2012-11-22

Torta di pollo mortadella e funghi

Piatti e canovaccio GreenGate, forchetta Broggi


L'avrò già detto ma tutto ciò che pare un dolce ma invece è salato mi incuriosisce e mi appassiona. 

Ciò premesso capirete che per me è veramente difficile resistere ad un libro che porta come titolo Pasticceria salata. Antipasti e stuzzichini appetitosi a gogò sono raccolti in questa bella pubblicazione di Gribaudo, e l'autrice?Una blogger come me, Marta Tovaglieri meglio conosciuta come Streghetta in cucina. Sfoglia, brisée o fillo le basi scelte dall'autrice declinate in originali accostamenti ed altre sfiziosità sono raccolte in questo interessantissimo libro corredato da eloquenti scatti fotografici della scrittrice, perché la forza di Marta oltre all'inesauribile creatività degli abbinamenti è proprio la raffinata eleganza che mette nella scelta delle stoviglie. Un libro da sfogliare quando si è giù di corda o si è persa la voglia di pasticciare in cucina perché ti fa immediatamente venir voglia di accendere il forno e infilare al volo un grembiule per sperimentare qualche ricetta dell'autrice o trarre ispirazione per crearne qualcuna nuova. Volevo riprodurre la Quiche lorraine nella versione del libro con pancetta a fette e groviera o nella più comune citata sopra con pancetta a cubetti emmenthal e cipolla ma alla fine ho ceduto al mio insaziabile istinto di creazione e nel guscio di brisée ho racchiuso strati golosi di carne e mortadella insaporiti dall'autunnale gusto dei funghi trifolati, una torta da gustare a fette o preparare in monoporzioni per chi avesse più tempo. Calda, tiepida o fredda sarà comunque all'altezza delle aspettative.
Ingredienti
per l'impasto: 
200 g di farina 
1 cucchiaino di sale 
90 g di burro 
1 uovo 
2 cucchiai di acqua 
Per il ripieno:
300 g di petto di pollo 
130 g di mortadella Bologna IGP
200 g di funghi prataioli
50 g di panna liquida
1 foglia di salvia
olio extravergine d'oliva
aglio
prezzemolo
sale e pepe
1 tuorlo e 2 cucchiai di latte per la superficie
Lavorare la farina con il sale e il burro morbido aggiungere l'uovo leggermente battuto con l'acqua, formare una palla e lasciar riposare in frigo avvolta in pellicola prima di stenderla. 
Frullare 120 g di pollo con la mortadella, la panna, un pizzico di sale e la foglia di salvia. Tagliare a cubetti la restante carne ed insaporirla con sale, pepe e olio. Affettare finemente i funghi e saltarli in padella con olio, aglio e una macinata di prezzemolo. 
Rivestire uno stampo da 18-20 cm con carta forno, stendere più della metà dell'impasto in una sfoglia sottile e rivestirne il fondo e le pareti dello stampo facendolo un po' debordare. Bucherellare la superficie e stendervi sopra metà del composto frullato, distribuirvi poi il pollo a cubetti e i funghi trifolati, completare con l'altro composto e chiudere con il restante impasto steso in sfoglia sottile. Ripiegare i bordi della base verso il centro. Pennellare la superficie con tuorlo e latte e infornare a 180° per i primi venti minuti, poi abbassare la temperatura a 160° e proseguire la cottura per altri 40-50 minuti. 
In abbinamento a questo piatto ho scelto un vino bianco un Vigne di Mezzane di Corte Sant'Alda, un Soave DOC perfetto con carni bianche ed antipasti, in vendita su Naturavino, dov'è possibile acquistare vini naturali provenienti da piccole selezionate cantine del nostro territorio.
*Per la realizzazione della ricetta ho utilizzato mortadella Bologna IGP Felsineo nella qualità La Blu prodotta secondo l'antica e originale ricetta bolognese.


2012-11-20

Torta Pistocchi con crema di panna ai lamponi e cialdine di pistacchi



Americano e tovagliolo Busatti, cucchiaino Broggi

La Torta Pistocchi, che porta il nome del suo ideatore-produttore, è sul mercato da circa un ventennio e da allora ha generato un tam-tam mediatico sorprendente. I suoi ingredienti solo cioccolati fondenti di primissima qualità, provenienti da America centrale (Equador, Venezuela, Colombia), Africa centrale (Nigeria, Costa d'Avorio, Ghana, Camerun, Madagascar) e Papuasia (Papua Nuova Guinea, Indonesia, Sri Lanka), cacao amaro in polvere e pochissima crema di latte. Non contiene uova, burro, farina e zucchero ed è priva completamente di glutine. La torta Pistocchi è preparata ancora a mano come una volta, una per una. Confezionata sottovuoto si conserva per oltre 4 mesi nel frigo, conservando intatte le sue qualità organolettiche e sensoriali. In una ventina di anni i Pistocchi sono riusciti in una impresa titanica ovvero a dare “tipicità” ad un prodotto. Di solito ci vuole assai più tempo invece già da molto la Torta Pistocchi viene riconosciuta come un “dolce fiorentino”. Le varianti prodotte oltre alla classica sono la bianca con scorze di agrumi, quella alle pere, al peperoncino, al caffè, agli agrumi di Sicilia, alle Amarene e persino alle fragole.
Oggi la famiglia Pistocchi produce anche numerosi altri articoli di cioccolato, dal preparato per la cioccolata in tazza alle barrette e tavolette, dai dragees ai cioccolatini, dalle tavole alla frutta alla crema di nocciole, un'infinità di piccole cose di cioccolato che curano sempre con maniacale amore. Ma la torta rimane la loro storia…

E' un grande cioccolatino morbido e cremoso. Va gustata a temperatura ambiente con una leggera spolverata di cacao amaro, ma se siete creativi come me aggiungerete qualcosina nel piatto per rendere indimenticabile un'esperienza già di per sé da ricordare.

Quella che più si presta alla mia rielaborazione è la classica monoporzione perfetta per un dessert di fine pasto.
Ingredienti per 6 persone:
6 tortine Pistocchi classiche monoporzione
Per la crema:
250 ml di panna fresca
2 g di colla di pesce
2 cucchiai di zucchero a velo
50 g di confettura di lamponi*
1 cucchiaio di rum
Per le cialdine:
50 g di pistacchi tritati
50 g di zucchero
1 albume
25 g di burro
10 g di farina
Ammollare la gelatina in acqua fredda, strizzarla e scioglierla a bagnomaria. Montare la panna con lo zucchero e a metà lavoro unire la gelatina, la confettura e il liquore continuando a montare fino a neve ferma
Mescolare la farina con lo zucchero e i pistacchi tritati aggiungere l'albume leggermente montato e il burro fuso. Lasciare riposare l'impasto per un'ora poi prelevarlo con un cucchiaino e disporlo a mucchietti su una teglia foderata di carta forno. Cuocere a 180° per 12-15 o comunque finché l'esterno delle cialdine risulterà dorato.
Mettere al centro del piatto la tortina, rivestirne la superficie con ciuffetti di crema di panna ai lamponi e completare con una cialdina di pistacchi e una spolverata di cacao amaro.
*Ho utilizzato Fiordifrutta ai Lamponi Rigoni di Asiago.






Prima di chiudere il post vi ricordo che prosegue ancora per qualche giorno il Contest Fattorie Fiandino , tra le ricette pervenute questa settimana vi segnalo la Trilogia di patate di Staffetta in cucina, come non innamorarsi di una ricetta che prevede patate ripiene dall'antipasto al dolce...



Torta Pistocchi con crema di panna ai lamponi e cialdine di pistacchi



Americano e tovagliolo Busatti, cucchiaino Broggi

La Torta Pistocchi, che porta il nome del suo ideatore-produttore, è sul mercato da circa un ventennio e da allora ha generato un tam-tam mediatico sorprendente. I suoi ingredienti solo cioccolati fondenti di primissima qualità, provenienti da America centrale (Equador, Venezuela, Colombia), Africa centrale (Nigeria, Costa d'Avorio, Ghana, Camerun, Madagascar) e Papuasia (Papua Nuova Guinea, Indonesia, Sri Lanka), cacao amaro in polvere e pochissima crema di latte. Non contiene uova, burro, farina e zucchero ed è priva completamente di glutine. La torta Pistocchi è preparata ancora a mano come una volta, una per una. Confezionata sottovuoto si conserva per oltre 4 mesi nel frigo, conservando intatte le sue qualità organolettiche e sensoriali. In una ventina di anni i Pistocchi sono riusciti in una impresa titanica ovvero a dare “tipicità” ad un prodotto. Di solito ci vuole assai più tempo invece già da molto la Torta Pistocchi viene riconosciuta come un “dolce fiorentino”. Le varianti prodotte oltre alla classica sono la bianca con scorze di agrumi, quella alle pere, al peperoncino, al caffè, agli agrumi di Sicilia, alle Amarene e persino alle fragole.
Oggi la famiglia Pistocchi produce anche numerosi altri articoli di cioccolato, dal preparato per la cioccolata in tazza alle barrette e tavolette, dai dragees ai cioccolatini, dalle tavole alla frutta alla crema di nocciole, un'infinità di piccole cose di cioccolato che curano sempre con maniacale amore. Ma la torta rimane la loro storia…

E' un grande cioccolatino morbido e cremoso. Va gustata a temperatura ambiente con una leggera spolverata di cacao amaro, ma se siete creativi come me aggiungerete qualcosina nel piatto per rendere indimenticabile un'esperienza già di per sé da ricordare.

Quella che più si presta alla mia rielaborazione è la classica monoporzione perfetta per un dessert di fine pasto.
Ingredienti per 6 persone:
6 tortine Pistocchi classiche monoporzione
Per la crema:
250 ml di panna fresca
2 g di colla di pesce
2 cucchiai di zucchero a velo
50 g di confettura di lamponi*
1 cucchiaio di rum
Per le cialdine:
50 g di pistacchi tritati
50 g di zucchero
1 albume
25 g di burro
10 g di farina
Ammollare la gelatina in acqua fredda, strizzarla e scioglierla a bagnomaria. Montare la panna con lo zucchero e a metà lavoro unire la gelatina, la confettura e il liquore continuando a montare fino a neve ferma
Mescolare la farina con lo zucchero e i pistacchi tritati aggiungere l'albume leggermente montato e il burro fuso. Lasciare riposare l'impasto per un'ora poi prelevarlo con un cucchiaino e disporlo a mucchietti su una teglia foderata di carta forno. Cuocere a 180° per 12-15 o comunque finché l'esterno delle cialdine risulterà dorato.
Mettere al centro del piatto la tortina, rivestirne la superficie con ciuffetti di crema di panna ai lamponi e completare con una cialdina di pistacchi e una spolverata di cacao amaro.
*Ho utilizzato Fiordifrutta ai Lamponi Rigoni di Asiago.






Prima di chiudere il post vi ricordo che prosegue ancora per qualche giorno il Contest Fattorie Fiandino , tra le ricette pervenute questa settimana vi segnalo la Trilogia di patate di Staffetta in cucina, come non innamorarsi di una ricetta che prevede patate ripiene dall'antipasto al dolce...



2012-11-18

Il pane del deserto

pane del deserto


"Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d'amore" (Ct 5,1b). Questo passo l'ho tratto dal libro A tavola con Abramo Le ricette della Bibbia scritto da Andrea Ciucci e Paolo Sartor, edito da San Paolo. Un libro ben strutturato, con  ricette ben presentate, complete di immagini relative al piatto e accompagnate da considerazioni di natura storica, filologica e cultuale. Alcuni piatti presenti nel volume sono descritti con dovizia di particolari nelle Sacre Scritture, altri solo citati, in ogni caso il libro è utile per approfondire  in modo inusuale le Scritture e provarne concretamente i sapori. Interessante e utilissimo per ricreare, magari in famiglia o con gli amici più cari, una inconsueta cena che ci riporti millenni addietro.
Un pane primordiale è quello di cui vi parlo oggi, la cui ricetta ho tratto dal libro, perché proprio il pane è un forte simbolo della dottrina cristiana, il segno permanente, insieme al vino della presenza di Cristo tra gli uomini. Nella ricetta è riportato l'uso del burro, pare strano ma occorre chiarire che proprio nel libro dei Proverbi (cfr. 30,33) è spiegato che se si batte il latte si ottiene la separazione della panna. Questo pane mi ricorda molto il Ciapati, il pane tradizionale indiano di forma piatta realizzato normalmente con farina integrale, farina di grano duro e acqua. Nel pane del deserto è prevista anche l'aggiunta del cumino, una spezia molto diffusa nell'antico Oriente, ma il procedimento di realizzazione dei due pani è lo stesso.
La farina da me utilizzata è una farina biologica macinata a pietra Petra1 di Molino Quaglia, mi da di più la sensazione di antico e naturale rispetto a una farina industriale raffinata.
Ingredienti:
500 g di farina macinata a pietra o in mancanza 00
200 ml di acqua tiepida
3 cucchiai di latte
1/2 cucchiaino di sale
mezzo cucchiaino di semi di cumino macinati
1 noce di burro
Mescolare farina, sale e cumino. Aggiungere il burro fuso, l'acqua e il latte e impastare fino ad ottenere una pasta morbida, elastica e omogenea. Coprire con un telo umido e lasciar riposare per 30 minuti al caldo. Riprendere l'impasto ricavarne 8-10 palline. Schiacciarle una a una con le mani e stenderle con il matterello in sfoglie sottili. Scaldare una padella e cuocere le sfoglie, girandole appena prendono colore e iniziano a formarsi le bolle. A fine cotture fiammeggiare direttamente sul fuoco i pani ottenuti tenendoli con un forchettone o una pinza per aumentarne il gonfiore. 

Il pane del deserto

pane del deserto


"Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d'amore" (Ct 5,1b). Questo passo l'ho tratto dal libro A tavola con Abramo Le ricette della Bibbia scritto da Andrea Ciucci e Paolo Sartor, edito da San Paolo. Un libro ben strutturato, con  ricette ben presentate, complete di immagini relative al piatto e accompagnate da considerazioni di natura storica, filologica e cultuale. Alcuni piatti presenti nel volume sono descritti con dovizia di particolari nelle Sacre Scritture, altri solo citati, in ogni caso il libro è utile per approfondire  in modo inusuale le Scritture e provarne concretamente i sapori. Interessante e utilissimo per ricreare, magari in famiglia o con gli amici più cari, una inconsueta cena che ci riporti millenni addietro.
Un pane primordiale è quello di cui vi parlo oggi, la cui ricetta ho tratto dal libro, perché proprio il pane è un forte simbolo della dottrina cristiana, il segno permanente, insieme al vino della presenza di Cristo tra gli uomini. Nella ricetta è riportato l'uso del burro, pare strano ma occorre chiarire che proprio nel libro dei Proverbi (cfr. 30,33) è spiegato che se si batte il latte si ottiene la separazione della panna. Questo pane mi ricorda molto il Ciapati, il pane tradizionale indiano di forma piatta realizzato normalmente con farina integrale, farina di grano duro e acqua. Nel pane del deserto è prevista anche l'aggiunta del cumino, una spezia molto diffusa nell'antico Oriente, ma il procedimento di realizzazione dei due pani è lo stesso.
La farina da me utilizzata è una farina biologica macinata a pietra Petra1 di Molino Quaglia, mi da di più la sensazione di antico e naturale rispetto a una farina industriale raffinata.
Ingredienti:
500 g di farina macinata a pietra o in mancanza 00
200 ml di acqua tiepida
3 cucchiai di latte
1/2 cucchiaino di sale
mezzo cucchiaino di semi di cumino macinati
1 noce di burro
Mescolare farina, sale e cumino. Aggiungere il burro fuso, l'acqua e il latte e impastare fino ad ottenere una pasta morbida, elastica e omogenea. Coprire con un telo umido e lasciar riposare per 30 minuti al caldo. Riprendere l'impasto ricavarne 8-10 palline. Schiacciarle una a una con le mani e stenderle con il matterello in sfoglie sottili. Scaldare una padella e cuocere le sfoglie, girandole appena prendono colore e iniziano a formarsi le bolle. A fine cotture fiammeggiare direttamente sul fuoco i pani ottenuti tenendoli con un forchettone o una pinza per aumentarne il gonfiore. 

2012-11-16

Rotolo "quasi" Sacher

Piattino Easy Life Design
La Torta Sacher è un grande classico della pasticceria internazionale seppure in qualsiasi versione essa si presenti sarà sempre un'imitazione dell'originale. Io ho avuto la fortuna di assaggiare quella  che sfornano all'Hotel Sacher e devo ammettere che amando particolarmente questo dolce difficilmente nelle pasticcerie riesco a trovarne una versione che vagamente me la ricordi. Molto meglio le torte casalinghe dove quanto meno la qualità dei prodotti utilizzati ne segna un punto a favore. La versioni circolanti sul web sono tante, alcune degne di nota, altre un po' meno. 
Non v'è libro di ricette dolci in cui non se ne riporti una versione. Anche su Le mie passioni Pasticceria & Gastronomia di Paolo Fulgente pubblicato da Chiriotti Editore, se ne ritrova una versione che ho molto apprezzato fin dal nome Torta quasi Sacher quasi a dimostrare che seppure si tratti della ricetta di un grande maestro con oltre cinquant'anni di professione alle spalle non vi è nessuna pretesa di considerare la ricetta l'originale, tanto più che  in questa versione manca proprio la confettura. Sto parlando  comunque di un libro di oltre 400 pagine che raccoglie in più di 500 il bagaglio di esperienze professionali di Paolo Fulgente un grandissimo di Torre del Greco che ha lavorato nei migliori alberghi internazionali. Ricette dolci e salate della tradizione italiana e in particolare di quella partenopea, ma senza tralasciare quelle più famose di cucina estera, spiegate dall'autore con l'amore che ha verso questa materia e che trasuda da ogni pagina del volume. 
Ma torniamo al mio umile rotolo che in precedenza si chiamava Sacher ma da oggi solo quasi Sacher anche perché alla farcia ho aggiunto la panna a ricordo di quel ciuffetto di panna che ti servono all'Hotel Sacher insieme alla fetta di torta.

Ingredienti
Per la pasta biscotto:
70 g di farina
30 g di farina di mandorle
2 cucchiai di cacao amaro
100 g di zucchero
4 uova
Per la farcia:
250 ml di panna
3 g di gelatina
2 cucchiai di zucchero a velo
250 ml di confettura di albicocche*
Per la copertura:
150 g cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua

Preparare la pasta biscotto montando i quattro tuorli con 70 g di zucchero, aggiungere le farine e il cacao. Montare a parte gli albumi con il restante zucchero ed unirli alla preparazione amalgamando con delicatezza. Stendere l’impasto in una teglia rettangolare circa 30 x 40 cm in modo da formare uno strato di un centimetro circa. Se la teglia è di silicone non occorre ungere altrimenti è meglio utilizzare della carta da forno bagnata e strizzata per far si che l’impasto non attacchi. Infornare per 10 min circa.
Tolto il dolce dal forno, quando è ancora caldo arrotolarlo  con l’aiuto di un canovaccio umido e tenerlo in frigo per almeno due ore.

Montare la panna con lo zucchero a velo unirvi la gelatina ammollata, strizzata e sciolta a bagnomaria. Frullare la confettura con 1-2 cucchiai di acqua.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua.
Riprendere il rotolo aprirlo e stendervi uno strato di confettura, coprire con uno strato di panna e richiudere il rotolo. Spalmare la superficie di confettura e glassarla con la crema di cioccolato preparata.
*Ho utilizzato la Fiordifrutta Albicocche Rigoni di Asiago, senza zuccheri aggiunti evita che il dolce risulti stucchevole.

Rotolo "quasi" Sacher

Piattino Easy Life Design
La Torta Sacher è un grande classico della pasticceria internazionale seppure in qualsiasi versione essa si presenti sarà sempre un'imitazione dell'originale. Io ho avuto la fortuna di assaggiare quella  che sfornano all'Hotel Sacher e devo ammettere che amando particolarmente questo dolce difficilmente nelle pasticcerie riesco a trovarne una versione che vagamente me la ricordi. Molto meglio le torte casalinghe dove quanto meno la qualità dei prodotti utilizzati ne segna un punto a favore. La versioni circolanti sul web sono tante, alcune degne di nota, altre un po' meno. 
Non v'è libro di ricette dolci in cui non se ne riporti una versione. Anche su Le mie passioni Pasticceria & Gastronomia di Paolo Fulgente pubblicato da Chiriotti Editore, se ne ritrova una versione che ho molto apprezzato fin dal nome Torta quasi Sacher quasi a dimostrare che seppure si tratti della ricetta di un grande maestro con oltre cinquant'anni di professione alle spalle non vi è nessuna pretesa di considerare la ricetta l'originale, tanto più che  in questa versione manca proprio la confettura. Sto parlando  comunque di un libro di oltre 400 pagine che raccoglie in più di 500 il bagaglio di esperienze professionali di Paolo Fulgente un grandissimo di Torre del Greco che ha lavorato nei migliori alberghi internazionali. Ricette dolci e salate della tradizione italiana e in particolare di quella partenopea, ma senza tralasciare quelle più famose di cucina estera, spiegate dall'autore con l'amore che ha verso questa materia e che trasuda da ogni pagina del volume. 
Ma torniamo al mio umile rotolo che in precedenza si chiamava Sacher ma da oggi solo quasi Sacher anche perché alla farcia ho aggiunto la panna a ricordo di quel ciuffetto di panna che ti servono all'Hotel Sacher insieme alla fetta di torta.

Ingredienti
Per la pasta biscotto:
70 g di farina
30 g di farina di mandorle
2 cucchiai di cacao amaro
100 g di zucchero
4 uova
Per la farcia:
250 ml di panna
3 g di gelatina
2 cucchiai di zucchero a velo
250 ml di confettura di albicocche*
Per la copertura:
150 g cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua

Preparare la pasta biscotto montando i quattro tuorli con 70 g di zucchero, aggiungere le farine e il cacao. Montare a parte gli albumi con il restante zucchero ed unirli alla preparazione amalgamando con delicatezza. Stendere l’impasto in una teglia rettangolare circa 30 x 40 cm in modo da formare uno strato di un centimetro circa. Se la teglia è di silicone non occorre ungere altrimenti è meglio utilizzare della carta da forno bagnata e strizzata per far si che l’impasto non attacchi. Infornare per 10 min circa.
Tolto il dolce dal forno, quando è ancora caldo arrotolarlo  con l’aiuto di un canovaccio umido e tenerlo in frigo per almeno due ore.

Montare la panna con lo zucchero a velo unirvi la gelatina ammollata, strizzata e sciolta a bagnomaria. Frullare la confettura con 1-2 cucchiai di acqua.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua.
Riprendere il rotolo aprirlo e stendervi uno strato di confettura, coprire con uno strato di panna e richiudere il rotolo. Spalmare la superficie di confettura e glassarla con la crema di cioccolato preparata.
*Ho utilizzato la Fiordifrutta Albicocche Rigoni di Asiago, senza zuccheri aggiunti evita che il dolce risulti stucchevole.

2012-11-14

Un pane che sa di nordico

pane al salmone affumicato
Piatto decoro Dammusi Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Quando penso ai pani di cereali diversi dal grano, a quei pani scuri e profumati dalle forme spesso originali, non posso non pensare ai paesi nordici dove questi pani sono di tradizione e ve n'è un'immensa varietà e cultura in merito. 
Parlando di paesi del nord la mente mi corre alla Germania e ad un libro recentemente pubblicato da Mursia, Fritz misto di Renata Beltrami e Ursula Köhncke, il libro giusto per imparare attraverso le ricette a capire il tedesco (e i tedeschi). Fritto misto perché raccoglie ricette provenienti da ogni angolo di Germania, un vero itinerario linguistico-gastronomico per conoscere e apprezzare la cucina tedesca, troppo spesso ridotta da noi profani a Wurstel, Kartoffeln e Krauti. Un libro che mi ha messo la voglia di mettermi in viaggio per scoprire un paese che di bellezze e golosità da offrire ne ha tante. E nel libro scopro che il pane, das Brot, in Germania è una cosa seria. I tedeschi pare abbiano "una vera e propria ossessione per il pane che si manifesta nel culto della bio-produzione, possibilmente casalinga, con prodotti ecosostenibili e semi provenienti da coltivazioni sicure". Non meno di venti tipi di pane si possono contare in una boutique del pane tedesca, oltre a Brezel e altri prodotti similari di ogni genere e forma prodotti con tante varietà di farina e semi.
In Germania sono un classico le cene a base di pane e salame e si consumano a tavola con forchetta e coltello, le fette di pane rivestite di salumi e guarnito con formaggi cremosi e/o cetrioli o rapanelli non vengono mai coperte con una seconda fetta di pane.
Ecco, il mio pane di oggi realizzato con farina per pane nero ai sette cereali di Molino Spadoni e farcito con fette di gustosissimo salmone norvegese affumicato LaNef e scarola cotta al vapore, mi ha fatto pensare alla cucina del nord. Manca sinceramente solo un accompagnamento di panna acida magari e un bel boccale di birra per considerare questa ricetta oltre frontiera. La birra in realtà non me la sono fatta mancare, ho scelto ancora una volta la Bulan degli Antagonisti e la freschezza tipica del lievito belga impiegato per realizzarla.
Pane nordico al salmone affumicato
Ingredienti:
500 g di farina integrale ai sette cereali
10 g di lievito di birra fresco
280 ml di acqua tiepida
150 g di salmone norvegese affumicato
1/2 cespo di scarola
Preparare l'impasto per il pane miscelando alla farina (già addizionata di sale) l'acqua nella quale sarà stato sciolto il lievito. Lasciar lievitare l'impasto in luogo caldo ben coperto da pellicola per 2 ore circa.
Sfogliare e lavare la scarola, cuocerne le foglie a vapore per pochi minuti, asciugarle il più possibile lasciandole sgocciolare su carta da cucina.
Riprendere l'impasto stenderlo e ricavarne un rettangolo. Adagiarvi sopra il salmone a fette e le foglie di scarola richiudere arrotolando e posizionare il pane in una teglia da plumcake (nel caso in cui si scelga di realizzare mini-plumcake come nel mio caso si dividerà l'impasto in sei rettangolini prima di farcirli e arrotolarli singolarmente) e cuocerlo in forno a 200° per 40-45 minuti circa (i tempi si dimezzeranno nel caso di piccole forme). Provare sempre la cottura con uno stecchino prima di togliere il pane dal forno.

Un pane che sa di nordico

pane al salmone affumicato
Piatto decoro Dammusi Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Quando penso ai pani di cereali diversi dal grano, a quei pani scuri e profumati dalle forme spesso originali, non posso non pensare ai paesi nordici dove questi pani sono di tradizione e ve n'è un'immensa varietà e cultura in merito. 
Parlando di paesi del nord la mente mi corre alla Germania e ad un libro recentemente pubblicato da Mursia, Fritz misto di Renata Beltrami e Ursula Köhncke, il libro giusto per imparare attraverso le ricette a capire il tedesco (e i tedeschi). Fritto misto perché raccoglie ricette provenienti da ogni angolo di Germania, un vero itinerario linguistico-gastronomico per conoscere e apprezzare la cucina tedesca, troppo spesso ridotta da noi profani a Wurstel, Kartoffeln e Krauti. Un libro che mi ha messo la voglia di mettermi in viaggio per scoprire un paese che di bellezze e golosità da offrire ne ha tante. E nel libro scopro che il pane, das Brot, in Germania è una cosa seria. I tedeschi pare abbiano "una vera e propria ossessione per il pane che si manifesta nel culto della bio-produzione, possibilmente casalinga, con prodotti ecosostenibili e semi provenienti da coltivazioni sicure". Non meno di venti tipi di pane si possono contare in una boutique del pane tedesca, oltre a Brezel e altri prodotti similari di ogni genere e forma prodotti con tante varietà di farina e semi.
In Germania sono un classico le cene a base di pane e salame e si consumano a tavola con forchetta e coltello, le fette di pane rivestite di salumi e guarnito con formaggi cremosi e/o cetrioli o rapanelli non vengono mai coperte con una seconda fetta di pane.
Ecco, il mio pane di oggi realizzato con farina per pane nero ai sette cereali di Molino Spadoni e farcito con fette di gustosissimo salmone norvegese affumicato LaNef e scarola cotta al vapore, mi ha fatto pensare alla cucina del nord. Manca sinceramente solo un accompagnamento di panna acida magari e un bel boccale di birra per considerare questa ricetta oltre frontiera. La birra in realtà non me la sono fatta mancare, ho scelto ancora una volta la Bulan degli Antagonisti e la freschezza tipica del lievito belga impiegato per realizzarla.
Pane nordico al salmone affumicato
Ingredienti:
500 g di farina integrale ai sette cereali
10 g di lievito di birra fresco
280 ml di acqua tiepida
150 g di salmone norvegese affumicato
1/2 cespo di scarola
Preparare l'impasto per il pane miscelando alla farina (già addizionata di sale) l'acqua nella quale sarà stato sciolto il lievito. Lasciar lievitare l'impasto in luogo caldo ben coperto da pellicola per 2 ore circa.
Sfogliare e lavare la scarola, cuocerne le foglie a vapore per pochi minuti, asciugarle il più possibile lasciandole sgocciolare su carta da cucina.
Riprendere l'impasto stenderlo e ricavarne un rettangolo. Adagiarvi sopra il salmone a fette e le foglie di scarola richiudere arrotolando e posizionare il pane in una teglia da plumcake (nel caso in cui si scelga di realizzare mini-plumcake come nel mio caso si dividerà l'impasto in sei rettangolini prima di farcirli e arrotolarli singolarmente) e cuocerlo in forno a 200° per 40-45 minuti circa (i tempi si dimezzeranno nel caso di piccole forme). Provare sempre la cottura con uno stecchino prima di togliere il pane dal forno.

2012-11-12

Insalata di mele, pancetta e formaggio

Piatti e tessuto GreenGate
Quando si pensa all'autunno vengono in mente le zuppe e non certo le insalate che associamo per di più al periodo estivo. Tuttavia proprio l'autunno è la stagione più ricca in quanto a varietà di verdura e frutta fresca e secca che maggiormente si addicono alla realizzazione delle insalate. Eccovene un esempio in cui ho unito rucola, lattuga croccante, mela, pancetta, crostini di pane e formaggio Lou Bergier Fattorie Fiandino. Per condire olio, aceto di mele, sale ambrato Gemma di Mare e Glassa al Balsamico Toschi.
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pane casereccio raffermo
1 mela varietà Royal Gala
1/2 cespo di lattuga croccante
1 mazzetto di rucola
150 g di pancetta
150 g di formaggio Lou Bergier
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di glassa al balsamico
sale ambrato o fior di sale


Tagliare a cubetti il pane e rosolarlo in padella con la pancetta a fettine o cubetti. Affettare la lattuga, unire la rucola e la mela con la buccia a fette sottili. Aggiungere all'insalata il formaggio a cubetti e il pane con la pancetta. preparare un'emulsione di olio, aceto di mele e glassa all'aceto e irrorare con essa l'insalata, completare con il sale e servire.
In abbinamento a questa insalata la Birra degli Antagonisti, la Bulan Saison, chiara, profumata e rinfrescante, la stessa di cui vi ho parlato qualche post fa.





Parlando di insalate non posso non segnalarvi un altro dei lavori pervenuti per il contest delle Fattorie Fiandino: Carpaccio di cachi con Lou Blau rucola e nocciole del blog Amara dolcezza, una ricetta semplice in cui i sapori autunnali si sposano alla perfezione con il formaggio erborinato di casa Fiandino.

Insalata di mele, pancetta e formaggio

Piatti e tessuto GreenGate
Quando si pensa all'autunno vengono in mente le zuppe e non certo le insalate che associamo per di più al periodo estivo. Tuttavia proprio l'autunno è la stagione più ricca in quanto a varietà di verdura e frutta fresca e secca che maggiormente si addicono alla realizzazione delle insalate. Eccovene un esempio in cui ho unito rucola, lattuga croccante, mela, pancetta, crostini di pane e formaggio Lou Bergier Fattorie Fiandino. Per condire olio, aceto di mele, sale ambrato Gemma di Mare e Glassa al Balsamico Toschi.
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pane casereccio raffermo
1 mela varietà Royal Gala
1/2 cespo di lattuga croccante
1 mazzetto di rucola
150 g di pancetta
150 g di formaggio Lou Bergier
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di glassa al balsamico
sale ambrato o fior di sale


Tagliare a cubetti il pane e rosolarlo in padella con la pancetta a fettine o cubetti. Affettare la lattuga, unire la rucola e la mela con la buccia a fette sottili. Aggiungere all'insalata il formaggio a cubetti e il pane con la pancetta. preparare un'emulsione di olio, aceto di mele e glassa all'aceto e irrorare con essa l'insalata, completare con il sale e servire.
In abbinamento a questa insalata la Birra degli Antagonisti, la Bulan Saison, chiara, profumata e rinfrescante, la stessa di cui vi ho parlato qualche post fa.





Parlando di insalate non posso non segnalarvi un altro dei lavori pervenuti per il contest delle Fattorie Fiandino: Carpaccio di cachi con Lou Blau rucola e nocciole del blog Amara dolcezza, una ricetta semplice in cui i sapori autunnali si sposano alla perfezione con il formaggio erborinato di casa Fiandino.

2012-11-08

Mele in gabbia insolitamente ripiene

Servizio Impronte verde Wald
Ho preparato una ricetta che ha il sapore dei tempi andati, delle golose mele farcite di crema e panettone all'amarena Loison e nascoste in una gabbia di pasta sfoglia lucidata con gelatina di vaniglia SI.GI. che conferisce alla preparazione un particolare profumo e sapore. Un dolce  indicato per l'ora del tè da godersi insieme alle amiche scambiandosi, come le donne di una volta, consigli per la vita quotidiana, ricette, bon ton e rimedi naturali per la salute. 
Io però il tè l'ho preso da sola leggiucchiando un libro d'altri tempi , in cui ho trovato quanto sopra e tanto altro ancora, Un po' di tutto è il titolo di questa recente pubblicazione di Salani Editore che raccoglie i quaderni di una signora napoletana, al secolo Ida Visocchi, scritti negli anni '30 del '900. I consigli che una madre appuntava, con calligrafia precisa e ordinata per permettere alle sue figlie di ben gestire casa e famiglia. Donna d'altra epoca, rimedi d'altri tempi, alcuni ancora validi e stupendamente attuali, altri sorpassati ed anche un po' ridicoli forse per noi donne moderne. Una pubblicazione dal fascino innegabile che è un prezioso documento storico su come si è costruito il nostro Paese attraverso lo specchio di una famiglia degli anni Trenta e Quaranta. Ben 400 pagine di rari consigli si offrono spontaneamente alla nostra lettura grazie ad Alberta Leone, la nipote dell'autrice cui va il merito di averli dati alle stampe.
C'è un altro piccolo ricettario Molise Radici e Sapori di Nadia Verdile pubblicato da Maria Pacini Fazzi Editore  nella collana I Mangiari, che sembra uscito dallo scaffale della nonna e che mi ha attratto oltre che per l'aspetto anche per il tema, dal momento che di cucina molisana sapevo ben poco. Un librino che raccoglie ricette regionali di primi piatti, carne, pesce, dolci, ma anche marmellate e liquori che sanno d'antico.
Ma ora la mia ricetta
Ingredienti:
3 mele 
1 rotolo di pasta sfoglia
1 cucchiaio di zucchero a velo
100 g di panettone all'amarena Loison
1 tuorlo
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di maizena
125 ml di latte
1 tuorlo e 2 cucchiai di latte per spennellare
gelatina alla vaniglia per completare
Sbucciare e tagliare a metà le mele detorsolarle con lo scavino ed allargare la cavità senza romperle, servendosi dello stesso attrezzo. Cospargerle con lo zucchero a velo sistemarle ben distese in un piatto, coprirle con pellicola e passarle due minuti al microonde alla massima potenza per ammorbidirle. Intanto battere il tuorlo con lo zucchero, unire la maizena e stemperare con il latte bollente continuando a mescolare, versare in un pentolino e portare sul fuoco mescolando finché la crema non si addensa, frullare il panettone (privato della crosta) e amalgamarlo alla crema. Farcire con il composto le mezze mele. Adagiarle sulla sfoglia con il ripieno in basso, pennellarle di gelatina alla vaniglia e richiuderle con la restante sfoglia intagliata a griglia*. Infornare a 200° finché risulteranno ben dorate e prima di servire pennellarle ancora con gelatina alla vaniglia. Non c'è bisogno di dire che un tè alla vaniglia come quello di Twinings ne enfatizza ancor più il gusto.
*Per l'intaglio a griglia ho utilizzat0 il rullo per losanghe Tescoma.


Ho immaginato di invitare un'altra blogger a questo mio tè idealmente ambientato nel passato ed ho scelto Ele di Alice nella cucina delle meraviglie ed i suoi Biscotti al burro salato aromatizzati alla lavanda con i quali partecipa al Contest Fiandino, una bellissima ricetta dal sapore antico.