2007-05-24

Pollo saporito all’americana di Gioconda


Innanzitutto non chiedetemi chi è Gioconda, la ricetta come preannunciato nel post di lunedì non è mia ma di Antonella Clerici e Anna Moroni è un modo semplice e molto gustoso di preparare il pollo per cui l’ho fatta mia e la utilizzo per pic-nic e simili, dato che il pollo così cucinato sembra fatto apposta per essere consumato in compagnia e poi, romanticismi a parte, la preparazione è comoda perché viene effettuata in due tempi.


Trascrivo la ricetta così com’è sul libro, che vi potete sempre comprare – Oggi cucini tu -, anche perchè è molto bellino difetto a parte: non ha foto e questa forse è una piccola pecca per i libri di cucina – Artusi escluso perché data la grandezza di chi l’ha scritto e di com’è scritto il confronto non regge proprio - comunque chiacchiere a parte ecco la ricetta:

Le dosi sono per 4:

1 Kg di pollo
1 limone
2 spicchi d’aglio
2 cucchiai di prezzemolo tritato
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.

Togliere il grasso e la pelle al pollo, marinare con il succo del limone, l’olio, l’aglio, il prezzemolo e il parmigiano.
Lasciare riposare per una notte.
Passare nel pangrattato e disporre in una teglia.
Irrorare con un goccio di olio e cuocere in forno a 180° C per un’ora circa.

Accompagnatelo come volete sta bene con tutto, io domenica l’ho servito con un’insalata di zucchine, leggermente scottate condite con una vinaigrette di olio extravergine d’oliva aceto balsamico, sale e mentuccia fresca.
Non male direi.

Pollo saporito all’americana di Gioconda


Innanzitutto non chiedetemi chi è Gioconda, la ricetta come preannunciato nel post di lunedì non è mia ma di Antonella Clerici e Anna Moroni è un modo semplice e molto gustoso di preparare il pollo per cui l’ho fatta mia e la utilizzo per pic-nic e simili, dato che il pollo così cucinato sembra fatto apposta per essere consumato in compagnia e poi, romanticismi a parte, la preparazione è comoda perché viene effettuata in due tempi.


Trascrivo la ricetta così com’è sul libro, che vi potete sempre comprare – Oggi cucini tu -, anche perchè è molto bellino difetto a parte: non ha foto e questa forse è una piccola pecca per i libri di cucina – Artusi escluso perché data la grandezza di chi l’ha scritto e di com’è scritto il confronto non regge proprio - comunque chiacchiere a parte ecco la ricetta:

Le dosi sono per 4:

1 Kg di pollo
1 limone
2 spicchi d’aglio
2 cucchiai di prezzemolo tritato
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.

Togliere il grasso e la pelle al pollo, marinare con il succo del limone, l’olio, l’aglio, il prezzemolo e il parmigiano.
Lasciare riposare per una notte.
Passare nel pangrattato e disporre in una teglia.
Irrorare con un goccio di olio e cuocere in forno a 180° C per un’ora circa.

Accompagnatelo come volete sta bene con tutto, io domenica l’ho servito con un’insalata di zucchine, leggermente scottate condite con una vinaigrette di olio extravergine d’oliva aceto balsamico, sale e mentuccia fresca.
Non male direi.

2007-05-23

Composta di cipolle di Tropea al balsamico


Devo dire che questa composta, da me molto apprezzata come accompagnamento ai formaggi stagionati, è stata sorprendentemente gradita anche ai miei ospiti, tanto che il barattolino è finito direttamente sulla tavola a passare da una mano all’altra.
Me ne hanno chiesto la ricetta per cui la inserisco volentieri.
Ho un solo consiglio per chi volesse prepararla, quando affettate le cipolle mettetevi i guantini, le mie mani hanno conservato l’odore per due giorni e vi lascio immaginare l’imbarazzo.

Per due barattoli di composta:
450 g di cipolle rosse di Tropea
75 ml di aceto balsamico di Modena
350 g di zucchero

Puliamo ed affettiamo finemente le cipolle, copriamole con l’aceto e scaldiamole sul fuoco per qualche minuto, finche si saranno ben appassite, poi aggiungiamo lo zucchero portiamo ad ebollizione e, sempre mescolando bene, facciamo cuocere finchè la preparazione non risulterà ben omogenea, per controllare facciamo sempre la prova sul piattino, inclinandolo la composta non deve facilmente scivolare via.
Sistemiamola poi ancora bollente nei vasi preparati, chiudiamoli subito e capovolgiamoli su un piano per formare il sottovuoto.
La composta è pronta.
Se non avete troppa pazienza di aspettare che cuocia aggiungete alla preparazione mezza bustina di pectina, si rassoderà molto prima.
E’ ottima coi formaggi ma anche con gli arrosti di maiale.
L’ho servita con Asiago stravecchio, caprino stagionato e Parmigiano Reggiano.

Composta di cipolle di Tropea al balsamico


Devo dire che questa composta, da me molto apprezzata come accompagnamento ai formaggi stagionati, è stata sorprendentemente gradita anche ai miei ospiti, tanto che il barattolino è finito direttamente sulla tavola a passare da una mano all’altra.
Me ne hanno chiesto la ricetta per cui la inserisco volentieri.
Ho un solo consiglio per chi volesse prepararla, quando affettate le cipolle mettetevi i guantini, le mie mani hanno conservato l’odore per due giorni e vi lascio immaginare l’imbarazzo.

Per due barattoli di composta:
450 g di cipolle rosse di Tropea
75 ml di aceto balsamico di Modena
350 g di zucchero

Puliamo ed affettiamo finemente le cipolle, copriamole con l’aceto e scaldiamole sul fuoco per qualche minuto, finche si saranno ben appassite, poi aggiungiamo lo zucchero portiamo ad ebollizione e, sempre mescolando bene, facciamo cuocere finchè la preparazione non risulterà ben omogenea, per controllare facciamo sempre la prova sul piattino, inclinandolo la composta non deve facilmente scivolare via.
Sistemiamola poi ancora bollente nei vasi preparati, chiudiamoli subito e capovolgiamoli su un piano per formare il sottovuoto.
La composta è pronta.
Se non avete troppa pazienza di aspettare che cuocia aggiungete alla preparazione mezza bustina di pectina, si rassoderà molto prima.
E’ ottima coi formaggi ma anche con gli arrosti di maiale.
L’ho servita con Asiago stravecchio, caprino stagionato e Parmigiano Reggiano.

2007-05-22

Antipasto di campagna


Fagottini alle melanzane


Ho preparato una Pasta sfoglia secondo la mia ricetta base, l’ho stesa in uno spessore di mezzo centimetro e ne ho ricavato dei quadrati di circa 15 cm.
Al centro di ognuno ho posizionato un cucchiaio di ripieno alle melanzane (lo stesso di cui do la ricetta per i Sofficini alle melanzane) e poi ho ripiegato i quattro angoli verso il centro cercando di unire le giunture con le dita.
Ho spennellato la superficie con un uovo leggermente sbattuto con un poco di latte ed ho collocato al centro di ciascun fagottino una mandorla pelata.
Ho cotto poi in forno fino a doratura.

Involtini di peperoni alle olive


Per preparare 12 involtini ci occorrono:
6 peperoni verdi di quelli lunghi
100 g di olive nere secche denocciolate
4 filetti di acciughe
Un cucchiaio di capperi
½ spicchio d’aglio
Un ciuffo di prezzemolo
Qualche foglia di basilico
Olio extravergine d’oliva e sale q.b.
Qualche fogliolina di origano fresco (in mancanza maggiorana) per decorare
Preparazione
Arrostiamo i peperoni, se possibile alla brace, poi leviamo la pelle, il picciolo ed i semi facendo attenzione a non romperli.
Ricaviamo da ciascun peperone due belle falde da farcire e passiamo alla preparazione del ripieno.
Tritiamo finemente le olive, con i capperi, le acciughe e tanto olio da formare una bella poltiglia spalmabile.
Stendiamone uno-due cucchiaini sui peperoni ed arrotoliamo su se stessi a formare degli involtini.
Disponiamoli nel piatto, irroriamo con un filo d’olio, e cospargiamo con le foglioline di origano
.

P.s. Per la composta di cipolle al balsamico non vi resta che aspettare il prossimo post

Antipasto di campagna


Fagottini alle melanzane


Ho preparato una Pasta sfoglia secondo la mia ricetta base, l’ho stesa in uno spessore di mezzo centimetro e ne ho ricavato dei quadrati di circa 15 cm.
Al centro di ognuno ho posizionato un cucchiaio di ripieno alle melanzane (lo stesso di cui do la ricetta per i Sofficini alle melanzane) e poi ho ripiegato i quattro angoli verso il centro cercando di unire le giunture con le dita.
Ho spennellato la superficie con un uovo leggermente sbattuto con un poco di latte ed ho collocato al centro di ciascun fagottino una mandorla pelata.
Ho cotto poi in forno fino a doratura.

Involtini di peperoni alle olive


Per preparare 12 involtini ci occorrono:
6 peperoni verdi di quelli lunghi
100 g di olive nere secche denocciolate
4 filetti di acciughe
Un cucchiaio di capperi
½ spicchio d’aglio
Un ciuffo di prezzemolo
Qualche foglia di basilico
Olio extravergine d’oliva e sale q.b.
Qualche fogliolina di origano fresco (in mancanza maggiorana) per decorare
Preparazione
Arrostiamo i peperoni, se possibile alla brace, poi leviamo la pelle, il picciolo ed i semi facendo attenzione a non romperli.
Ricaviamo da ciascun peperone due belle falde da farcire e passiamo alla preparazione del ripieno.
Tritiamo finemente le olive, con i capperi, le acciughe e tanto olio da formare una bella poltiglia spalmabile.
Stendiamone uno-due cucchiaini sui peperoni ed arrotoliamo su se stessi a formare degli involtini.
Disponiamoli nel piatto, irroriamo con un filo d’olio, e cospargiamo con le foglioline di origano
.

P.s. Per la composta di cipolle al balsamico non vi resta che aspettare il prossimo post

2007-05-21

Un pranzo in campagna





Ieri ho avuto il piacere di riunire i miei più cari amici per un pranzo in campagna.
Il clima era dei più favorevoli per cui ne abbiamo approfittato per pranzare all’aperto, le foto sono le uniche presentabili giusto perché eravamo ancora all’antipasto, e mi scuso fin da adesso con i ritratti per le eventuali lamentele: non me ne vogliate per la pubblicazione in fondo rappresentate un momento di serenità collettiva.



Andiamo al pranzo, nel comporlo ho giocato sulle fresche verdure estive già possentemente presenti nei mercati, per cui ho inserito nelle preparazioni le melanzane, i peperoni, le zucchine ed i pomodorini, senza dimenticare le fragole nel dessert.


Posto il menù e poi di volta in volta le singole ricette qualora non fossero già incluse nel blog.
Per antipasto ho preparato dei fagottinini alle melanzane che ho accompagnato con degli involtini di peperoni arrostiti alla brace, della salsiccia piccante locale e un piccolo assortimento di formaggi con la mia composta di cipolle di Tropea al balsamico.
Per primo, su consiglio di F., gli Spaghetti con pomodorini ripieni vincitori della sfida tra me ed F.
Per secondo mi sono orientata sul semplice e molto sfruttato pollo, perché piace un poco a tutti, per cui Pollo saporito all’americana di Gioconda (dal libro Clerici – Moroni Oggi cucini tu n. 1) accompagnato da una fresca insalata di zucchine e mentuccia.
E dulcis in fundo Mezzelune di pan di spagna al gelato con ragù di fragole.

Un pranzo in campagna





Ieri ho avuto il piacere di riunire i miei più cari amici per un pranzo in campagna.
Il clima era dei più favorevoli per cui ne abbiamo approfittato per pranzare all’aperto, le foto sono le uniche presentabili giusto perché eravamo ancora all’antipasto, e mi scuso fin da adesso con i ritratti per le eventuali lamentele: non me ne vogliate per la pubblicazione in fondo rappresentate un momento di serenità collettiva.



Andiamo al pranzo, nel comporlo ho giocato sulle fresche verdure estive già possentemente presenti nei mercati, per cui ho inserito nelle preparazioni le melanzane, i peperoni, le zucchine ed i pomodorini, senza dimenticare le fragole nel dessert.


Posto il menù e poi di volta in volta le singole ricette qualora non fossero già incluse nel blog.
Per antipasto ho preparato dei fagottinini alle melanzane che ho accompagnato con degli involtini di peperoni arrostiti alla brace, della salsiccia piccante locale e un piccolo assortimento di formaggi con la mia composta di cipolle di Tropea al balsamico.
Per primo, su consiglio di F., gli Spaghetti con pomodorini ripieni vincitori della sfida tra me ed F.
Per secondo mi sono orientata sul semplice e molto sfruttato pollo, perché piace un poco a tutti, per cui Pollo saporito all’americana di Gioconda (dal libro Clerici – Moroni Oggi cucini tu n. 1) accompagnato da una fresca insalata di zucchine e mentuccia.
E dulcis in fundo Mezzelune di pan di spagna al gelato con ragù di fragole.

2007-05-19

Napoli, la sfogliatella, il babà e la pizza


L’altro giorno mi è venuta voglia di una sfogliatella, ho preso e sono andata a Napoli.
Si va bè detta così sembro una snob che si può permettere ogni sfizio quando e come vuole, diciamo più verosimilmente che con il mio desiderio di golosità partenopee ha coinciso una inaspettata opportunità di soddisfarle nell’immediato e così, senza lasciarmi sfuggire l’occasione, sono andata veramente.

Alle 10:00 in punto ero già seduta ad un tavolino all’aperto dello storico Caffè Gambrinus, adiacente a Piazza Plebiscito, davanti al mio caffè e ad una fragrante e profumata sfogliatella riccia ripiena di ricotta.
Il dolce - delizioso ovunque - al Gambrinus sembra celestiale, in quel posto il tempo pare si sia fermato, tutto è pulito ed ordinato e guardando i tavolini accanto hai la sensazione che perfino le persone sedute accanto a te non appartengano all’oggi ma siano rimaste lì da secoli, incuranti del tempo che passa e della frenesia della vita moderna.

Alle 14:00, dopo esermi un poco persa tra le bellezze del Maschio Angioino e dello splendido panorama marino che si può ammirare dalle sue terrazze, ero già seduta da Pulcinella a Santa Brigida in via santa Brigida ad aspettare la mia bella pizza con pomodorini, mozzarella di bufala campana e basilico. Dopo aver camminato tutta la mattinata era quanto mi meritavo mi pare.
Comunque il posto è degno di nota, il servizio impeccabile in tutto e la prossima volta, se non avrò troppa voglia di pizza mi lascerò trasportare dalle allettanti alternative della carta o dal menù degustazione che mi è sembrato proprio interessante.
Unica pecca il dolce della casa per quel giorno era il profitterol per cui, siccome avevo voglia di babà ho declinato a favore del Caffè Vesuvio nella splendida cornice della Galleria Umberto I.
Il babà era buono ma il caffè non ho avuto il piacere di assaggiarlo dato che il cameriere si è sbagliato e mi ha portato un “disgraziato” cappuccino freddo che altri non era che un enorme bicchierone di latte e caffè freddo per nulla degno di nota, anzi magari di nota negativa, di cui ho bevuto solo due sorsi per evitare di rovinarmi la splendida giornata facendo rimostranze al personale.

Insomma dopo giri e giretti tra Teatro San Carlo, Palazzo Reale e negozi del centro ho fatto sosta, prima di andare via, al Caffè d’Epoca a Piazza Trieste e Trento per ristorarmi col mitico caffè del Professore.
Della giornata partenopea conserverò un’ottimo ricordo, il centro di Napoli merita una visita ogni tanto e, fino al 26 maggio, al Maschio Angioino è allestita la mostra - che da sola vale la visita - dedicata al grande Totò "Un principe chiamato Totò", per il quarantesimo anniversario della Sua scomparsa.
E’ emozionante ritrovarsi tra le Sue cose private esposte.
Se vi capita l’occasione, come a me, andateci a vederla, non ve ne pentirete.
Intanto a breve posterò la ricetta del mio babà così magari nel frattempo vi consolate così…


N.B. l' immagine della Galleria è di Wikipedia, il babà invece è proprio quello che ho mangiato

Napoli, la sfogliatella, il babà e la pizza


L’altro giorno mi è venuta voglia di una sfogliatella, ho preso e sono andata a Napoli.
Si va bè detta così sembro una snob che si può permettere ogni sfizio quando e come vuole, diciamo più verosimilmente che con il mio desiderio di golosità partenopee ha coinciso una inaspettata opportunità di soddisfarle nell’immediato e così, senza lasciarmi sfuggire l’occasione, sono andata veramente.

Alle 10:00 in punto ero già seduta ad un tavolino all’aperto dello storico Caffè Gambrinus, adiacente a Piazza Plebiscito, davanti al mio caffè e ad una fragrante e profumata sfogliatella riccia ripiena di ricotta.
Il dolce - delizioso ovunque - al Gambrinus sembra celestiale, in quel posto il tempo pare si sia fermato, tutto è pulito ed ordinato e guardando i tavolini accanto hai la sensazione che perfino le persone sedute accanto a te non appartengano all’oggi ma siano rimaste lì da secoli, incuranti del tempo che passa e della frenesia della vita moderna.

Alle 14:00, dopo esermi un poco persa tra le bellezze del Maschio Angioino e dello splendido panorama marino che si può ammirare dalle sue terrazze, ero già seduta da Pulcinella a Santa Brigida in via santa Brigida ad aspettare la mia bella pizza con pomodorini, mozzarella di bufala campana e basilico. Dopo aver camminato tutta la mattinata era quanto mi meritavo mi pare.
Comunque il posto è degno di nota, il servizio impeccabile in tutto e la prossima volta, se non avrò troppa voglia di pizza mi lascerò trasportare dalle allettanti alternative della carta o dal menù degustazione che mi è sembrato proprio interessante.
Unica pecca il dolce della casa per quel giorno era il profitterol per cui, siccome avevo voglia di babà ho declinato a favore del Caffè Vesuvio nella splendida cornice della Galleria Umberto I.
Il babà era buono ma il caffè non ho avuto il piacere di assaggiarlo dato che il cameriere si è sbagliato e mi ha portato un “disgraziato” cappuccino freddo che altri non era che un enorme bicchierone di latte e caffè freddo per nulla degno di nota, anzi magari di nota negativa, di cui ho bevuto solo due sorsi per evitare di rovinarmi la splendida giornata facendo rimostranze al personale.

Insomma dopo giri e giretti tra Teatro San Carlo, Palazzo Reale e negozi del centro ho fatto sosta, prima di andare via, al Caffè d’Epoca a Piazza Trieste e Trento per ristorarmi col mitico caffè del Professore.
Della giornata partenopea conserverò un’ottimo ricordo, il centro di Napoli merita una visita ogni tanto e, fino al 26 maggio, al Maschio Angioino è allestita la mostra - che da sola vale la visita - dedicata al grande Totò "Un principe chiamato Totò", per il quarantesimo anniversario della Sua scomparsa.
E’ emozionante ritrovarsi tra le Sue cose private esposte.
Se vi capita l’occasione, come a me, andateci a vederla, non ve ne pentirete.
Intanto a breve posterò la ricetta del mio babà così magari nel frattempo vi consolate così…


N.B. l' immagine della Galleria è di Wikipedia, il babà invece è proprio quello che ho mangiato

2007-05-18

Gamberi al cognac in crosta di pistacchi


I gamberi si sa son buoni anche semplicemente lessati e conditi con un filo di olio e una spruzzatina di limone ma…se vogliamo farci ricordare per i nostri gamberi vi posto una ricetta che sa di esotico ed è invece sorprendentemente facile da realizzare. L’avevo trovata qualche tempo fa su una rivista di cui non ricordo neppure il nome dato che avevo l’abitudine di ritagliare e conservare soltanto le ricette, si presta a far da secondo ma può diventare egregiamente un finger food specie se presentato in un certo modo ad esempio infilzando ciascun gambero ad uno stecchino di legno in modo da poterli consumare senza l’uso della forchetta.


Per preparare i Gamberi al cognac in crosta di pistacchi per quattro persone (non troppo affamate però) ci occorrono:


20 gamberi belli grandi


1 bicchierino di cognac


2 uova


3 cucchiai di pistacchi pelati e tritati


120 g di grissini


80 g di burro


Sale e pepe quanto basta



Sgusciamo i gamberi eliminando il filetto nero ma lasciando la codina attaccata.


Mettiamoli poi in una ciotola col cognac lasciandoli riposare per un’ora.


Grattugiamo i grissini e mischiamoli ai pistacchi.


Trascorso il tempo indicato, scoliamo i gamberi e, dopo averli asciugati, li passiamo nelle uova leggermente sbattute e poi nel composto di grissini e pistacchi.


Scaldiamo il burro in padella ad aggiungiamo i gamberi che cuoceremo a fuoco vivo per circa cinque minuti.


Una volta dorati li scoliamo su carta assorbente e poi saliamo e pepiamo.


Possiamo servirli con una fresca insalatina.

Gamberi al cognac in crosta di pistacchi


I gamberi si sa son buoni anche semplicemente lessati e conditi con un filo di olio e una spruzzatina di limone ma…se vogliamo farci ricordare per i nostri gamberi vi posto una ricetta che sa di esotico ed è invece sorprendentemente facile da realizzare. L’avevo trovata qualche tempo fa su una rivista di cui non ricordo neppure il nome dato che avevo l’abitudine di ritagliare e conservare soltanto le ricette, si presta a far da secondo ma può diventare egregiamente un finger food specie se presentato in un certo modo ad esempio infilzando ciascun gambero ad uno stecchino di legno in modo da poterli consumare senza l’uso della forchetta.


Per preparare i Gamberi al cognac in crosta di pistacchi per quattro persone (non troppo affamate però) ci occorrono:


20 gamberi belli grandi


1 bicchierino di cognac


2 uova


3 cucchiai di pistacchi pelati e tritati


120 g di grissini


80 g di burro


Sale e pepe quanto basta



Sgusciamo i gamberi eliminando il filetto nero ma lasciando la codina attaccata.


Mettiamoli poi in una ciotola col cognac lasciandoli riposare per un’ora.


Grattugiamo i grissini e mischiamoli ai pistacchi.


Trascorso il tempo indicato, scoliamo i gamberi e, dopo averli asciugati, li passiamo nelle uova leggermente sbattute e poi nel composto di grissini e pistacchi.


Scaldiamo il burro in padella ad aggiungiamo i gamberi che cuoceremo a fuoco vivo per circa cinque minuti.


Una volta dorati li scoliamo su carta assorbente e poi saliamo e pepiamo.


Possiamo servirli con una fresca insalatina.

2007-05-17

Timballetti di riso e zucchine su crema di caprino



Un modo elegante per presentare un buon risotto? Magari per fare bella figura ad una cena “in” senza stressarsi più di tanto dato che è un piatto che si può preparare con un discreto anticipo? Eccolo
Mesdames et Messieurs je vous présente i miei Timballetti di riso e zucchine su crema di caprino.

Ingredienti per due persone (è bene sperimentare l’effetto in una romantica cenetta a due):
due zucchine medie
una tazzina da caffè colma di riso Vialone nano
brodo vegetale
un pezzetto di cipolla affettata sottilmente
un bicchierino di vino bianco
un cucchiaio d’olio
una noce di burro
due cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato

Per la crema di caprino:
un pezzettino di scalogno tritato
una nocetta di burro
due cucchiaiate di panna da cucina
un piccolo caprino fresco.

Preparazione:
laviamo, asciughiamo e spuntiamo le zucchine, col pelapatate ricaviamone dei nastri, tagliandole nel senso della lunghezza, sufficienti a foderare due stampini da sufflè (vanno benissimo quelli di alluminio usa e getta) e sbollentiamoli per pochi istanti. La restante parte delle zucchine la riduciamo in pezzetti.
Stufiamo la cipolla con l’olio ed un poco d’acqua, uniamo i pezzetti di zucchine ed una volta appassite vi uniamo il riso. Lo facciamo tostare e poi bagniamo col vino, evaporato il vino aggiungiamo un poco alla volta il brodo caldo mescolando di tanto in tanto.
Appena il riso sarà cotto (piuttosto al dente) e ben asciutto spegniamo, mantechiamo col burro e il parmigiano.
Rivestiamo le tegline unte con i nastri di zucchine e riempiamo ciascuna di riso. Richiudiamo con le sporgenze di zucchine e poi inforniamo per 15 minuti circa.
Se i timballetti li prepariamo prima al momento di servire possiamo solo infornare.
Intanto che le tegline stanno in forno prepariamo la salsa facendo appassire lo scalogno nel burro, unendo subito dopo la panna ed il caprino. Mescoliamo bene poi passiamo al mixer per omogeneizzare.
Versiamo due cucchiai di crema di formaggio in ogni piatto e sopra sformiamo i nostri timballetti.
Di sicuro effetto e di gusto veramente delicato.

Sapete come l’ho inventato questo piatto?
Allora, una sera ho preparato i nastri di zucchine pastellati e fritti, mi erano avanzati dei pezzi di zucchina e qualche “nastro” che la pastella era finita.
Così ho pensato domani di questi avanzi ne farò un risotto, solo che mi dispiaceva buttare nel cumulo anche le belle fette tagliate a nastro così ho pensato di utilizzarle come avete letto sopra.
Ero indecisa poi se servirli con un sughetto di pomodoro e basilico (che devo dire può essere un’ottima alternativa) o con una salsa di formaggio e poiché nel frigo avevo sto caprino fermo ad aspettare il suo destino la scelta non è stata difficile.