2013-09-25

Tra boulgur e roveja la mia vendemmia ecologica

Piatti e ciotole  in foglia di palma, posate in legno di betulla, bicchieri acqua in plastica trasparente e tovaglioli in pura ovatta di cellulosa Ecobioshopping
E' con immenso piacere che scrivo il post di oggi, perché nel realizzare la ricetta e l'allestimento mi sono davvero tanto tanto divertita. 
La vendemmia a casa mia è un rito e come ogni rito merita di essere celebrato, trattandosi di un rito che magnifica la natura e la sua ricchezza ho voluto per l'occasione realizzare una ricetta che fosse estremamente rispettosa dell'ambiente e della natura, un piatto a base di prodotti biologici ECOR  boulgur di grano duro integrale, uvetta sultaninaroveja, un legume antico ritrovato. Ho aggiunto melanzana, una manciata di pinoli e un po' di zafferano per rendere il piatto una vera prelibatezza.
Non avrei potuto che scegliere piatti e ciotole in foglia di palma, posate in legno di betulla, bicchieri acqua in plastica trasparente e tovaglioli in pura ovatta di cellulosa Ecobioshopping per portare in tavola tanta naturale delizia. Ho arricchito la tavola con foglie, fiori e frutti di stagione ed ecco il risultato.
E siccome la vendemmia parla già d'autunno e in questo post i colori sono quelli della stagione in corso ho pensato di partecipare con questa mia creazione al contest ATMOSFERE D'AUTUNNO INSIEME A COINCASA indetto da La Cucina Italiana per noi bloggers Special Ambassador.
Ma ora la ricetta di Boulgur e roveja della vendemmia
Ingredienti per 4 persone:
200 g di boulgur integrale
150 g di roveja
1 grossa melanzana violetta
1/2 cipolla bionda
2 cucchiai di pinoli tostati
2 cucchiai di uvetta sultanina
1 bustina di zafferano in polvere
olio extravergine d'oliva
sale e pepe nero q.b.
Ammollare e cuocere la roveja secondo le istruzioni. Spuntare la melanzana e ridurla a cubetti. Versare un fondo d'olio in padella e rosolarvi la cipolla tritata fine e la melanzana, unire la roveja, salare e pepare. Aggiungere al condimento l'uvetta rinvenuta in acqua bollente. Gonfiare il boulgur in acqua bollente salata e colorata con lo zafferano, aggiungere un filo d'olio e sgranare con una forchetta. Amalgamare al boulgur il condimento preparato e aggiungere i pinoli tostati a parte.
In abbinamento con questo piatto un calice di Pinot Grigio Castello di Porcìa, un vino fruttato, elegante, armonico, con sentori di pera che ho trovato perfetto con la roveja e il fondo a base di cipolla e uvetta.

2013-09-23

Per non sbagliare coi piccoli: cagnolini & co.



Il post di oggi si rivolge a nonni, zii e amici di chi ha bambini, insomma a quelle persone che a vario titolo vengono in contatto con i nostri piccoli mostriciattoli e presi dall'ansia di compiacerli, regalano loro giocattoli, libri e gadget che dopo pochi istanti vengono accantonati, preparano loro pietanze che restano sul piatto etc.etc.

Per non sbagliare coi piccoli bisogna ascoltare chi se ne intende e modestamente l'esperienza me la sto facendo sul campo. 




Con i bimbi fino a 5-6 anni con Peppa Pig non si sbaglia mai, capito gente? La buffa maialina rosa con famiglia al seguito risulta sempre gradita. I puzzle i bimbi li adorano ma se vi rivolgete a piccolissimi di 3-4 anni non regalate quelli con 100 piccole tessere, non riusciranno mai a comporli e diventeranno nervosi rifiutando il gioco. Perfetti i maxi puzzle da pavimento con 24 pezzi con tessere giganti come quelli di Lisciani Giochi. Uno dei più nuovi è proprio quello di Peppa Pig che fa il pic-nic con la famiglia. Ottima occasione di gioco e perfetto come spunto per invogliarli al piatto. 

Ottimi anche i libri magnetici, con magnetini da spostare qua e là e anche in questo viene in aiuto Lisciani con Esplorando la casa ed altri simili. I miei figli si divertono a fare delle gare per cercare i magnetini che attacco alla rinfusa sul frigo di casa per poi collocarli nella giusta posizione sul libro.


Mi perdo io stessa sulle pagine di G-Baby e del quadrimestrale Giochi editi da San Paolo: ottime letture, figure da colorare e tante occasioni di gioco utilizzando forbicine, colla, plastilina e vari materiali.
Il mensile G-baby, come vi dissi in altre occasioni, offre anche lo spunto per trasferirsi in cucina, pasticciare insieme e realizzare piatti gradevoli anche per i bambini. Nel numero di Agosto ad esempio di parlava di cuscus che suggerisco davvero con ogni condimento (carne, pesce, legumi, verdure) per i più piccoli, è uno dei pochi piatti che mangiano senza lasciarsi incoraggiare, anche il tacchino tonnato di Settembre è un'idea da sfruttare, io in realtà gli preparo spesso il filettino di maiale tonnato e lo mangiano davvero di gusto. 
Ma se proprio un giorno volete coccolarli e farli felici sul serio, conquistandoli per sempre, vi propongo i cagnolini farciti di wurstel, quando li preparo ai miei figli è davvero una festa. Prima di lasciarvi la ricetta inserisco una piccola nota sui wurstel. Non conosco bambino che non li adori e neppure genitore che resista alla tentazione di facilitarsi un pasto offrendoglieli. Occhio allora a quel che acquistate, sembrano tutti uguali ma facendo un po' di attenzione alla lista ingredienti ci accorgeremo che non è così. Intanto sceglieteli di puro suino per avere garanzia che contengano carne, in quelli di pollo e tacchino finiscono le carcasse degli animali. Fate attenzione alla percentuale di carne presente, più è elevata più il wurstel è di qualità. Mi raccomando poi alla dicitura carne separata meccanicamente,  evitante accuratamente i wurstel sulla cui confezione è riportata.
Ricordate che  il numero degli additivi è inversamente proporzionale alla qualità dei wurstel e badate bene  all'assenza dei polifosfati ovviamente.

Cagnolini con i wurstel
Ingredienti
Per l'impasto:
300 g di farina 00 
25 g di olio extravergine d'oliva
130 g di acqua
12 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale
Per il ripieno:
8-12 wurstel piccoli di puro suino
grani di pepe o chiodi di garofano per decorare
Impastare la farina nella quale è stato miscelato il sale con il lievito sciolto nell'acqua tiepida, unire l'olio e, dopo aver formato una palla, lasciarla riposare coperta per due ore. 
Stendere l'impasto in un rettangolo, ritagliare dei rettangolini e adagiare al centro di ognuno un wurstel, con piccoli pezzetti di pasta formare la coda, le zampine e le orecchie (basterà sistemare sopra la testa un ovale che scenda lungo i lati) aggiungere gli occhietti ed infornare a 200° finché i cagnolini saranno ben dorati.

Per non sbagliare coi piccoli: cagnolini & co.



Il post di oggi si rivolge a nonni, zii e amici di chi ha bambini, insomma a quelle persone che a vario titolo vengono in contatto con i nostri piccoli mostriciattoli e presi dall'ansia di compiacerli, regalano loro giocattoli, libri e gadget che dopo pochi istanti vengono accantonati, preparano loro pietanze che restano sul piatto etc.etc.

Per non sbagliare coi piccoli bisogna ascoltare chi se ne intende e modestamente l'esperienza me la sto facendo sul campo. 




Con i bimbi fino a 5-6 anni con Peppa Pig non si sbaglia mai, capito gente? La buffa maialina rosa con famiglia al seguito risulta sempre gradita. I puzzle i bimbi li adorano ma se vi rivolgete a piccolissimi di 3-4 anni non regalate quelli con 100 piccole tessere, non riusciranno mai a comporli e diventeranno nervosi rifiutando il gioco. Perfetti i maxi puzzle da pavimento con 24 pezzi con tessere giganti come quelli di Lisciani Giochi. Uno dei più nuovi è proprio quello di Peppa Pig che fa il pic-nic con la famiglia. Ottima occasione di gioco e perfetto come spunto per invogliarli al piatto. 

Ottimi anche i libri magnetici, con magnetini da spostare qua e là e anche in questo viene in aiuto Lisciani con Esplorando la casa ed altri simili. I miei figli si divertono a fare delle gare per cercare i magnetini che attacco alla rinfusa sul frigo di casa per poi collocarli nella giusta posizione sul libro.


Mi perdo io stessa sulle pagine di G-Baby e del quadrimestrale Giochi editi da San Paolo: ottime letture, figure da colorare e tante occasioni di gioco utilizzando forbicine, colla, plastilina e vari materiali.
Il mensile G-baby, come vi dissi in altre occasioni, offre anche lo spunto per trasferirsi in cucina, pasticciare insieme e realizzare piatti gradevoli anche per i bambini. Nel numero di Agosto ad esempio di parlava di cuscus che suggerisco davvero con ogni condimento (carne, pesce, legumi, verdure) per i più piccoli, è uno dei pochi piatti che mangiano senza lasciarsi incoraggiare, anche il tacchino tonnato di Settembre è un'idea da sfruttare, io in realtà gli preparo spesso il filettino di maiale tonnato e lo mangiano davvero di gusto. 
Ma se proprio un giorno volete coccolarli e farli felici sul serio, conquistandoli per sempre, vi propongo i cagnolini farciti di wurstel, quando li preparo ai miei figli è davvero una festa. Prima di lasciarvi la ricetta inserisco una piccola nota sui wurstel. Non conosco bambino che non li adori e neppure genitore che resista alla tentazione di facilitarsi un pasto offrendoglieli. Occhio allora a quel che acquistate, sembrano tutti uguali ma facendo un po' di attenzione alla lista ingredienti ci accorgeremo che non è così. Intanto sceglieteli di puro suino per avere garanzia che contengano carne, in quelli di pollo e tacchino finiscono le carcasse degli animali. Fate attenzione alla percentuale di carne presente, più è elevata più il wurstel è di qualità. Mi raccomando poi alla dicitura carne separata meccanicamente,  evitante accuratamente i wurstel sulla cui confezione è riportata.
Ricordate che  il numero degli additivi è inversamente proporzionale alla qualità dei wurstel e badate bene  all'assenza dei polifosfati ovviamente.

Cagnolini con i wurstel
Ingredienti
Per l'impasto:
300 g di farina 00 
25 g di olio extravergine d'oliva
130 g di acqua
12 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale
Per il ripieno:
8-12 wurstel piccoli di puro suino
grani di pepe o chiodi di garofano per decorare
Impastare la farina nella quale è stato miscelato il sale con il lievito sciolto nell'acqua tiepida, unire l'olio e, dopo aver formato una palla, lasciarla riposare coperta per due ore. 
Stendere l'impasto in un rettangolo, ritagliare dei rettangolini e adagiare al centro di ognuno un wurstel, con piccoli pezzetti di pasta formare la coda, le zampine e le orecchie (basterà sistemare sopra la testa un ovale che scenda lungo i lati) aggiungere gli occhietti ed infornare a 200° finché i cagnolini saranno ben dorati.

2013-09-19

Tra giallo e noir la mia Quiche letale

Piatto Easy Life Design, tessuti Busatti
I veleni e la cucina hanno da sempre avuto un legame strettissimo. In moltissimi casi se somministrati nel modo e nelle dosi opportune non lasciano neppure traccia ed i sintomi vengono scambiati per comuni malanni, questo permette all'assassino, legato il più delle volte da stretti rapporti alla vittima, di farla addirittura franca. 
Quanti letali manicaretti sono stati nel corso dei secoli somministrati da devote e innocue signore ad ignare e fiduciose vittime.
Ricette fatali di Katia Brentani  pubblicato da Damster è un libro di curiosità, storie e leggende che ha come protagoniste Donne velenose in cucina, avvelenatrici improvvisate o di professione che hanno lasciato una traccia di sé nella storia. Come non citare Giulia Tofana, la cortigiana giustiziata a Roma nel 1659 per aver venduto più di 600 dosi (causando altrettante vittime) di Acqua di Tofana, lo storico veleno rinascimentale di sua invenzione a base di anidride arseniosa, limature di piombo e antimonio. Il volume, spassoso e colto al contempo, offre diversi spunti per approfondire storie e tecniche in fatto di veleni. Non mancano venefiche ricette e un racconto finale Le ricette della trisavola, velenoso al punto giusto.
Forse non ho avuto mai l'occasione per dirvi che prima di essere un'appassionata di romanzi culinari adoravo immergermi nei gialli. Ovviamente l'investigatrice che più amavo era la vecchina Miss Marple della Christie, adoravo l'aria tutta inglese e demodé che si respirava in quei libri.
Certo l'amore per il giallo e l'intrigo non prescindeva da quello per la cucina, come non ricordare quei tè all'inglese in cui sembrava di esser presenti. Ho ritrovato un  po' della mia autrice preferita, insieme a tanta innovazione nei libri della M.C. Beaton e voglio parlarvi di Agatha Raisin e la quiche letale pubblicato da Astoria. Immersa nella lettura mi sono lasciata affascinare da questa improvvisata ed eccentrica detective cinquantenne dal carattere difficile e dal passato di manager di successo che molla la carriera per trasferirsi in un cottage nel villaggio dei suoi sogni nei Cotswolds. E proprio lei che va avanti a pasti da microonde incapace di preparare alcunché decide di partecipare ad una gara culinaria (con una quiche acquistata a Londra)  per diventare popolare nella nuova comunità. Iniziano i problemi quando  per via della sua quiche un uomo perderà la vita, sarà ingiustamente accusata di aver provocato una morte e giustamente additata per avere imbrogliato. Ma l'attiva e prepotente Agatha si tirerà fuori dai guai regalandoci pagine colme di ironia e leggerezza, intelligenza e sarcasmo. Non vedo l'ora di leggere le successive avventure della Raisin.
Stavo ancora assaporando la quiche letale quando mi è capitato di immergermi in un'altra piacevole lettura noir che ha come sfondo una cucina. Sono riemersa, per una breve pausa solo dopo  le prime 115 pagine.  La ricetta dell'assassino di Anne Holt pubblicato da Einaudi Stile Libero Big è così. Impossibile non restare avvinti alle vite di Hanne Wihelmsen, di Billy T. e dell'intera squadra Omicidi per scoprire come e per mano di chi è morto Brede Ziegler, noto chef di uno dei ristoranti più in a Oslo. 
Un caso singolare, un duplice omicidio perpetrato ai danni della stessa vittima che è stata uccisa con un solo fendente inferto da un pregiato coltello da cucina e del semplice paracetamolo somministrato in dose letale. 440 pagine di adrenalina pura.
Amava il noir anche nonna Mimmy, una nonna fuori dal comune dedita ai racconti di storie di cronaca nera più che alla preparazione di merende. Ce la racconta, tornando bambina, la nipote Gabriella Belisario in Mimmy dei brividi Fritto misto col morto pubblicato da Davide Ghaleb. Un viaggio a ritroso nel tempo per ricostruire  una personalità complessa e affascinante che domina e decide della vita dei discendenti.
La gigantessa e la bambina procedono insieme nel racconto all'ombra di San Pietro e del Vaticano in una Roma d'altri tempi tra un fritto misto che era per nonna Mimmy una sinfonia di sapori e macabri spuntini a base di zampe di gallina o testina d'abbacchio. 
Tra tutto questo giallo e noir ho inserito la mia quiche letale, una pietanza perfetta per nascondere un po' di veleno a voi la ricetta, senza ingrediente segreto ovviamente che la tofana non saprei dove procurarmela.
per la base non ho utilizzato né burro né olio ma solo tahini o burro di sesamo, il tahini  chiaro di Cibocrudo e come risultato ho avuto una brisée croccante e gustosissima. Per il ripieno verdure miste (cicoria, scarola, spinaci), riso originario e del buon Pecorino Romano dop Brunelli per insaporire il tutto.
Quiche letale
Ingredienti
per la base:
200 g di farina 
1 cucchiaino di sale 
100 g di Tahini
1 uovo 
3-4 cucchiai di acqua
per il ripieno:
400 g circa di verdure miste lessate (cicoria, spinaci, scarola)
3 cucchiai di riso originario 
1 uovo
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
4 cucchiai di pecorino grattugiato
1 cucchiaio di pangrattato
Lavorare la farina con il sale e il burro di sesamo aggiungere l'uovo leggermente battuto con l'acqua, formare una palla e lasciar riposare in frigo avvolta in pellicola prima di stenderla. Lessare il riso in acqua con un pizzico di sale. Saltare le verdure con l'aglio e un filo d'olio, eliminare l'aglio ed amalgamare il riso scolato, l'uovo e il pecorino. Stendere la sfoglia in una teglia unta o foderata di carta forno. Bucherellare il fondo e dopo aver distribuito sul fondo il pangrattato, riempirla  con il ripieno di verdure preparato. Cuocere in forno a 170° per 35-40 minuti.

Tra giallo e noir la mia Quiche letale

Piatto Easy Life Design, tessuti Busatti
I veleni e la cucina hanno da sempre avuto un legame strettissimo. In moltissimi casi se somministrati nel modo e nelle dosi opportune non lasciano neppure traccia ed i sintomi vengono scambiati per comuni malanni, questo permette all'assassino, legato il più delle volte da stretti rapporti alla vittima, di farla addirittura franca. 
Quanti letali manicaretti sono stati nel corso dei secoli somministrati da devote e innocue signore ad ignare e fiduciose vittime.
Ricette fatali di Katia Brentani  pubblicato da Damster è un libro di curiosità, storie e leggende che ha come protagoniste Donne velenose in cucina, avvelenatrici improvvisate o di professione che hanno lasciato una traccia di sé nella storia. Come non citare Giulia Tofana, la cortigiana giustiziata a Roma nel 1659 per aver venduto più di 600 dosi (causando altrettante vittime) di Acqua di Tofana, lo storico veleno rinascimentale di sua invenzione a base di anidride arseniosa, limature di piombo e antimonio. Il volume, spassoso e colto al contempo, offre diversi spunti per approfondire storie e tecniche in fatto di veleni. Non mancano venefiche ricette e un racconto finale Le ricette della trisavola, velenoso al punto giusto.
Forse non ho avuto mai l'occasione per dirvi che prima di essere un'appassionata di romanzi culinari adoravo immergermi nei gialli. Ovviamente l'investigatrice che più amavo era la vecchina Miss Marple della Christie, adoravo l'aria tutta inglese e demodé che si respirava in quei libri.
Certo l'amore per il giallo e l'intrigo non prescindeva da quello per la cucina, come non ricordare quei tè all'inglese in cui sembrava di esser presenti. Ho ritrovato un  po' della mia autrice preferita, insieme a tanta innovazione nei libri della M.C. Beaton e voglio parlarvi di Agatha Raisin e la quiche letale pubblicato da Astoria. Immersa nella lettura mi sono lasciata affascinare da questa improvvisata ed eccentrica detective cinquantenne dal carattere difficile e dal passato di manager di successo che molla la carriera per trasferirsi in un cottage nel villaggio dei suoi sogni nei Cotswolds. E proprio lei che va avanti a pasti da microonde incapace di preparare alcunché decide di partecipare ad una gara culinaria (con una quiche acquistata a Londra)  per diventare popolare nella nuova comunità. Iniziano i problemi quando  per via della sua quiche un uomo perderà la vita, sarà ingiustamente accusata di aver provocato una morte e giustamente additata per avere imbrogliato. Ma l'attiva e prepotente Agatha si tirerà fuori dai guai regalandoci pagine colme di ironia e leggerezza, intelligenza e sarcasmo. Non vedo l'ora di leggere le successive avventure della Raisin.
Stavo ancora assaporando la quiche letale quando mi è capitato di immergermi in un'altra piacevole lettura noir che ha come sfondo una cucina. Sono riemersa, per una breve pausa solo dopo  le prime 115 pagine.  La ricetta dell'assassino di Anne Holt pubblicato da Einaudi Stile Libero Big è così. Impossibile non restare avvinti alle vite di Hanne Wihelmsen, di Billy T. e dell'intera squadra Omicidi per scoprire come e per mano di chi è morto Brede Ziegler, noto chef di uno dei ristoranti più in a Oslo. 
Un caso singolare, un duplice omicidio perpetrato ai danni della stessa vittima che è stata uccisa con un solo fendente inferto da un pregiato coltello da cucina e del semplice paracetamolo somministrato in dose letale. 440 pagine di adrenalina pura.
Amava il noir anche nonna Mimmy, una nonna fuori dal comune dedita ai racconti di storie di cronaca nera più che alla preparazione di merende. Ce la racconta, tornando bambina, la nipote Gabriella Belisario in Mimmy dei brividi Fritto misto col morto pubblicato da Davide Ghaleb. Un viaggio a ritroso nel tempo per ricostruire  una personalità complessa e affascinante che domina e decide della vita dei discendenti.
La gigantessa e la bambina procedono insieme nel racconto all'ombra di San Pietro e del Vaticano in una Roma d'altri tempi tra un fritto misto che era per nonna Mimmy una sinfonia di sapori e macabri spuntini a base di zampe di gallina o testina d'abbacchio. 
Tra tutto questo giallo e noir ho inserito la mia quiche letale, una pietanza perfetta per nascondere un po' di veleno a voi la ricetta, senza ingrediente segreto ovviamente che la tofana non saprei dove procurarmela.
per la base non ho utilizzato né burro né olio ma solo tahini o burro di sesamo, il tahini  chiaro di Cibocrudo e come risultato ho avuto una brisée croccante e gustosissima. Per il ripieno verdure miste (cicoria, scarola, spinaci), riso originario e del buon Pecorino Romano dop Brunelli per insaporire il tutto.
Quiche letale
Ingredienti
per la base:
200 g di farina 
1 cucchiaino di sale 
100 g di Tahini
1 uovo 
3-4 cucchiai di acqua
per il ripieno:
400 g circa di verdure miste lessate (cicoria, spinaci, scarola)
3 cucchiai di riso originario 
1 uovo
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
4 cucchiai di pecorino grattugiato
1 cucchiaio di pangrattato
Lavorare la farina con il sale e il burro di sesamo aggiungere l'uovo leggermente battuto con l'acqua, formare una palla e lasciar riposare in frigo avvolta in pellicola prima di stenderla. Lessare il riso in acqua con un pizzico di sale. Saltare le verdure con l'aglio e un filo d'olio, eliminare l'aglio ed amalgamare il riso scolato, l'uovo e il pecorino. Stendere la sfoglia in una teglia unta o foderata di carta forno. Bucherellare il fondo e dopo aver distribuito sul fondo il pangrattato, riempirla  con il ripieno di verdure preparato. Cuocere in forno a 170° per 35-40 minuti.

2013-09-15

Pomodori secchi con capperi e acciughe

Padella linea Scala di BergHOFF Italia, canovaccio Busatti
Non mi ero mai soffermata sul potere della natura e di alcune sostanze sulla conservazione degli alimenti. La cosa mi stupisce perché sin da piccola ho visto essiccare pomodori, fichi, peperoni, salare capperi e acciughe, trasformare le arance e le ciliegie in succulenta marmellata, i pomodori in rossa salsa da utilizzare tutto l'inverno e la carne di maiale in sostanziosi e sapidi salumi. Eppure proprio perché si tratta di gesti consueti non avevo mai riflettuto sulla grandiosità di questi fenomeni.
L'ho fatto con Sole sale vento fuoco, il libro di Carlo G. Valli sull'antica arte del conservare il cibo pubblicato da Cierre edizioni. Memorie, pratiche, vecchi sapori e ricette ci vengono trasmesse dall'autore in modo semplice e divulgativo.
La categoria dei conservati ha storicamente occupato una posizione di rilievo nel panorama nutrizionale ma se in passato è stata la necessità a far scoprire ed affinare le tecniche conserviere che oggi conosciamo ed utilizziamo è innegabile che questi piccoli miracoli gastronomici, diventati cibi importanti, noti e pregiati, sono oggi al servizio di tutti, forse ancora più che in passato, dal momento che è la stessa industria a metterli a disposizione rendendoli di facile reperimento. Carne, Pesce,Vegetali, Frutta, Latte e Uova ad ogni alimento è dedicata una sezione del libro e per ognuno di essi la storia e i metodi tradizionali di conservazione. Insomma un libro che fa cultura e che mi ha fatto pensare alla grandezza della natura e alla bontà di quelle che erano a torto considerate come "pietanze di mortificazione".
I buoni propositi sono quelli di sfruttare al meglio ciò che la natura ha da offrire, l'abbondanza dei raccolti va rispettata e il termine della stagione estiva è proprio il periodo più giusto per la preparazione di diverse conserve. 
La voglia è quella di riscoprire ricette dimenticate e di proporne, perché no, di nuove. 
Natale non è neppure lontano e chissà magari che non si possa farne dei doni graditi che non incidano troppo sul bilancio familiare.
Avallano il mio desiderio di riscoprirmi formichina due nuove pubblicazioni di Vallardi nella collana SuperManuali entrambi di Cinzia Gambassi.
Verdure sottovetro è dedicato alla conservazione degli ortaggi, ogni stagione ha i suoi e così dall'aglio alle zucchine l'autrice ci offre tutte le soluzioni per conservare ogni ortaggio. 40 verdure e oltre 160 metodi di conservazione. Sott'olio, sottaceto, in salamoia, essiccate, in agrodolce tantissime sono le conserve proposte dal libro e molte le ricette infallibili per utilizzarle. Non mancano giardiniere e chutney, aceti e olii aromatici in linea con le più nuove tendenze.
Marmellandia è un universo di conserve golose. Frutta, verdura, erbe e fiori profumati danno luogo a 249 confetture e marmellate a regola d'arte, gelatine, creme, mieli, mostarde, chutney, frutti canditi o brinati, frutti essiccati o secchi, marron glacés, mousse, gelati, semifreddi...i migliori abbinamenti e tante preparazioni per utilizzare le conserve in modo ancora più goloso.
Ma adesso i miei Pomodori secchi con capperi e acciughe una vera golosità che vi consiglio di abbinare con l'uovo al tegamino, magari adagiato sopra una fetta di pane (col buco centrale, per permettere contestualmente all'uovo di cuocere e al pane di dorarsi) oppure in un panino gourmet con aggiunta di prosciutto crudo.
Presina Busatti, forchetta Wald
Ingredienti: 
pomodori essiccati
capperi e acciughe sotto sale
foglie di mentuccia fresca
aglio
olio extravergine d'oliva
Condire i pomodori, dopo averli lavati con acqua e aceto e asciugati a dovere, con olio, pezzetti d'aglio e foglioline di menta. Alternare in barattolo strati di pomodoro con filetti d'acciuga e capperi dissalati. Colmare il barattolo con olio, tappare e conservare (se ci riuscite) in luogo fresco e asciutto. Una volta aperto il barattolo conservare in frigo o colmare nuovamente d'olio e riporre in dispensa.
Marmellandia, Verdure sottovetro e Sole sale vento fuoco sono acquistabili su Amazon con il 15% di sconto.

Pomodori secchi con capperi e acciughe

Padella linea Scala di BergHOFF Italia, canovaccio Busatti
Non mi ero mai soffermata sul potere della natura e di alcune sostanze sulla conservazione degli alimenti. La cosa mi stupisce perché sin da piccola ho visto essiccare pomodori, fichi, peperoni, salare capperi e acciughe, trasformare le arance e le ciliegie in succulenta marmellata, i pomodori in rossa salsa da utilizzare tutto l'inverno e la carne di maiale in sostanziosi e sapidi salumi. Eppure proprio perché si tratta di gesti consueti non avevo mai riflettuto sulla grandiosità di questi fenomeni.
L'ho fatto con Sole sale vento fuoco, il libro di Carlo G. Valli sull'antica arte del conservare il cibo pubblicato da Cierre edizioni. Memorie, pratiche, vecchi sapori e ricette ci vengono trasmesse dall'autore in modo semplice e divulgativo.
La categoria dei conservati ha storicamente occupato una posizione di rilievo nel panorama nutrizionale ma se in passato è stata la necessità a far scoprire ed affinare le tecniche conserviere che oggi conosciamo ed utilizziamo è innegabile che questi piccoli miracoli gastronomici, diventati cibi importanti, noti e pregiati, sono oggi al servizio di tutti, forse ancora più che in passato, dal momento che è la stessa industria a metterli a disposizione rendendoli di facile reperimento. Carne, Pesce,Vegetali, Frutta, Latte e Uova ad ogni alimento è dedicata una sezione del libro e per ognuno di essi la storia e i metodi tradizionali di conservazione. Insomma un libro che fa cultura e che mi ha fatto pensare alla grandezza della natura e alla bontà di quelle che erano a torto considerate come "pietanze di mortificazione".
I buoni propositi sono quelli di sfruttare al meglio ciò che la natura ha da offrire, l'abbondanza dei raccolti va rispettata e il termine della stagione estiva è proprio il periodo più giusto per la preparazione di diverse conserve. 
La voglia è quella di riscoprire ricette dimenticate e di proporne, perché no, di nuove. 
Natale non è neppure lontano e chissà magari che non si possa farne dei doni graditi che non incidano troppo sul bilancio familiare.
Avallano il mio desiderio di riscoprirmi formichina due nuove pubblicazioni di Vallardi nella collana SuperManuali entrambi di Cinzia Gambassi.
Verdure sottovetro è dedicato alla conservazione degli ortaggi, ogni stagione ha i suoi e così dall'aglio alle zucchine l'autrice ci offre tutte le soluzioni per conservare ogni ortaggio. 40 verdure e oltre 160 metodi di conservazione. Sott'olio, sottaceto, in salamoia, essiccate, in agrodolce tantissime sono le conserve proposte dal libro e molte le ricette infallibili per utilizzarle. Non mancano giardiniere e chutney, aceti e olii aromatici in linea con le più nuove tendenze.
Marmellandia è un universo di conserve golose. Frutta, verdura, erbe e fiori profumati danno luogo a 249 confetture e marmellate a regola d'arte, gelatine, creme, mieli, mostarde, chutney, frutti canditi o brinati, frutti essiccati o secchi, marron glacés, mousse, gelati, semifreddi...i migliori abbinamenti e tante preparazioni per utilizzare le conserve in modo ancora più goloso.
Ma adesso i miei Pomodori secchi con capperi e acciughe una vera golosità che vi consiglio di abbinare con l'uovo al tegamino, magari adagiato sopra una fetta di pane (col buco centrale, per permettere contestualmente all'uovo di cuocere e al pane di dorarsi) oppure in un panino gourmet con aggiunta di prosciutto crudo.
Presina Busatti, forchetta Wald
Ingredienti: 
pomodori essiccati
capperi e acciughe sotto sale
foglie di mentuccia fresca
aglio
olio extravergine d'oliva
Condire i pomodori, dopo averli lavati con acqua e aceto e asciugati a dovere, con olio, pezzetti d'aglio e foglioline di menta. Alternare in barattolo strati di pomodoro con filetti d'acciuga e capperi dissalati. Colmare il barattolo con olio, tappare e conservare (se ci riuscite) in luogo fresco e asciutto. Una volta aperto il barattolo conservare in frigo o colmare nuovamente d'olio e riporre in dispensa.
Marmellandia, Verdure sottovetro e Sole sale vento fuoco sono acquistabili su Amazon con il 15% di sconto.

2013-09-12

Greche ispirazioni: melanzane ripiene di riso in guazzetto di mare

Piatto linea Nautica Rosa dei Venti Cartaffini 
Sole, vento, mare, villaggi bianco-azzurri e suggestioni mitologiche, ecco le immagini che affiorano alla mente pensando alla Grecia.
Mussakà, Zaziki, Pita e ricche insalate con feta e olive, la cucina greca non è solo queste poche ricette ad uso e consumo dei turisti. 
Certo "la cucina greca tradizionale assomiglia al suo paese d'origine: non è vastissima, è passabilmente rustica, molto mediterranea e gentilmente orientale" come ci insegna Jean-Michel Carasso nel suo La cucina greca edito da Ponte alle Grazie nella collana Il lettore goloso e in vendita su Amazon.
Ho scoperto attraverso il libro che i greci non mangiano solo carne e melanzane, dolci zuccherosi e feta. 
Ho scoperto che le verdure amano farcirle anche con il riso e mi sono incuriosita davanti a una ricetta di cozze con aglio e Ouzo, il noto aperitivo locale a base di anice. 
Ho capito come mai in tutte le gastronomie greche si trovano barattoli di colorata frutta immersa in denso sciroppo di zucchero. Pare che un'antica usanza preveda di servire all'ospite il glikò tù kutaliù, questa confettura al cucchiaio, in minuscoli piattini, accompagnato da una tazzina di caffè  e un bicchiere di acqua ghiacciata come simbolo di ospitalità.
Ho girato e rigirato tra le mie mani questo  goloso libro, un vero trattato di gastronomia greca oltre che un completo ricettario di sapori mediterranei, in cui anche l'immagine di copertina evoca ricordi e alimenta sogni.
Ho colto qua e là tra le pagine del volume e, fortemente ispirata, ho realizzato una ricetta in cui ho farcito di riso le melanzane cotte al forno e le ho servite con un guazzetto che ha il profumo del mare.
Melanzane ripiene di riso in guazzetto di mare
Ingredienti per 4 persone
2 grosse melanzane 
200 g di riso basmati
olio extravergine d'oliva*
1/2 cipolla
2 spicchi d'aglio
2 pomodori
1 kg di cozze
1/2 kg di gamberi
prezzemolo
rosmarino
1 peperoncino
sale
Mettere in una pentola il riso con 350 ml di acqua, un cucchiaio di olio e un pizzico di sale, portare a bollore e cuocere 6-7 minuti. Coprire e lasciar riposare a fuoco spento per altri 20 minuti. tagliare a metà le melanzane, lasciandovi attaccato il picciolo, incidere a griglia la polpa, irrorarle con olio e porle con la polpa rivolta in basso su una teglia. Infornare a 180° per 20-25 minuti. Raschiare la polpa dalle melanzane facendo attenzione a serbare integre le bucce. Triturare la polpa e saltarla in padella con 1 spicchio d'aglio e un rametto di rosmarino, unirvi anche il riso. Farcire con il composto le barchette di melanzana e infornarle 10-15 minuti prima di servile con il guazzetto di mare. Preparare un soffritto di aglio, olio, peperoncino e prezzemolo tritato, unirvi i pomodori pelati e spezzettati e le code di gambero già pulite. Aggiungere le cozze già aperte in un tegame a parte e private di parte dei gusci, unire un po' di acqua delle cozze ben filtrata e amalgamare il tutto per un paio di minuti a fuoco vivace. Eliminare l'aglio e servire il guazzetto con le melanzane preparate.
* per la realizzazione della ricetta ho utilizzato Olio Dante ConDisano, arricchito di vitamina D.

Consiglio di servire questo piatto con un Rosato Castello di Porcìa un vino morbido e armonico dal bouquet fruttato e floreale, anche i greci di sicuro approverebbero.