2008-03-26

Crostata con frangipane e fragole

Ed oggi...ancora fragole. Non mi sono messa in testa di farmi venire l'orticaria ma è che sono così belle che decisamente vorrei metterle dappertutto. Come ho già detto in altra occasione normalmente io la Torta alla frutta fresca la faccio con una base margherita invece che con la frolla però qualche giorno fa a Dolci&Delizie su Alice ho visto fare una meravigliosa torta alla frutta con un'involucro di frolla, del frangipane e poi sopra la crema e la frutta. Il frangipane in effetti era da un pò che volevo provare a farlo ed allora, complici le fragole, ho deciso che era arrivato il momento. Solo che, siccome non lascio mai le cose come sono, invece della frolla normale ho usato un croccante ed insolito impasto a base di farina di mais e mandorle, lo stesso utilizzato per i miottini. Devo dire che il risultato è un gioco di consistenze decisamente da riproporre.
Per la frolla al mais:
65 g di farina 00
65 g di farina per Polenta Marano
75 g di mandorle macinate
100 g di zucchero
50 g di burro sciolto
2 tuorli
la scorza di mezzo limone

Per il frangipane:
100 g di burro morbido
100 g di zucchero a velo
100 g di farina di mandorle
2 uova
30 g di farina 00
Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maizena
250 ml di latte
un pezzetto di vaniglia
la scorza di mezzo limone
Per decorare:
250 g di fragole
zucchero a velo
Prepariamo la frolla amalgamando le farine e lo zucchero, poi uniamo i tuorli, il burro e la scorzetta di limone. Lasciamo riposare un pò l'impasto poi stendiamolo in una teglia per crostata, formando un sottile strato sul fondo e lungo i bordi.
Intanto prepariamo il frangipane lavorando a crema il burro con lo zucchero, uniamo le uova uno per volta e le farine miscelate. Versiamo il composto ottenuto sopra la frolla lasciando un cm circa dal bordo e poniamo a cuocere in forno già caldo a 180° per circa mezz'ora, fin quanto comunque la crostata prenderà colore. Lasciamo raffreddare e poi farciamo con la crema già fredda, preparata come di consueto (sbattiamo i due tuorli con lo zucchero, uniamo la maizena ed il latte riscaldato con vaniglia e limone e poi filtrato, poniamo a cuocere a fuoco moderato finchè si addensa). Dopo la crema disponiamo sulla superficie del dolce le fragole tagliate come più ci piace e cospargiamo il tutto con lo zucchero a velo.

Crostata con frangipane e fragole

Ed oggi...ancora fragole. Non mi sono messa in testa di farmi venire l'orticaria ma è che sono così belle che decisamente vorrei metterle dappertutto. Come ho già detto in altra occasione normalmente io la Torta alla frutta fresca la faccio con una base margherita invece che con la frolla però qualche giorno fa a Dolci&Delizie su Alice ho visto fare una meravigliosa torta alla frutta con un'involucro di frolla, del frangipane e poi sopra la crema e la frutta. Il frangipane in effetti era da un pò che volevo provare a farlo ed allora, complici le fragole, ho deciso che era arrivato il momento. Solo che, siccome non lascio mai le cose come sono, invece della frolla normale ho usato un croccante ed insolito impasto a base di farina di mais e mandorle, lo stesso utilizzato per i miottini. Devo dire che il risultato è un gioco di consistenze decisamente da riproporre.
Per la frolla al mais:
65 g di farina 00
65 g di farina per Polenta Marano
75 g di mandorle macinate
100 g di zucchero
50 g di burro sciolto
2 tuorli
la scorza di mezzo limone

Per il frangipane:
100 g di burro morbido
100 g di zucchero a velo
100 g di farina di mandorle
2 uova
30 g di farina 00
Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maizena
250 ml di latte
un pezzetto di vaniglia
la scorza di mezzo limone
Per decorare:
250 g di fragole
zucchero a velo
Prepariamo la frolla amalgamando le farine e lo zucchero, poi uniamo i tuorli, il burro e la scorzetta di limone. Lasciamo riposare un pò l'impasto poi stendiamolo in una teglia per crostata, formando un sottile strato sul fondo e lungo i bordi.
Intanto prepariamo il frangipane lavorando a crema il burro con lo zucchero, uniamo le uova uno per volta e le farine miscelate. Versiamo il composto ottenuto sopra la frolla lasciando un cm circa dal bordo e poniamo a cuocere in forno già caldo a 180° per circa mezz'ora, fin quanto comunque la crostata prenderà colore. Lasciamo raffreddare e poi farciamo con la crema già fredda, preparata come di consueto (sbattiamo i due tuorli con lo zucchero, uniamo la maizena ed il latte riscaldato con vaniglia e limone e poi filtrato, poniamo a cuocere a fuoco moderato finchè si addensa). Dopo la crema disponiamo sulla superficie del dolce le fragole tagliate come più ci piace e cospargiamo il tutto con lo zucchero a velo.

2008-03-25

Mousse al limone con le fragole

A volte capita che uno prenda parte ad un lauto pranzo alla fine del quale si vede servire un grasso, seppur goloso, dessert e, sebbene quell'uno voglia mettere da parte sensi di colpa ed affini per tuffarsi sul dolce, capita che proprio non abbia voglia di ingurgitare altro e desideri solo qualcosa di appena dolce e dalla consistenza delicata che concluda degnamente il pasto senza ulteriormente appesantire, in tali occasioni si va a finire sul sorbetto o sulla classica macedonia o magari su un fresco gelato alla frutta. Io vi propongo un'alternativa, forse avrei dovuto lasciarvi questa ricetta prima di Pasqua, perchè si sa che durante le feste si mangia un pò di più, ma non ho fatto in tempo. Ve ne parlo comunque oggi che, seppure la primavera sembra restia a venirci incontro, presto avremo il caldo, che arriverà come al solito improvvisamente, ed allora una bella mousse al limone da arricchire con frutta fresca ci tornerà utile.
Occorrono per prepararla pochissimi ingredienti, per di più di facile reperibilità, quel che vi raccomando allora è di non risparmiare sulla qualità degli stessi...
Per 6-7 coppe:
2 limoni ricchi di succo
2 cucchiai di limoncello
80 g di zucchero
6 g di gelatina
3 uova
150 ml di panna fresca
250 g c.a. di fragole
Dividiamo i tuorli dagli albumi e sbattiamo i primi con lo zucchero. Intanto scaldiamo il succo filtrato dei limoni con il limoncello e sciogliamo nel liquido la gelatina già ammollata (in acqua fredda) e strizzata. Uniamo poi la parte liquida al composto di tuorli, mescolando bene. Montiamo la panna ed incorporiamola delicatamente alla crema, in ultimo amalgamiamo gli albumi montati a neve. Suddividiamo il composto nelle coppe e lasciamo rassodare in frigo per almeno 3 ore.
Al momento di servire decoriamo con le fragole o, volendo, con altra frutta, cioccolato o con semplici scorzette di limone candite.

2008-03-21

Croissants sfogliati

Bè sicuramente molti saranno in partenza per le vacanze di Pasqua ed a loro non posso che augurare buon divertimento. Per chi resta invece a casa, magari con l'intenzione di riposarsi un poco approfittando della festa, lascio questa ricettina per la colazione di domenica.
Un classico il croissant sfogliato, se decidete di prepararli dimenticatevi il gusto (si fa per dire) di quelli che si trovano al bar pieni di grassi idrogenati e chissà quali altre schifezze, questi sono i veri cornetti di pasta brioche sfogliata, quelli che quando li infornate il profumo del lievito e del burro si spande per tutta casa.
Croissants sfogliati
300 g di farina 00
120 g di farina manitoba
15 g di lievito di birra
80 g di zucchero
30 g di miele
50 g di burro
150 g di uova (circa 3)
80 g di latte
1 pizzico di sale
e poi
250 g di burro
granella di zucchero
1 uovo e latte per spennellare
crema o confettura a piacere
Consiglio di preparare l'impasto la sera prima e di lasciarlo poi la notte in frigo dove la lievitazione continuerà con lentezza.
Poniamo la farina in una ciotola con lo zucchero e il miele, il burro morbido a tocchetti ed un pizzico di sale, aggiungiamo il lievito sciolto nel latte tiepido e poi le uova leggermente sbattute. Lavoriamo a lungo l'impasto anche 15-20 minuti se non disponiamo di una impastatrice, poi lasciamolo lievitare nella ciotola per 1-2 ore. Una volta lievitato mettiamo la ciotola in frigo dove continuerà lentamente a lievitare, il mattino dopo prendiamo l'impasto e lo versiamo su un piano infarinato, sgonfiandolo bene coi pugni chiusi, stendiamolo col matterello in un rettangolo e poniamo al centro il burro (come per la pasta sfoglia), pripieghimo i due lembi di pasta verso il centro e stendiamo di nuovo col matterello, poi pieghiamo in quattro e stendiamo di nuovo, poi di nuovo in tre. Tra una piegatura e l'altra lasciamo riposare un poco l'impasto in luogo fresco. Una volta ottenuto un bel rettangolo abbastanza sottile, ne ricaviamo dei triangoli che arrotoleremo su se stessi, dalla base, nella quale praticheremo un taglietto per favorire la classiva piega a cornetto, verso la punta. Pennelliamo la superficie con latte e uovo e poi cospargiamo di granella di zucchero (o di zucchero di canna semolato). Se li volgiamo farcire posizioniamo sui triangoli prima di arrotolarli un cucchiaino di farcia a piacere e poi procediamo allo stesso modo. Una volta formati i cornetti li disponiamo in teglia e li lasciamo lievitare altre tre ore prima di infornarli in forno caldissimo, al fondo del quale posizioneremo una ciotola d'acqua per mantenere l'umidità.
Una volta lievitati, si possono congelare per essere cotti solo al momento dell'utilizzo, volendo anche da cotti di possono congelare io l'ho fatto ed il risultato è buono anche in seguito.

Croissants sfogliati

Bè sicuramente molti saranno in partenza per le vacanze di Pasqua ed a loro non posso che augurare buon divertimento. Per chi resta invece a casa, magari con l'intenzione di riposarsi un poco approfittando della festa, lascio questa ricettina per la colazione di domenica.
Un classico il croissant sfogliato, se decidete di prepararli dimenticatevi il gusto (si fa per dire) di quelli che si trovano al bar pieni di grassi idrogenati e chissà quali altre schifezze, questi sono i veri cornetti di pasta brioche sfogliata, quelli che quando li infornate il profumo del lievito e del burro si spande per tutta casa.
Croissants sfogliati
300 g di farina 00
120 g di farina manitoba
15 g di lievito di birra
80 g di zucchero
30 g di miele
50 g di burro
150 g di uova (circa 3)
80 g di latte
1 pizzico di sale
e poi
250 g di burro
granella di zucchero
1 uovo e latte per spennellare
crema o confettura a piacere
Consiglio di preparare l'impasto la sera prima e di lasciarlo poi la notte in frigo dove la lievitazione continuerà con lentezza.
Poniamo la farina in una ciotola con lo zucchero e il miele, il burro morbido a tocchetti ed un pizzico di sale, aggiungiamo il lievito sciolto nel latte tiepido e poi le uova leggermente sbattute. Lavoriamo a lungo l'impasto anche 15-20 minuti se non disponiamo di una impastatrice, poi lasciamolo lievitare nella ciotola per 1-2 ore. Una volta lievitato mettiamo la ciotola in frigo dove continuerà lentamente a lievitare, il mattino dopo prendiamo l'impasto e lo versiamo su un piano infarinato, sgonfiandolo bene coi pugni chiusi, stendiamolo col matterello in un rettangolo e poniamo al centro il burro (come per la pasta sfoglia), pripieghimo i due lembi di pasta verso il centro e stendiamo di nuovo col matterello, poi pieghiamo in quattro e stendiamo di nuovo, poi di nuovo in tre. Tra una piegatura e l'altra lasciamo riposare un poco l'impasto in luogo fresco. Una volta ottenuto un bel rettangolo abbastanza sottile, ne ricaviamo dei triangoli che arrotoleremo su se stessi, dalla base, nella quale praticheremo un taglietto per favorire la classiva piega a cornetto, verso la punta. Pennelliamo la superficie con latte e uovo e poi cospargiamo di granella di zucchero (o di zucchero di canna semolato). Se li volgiamo farcire posizioniamo sui triangoli prima di arrotolarli un cucchiaino di farcia a piacere e poi procediamo allo stesso modo. Una volta formati i cornetti li disponiamo in teglia e li lasciamo lievitare altre tre ore prima di infornarli in forno caldissimo, al fondo del quale posizioneremo una ciotola d'acqua per mantenere l'umidità.
Una volta lievitati, si possono congelare per essere cotti solo al momento dell'utilizzo, volendo anche da cotti di possono congelare io l'ho fatto ed il risultato è buono anche in seguito.

2008-03-20

Dolcini salati allo yogurt

A vederli sembrano dei dolci però in effetti sono dei mini-cakes salati preparati con la ricetta dei 7 vasetti opportunamente modificata, il risultato mi è piaciuto alquanto per cui ve ne parlo.
Le varianti come nella versione dolce della 7 vasetti possono essere infinite per cui, con la primavera alle porte, via libera alle sperimentazioni. Mi chiederete come mai la forma a cuore, avevo questi stampini deliziosi di Silikomart che aspettavano di essere provati e mi è sembrata la giusta occasione dato che li ho preparati nel giorno della festa del papà, ma volendo si può usare anche uno stampo da plum-cake o da ciambella.
Ah ancora una precisazione prima della ricetta, nella stessa è previsto l'uso di un vasettto di olio, potete usare quello che volete ma io preferisco un buon extravergine d'oliva ed in tal caso ho tradito la mia Calabria per un eccellente olio extravergine di oliva ligure, di prima spremitura estratto a freddo dell' Olieria Pioselli, delicatissimo sia a crudo che in cottura.
Dolcini salati allo Yogurt
3 uova
1 vasetto di yogurt bianco
3 vasetti di farina
1 vasetto di olio
1 vasetto di formaggio grattugiato (io avevo ancora del buon ragusano ma va bene parmigiano o pecorino a scelta)
1 bustina di lievito per torte salate
2 fettine di prosciutto cotto finemente tagliuzzato
un pò di erbette sminuzzate (erba cipollina, prezzemolo, timo, dragoncello)
sale e pepe nero q.b.
mezzo cucchiaino di spezie la saporita (in mancanza noce moscata, cannella etc.)
Impastiamo i tuorli con lo yogurt, uniamo l'olio e poi la farina, il formaggio e gli altri ingredienti, tra cui un pò di sale e pepe nero macinato al momento. Infine incorporiamo gli albumi montati a neve e versiamo il composto ottenuto negli stampini. Cuociamo in forno a 180-190° finchè saranno ben dorati. Prima di servire è meglio lasciare raffreddare, il giorno dopo sono ancora deliziosi.

Dolcini salati allo yogurt

A vederli sembrano dei dolci però in effetti sono dei mini-cakes salati preparati con la ricetta dei 7 vasetti opportunamente modificata, il risultato mi è piaciuto alquanto per cui ve ne parlo.
Le varianti come nella versione dolce della 7 vasetti possono essere infinite per cui, con la primavera alle porte, via libera alle sperimentazioni. Mi chiederete come mai la forma a cuore, avevo questi stampini deliziosi di Silikomart che aspettavano di essere provati e mi è sembrata la giusta occasione dato che li ho preparati nel giorno della festa del papà, ma volendo si può usare anche uno stampo da plum-cake o da ciambella.
Ah ancora una precisazione prima della ricetta, nella stessa è previsto l'uso di un vasettto di olio, potete usare quello che volete ma io preferisco un buon extravergine d'oliva ed in tal caso ho tradito la mia Calabria per un eccellente olio extravergine di oliva ligure, di prima spremitura estratto a freddo dell' Olieria Pioselli, delicatissimo sia a crudo che in cottura.
Dolcini salati allo Yogurt
3 uova
1 vasetto di yogurt bianco
3 vasetti di farina
1 vasetto di olio
1 vasetto di formaggio grattugiato (io avevo ancora del buon ragusano ma va bene parmigiano o pecorino a scelta)
1 bustina di lievito per torte salate
2 fettine di prosciutto cotto finemente tagliuzzato
un pò di erbette sminuzzate (erba cipollina, prezzemolo, timo, dragoncello)
sale e pepe nero q.b.
mezzo cucchiaino di spezie la saporita (in mancanza noce moscata, cannella etc.)
Impastiamo i tuorli con lo yogurt, uniamo l'olio e poi la farina, il formaggio e gli altri ingredienti, tra cui un pò di sale e pepe nero macinato al momento. Infine incorporiamo gli albumi montati a neve e versiamo il composto ottenuto negli stampini. Cuociamo in forno a 180-190° finchè saranno ben dorati. Prima di servire è meglio lasciare raffreddare, il giorno dopo sono ancora deliziosi.

2008-03-19

Torta cacio, pere e...

Un vecchio detto recita "Al contadino non far sapere quanto è buono il cacio con le pere", questo per dire che è noto a tutti che tale accostamento è uno dei più azzeccati, Un gusto nella mente di Dio. Ma nella mia personale classifica di accostamenti perfetti ci sta anche il gorgonzola in abbinamento alle noci che poi tirando un pò le somme la coppia diventa una triade gorgonzola-noci-pere, il gusto perfetto diranno gli appassionati, si ma per me manca ancora il quarto elemento e così in questa torta salata ho aggiunto anche lo speck. L'associazione è perfetta, l'affumicato dello speck con il croccante delle noci, che incotra il piccante del gorgonzola per chiudersi sul dolce delle pere, una roba da assaporare lentamente per carpire tutta la gamma dei sapori.
Considerato poi che nonostante il clima ancora invernale (almeno qua da noi) la primavera ed i pic-nic sono alle porte non vi resta che segnarvi la ricetta.
Torta cacio, pere e...
1 disco di pasta sfoglia,
80 g di speck a fette
1 pera di consistenza soda
100 g di gorgonzola
qualche gheriglio di noce
1 uovo e un pò di latte per spennellare
Stendiamo la sfoglia in una piccola teglia, di modo che debordi abbondantemente, bucherelliamo il fondo e poi stendiamo su di esso lo speck cercando di rivestire tutta la base, formiamo poi un altro strato con la pera sbucciata ed affettata, cospargiamo con le noci e poi con il gorgonzola a cubetti, richiudiamo i bordi della sfoglia verso il centro lasciando un buco nel mezzo. Pennelliamo la superficie con l'uovo e il latte battuti insieme e poi inforniamo in forno caldo finchè la torta non sarà ben dorata, serviamo calda o tiepida.

Torta cacio, pere e...

Un vecchio detto recita "Al contadino non far sapere quanto è buono il cacio con le pere", questo per dire che è noto a tutti che tale accostamento è uno dei più azzeccati, Un gusto nella mente di Dio. Ma nella mia personale classifica di accostamenti perfetti ci sta anche il gorgonzola in abbinamento alle noci che poi tirando un pò le somme la coppia diventa una triade gorgonzola-noci-pere, il gusto perfetto diranno gli appassionati, si ma per me manca ancora il quarto elemento e così in questa torta salata ho aggiunto anche lo speck. L'associazione è perfetta, l'affumicato dello speck con il croccante delle noci, che incotra il piccante del gorgonzola per chiudersi sul dolce delle pere, una roba da assaporare lentamente per carpire tutta la gamma dei sapori.
Considerato poi che nonostante il clima ancora invernale (almeno qua da noi) la primavera ed i pic-nic sono alle porte non vi resta che segnarvi la ricetta.
Torta cacio, pere e...
1 disco di pasta sfoglia,
80 g di speck a fette
1 pera di consistenza soda
100 g di gorgonzola
qualche gheriglio di noce
1 uovo e un pò di latte per spennellare
Stendiamo la sfoglia in una piccola teglia, di modo che debordi abbondantemente, bucherelliamo il fondo e poi stendiamo su di esso lo speck cercando di rivestire tutta la base, formiamo poi un altro strato con la pera sbucciata ed affettata, cospargiamo con le noci e poi con il gorgonzola a cubetti, richiudiamo i bordi della sfoglia verso il centro lasciando un buco nel mezzo. Pennelliamo la superficie con l'uovo e il latte battuti insieme e poi inforniamo in forno caldo finchè la torta non sarà ben dorata, serviamo calda o tiepida.

2008-03-18

La lagana e ceci di San Giuseppe

Come vi anticipavo un anno fa, parlandovi delle zeppole, per San Giuseppe, abitualmente alla vigilia di questa festa, nella nostra zona si usa preparare la lagana coi ceci ovvero delle tagliatelle (la lagana appunto) che vengono condite con un sugo speciale a base di ceci.
Tutto l'anno si fa pasta e ceci ma per San Giuseppe solamente si aggiunge alla preparazione il finocchietto selvatico che bisogna appositamente andare a raccogliere per i campi dal momento che nessuno si sognerebbe di venderlo qua da noi, e chi lo comprerebbe visto che nasce spontaneo?
La preparazione non è nulla di complicato, basta solo rispettare qualche piccolo accorgimento ad esempio la lagana è tagliatella di sola acqua e farina e va tirata rigorosamente a mano (perdonatemi io uso la nonna papera).
I ceci si mettono a bagno la sera prima e la mattina, mentre si fa la pasta, si fanno cuocere, intanto si lessa il finocchietto poi si tagliuzza e se ne fa un sughetto con un pò si aglio, olio e pomodoro. A questo sughetto si uniscono i ceci lessati e, prima di servire la pasta condita col sugo, si scalda dell'olio extravergine d'oliva con un pò paprika dolce e si unisce alla pasta, non immaginate il profumo di questo delizioso ed antichissimo piatto. Ah! Le zeppole sono in forno...le tradizioni vanno rispettate vero?

La lagana e ceci di San Giuseppe

Come vi anticipavo un anno fa, parlandovi delle zeppole, per San Giuseppe, abitualmente alla vigilia di questa festa, nella nostra zona si usa preparare la lagana coi ceci ovvero delle tagliatelle (la lagana appunto) che vengono condite con un sugo speciale a base di ceci.
Tutto l'anno si fa pasta e ceci ma per San Giuseppe solamente si aggiunge alla preparazione il finocchietto selvatico che bisogna appositamente andare a raccogliere per i campi dal momento che nessuno si sognerebbe di venderlo qua da noi, e chi lo comprerebbe visto che nasce spontaneo?
La preparazione non è nulla di complicato, basta solo rispettare qualche piccolo accorgimento ad esempio la lagana è tagliatella di sola acqua e farina e va tirata rigorosamente a mano (perdonatemi io uso la nonna papera).
I ceci si mettono a bagno la sera prima e la mattina, mentre si fa la pasta, si fanno cuocere, intanto si lessa il finocchietto poi si tagliuzza e se ne fa un sughetto con un pò si aglio, olio e pomodoro. A questo sughetto si uniscono i ceci lessati e, prima di servire la pasta condita col sugo, si scalda dell'olio extravergine d'oliva con un pò paprika dolce e si unisce alla pasta, non immaginate il profumo di questo delizioso ed antichissimo piatto. Ah! Le zeppole sono in forno...le tradizioni vanno rispettate vero?

2008-03-16

E adesso...Tiramisù

Sarà il nome, saranno le uova, sarà il caffè o saranno le proteine del mascarpone ma questo delizioso dolce ha sempre il potere di rimettermi in sesto, anche adesso che ho beccato questa brutta influenza se penso ad una buona coccola dolce non posso che pensare a questo classico della pasticceria.
E' il primo dolce che ho imparato a fare, è forse il dolce che ho fatto e rifatto più volte, è il dolce che non avanza mai, è quello che mi fa ricevere sempre i complimenti di tutti perchè, bisogna ammetterlo, il Tiramisù - se fatto bene intendiamoci - è un forte richiamo, un vero Piatto di potere con il quale ho deciso di partecipare, sperando che non sia troppo tardi, al meme di Lenny.
Come tutti i classici anche il Tiramisù prevede innumerevoli varianti, panna o meringa da aggiungere al mascarpone, liquore e caffè o solo caffè per la bagna, pavesini o savoiardi e addirittura ricotta o philadelphia da sostituire al mascarpone per una versione più leggera. Naturalmente sappiate che se siete alla ricerca di versioni light del Tiramisù avete sbagliato blog. Per me questo meraviglioso dolce vive grazie al grasso del mascarpone che viene equilibrato dall'amaro del caffè, leggermente spruzzato di cognac, e completato dallo zucchero e dalla leggerezza dell'inimitabile pavesino che assorbe la bagna ma non la rilascia al contrario del savoiardo. Unica variante che concedo al modello originale è la versione monoporzione al bicchiere che considero certamente più elegante e facile da servire.
Tiramisù
3 uova , 300 g di mascarpone, 6 cucchiai di zucchero, caffè appena zuccherato, cognac, pavesini, cacao amaro
Dividiamo gli albumi dai tuorli, montiamo questi ultimi con tre cucchiai di zucchero ed aggiungiamo il mascarpone, amalgamando bene. A parte montiamo a neve ferma gli albumi con il restante zucchero ed uniamoli alla crema di mascarpone facendo attenzione a non smontarli, quindi con movimenti delicati dal basso verso l'alto. Uniamo il cognac al caffè, la dose giusta è un cucchiaio di liquore ogni bicchiere di caffè (si deve sentire appena in pratica), poi procediamo ad inzuppare i pavesini nella bagna al caffè posizioniamoli al fondo del bicchiere o della pirofila scelta per il dolce poi versiamo sopra uno strato di crema al mascarpone, poi di nuovo i biscotti ed ancora la crema che completeremo con un velo di cacao amaro al momento di servire. Mi raccomando siate generosi con la crema, i biscotti devono esserci ma la crema si deve sentire di più. Consumare con moderazione...può dare dipendenza.

E adesso...Tiramisù

Sarà il nome, saranno le uova, sarà il caffè o saranno le proteine del mascarpone ma questo delizioso dolce ha sempre il potere di rimettermi in sesto, anche adesso che ho beccato questa brutta influenza se penso ad una buona coccola dolce non posso che pensare a questo classico della pasticceria.
E' il primo dolce che ho imparato a fare, è forse il dolce che ho fatto e rifatto più volte, è il dolce che non avanza mai, è quello che mi fa ricevere sempre i complimenti di tutti perchè, bisogna ammetterlo, il Tiramisù - se fatto bene intendiamoci - è un forte richiamo, un vero Piatto di potere con il quale ho deciso di partecipare, sperando che non sia troppo tardi, al meme di Lenny.
Come tutti i classici anche il Tiramisù prevede innumerevoli varianti, panna o meringa da aggiungere al mascarpone, liquore e caffè o solo caffè per la bagna, pavesini o savoiardi e addirittura ricotta o philadelphia da sostituire al mascarpone per una versione più leggera. Naturalmente sappiate che se siete alla ricerca di versioni light del Tiramisù avete sbagliato blog. Per me questo meraviglioso dolce vive grazie al grasso del mascarpone che viene equilibrato dall'amaro del caffè, leggermente spruzzato di cognac, e completato dallo zucchero e dalla leggerezza dell'inimitabile pavesino che assorbe la bagna ma non la rilascia al contrario del savoiardo. Unica variante che concedo al modello originale è la versione monoporzione al bicchiere che considero certamente più elegante e facile da servire.
Tiramisù
3 uova , 300 g di mascarpone, 6 cucchiai di zucchero, caffè appena zuccherato, cognac, pavesini, cacao amaro
Dividiamo gli albumi dai tuorli, montiamo questi ultimi con tre cucchiai di zucchero ed aggiungiamo il mascarpone, amalgamando bene. A parte montiamo a neve ferma gli albumi con il restante zucchero ed uniamoli alla crema di mascarpone facendo attenzione a non smontarli, quindi con movimenti delicati dal basso verso l'alto. Uniamo il cognac al caffè, la dose giusta è un cucchiaio di liquore ogni bicchiere di caffè (si deve sentire appena in pratica), poi procediamo ad inzuppare i pavesini nella bagna al caffè posizioniamoli al fondo del bicchiere o della pirofila scelta per il dolce poi versiamo sopra uno strato di crema al mascarpone, poi di nuovo i biscotti ed ancora la crema che completeremo con un velo di cacao amaro al momento di servire. Mi raccomando siate generosi con la crema, i biscotti devono esserci ma la crema si deve sentire di più. Consumare con moderazione...può dare dipendenza.