2009-10-07

Canederli in brodo

Una delle regioni che più amo è l'Alto Adige con le sue verdi montagne e la sua ricca cucina.
In attesa di ritornarci appena possibile cerco intanto di rinfrescarne il ricordo con dei piatti tipici anche se diventa a volte un'impresa reperire degli ingredienti. Con Esperya l'impresa si semplifica e così avendo tra le mani il Salamino affumicato di maiale e camoscio, preparato dal sig. Berardi secondo tradizione con carne di camoscio e pancetta di suino, non ho potuto che pensare ai canederli che adoro. Li ho preparati con metà salamino e metà speck li ho cucinati e serviti in un ricco brodo di carne bovina. Il piatto è bello sostanzioso ma per la stagione appena iniziata è l'ideale.
Penso che dei canederli ogni famiglia sud-tirolese abbia la sua ricetta, io così lontana mi sono affidata alla grande Cucina Italiana, preparandoli secondo la ricetta reperita su un vecchio numero della rivista.
Per chi fosse alto-atesino quanto me lascio comunque la ricetta e mi raccomando provate il salamino...merita davvero.
Canederli
Ingredienti:
250 g di pane
50 g di speck
50 g di Salamino di maiale e camoscio
1/2 cipolla
4 uova
100 g di farina
1 bicchiere di latte
olio e burro q.b.

Riduciamo a cubetti il pane e rosoliamolo in una padella dove avremo lasciato appassire la cipolla con un po' di olio e burro. Trasferiamolo poi in una ciotola, mescoliamolo con le uova, il latte e i salumi e lasciamolo ammorbidire per mezz'ora circa. Uniamo al composto la farina e formiamo delle palline. Lessiamo i canederli in un ricco brodo di carne per 2-3 minuti da quando vengono a galla. Serviamo con il brodo e del grana, oppure scoliamoli e serviamoli con burro scuro e grana.

P.S. con questa ricetta partecipo alla raccolta di Roxy dal titolo Sapore di Vacanza

Canederli in brodo

Una delle regioni che più amo è l'Alto Adige con le sue verdi montagne e la sua ricca cucina.
In attesa di ritornarci appena possibile cerco intanto di rinfrescarne il ricordo con dei piatti tipici anche se diventa a volte un'impresa reperire degli ingredienti. Con Esperya l'impresa si semplifica e così avendo tra le mani il Salamino affumicato di maiale e camoscio, preparato dal sig. Berardi secondo tradizione con carne di camoscio e pancetta di suino, non ho potuto che pensare ai canederli che adoro. Li ho preparati con metà salamino e metà speck li ho cucinati e serviti in un ricco brodo di carne bovina. Il piatto è bello sostanzioso ma per la stagione appena iniziata è l'ideale.
Penso che dei canederli ogni famiglia sud-tirolese abbia la sua ricetta, io così lontana mi sono affidata alla grande Cucina Italiana, preparandoli secondo la ricetta reperita su un vecchio numero della rivista.
Per chi fosse alto-atesino quanto me lascio comunque la ricetta e mi raccomando provate il salamino...merita davvero.
Canederli
Ingredienti:
250 g di pane
50 g di speck
50 g di Salamino di maiale e camoscio
1/2 cipolla
4 uova
100 g di farina
1 bicchiere di latte
olio e burro q.b.

Riduciamo a cubetti il pane e rosoliamolo in una padella dove avremo lasciato appassire la cipolla con un po' di olio e burro. Trasferiamolo poi in una ciotola, mescoliamolo con le uova, il latte e i salumi e lasciamolo ammorbidire per mezz'ora circa. Uniamo al composto la farina e formiamo delle palline. Lessiamo i canederli in un ricco brodo di carne per 2-3 minuti da quando vengono a galla. Serviamo con il brodo e del grana, oppure scoliamoli e serviamoli con burro scuro e grana.

P.S. con questa ricetta partecipo alla raccolta di Roxy dal titolo Sapore di Vacanza

2009-10-02

Il pranzo della festa

Da quando è nato Giulio ho, come immaginavo, meno tempo per cucinare ma, dal momento che l'allattamento al seno mi costringe a lunghe e frequenti soste in poltrona, ho un po' di tempo in più per leggere.
Come tutti gli amanti di qualcosa mi piace andare a fondo, leggere e studiare l'argomento che amo da ogni punto di vista e se l'oggetto della detta passione è la cucina non posso non chiedermi come mangiavano ad esempio i cacciatori di Boxgrove, nei pressi di Chichester, 500.000 anni fa nell'età della pietra; oppure cosa mangiavano nel refettorio di un priorato benedettino nel 1372 a Moreaucourt, Piccardia; o facendo ancora un balzo indietro, come si svolgeva un banchetto romano intorno al 45 d.C. a Colchester nel sud dell'Inghilterra.
Ho trovato queste ed altre competenti risposte in un saggio di Martin Jones che si intitola "Il Pranzo della festa - Una storia dell'alimentazione in undici banchetti" edito da Garzanti.
Attraverso undici banchetti appunto, l'autore ripercorre la storia dell'alimentazione partendo dalla differenza tra la nostra alimentazione e quella delle scimmie ed arrivando ai pranzi consumati davanti alla tv. Capire l'evoluzione che ha subito la nostra dieta è certamente illuminante per la comprensione dell'evoluzione della società.
Percorrendo questo cammino Martin Jones, docente di scienze archeologiche all'Università di Cambridgee e studioso di frammenti archeologici di resti di cibo, ci illustra nel libro anche i diversi significati che assume la condivisione del cibo.
Insomma stavolta vi invito alla lettura di un libro "serio" che non ci insegna a nutrire il corpo ma che nutre senza alcun dubbio lo spirito accrescendo le nostre conoscenze in fatto di alimentazione e storia.

Il pranzo della festa

Da quando è nato Giulio ho, come immaginavo, meno tempo per cucinare ma, dal momento che l'allattamento al seno mi costringe a lunghe e frequenti soste in poltrona, ho un po' di tempo in più per leggere.
Come tutti gli amanti di qualcosa mi piace andare a fondo, leggere e studiare l'argomento che amo da ogni punto di vista e se l'oggetto della detta passione è la cucina non posso non chiedermi come mangiavano ad esempio i cacciatori di Boxgrove, nei pressi di Chichester, 500.000 anni fa nell'età della pietra; oppure cosa mangiavano nel refettorio di un priorato benedettino nel 1372 a Moreaucourt, Piccardia; o facendo ancora un balzo indietro, come si svolgeva un banchetto romano intorno al 45 d.C. a Colchester nel sud dell'Inghilterra.
Ho trovato queste ed altre competenti risposte in un saggio di Martin Jones che si intitola "Il Pranzo della festa - Una storia dell'alimentazione in undici banchetti" edito da Garzanti.
Attraverso undici banchetti appunto, l'autore ripercorre la storia dell'alimentazione partendo dalla differenza tra la nostra alimentazione e quella delle scimmie ed arrivando ai pranzi consumati davanti alla tv. Capire l'evoluzione che ha subito la nostra dieta è certamente illuminante per la comprensione dell'evoluzione della società.
Percorrendo questo cammino Martin Jones, docente di scienze archeologiche all'Università di Cambridgee e studioso di frammenti archeologici di resti di cibo, ci illustra nel libro anche i diversi significati che assume la condivisione del cibo.
Insomma stavolta vi invito alla lettura di un libro "serio" che non ci insegna a nutrire il corpo ma che nutre senza alcun dubbio lo spirito accrescendo le nostre conoscenze in fatto di alimentazione e storia.

2009-09-23

Torta gelato visciole e amaretti

Nell'ultimo ordine di Esperya avevo fatto inserire un barattolino di Visciole al Sole SI.GI. incuriosita dal nome più che altro. Aperto il barattolo ed assaporatone il contenuto ho dato un perchè al nome che all'apparenza mi sembrava solo fantasioso.
Le visciole sanno di visciole, per la conservazione, infatti, non si esegue alcuna manipolazione. I frutti sono raccolti, conservati nei barattoli con zucchero ed esposti per 30-40 giorni con tutto il barattolo ai raggi del sole, secondo la tradizione marchigiana. Alla fine risultano leggermente appassiti e lo zucchero insieme al loro succo si trasforma in un denso e gustosissimo sciroppo.
Ho pensato subito di abbinarle al gelato e, infatti, già prima del parto questa torta prendeva forma nella mia mente, solo che nell'ultimo periodo le forze erano quel che erano e così ho rimandato la "creazione" al periodo successivo. Adesso le forze sono assorbite da Giulio però nel festeggiare il suo primo mese di vita non potevo che proporvi questa ricetta.
Ovvio se avessi avuto tempo il gelato l'avrei fatto io, però ci siamo accontentati di gelato artigianale fior di latte. Anche per la parte estetica del dolce avrei potuto far di più, ma il gusto vi assicuro è solo da provare. Ah! unico accorgimento, attenzione ai denti le visciole sono complete di nocciolo, potete toglierlo prima o avvertire chi consumerà il dolce, pena la perdita di qualche dentino.
Ingredienti per una tortina per 6 persone (18 cm circa di diametro):
1/2 kg circa di gelato fior di latte
1 barattolino di Visciole al Sole SI.GI.
Amaretti (circa 20-22 biscotti)
sfoglie di cioccolato fondente
Sbriciolate gli amaretti tenendone da parte qualcuno per la decorazione. Versateli in uno stampo a cerniera o in un piatto sul quale avrete posizionato un anello apribile. Irrorate i biscotti con il succo delle visciole. Spalmate su questa base metà del gelato versando qua e là qualche viscola privata del nocciolo. Formate uno strato con le sfoglie di cioccolato leggermente frantumate e coprite con il restante gelato. Decorate la superficie con gli amaretti bagnati di scioroppo e le visciole rimaste.

Torta gelato visciole e amaretti

Nell'ultimo ordine di Esperya avevo fatto inserire un barattolino di Visciole al Sole SI.GI. incuriosita dal nome più che altro. Aperto il barattolo ed assaporatone il contenuto ho dato un perchè al nome che all'apparenza mi sembrava solo fantasioso.
Le visciole sanno di visciole, per la conservazione, infatti, non si esegue alcuna manipolazione. I frutti sono raccolti, conservati nei barattoli con zucchero ed esposti per 30-40 giorni con tutto il barattolo ai raggi del sole, secondo la tradizione marchigiana. Alla fine risultano leggermente appassiti e lo zucchero insieme al loro succo si trasforma in un denso e gustosissimo sciroppo.
Ho pensato subito di abbinarle al gelato e, infatti, già prima del parto questa torta prendeva forma nella mia mente, solo che nell'ultimo periodo le forze erano quel che erano e così ho rimandato la "creazione" al periodo successivo. Adesso le forze sono assorbite da Giulio però nel festeggiare il suo primo mese di vita non potevo che proporvi questa ricetta.
Ovvio se avessi avuto tempo il gelato l'avrei fatto io, però ci siamo accontentati di gelato artigianale fior di latte. Anche per la parte estetica del dolce avrei potuto far di più, ma il gusto vi assicuro è solo da provare. Ah! unico accorgimento, attenzione ai denti le visciole sono complete di nocciolo, potete toglierlo prima o avvertire chi consumerà il dolce, pena la perdita di qualche dentino.
Ingredienti per una tortina per 6 persone (18 cm circa di diametro):
1/2 kg circa di gelato fior di latte
1 barattolino di Visciole al Sole SI.GI.
Amaretti (circa 20-22 biscotti)
sfoglie di cioccolato fondente
Sbriciolate gli amaretti tenendone da parte qualcuno per la decorazione. Versateli in uno stampo a cerniera o in un piatto sul quale avrete posizionato un anello apribile. Irrorate i biscotti con il succo delle visciole. Spalmate su questa base metà del gelato versando qua e là qualche viscola privata del nocciolo. Formate uno strato con le sfoglie di cioccolato leggermente frantumate e coprite con il restante gelato. Decorate la superficie con gli amaretti bagnati di scioroppo e le visciole rimaste.

2009-09-17

Ricci alle arachidi

Non voglio essere ripetitiva, ma torno ancora con un dolce. In effetti la maternità mi ispira dolcezza e così se in gravidanza sono stata più propensa al salato adesso mi dedico a tutto spiano al dolce. Giulio acquisisce attraverso il mio latte i nuovi sapori e sembra gradire, visto che con riluttanza si stacca dal seno. Di nuovo biscotti, di nuovo sablè, solo in versione bianca senza cacao.
L'impasto racchiude un ripieno di marmellata di limoni, quella buona di Terrasolis, preparata coi limoni di Sorrento. A completare il biscotto uno strato supercroccante di arachidi tostate, vi lascio immaginare il risultato...
Ingredienti
Per la pasta sablè:
300 g di farina 00
75 g di fecola di patate
115 g di zucchero a velo
un pizzico di sale
225 g di burro
25 g di albume
Per farcire e completare:
Marmellata di limoni di Sorrento
2 albumi
arachidi tostate
zucchero a velo
Setacciamo insieme la farina, la fecola, lo zucchero e il sale. Misceliamo bene ed amalgamiamo il burro a temperatura ambiente ottenendo delle briciole fini poi aggiungiamo l'albume e lavoriamo velocemente l'impasto. Lasciamolo riposare avvolto in pellicola per circa mezz’ora poi stendiamolo in una sfoglia sottile mezzo centimetro circa. Ricaviamone dei rettangolini e posizioniamo sopra ognuno un piccolo cucchiaino di marmellata. Avvolgiamo l'impato a chiudere la marmellata formando una sorta di bauletti. Lasciamoli ancora un po' in frigo poi passiamoli nell'albume e nelle arachidi leggermente frantumate. Inforniamo a 180° per 12-15 minuti, finchè le arachidi risulteranno ben tostate. Una volta freddi spolverizziamo di zucchero a velo prima di servire, magari col thè pomeridiano.

Ricci alle arachidi

Non voglio essere ripetitiva, ma torno ancora con un dolce. In effetti la maternità mi ispira dolcezza e così se in gravidanza sono stata più propensa al salato adesso mi dedico a tutto spiano al dolce. Giulio acquisisce attraverso il mio latte i nuovi sapori e sembra gradire, visto che con riluttanza si stacca dal seno. Di nuovo biscotti, di nuovo sablè, solo in versione bianca senza cacao.
L'impasto racchiude un ripieno di marmellata di limoni, quella buona di Terrasolis, preparata coi limoni di Sorrento. A completare il biscotto uno strato supercroccante di arachidi tostate, vi lascio immaginare il risultato...
Ingredienti
Per la pasta sablè:
300 g di farina 00
75 g di fecola di patate
115 g di zucchero a velo
un pizzico di sale
225 g di burro
25 g di albume
Per farcire e completare:
Marmellata di limoni di Sorrento
2 albumi
arachidi tostate
zucchero a velo
Setacciamo insieme la farina, la fecola, lo zucchero e il sale. Misceliamo bene ed amalgamiamo il burro a temperatura ambiente ottenendo delle briciole fini poi aggiungiamo l'albume e lavoriamo velocemente l'impasto. Lasciamolo riposare avvolto in pellicola per circa mezz’ora poi stendiamolo in una sfoglia sottile mezzo centimetro circa. Ricaviamone dei rettangolini e posizioniamo sopra ognuno un piccolo cucchiaino di marmellata. Avvolgiamo l'impato a chiudere la marmellata formando una sorta di bauletti. Lasciamoli ancora un po' in frigo poi passiamoli nell'albume e nelle arachidi leggermente frantumate. Inforniamo a 180° per 12-15 minuti, finchè le arachidi risulteranno ben tostate. Una volta freddi spolverizziamo di zucchero a velo prima di servire, magari col thè pomeridiano.

2009-09-10

Dolci biberon per Giulio

Converrete con me che il mio piccolo Giulio non può che ispirare dolcezze. Così riprendo a postare proprio partendo da un biscottino creato appositamente per lui, complice ovviamente lo stampino a forma di biberon che ho reperito su Plurimix-point , una vera miniera degli introvabili. La base del biscotto è una semplice sablè al cacao farcita di Nutella e poi glassata di azzurro per fasteggiare la nascita del mio pupetto.
Ingredienti
Per la pasta sablè:
300 g di farina 00
75 g di fecola di patate
115 g di zucchero a velo
un pizzico di sale
225 g di burro
25 g di albume
4 cucchiai di cacao amaro in polvere
Per farcire e completare:
Nutella
150 g di zucchero a velo
3 cucchiai di acqua
colorante azzurro
Setacciamo insieme la farina, la fecola, il cacao, lo zucchero e il sale. Misceliamo bene ed amalgamiamo il burro a temperatura ambiente ottenendo delle briciole fini poi aggiungiamo l'albume e lavoriamo velocemente l'impasto. Lasciamolo riposare avvolto in pellicola per circa mezz’ora poi stendiamolo in una sfoglia sottile dalla quale ricaveremo con l’apposito stampino i biberon che cuoceremo in forno a 180° per pochi minuti.
Farciamo poi i biscotti di nutella unendoli a due a due. Prepariamo la glassa azzurra mescolando lo zucchero con l'acqua e il colorante e stendiamola sui biscotti. Lasciamo asciugare per bene prima di servire. Volendo la glassa si può utilizzare per creare sui biscotti dei motivi decorativi, utilizzando allo scopo un apposito cono di carta da forno.

Dolci biberon per Giulio

Converrete con me che il mio piccolo Giulio non può che ispirare dolcezze. Così riprendo a postare proprio partendo da un biscottino creato appositamente per lui, complice ovviamente lo stampino a forma di biberon che ho reperito su Plurimix-point , una vera miniera degli introvabili. La base del biscotto è una semplice sablè al cacao farcita di Nutella e poi glassata di azzurro per fasteggiare la nascita del mio pupetto.
Ingredienti
Per la pasta sablè:
300 g di farina 00
75 g di fecola di patate
115 g di zucchero a velo
un pizzico di sale
225 g di burro
25 g di albume
4 cucchiai di cacao amaro in polvere
Per farcire e completare:
Nutella
150 g di zucchero a velo
3 cucchiai di acqua
colorante azzurro
Setacciamo insieme la farina, la fecola, il cacao, lo zucchero e il sale. Misceliamo bene ed amalgamiamo il burro a temperatura ambiente ottenendo delle briciole fini poi aggiungiamo l'albume e lavoriamo velocemente l'impasto. Lasciamolo riposare avvolto in pellicola per circa mezz’ora poi stendiamolo in una sfoglia sottile dalla quale ricaveremo con l’apposito stampino i biberon che cuoceremo in forno a 180° per pochi minuti.
Farciamo poi i biscotti di nutella unendoli a due a due. Prepariamo la glassa azzurra mescolando lo zucchero con l'acqua e il colorante e stendiamola sui biscotti. Lasciamo asciugare per bene prima di servire. Volendo la glassa si può utilizzare per creare sui biscotti dei motivi decorativi, utilizzando allo scopo un apposito cono di carta da forno.