2013-04-16

Il Babà, uno dei simboli della cucina partenopea

babà napoletano
Piatto e tessuti Wald
La cucina napoletana è pura poesia e tanti sono i piatti che la rappresentano perché a Napoli la cucina è "na cosa seria" nel vero senso della parola e posso affermare, senza tema di smentita, che in pochi altri posti si mangia come in Campania. Ho scelto tre libri, tra gli ultimi usciti, che rappresentano per me la "napoletanità" a tavola.
Le ricette di Napoli di Luciano Pignataro, noto giornalista e profondo conoscitore dell'eno-gastronomia del sud Italia nonché autore dell'omonimo e seguitissimo blog, è un libro sulla filosofia della cucina napoletana. Tanto semplice nel titolo quanto completo ed esaustivo nei contenuti il libro, pubblicato da Edizioni dell'Ippogrifo,  è "un aggiornamento indispensabile della enorme e profonda cultura gastronomica partenopea destinato a diventare il nuovo classico che ogni casa deve avere" come si legge nella quarta. Una firma autorevole per un lavoro molto curato che ha visto la luce dopo ben sette  anni di ricerche. La bellezza e il gusto di Napoli e della Campania tutta, raccontati attraverso 650 ricette delle famiglie, dei ristoranti, delle trattorie e di qualche agriturismo. Cucina di strada, antipasti, primi, secondi di pesce e di carne, verdure, contorni, conserve e dolci. Ogni singolo piatto è raccontato nella storia e nelle varianti con cui può esser interpretato.Un libro prezioso la leggere e non solo da consultare.

Un libretto pienamente godibile è O.O. Onnivori Opportunisti di Mario Avallone, pubblicato da Edizioni Scientifiche e Artistiche, un Trattatello di fisiognomica culinaria che ha tutta la personalità del suo autore, cuoco autarchico, autodidatta, anarcoide. Così si legge nell'introduzione "Seguo un'unica ricetta, la mia. Un ingrediente, massimo tre, liberi da mode correnti". Un elogio all'arte della semplicità direi, il togliere come atto supremo per dare maggiore importanza all'ingrediente, nel modo più elegante possibile, utilizzando le eccellenze. "Il gusto è il vero sesto senso... il gusto è la somma di tutto quello che siamo. Usiamolo ad arte, sia per godere che per smontare tutto quello che le mode, i tic, il pecorume, comodamente impongono".
Non mancano le ricette ovviamente complete di aneddoti, storia e varianti. 
Dalla medesima casa editrice è stato pubblicato Il Peccato di Partenope, la storia del leggendario dolce napoletano realizzato ancora oggi dell'Antica Pasticceria Vincenzo Bellavia che ha curato l'edizione del volume insieme a Claudio Canzanella. Doppio testo in italiano e inglese ed evocative immagini per raccontare il mito della sirena Partenope, la fondazione di Napoli e per svelare i segreti del Peccato di Partenope.
Dopo cotanto scrivere di Napoli un dolcetto che parli dei questa meravigliosa città ci sta proprio. Ho scelto il babà, uno dei simboli della pasticceria partenopea, la cui ricetta ho tratto dal libro di Luciano Pignataro. L'ho arricchito con crema pasticcera come vuole una delle varianti e l'ho completato con il gusto di un'amarena allo sciroppo Fabbri, per la forma mi sono discostata dal "funghetto" tradizionale optando per lo stampo a savarin più idoneo a mio parere a raccogliere e contenere il ripieno.
Babà con crema e amarena
Ingredienti
Per i babà:
240 g di farina
80 g di burro
40 g di zucchero
4 uova
20 g di lievito di birra
4 g di sale fino
Per lo sciroppo: 
300 ml di acqua
160 g di zucchero
150 ml di Rhum
Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di farina
250 ml di latte
amarene Fabbri per completare 
Utilizzare un terzo della farina per fare un panetto sciogliendo il lievito in due tre cucchiai di acua ed amalgamandolo con poca farina. lavorare la pasta fino a renderla liscia e metterla a lievitare su un piano infarinato per mezz'ora. Una volta gonfia metterla in una ciotola unire le uova, il burro morbido, amalgamare e unire la farina restante, lo zucchero e il sale. Ottenuto un impasto morbido lavorarlo tra le dita, sollevandolo e sbattendolo nella ciotola finché formerà delle bolle. Lasciarlo lievitare 40 minuti nello stesso recipiente. metterlo poi negli stampini (circa 10) unti di burro riempiendoli fino a metà. Far lievitare di nuovo fino a riempire gli stampi e infornare a 180°per circa 15 minuti. Portare a bollore il latte con la vaniglia, montare i tuorli con lo zucchero, unire la farina e poi il latte bollente mescolando di continuo. portare sul fuoco e lasciare addensare la crema. Sformare i babà e preparare la bagna  facendo bollire un paio di minuti l'acqua con lo zucchero, unire il liquore e immergervi i dolcetti, eliminare l'eccesso strizzandoli con delicatezza e farcirli con la crema preparata, decorare con l'amarena.
P.S.Dedico questo dolcetto a mia sorella che oggi compie gli anni e che essendo lontana non posso festeggiare come vorrei.

Il Babà, uno dei simboli della cucina partenopea

babà napoletano
Piatto e tessuti Wald
La cucina napoletana è pura poesia e tanti sono i piatti che la rappresentano perché a Napoli la cucina è "na cosa seria" nel vero senso della parola e posso affermare, senza tema di smentita, che in pochi altri posti si mangia come in Campania. Ho scelto tre libri, tra gli ultimi usciti, che rappresentano per me la "napoletanità" a tavola.
Le ricette di Napoli di Luciano Pignataro, noto giornalista e profondo conoscitore dell'eno-gastronomia del sud Italia nonché autore dell'omonimo e seguitissimo blog, è un libro sulla filosofia della cucina napoletana. Tanto semplice nel titolo quanto completo ed esaustivo nei contenuti il libro, pubblicato da Edizioni dell'Ippogrifo,  è "un aggiornamento indispensabile della enorme e profonda cultura gastronomica partenopea destinato a diventare il nuovo classico che ogni casa deve avere" come si legge nella quarta. Una firma autorevole per un lavoro molto curato che ha visto la luce dopo ben sette  anni di ricerche. La bellezza e il gusto di Napoli e della Campania tutta, raccontati attraverso 650 ricette delle famiglie, dei ristoranti, delle trattorie e di qualche agriturismo. Cucina di strada, antipasti, primi, secondi di pesce e di carne, verdure, contorni, conserve e dolci. Ogni singolo piatto è raccontato nella storia e nelle varianti con cui può esser interpretato.Un libro prezioso la leggere e non solo da consultare.

Un libretto pienamente godibile è O.O. Onnivori Opportunisti di Mario Avallone, pubblicato da Edizioni Scientifiche e Artistiche, un Trattatello di fisiognomica culinaria che ha tutta la personalità del suo autore, cuoco autarchico, autodidatta, anarcoide. Così si legge nell'introduzione "Seguo un'unica ricetta, la mia. Un ingrediente, massimo tre, liberi da mode correnti". Un elogio all'arte della semplicità direi, il togliere come atto supremo per dare maggiore importanza all'ingrediente, nel modo più elegante possibile, utilizzando le eccellenze. "Il gusto è il vero sesto senso... il gusto è la somma di tutto quello che siamo. Usiamolo ad arte, sia per godere che per smontare tutto quello che le mode, i tic, il pecorume, comodamente impongono".
Non mancano le ricette ovviamente complete di aneddoti, storia e varianti. 
Dalla medesima casa editrice è stato pubblicato Il Peccato di Partenope, la storia del leggendario dolce napoletano realizzato ancora oggi dell'Antica Pasticceria Vincenzo Bellavia che ha curato l'edizione del volume insieme a Claudio Canzanella. Doppio testo in italiano e inglese ed evocative immagini per raccontare il mito della sirena Partenope, la fondazione di Napoli e per svelare i segreti del Peccato di Partenope.
Dopo cotanto scrivere di Napoli un dolcetto che parli dei questa meravigliosa città ci sta proprio. Ho scelto il babà, uno dei simboli della pasticceria partenopea, la cui ricetta ho tratto dal libro di Luciano Pignataro. L'ho arricchito con crema pasticcera come vuole una delle varianti e l'ho completato con il gusto di un'amarena allo sciroppo Fabbri, per la forma mi sono discostata dal "funghetto" tradizionale optando per lo stampo a savarin più idoneo a mio parere a raccogliere e contenere il ripieno.
Babà con crema e amarena
Ingredienti
Per i babà:
240 g di farina
80 g di burro
40 g di zucchero
4 uova
20 g di lievito di birra
4 g di sale fino
Per lo sciroppo: 
300 ml di acqua
160 g di zucchero
150 ml di Rhum
Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di farina
250 ml di latte
amarene Fabbri per completare 
Utilizzare un terzo della farina per fare un panetto sciogliendo il lievito in due tre cucchiai di acua ed amalgamandolo con poca farina. lavorare la pasta fino a renderla liscia e metterla a lievitare su un piano infarinato per mezz'ora. Una volta gonfia metterla in una ciotola unire le uova, il burro morbido, amalgamare e unire la farina restante, lo zucchero e il sale. Ottenuto un impasto morbido lavorarlo tra le dita, sollevandolo e sbattendolo nella ciotola finché formerà delle bolle. Lasciarlo lievitare 40 minuti nello stesso recipiente. metterlo poi negli stampini (circa 10) unti di burro riempiendoli fino a metà. Far lievitare di nuovo fino a riempire gli stampi e infornare a 180°per circa 15 minuti. Portare a bollore il latte con la vaniglia, montare i tuorli con lo zucchero, unire la farina e poi il latte bollente mescolando di continuo. portare sul fuoco e lasciare addensare la crema. Sformare i babà e preparare la bagna  facendo bollire un paio di minuti l'acqua con lo zucchero, unire il liquore e immergervi i dolcetti, eliminare l'eccesso strizzandoli con delicatezza e farcirli con la crema preparata, decorare con l'amarena.
P.S.Dedico questo dolcetto a mia sorella che oggi compie gli anni e che essendo lontana non posso festeggiare come vorrei.

2013-04-14

Cestini di Piadina con salmerino marinato e zucchine alla salsa Baernese

piadina a cestini
Piatto decorato a mano La Vecchia Faenza
Ancora cestini, pare sia destino ultimamente che io debba ripetermi in almeno due ricette successive sul tema scelto. Quella di oggi, come del resto quella del dolce di cui al precedente post, non è una vera e propria ricetta ma un assemblaggio di cose davvero buone prodotte sul territorio nazionale che mi sono divertita ad accostare tra loro per realizzarne un divertente appetizer cui ho abbinato una eccellente birra del Birrificio AEFFE, la Diciannòv ho scelto per questo piatto, una birra che prende ispirazione dalla lunga tradizione delle birre di colore ambra e di moderata gradazione alcolica chiamate Alt che vengono servite da secoli nella città vecchia di Dusseldorf. La 19 è molto versatile in cucina abbinandosi perfettamente con tutti gli stuzzichini e le cene della nostra tradizione. 
Ovviamente il mio abbinamento è dettato da puro gusto, ma se volete abbinamenti più competenti vi rimando a  "Cruda e Crudo", un ebook in cui Edoardo Fraioli ci illustra più di 30 abbinamenti tra birra di qualità e ricette di ottima cucina. Cruda & Crudo ve lo racconto con le parole del suo autore "non è un libro di ricette, ma il racconto delle passeggiate nei mercatini rionali, i viaggi in Europa guidati dai percorsi dello street food, le gite fuori porta al solo fine di provare quella trattoria o quel posto trendy che realizza esperimenti culinari, o comprare un prodotto unico figlio di un territorio straordinario, quale quello delle piccole realtà locali italiane. 
Non è una guida alla migliore birra da acquistare ma il racconto di serate passate in compagnia con la comune voglia di parlare dei profumi e dei sapori che regalano i nostri piatti e i bouquet profumati delle birre artigianali.". Come potete capire è molto più che un libro di ricette, un carosello di immagini, profumi, sensazioni, incontri tra amici, ludiche degustazioni di gruppo che si susseguono nelle 223 pagine che lo compongono. Un vademecum pratico ed indispensabile per tutti noi curiosi del gusto, il cui formato elettronico rende rapida la consultazione e la ricerca, a partire dalla birra o dagli ingredienti. 
E allora mi sono scatenata anch'io nell'abbinamento e alla birra di cui vi ho innanzi detto ho abbinato dei cestini realizzati con la piadina fresca all'extravergine d'oliva di Artigianpiada, un laboratorio artigianale del riminese  capace di “sfornare” grandi volumi di produzione, pur mantenendo le ricette originali della locale tradizione Romagnola. Volete sapere cosa ho messo dentro ai cestini? Il salmerino a cubetti marinato di TrotaOro di cui più volte vi ho detto e delle zucchine crude marinate e condite con la salsa Baernese , una delle più amate in Francia, prodotta da un'altra grande azienda che ho scoperto da pochissimo tempo. Natura è Piacere produce maionesi e salse biologiche di altissima qualità tanto della tradizione italiana quanto di quella internazionale per gourmet,  vegetariani, intolleranti e per chiunque sia attento alla propria salute. La maionese e il ketchup prodotti da Natura è Piacere sono in effetti le uniche che permetto di mangiare, sentendomi sicura, a mio figlio di quattro anni.
Ora vi do la ricetta
Ingredienti per 12 cestini:
3 piadine fresche all'olio d'oliva
2 zucchine verdi
salsa Baernese
un barattolo di salmerino marinato
sale
qualche foglia di belga o insalata per decorare
Affettare finemente le zucchine dopo averle lavate e spuntate e porle in uno scolapasta con del sale, lasciarle spurgare un'oretta poi strizzarle per bene e metterle in una ciotola, unire il salmerino marinato sgocciolato dal liquido di conservazione, condire con la salsa baernese, amalgamando bene gli ingredienti.
Ritagliare da ogni piadina 4 cerchi di 12 cm di diametro. sistemarli degli stampini da muffin e infornarli per qualche minuto finché i bordini iniziano appena a dorare.
Farcire i cestini con il composto preparato e decorarli con una fogliolina.

Cestini di Piadina con salmerino marinato e zucchine alla salsa Baernese

piadina a cestini
Piatto decorato a mano La Vecchia Faenza
Ancora cestini, pare sia destino ultimamente che io debba ripetermi in almeno due ricette successive sul tema scelto. Quella di oggi, come del resto quella del dolce di cui al precedente post, non è una vera e propria ricetta ma un assemblaggio di cose davvero buone prodotte sul territorio nazionale che mi sono divertita ad accostare tra loro per realizzarne un divertente appetizer cui ho abbinato una eccellente birra del Birrificio AEFFE, la Diciannòv ho scelto per questo piatto, una birra che prende ispirazione dalla lunga tradizione delle birre di colore ambra e di moderata gradazione alcolica chiamate Alt che vengono servite da secoli nella città vecchia di Dusseldorf. La 19 è molto versatile in cucina abbinandosi perfettamente con tutti gli stuzzichini e le cene della nostra tradizione. 
Ovviamente il mio abbinamento è dettato da puro gusto, ma se volete abbinamenti più competenti vi rimando a  "Cruda e Crudo", un ebook in cui Edoardo Fraioli ci illustra più di 30 abbinamenti tra birra di qualità e ricette di ottima cucina. Cruda & Crudo ve lo racconto con le parole del suo autore "non è un libro di ricette, ma il racconto delle passeggiate nei mercatini rionali, i viaggi in Europa guidati dai percorsi dello street food, le gite fuori porta al solo fine di provare quella trattoria o quel posto trendy che realizza esperimenti culinari, o comprare un prodotto unico figlio di un territorio straordinario, quale quello delle piccole realtà locali italiane. 
Non è una guida alla migliore birra da acquistare ma il racconto di serate passate in compagnia con la comune voglia di parlare dei profumi e dei sapori che regalano i nostri piatti e i bouquet profumati delle birre artigianali.". Come potete capire è molto più che un libro di ricette, un carosello di immagini, profumi, sensazioni, incontri tra amici, ludiche degustazioni di gruppo che si susseguono nelle 223 pagine che lo compongono. Un vademecum pratico ed indispensabile per tutti noi curiosi del gusto, il cui formato elettronico rende rapida la consultazione e la ricerca, a partire dalla birra o dagli ingredienti. 
E allora mi sono scatenata anch'io nell'abbinamento e alla birra di cui vi ho innanzi detto ho abbinato dei cestini realizzati con la piadina fresca all'extravergine d'oliva di Artigianpiada, un laboratorio artigianale del riminese  capace di “sfornare” grandi volumi di produzione, pur mantenendo le ricette originali della locale tradizione Romagnola. Volete sapere cosa ho messo dentro ai cestini? Il salmerino a cubetti marinato di TrotaOro di cui più volte vi ho detto e delle zucchine crude marinate e condite con la salsa Baernese , una delle più amate in Francia, prodotta da un'altra grande azienda che ho scoperto da pochissimo tempo. Natura è Piacere produce maionesi e salse biologiche di altissima qualità tanto della tradizione italiana quanto di quella internazionale per gourmet,  vegetariani, intolleranti e per chiunque sia attento alla propria salute. La maionese e il ketchup prodotti da Natura è Piacere sono in effetti le uniche che permetto di mangiare, sentendomi sicura, a mio figlio di quattro anni.
Ora vi do la ricetta
Ingredienti per 12 cestini:
3 piadine fresche all'olio d'oliva
2 zucchine verdi
salsa Baernese
un barattolo di salmerino marinato
sale
qualche foglia di belga o insalata per decorare
Affettare finemente le zucchine dopo averle lavate e spuntate e porle in uno scolapasta con del sale, lasciarle spurgare un'oretta poi strizzarle per bene e metterle in una ciotola, unire il salmerino marinato sgocciolato dal liquido di conservazione, condire con la salsa baernese, amalgamando bene gli ingredienti.
Ritagliare da ogni piadina 4 cerchi di 12 cm di diametro. sistemarli degli stampini da muffin e infornarli per qualche minuto finché i bordini iniziano appena a dorare.
Farcire i cestini con il composto preparato e decorarli con una fogliolina.

2013-04-12

Cestini di biscotto all'avena con semifreddo di robiola e panforte di Pistoia

cestini digestive all'avena
Vassoio La Porcellana Bianca, tovagliolo Busatti
Ci sono delle aziende che oltre a realizzare ottimi prodotti, che valgono già da soli il viaggio nel luogo dove sono ubicate, hanno pure la fortuna di trovarsi in luoghi belli che sono in effetti da vedere, in tal caso nulla osta al viaggio, bisogna assolutamente cogliere al volo l'occasione ed andare a visitare i magici creatori di tante delizie. Questa volta vi invito a fare un salto nella splendida città di Pistoia dove in Piazza San Francesco la Pasticceria Bruno Corsini produce e vende specialità artigianali pistoiesi dal 1918 quando il Cav. Umberto Corsini diede inizio all'attività producendo confetti, caramelle  e cioccolato. Da allora la Ditta Corsini fabbrica, secondo le antiche ricette medievali, i famosi Confetti ricci di Pistoia, l'esclusivo Panforte di Pistoia Glacé e altre golose specialità come praline, bonbons al caffè e tavolette al cioccolato.
Il confetto di Pistoia si differenzia da tutti gli altri, oltre che per la classica forma a riccio, anche per la varietà di gusti. Anice, coriandolo ma anche nocciola, mandorla, canditi, cioccolato e altri gusti. La prima testimonianza storica del confetto di Pistoia risale al 1372 quando si narra che questi dolcetti furono utilizzati per festeggiare degnamente il 25 luglio Festa del Patrono. Da allora si è conservata immutata la tradizione di festeggiare ogni avvenimento con i classici confetti a riccio che la Ditta Bruno Corsini continua a produrre ancora artigianalmente con sciroppo di acqua e zucchero, senza l'aggiunta di amido nelle tradizionali "bassine di rame" che ruotano ininterrottamente fino a quando il ciclo di lavorazione del confetto non è concluso e le varie "anime" non risultano perfettamente rivestite.
Il Panforte glacé è, come dicevo innanzi, un'altra specialità tipica della cioccolateria artigianale pistoiese. Una mirabile e armonica composizione di mandorle, nocciole, ciliege, cedro e arancia canditi racchiusi in un guscio di cioccolato la cui ricetta è rigorosamente segreta e tramandata in famiglia.
Ho scelto di utilizzare il Panforte che ho abbinato ad una crema di robiola Nonno Nanni e panna montata per questi miei pasticcini la cui base è realizzata con biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's. Un dolce che non richiede alcuna cottura. A voi la ricetta.
Ingredienti
per 12 cestini:
150 g di biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's
75 g di burro
per la farcia:
100 g di panna montata zuccherata
100 g di panforte di Pistoia Glacé
qualche goccia di essenza di vaniglia
qualche fettina di panforte o ciliegie candire per decorare
Frullare finemente i biscotti ed unirli al burro fuso, foderare con il composto dei pirottini di carta oleata e lasciarli rassodare in frigo. Intanto tritare a coltello il panforte e mescolarlo alla robiola lavorando con una spatola, unire la panna e la vaniglia senza smontare il composto. Farcire i cestini con il semifreddo preparato e tenerli in frigo fino al momento di servire.

Cestini di biscotto all'avena con semifreddo di robiola e panforte di Pistoia

cestini digestive all'avena
Vassoio La Porcellana Bianca, tovagliolo Busatti
Ci sono delle aziende che oltre a realizzare ottimi prodotti, che valgono già da soli il viaggio nel luogo dove sono ubicate, hanno pure la fortuna di trovarsi in luoghi belli che sono in effetti da vedere, in tal caso nulla osta al viaggio, bisogna assolutamente cogliere al volo l'occasione ed andare a visitare i magici creatori di tante delizie. Questa volta vi invito a fare un salto nella splendida città di Pistoia dove in Piazza San Francesco la Pasticceria Bruno Corsini produce e vende specialità artigianali pistoiesi dal 1918 quando il Cav. Umberto Corsini diede inizio all'attività producendo confetti, caramelle  e cioccolato. Da allora la Ditta Corsini fabbrica, secondo le antiche ricette medievali, i famosi Confetti ricci di Pistoia, l'esclusivo Panforte di Pistoia Glacé e altre golose specialità come praline, bonbons al caffè e tavolette al cioccolato.
Il confetto di Pistoia si differenzia da tutti gli altri, oltre che per la classica forma a riccio, anche per la varietà di gusti. Anice, coriandolo ma anche nocciola, mandorla, canditi, cioccolato e altri gusti. La prima testimonianza storica del confetto di Pistoia risale al 1372 quando si narra che questi dolcetti furono utilizzati per festeggiare degnamente il 25 luglio Festa del Patrono. Da allora si è conservata immutata la tradizione di festeggiare ogni avvenimento con i classici confetti a riccio che la Ditta Bruno Corsini continua a produrre ancora artigianalmente con sciroppo di acqua e zucchero, senza l'aggiunta di amido nelle tradizionali "bassine di rame" che ruotano ininterrottamente fino a quando il ciclo di lavorazione del confetto non è concluso e le varie "anime" non risultano perfettamente rivestite.
Il Panforte glacé è, come dicevo innanzi, un'altra specialità tipica della cioccolateria artigianale pistoiese. Una mirabile e armonica composizione di mandorle, nocciole, ciliege, cedro e arancia canditi racchiusi in un guscio di cioccolato la cui ricetta è rigorosamente segreta e tramandata in famiglia.
Ho scelto di utilizzare il Panforte che ho abbinato ad una crema di robiola Nonno Nanni e panna montata per questi miei pasticcini la cui base è realizzata con biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's. Un dolce che non richiede alcuna cottura. A voi la ricetta.
Ingredienti
per 12 cestini:
150 g di biscotti Digestive ai Fiocchi d'avena McVitie's
75 g di burro
per la farcia:
100 g di panna montata zuccherata
100 g di panforte di Pistoia Glacé
qualche goccia di essenza di vaniglia
qualche fettina di panforte o ciliegie candire per decorare
Frullare finemente i biscotti ed unirli al burro fuso, foderare con il composto dei pirottini di carta oleata e lasciarli rassodare in frigo. Intanto tritare a coltello il panforte e mescolarlo alla robiola lavorando con una spatola, unire la panna e la vaniglia senza smontare il composto. Farcire i cestini con il semifreddo preparato e tenerli in frigo fino al momento di servire.

2013-04-11

Cuscus di mare e terra

cuscus pesce e verdure
Piatto Ceramiche Maroso
I broccoli mi piacciono davvero tanto, approfitto quindi fino alla fine della ricchezza dei nostri orti per metterli un po' dappertutto, stavolta ho preparato un goloso cuscus, piatto per il quale a casa mia impazziscono anche i piccoli, che ho arricchito con calamari, mazzancolle, cimette di broccoli e carote. Una vera delizia semplicissima da preparare.
Ovviamente un piatto così va festeggiato per cui una bottiglia di Brut Rosé Carpenè Malvolti, che si addice a piatti a base di pesce così come a carni bianche e formaggi ovini e caprini, è stata per la causa giustamente sacrificata.
Eccovi la ricetta:
Ingredienti per 4 persone:
250 g di cuscus precotto
1/2 kg di mazzancolle
1/2 Kg di calamari
 carote
2-3 etti di cime di broccoli
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 rametto di prezzemolo
olio
sale e pepe
Sgusciare le mazzancolle e con il gusci e le teste preparare un brodo unendo la cipolla, una carota, il prezzemolo, un pizzico di sale e qualche grano di pepe. Lasciar cuocere e intanto approfittare del vapore per cuocere le cimette dei broccoli, utilizzando un apposito cestello. Affettare le carote restanti dopo averle pelate e ridurre ad anelli i calamari ben puliti. Saltare i calamari, i loro ciuffetti e le mazzancolle sgusciate in un tegame con un filo d'olio e l'aglio schiacciato con il palmo della mano, unire anche le carote e in ultimo i broccoletti, salare pepare e bagnare con un po' del brodo ricavato dai crostacei e filtrato, eliminare l'aglio prima di spegnere. Portare a bollore 250 ml del brodo preparato con l'aggiunta di un filo d'olio, e versarvi il cuscus, coprire il tegame e lasciar gonfiare per 5 minuti circa. Sgranare il cuscus aggiungendo se necessario ancora un po' d'olio e versarlo nella padella con il condimento preparato.
*Per la ricetta ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D e pentole BergHOFF Italia

Cuscus di mare e terra

cuscus pesce e verdure
Piatto Ceramiche Maroso
I broccoli mi piacciono davvero tanto, approfitto quindi fino alla fine della ricchezza dei nostri orti per metterli un po' dappertutto, stavolta ho preparato un goloso cuscus, piatto per il quale a casa mia impazziscono anche i piccoli, che ho arricchito con calamari, mazzancolle, cimette di broccoli e carote. Una vera delizia semplicissima da preparare.
Ovviamente un piatto così va festeggiato per cui una bottiglia di Brut Rosé Carpenè Malvolti, che si addice a piatti a base di pesce così come a carni bianche e formaggi ovini e caprini, è stata per la causa giustamente sacrificata.
Eccovi la ricetta:
Ingredienti per 4 persone:
250 g di cuscus precotto
1/2 kg di mazzancolle
1/2 Kg di calamari
 carote
2-3 etti di cime di broccoli
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
1 rametto di prezzemolo
olio
sale e pepe
Sgusciare le mazzancolle e con il gusci e le teste preparare un brodo unendo la cipolla, una carota, il prezzemolo, un pizzico di sale e qualche grano di pepe. Lasciar cuocere e intanto approfittare del vapore per cuocere le cimette dei broccoli, utilizzando un apposito cestello. Affettare le carote restanti dopo averle pelate e ridurre ad anelli i calamari ben puliti. Saltare i calamari, i loro ciuffetti e le mazzancolle sgusciate in un tegame con un filo d'olio e l'aglio schiacciato con il palmo della mano, unire anche le carote e in ultimo i broccoletti, salare pepare e bagnare con un po' del brodo ricavato dai crostacei e filtrato, eliminare l'aglio prima di spegnere. Portare a bollore 250 ml del brodo preparato con l'aggiunta di un filo d'olio, e versarvi il cuscus, coprire il tegame e lasciar gonfiare per 5 minuti circa. Sgranare il cuscus aggiungendo se necessario ancora un po' d'olio e versarlo nella padella con il condimento preparato.
*Per la ricetta ho utilizzato Olio extravergine d'oliva Dante ConDisano arricchito di vitamina D e pentole BergHOFF Italia

2013-04-09

Peposo al Montepulciano, dalla Toscana all'Abruzzo varie declinazioni di un nome

peposo toscano
Piatto La Porcellana Bianca, tessuto Busatti
Ultimamente mi sono innamorata delle parole e dei diversi significati che un nome può avere.
Montepulciano è una cittadina toscana piena di bellezze storiche e paesaggistiche, Montepulciano deve la sua fama non solo alle sue bellezze ma anche al suo celebrato vino, il vino Nobile di Montepulciano.
A questo vino  Andrea Zanfi ha dedicato un libro A Tavola con il Nobile pubblicato da Salvietti e Barabuffi nella elegantissima collana Protagonisti in cucina. Un libro per conoscere un vino e il suo territorio. Un racconto fatto di ricette, le ricette delle otto contrade di Montepulciano che ogni anno gareggiano tra loro a suon di piatti nella moderna competizione culinaria che si svolge ormai da un decennio  affiancando e precedendo di appena qualche giorno il classico e tradizionale Bravio delle Botti, uno spaccato della vita e della quotidianità della cittadina toscana nonché una golosa occasione che attira appassionati e turisti da ogni dove alla scoperta del meraviglioso e produttivo territorio di Montepulciano, del suo Nobile vino e dei piatti simbolo che lo valorizzano. A tavola con il Nobile è il nome della competizione culinaria oltre che il titolo del libro con cui Andrea Zanfi ha deciso di celebrarla, un invito a partecipare alla prossima manifestazione che si tiene di consueto il penultimo weekend di agosto.
Montepulciano non è però soltanto l'affascinante cittadina toscana dove si produce il fortunato vino di cui si parla nel libro che vi ho raccontato ma è anche il nome con cui si indica un vitigno a bacca nera autoctono della terra abruzzese da cui si ricava l'omonimo vino Montepulciano che è altro rispetto al vino prodotto in toscana. E' esattamente il Riparosso, un vino prodotto con uve 100% Montepulciano dall'azienda agricola di Dino Illuminati di cui vi ho parlato nel post precedente, che ho scelto per il mio peposo che da toscano (mi sono infatti ispirata a una delle ricette incluse nel libro di cui vi ho appena parlato) è diventato abruzzese ma non per questo meno nobile.
Peposo al Montepulciano
Ingredienti per 4 persone:
800 c.a. g di muscolo di vitellone
5 spicchi d'aglio vestiti
2 cucchiaiate di pepe nero in grani
sale
rosmarino
alloro
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 mestolo di brodo
vino Montepulciano
Tagliare la carne a bocconcini, metterla in un tegame con l'aglio, un rametto di rosmarino, 2-3 foglie d'alloro e il pepe in grani, cospargere con il vino fino a sommergere la carne. Lasciar cuocere tre ore circa a fuoco basso aggiungendo a metà cottura la passata di pomodoro e un mestolo di brodo.

Ho un nuovo segreto in cucina che mi ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di cottura del piatto ed è il coperchio Magic Cooker, una vera scoperta per me di cui già non riesco più a fare a meno seppure ne abbia ancora testato solo parzialmente gli utilizzi. Un coperchio universale che si adatta alle mie pentole preferite senza limiti di dimensione dai 14 ai 34 cm, che mi aiuta a ridurre i tempi di cottura degli alimenti, che mi rosola le cipolle senza lasciarmi la casa "profumata" e mi permette pure di risparmiare il gas che ultimamente proprio economico non è preservando oltretutto le proprietà organolettiche degli alimenti che restano più salutari.
Sono ancora in fase di sperimentazione e non ho ancora provato ad utilizzarlo per i fritti al posto della friggitrice e per i dolci al posto del forno, ma che conquista ragazzi un semplice "disco volante" dalle mille virtù che si pulisce e si ripone come un normale coperchio.

Peposo al Montepulciano, dalla Toscana all'Abruzzo varie declinazioni di un nome

peposo toscano
Piatto La Porcellana Bianca, tessuto Busatti
Ultimamente mi sono innamorata delle parole e dei diversi significati che un nome può avere.
Montepulciano è una cittadina toscana piena di bellezze storiche e paesaggistiche, Montepulciano deve la sua fama non solo alle sue bellezze ma anche al suo celebrato vino, il vino Nobile di Montepulciano.
A questo vino  Andrea Zanfi ha dedicato un libro A Tavola con il Nobile pubblicato da Salvietti e Barabuffi nella elegantissima collana Protagonisti in cucina. Un libro per conoscere un vino e il suo territorio. Un racconto fatto di ricette, le ricette delle otto contrade di Montepulciano che ogni anno gareggiano tra loro a suon di piatti nella moderna competizione culinaria che si svolge ormai da un decennio  affiancando e precedendo di appena qualche giorno il classico e tradizionale Bravio delle Botti, uno spaccato della vita e della quotidianità della cittadina toscana nonché una golosa occasione che attira appassionati e turisti da ogni dove alla scoperta del meraviglioso e produttivo territorio di Montepulciano, del suo Nobile vino e dei piatti simbolo che lo valorizzano. A tavola con il Nobile è il nome della competizione culinaria oltre che il titolo del libro con cui Andrea Zanfi ha deciso di celebrarla, un invito a partecipare alla prossima manifestazione che si tiene di consueto il penultimo weekend di agosto.
Montepulciano non è però soltanto l'affascinante cittadina toscana dove si produce il fortunato vino di cui si parla nel libro che vi ho raccontato ma è anche il nome con cui si indica un vitigno a bacca nera autoctono della terra abruzzese da cui si ricava l'omonimo vino Montepulciano che è altro rispetto al vino prodotto in toscana. E' esattamente il Riparosso, un vino prodotto con uve 100% Montepulciano dall'azienda agricola di Dino Illuminati di cui vi ho parlato nel post precedente, che ho scelto per il mio peposo che da toscano (mi sono infatti ispirata a una delle ricette incluse nel libro di cui vi ho appena parlato) è diventato abruzzese ma non per questo meno nobile.
Peposo al Montepulciano
Ingredienti per 4 persone:
800 c.a. g di muscolo di vitellone
5 spicchi d'aglio vestiti
2 cucchiaiate di pepe nero in grani
sale
rosmarino
alloro
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 mestolo di brodo
vino Montepulciano
Tagliare la carne a bocconcini, metterla in un tegame con l'aglio, un rametto di rosmarino, 2-3 foglie d'alloro e il pepe in grani, cospargere con il vino fino a sommergere la carne. Lasciar cuocere tre ore circa a fuoco basso aggiungendo a metà cottura la passata di pomodoro e un mestolo di brodo.

Ho un nuovo segreto in cucina che mi ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di cottura del piatto ed è il coperchio Magic Cooker, una vera scoperta per me di cui già non riesco più a fare a meno seppure ne abbia ancora testato solo parzialmente gli utilizzi. Un coperchio universale che si adatta alle mie pentole preferite senza limiti di dimensione dai 14 ai 34 cm, che mi aiuta a ridurre i tempi di cottura degli alimenti, che mi rosola le cipolle senza lasciarmi la casa "profumata" e mi permette pure di risparmiare il gas che ultimamente proprio economico non è preservando oltretutto le proprietà organolettiche degli alimenti che restano più salutari.
Sono ancora in fase di sperimentazione e non ho ancora provato ad utilizzarlo per i fritti al posto della friggitrice e per i dolci al posto del forno, ma che conquista ragazzi un semplice "disco volante" dalle mille virtù che si pulisce e si ripone come un normale coperchio.