se accompagnato ad una insalatina (e non alle patate ma io devo accontentare i bambini), si presta ad esser trasportato e gustato anche freddo magari a quel pic-nic che stiamo ancora aspettando di fare.
Ho accompagnato il piatto ad un rosso altoatesino Kellerei Unterwirt prodotto dalla stessa azienda del
Martinerhof's Brauhotel a San Martino in Passiria di cui vi parlavo a proposito di una birra.
Sella di coniglio in crosta di pane

Ingredienti per 4 persone:
2 selle di coniglio piccole o una grande
1 bicchiere di vino bianco
1 spicchio d'aglio
erbe aromatiche miste (rosmarino, alloro, basilico, salvia, ginepro)*
2 fette di prosciutto cotto
sale e pepe
olio extravergine d'oliva
1 sfilatino
Marinare la carne con il vino, l'aglio, un filo d'olio, le erbe aromatiche, sale e pepe. Scolare la carne dalla marinata stendere sopra ogni sella la fetta di prosciutto e altre erbe aromatiche a piacere, legale gli arrostini con dello spago e rosolarli a fuoco vivace in un tegame. Proseguire la cottura aggiungendo un po' d'acqua per 10 minuti circa. Togliere lo spago e avvolgere gli arrostini nel panino, legare ancora con spago e avvolgere in carta da forno. Infornare per altri 15 minuti finché il pane farà a crosta. Togliere la carta e lo spago e affettare l'arrosto prima di servire.
* Ho utilizzato il misto per arrosti Cannamela della linea selezione di sapori senza sale

2015-04-02

Trattoria Le Bistrot: al ristorante come a casa di amici

Per il mio ultimo percorso del gusto per Diritto di Cronaca mi sono fermata alla Trattoria Le Bistrot a Cantinella di Corigliano, un posto dove davvero ci si sente come a casa di amici.
Un bistrot in Francia è una caffetteria in cui si serve anche da mangiare, si tratta in genere di locali piccoli, senza grandi pretese ma dove il buon gusto regna sovrano, non tutti sanno però che originariamente in Francia con bistrot si indicava proprio un'osteria, ecco in questa sua accezione originaria dobbiamo intendere il Bistrot di Patrizia Servidio a Cantinella di Corigliano (CS), una piccolissima trattoria in cui si possono gustare piatti di cucina casereccia.
All'ingresso manca solo di suonare il campanello per il resto sembra di entrare proprio a casa di Patrizia la proprietaria piena di verve che gestisce con successo crescente questo locale coadiuvata in cucina dall'indispensabile mamma-cuoca "di casa" e in sala dal fratello esperto di vini. Le tendine a fiori e i paralumi riportano un po' all'ispirazione francese del nome per il resto è la Calabria a prevalere.
In effetti questa piccola trattoria a conduzione familiare è lì dal lontano 1967 quale punto di ristoro per i numerosi viaggiatori che di lì passano e son sempre passati, ma Patrizia sta facendo di questo posto qualcosa di più, offrendo prodotti locali e genuini cucinati in modo semplice. Anche senza sito internet, pubblicità e moderne operazioni di marketing Le Bistrot è arrivato a meritarsi un posto nella guida Osterie d'Italia, diverse menzioni nei quotidiani Calabresi e visite di personaggi del calibro di Vissani come ricorda la foto esposta con orgoglio nel locale.
Il segreto del successo è la genuinità dei piatti offerti con generosità e varietà secondo quanto è disponibile, cucina prevalentemente di terra anche se non mancano pochi e semplici piatti di mare.

Ricchissimi gli antipasti proposti secondo il ritmo delle stagioni, di tutto davvero dalla classiche polpette al sugo alla cicoria con salsiccia, passando per frittelle (ottime) di ogni genere, frittate e tortini, patate e peperoni, salumi selezionati (alcuni prodotti da loro) e deliziosi formaggi arricchiti da mieli e marmellate, una carrellata senza pari che rende difficile anche proseguire con le successive portate.
Tra i primi abbiamo assaggiato gnocchi di patate (preparati a mano) con sugo e mozzarella e una buonissima tagliatella (anche questa preparata da loro) con crema di zucca e porcini. Varia la scelta dei secondi ma non mi pento di aver assaggiato il perfetto e succulento filetto alla piastra con provola accompagnato da radicchio arrostito.

Non mancano dolci caserecci tra cui una buona crostata con ricotta e cioccolato, i mandarini canditi ricoperti di cioccolato offerti con il caffè e liquori casalinghi come la crema di limetta che preparano loro. Due chiacchiere con la proprietaria che ti sa raccontare la provenienza di ogni singolo ingrediente utilizzato per le ricette e il conto sotto la media hanno davvero il potere di farti sentire a casa.
Trattoria Le Bistrot
Via Favella Della Corte, 13
87064 Corigliano Calabro CS
0983 808025
 

Trattoria Le Bistrot: al ristorante come a casa di amici

Per il mio ultimo percorso del gusto per Diritto di Cronaca mi sono fermata alla Trattoria Le Bistrot a Cantinella di Corigliano, un posto dove davvero ci si sente come a casa di amici.
Un bistrot in Francia è una caffetteria in cui si serve anche da mangiare, si tratta in genere di locali piccoli, senza grandi pretese ma dove il buon gusto regna sovrano, non tutti sanno però che originariamente in Francia con bistrot si indicava proprio un'osteria, ecco in questa sua accezione originaria dobbiamo intendere il Bistrot di Patrizia Servidio a Cantinella di Corigliano (CS), una piccolissima trattoria in cui si possono gustare piatti di cucina casereccia.
All'ingresso manca solo di suonare il campanello per il resto sembra di entrare proprio a casa di Patrizia la proprietaria piena di verve che gestisce con successo crescente questo locale coadiuvata in cucina dall'indispensabile mamma-cuoca "di casa" e in sala dal fratello esperto di vini. Le tendine a fiori e i paralumi riportano un po' all'ispirazione francese del nome per il resto è la Calabria a prevalere.
In effetti questa piccola trattoria a conduzione familiare è lì dal lontano 1967 quale punto di ristoro per i numerosi viaggiatori che di lì passano e son sempre passati, ma Patrizia sta facendo di questo posto qualcosa di più, offrendo prodotti locali e genuini cucinati in modo semplice. Anche senza sito internet, pubblicità e moderne operazioni di marketing Le Bistrot è arrivato a meritarsi un posto nella guida Osterie d'Italia, diverse menzioni nei quotidiani Calabresi e visite di personaggi del calibro di Vissani come ricorda la foto esposta con orgoglio nel locale.
Il segreto del successo è la genuinità dei piatti offerti con generosità e varietà secondo quanto è disponibile, cucina prevalentemente di terra anche se non mancano pochi e semplici piatti di mare.

Ricchissimi gli antipasti proposti secondo il ritmo delle stagioni, di tutto davvero dalla classiche polpette al sugo alla cicoria con salsiccia, passando per frittelle (ottime) di ogni genere, frittate e tortini, patate e peperoni, salumi selezionati (alcuni prodotti da loro) e deliziosi formaggi arricchiti da mieli e marmellate, una carrellata senza pari che rende difficile anche proseguire con le successive portate.
Tra i primi abbiamo assaggiato gnocchi di patate (preparati a mano) con sugo e mozzarella e una buonissima tagliatella (anche questa preparata da loro) con crema di zucca e porcini. Varia la scelta dei secondi ma non mi pento di aver assaggiato il perfetto e succulento filetto alla piastra con provola accompagnato da radicchio arrostito.

Non mancano dolci caserecci tra cui una buona crostata con ricotta e cioccolato, i mandarini canditi ricoperti di cioccolato offerti con il caffè e liquori casalinghi come la crema di limetta che preparano loro. Due chiacchiere con la proprietaria che ti sa raccontare la provenienza di ogni singolo ingrediente utilizzato per le ricette e il conto sotto la media hanno davvero il potere di farti sentire a casa.
Trattoria Le Bistrot
Via Favella Della Corte, 13
87064 Corigliano Calabro CS
0983 808025