2010-02-09

Delizie di Onesta Cucina

Oggi mi va di condividere con voi un po' di onesta cucina. Sicuramente se rivolgo ai lettori la domanda "Che pasta usate nel quotidiano?" o "Qual è la pasta che regolarmente comprate al supermercato?" molti risponderanno Pasta Garofalo, la risposta è questa perchè chi frequenta il mio blog ama mangiare almeno quanto chi lo scrive e chi lo scrive adora i prodotti di qualità soprattutto se venduti al giusto prezzo. Per me però Garofalo era solo pasta, spaghetti nella loro elegante confezione trasparente con caratteri corsivi in nero o le allegre confezioni della Giostra dei bambini. Non sapevo però che Garofalo amasse così tanto i consumatori dei suoi prodotti da spingersi oltre, a ricercare per loro altri prodotti che condividessero con Garofalo la passione, la competenza e l'amore per il gusto. Da qui nasce la collaborazione di Pasta Garofalo con Slow Food Campania per sostenere il progetto delle Comunità del cibo della rete di Terra Madre in Campania. Detta collaborazione ha dato vita al secondo DOC, una composizione di Delizie di Onesta Cucina, tutte da scoprire, che in numero limitato Garofalo mette in vendita per i suoi più affezionati consumatori, per i cultori del gusto, per tutti quelli che acquistandolo vogliono fornire il loro contributo, si perché Garofalo aspetta i sinceri commenti e i suggerimenti di chi ha deciso di accostarsi a questa iniziativa.
Nel pacco oltre agli ottimi prodotti: pasta, legumi, olio, pomodori e peperoncino, anche un meraviglioso e utilissimo coltello in ceramica, un vero e proprio oggetto di culto di cui già non riesco a fare a meno.
Ho provato alcuni dei prodotti del pacco e come al solito la pasta Garofalo da il meglio di se nelle ricette più semplici che permettono di apprezzarne appieno il gusto.

Ecco a voi quindi le mie Fettucce con seppie e piselli Non ci sono dosi perchè le ricette semplici non hanno bisogno di pesi e misure ma solo di buoni prodotti e tanto buon gusto.
Per due basterà una seppia, una manciata di piselli, uno scalogno, sale, pepe, prezzemolo e del buon olio extravergine d'oliva come il Monocultivar Carpellese del DOC II. Io ho abbinato le fettucce Garofalo ma anche linguine, spaghetti e vermicelli staranno benissimo con questo condimento.
Dopo aver pulito e tagliato finemente lo scalogno e qualche gambo di prezzemolo lasciamoli appassire in padella con un filo d'olio, uniamo i piselli, sale e pepe e cuociamo per 15-20 minuti aggiungendo un po' d'acqua alla volta. Quando i piselli sono quasi cotti uniamo la seppia a listerelle completa dei suoi tentacoli, lasciamo sul fuoco un paio di minuti e poi spegnamo unendo il prezzemolo tagliuzzato. Lessiamo le fettucce in abbondante acqua salata e condiamoli con il sugo preparato e magari un giro d'olio a crudo.

Delizie di Onesta Cucina

Oggi mi va di condividere con voi un po' di onesta cucina. Sicuramente se rivolgo ai lettori la domanda "Che pasta usate nel quotidiano?" o "Qual è la pasta che regolarmente comprate al supermercato?" molti risponderanno Pasta Garofalo, la risposta è questa perchè chi frequenta il mio blog ama mangiare almeno quanto chi lo scrive e chi lo scrive adora i prodotti di qualità soprattutto se venduti al giusto prezzo. Per me però Garofalo era solo pasta, spaghetti nella loro elegante confezione trasparente con caratteri corsivi in nero o le allegre confezioni della Giostra dei bambini. Non sapevo però che Garofalo amasse così tanto i consumatori dei suoi prodotti da spingersi oltre, a ricercare per loro altri prodotti che condividessero con Garofalo la passione, la competenza e l'amore per il gusto. Da qui nasce la collaborazione di Pasta Garofalo con Slow Food Campania per sostenere il progetto delle Comunità del cibo della rete di Terra Madre in Campania. Detta collaborazione ha dato vita al secondo DOC, una composizione di Delizie di Onesta Cucina, tutte da scoprire, che in numero limitato Garofalo mette in vendita per i suoi più affezionati consumatori, per i cultori del gusto, per tutti quelli che acquistandolo vogliono fornire il loro contributo, si perché Garofalo aspetta i sinceri commenti e i suggerimenti di chi ha deciso di accostarsi a questa iniziativa.
Nel pacco oltre agli ottimi prodotti: pasta, legumi, olio, pomodori e peperoncino, anche un meraviglioso e utilissimo coltello in ceramica, un vero e proprio oggetto di culto di cui già non riesco a fare a meno.
Ho provato alcuni dei prodotti del pacco e come al solito la pasta Garofalo da il meglio di se nelle ricette più semplici che permettono di apprezzarne appieno il gusto.

Ecco a voi quindi le mie Fettucce con seppie e piselli Non ci sono dosi perchè le ricette semplici non hanno bisogno di pesi e misure ma solo di buoni prodotti e tanto buon gusto.
Per due basterà una seppia, una manciata di piselli, uno scalogno, sale, pepe, prezzemolo e del buon olio extravergine d'oliva come il Monocultivar Carpellese del DOC II. Io ho abbinato le fettucce Garofalo ma anche linguine, spaghetti e vermicelli staranno benissimo con questo condimento.
Dopo aver pulito e tagliato finemente lo scalogno e qualche gambo di prezzemolo lasciamoli appassire in padella con un filo d'olio, uniamo i piselli, sale e pepe e cuociamo per 15-20 minuti aggiungendo un po' d'acqua alla volta. Quando i piselli sono quasi cotti uniamo la seppia a listerelle completa dei suoi tentacoli, lasciamo sul fuoco un paio di minuti e poi spegnamo unendo il prezzemolo tagliuzzato. Lessiamo le fettucce in abbondante acqua salata e condiamoli con il sugo preparato e magari un giro d'olio a crudo.

2010-02-05

I Dadetti di nonna Sofia

Premetto che nessuna delle mie nonne si chiama o si chiamava Sofia, ma nonostante ciò il nome del dolce non è di fantasia, qualcuna credo dovesse pur essere questa nonna Sofia per il pasticciere di casa Bertelli.
La ricetta del dolce viene, infatti, dal ricettario Dolci Bertelli di Curcu & Genovese, una miniera di ottime idee e validissime ricette della storica pasticceria trentina Bertelli.
L'attuale pasticciere è Andrea Collina un marchigiano, pasticciere da sempre che è stato scelto dallo stesso Ennio Bertelli quale depositario di una tradizione familiare quasi centenaria. E Andrea Collina il suo mestiere lo conosce bene. Ce ne accorgiamo già solo sfogliando il volume di cui vi parlo che racchiude in sè il meglio della pasticceria di Andrea Collina e di Bertelli.
E' un invito a "peccare" dalla prima all'ultima pagina e le spiegazioni sono così dettagliate che è impossibile sbagliare. Ho iniziato da questi golosi e semplici dadetti al cioccolato e noci ma ho intenzione di provare se non tutto quasi, alla faccia del diabete e del colesterolo. Ovviamente non vedo l'ora di visitare di persona la pasticceria per assaggiare gli "originali".
Mi sembra giusto lasciarla pure a voi sta ricettina e dato che è venerdì sono sicura che molti la proveranno, dato che si fa in un batter d'occhio ed è l'ideale per accompagnare un the o anche un caffè.
Ingredienti:
50 g di farina 00
50 g di burro morbido
50 g di zucchero
50 g di cioccolato fondente
50 g di noci spezzettate
2 uova
1 cucchiaio di latte
Montare il burro con lo zucchero, le uova e il latte. Aggiungere il cioccolato fondente fuso a bagnomaria e mescolare bene, unire la farina e le noci spezzettate. Versare il composto in una teglia ben imburrata e infarinata (di cm 20 x 20) a formare uno strato di un centimetro. infornare per circa 25 min a 180°. Poi sformare e tagliare a dadini di due centimetri di lato e spolverizzare di zucchero a velo.

I Dadetti di nonna Sofia

Premetto che nessuna delle mie nonne si chiama o si chiamava Sofia, ma nonostante ciò il nome del dolce non è di fantasia, qualcuna credo dovesse pur essere questa nonna Sofia per il pasticciere di casa Bertelli.
La ricetta del dolce viene, infatti, dal ricettario Dolci Bertelli di Curcu & Genovese, una miniera di ottime idee e validissime ricette della storica pasticceria trentina Bertelli.
L'attuale pasticciere è Andrea Collina un marchigiano, pasticciere da sempre che è stato scelto dallo stesso Ennio Bertelli quale depositario di una tradizione familiare quasi centenaria. E Andrea Collina il suo mestiere lo conosce bene. Ce ne accorgiamo già solo sfogliando il volume di cui vi parlo che racchiude in sè il meglio della pasticceria di Andrea Collina e di Bertelli.
E' un invito a "peccare" dalla prima all'ultima pagina e le spiegazioni sono così dettagliate che è impossibile sbagliare. Ho iniziato da questi golosi e semplici dadetti al cioccolato e noci ma ho intenzione di provare se non tutto quasi, alla faccia del diabete e del colesterolo. Ovviamente non vedo l'ora di visitare di persona la pasticceria per assaggiare gli "originali".
Mi sembra giusto lasciarla pure a voi sta ricettina e dato che è venerdì sono sicura che molti la proveranno, dato che si fa in un batter d'occhio ed è l'ideale per accompagnare un the o anche un caffè.
Ingredienti:
50 g di farina 00
50 g di burro morbido
50 g di zucchero
50 g di cioccolato fondente
50 g di noci spezzettate
2 uova
1 cucchiaio di latte
Montare il burro con lo zucchero, le uova e il latte. Aggiungere il cioccolato fondente fuso a bagnomaria e mescolare bene, unire la farina e le noci spezzettate. Versare il composto in una teglia ben imburrata e infarinata (di cm 20 x 20) a formare uno strato di un centimetro. infornare per circa 25 min a 180°. Poi sformare e tagliare a dadini di due centimetri di lato e spolverizzare di zucchero a velo.

2010-02-01

Le golosità del commissario e la granita di limone

Di libri sulla cucina di Montalbano pare ne siano stati scritti tanti, del resto leggendo uno qualsiasi dei romanzi della saga del Commissario, non si può fare a meno di imbattersi nella descrizione, nel simpatico dialetto utilizzato dall'autore, di una qualche pietanza consumata e amata da Montalbano, tant'è vero che gli arancini tipici siciliani sono ormai divenuti gli arancini di Montalbano, mutuando l'appellativo dal titolo di una delle storie a lui dedicate. Del resto tanta dedizione all'argomento ha una sua motivazione, pare che Camilleri faccia mangiare al suo amato personaggio quel che lui, per età e problemi di salute, non può più, quasi come continuare a mangiare ogni golosità con la sola fantasia. Ma perchè, nel vasto panorama della letteratura sull'argomento, sciegliere proprio il saggio culinario scritto da Cetta Berando per Giancarlo Zedde editore? In effetti ad esser totalmente sincera gli altri volumi non li conosco ma conosco questo e, se già il nome dell'autrice è una garanzia, vi basti sapere che leggendolo mi sono divertita quasi come leggendo un libro di Camilleri, molti sono i passi riportati dai libri dello scrittore e passo dopo passo non vi nascondo che sentivo l'acquolina crescere.
Nella seconda parte del volume sono invece riportate le ricette dei piatti descritti, piatti della tradizione siciliana rivisitati da un cuoco locale, molti i piatti di pesce, ma non mancano gli arancini, i dolci e perfino le granite.
So che magari non è stagione ma vi lascio volentieri la ricetta della granita di limone, inserita -a giusto titolo- tra le ricette goduriose. Essendo periodo di agrumi, si sa mai che vi venga la voglia di provare.
Granita di limone
1 bicchiere di succo di limone
2 bicchieri di zucchero
4 bicchieri di acqua

Sciogliete lo zucchero nell'acqua tiepida, unite il succo di limone e mettete in freezer a solidificare rimestando di tanto in tanto per evitare che diventi un blocco ghiacciato. Consigliano di servire con pastigliette di zucchero alla violetta!

Le golosità del commissario e la granita di limone

Di libri sulla cucina di Montalbano pare ne siano stati scritti tanti, del resto leggendo uno qualsiasi dei romanzi della saga del Commissario, non si può fare a meno di imbattersi nella descrizione, nel simpatico dialetto utilizzato dall'autore, di una qualche pietanza consumata e amata da Montalbano, tant'è vero che gli arancini tipici siciliani sono ormai divenuti gli arancini di Montalbano, mutuando l'appellativo dal titolo di una delle storie a lui dedicate. Del resto tanta dedizione all'argomento ha una sua motivazione, pare che Camilleri faccia mangiare al suo amato personaggio quel che lui, per età e problemi di salute, non può più, quasi come continuare a mangiare ogni golosità con la sola fantasia. Ma perchè, nel vasto panorama della letteratura sull'argomento, sciegliere proprio il saggio culinario scritto da Cetta Berando per Giancarlo Zedde editore? In effetti ad esser totalmente sincera gli altri volumi non li conosco ma conosco questo e, se già il nome dell'autrice è una garanzia, vi basti sapere che leggendolo mi sono divertita quasi come leggendo un libro di Camilleri, molti sono i passi riportati dai libri dello scrittore e passo dopo passo non vi nascondo che sentivo l'acquolina crescere.
Nella seconda parte del volume sono invece riportate le ricette dei piatti descritti, piatti della tradizione siciliana rivisitati da un cuoco locale, molti i piatti di pesce, ma non mancano gli arancini, i dolci e perfino le granite.
So che magari non è stagione ma vi lascio volentieri la ricetta della granita di limone, inserita -a giusto titolo- tra le ricette goduriose. Essendo periodo di agrumi, si sa mai che vi venga la voglia di provare.
Granita di limone
1 bicchiere di succo di limone
2 bicchieri di zucchero
4 bicchieri di acqua

Sciogliete lo zucchero nell'acqua tiepida, unite il succo di limone e mettete in freezer a solidificare rimestando di tanto in tanto per evitare che diventi un blocco ghiacciato. Consigliano di servire con pastigliette di zucchero alla violetta!

2010-01-29

Prendilo per la gola...


Voglio dedicare questo post alle ragazze “in età da marito” che non hanno ancora imparato a cucinare, se qualcuna si trovasse a passar di qua sappia che per San Valentino mancano poco più di due settimane ma c’è tutto il tempo di procurarsi
Prendilo per la gola… di Linda Zucchi, un agile manualetto edito da RED! , una sorta di “grammatica” della cucina che, con semplici e dettagliate spiegazioni rende possibile la realizzazione di piatti gustosi anche a chi non è affatto avvezzo all’argomento. Il libro si rivela interessante anche per chi è magari più esperto fornendo spunti utili alla realizzazione di piatti veloci.
Ho tratto da questa guida la ricetta del tonno sott’olio in umido che ho poi servito, rendendolo in tal modo un piatto originale e adatto anche ad una cenetta a due, con delle polpettine schiacciate di farro spezzato, il Farro Spezzato Biologico Rustichella d’Abruzzo di bottega Esperya, se proprio poi volete superare ogni aspettativa utilizzate il Tonno Alalunga in olio d'oliva di Campisi il piatto acquisterà spessore. Ricordate che quanto più un piatto è semplice tanto più vanno utilizzati ingredienti scelti.
Polpette schiacciate di farro spezzato con tonno sott'olio in umido


Ingredienti
Per le polpette schiacciate di farro:
1tazza di farro spezzato lessato
1 uovo
4 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di farina
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Amalgamiamo tutti gli ingredienti ad esclusione dell'olio e fomiamo delle polpettine che schiacceremo tra i palmi delle mani. Versiamo un filo d'olio su una piastra e cuociamo le polpettine schiacciate da ambo i lati finché risulteranno dorate.
Per il tonno in umido:
250 g di tonno sott'olio
1 bicchiere di salsa di pomodoro
2 spicchi d'aglio
1 foglia d'alloro
1 ciuffo di prezzemolo
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale
Soffriggiamo l'aglio nell'olio, quando avrà preso colore uniamo la salsa di pomodoro e mezzo bicchiere di acqua tiepida. Lasciamo consumare la salsa fino a quando risulterà ben insaporita, uniamo l'alloro, togliamo l'aglio e uniamo il tonno sgocciolato dall'olio in modo che i tranci restino integri. Lasciamolo insaporire da ambo i lati, alla fine aggiungiamo il prezzemolo.
Composizione del piatto:
Sistemiamo metà delle schiacciatine in un piatto da portata e versiamo sopra dei pezzetti di tonno con il loro sughetto, sormontiamo con le altre schiacciatine ed il tonno rimasto, guarniamo con prezzemolo.

Prendilo per la gola...


Voglio dedicare questo post alle ragazze “in età da marito” che non hanno ancora imparato a cucinare, se qualcuna si trovasse a passar di qua sappia che per San Valentino mancano poco più di due settimane ma c’è tutto il tempo di procurarsi
Prendilo per la gola… di Linda Zucchi, un agile manualetto edito da RED! , una sorta di “grammatica” della cucina che, con semplici e dettagliate spiegazioni rende possibile la realizzazione di piatti gustosi anche a chi non è affatto avvezzo all’argomento. Il libro si rivela interessante anche per chi è magari più esperto fornendo spunti utili alla realizzazione di piatti veloci.
Ho tratto da questa guida la ricetta del tonno sott’olio in umido che ho poi servito, rendendolo in tal modo un piatto originale e adatto anche ad una cenetta a due, con delle polpettine schiacciate di farro spezzato, il Farro Spezzato Biologico Rustichella d’Abruzzo di bottega Esperya, se proprio poi volete superare ogni aspettativa utilizzate il Tonno Alalunga in olio d'oliva di Campisi il piatto acquisterà spessore. Ricordate che quanto più un piatto è semplice tanto più vanno utilizzati ingredienti scelti.
Polpette schiacciate di farro spezzato con tonno sott'olio in umido


Ingredienti
Per le polpette schiacciate di farro:
1tazza di farro spezzato lessato
1 uovo
4 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di farina
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Amalgamiamo tutti gli ingredienti ad esclusione dell'olio e fomiamo delle polpettine che schiacceremo tra i palmi delle mani. Versiamo un filo d'olio su una piastra e cuociamo le polpettine schiacciate da ambo i lati finché risulteranno dorate.
Per il tonno in umido:
250 g di tonno sott'olio
1 bicchiere di salsa di pomodoro
2 spicchi d'aglio
1 foglia d'alloro
1 ciuffo di prezzemolo
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale
Soffriggiamo l'aglio nell'olio, quando avrà preso colore uniamo la salsa di pomodoro e mezzo bicchiere di acqua tiepida. Lasciamo consumare la salsa fino a quando risulterà ben insaporita, uniamo l'alloro, togliamo l'aglio e uniamo il tonno sgocciolato dall'olio in modo che i tranci restino integri. Lasciamolo insaporire da ambo i lati, alla fine aggiungiamo il prezzemolo.
Composizione del piatto:
Sistemiamo metà delle schiacciatine in un piatto da portata e versiamo sopra dei pezzetti di tonno con il loro sughetto, sormontiamo con le altre schiacciatine ed il tonno rimasto, guarniamo con prezzemolo.

2010-01-27

Coppa al cacao, pesca e amaretti

L'idea di questo goloso dessert nasce da un vasetto di Crema di Pesche Cacao e Amaretti di Cascina San Cassiano, assaggiando il prodotto ho pensato che - diamine! - i tre ingredienti stavano insieme proprio divinamente, ci ho costruito quindi intorno un dessert in cui ho richiamato gli ingredienti della crema.
La base è un pan di spagna al cacao farcito con la crema di cui vi ho detto, bagnato con Amaretto, cosparso di pesche sciroppate lasciate macerare nell'Amaretto e completato con crema al mascarpone, amaretti sbriciolati e cacao amaro cosa ne dite può interessarvi?
Se proprio non avete modo di reperire la crema di cui vi parlo potete utilizzare una buona confettura di pesche che arricchirete con qualche amaretto sbriciolato e un po' di cacao amaro, non è la stessa cosa ma va benone.
Ingredienti per 6 coppe
Per il pan di spagna:
2 uova
75 g di zucchero
75 g di farina con due cucchiai di cacao amaro
Per la crema al mascarpone:
250 g di mascarpone
3 uova biologiche
6 cucchiai di zucchero
Per completare:
Crema di Pesche Cacao e Amaretti
6 mezze pesche sciroppate
6 amaretti
liquore Amaretto
cacao amaro
Per il pan di spagna: montiamo per 15-20 minuti le uova intere con lo zucchero, uniamo poi con una spatola la farina setacciata con il cacao. Stendiamo il composto in una piccola teglia rettangolare e inforniamo finché risulterà rappreso.
Per la crema al mascarpone: montiamo i tuorli con metà dello zucchero, uniamo il mascarpone e poi gli albumi montati a neve con il restante zucchero.
Riduciamo le pesche a cubetti e copriamole di Amaretto. Tagliamo il pan di spagna in due e farciamolo con la Crema di Pesche al Cacao e Amaretti. In ogni coppa versiamo un cucchiaio di crema al mascaropone. Ricaviamo dal pan di spagna farcito sei cubotti che passeremo velocemente in un po' di Amaretto allungato con acqua e posizioniamoli sul primo strato di crema. Suddividiamo sopra ognuno le pesche scolate dall'amaretto e poi copriamo con la crema al mascarpone. Completiamo ogni coppa con un amaretto sbriciolato e un po' di cacao amaro.

Coppa al cacao, pesca e amaretti

L'idea di questo goloso dessert nasce da un vasetto di Crema di Pesche Cacao e Amaretti di Cascina San Cassiano, assaggiando il prodotto ho pensato che - diamine! - i tre ingredienti stavano insieme proprio divinamente, ci ho costruito quindi intorno un dessert in cui ho richiamato gli ingredienti della crema.
La base è un pan di spagna al cacao farcito con la crema di cui vi ho detto, bagnato con Amaretto, cosparso di pesche sciroppate lasciate macerare nell'Amaretto e completato con crema al mascarpone, amaretti sbriciolati e cacao amaro cosa ne dite può interessarvi?
Se proprio non avete modo di reperire la crema di cui vi parlo potete utilizzare una buona confettura di pesche che arricchirete con qualche amaretto sbriciolato e un po' di cacao amaro, non è la stessa cosa ma va benone.
Ingredienti per 6 coppe
Per il pan di spagna:
2 uova
75 g di zucchero
75 g di farina con due cucchiai di cacao amaro
Per la crema al mascarpone:
250 g di mascarpone
3 uova biologiche
6 cucchiai di zucchero
Per completare:
Crema di Pesche Cacao e Amaretti
6 mezze pesche sciroppate
6 amaretti
liquore Amaretto
cacao amaro
Per il pan di spagna: montiamo per 15-20 minuti le uova intere con lo zucchero, uniamo poi con una spatola la farina setacciata con il cacao. Stendiamo il composto in una piccola teglia rettangolare e inforniamo finché risulterà rappreso.
Per la crema al mascarpone: montiamo i tuorli con metà dello zucchero, uniamo il mascarpone e poi gli albumi montati a neve con il restante zucchero.
Riduciamo le pesche a cubetti e copriamole di Amaretto. Tagliamo il pan di spagna in due e farciamolo con la Crema di Pesche al Cacao e Amaretti. In ogni coppa versiamo un cucchiaio di crema al mascaropone. Ricaviamo dal pan di spagna farcito sei cubotti che passeremo velocemente in un po' di Amaretto allungato con acqua e posizioniamoli sul primo strato di crema. Suddividiamo sopra ognuno le pesche scolate dall'amaretto e poi copriamo con la crema al mascarpone. Completiamo ogni coppa con un amaretto sbriciolato e un po' di cacao amaro.

2010-01-25

Biscotti di cioccolato ai sapori mediterranei

Che il cioccolato potesse star bene con le spezie toscane, la salvia, il rosmarino o addirittura il finocchietto selvatico non mi aveva sfiorato neppure l'idea. Per fortuna ci hanno pensato quelli de La Molina che in fatto di cioccolato e buoni accostamenti hanno pochi rivali. Però se loro hanno pensato ai Cretti ai sapori mediterranei io sono andata oltre ed ho inserito i cioccolatini all'interno di una frolla al cacao per un biscotto tutto cioccolatoso, da mangiare poco dopo l'uscita dal forno per un gusto più fondente, da sgranocchiare freddo per assaporare l'intensità del cioccolato o da intingere nel latte per rinnovare la scioglievolezza del ripieno ormai solidificato. Una vera esperienza di gusto racchiusa in un biscotto.
Ingredienti:
250 g di farina 00
1 cucchiaino di lievito
20 g di cacao amaro
150 g di burro morbido
150 g di zucchero
1 tuorlo
Cretti ai sapori mediterranei per farcire
Lavoriamo a crema burro e zucchero, uniamo il tuorlo e poi le polveri. Lasciamo riposare un po' al fresco l'impasto poi stendiamo allo spessore di 5 mm circa. Posizioniamo i cioccolatini in fila, copriamo con altra sfoglia e ricaviamo dei grossi ravioli con una rotella tagliapasta, sigilliamo i bordi con l'aiuto di una forchetta e inforniamo a 180° per 8-10 minuti, fino a quando sentiremo odore di cioccolato.
Volendo per il ripieno possiamo usare qualunque tipo di cioccolato, sempre di La Molina vi posso consigliare, perché assaggiati, la tavoletta al latte finissimo con nocciole delle Langhe della linea Omaggio a Pinocchio oppure il Bianco con cacao caramellato per un effetto black and white.

Biscotti di cioccolato ai sapori mediterranei

Che il cioccolato potesse star bene con le spezie toscane, la salvia, il rosmarino o addirittura il finocchietto selvatico non mi aveva sfiorato neppure l'idea. Per fortuna ci hanno pensato quelli de La Molina che in fatto di cioccolato e buoni accostamenti hanno pochi rivali. Però se loro hanno pensato ai Cretti ai sapori mediterranei io sono andata oltre ed ho inserito i cioccolatini all'interno di una frolla al cacao per un biscotto tutto cioccolatoso, da mangiare poco dopo l'uscita dal forno per un gusto più fondente, da sgranocchiare freddo per assaporare l'intensità del cioccolato o da intingere nel latte per rinnovare la scioglievolezza del ripieno ormai solidificato. Una vera esperienza di gusto racchiusa in un biscotto.
Ingredienti:
250 g di farina 00
1 cucchiaino di lievito
20 g di cacao amaro
150 g di burro morbido
150 g di zucchero
1 tuorlo
Cretti ai sapori mediterranei per farcire
Lavoriamo a crema burro e zucchero, uniamo il tuorlo e poi le polveri. Lasciamo riposare un po' al fresco l'impasto poi stendiamo allo spessore di 5 mm circa. Posizioniamo i cioccolatini in fila, copriamo con altra sfoglia e ricaviamo dei grossi ravioli con una rotella tagliapasta, sigilliamo i bordi con l'aiuto di una forchetta e inforniamo a 180° per 8-10 minuti, fino a quando sentiremo odore di cioccolato.
Volendo per il ripieno possiamo usare qualunque tipo di cioccolato, sempre di La Molina vi posso consigliare, perché assaggiati, la tavoletta al latte finissimo con nocciole delle Langhe della linea Omaggio a Pinocchio oppure il Bianco con cacao caramellato per un effetto black and white.

2010-01-21

La pasta fresca e ripiena di Roberta Schira

Avete un bel mattarello e una larga spianatoia? Bene, allora non vi resta che procurarvi il libro di Roberta Schira "Pasta fresca e ripiena" della collana Il lettore goloso di Ponte alle Grazie. Vi assicuro che anche chi non ha mai avuto il coraggio di cimentarsi nella realizzazione casalinga di tagliatelle e ravioli non potrà che avvertire, leggendo il libro, una sorta di prurito benefico che lo spingerà verso i detti strumenti.
La puntualità, la precisione, direi anzi la scientificità con la quale Roberta Schira affronta ed esaurisce l'argomento non possono che farci desiderare di metterci alla prova con la pasta fresca. L'autrice è riuscita con successo nel non facile compito di codificare tutti i formati di pasta fresca e ripiena d'Italia.
Il volume, dopo una prima sezione dedicata alla storia, agli ingredienti ed agli utensili necessari alla realizzazione e alla cottura della pasta, ci accompagna in un virtuale viaggio nell'Italia della pasta fresca e ripiena raccogliendo duecentocinquanta ricette tradizionali suddivise per regioni, affiancate per compiutezza da cinquanta nuove ricette creative. E se, come afferma l'autrice, la pasta fatta in casa richiede sicuramente tempo è più semplice da preparare di quanto si pensi per non parlare della soddisfazione, aggiungo io, che ci da portare in tavola un piatto di ravioli realizzati con le nostre mani.
Nel capitolo dedicato alla Calabria ho ritrovato i nostri amati e diffusissimi maccheroni al ferretto o meglio, com'è riportato nel libro, i "Maccaruni calarvisi", mi sono accorta allora di non avervene mai parlato. Per la realizzazione di questo semplice formato di pasta si utilizza un apposito ferretto che non può mancare nel corredo di ogni giovane sposa calabrese, ma in alcune zone viene utilizzato, come riporta chiaramente la Schira un fustello di salice piangente.
La ricetta del libro prevede 400 g di farina di grano duro per 2 uova e un pizzico di sale, ma come ogni ricetta tradizionale ogni famiglia ha la sua, c'è chi non mette affatto le uova, a casa mia invece restano le uova ma metà della farina di grano duro viene sosituita da farina di grano tenero 00. Dopo aver realizzato un impasto consistente ma morbido si lavora dividendolo a piccoli pezzi e con le mani unte di olio si realizza un lungo cordone di circa un centimetro di diametro, si divide il cordone in tronchetti e poi si lavora ogni singolo tronchetto poggiandogli sopra il ferretto e premendo mentre si fa rotolare la pasta attorno al ferretto con movimento che dal centro si propaga ai lati permettendo di ottenere un maccherone lungo e bucato al centro. Il risultato finale dovrebbe comunque essere quello della foto, la pasta dopo lessata viene condita prevalenetemente con sughi di carne. Anche nel libro ovviamente vi sono dei consigli sui sughi da abbinare a questo piatto.