2015-01-15

Patate finger-food gratinate al salmone e pepe verde, omaggio a Paolo Marchi

Ciotoline Atmosfera Italiana
Perché questo omaggio a Paolo Marchi? Semplicemente perché lo ritengo un profondo conoscitore del buon cibo e per questo  l'ho sempre ammirato e poi perché dopo aver letto il suo ultimo libro lo ammiro ancor di più.
XXL 50 Piatti che hanno allargato la mia vita è il titolo del lavoro pubblicato da Mondadori che si propone al 90% come narrazione e al 10% quale ricettario per riprendere la suddivisione che ne fa Oscar Farinetti nell'introduzione. 60 anni narrati in 50 storie collegate a 50 ricette che gli hanno cambiato la vita...e il girovita. La storia della cucina italiana raccontata attraverso quella della sua vita, delle sue esperienze e avventure e della convivialità che sempre l'ha contraddistinta. 
Un libro godibilissimo e pieno di emozioni narrato magistralmente da uno dei più grandi protagonisti del "pianeta gola".
Mi sono un po' commossa riconoscendomi nel bambino goloso e curioso che era Marchi, divenuto poi profondo conoscitore del cibo e spero in qualche modo di continuare a crescere anch'io in questo settore che amo ma ahimè mi auguro onestamente di non proseguire nella  crescita del girovita seppure anch'io sia sulla buona strada.
Perché ho scelto questo piatto per omaggiare Paolo Marchi? Perché lo vedo godurioso, da veri gourmet.
Di antipasti con salmone ne abbiamo piene le scatole tuttavia questo lo ritengo un caso a sé. E' un piccolo assaggio che appaga anche i palati più esigenti. In parole povere se avessi invitato a pranzo Marchi il mio benvenuto sarebbe stato questo con un bicchiere di Prestige Lugana D.O.P.Cà Maiol delle Cantine Provenza, prodotto con uve Trebbiano di Lugana,  un vino piacevole e morbido con un finale minerale perfetto per crostacei e frutti di mare.
Patate finger-food gratinate al salmone e pepe verde
Ingredienti:
12 piccole patate (5 cm diametro
100 g di salmone affumicato*
100 g di formaggio brie
1 cucchiaino di pepe verde in salomoia
150 g di besciamella
sale
12 code di mazzancolle
il succo di mezzo limone
2 cucchiai di olio
Lessare per 15 minuti le patate con la buccia dopo averla ben pulita. Condire le code di mazzancolle private del guscio ma con la coda, con sale, olio e succo di limone. Tagliare la calotta superiore e facendo molta attenzione (viste le ridotte dimensioni) toglierne la polpa con l'aiuto di uno scavino, raccoglierla in una ciotola, schiacciarla con la forchetta e amalgamarvi il brie a cubetti, il pepe verde e il salmone a pezzetti (per economia anche dei ritagli di salmone andrebbero bene) regolare di sale e farcire con il composto le patate scavate, laccare la superficie con poca besciamella e infornare a 190° finché inizieranno a dorare, solo allora aggiungere le code di mazzancolle, infilzandone una a patata e proseguire altri pochi minuti con la gratinatura. Servire ben calde.
* Ho utilizzato Salmone scozzese al Whisky Fjord

Patate finger-food gratinate al salmone e pepe verde, omaggio a Paolo Marchi

Ciotoline Atmosfera Italiana
Perché questo omaggio a Paolo Marchi? Semplicemente perché lo ritengo un profondo conoscitore del buon cibo e per questo  l'ho sempre ammirato e poi perché dopo aver letto il suo ultimo libro lo ammiro ancor di più.
XXL 50 Piatti che hanno allargato la mia vita è il titolo del lavoro pubblicato da Mondadori che si propone al 90% come narrazione e al 10% quale ricettario per riprendere la suddivisione che ne fa Oscar Farinetti nell'introduzione. 60 anni narrati in 50 storie collegate a 50 ricette che gli hanno cambiato la vita...e il girovita. La storia della cucina italiana raccontata attraverso quella della sua vita, delle sue esperienze e avventure e della convivialità che sempre l'ha contraddistinta. 
Un libro godibilissimo e pieno di emozioni narrato magistralmente da uno dei più grandi protagonisti del "pianeta gola".
Mi sono un po' commossa riconoscendomi nel bambino goloso e curioso che era Marchi, divenuto poi profondo conoscitore del cibo e spero in qualche modo di continuare a crescere anch'io in questo settore che amo ma ahimè mi auguro onestamente di non proseguire nella  crescita del girovita seppure anch'io sia sulla buona strada.
Perché ho scelto questo piatto per omaggiare Paolo Marchi? Perché lo vedo godurioso, da veri gourmet.
Di antipasti con salmone ne abbiamo piene le scatole tuttavia questo lo ritengo un caso a sé. E' un piccolo assaggio che appaga anche i palati più esigenti. In parole povere se avessi invitato a pranzo Marchi il mio benvenuto sarebbe stato questo con un bicchiere di Prestige Lugana D.O.P.Cà Maiol delle Cantine Provenza, prodotto con uve Trebbiano di Lugana,  un vino piacevole e morbido con un finale minerale perfetto per crostacei e frutti di mare.
Patate finger-food gratinate al salmone e pepe verde
Ingredienti:
12 piccole patate (5 cm diametro
100 g di salmone affumicato*
100 g di formaggio brie
1 cucchiaino di pepe verde in salomoia
150 g di besciamella
sale
12 code di mazzancolle
il succo di mezzo limone
2 cucchiai di olio
Lessare per 15 minuti le patate con la buccia dopo averla ben pulita. Condire le code di mazzancolle private del guscio ma con la coda, con sale, olio e succo di limone. Tagliare la calotta superiore e facendo molta attenzione (viste le ridotte dimensioni) toglierne la polpa con l'aiuto di uno scavino, raccoglierla in una ciotola, schiacciarla con la forchetta e amalgamarvi il brie a cubetti, il pepe verde e il salmone a pezzetti (per economia anche dei ritagli di salmone andrebbero bene) regolare di sale e farcire con il composto le patate scavate, laccare la superficie con poca besciamella e infornare a 190° finché inizieranno a dorare, solo allora aggiungere le code di mazzancolle, infilzandone una a patata e proseguire altri pochi minuti con la gratinatura. Servire ben calde.
* Ho utilizzato Salmone scozzese al Whisky Fjord

2015-01-12

Assaggi gourmet

Piattini Atmosfera Italiana
Certo a furia di assaggiarne di piatti e di leggerne di libri sui grandi chef, il gusto si affina e il palato diventa più esigente; non nascondo di divertirmi molto poi in cucina soprattutto nel mettere in pratica dei piccoli assaggi finger food per stuzzicare il palato e rivivere  magari un'emozione provata in un locale o semplicemente sognata attraverso le pagine di un libro.
Nel mio ultimo percorso del gusto come sapete mi sono fermata alla Trattoria Casalnuovo, dopo aver un po' chiacchierato dei piatti lo chef mi ha omaggiata della sua composta di cipolle di Tropea di un colore rosso quasi fuxia brillante e con un profumo dolce di cipolla inebriante, l'avevo apprezzata nel suo benvenuto con la carne salada e il pecorino crotonese ma in mancanza degli ingredienti originali l'ho abbinata a mio modo traendone un finger food che è molto piaciuto ai miei commensali (io so che il merito va a quella composta ma anche un po' al mio modo di utilizzarla). Questo per dirvi di non fermarvi davanti a una ricetta costruita con elementi che non sono a vostra disposizione perché è proprio la sostituzione e la personalizzazione che a volte danno risultati inaspettati.
Le monografie sui grandi chef le trovo particolarmente interessanti, seppure io non sia mai davvero riuscita a replicare per intero una ricetta devo dire che ho imparato tanto in fatto di accostamenti e presentazione, si tratta spesso di elaborazioni complesse da cui poter ricavare magari la ricetta di una salsa, di una crema o di una composta per guarnire e magari impreziosire una domestica preparazione o magari dove poter apprendere un nuovo metodo di cottura o un modo alternativo di accostare un qualche ingrediente che di consueto utilizziamo.
A Marco Gullotta e Giulio Terrinoni sono dedicate due monografie della collana Orme Chef a cura di Valeria Arnaldi per Orme Editori che si arricchisce di sempre di nuovi contributi.
Di Giulio Terrinoni ebbi modo di conoscerlo attraverso un altro libro.  Marco Gallotta ho iniziato ad apprezzarlo adesso restando affascinata dalla sua personale lettura e rilettura del passato all’insegna della creatività e dell’attenzione al territorio per quella che lui stesso definisce una “sinfonia” della tradizione italiana, tra terra e mare.
I ritmi del mare L'alta Cucina di Pesce di Giulio Terrinoni e La tradizione come opportunità. Le sinfonie in cucina di Marco Gallotta sono i titoli di queste due monografie che foglio da mesi  con un senso di vorrei ma non posso e onestamente non so se mai potrò o vorrò, però è bello pensare che con le istruzioni dettagliare fornite dalle ricette si possa mettere in pratica quanto insegnato dagli chef che ci rivelano la loro vita, il loro mestiere, la loro filosofia.
Con Alice...e i nati per soffriggere di Viviana Varese e Alessandra Ciciriello pubblicato da Gribaudo ho avuto la medesima sensazione. Un libro meraviglioso e completo sulla cucina del ristorante Alice rinnovato nella nuova location di Eataly Milano Smeraldo. Un libro in cui oltre alle ricette da chef ve ne sono altre più accessibili realizzate dallo staff del ristorante che risultano nondimeno invitanti.  Guardo con incanto le ricette che la chef propone ad Alice Ristorante come la zuppetta  Rosemary's ceci e mi prometto di rifarla ma tra olio al rosmarino con estratto della pianta da produrre in casa e brodo intenso di calamaretti disposti con arte, difficilmente mi cimenterò. Resta inteso che pure un profano può cogliere il buono e metterlo in pratica ho capito ad esempio (anche se in effetti lo sapevo già da tempo) che i calamari con i ceci e il rosmarino ci vanno a nozze e allora chissà magari non farò la Rosemary's ceci ma una vellutata di ceci con calamari aromatizzata al rosmarino ci scappa facilmente una sera comune e già potrò dirmi soddisfatta di quanto questi libri mi hanno insegnata e ogni tanto li sfoglio per trovare ispirazione o semplicemente per abituare l'occhio al bello.
Non occorrono ricette per cucinare i piatti freddi, tuttavia vi dico cosa vi occorre e come ho messo insieme i miei
Bocconcini di bresaola e composta di cipolla di Tropea
12 fette di bresaola
12 cubetti di scamorza
12 olive verdi schiacciate
composta di cipolle di Tropea
Avvolgere la scamorza nella bresaola, completare con un'oliva e un po' di composta di cipolle.

Assaggi gourmet

Piattini Atmosfera Italiana
Certo a furia di assaggiarne di piatti e di leggerne di libri sui grandi chef, il gusto si affina e il palato diventa più esigente; non nascondo di divertirmi molto poi in cucina soprattutto nel mettere in pratica dei piccoli assaggi finger food per stuzzicare il palato e rivivere  magari un'emozione provata in un locale o semplicemente sognata attraverso le pagine di un libro.
Nel mio ultimo percorso del gusto come sapete mi sono fermata alla Trattoria Casalnuovo, dopo aver un po' chiacchierato dei piatti lo chef mi ha omaggiata della sua composta di cipolle di Tropea di un colore rosso quasi fuxia brillante e con un profumo dolce di cipolla inebriante, l'avevo apprezzata nel suo benvenuto con la carne salada e il pecorino crotonese ma in mancanza degli ingredienti originali l'ho abbinata a mio modo traendone un finger food che è molto piaciuto ai miei commensali (io so che il merito va a quella composta ma anche un po' al mio modo di utilizzarla). Questo per dirvi di non fermarvi davanti a una ricetta costruita con elementi che non sono a vostra disposizione perché è proprio la sostituzione e la personalizzazione che a volte danno risultati inaspettati.
Le monografie sui grandi chef le trovo particolarmente interessanti, seppure io non sia mai davvero riuscita a replicare per intero una ricetta devo dire che ho imparato tanto in fatto di accostamenti e presentazione, si tratta spesso di elaborazioni complesse da cui poter ricavare magari la ricetta di una salsa, di una crema o di una composta per guarnire e magari impreziosire una domestica preparazione o magari dove poter apprendere un nuovo metodo di cottura o un modo alternativo di accostare un qualche ingrediente che di consueto utilizziamo.
A Marco Gullotta e Giulio Terrinoni sono dedicate due monografie della collana Orme Chef a cura di Valeria Arnaldi per Orme Editori che si arricchisce di sempre di nuovi contributi.
Di Giulio Terrinoni ebbi modo di conoscerlo attraverso un altro libro.  Marco Gallotta ho iniziato ad apprezzarlo adesso restando affascinata dalla sua personale lettura e rilettura del passato all’insegna della creatività e dell’attenzione al territorio per quella che lui stesso definisce una “sinfonia” della tradizione italiana, tra terra e mare.
I ritmi del mare L'alta Cucina di Pesce di Giulio Terrinoni e La tradizione come opportunità. Le sinfonie in cucina di Marco Gallotta sono i titoli di queste due monografie che foglio da mesi  con un senso di vorrei ma non posso e onestamente non so se mai potrò o vorrò, però è bello pensare che con le istruzioni dettagliare fornite dalle ricette si possa mettere in pratica quanto insegnato dagli chef che ci rivelano la loro vita, il loro mestiere, la loro filosofia.
Con Alice...e i nati per soffriggere di Viviana Varese e Alessandra Ciciriello pubblicato da Gribaudo ho avuto la medesima sensazione. Un libro meraviglioso e completo sulla cucina del ristorante Alice rinnovato nella nuova location di Eataly Milano Smeraldo. Un libro in cui oltre alle ricette da chef ve ne sono altre più accessibili realizzate dallo staff del ristorante che risultano nondimeno invitanti.  Guardo con incanto le ricette che la chef propone ad Alice Ristorante come la zuppetta  Rosemary's ceci e mi prometto di rifarla ma tra olio al rosmarino con estratto della pianta da produrre in casa e brodo intenso di calamaretti disposti con arte, difficilmente mi cimenterò. Resta inteso che pure un profano può cogliere il buono e metterlo in pratica ho capito ad esempio (anche se in effetti lo sapevo già da tempo) che i calamari con i ceci e il rosmarino ci vanno a nozze e allora chissà magari non farò la Rosemary's ceci ma una vellutata di ceci con calamari aromatizzata al rosmarino ci scappa facilmente una sera comune e già potrò dirmi soddisfatta di quanto questi libri mi hanno insegnata e ogni tanto li sfoglio per trovare ispirazione o semplicemente per abituare l'occhio al bello.
Non occorrono ricette per cucinare i piatti freddi, tuttavia vi dico cosa vi occorre e come ho messo insieme i miei
Bocconcini di bresaola e composta di cipolla di Tropea
12 fette di bresaola
12 cubetti di scamorza
12 olive verdi schiacciate
composta di cipolle di Tropea
Avvolgere la scamorza nella bresaola, completare con un'oliva e un po' di composta di cipolle.

2015-01-09

Cubi di guancia brasata alla birra con crema di fondo e gelatina alla birra


Spesso vi parlo di Eccellenze italiane, buoni prodotti della nostra penisola realizzati da persone che amano quel che fanno e di questo sono orgogliosa ma non nascondo il maggior orgoglio che provo quando una di queste eccellenze proviene dalla mia Calabria che amo e vivo quotidianamente, trovo si tratti di un messaggio di speranza di cui far tesoro tutti ma in particolare noi che abbiamo comunque avuto il coraggio di scegliere di restare in questa terra ostile che sembra regalare poco a chi la ama.
Voglio raccontarvi una storia di caparbietà e ostinazione tipicamente calabrese di un ragazzo che poteva fare altro, andarsene dalla Calabria come molti suoi coetanei o restare e semplicemente produrre olio o arance e clementine ma che ha deciso invece di investire in qualcosa di sconosciuto qui da noi.
Ha messo su una piccola azienda per produrre buona birra artigianale nella sua Strongoli (KR). Parlo di Gianfranco Blandino e del suo omonimo birrificio. Dal 2013 è attivo il Birrificio Blandino con la produzione di birre non pastorizzate e non filtrate, prodotte in modo tradizionale e fermentate in bottiglia senza additivi.
Ho utilizzato la Blandino Amedeus doppio malto con miele di castagno per brasare una guancia di vitellone che ho servito a cubotti con il fondo di cottura reso cremoso con l'aggiunta della patata e la gelatina alla birra, davvero una chicca in questa inedita versione calabrese al peperoncino. 
Cubi di guancia brasata alla birra con crema di fondo e gelatina alla birra
Ingredienti:
1 guancia di vitellone
1 cucchiaio di farina
1 carota
1 costa di sedano
1/2 cipolla bionda
1/2 spicchio d'aglio
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 dl di birra doppio malto
rosmarino
alloro
sale e pepe
1 patata lessa
gelatina alla birra
Tritare la cipolla e tagliare a dadi sedano e carota, passare la guancia nella farina e rosolarla con le verdure, un filo d'olio, l'aglio, una foglia d'alloro e un rametto di rosmarino. Salare, pepare e sfumare con la birra, aggiungere un bicchiere d'acqua e cuocere a fuoco moderato per un'ora dal bollore. Tagliare a cubi la guancia, passare il fondo ristretto e frullare quanto ottenuto insieme alla patata lessa e un filo d'olio. Distribuire la crema nei bicchierini, posizionare sopra la carne e completare con un cucchiaino di gelatina alla birra. Servire ben caldo.

Cubi di guancia brasata alla birra con crema di fondo e gelatina alla birra


Spesso vi parlo di Eccellenze italiane, buoni prodotti della nostra penisola realizzati da persone che amano quel che fanno e di questo sono orgogliosa ma non nascondo il maggior orgoglio che provo quando una di queste eccellenze proviene dalla mia Calabria che amo e vivo quotidianamente, trovo si tratti di un messaggio di speranza di cui far tesoro tutti ma in particolare noi che abbiamo comunque avuto il coraggio di scegliere di restare in questa terra ostile che sembra regalare poco a chi la ama.
Voglio raccontarvi una storia di caparbietà e ostinazione tipicamente calabrese di un ragazzo che poteva fare altro, andarsene dalla Calabria come molti suoi coetanei o restare e semplicemente produrre olio o arance e clementine ma che ha deciso invece di investire in qualcosa di sconosciuto qui da noi.
Ha messo su una piccola azienda per produrre buona birra artigianale nella sua Strongoli (KR). Parlo di Gianfranco Blandino e del suo omonimo birrificio. Dal 2013 è attivo il Birrificio Blandino con la produzione di birre non pastorizzate e non filtrate, prodotte in modo tradizionale e fermentate in bottiglia senza additivi.
Ho utilizzato la Blandino Amedeus doppio malto con miele di castagno per brasare una guancia di vitellone che ho servito a cubotti con il fondo di cottura reso cremoso con l'aggiunta della patata e la gelatina alla birra, davvero una chicca in questa inedita versione calabrese al peperoncino. 
Cubi di guancia brasata alla birra con crema di fondo e gelatina alla birra
Ingredienti:
1 guancia di vitellone
1 cucchiaio di farina
1 carota
1 costa di sedano
1/2 cipolla bionda
1/2 spicchio d'aglio
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 dl di birra doppio malto
rosmarino
alloro
sale e pepe
1 patata lessa
gelatina alla birra
Tritare la cipolla e tagliare a dadi sedano e carota, passare la guancia nella farina e rosolarla con le verdure, un filo d'olio, l'aglio, una foglia d'alloro e un rametto di rosmarino. Salare, pepare e sfumare con la birra, aggiungere un bicchiere d'acqua e cuocere a fuoco moderato per un'ora dal bollore. Tagliare a cubi la guancia, passare il fondo ristretto e frullare quanto ottenuto insieme alla patata lessa e un filo d'olio. Distribuire la crema nei bicchierini, posizionare sopra la carne e completare con un cucchiaino di gelatina alla birra. Servire ben caldo.

2015-01-08

Una raffinata trattoria nel borgo di Villapiana (CS)


"Cucinare è il mio modo di esprimermi. E' la mia arte. Come il pittore dipinge la sua tela, miscelo colori e sapori per esprimere un'emozione", così si presenta Lorenzo Filardi sulla copertina del menù della sua elegante trattoria. La Trattoria Casalnuovo è ubicata nel centro di Villapiana paese, vicino al mare ma lontano dal caos e dal turismo di massa che affolla d'estate Villapiana Lido.
Ci devi andare apposta su al paese e se in effetti ci vai anche solo per una passeggiata tra i vicoli del centro storico sicuramente ne porterai dietro un buon ricordo, se poi ti fermi a desinare alla Trattoria Casalnuovo il ricordo sarà ancor più ricco e gustoso.

Un posto senza eccessi, raffinato, rilassante e di tangibile sobrietà come lo chef-proprietario Filardi che dopo varie esperienze fuori, in Trentino in particolare, ha deciso di far ritorno nel suo paese di origine per farci conoscere la sua arte. Del Trentino ha portato via qualcosa, oltre a una giovane moglie che lo affianca in questa avventura, di questa splendida regione ne sentiamo il sapore e i profumi misti ai più nostrani gusti in alcuni piatti del menù.
Tradizione e innovazione in ogni singolo piatto proposto alla Trattoria Casalnuovo. Lorenzo ama il suo mestiere e te ne accorgi da quello che mette nel piatto, la Trattoria Casalnuovo è un posto che nasce dall'amore per la cucina, la propria terra e il fare bene ed è un posto che non può non suscitare i medesimi sentimenti di amore verso il buono e il bello e di stima verso chi correttamente lavora mettendo al servizio degli altri la propria arte.
Ci stupisce fin dal benvenuto la proposta di questo delizioso locale, il prosecco millesimato accompagnato da perle di melone (ottenute da succo di melone gelificato) vengono accompagnate da un bocconcino di carne salada, tipica preparazione trentina, farcito di pecorino crotonese e composta di cipolla di Tropea preparata dallo chef. 
L'attenzione alla materia prima direi essere quasi maniacale e questo è palese fin dal primo antipasto: dell'ottimo baccalà croccante, fritto magistralmente, su crema di ceci e cicoria selvatica. Segue un flan di cardoncelli su una crema di zucca aromatizzata alla menta, una freschezza che rinvigorisce il palato e stupisce tanto più per l'accostamento con il pane alle noci preparato sempre dallo chef che ci viene proposto per accompagnarlo.
I ravioli ripieni di rana pescatrice conditi con polvere di liquirizia sono un piatto che difficilmente si dimentica con il suo retrogusto profumatissimo e persistente. Le cortecce alla crema di cime di rapa con peperone crusco e ricotta affumicata hanno tutto il gusto della Calabria in un accostamento, anche visivo, completamente nuovo.
Come secondo assaggiamo dei medaglioni di filetto di suino nero avvolto in pancetta su polenta di castagne, un piatto davvero riuscito per i contrasti di dolce e salato, croccante e morbido che in esso mirabilmente si fondono.
Tra i dolci in questo periodo pare impossibile non assaggiare una tartelletta ai limoni di Rocca Imperiale IGP con clementine, una suadente crema che ha il profumo ma non l'invasivo gusto del limone, viene accolta in una friabile frolla, completano l'insieme i succosi spicchi di clementine e una matassa di sottilissimi fili di caramello che conferisce la giusta dolcezza all'insieme.
Chiediamo un semplice caffè che ci viene però servito con delle meringhette alla liquirizia suscitando in noi nuovo e piacevole stupore.
Questo posto ti da l'idea che la Calabria bella esiste ed è sempre più tangibile e quando lasci il locale con il sorriso sulle labbra hai solo voglia di ritornare, magari in una delle tante serate a tema che spesso organizzano.
Trattoria Casalnuovo
Corso Umberto I
87076 - Villapiana (CS)
Tel. 0981 505807
http://www.trattoriacasalnuovo.it/
https://www.facebook.com/TrattoriaCasalnuovo?fref=ts


Una raffinata trattoria nel borgo di Villapiana (CS)


"Cucinare è il mio modo di esprimermi. E' la mia arte. Come il pittore dipinge la sua tela, miscelo colori e sapori per esprimere un'emozione", così si presenta Lorenzo Filardi sulla copertina del menù della sua elegante trattoria. La Trattoria Casalnuovo è ubicata nel centro di Villapiana paese, vicino al mare ma lontano dal caos e dal turismo di massa che affolla d'estate Villapiana Lido.
Ci devi andare apposta su al paese e se in effetti ci vai anche solo per una passeggiata tra i vicoli del centro storico sicuramente ne porterai dietro un buon ricordo, se poi ti fermi a desinare alla Trattoria Casalnuovo il ricordo sarà ancor più ricco e gustoso.

Un posto senza eccessi, raffinato, rilassante e di tangibile sobrietà come lo chef-proprietario Filardi che dopo varie esperienze fuori, in Trentino in particolare, ha deciso di far ritorno nel suo paese di origine per farci conoscere la sua arte. Del Trentino ha portato via qualcosa, oltre a una giovane moglie che lo affianca in questa avventura, di questa splendida regione ne sentiamo il sapore e i profumi misti ai più nostrani gusti in alcuni piatti del menù.
Tradizione e innovazione in ogni singolo piatto proposto alla Trattoria Casalnuovo. Lorenzo ama il suo mestiere e te ne accorgi da quello che mette nel piatto, la Trattoria Casalnuovo è un posto che nasce dall'amore per la cucina, la propria terra e il fare bene ed è un posto che non può non suscitare i medesimi sentimenti di amore verso il buono e il bello e di stima verso chi correttamente lavora mettendo al servizio degli altri la propria arte.
Ci stupisce fin dal benvenuto la proposta di questo delizioso locale, il prosecco millesimato accompagnato da perle di melone (ottenute da succo di melone gelificato) vengono accompagnate da un bocconcino di carne salada, tipica preparazione trentina, farcito di pecorino crotonese e composta di cipolla di Tropea preparata dallo chef. 
L'attenzione alla materia prima direi essere quasi maniacale e questo è palese fin dal primo antipasto: dell'ottimo baccalà croccante, fritto magistralmente, su crema di ceci e cicoria selvatica. Segue un flan di cardoncelli su una crema di zucca aromatizzata alla menta, una freschezza che rinvigorisce il palato e stupisce tanto più per l'accostamento con il pane alle noci preparato sempre dallo chef che ci viene proposto per accompagnarlo.
I ravioli ripieni di rana pescatrice conditi con polvere di liquirizia sono un piatto che difficilmente si dimentica con il suo retrogusto profumatissimo e persistente. Le cortecce alla crema di cime di rapa con peperone crusco e ricotta affumicata hanno tutto il gusto della Calabria in un accostamento, anche visivo, completamente nuovo.
Come secondo assaggiamo dei medaglioni di filetto di suino nero avvolto in pancetta su polenta di castagne, un piatto davvero riuscito per i contrasti di dolce e salato, croccante e morbido che in esso mirabilmente si fondono.
Tra i dolci in questo periodo pare impossibile non assaggiare una tartelletta ai limoni di Rocca Imperiale IGP con clementine, una suadente crema che ha il profumo ma non l'invasivo gusto del limone, viene accolta in una friabile frolla, completano l'insieme i succosi spicchi di clementine e una matassa di sottilissimi fili di caramello che conferisce la giusta dolcezza all'insieme.
Chiediamo un semplice caffè che ci viene però servito con delle meringhette alla liquirizia suscitando in noi nuovo e piacevole stupore.
Questo posto ti da l'idea che la Calabria bella esiste ed è sempre più tangibile e quando lasci il locale con il sorriso sulle labbra hai solo voglia di ritornare, magari in una delle tante serate a tema che spesso organizzano.
Trattoria Casalnuovo
Corso Umberto I
87076 - Villapiana (CS)
Tel. 0981 505807
http://www.trattoriacasalnuovo.it/
https://www.facebook.com/TrattoriaCasalnuovo?fref=ts


2015-01-05

Oro nel piatto e cinque rose nel bicchiere

 
Stavolta, lo riconosco,  me la sono presa comoda. Vacanze al termine trascorse in famiglia, poco lavoro (l'essenziale), poco movimento (viste le temperature rigide cui non siamo abituati) tante tavole e qualche buon piatto di cui vi parlerò oggi e nel prosieguo.
Quando è festa le lasagne aiutano molto a smaltire il lavoro essendo preparabili in anticipo permettono a chi lavora in cucina di portarsi avanti.
Certo il problema da me è quello di accontentare tutti, mio figlio vuole le tradizionali rosse, mio marito non ama la besciamella, mia sorella non mangia formaggi, mio  cognato niente verdure e mia figlia è un discorso a parte visto che si trova nella fase "pasta bianca e olio crudo" ma a tre anni ci sta.
Volevo realizzare comunque un piatto per tutti e con queste lasagne ho accontentato un buon 80% dei commensali con alto gradimento degli stessi.
 Volevo che questo piatto fosse speciale, che avesse l'oro dentro ed ho scelto il mio oro: la Noce d'Oro de Il Noceto, un’organizzazione di Produttori fondata nel 1994 che si estende oggi su circa 211 ettari in Veneto, 38 ettari in Friuli Venezia Giulia ed infine 10 ettari nelle Marche.
Le noci vengono raccolte con tempestività al momento della maturazione, nella stagione autunnale. Vengono smallate e lavate esclusivamente con acqua. Noce d’oro, dopo essere stata lavata, viene essiccata attraverso un’accurata procedura che consente di stabilizzare i grassi insaturi presenti nel gheriglio conferendo al prodotto una fragranza inimitabile. Ho scelto questa eccellenza per le festività e con essa ho arricchito e valorizzato queste lasagne che vedono come altri ingredienti il prosciutto crudo e la scamorza affumicata. Un gusto di festa che meritava di essere valorizzato con un buon abbinamento.
Ho scelto un rosato o per meglio dire "il rosato" Five Roses di Leone De Castris nella produzione 2013 realizzata per il 70° anniversario di questo leggendario vino. 
Stiamo parlando del primo rosato imbottigliato in Italia di un affascinate rosa cerasuolo brillante con inebrianti profumi di ribes rosso e rosa. Era il 1943 quando nella Puglia occupata dagli alleati l'Avv. Piero Leone Plantera, nonno dell'attuale proprietario, appoggiato e sostenuto dalla moglie Donna Lisetta De Castris di Lemos  riesce a vincere tutte le difficoltà che ostacolano la vendemmia volgendole anzi a suo favore. Imbottiglia uno speciale Rosato prodotto in maggioranza con uve Negroamaro e una piccola percentuale di Malvasia Nera che, scoperto dalle autorità americane, sarà da queste acquistato e distribuito alle forze armate americane con il curioso nome di Five Roses.
Apprezzato fin da subito sarà esportato negli USA e nei mercati internazionali divenendo il fiore all'occhiello dell'azienda e dando lustro all'intera viticoltura pugliese.
La storia di questo vino è diventata qualche anno fa (in occasione le 60° anniversario del Five Roses) un romanzo Cinque Rose di Negroamaro omaggiato agli appassionati del Five Roses. Un libro piacevole da leggere che trasmette emozione, per la devozione e l'amore che questa famiglia ha sempre messo nel proprio operato divenendo artefice del proprio fortunato destino.
Ora il mio piatto mi sembra davvero poca cosa a confronto.
Lasagne con noci, crudo e scamorza affumicata
Ingredienti per 8 persone:
300 g c.a. di sfoglie fresche per lasagne sottili
200 g di prosciutto crudo in una fetta
1/2 cipolla bionda
100 g di formaggio grana
300 g di scamorza affumicata
20 noci
1 l di latte intero
70 g di burro
70 g di farina
olio extravergine d'oliva
noce moscata
sale e pepe
1/2 bicchiere di vino bianco
Sciogliere il burro in un tegame, unire la farina e lasciar cuocere mescolando senza far prendere colore, unire il latte e mescolare per non far formare grumi, unire sale, pepe e noce moscata. Soffriggere il crudo a fiammiferi o dadini con la cipolla, sfumare con il vino bianco e pepare.
Grattugiareo tagliare a dadini la scamorza.
Disporre in teglia un fondo di besciamella e poi le prime sfoglie di lasagne, disporre sopra un quarto del prosciutto, un quarto della scamorza, stessa di dose di noci tritate, besciamella e grana, continuare così per altri tre strati. Infornare a 190° per 25-30 minuti, finché la lasagne risulterà ben dorata in superficie. Lasciar riposare 10 minuti e poi servire.

Oro nel piatto e cinque rose nel bicchiere

 
Stavolta, lo riconosco,  me la sono presa comoda. Vacanze al termine trascorse in famiglia, poco lavoro (l'essenziale), poco movimento (viste le temperature rigide cui non siamo abituati) tante tavole e qualche buon piatto di cui vi parlerò oggi e nel prosieguo.
Quando è festa le lasagne aiutano molto a smaltire il lavoro essendo preparabili in anticipo permettono a chi lavora in cucina di portarsi avanti.
Certo il problema da me è quello di accontentare tutti, mio figlio vuole le tradizionali rosse, mio marito non ama la besciamella, mia sorella non mangia formaggi, mio  cognato niente verdure e mia figlia è un discorso a parte visto che si trova nella fase "pasta bianca e olio crudo" ma a tre anni ci sta.
Volevo realizzare comunque un piatto per tutti e con queste lasagne ho accontentato un buon 80% dei commensali con alto gradimento degli stessi.
 Volevo che questo piatto fosse speciale, che avesse l'oro dentro ed ho scelto il mio oro: la Noce d'Oro de Il Noceto, un’organizzazione di Produttori fondata nel 1994 che si estende oggi su circa 211 ettari in Veneto, 38 ettari in Friuli Venezia Giulia ed infine 10 ettari nelle Marche.
Le noci vengono raccolte con tempestività al momento della maturazione, nella stagione autunnale. Vengono smallate e lavate esclusivamente con acqua. Noce d’oro, dopo essere stata lavata, viene essiccata attraverso un’accurata procedura che consente di stabilizzare i grassi insaturi presenti nel gheriglio conferendo al prodotto una fragranza inimitabile. Ho scelto questa eccellenza per le festività e con essa ho arricchito e valorizzato queste lasagne che vedono come altri ingredienti il prosciutto crudo e la scamorza affumicata. Un gusto di festa che meritava di essere valorizzato con un buon abbinamento.
Ho scelto un rosato o per meglio dire "il rosato" Five Roses di Leone De Castris nella produzione 2013 realizzata per il 70° anniversario di questo leggendario vino. 
Stiamo parlando del primo rosato imbottigliato in Italia di un affascinate rosa cerasuolo brillante con inebrianti profumi di ribes rosso e rosa. Era il 1943 quando nella Puglia occupata dagli alleati l'Avv. Piero Leone Plantera, nonno dell'attuale proprietario, appoggiato e sostenuto dalla moglie Donna Lisetta De Castris di Lemos  riesce a vincere tutte le difficoltà che ostacolano la vendemmia volgendole anzi a suo favore. Imbottiglia uno speciale Rosato prodotto in maggioranza con uve Negroamaro e una piccola percentuale di Malvasia Nera che, scoperto dalle autorità americane, sarà da queste acquistato e distribuito alle forze armate americane con il curioso nome di Five Roses.
Apprezzato fin da subito sarà esportato negli USA e nei mercati internazionali divenendo il fiore all'occhiello dell'azienda e dando lustro all'intera viticoltura pugliese.
La storia di questo vino è diventata qualche anno fa (in occasione le 60° anniversario del Five Roses) un romanzo Cinque Rose di Negroamaro omaggiato agli appassionati del Five Roses. Un libro piacevole da leggere che trasmette emozione, per la devozione e l'amore che questa famiglia ha sempre messo nel proprio operato divenendo artefice del proprio fortunato destino.
Ora il mio piatto mi sembra davvero poca cosa a confronto.
Lasagne con noci, crudo e scamorza affumicata
Ingredienti per 8 persone:
300 g c.a. di sfoglie fresche per lasagne sottili
200 g di prosciutto crudo in una fetta
1/2 cipolla bionda
100 g di formaggio grana
300 g di scamorza affumicata
20 noci
1 l di latte intero
70 g di burro
70 g di farina
olio extravergine d'oliva
noce moscata
sale e pepe
1/2 bicchiere di vino bianco
Sciogliere il burro in un tegame, unire la farina e lasciar cuocere mescolando senza far prendere colore, unire il latte e mescolare per non far formare grumi, unire sale, pepe e noce moscata. Soffriggere il crudo a fiammiferi o dadini con la cipolla, sfumare con il vino bianco e pepare.
Grattugiareo tagliare a dadini la scamorza.
Disporre in teglia un fondo di besciamella e poi le prime sfoglie di lasagne, disporre sopra un quarto del prosciutto, un quarto della scamorza, stessa di dose di noci tritate, besciamella e grana, continuare così per altri tre strati. Infornare a 190° per 25-30 minuti, finché la lasagne risulterà ben dorata in superficie. Lasciar riposare 10 minuti e poi servire.