2009-02-05

Un piatto povero ma bello

Poveri ma belli e ritardatari soprattutto. Mi riferisco all’iniziativa di Precisina, Dio è un fulmine quella ragazza! Il tempo che gli altri ci mettono a pensarla una cosa lei l’ha già realizzata, pare non perda tempo. Fatto sta che avrei dovuto partecipare anch’io alla raccolta, così venerdì scorso ho messo da parte la paura colesterolo e mi sono buttata su un piatto tradizionalmente povero ma non mi chiamo mica Precisina, il tempo di organizzarmi… ed eccomi qua; a prescindere da tutto voglio farvi conoscere questa preparazione. E’ un piatto che mia madre una volta all’anno (giuro una sola) ci prepara sotto preghiera e questa è stata la prima volta che l’ho preparato io. Guardando la foto il peccato sembra piccolissimo con tutta quella bella verdura però, però c’è un però e ve ne accorgerete subito.
Pane fritto con la bieta
Ecco gli ingredienti:
olio extravergine d’oliva
pane casereccio
aglio
paprica dolce
bieta senza coste
Sale
Puliamo e lessiamo la bieta, dopo averla scolata e strizzata saltiamola in padella con abbondante olio e uno spicchio d’aglio, uniamo un cucchiaino di paprica dolce e sale quanto basta. Poi togliamo la bieta dalla padella e teniamola in caldo. Nell’olio rimasto, a fuoco vivace passiamo le fette di pane, spesse un centimetro e mezzo circa, che devono formare una dorata crosticina di fritto. Serviamo il pane con la verdura adagiata sopra.
Credetemi manda in Paradiso.

Un piatto povero ma bello

Poveri ma belli e ritardatari soprattutto. Mi riferisco all’iniziativa di Precisina, Dio è un fulmine quella ragazza! Il tempo che gli altri ci mettono a pensarla una cosa lei l’ha già realizzata, pare non perda tempo. Fatto sta che avrei dovuto partecipare anch’io alla raccolta, così venerdì scorso ho messo da parte la paura colesterolo e mi sono buttata su un piatto tradizionalmente povero ma non mi chiamo mica Precisina, il tempo di organizzarmi… ed eccomi qua; a prescindere da tutto voglio farvi conoscere questa preparazione. E’ un piatto che mia madre una volta all’anno (giuro una sola) ci prepara sotto preghiera e questa è stata la prima volta che l’ho preparato io. Guardando la foto il peccato sembra piccolissimo con tutta quella bella verdura però, però c’è un però e ve ne accorgerete subito.
Pane fritto con la bieta
Ecco gli ingredienti:
olio extravergine d’oliva
pane casereccio
aglio
paprica dolce
bieta senza coste
Sale
Puliamo e lessiamo la bieta, dopo averla scolata e strizzata saltiamola in padella con abbondante olio e uno spicchio d’aglio, uniamo un cucchiaino di paprica dolce e sale quanto basta. Poi togliamo la bieta dalla padella e teniamola in caldo. Nell’olio rimasto, a fuoco vivace passiamo le fette di pane, spesse un centimetro e mezzo circa, che devono formare una dorata crosticina di fritto. Serviamo il pane con la verdura adagiata sopra.
Credetemi manda in Paradiso.

2009-02-04

Rondelle di zucchine ripiene di risotto allo Stracon veronese

Se nel titolo di una ricetta sentite un nome strano, immagino che sappiate già - avendo imparato a conoscermi - che trattasi di un formaggio. Anche stavolta ammetto che è così. Ho scoperto "el Stracon" veronese signori, e la scoperta l’ho fatta ovviamente su Esperya.
Una volta assaggiato il formaggio, che ha la consistenza gradevole e cremosa di uno stracchino alla cui famiglia appartiene, con mio marito che mi richiudeva di forza la confezione per evitare che lo mangiassi tutto, ne ho subito pensato un delicato accostamento con le zucchine.
Dite che non è stagione? Non avete tutti i torti però si trovano facilmente ed ogni tanto è impossibile resistere al richiamo, tanto più che le adoro.
Insomma ho pensato che con "el Stacon" avrei condito volentieri un risotto alle zucchine, una esaltazione di gusti delicati ma, complice una serata tra amici, non potevo permettermi di presentare un risotto come finger food e così ho pensato di dare un vestito più raffinato al mio risotto.
Ho tagliato la parte centrale delle zucchine a rondelle di 3 cm circa, le ho svuotate con uno scavino e poi le ho appena sbollentate, intanto con le code delle zucchine ho preparato un buon risotto con tanto di fondo di cipolla e brodo vegetale casalingo, ho mantecato alla fine il risotto con due cucchiai di parmigiano, una noce di burro e il mio cremoso Stracon. Ho amalgamato al risotto un uovo per legare il composto e poi ho farcito con questo impasto le zucchine che ho gratinato in forno. Una buona ricetta che si può rielaborare con tantissimi altri e diversi ingredienti
Per 12 rondelle:
4 zucchine medio-grandi
2 tazzine di riso
150 g c.a di Stracon
1 fetta di cipolla bionda
1 bicchierino di vino bianco secco
Brodo vegetale
Olio extravergine d’oliva
1 uovo grande
Pepe nero di mulinello
Sale
1 noce di burro
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
Ricaviamo dalla parte centrale di ogni zucchina tre rondelle di circa 3 cm ciascuna, scaviamone l’interno con un apposito scavino e lessiamo gli involucri per pochissimo tempo in acqua salata.
Tostiamo il riso senza alcun condimento, poi teniamolo da parte, lasciamo appassire la cipolla tritata in un filo d’olio, uniamo le code delle zucchine ridotte in piccoli pezzi e il riso, sfumiamo col vino, copriamo poi con il brodo e portiamo a cottura. Alla fine regoliamo di sale e pepe ed uniamo al risotto, il burro, il parmigiano e lo Staccon, mantecando bene. Leghiamo il composto con l’uovo e farciamo di riso le zucchine, poggiate in una teglia rivestita di carta da forno. Passiamo le zucchine in forno finché si sarà formata in superficie un bella crosticina dorata.

Rondelle di zucchine ripiene di risotto allo Stracon veronese

Se nel titolo di una ricetta sentite un nome strano, immagino che sappiate già - avendo imparato a conoscermi - che trattasi di un formaggio. Anche stavolta ammetto che è così. Ho scoperto "el Stracon" veronese signori, e la scoperta l’ho fatta ovviamente su Esperya.
Una volta assaggiato il formaggio, che ha la consistenza gradevole e cremosa di uno stracchino alla cui famiglia appartiene, con mio marito che mi richiudeva di forza la confezione per evitare che lo mangiassi tutto, ne ho subito pensato un delicato accostamento con le zucchine.
Dite che non è stagione? Non avete tutti i torti però si trovano facilmente ed ogni tanto è impossibile resistere al richiamo, tanto più che le adoro.
Insomma ho pensato che con "el Stacon" avrei condito volentieri un risotto alle zucchine, una esaltazione di gusti delicati ma, complice una serata tra amici, non potevo permettermi di presentare un risotto come finger food e così ho pensato di dare un vestito più raffinato al mio risotto.
Ho tagliato la parte centrale delle zucchine a rondelle di 3 cm circa, le ho svuotate con uno scavino e poi le ho appena sbollentate, intanto con le code delle zucchine ho preparato un buon risotto con tanto di fondo di cipolla e brodo vegetale casalingo, ho mantecato alla fine il risotto con due cucchiai di parmigiano, una noce di burro e il mio cremoso Stracon. Ho amalgamato al risotto un uovo per legare il composto e poi ho farcito con questo impasto le zucchine che ho gratinato in forno. Una buona ricetta che si può rielaborare con tantissimi altri e diversi ingredienti
Per 12 rondelle:
4 zucchine medio-grandi
2 tazzine di riso
150 g c.a di Stracon
1 fetta di cipolla bionda
1 bicchierino di vino bianco secco
Brodo vegetale
Olio extravergine d’oliva
1 uovo grande
Pepe nero di mulinello
Sale
1 noce di burro
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
Ricaviamo dalla parte centrale di ogni zucchina tre rondelle di circa 3 cm ciascuna, scaviamone l’interno con un apposito scavino e lessiamo gli involucri per pochissimo tempo in acqua salata.
Tostiamo il riso senza alcun condimento, poi teniamolo da parte, lasciamo appassire la cipolla tritata in un filo d’olio, uniamo le code delle zucchine ridotte in piccoli pezzi e il riso, sfumiamo col vino, copriamo poi con il brodo e portiamo a cottura. Alla fine regoliamo di sale e pepe ed uniamo al risotto, il burro, il parmigiano e lo Staccon, mantecando bene. Leghiamo il composto con l’uovo e farciamo di riso le zucchine, poggiate in una teglia rivestita di carta da forno. Passiamo le zucchine in forno finché si sarà formata in superficie un bella crosticina dorata.

2009-02-03

MANGIABBINANDO Ghiotte considerazioni

Mangiabbinando è il curioso titolo che Stefano Buso, penna nota a tutto il web, ha dato al suo “librello”.
Si tratta di “una gustosa cavalcata gastronomica” per usare la definizione dell’autore che ci propone, in un volumetto agevole di chiara e amabile lettura, abbinamenti insoliti o come dire “poco convenzionali” tra il cibo e le bevande.
Non è un ricettario ma, tra una divertita considerazione e un suggerimento gastronomico contiene delle semplici ed eseguibili ricette che denotano la padronanza dell’autore con la materia trattata.
Ho parlato di abbinamenti insoliti perché Buso, conosciuto per la sua competenza enologica, ci invita a sperimentare inaspettati accostamenti tra cibo e birra, tè o perfino superalcolici.
Un volumetto di 64 pagine, ben rilegato, da leggere, conservare e consultare in ogni momento.
Se poi si considera che, eccezion fatta per le spese di spedizione, il libro è gratuito penso che a tutti venga l’irresistibile voglia di leggerlo.
Per richiederlo consultate il sito dedicato http://mangiabbinando.blogspot.com/.

MANGIABBINANDO Ghiotte considerazioni

Mangiabbinando è il curioso titolo che Stefano Buso, penna nota a tutto il web, ha dato al suo “librello”.
Si tratta di “una gustosa cavalcata gastronomica” per usare la definizione dell’autore che ci propone, in un volumetto agevole di chiara e amabile lettura, abbinamenti insoliti o come dire “poco convenzionali” tra il cibo e le bevande.
Non è un ricettario ma, tra una divertita considerazione e un suggerimento gastronomico contiene delle semplici ed eseguibili ricette che denotano la padronanza dell’autore con la materia trattata.
Ho parlato di abbinamenti insoliti perché Buso, conosciuto per la sua competenza enologica, ci invita a sperimentare inaspettati accostamenti tra cibo e birra, tè o perfino superalcolici.
Un volumetto di 64 pagine, ben rilegato, da leggere, conservare e consultare in ogni momento.
Se poi si considera che, eccezion fatta per le spese di spedizione, il libro è gratuito penso che a tutti venga l’irresistibile voglia di leggerlo.
Per richiederlo consultate il sito dedicato http://mangiabbinando.blogspot.com/.

2009-02-02

Ciambella alle pere, yogurt e cioccolato

Se vi annoio non avete tutti i torti, in tal caso scorrete la colonna di destra e sceglietevi un altro blog nel quale approdare. Se faccio questa premessa è perché la ricetta di oggi è l'ennesima variante della sette vasetti, buona anzi buonissima, almeno quanto le altre. Magari un giorno faccio veramente una raccolta di sette vasetti tante sono le versioni che fino ad oggi ho sperimentato.
Vi chiederete perché ostinarsi su una ricetta quando hai la libreria che a momenti ti crolla addosso per il gran numero di ricettari. Il motivo è semplice, è una ricetta versatile e facile da preparare, di quelle che quando torni stanca da lavoro non apri la busta con il preparato e la butti nella teglia ma prendi le uova, lo yogurt, la farina, lo zucchero, l'olio e gli ingredienti che più ti piacciono e lo stesso (anche se in modo più sano) nel giro di pochi minuti ti ritrovi con la torta in forno.
Anche stasera se vi va potete prepararla così domani mattina avrete una colazione golosa con il minimo sforzo.
Ingredienti:
3 uova
1 vasetto di yogurt
1 di olio extravergine d'oliva (delicato)
2 vasetti di zucchero
3 vasetti di farina 00
1 bustina di lievito vanigliato
2 pere abate
1 bicchierino di rum
100 g di cioccolato fondente
Sbucciamo le pere, tagliamole a pezzetti e lasciamole macerare nel rum. Lavoriamo i tuorli con lo zucchero e lo yogurt, aggiungiamo l'olio e la farina setacciata col lievito, in ultimo incorporiamo gli albumi montati a neve, il cioccolato fuso a bagnomaria e le pere.
Versiamo il composto nella teglia ed inforniamo a 180° per 30-35 minuti, finché provando con lo stecchino lo stesso risulterà asciutto.

Ciambella alle pere, yogurt e cioccolato

Se vi annoio non avete tutti i torti, in tal caso scorrete la colonna di destra e sceglietevi un altro blog nel quale approdare. Se faccio questa premessa è perché la ricetta di oggi è l'ennesima variante della sette vasetti, buona anzi buonissima, almeno quanto le altre. Magari un giorno faccio veramente una raccolta di sette vasetti tante sono le versioni che fino ad oggi ho sperimentato.
Vi chiederete perché ostinarsi su una ricetta quando hai la libreria che a momenti ti crolla addosso per il gran numero di ricettari. Il motivo è semplice, è una ricetta versatile e facile da preparare, di quelle che quando torni stanca da lavoro non apri la busta con il preparato e la butti nella teglia ma prendi le uova, lo yogurt, la farina, lo zucchero, l'olio e gli ingredienti che più ti piacciono e lo stesso (anche se in modo più sano) nel giro di pochi minuti ti ritrovi con la torta in forno.
Anche stasera se vi va potete prepararla così domani mattina avrete una colazione golosa con il minimo sforzo.
Ingredienti:
3 uova
1 vasetto di yogurt
1 di olio extravergine d'oliva (delicato)
2 vasetti di zucchero
3 vasetti di farina 00
1 bustina di lievito vanigliato
2 pere abate
1 bicchierino di rum
100 g di cioccolato fondente
Sbucciamo le pere, tagliamole a pezzetti e lasciamole macerare nel rum. Lavoriamo i tuorli con lo zucchero e lo yogurt, aggiungiamo l'olio e la farina setacciata col lievito, in ultimo incorporiamo gli albumi montati a neve, il cioccolato fuso a bagnomaria e le pere.
Versiamo il composto nella teglia ed inforniamo a 180° per 30-35 minuti, finché provando con lo stecchino lo stesso risulterà asciutto.

2009-01-29

Spaghetti al radicchio rosso e Salame della Rosa

Avete presente quei piatti che nascono in una pigra giornata da universitari, quando a disposizione si ha poco ma di mangiar bene si ha tanta voglia? Ecco quei piatti a volte durano lo spazio di un pranzo, altre volte invece te li porti dietro per una vita, diventano parte del tuo modo di essere a tavola. Così l'altro giorno avendo affettato un pezzo di quel magnoifico Salame della Rosa Armini della bottega Esperya mi è tornato alla mente l'odore e il sapore di quel semplice piatto che un tempo preparavo spesso.
Una buona ricetta di quelle semplici che si possono preparare per ospiti improvvisi o quando, al ritorno dal lavoro, c'è giusto il tempo di mettere su l'acqua e preparare un veloce condimento che sia pronto nel tempo di cottura della pasta.
Prima di passare alla ricetta e prima che i curiosi me lo chiedano nei commenti il Salame della Rosa, prodotto nelle Langhe dalla famiglia Armini, non si chiama così per la presenza del fiore nell'impasto ma per il tipo di budello utilizzato, detto appunto “della rosa”, grazie al quale il salame matura più lentamente, acquistando così un profumo intensissimo, giusto quel profumo che mi ha riportato, come dicevo innanzi, ai tempi andati.
Ingredienti per 4 persone:
360 g di spaghetti (meglio di Gragnano)
4 fette di Salame della Rosa Armini di un cm ciascuna
1 radicchio rosso
1/2 cipolla bionda
1 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale e pepe q.b.
Tagliamo a listerelle di salame e a striscioline il radicchio. Tritiamo la cipolla e lasciamola appassire in un fondo d'olio, uniamo il salame, sfumiamo con il vino, aggiungiamo il radicchio e lasciamolo appassire, regoliamo di sale e pepe. Intanto lessiamo gli spaghetti e mescoliamoli con il condimento preparato.

Spaghetti al radicchio rosso e Salame della Rosa

Avete presente quei piatti che nascono in una pigra giornata da universitari, quando a disposizione si ha poco ma di mangiar bene si ha tanta voglia? Ecco quei piatti a volte durano lo spazio di un pranzo, altre volte invece te li porti dietro per una vita, diventano parte del tuo modo di essere a tavola. Così l'altro giorno avendo affettato un pezzo di quel magnoifico Salame della Rosa Armini della bottega Esperya mi è tornato alla mente l'odore e il sapore di quel semplice piatto che un tempo preparavo spesso.
Una buona ricetta di quelle semplici che si possono preparare per ospiti improvvisi o quando, al ritorno dal lavoro, c'è giusto il tempo di mettere su l'acqua e preparare un veloce condimento che sia pronto nel tempo di cottura della pasta.
Prima di passare alla ricetta e prima che i curiosi me lo chiedano nei commenti il Salame della Rosa, prodotto nelle Langhe dalla famiglia Armini, non si chiama così per la presenza del fiore nell'impasto ma per il tipo di budello utilizzato, detto appunto “della rosa”, grazie al quale il salame matura più lentamente, acquistando così un profumo intensissimo, giusto quel profumo che mi ha riportato, come dicevo innanzi, ai tempi andati.
Ingredienti per 4 persone:
360 g di spaghetti (meglio di Gragnano)
4 fette di Salame della Rosa Armini di un cm ciascuna
1 radicchio rosso
1/2 cipolla bionda
1 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale e pepe q.b.
Tagliamo a listerelle di salame e a striscioline il radicchio. Tritiamo la cipolla e lasciamola appassire in un fondo d'olio, uniamo il salame, sfumiamo con il vino, aggiungiamo il radicchio e lasciamolo appassire, regoliamo di sale e pepe. Intanto lessiamo gli spaghetti e mescoliamoli con il condimento preparato.

2009-01-28

I prodotti della Terra del Sole


Chi come me ha fatto del buon mangiare quasi la sua ragione di vita è alla continua ricerca di prodotti speciali degni di esaltare un piatto e rendere speciale il momento in cui lo si consuma, non può che essere attento a quanto il web, potente mezzo di comunicazione anche in tale settore, può offrirci.
E’ così che magari navigando si viene a conoscenza di realtà, spesso piccole, che si fanno grandi nella loro opera, ovvero ricercare quanto di meglio offre il territorio nel quale operano ed offrirlo a chi quel territorio lo conosce poco e non avrebbe senza il loro intervento altro modo per poter conoscere e degustare i prodotti migliori di una regione.
Immagino che questo sia stato l’intento dei giovanissimi fratelli Gianluca e Tobia Manfuso quando, anni or sono, hanno deciso di commerciare on-line i migliori prodotti Campani, dalla Pasta di Gragnano, ai Pomodori San Marzano passando per le Mozzarelle di Bufala Doc. Hanno aperto così il loro sito di commercio on-line Terrasolis di cui già il nome lascia sperare bene. Con queste premesse quando Gianluca mi ha proposto una collaborazione grazie alla quale avrei meglio conosciuto alcuni dei loro prodotti non potevo che dire di si, certa di fare cosa gradita anche ai miei lettori.
Comunque avere i prodotti della Terra del sole è facilissimo come navigare e per farvi un’idea di quali prelibatezze offrano non vi resta che fare un giretto sul sito aspettando di vedere presto nel mio blog qualche ricetta in cui verranno utilizzati, ricette che ritroverete anche sul loro sito nella scheda dedicata al prodotto.

I prodotti della Terra del Sole


Chi come me ha fatto del buon mangiare quasi la sua ragione di vita è alla continua ricerca di prodotti speciali degni di esaltare un piatto e rendere speciale il momento in cui lo si consuma, non può che essere attento a quanto il web, potente mezzo di comunicazione anche in tale settore, può offrirci.
E’ così che magari navigando si viene a conoscenza di realtà, spesso piccole, che si fanno grandi nella loro opera, ovvero ricercare quanto di meglio offre il territorio nel quale operano ed offrirlo a chi quel territorio lo conosce poco e non avrebbe senza il loro intervento altro modo per poter conoscere e degustare i prodotti migliori di una regione.
Immagino che questo sia stato l’intento dei giovanissimi fratelli Gianluca e Tobia Manfuso quando, anni or sono, hanno deciso di commerciare on-line i migliori prodotti Campani, dalla Pasta di Gragnano, ai Pomodori San Marzano passando per le Mozzarelle di Bufala Doc. Hanno aperto così il loro sito di commercio on-line Terrasolis di cui già il nome lascia sperare bene. Con queste premesse quando Gianluca mi ha proposto una collaborazione grazie alla quale avrei meglio conosciuto alcuni dei loro prodotti non potevo che dire di si, certa di fare cosa gradita anche ai miei lettori.
Comunque avere i prodotti della Terra del sole è facilissimo come navigare e per farvi un’idea di quali prelibatezze offrano non vi resta che fare un giretto sul sito aspettando di vedere presto nel mio blog qualche ricetta in cui verranno utilizzati, ricette che ritroverete anche sul loro sito nella scheda dedicata al prodotto.

2009-01-27

Un panino speciale

Voi a che categoria appartenete? A quelli che se sono soli buttano giù la prima cosa che capita, magari in piedi (orrore!) davanti al frigo?
Oppure a quelli che anche quando mangiano un panino ci tengono a far le cose per bene ricercando degli ottimi ingredienti per creare un panino speciale che adagiano in un piatto e mangiano seduti comodamente ad una tavola ben apparecchiata, sorseggiando un bicchiere di vino o di ottima birra?
Io decisamente alla seconda categoria e chiunque mi conosca non credo abbia dubbi in proposito, per me la tristezza del mangiare soli è un concetto lontano.
Questo preambolo giusto per dirvi che questo panino, creato ispirandomi ad uno simile mangiato in Sila un mesetto fa, mi ha mandato completamente in estasi e per questo ve ne parlo.
Avete presente quel bel pecorino fresco siciliano puntellato qua e la di grani di pepe nero? Bene, ne avevo un bel pezzo in frigo speditomi da Mosto e Miele, ne ho ricavato delle fette piuttosto spessine che ho grigliato sulla piastra, ho aggiunto qualche fetta di crudo tagliato a coltello ed ho completato il piatto con delle erbette saltate con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio. Provate e poi ne riparliamo.