2015-03-09

Alta cucina: risotto con broccoli gamberi e profumo di limone

Vassoio Ceramiche Maroso, posate Mori Italian Factory, americano e tovagliolo Busatti
Ho sempre pensato che gli oli essenziali fossero cose da erboristi e non da cuochi, diverse volte ho  inconsapevolmente massaggiato tra le mani un agrume o schiacciato tra le dita una foglia di una qualche pianta aromatica godendone l'oleoso effluvio mai però soffermandomi a pensare che proprio di olio essenziale si trattasse.
Ne ho imparato un po' di più attraverso le parole di Milly Callegari che con il suo Essenzialmente la mia cucina pubblicato da Ponte alle Grazie nella collana Il lettore goloso ci racconta le essenze, la loro provenienza, il loro uso in cucina – non senza qualche nozione della storia e sulla magia che le avvolge – solleticando, come promette nella prefazione, la fantasia dello chef che è in noi.
"L’olio essenziale, o semplicemente «essenza», è una miscela oleosa e grassa, solitamente trasparente (di rado tende al giallo, al rosso o al marrone), composta da sostanze aromatiche prodotte spontaneamente dalle piante. In natura si cela nelle cellule di alcune loro parti (foglie, frutti, resina, corteccia), sotto forma di minuscole gocce. L’essenza rappresenta la «personalità» della pianta e sarà sempre unica e irripetibile. Ogni essenza naturale varia infatti nelle sue caratteristiche chimico-fisiche a seconda della stagione e dell’ora della raccolta, del tipo di terreno e del clima nei quali il vegetale è cresciuto. Non esistono due piante, seppur della medesima specie, che abbiano lo stesso, identico profumo" in questo libro l'autrice, profonda conoscitrice degli oli essenziali e raffinata gourmet, ci insegna a usare quei mirabili composti chimici e persino a estrarli da praticamente qualsiasi cosa, dai fiori alla frutta, dalle radici alle foglie, alle spezie. Un libro con un fascino irresistibile per me quasi un libro di magia.
A proposito di libri dal fascino irresistibile vi ricordo l'appuntamento con Storie di Cucina de Il Corriere della Sera, da giovedì scorso è in edicola Il perfezionista di Rudolph Chelminski una storia che mi ha particolarmente ammaliata narrando  la triste storia di Bernard Loiseau lo chef francese pluristellato che si uccise qualche anno fa perché alcuni giornali avevano ventilato l'ipotesi di un suo declassamento sulla guida Micheli. Attraverso la  vicenda favolosa di Loiseau che da sguattero aveva raggiunto il massimo livello nel mondo dell'alta cucina conosciamo i retroscena e i meccanismi spietati che animano le classifiche della "rossa".
Questa settimana non perdete neppure Pomodori verdi fritti di Fannie Flagg una storia che ho amato dapprima nella trasposizione cinematografica e poi nel libro che ebbi modo di leggere già qualche anno fa e che mi colpì per l'umanità, la delicatezza  e la freschezza senza infingimenti che da ogni pagina del libro trasuda.
Tornando al mio esperimento culinario mi sono lasciata ispirare da un piatto di Pietro Acciardi assaggiato al ristorante dell'Hotel Enotria. Che lo chef non me ne voglia l'ho interpretato a mio modo, nel mio forse ho lasciato disfare un po' più i broccoli ma devo dire che in linea di massima mi ha ricordato molto quel delizioso piato assaggiato lì.
Risotto con broccoli gamberi e profumo di limone
Ingredienti per 4 persone:
500 g di gamberi rosa del mediterraneo
500 g di broccoli
360 g di riso di Sibari per risotto
olio extravergine d'oliva
1 limone non trattato
1/2 bicchiere di vino bianco
sale
Pulire i gamberi dal carapace e dalle teste e con le teste preparare un brodo aggiungendo a piacere qualche aroma (sedano, carota, cipolla e prezzemolo potranno bastare).
Dividere il broccolo in cimette e cuocerle pochissimo a vapore. Tostare il riso in un tegame con pochissimo olio, sfumare con il vino e poi portare a cottura con il brodo preparato aggiungendone un mestolo per volta, più o meno a metà cottura unire i broccoli e proprio alla fine aggiungere i gamberi. Solo prima di servire completare con la scorza grattugiata del limone che libererà così tutti i suoi preziosi oli essenziali.
Ho servito il piatto con il Donna Lisa 2012 di Leone De Castris prodotto con uve Malvasia Bianca.

2015-03-05

Un pranzo da ricordare al ristorante Km 0 dell'Hotel Enotria di Amendolara (CS)


Il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
In un Hotel tre stelle in zona di mare è davvero difficile trovare un ristorante di livello, normalmente si propone cucina di qualità media, con poca varietà e sicuramente nessuna attenzione agli ingredienti, ovunque è così salvo qualche eccezione...l'Hotel Enotria di Amendolara è l'eccezione di cui voglio parlarvi e non c'è da stupirsi se dalla Puglia vengono qui da noi per un pranzo o una cena o si scomodano critici e giornalisti a conoscere lo chef Pietro Acciardi che ha rivoluzinato il modo di fare cucina in hotel.
Il biglietto da visita sono i commenti di chi c'è stato, sono i messaggi e i disegni dei bambini che hanno soggiornato in hotel oltre al sorriso consapevole di chef Acciardi e ai riconoscimenti che sempre ottiene quando partecipa a qualche manifestazione. Lui gli ingredienti che vengono da fuori non li vuole neppure sentir nominare, conosce bene il territorio e le sue potenzialità, il suo è un ristorante a km zero in cui si va a mangiare prevalentemente il pescato locale del giorno accompagnato e reso speciale dai prodotti del territorio e dalla creatività di Pietro Acciardi. Al ristornate dell'hotel Enotria di Amendolara lo chef ha carta bianca e chi si siede ad uno dei tavoli, in cui predomina la freschezza e la luce di una tipica sala di albergo marino, deve dare carta bianca a chi sta in cucina e certamente non se ne pentirà. Dei piatti parlano forse già le immagini ma solo all'assaggio potrete davvero capire quel che voglio dire.
Siamo stati accolti da un involtino di melanzana e sgombro con cicoria e zucca accompagnato da una riduzione di vino magliocco. A seguire un'insalata di polpo all'arancia servita nel frutto. 
Un antipasto caldo come i calamaretti con carciofi e mandorle di Amendolara servito in una corona di melanzane posso affermare essere il più buon piatto di pesce mai assaggiato in vita mia, commovente la delicatezza di gusto e consistenze in cui tutti gli ingredienti si sposano alla perfezione. 
Ancora Calabria nel quarto antipasto, una passata di patata silana con tagliata di seppia e polvere di liquirizia Amarelli e nel primo: riso di Sibari con gamberi, broccoli e limone di Rocca Imperiale, un gusto fresco per un piatto ben assemblato ed amalgamato senza ricorrere a panna o burro. 
Notevole per il contrasto di gusti e colori il pesce spada con cipolle di Tropea caramellate e fragole. 
Perfetto anche il dolce, una fragrante tortina con crema di limoni e passatina di fresche fragole senza aggiunta di zucchero o altro. 
Davvero una cucina leggera e creativa, di altissimo livello e qualità ad un prezzo estremamente competitivo.
Ristorante Hotel Enotria
http://www.hotelenotria.it/
Viale Calabria, 20
87071 Amendolara (CS)
Tel +39 0981.915026 Fax. +39 0981.915261
info@hotelenotria.it
https://www.facebook.com/pietro.acciardi

Un pranzo da ricordare al ristorante Km 0 dell'Hotel Enotria di Amendolara (CS)


Il mio ultimo percorso del gusto su Diritto di Cronaca.
In un Hotel tre stelle in zona di mare è davvero difficile trovare un ristorante di livello, normalmente si propone cucina di qualità media, con poca varietà e sicuramente nessuna attenzione agli ingredienti, ovunque è così salvo qualche eccezione...l'Hotel Enotria di Amendolara è l'eccezione di cui voglio parlarvi e non c'è da stupirsi se dalla Puglia vengono qui da noi per un pranzo o una cena o si scomodano critici e giornalisti a conoscere lo chef Pietro Acciardi che ha rivoluzinato il modo di fare cucina in hotel.
Il biglietto da visita sono i commenti di chi c'è stato, sono i messaggi e i disegni dei bambini che hanno soggiornato in hotel oltre al sorriso consapevole di chef Acciardi e ai riconoscimenti che sempre ottiene quando partecipa a qualche manifestazione. Lui gli ingredienti che vengono da fuori non li vuole neppure sentir nominare, conosce bene il territorio e le sue potenzialità, il suo è un ristorante a km zero in cui si va a mangiare prevalentemente il pescato locale del giorno accompagnato e reso speciale dai prodotti del territorio e dalla creatività di Pietro Acciardi. Al ristornate dell'hotel Enotria di Amendolara lo chef ha carta bianca e chi si siede ad uno dei tavoli, in cui predomina la freschezza e la luce di una tipica sala di albergo marino, deve dare carta bianca a chi sta in cucina e certamente non se ne pentirà. Dei piatti parlano forse già le immagini ma solo all'assaggio potrete davvero capire quel che voglio dire.
Siamo stati accolti da un involtino di melanzana e sgombro con cicoria e zucca accompagnato da una riduzione di vino magliocco. A seguire un'insalata di polpo all'arancia servita nel frutto. 
Un antipasto caldo come i calamaretti con carciofi e mandorle di Amendolara servito in una corona di melanzane posso affermare essere il più buon piatto di pesce mai assaggiato in vita mia, commovente la delicatezza di gusto e consistenze in cui tutti gli ingredienti si sposano alla perfezione. 
Ancora Calabria nel quarto antipasto, una passata di patata silana con tagliata di seppia e polvere di liquirizia Amarelli e nel primo: riso di Sibari con gamberi, broccoli e limone di Rocca Imperiale, un gusto fresco per un piatto ben assemblato ed amalgamato senza ricorrere a panna o burro. 
Notevole per il contrasto di gusti e colori il pesce spada con cipolle di Tropea caramellate e fragole. 
Perfetto anche il dolce, una fragrante tortina con crema di limoni e passatina di fresche fragole senza aggiunta di zucchero o altro. 
Davvero una cucina leggera e creativa, di altissimo livello e qualità ad un prezzo estremamente competitivo.
Ristorante Hotel Enotria
http://www.hotelenotria.it/
Viale Calabria, 20
87071 Amendolara (CS)
Tel +39 0981.915026 Fax. +39 0981.915261
info@hotelenotria.it
https://www.facebook.com/pietro.acciardi

2015-03-03

Di libri sulle donne, mimose e piatti leggeri

Vi dirò per la festa delle donne ho sempre avuto una sorta d'antipatia, se guardate indietro nei post di marzo degli anni passati difficilmente mi sono soffermata su questa festività che in sé non ho mai approvato più di tanto pensando sempre che non fosse necessario avere una festa a parte in un determinato giorno dell'anno...che le donne vanno festeggiate ogni giorno...e blà, blà, blà.
A parte questi luoghi comuni e tutte le considerazioni che possiamo fare in merito all'8 marzo ritengo che in fondo sia il pretesto e l'occasione per fare festa e parlare di donne e se il fiore simbolo della festa delle donne sono le mimose, va bene anche questo e anche se non ne amo il profumo devo riconoscere che appena colte sgradevoli non sono ed in effetti un tocco speciale a questa mia tavola pensata per le donne l'hanno dato con il loro intenso colore giallo.
Se comunque non avete voglia di mettervi lì a preparare tavola e piatti ma volte comunque festeggiare l'occasione perché con le mie argomentazioni vi ho convinto non vi resta che farvi invitare o cliccare su Quandoo per scegliere il ristorante che fa per voi. Certamente troverete il ristorante giusto prenotando in modo semplice e veloce.
Americani e tovaglioli Busatti, servizio piatti Villa dei Fiori La Porcellana Bianca, posate Mori Italian Factory, sottopiatti e cestino fiori Nella Longari Home
Se di donne devo parlarvi non posso che rivolgermi alla mia piccola biblioteca estraendo per voi dal magico cilindro due libri belli, ognuno a suo modo, da regalare a una donna speciale (madre, moglie, sorella, figlia o amica che sia) per omaggiarla o da regalarsi per riflettere sulla grandezza del gentil sesso.
L'Italia delle donne di Alida Ardemagni pubblicato ormai da un po' da Morellini Editore parla di sibille, dee, ninfe, streghe, sante, combattenti, scrittrici, aristocratiche e popolane, cuoche e sommelier, vestali, imprenditrici, pittrici, fotografe, architette, stiliste, scienziate, innamorate, muse, badesse, offrendo spunti di viaggio alla scoperta del lato femminile del nostro paese. Tante storie di donne vissute in epoche diverse in un continuo oscillare tra emancipazione e tradizione, storie che formano insieme  un atlante perché ad ogni donna raccontata sono associati itinerari e spunti di visita per conoscere i luoghi in cui è vissuta o che l'hanno resa celebre. Date un'occhiata all'indice e v'innamorerete del volume.
Lidia Ravera, Chiara Mezzalama e Gaia Formenti sono le autrici di Tre donne sull'isola un singolare diario a tre voci o a sei mani pubblicato da Iacobelli Editori nella collana I Leggendari, piccoli volumi intriganti ed eleganti, piccoli libri "portatili" nati dalla complicità tra Iacobelli Editore e la rivista culturale Leggendaria. Tre donne sull'isola è un romanzo nato da una proposta di Lidia Ravera, la storia di tre donne riunite per caso nell'eccezionalità di un ambiente estremo - un'isola deserta per l'inverno, piccola, scogliosa, battuta da un mare implacabile e magnifico - lontane dalle loro vite quotidiane, isolate e prive di quei legami che reggono la trama di ogni esistenza ma che a volte rendono difficile pensarsi per quello che si è o si vuol diventare. Tre voci che narrano, ciascuna dal punto in cui l'altra ha interrotto la narrazione, senza che alcuna trama fosse stabilita in partenza, quasi un gioco di relazione o di ruolo.
Vi ho dato l'idea per apparecchiare una tavola, magari per una cena tra amiche o semplicemente per stupire la propria donna e vi ho parlato di due libri speciali "di donne" ora siete pronti per una mia ricetta femminile leggera, sana, gustosa e anche gialla come le mimose.
Corallini risottati allo zafferano con carciofi e cicerchie
Piatti ISI Milano, tovagliolo Busatti, posata Mori Italian Factory
Ingredienti per 4 persone:
360 g di pastina Corallini Girolomoni
2 bustine di zafferano
1 tazza di cicerchie lessate
4 carciofi
1 cipolla bionda
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
2 cucchiaiate di grana grattugiato
u1 noce di burro
brodo vegetale
prezzemolo
sale e pepe
Affettare finemente metà della cipolla e rosolarla in padella con i carciofi a spicchi, salare, pepare, aggiungere pochissima acqua calda, coprire il tegame e lasciar stufare i carciofi, aggiungere le cicerchie e mescolare amalgamando i sapori, unire alla fine del prezzemolo tritato.
Tritare l'altra metà della cipolla e appassirla con un filo d'olio e un pizzico di sale fino a farla diventare trasparente, unire la pastina secca e tostarla a secco, sfumare con il vino e aggiungere il brodo e un mestolo per volta, come per il risotto, e la polvere di zafferano sciolta in pochissimo brodo portando la pasta a cottura (cuoce in pochissimo tempo e consiglio di lasciarla un po' al dente) mantecare con il burro e il grana e versare i corallini nei piatti, condire con i carciofi e le cicerchie.

Di libri sulle donne, mimose e piatti leggeri

Vi dirò per la festa delle donne ho sempre avuto una sorta d'antipatia, se guardate indietro nei post di marzo degli anni passati difficilmente mi sono soffermata su questa festività che in sé non ho mai approvato più di tanto pensando sempre che non fosse necessario avere una festa a parte in un determinato giorno dell'anno...che le donne vanno festeggiate ogni giorno...e blà, blà, blà.
A parte questi luoghi comuni e tutte le considerazioni che possiamo fare in merito all'8 marzo ritengo che in fondo sia il pretesto e l'occasione per fare festa e parlare di donne e se il fiore simbolo della festa delle donne sono le mimose, va bene anche questo e anche se non ne amo il profumo devo riconoscere che appena colte sgradevoli non sono ed in effetti un tocco speciale a questa mia tavola pensata per le donne l'hanno dato con il loro intenso colore giallo.
Se comunque non avete voglia di mettervi lì a preparare tavola e piatti ma volte comunque festeggiare l'occasione perché con le mie argomentazioni vi ho convinto non vi resta che farvi invitare o cliccare su Quandoo per scegliere il ristorante che fa per voi. Certamente troverete il ristorante giusto prenotando in modo semplice e veloce.
Americani e tovaglioli Busatti, servizio piatti Villa dei Fiori La Porcellana Bianca, posate Mori Italian Factory, sottopiatti e cestino fiori Nella Longari Home
Se di donne devo parlarvi non posso che rivolgermi alla mia piccola biblioteca estraendo per voi dal magico cilindro due libri belli, ognuno a suo modo, da regalare a una donna speciale (madre, moglie, sorella, figlia o amica che sia) per omaggiarla o da regalarsi per riflettere sulla grandezza del gentil sesso.
L'Italia delle donne di Alida Ardemagni pubblicato ormai da un po' da Morellini Editore parla di sibille, dee, ninfe, streghe, sante, combattenti, scrittrici, aristocratiche e popolane, cuoche e sommelier, vestali, imprenditrici, pittrici, fotografe, architette, stiliste, scienziate, innamorate, muse, badesse, offrendo spunti di viaggio alla scoperta del lato femminile del nostro paese. Tante storie di donne vissute in epoche diverse in un continuo oscillare tra emancipazione e tradizione, storie che formano insieme  un atlante perché ad ogni donna raccontata sono associati itinerari e spunti di visita per conoscere i luoghi in cui è vissuta o che l'hanno resa celebre. Date un'occhiata all'indice e v'innamorerete del volume.
Lidia Ravera, Chiara Mezzalama e Gaia Formenti sono le autrici di Tre donne sull'isola un singolare diario a tre voci o a sei mani pubblicato da Iacobelli Editori nella collana I Leggendari, piccoli volumi intriganti ed eleganti, piccoli libri "portatili" nati dalla complicità tra Iacobelli Editore e la rivista culturale Leggendaria. Tre donne sull'isola è un romanzo nato da una proposta di Lidia Ravera, la storia di tre donne riunite per caso nell'eccezionalità di un ambiente estremo - un'isola deserta per l'inverno, piccola, scogliosa, battuta da un mare implacabile e magnifico - lontane dalle loro vite quotidiane, isolate e prive di quei legami che reggono la trama di ogni esistenza ma che a volte rendono difficile pensarsi per quello che si è o si vuol diventare. Tre voci che narrano, ciascuna dal punto in cui l'altra ha interrotto la narrazione, senza che alcuna trama fosse stabilita in partenza, quasi un gioco di relazione o di ruolo.
Vi ho dato l'idea per apparecchiare una tavola, magari per una cena tra amiche o semplicemente per stupire la propria donna e vi ho parlato di due libri speciali "di donne" ora siete pronti per una mia ricetta femminile leggera, sana, gustosa e anche gialla come le mimose.
Corallini risottati allo zafferano con carciofi e cicerchie
Piatti ISI Milano, tovagliolo Busatti, posata Mori Italian Factory
Ingredienti per 4 persone:
360 g di pastina Corallini Girolomoni
2 bustine di zafferano
1 tazza di cicerchie lessate
4 carciofi
1 cipolla bionda
olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
2 cucchiaiate di grana grattugiato
u1 noce di burro
brodo vegetale
prezzemolo
sale e pepe
Affettare finemente metà della cipolla e rosolarla in padella con i carciofi a spicchi, salare, pepare, aggiungere pochissima acqua calda, coprire il tegame e lasciar stufare i carciofi, aggiungere le cicerchie e mescolare amalgamando i sapori, unire alla fine del prezzemolo tritato.
Tritare l'altra metà della cipolla e appassirla con un filo d'olio e un pizzico di sale fino a farla diventare trasparente, unire la pastina secca e tostarla a secco, sfumare con il vino e aggiungere il brodo e un mestolo per volta, come per il risotto, e la polvere di zafferano sciolta in pochissimo brodo portando la pasta a cottura (cuoce in pochissimo tempo e consiglio di lasciarla un po' al dente) mantecare con il burro e il grana e versare i corallini nei piatti, condire con i carciofi e le cicerchie.

2015-02-27

Fegato ai carciofi...mangiare da re in tempo di crisi

Piatti ISI MIlano

Mangiare da re in tempo di crisi? A sentire Sergio Maria Teutonico si può.
Nel suo Di necessità...menù pubblicato da Anteprima Edizioni Età dell'Acquario il simpatico e molto competente chef Teutonico - che abbiamo amato tutti in chef per un giorno e continuiamo ad apprezzare in tutte le sue avventure culinarie per la capacità che ha di raccontare il cibo oltre che per la vena ironica che lo contraddistingue - ci parla di ricette semplici, economiche e curate.  Alle ricette si alternano storielle  e ricordi scritti insieme a Silvia Mobili e Betty Senatore le sue co-autrici nonché conduttrici della fortunata Trasmissione Ladies and Capital in onda su Radio Capital cui prende parte anche Sergio regalandoci preziosi consigli culinari, alcuni dei quali ritroviamo nel libro. Un libro divertente e molto utile come del resto anche Il pollo il cuoco e la motocicletta dello stesso autore pubblicato dal medesimo editore.
 
Un altro modo di risparmiare quello che ci suggerisce Sergio Maria Teutonico con le sue ricette (alcune impensabili) che permettono di cucinare con gusto sfruttando tutte le fonti di calore possibili risparmiando quindi energia. Prima di leggere questo libro avrei certo pensato, e a volte l'ho fatto, di sciogliere il burro o il cioccolato su un termosifone, avrei anche pensato perché ne ho sentito parlare di sfruttare il calore della lavastoviglie per cuocere alcune pietanze, ma mai dico davvero mai avrei pensato che si potessero cuocere i biscotti sul cruscotto dell'automobile e già m'immagino la prossima estate con gli occhiali da sole, la borsa del mare in una mano e la teglia coi biscotti nell'altra pronta ad essere adagiata sul cruscotto dell'auto parcheggiata prima di godermi il sole. Un libro che apre diverse e sconosciute prospettive ma che soprattutto invita a compiere una riflessione sul cibo, sulla qualità degli ingredienti e sul giusto modo di alimentarsi per fa si che cucinare e mangiare rimangano un divertimento e un piacere.
Mi sono accorta che i piatti migliori vengono fuori dal poco. In realtà se si va su pietanze più economiche si ottengono ottimi risultati senza alleggerire troppo le tasche. Prendete il fegato ad esempio, con le cipolle è già delizioso ma se volete farlo diventare un piatto da re unitevi i carciofi, in questo periodo costano davvero poco, sono sani e danno una nota particolare ai piatti rendendoli più gustosi.
Fegato ai carciofi

 Ingredienti per 4 persone:
4 carciofi
600 g di fegato di vitello
2 cipolle bionde
2 foglie d'alloro
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Tagliare a spicchi i carciofi dopo averli puliti e affettare le cipolle. Rosolare le cipolle con un filo d'olio e l'alloro, salarle, aggiungere i carciofi e proseguire la cottura finché le cipolle saranno trasparenti e i carciofi teneri, aggiungere il fegato e alzare di nuovo la fiamma per fargli prendere colore, salare, pepare e servire subito.

Fegato ai carciofi...mangiare da re in tempo di crisi

Piatti ISI MIlano

Mangiare da re in tempo di crisi? A sentire Sergio Maria Teutonico si può.
Nel suo Di necessità...menù pubblicato da Anteprima Edizioni Età dell'Acquario il simpatico e molto competente chef Teutonico - che abbiamo amato tutti in chef per un giorno e continuiamo ad apprezzare in tutte le sue avventure culinarie per la capacità che ha di raccontare il cibo oltre che per la vena ironica che lo contraddistingue - ci parla di ricette semplici, economiche e curate.  Alle ricette si alternano storielle  e ricordi scritti insieme a Silvia Mobili e Betty Senatore le sue co-autrici nonché conduttrici della fortunata Trasmissione Ladies and Capital in onda su Radio Capital cui prende parte anche Sergio regalandoci preziosi consigli culinari, alcuni dei quali ritroviamo nel libro. Un libro divertente e molto utile come del resto anche Il pollo il cuoco e la motocicletta dello stesso autore pubblicato dal medesimo editore.
 
Un altro modo di risparmiare quello che ci suggerisce Sergio Maria Teutonico con le sue ricette (alcune impensabili) che permettono di cucinare con gusto sfruttando tutte le fonti di calore possibili risparmiando quindi energia. Prima di leggere questo libro avrei certo pensato, e a volte l'ho fatto, di sciogliere il burro o il cioccolato su un termosifone, avrei anche pensato perché ne ho sentito parlare di sfruttare il calore della lavastoviglie per cuocere alcune pietanze, ma mai dico davvero mai avrei pensato che si potessero cuocere i biscotti sul cruscotto dell'automobile e già m'immagino la prossima estate con gli occhiali da sole, la borsa del mare in una mano e la teglia coi biscotti nell'altra pronta ad essere adagiata sul cruscotto dell'auto parcheggiata prima di godermi il sole. Un libro che apre diverse e sconosciute prospettive ma che soprattutto invita a compiere una riflessione sul cibo, sulla qualità degli ingredienti e sul giusto modo di alimentarsi per fa si che cucinare e mangiare rimangano un divertimento e un piacere.
Mi sono accorta che i piatti migliori vengono fuori dal poco. In realtà se si va su pietanze più economiche si ottengono ottimi risultati senza alleggerire troppo le tasche. Prendete il fegato ad esempio, con le cipolle è già delizioso ma se volete farlo diventare un piatto da re unitevi i carciofi, in questo periodo costano davvero poco, sono sani e danno una nota particolare ai piatti rendendoli più gustosi.
Fegato ai carciofi

 Ingredienti per 4 persone:
4 carciofi
600 g di fegato di vitello
2 cipolle bionde
2 foglie d'alloro
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Tagliare a spicchi i carciofi dopo averli puliti e affettare le cipolle. Rosolare le cipolle con un filo d'olio e l'alloro, salarle, aggiungere i carciofi e proseguire la cottura finché le cipolle saranno trasparenti e i carciofi teneri, aggiungere il fegato e alzare di nuovo la fiamma per fargli prendere colore, salare, pepare e servire subito.

2015-02-25

Waffles salati e buona birra artigianale


Piatto Ceraniche De Simone
Al sabato se non vado fuori mi piace inventare dei giochi pure a tavola. Oramai con la mia piastra per Waffles comprata su MeinCupcake.de uno shop on line fornitissimo ci faccio di tutto, non potevo allora non provare i waffles salati che ho poi farcito con la mia aromatica pancetta home made (si vi parlerò anche della recente produzione domestica di salumi e affini cui mi sono con diletto dedicata) e una crema di yogurt colato sempre fatta in casa. A tutto questo produrre a casa ho abbinato una buona birra artigianale senza spostarmi dalla mia Calabria, attingendo alla produzione del Birrificio Blandino e scegliendo per l'occasione l'ambrata Janet. Davvero soddisfatta di questa cenetta da gustare sul divano senza nessuna formalità.
Waffles salati
Ingredienti:
250 g di farina
2 uova
500 ml di latte
1/2 bustina di lievito
30 g di burro fuso
20 g di zucchero
pepe nero
sale qb
Mescolare farina, lievito, zucchero e un bel pizzico di sale. Aggiungere i tuorli e allungare la pastella con il latte. Lasciar riposare mezz'ora in frigo poi unire gli albumi montati a neve e il burro fuso. Cuocere nell'apposita cialdiera e farcire a piacere.
Per la crema di yogurt basta mettere a scolare dello yogurt bianco naturale in un colino a maglia fine per 24 ore, poi condirlo con sale, pepe,olio ed erbe aromatiche a piacere.

Waffles salati e buona birra artigianale


Piatto Ceraniche De Simone
Al sabato se non vado fuori mi piace inventare dei giochi pure a tavola. Oramai con la mia piastra per Waffles comprata su MeinCupcake.de uno shop on line fornitissimo ci faccio di tutto, non potevo allora non provare i waffles salati che ho poi farcito con la mia aromatica pancetta home made (si vi parlerò anche della recente produzione domestica di salumi e affini cui mi sono con diletto dedicata) e una crema di yogurt colato sempre fatta in casa. A tutto questo produrre a casa ho abbinato una buona birra artigianale senza spostarmi dalla mia Calabria, attingendo alla produzione del Birrificio Blandino e scegliendo per l'occasione l'ambrata Janet. Davvero soddisfatta di questa cenetta da gustare sul divano senza nessuna formalità.
Waffles salati
Ingredienti:
250 g di farina
2 uova
500 ml di latte
1/2 bustina di lievito
30 g di burro fuso
20 g di zucchero
pepe nero
sale qb
Mescolare farina, lievito, zucchero e un bel pizzico di sale. Aggiungere i tuorli e allungare la pastella con il latte. Lasciar riposare mezz'ora in frigo poi unire gli albumi montati a neve e il burro fuso. Cuocere nell'apposita cialdiera e farcire a piacere.
Per la crema di yogurt basta mettere a scolare dello yogurt bianco naturale in un colino a maglia fine per 24 ore, poi condirlo con sale, pepe,olio ed erbe aromatiche a piacere.

2015-02-23

Il miele, la liquirizia Amarelli e nuovi esperimenti creativi

Mi piacciono i libri dedicati ad un singolo ingrediente, trovo interessante affrontare un argomento da tutte le sfaccettature che ci si possano presentare. Oggi voglio parlarvi di due ingredienti che ho utilizzato per la mia ricetta, il miele e la liquirizia e di due recenti pubblicazioni a loro dedicate.
Dottor Miele di Eva Crane è stato pubblicato da Orme Tarka e ci racconta tutto ma proprio tutto sul miele: storia, leggende, cucina, salute bellezza, longevità ...e altro ancora. Il miele, alimento antichissimo, ricco e completo, fa davvero bene a tutti e lo si può scoprire tra le pagine di questo ricchissimo volume che porta la firma della Crane un'autorità mondiale nel campo dell'apicoltura e dei prodotti delle api e del miele. Un testo piacevole oltre che un indispensabile vademecum in cui alle nozioni di farmacologia, cosmetica e cucina si aggiungono consigli pratici per chi personalmente vuole dedicarsi all'apicoltura e tanti aneddoti e leggende sul miele.
Un'altra firma autorevole è quella di Giuseppe Amarelli che dà voce alla storia della sua famiglia e dell'azienda omonima nel suo Liquirizia pubblicato da Rubbettino, un ricettario romanzato di un'insolita radice recita il sottotitolo. Liquirizia e Amarelli per noi calabresi sono sempre stati sinonimi ecco perché mi sembra assolutamente normale ritrovare nel libro, in una piacevole commistione, la storia della radice di liquirizia e della famiglia che per me la rappresenta.
La prima sezione del libro è dedicata alla storia della famiglia Amarelli, quasi un romanzo autobiografico il racconto di uno spaccato dolce e nostalgico di quest' antica famiglia calabrese; nella seconda parte si parla della liquirizia e dell'impresa familiare Amarelli che ad essa ha legato il proprio fortunato destino. Il resto del libro è più prettamente di cucina riportando nella terza sezione ricette originali, facili e divertenti per utilizzare la liquirizia in cucina. La creatività prende il sopravvento nell'ultima sezione in cui sono riportate le ricette a base di liquirizia di grandi chef, piccoli cuochi talentuosi e anche blogger creativi.
Che vi posso dire se non di essere orgogliosa quando vedo una pubblicazione come questa di Rubbettino, all'orgoglio stavolta si è aggiunta la meraviglia quando ho scoperto che nelle ricette creative a base di liquirizia dei principali blogger italiani uno spazio è stato riservato anche al mio blog. Davvero onorata dopo otto anni di lavoro speso nel coltivare questo blog di essere citata in un volume di tale pregio, ringrazio pubblicamente lo scrittore e l'editore e ricambio affettuosamente con una nuova ricetta: un Filetto di pollo al miele e liquirizia con passata di sedano rapa. Una ricetta semplice da realizzare, dal gusto delicato e sorprendente che lascia alla carne una tenerezza inaspettata.
 Filetto di pollo al miele e liquirizia con passata di sedano rapa
 Ingredienti per 4 persone
1 petto di pollo diviso in due filetti
1 cucchiaio di polvere di liquirizia
1 cucchiaio di miele
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d'oliva
sale e pepe bianco
1/2 cipolla bionda 
1 sedano rapa
Marinare per un paio d'ore i filetti di pollo con la polvere di liquirizia, il miele, il sale e un filo d'olio.
Tritare la cipolla pelare il sedano rapa e ridurlo a cubetti per agevolare la cottura, saltarlo in padello con la cipolla e un filo d'olio finché risulterà morbido. Tenerlo da parte e, nello stesso tegame, rosolare i filetti pollo scolati dalla marinata, sfumare con il vino, poi aggiungere il sedano rapa e mezzo bicchiere d'acqua e lasciar cuocere altri dieci minuti circa, quando il fondo è ristretto togliere i filetti e tenerli in caldo avvolti in stagnola, passare il fondo con il frullatore ad immersione e servire con i petti di pollo affettati in diagonale.