2012-11-18

Il pane del deserto

pane del deserto


"Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d'amore" (Ct 5,1b). Questo passo l'ho tratto dal libro A tavola con Abramo Le ricette della Bibbia scritto da Andrea Ciucci e Paolo Sartor, edito da San Paolo. Un libro ben strutturato, con  ricette ben presentate, complete di immagini relative al piatto e accompagnate da considerazioni di natura storica, filologica e cultuale. Alcuni piatti presenti nel volume sono descritti con dovizia di particolari nelle Sacre Scritture, altri solo citati, in ogni caso il libro è utile per approfondire  in modo inusuale le Scritture e provarne concretamente i sapori. Interessante e utilissimo per ricreare, magari in famiglia o con gli amici più cari, una inconsueta cena che ci riporti millenni addietro.
Un pane primordiale è quello di cui vi parlo oggi, la cui ricetta ho tratto dal libro, perché proprio il pane è un forte simbolo della dottrina cristiana, il segno permanente, insieme al vino della presenza di Cristo tra gli uomini. Nella ricetta è riportato l'uso del burro, pare strano ma occorre chiarire che proprio nel libro dei Proverbi (cfr. 30,33) è spiegato che se si batte il latte si ottiene la separazione della panna. Questo pane mi ricorda molto il Ciapati, il pane tradizionale indiano di forma piatta realizzato normalmente con farina integrale, farina di grano duro e acqua. Nel pane del deserto è prevista anche l'aggiunta del cumino, una spezia molto diffusa nell'antico Oriente, ma il procedimento di realizzazione dei due pani è lo stesso.
La farina da me utilizzata è una farina biologica macinata a pietra Petra1 di Molino Quaglia, mi da di più la sensazione di antico e naturale rispetto a una farina industriale raffinata.
Ingredienti:
500 g di farina macinata a pietra o in mancanza 00
200 ml di acqua tiepida
3 cucchiai di latte
1/2 cucchiaino di sale
mezzo cucchiaino di semi di cumino macinati
1 noce di burro
Mescolare farina, sale e cumino. Aggiungere il burro fuso, l'acqua e il latte e impastare fino ad ottenere una pasta morbida, elastica e omogenea. Coprire con un telo umido e lasciar riposare per 30 minuti al caldo. Riprendere l'impasto ricavarne 8-10 palline. Schiacciarle una a una con le mani e stenderle con il matterello in sfoglie sottili. Scaldare una padella e cuocere le sfoglie, girandole appena prendono colore e iniziano a formarsi le bolle. A fine cotture fiammeggiare direttamente sul fuoco i pani ottenuti tenendoli con un forchettone o una pinza per aumentarne il gonfiore. 

Il pane del deserto

pane del deserto


"Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d'amore" (Ct 5,1b). Questo passo l'ho tratto dal libro A tavola con Abramo Le ricette della Bibbia scritto da Andrea Ciucci e Paolo Sartor, edito da San Paolo. Un libro ben strutturato, con  ricette ben presentate, complete di immagini relative al piatto e accompagnate da considerazioni di natura storica, filologica e cultuale. Alcuni piatti presenti nel volume sono descritti con dovizia di particolari nelle Sacre Scritture, altri solo citati, in ogni caso il libro è utile per approfondire  in modo inusuale le Scritture e provarne concretamente i sapori. Interessante e utilissimo per ricreare, magari in famiglia o con gli amici più cari, una inconsueta cena che ci riporti millenni addietro.
Un pane primordiale è quello di cui vi parlo oggi, la cui ricetta ho tratto dal libro, perché proprio il pane è un forte simbolo della dottrina cristiana, il segno permanente, insieme al vino della presenza di Cristo tra gli uomini. Nella ricetta è riportato l'uso del burro, pare strano ma occorre chiarire che proprio nel libro dei Proverbi (cfr. 30,33) è spiegato che se si batte il latte si ottiene la separazione della panna. Questo pane mi ricorda molto il Ciapati, il pane tradizionale indiano di forma piatta realizzato normalmente con farina integrale, farina di grano duro e acqua. Nel pane del deserto è prevista anche l'aggiunta del cumino, una spezia molto diffusa nell'antico Oriente, ma il procedimento di realizzazione dei due pani è lo stesso.
La farina da me utilizzata è una farina biologica macinata a pietra Petra1 di Molino Quaglia, mi da di più la sensazione di antico e naturale rispetto a una farina industriale raffinata.
Ingredienti:
500 g di farina macinata a pietra o in mancanza 00
200 ml di acqua tiepida
3 cucchiai di latte
1/2 cucchiaino di sale
mezzo cucchiaino di semi di cumino macinati
1 noce di burro
Mescolare farina, sale e cumino. Aggiungere il burro fuso, l'acqua e il latte e impastare fino ad ottenere una pasta morbida, elastica e omogenea. Coprire con un telo umido e lasciar riposare per 30 minuti al caldo. Riprendere l'impasto ricavarne 8-10 palline. Schiacciarle una a una con le mani e stenderle con il matterello in sfoglie sottili. Scaldare una padella e cuocere le sfoglie, girandole appena prendono colore e iniziano a formarsi le bolle. A fine cotture fiammeggiare direttamente sul fuoco i pani ottenuti tenendoli con un forchettone o una pinza per aumentarne il gonfiore. 

2012-11-16

Rotolo "quasi" Sacher

Piattino Easy Life Design
La Torta Sacher è un grande classico della pasticceria internazionale seppure in qualsiasi versione essa si presenti sarà sempre un'imitazione dell'originale. Io ho avuto la fortuna di assaggiare quella  che sfornano all'Hotel Sacher e devo ammettere che amando particolarmente questo dolce difficilmente nelle pasticcerie riesco a trovarne una versione che vagamente me la ricordi. Molto meglio le torte casalinghe dove quanto meno la qualità dei prodotti utilizzati ne segna un punto a favore. La versioni circolanti sul web sono tante, alcune degne di nota, altre un po' meno. 
Non v'è libro di ricette dolci in cui non se ne riporti una versione. Anche su Le mie passioni Pasticceria & Gastronomia di Paolo Fulgente pubblicato da Chiriotti Editore, se ne ritrova una versione che ho molto apprezzato fin dal nome Torta quasi Sacher quasi a dimostrare che seppure si tratti della ricetta di un grande maestro con oltre cinquant'anni di professione alle spalle non vi è nessuna pretesa di considerare la ricetta l'originale, tanto più che  in questa versione manca proprio la confettura. Sto parlando  comunque di un libro di oltre 400 pagine che raccoglie in più di 500 il bagaglio di esperienze professionali di Paolo Fulgente un grandissimo di Torre del Greco che ha lavorato nei migliori alberghi internazionali. Ricette dolci e salate della tradizione italiana e in particolare di quella partenopea, ma senza tralasciare quelle più famose di cucina estera, spiegate dall'autore con l'amore che ha verso questa materia e che trasuda da ogni pagina del volume. 
Ma torniamo al mio umile rotolo che in precedenza si chiamava Sacher ma da oggi solo quasi Sacher anche perché alla farcia ho aggiunto la panna a ricordo di quel ciuffetto di panna che ti servono all'Hotel Sacher insieme alla fetta di torta.

Ingredienti
Per la pasta biscotto:
70 g di farina
30 g di farina di mandorle
2 cucchiai di cacao amaro
100 g di zucchero
4 uova
Per la farcia:
250 ml di panna
3 g di gelatina
2 cucchiai di zucchero a velo
250 ml di confettura di albicocche*
Per la copertura:
150 g cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua

Preparare la pasta biscotto montando i quattro tuorli con 70 g di zucchero, aggiungere le farine e il cacao. Montare a parte gli albumi con il restante zucchero ed unirli alla preparazione amalgamando con delicatezza. Stendere l’impasto in una teglia rettangolare circa 30 x 40 cm in modo da formare uno strato di un centimetro circa. Se la teglia è di silicone non occorre ungere altrimenti è meglio utilizzare della carta da forno bagnata e strizzata per far si che l’impasto non attacchi. Infornare per 10 min circa.
Tolto il dolce dal forno, quando è ancora caldo arrotolarlo  con l’aiuto di un canovaccio umido e tenerlo in frigo per almeno due ore.

Montare la panna con lo zucchero a velo unirvi la gelatina ammollata, strizzata e sciolta a bagnomaria. Frullare la confettura con 1-2 cucchiai di acqua.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua.
Riprendere il rotolo aprirlo e stendervi uno strato di confettura, coprire con uno strato di panna e richiudere il rotolo. Spalmare la superficie di confettura e glassarla con la crema di cioccolato preparata.
*Ho utilizzato la Fiordifrutta Albicocche Rigoni di Asiago, senza zuccheri aggiunti evita che il dolce risulti stucchevole.

Rotolo "quasi" Sacher

Piattino Easy Life Design
La Torta Sacher è un grande classico della pasticceria internazionale seppure in qualsiasi versione essa si presenti sarà sempre un'imitazione dell'originale. Io ho avuto la fortuna di assaggiare quella  che sfornano all'Hotel Sacher e devo ammettere che amando particolarmente questo dolce difficilmente nelle pasticcerie riesco a trovarne una versione che vagamente me la ricordi. Molto meglio le torte casalinghe dove quanto meno la qualità dei prodotti utilizzati ne segna un punto a favore. La versioni circolanti sul web sono tante, alcune degne di nota, altre un po' meno. 
Non v'è libro di ricette dolci in cui non se ne riporti una versione. Anche su Le mie passioni Pasticceria & Gastronomia di Paolo Fulgente pubblicato da Chiriotti Editore, se ne ritrova una versione che ho molto apprezzato fin dal nome Torta quasi Sacher quasi a dimostrare che seppure si tratti della ricetta di un grande maestro con oltre cinquant'anni di professione alle spalle non vi è nessuna pretesa di considerare la ricetta l'originale, tanto più che  in questa versione manca proprio la confettura. Sto parlando  comunque di un libro di oltre 400 pagine che raccoglie in più di 500 il bagaglio di esperienze professionali di Paolo Fulgente un grandissimo di Torre del Greco che ha lavorato nei migliori alberghi internazionali. Ricette dolci e salate della tradizione italiana e in particolare di quella partenopea, ma senza tralasciare quelle più famose di cucina estera, spiegate dall'autore con l'amore che ha verso questa materia e che trasuda da ogni pagina del volume. 
Ma torniamo al mio umile rotolo che in precedenza si chiamava Sacher ma da oggi solo quasi Sacher anche perché alla farcia ho aggiunto la panna a ricordo di quel ciuffetto di panna che ti servono all'Hotel Sacher insieme alla fetta di torta.

Ingredienti
Per la pasta biscotto:
70 g di farina
30 g di farina di mandorle
2 cucchiai di cacao amaro
100 g di zucchero
4 uova
Per la farcia:
250 ml di panna
3 g di gelatina
2 cucchiai di zucchero a velo
250 ml di confettura di albicocche*
Per la copertura:
150 g cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di panna liquida
4-5 cucchiai di acqua

Preparare la pasta biscotto montando i quattro tuorli con 70 g di zucchero, aggiungere le farine e il cacao. Montare a parte gli albumi con il restante zucchero ed unirli alla preparazione amalgamando con delicatezza. Stendere l’impasto in una teglia rettangolare circa 30 x 40 cm in modo da formare uno strato di un centimetro circa. Se la teglia è di silicone non occorre ungere altrimenti è meglio utilizzare della carta da forno bagnata e strizzata per far si che l’impasto non attacchi. Infornare per 10 min circa.
Tolto il dolce dal forno, quando è ancora caldo arrotolarlo  con l’aiuto di un canovaccio umido e tenerlo in frigo per almeno due ore.

Montare la panna con lo zucchero a velo unirvi la gelatina ammollata, strizzata e sciolta a bagnomaria. Frullare la confettura con 1-2 cucchiai di acqua.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con la panna, aggiungere lo zucchero a velo e poi l'acqua mescolando finché il composto non diventa omogeneo, liscio e denso, se occorre aggiungere ancora poca acqua.
Riprendere il rotolo aprirlo e stendervi uno strato di confettura, coprire con uno strato di panna e richiudere il rotolo. Spalmare la superficie di confettura e glassarla con la crema di cioccolato preparata.
*Ho utilizzato la Fiordifrutta Albicocche Rigoni di Asiago, senza zuccheri aggiunti evita che il dolce risulti stucchevole.

2012-11-14

Un pane che sa di nordico

pane al salmone affumicato
Piatto decoro Dammusi Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Quando penso ai pani di cereali diversi dal grano, a quei pani scuri e profumati dalle forme spesso originali, non posso non pensare ai paesi nordici dove questi pani sono di tradizione e ve n'è un'immensa varietà e cultura in merito. 
Parlando di paesi del nord la mente mi corre alla Germania e ad un libro recentemente pubblicato da Mursia, Fritz misto di Renata Beltrami e Ursula Köhncke, il libro giusto per imparare attraverso le ricette a capire il tedesco (e i tedeschi). Fritto misto perché raccoglie ricette provenienti da ogni angolo di Germania, un vero itinerario linguistico-gastronomico per conoscere e apprezzare la cucina tedesca, troppo spesso ridotta da noi profani a Wurstel, Kartoffeln e Krauti. Un libro che mi ha messo la voglia di mettermi in viaggio per scoprire un paese che di bellezze e golosità da offrire ne ha tante. E nel libro scopro che il pane, das Brot, in Germania è una cosa seria. I tedeschi pare abbiano "una vera e propria ossessione per il pane che si manifesta nel culto della bio-produzione, possibilmente casalinga, con prodotti ecosostenibili e semi provenienti da coltivazioni sicure". Non meno di venti tipi di pane si possono contare in una boutique del pane tedesca, oltre a Brezel e altri prodotti similari di ogni genere e forma prodotti con tante varietà di farina e semi.
In Germania sono un classico le cene a base di pane e salame e si consumano a tavola con forchetta e coltello, le fette di pane rivestite di salumi e guarnito con formaggi cremosi e/o cetrioli o rapanelli non vengono mai coperte con una seconda fetta di pane.
Ecco, il mio pane di oggi realizzato con farina per pane nero ai sette cereali di Molino Spadoni e farcito con fette di gustosissimo salmone norvegese affumicato LaNef e scarola cotta al vapore, mi ha fatto pensare alla cucina del nord. Manca sinceramente solo un accompagnamento di panna acida magari e un bel boccale di birra per considerare questa ricetta oltre frontiera. La birra in realtà non me la sono fatta mancare, ho scelto ancora una volta la Bulan degli Antagonisti e la freschezza tipica del lievito belga impiegato per realizzarla.
Pane nordico al salmone affumicato
Ingredienti:
500 g di farina integrale ai sette cereali
10 g di lievito di birra fresco
280 ml di acqua tiepida
150 g di salmone norvegese affumicato
1/2 cespo di scarola
Preparare l'impasto per il pane miscelando alla farina (già addizionata di sale) l'acqua nella quale sarà stato sciolto il lievito. Lasciar lievitare l'impasto in luogo caldo ben coperto da pellicola per 2 ore circa.
Sfogliare e lavare la scarola, cuocerne le foglie a vapore per pochi minuti, asciugarle il più possibile lasciandole sgocciolare su carta da cucina.
Riprendere l'impasto stenderlo e ricavarne un rettangolo. Adagiarvi sopra il salmone a fette e le foglie di scarola richiudere arrotolando e posizionare il pane in una teglia da plumcake (nel caso in cui si scelga di realizzare mini-plumcake come nel mio caso si dividerà l'impasto in sei rettangolini prima di farcirli e arrotolarli singolarmente) e cuocerlo in forno a 200° per 40-45 minuti circa (i tempi si dimezzeranno nel caso di piccole forme). Provare sempre la cottura con uno stecchino prima di togliere il pane dal forno.

Un pane che sa di nordico

pane al salmone affumicato
Piatto decoro Dammusi Ceramiche De Simone, canovaccio Busatti
Quando penso ai pani di cereali diversi dal grano, a quei pani scuri e profumati dalle forme spesso originali, non posso non pensare ai paesi nordici dove questi pani sono di tradizione e ve n'è un'immensa varietà e cultura in merito. 
Parlando di paesi del nord la mente mi corre alla Germania e ad un libro recentemente pubblicato da Mursia, Fritz misto di Renata Beltrami e Ursula Köhncke, il libro giusto per imparare attraverso le ricette a capire il tedesco (e i tedeschi). Fritto misto perché raccoglie ricette provenienti da ogni angolo di Germania, un vero itinerario linguistico-gastronomico per conoscere e apprezzare la cucina tedesca, troppo spesso ridotta da noi profani a Wurstel, Kartoffeln e Krauti. Un libro che mi ha messo la voglia di mettermi in viaggio per scoprire un paese che di bellezze e golosità da offrire ne ha tante. E nel libro scopro che il pane, das Brot, in Germania è una cosa seria. I tedeschi pare abbiano "una vera e propria ossessione per il pane che si manifesta nel culto della bio-produzione, possibilmente casalinga, con prodotti ecosostenibili e semi provenienti da coltivazioni sicure". Non meno di venti tipi di pane si possono contare in una boutique del pane tedesca, oltre a Brezel e altri prodotti similari di ogni genere e forma prodotti con tante varietà di farina e semi.
In Germania sono un classico le cene a base di pane e salame e si consumano a tavola con forchetta e coltello, le fette di pane rivestite di salumi e guarnito con formaggi cremosi e/o cetrioli o rapanelli non vengono mai coperte con una seconda fetta di pane.
Ecco, il mio pane di oggi realizzato con farina per pane nero ai sette cereali di Molino Spadoni e farcito con fette di gustosissimo salmone norvegese affumicato LaNef e scarola cotta al vapore, mi ha fatto pensare alla cucina del nord. Manca sinceramente solo un accompagnamento di panna acida magari e un bel boccale di birra per considerare questa ricetta oltre frontiera. La birra in realtà non me la sono fatta mancare, ho scelto ancora una volta la Bulan degli Antagonisti e la freschezza tipica del lievito belga impiegato per realizzarla.
Pane nordico al salmone affumicato
Ingredienti:
500 g di farina integrale ai sette cereali
10 g di lievito di birra fresco
280 ml di acqua tiepida
150 g di salmone norvegese affumicato
1/2 cespo di scarola
Preparare l'impasto per il pane miscelando alla farina (già addizionata di sale) l'acqua nella quale sarà stato sciolto il lievito. Lasciar lievitare l'impasto in luogo caldo ben coperto da pellicola per 2 ore circa.
Sfogliare e lavare la scarola, cuocerne le foglie a vapore per pochi minuti, asciugarle il più possibile lasciandole sgocciolare su carta da cucina.
Riprendere l'impasto stenderlo e ricavarne un rettangolo. Adagiarvi sopra il salmone a fette e le foglie di scarola richiudere arrotolando e posizionare il pane in una teglia da plumcake (nel caso in cui si scelga di realizzare mini-plumcake come nel mio caso si dividerà l'impasto in sei rettangolini prima di farcirli e arrotolarli singolarmente) e cuocerlo in forno a 200° per 40-45 minuti circa (i tempi si dimezzeranno nel caso di piccole forme). Provare sempre la cottura con uno stecchino prima di togliere il pane dal forno.

2012-11-12

Insalata di mele, pancetta e formaggio

Piatti e tessuto GreenGate
Quando si pensa all'autunno vengono in mente le zuppe e non certo le insalate che associamo per di più al periodo estivo. Tuttavia proprio l'autunno è la stagione più ricca in quanto a varietà di verdura e frutta fresca e secca che maggiormente si addicono alla realizzazione delle insalate. Eccovene un esempio in cui ho unito rucola, lattuga croccante, mela, pancetta, crostini di pane e formaggio Lou Bergier Fattorie Fiandino. Per condire olio, aceto di mele, sale ambrato Gemma di Mare e Glassa al Balsamico Toschi.
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pane casereccio raffermo
1 mela varietà Royal Gala
1/2 cespo di lattuga croccante
1 mazzetto di rucola
150 g di pancetta
150 g di formaggio Lou Bergier
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di glassa al balsamico
sale ambrato o fior di sale


Tagliare a cubetti il pane e rosolarlo in padella con la pancetta a fettine o cubetti. Affettare la lattuga, unire la rucola e la mela con la buccia a fette sottili. Aggiungere all'insalata il formaggio a cubetti e il pane con la pancetta. preparare un'emulsione di olio, aceto di mele e glassa all'aceto e irrorare con essa l'insalata, completare con il sale e servire.
In abbinamento a questa insalata la Birra degli Antagonisti, la Bulan Saison, chiara, profumata e rinfrescante, la stessa di cui vi ho parlato qualche post fa.





Parlando di insalate non posso non segnalarvi un altro dei lavori pervenuti per il contest delle Fattorie Fiandino: Carpaccio di cachi con Lou Blau rucola e nocciole del blog Amara dolcezza, una ricetta semplice in cui i sapori autunnali si sposano alla perfezione con il formaggio erborinato di casa Fiandino.

Insalata di mele, pancetta e formaggio

Piatti e tessuto GreenGate
Quando si pensa all'autunno vengono in mente le zuppe e non certo le insalate che associamo per di più al periodo estivo. Tuttavia proprio l'autunno è la stagione più ricca in quanto a varietà di verdura e frutta fresca e secca che maggiormente si addicono alla realizzazione delle insalate. Eccovene un esempio in cui ho unito rucola, lattuga croccante, mela, pancetta, crostini di pane e formaggio Lou Bergier Fattorie Fiandino. Per condire olio, aceto di mele, sale ambrato Gemma di Mare e Glassa al Balsamico Toschi.
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pane casereccio raffermo
1 mela varietà Royal Gala
1/2 cespo di lattuga croccante
1 mazzetto di rucola
150 g di pancetta
150 g di formaggio Lou Bergier
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaio di glassa al balsamico
sale ambrato o fior di sale


Tagliare a cubetti il pane e rosolarlo in padella con la pancetta a fettine o cubetti. Affettare la lattuga, unire la rucola e la mela con la buccia a fette sottili. Aggiungere all'insalata il formaggio a cubetti e il pane con la pancetta. preparare un'emulsione di olio, aceto di mele e glassa all'aceto e irrorare con essa l'insalata, completare con il sale e servire.
In abbinamento a questa insalata la Birra degli Antagonisti, la Bulan Saison, chiara, profumata e rinfrescante, la stessa di cui vi ho parlato qualche post fa.





Parlando di insalate non posso non segnalarvi un altro dei lavori pervenuti per il contest delle Fattorie Fiandino: Carpaccio di cachi con Lou Blau rucola e nocciole del blog Amara dolcezza, una ricetta semplice in cui i sapori autunnali si sposano alla perfezione con il formaggio erborinato di casa Fiandino.

2012-11-08

Mele in gabbia insolitamente ripiene

Servizio Impronte verde Wald
Ho preparato una ricetta che ha il sapore dei tempi andati, delle golose mele farcite di crema e panettone all'amarena Loison e nascoste in una gabbia di pasta sfoglia lucidata con gelatina di vaniglia SI.GI. che conferisce alla preparazione un particolare profumo e sapore. Un dolce  indicato per l'ora del tè da godersi insieme alle amiche scambiandosi, come le donne di una volta, consigli per la vita quotidiana, ricette, bon ton e rimedi naturali per la salute. 
Io però il tè l'ho preso da sola leggiucchiando un libro d'altri tempi , in cui ho trovato quanto sopra e tanto altro ancora, Un po' di tutto è il titolo di questa recente pubblicazione di Salani Editore che raccoglie i quaderni di una signora napoletana, al secolo Ida Visocchi, scritti negli anni '30 del '900. I consigli che una madre appuntava, con calligrafia precisa e ordinata per permettere alle sue figlie di ben gestire casa e famiglia. Donna d'altra epoca, rimedi d'altri tempi, alcuni ancora validi e stupendamente attuali, altri sorpassati ed anche un po' ridicoli forse per noi donne moderne. Una pubblicazione dal fascino innegabile che è un prezioso documento storico su come si è costruito il nostro Paese attraverso lo specchio di una famiglia degli anni Trenta e Quaranta. Ben 400 pagine di rari consigli si offrono spontaneamente alla nostra lettura grazie ad Alberta Leone, la nipote dell'autrice cui va il merito di averli dati alle stampe.
C'è un altro piccolo ricettario Molise Radici e Sapori di Nadia Verdile pubblicato da Maria Pacini Fazzi Editore  nella collana I Mangiari, che sembra uscito dallo scaffale della nonna e che mi ha attratto oltre che per l'aspetto anche per il tema, dal momento che di cucina molisana sapevo ben poco. Un librino che raccoglie ricette regionali di primi piatti, carne, pesce, dolci, ma anche marmellate e liquori che sanno d'antico.
Ma ora la mia ricetta
Ingredienti:
3 mele 
1 rotolo di pasta sfoglia
1 cucchiaio di zucchero a velo
100 g di panettone all'amarena Loison
1 tuorlo
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di maizena
125 ml di latte
1 tuorlo e 2 cucchiai di latte per spennellare
gelatina alla vaniglia per completare
Sbucciare e tagliare a metà le mele detorsolarle con lo scavino ed allargare la cavità senza romperle, servendosi dello stesso attrezzo. Cospargerle con lo zucchero a velo sistemarle ben distese in un piatto, coprirle con pellicola e passarle due minuti al microonde alla massima potenza per ammorbidirle. Intanto battere il tuorlo con lo zucchero, unire la maizena e stemperare con il latte bollente continuando a mescolare, versare in un pentolino e portare sul fuoco mescolando finché la crema non si addensa, frullare il panettone (privato della crosta) e amalgamarlo alla crema. Farcire con il composto le mezze mele. Adagiarle sulla sfoglia con il ripieno in basso, pennellarle di gelatina alla vaniglia e richiuderle con la restante sfoglia intagliata a griglia*. Infornare a 200° finché risulteranno ben dorate e prima di servire pennellarle ancora con gelatina alla vaniglia. Non c'è bisogno di dire che un tè alla vaniglia come quello di Twinings ne enfatizza ancor più il gusto.
*Per l'intaglio a griglia ho utilizzat0 il rullo per losanghe Tescoma.


Ho immaginato di invitare un'altra blogger a questo mio tè idealmente ambientato nel passato ed ho scelto Ele di Alice nella cucina delle meraviglie ed i suoi Biscotti al burro salato aromatizzati alla lavanda con i quali partecipa al Contest Fiandino, una bellissima ricetta dal sapore antico.


Mele in gabbia insolitamente ripiene

Servizio Impronte verde Wald
Ho preparato una ricetta che ha il sapore dei tempi andati, delle golose mele farcite di crema e panettone all'amarena Loison e nascoste in una gabbia di pasta sfoglia lucidata con gelatina di vaniglia SI.GI. che conferisce alla preparazione un particolare profumo e sapore. Un dolce  indicato per l'ora del tè da godersi insieme alle amiche scambiandosi, come le donne di una volta, consigli per la vita quotidiana, ricette, bon ton e rimedi naturali per la salute. 
Io però il tè l'ho preso da sola leggiucchiando un libro d'altri tempi , in cui ho trovato quanto sopra e tanto altro ancora, Un po' di tutto è il titolo di questa recente pubblicazione di Salani Editore che raccoglie i quaderni di una signora napoletana, al secolo Ida Visocchi, scritti negli anni '30 del '900. I consigli che una madre appuntava, con calligrafia precisa e ordinata per permettere alle sue figlie di ben gestire casa e famiglia. Donna d'altra epoca, rimedi d'altri tempi, alcuni ancora validi e stupendamente attuali, altri sorpassati ed anche un po' ridicoli forse per noi donne moderne. Una pubblicazione dal fascino innegabile che è un prezioso documento storico su come si è costruito il nostro Paese attraverso lo specchio di una famiglia degli anni Trenta e Quaranta. Ben 400 pagine di rari consigli si offrono spontaneamente alla nostra lettura grazie ad Alberta Leone, la nipote dell'autrice cui va il merito di averli dati alle stampe.
C'è un altro piccolo ricettario Molise Radici e Sapori di Nadia Verdile pubblicato da Maria Pacini Fazzi Editore  nella collana I Mangiari, che sembra uscito dallo scaffale della nonna e che mi ha attratto oltre che per l'aspetto anche per il tema, dal momento che di cucina molisana sapevo ben poco. Un librino che raccoglie ricette regionali di primi piatti, carne, pesce, dolci, ma anche marmellate e liquori che sanno d'antico.
Ma ora la mia ricetta
Ingredienti:
3 mele 
1 rotolo di pasta sfoglia
1 cucchiaio di zucchero a velo
100 g di panettone all'amarena Loison
1 tuorlo
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di maizena
125 ml di latte
1 tuorlo e 2 cucchiai di latte per spennellare
gelatina alla vaniglia per completare
Sbucciare e tagliare a metà le mele detorsolarle con lo scavino ed allargare la cavità senza romperle, servendosi dello stesso attrezzo. Cospargerle con lo zucchero a velo sistemarle ben distese in un piatto, coprirle con pellicola e passarle due minuti al microonde alla massima potenza per ammorbidirle. Intanto battere il tuorlo con lo zucchero, unire la maizena e stemperare con il latte bollente continuando a mescolare, versare in un pentolino e portare sul fuoco mescolando finché la crema non si addensa, frullare il panettone (privato della crosta) e amalgamarlo alla crema. Farcire con il composto le mezze mele. Adagiarle sulla sfoglia con il ripieno in basso, pennellarle di gelatina alla vaniglia e richiuderle con la restante sfoglia intagliata a griglia*. Infornare a 200° finché risulteranno ben dorate e prima di servire pennellarle ancora con gelatina alla vaniglia. Non c'è bisogno di dire che un tè alla vaniglia come quello di Twinings ne enfatizza ancor più il gusto.
*Per l'intaglio a griglia ho utilizzat0 il rullo per losanghe Tescoma.


Ho immaginato di invitare un'altra blogger a questo mio tè idealmente ambientato nel passato ed ho scelto Ele di Alice nella cucina delle meraviglie ed i suoi Biscotti al burro salato aromatizzati alla lavanda con i quali partecipa al Contest Fiandino, una bellissima ricetta dal sapore antico.


2012-11-05

Quando due eccellenze si incontrano

Piatto, tovagliolo e canovaccio GreenGate, bicchiere IVV
Ho celebrato un matrimonio tra le pareti della mia cucina, un matrimonio perfetto, riuscitissimo tra due eccellenze della gastronomia italiana, ho sposato un meraviglioso petto d'oca con una birra artigianale. Testimoni erano delle castagne confit, qualche fetta di Gruyere e tenera rucola selvatica.
Ora vi presento i protagonisti come meritano: il petto d'oca è quello di Littamè che ho conosciuto, come spesso mi accade, grazie a Gente del Fud. Michele e Luca Littamè sono l'ultima generazione di una famiglia di allevatori di bovini che nel 2001 dopo la crisi del settore dovuta al noto caso della mucca pazza hanno deciso di dare una diversa svolta all'attività tornando al passato ed iniziando ad allevare oche. Hanno visto lungo i Littamè, oggi l'azienda produce diversi insaccati con carni d'oca e di maiale ed ha riscoperto la produzione all'oca in onto, un antichissimo prodotto di cui a breve certamente vi dirò. Tra le prelibatezze di questa azienda, che è anche agriturismo, c'è il petto d'oca opportunamente condito e stagionato, una carne saporita e prelibata da affettare e consumare tal quale o magari marinata con olio e succo di arancia.
Dell'altro protagonista, la Birra degli Antagonisti, la Bulan che in indonesiano vuol dire luna, una Saison chiara, profumata e rinfrescante, non voglio dirvi granché voglio che la conosciate attraverso le parole di chi la produce, due giovani - Enrico Ponza e Fabio Ferrua -   il cui manifesto stampato su ogni etichetta così recita: 
"Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare a occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto.
Ti sei mai chiesto perché? Perché se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati.
Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici.
Noi siamo gli Antagonisti
".
Spero di avervi messo addosso almeno un po' di curiosità, giusto quella che serve ad aver voglia di assaggiare questo ottimo prodotto.
Non so dirvi di preciso perché ma se io penso alle castagne mi viene in mente la birra sarà forse quel retrogusto amaro tipico di questa bevanda che pulisce perfettamente la bocca dalla grassezza delle castagne, quel che è certo è che con la complicità di un eccellente prodotto come il petto d'oca anche un toast e una birra possono diventare una cena speciale.
Toast autunnale
Ingredienti per 4 toast:
8 fette sottili di pane casereccio o a piacere pane per tramezzini
2 cucchiai di burro ammorbidito
1 manciata di rucola selvatica
1/2 petto d'oca stagionato
4 fette sottili di formaggio Gruyere
fior di sale o sale ambrato
4 ciuffetti di rosmarino
castagne confit (20 g di burro, 100 g di castagne lessate e pelate, 1 piccola cipolla, succo di limone, sale affumicato, pepe nero)
Preparare le castagne confit: sciogliere il burro in un padellino a fuoco moderato, aggiungere le castagne e mescolare finché il burro diventato nocciola non rivesta interamente le castagne, unire la cipolla a fettine molto sottili e una cucchiaiata di succo di limone, salare, pepare e proseguire ancora qualche minuto la cottura mescolando spesso.
Imburrare una sola faccia del pane e spolverizzarla di sale ambrato o di fior di sale. Stendere sulla faccia non imburrata qualche fettina di petto d'oca,  1/4 delle castagne, una fetta di formaggio e qualche foglia di rucola, chiudere con una seconda fetta di pane lasciando all'esterno la faccia imburrata. Appoggiare sopra il pane un ciuffetto di rosmarino e procedere allo stesso modo per gli altri tre toast. Passarli nella tostiera finché risulteranno ben dorati e servirli caldi con un bicchiere di birra fredda.
*Per la preparazione ho utilizzato sale ambrato e sale affumicato Gemma di Mare, succo di limone PolenghiGroup.

A proposito di castagne e birra non posso non cogliere l'occasione per parlarvi di due recenti pubblicazioni della casa editrice Effigi. Castagne in tavola è il titolo del libro, curato da Fiora Bonelli e Cinzia Bardelli, un modo per valorizzare una tipicità del Monte Amiata la castagna, portando alla nostra conoscenza le ricette tipiche del territorio a base di questo frutto che ha il pregio e il merito di aver sfamato generazioni. Un libro per scoprire le virtù di una gran leccornia ricca di ottime proprietà ed estremamente versatile coniugata in una miriade di accostamenti tradizionali per i toscani ma anche inconsueti per chi quel territorio non vive.
Altro prodotto tipico del territorio toscano è una birra che ne porta il nome e valorizza i prodotti tipici locali, i luoghi, la storia e le leggende legate al Monte Amiata, la Birra Amiata che viene raccontata in un  altro volume di Effigi. Scritto da Fiora Bonelli e Rachele Ricco il libro 10 nomi in 10 birre - Storia dell'Amiata in etichetta - racconta un territorio attraverso un'etichetta e i 10 diversi tipi diversi di birra che la portano.

Quando due eccellenze si incontrano

Piatto, tovagliolo e canovaccio GreenGate, bicchiere IVV
Ho celebrato un matrimonio tra le pareti della mia cucina, un matrimonio perfetto, riuscitissimo tra due eccellenze della gastronomia italiana, ho sposato un meraviglioso petto d'oca con una birra artigianale. Testimoni erano delle castagne confit, qualche fetta di Gruyere e tenera rucola selvatica.
Ora vi presento i protagonisti come meritano: il petto d'oca è quello di Littamè che ho conosciuto, come spesso mi accade, grazie a Gente del Fud. Michele e Luca Littamè sono l'ultima generazione di una famiglia di allevatori di bovini che nel 2001 dopo la crisi del settore dovuta al noto caso della mucca pazza hanno deciso di dare una diversa svolta all'attività tornando al passato ed iniziando ad allevare oche. Hanno visto lungo i Littamè, oggi l'azienda produce diversi insaccati con carni d'oca e di maiale ed ha riscoperto la produzione all'oca in onto, un antichissimo prodotto di cui a breve certamente vi dirò. Tra le prelibatezze di questa azienda, che è anche agriturismo, c'è il petto d'oca opportunamente condito e stagionato, una carne saporita e prelibata da affettare e consumare tal quale o magari marinata con olio e succo di arancia.
Dell'altro protagonista, la Birra degli Antagonisti, la Bulan che in indonesiano vuol dire luna, una Saison chiara, profumata e rinfrescante, non voglio dirvi granché voglio che la conosciate attraverso le parole di chi la produce, due giovani - Enrico Ponza e Fabio Ferrua -   il cui manifesto stampato su ogni etichetta così recita: 
"Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare a occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto.
Ti sei mai chiesto perché? Perché se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati.
Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici.
Noi siamo gli Antagonisti
".
Spero di avervi messo addosso almeno un po' di curiosità, giusto quella che serve ad aver voglia di assaggiare questo ottimo prodotto.
Non so dirvi di preciso perché ma se io penso alle castagne mi viene in mente la birra sarà forse quel retrogusto amaro tipico di questa bevanda che pulisce perfettamente la bocca dalla grassezza delle castagne, quel che è certo è che con la complicità di un eccellente prodotto come il petto d'oca anche un toast e una birra possono diventare una cena speciale.
Toast autunnale
Ingredienti per 4 toast:
8 fette sottili di pane casereccio o a piacere pane per tramezzini
2 cucchiai di burro ammorbidito
1 manciata di rucola selvatica
1/2 petto d'oca stagionato
4 fette sottili di formaggio Gruyere
fior di sale o sale ambrato
4 ciuffetti di rosmarino
castagne confit (20 g di burro, 100 g di castagne lessate e pelate, 1 piccola cipolla, succo di limone, sale affumicato, pepe nero)
Preparare le castagne confit: sciogliere il burro in un padellino a fuoco moderato, aggiungere le castagne e mescolare finché il burro diventato nocciola non rivesta interamente le castagne, unire la cipolla a fettine molto sottili e una cucchiaiata di succo di limone, salare, pepare e proseguire ancora qualche minuto la cottura mescolando spesso.
Imburrare una sola faccia del pane e spolverizzarla di sale ambrato o di fior di sale. Stendere sulla faccia non imburrata qualche fettina di petto d'oca,  1/4 delle castagne, una fetta di formaggio e qualche foglia di rucola, chiudere con una seconda fetta di pane lasciando all'esterno la faccia imburrata. Appoggiare sopra il pane un ciuffetto di rosmarino e procedere allo stesso modo per gli altri tre toast. Passarli nella tostiera finché risulteranno ben dorati e servirli caldi con un bicchiere di birra fredda.
*Per la preparazione ho utilizzato sale ambrato e sale affumicato Gemma di Mare, succo di limone PolenghiGroup.

A proposito di castagne e birra non posso non cogliere l'occasione per parlarvi di due recenti pubblicazioni della casa editrice Effigi. Castagne in tavola è il titolo del libro, curato da Fiora Bonelli e Cinzia Bardelli, un modo per valorizzare una tipicità del Monte Amiata la castagna, portando alla nostra conoscenza le ricette tipiche del territorio a base di questo frutto che ha il pregio e il merito di aver sfamato generazioni. Un libro per scoprire le virtù di una gran leccornia ricca di ottime proprietà ed estremamente versatile coniugata in una miriade di accostamenti tradizionali per i toscani ma anche inconsueti per chi quel territorio non vive.
Altro prodotto tipico del territorio toscano è una birra che ne porta il nome e valorizza i prodotti tipici locali, i luoghi, la storia e le leggende legate al Monte Amiata, la Birra Amiata che viene raccontata in un  altro volume di Effigi. Scritto da Fiora Bonelli e Rachele Ricco il libro 10 nomi in 10 birre - Storia dell'Amiata in etichetta - racconta un territorio attraverso un'etichetta e i 10 diversi tipi diversi di birra che la portano.