2007-06-03

Babà al limoncello

Nel post su Napoli dopo la foto del bel babà consumato in loco promettevo di fare e postare presto il mio babà.
Nel precedente post delle crostatine al Lemon curd del resto vi lasciavo con un’altra promessa di utilizzare il lemon curd avanzato in altro modo originale
Ecco allora il post delle promesse: ne è venuto fuori un Babà al limoncello guarnito con riccioli di gustosissimo lemon curd.
In fondo siamo abituati a mangiare il Babà sempre impregnato dell’aromatico rum ma chi dice che non sia ugualmente eccezionale innaffiato di qualche altro liquido altrettanto alcolico e profumato?
La ricetta è tratta dal famoso libro della Clerici citato qualche post fa, modificata leggermente qua e là da me.

Ingredienti per un mega babà:
300 g di farina 00
25 g di lievito di birra
25 g di zucchero
1 dl di acqua
100 g di burro
4 uova
1 pizzico di sale

Per lo sciroppo:
350 ml di acqua
170 g di zucchero
170 ml di limoncello

Per decorare:
Lemon curd
Gianduiotti fondenti

Formiamo un pastello con 50 g di farina e il lievito sciolto nell’acqua tiepida. Lasciamo riposare per un’ora. Poi uniamo la restante farina, lo zucchero, le uova, il sale e il burro ridotto a pezzetti.
Lavoriamo molto bene e poi lasciamo a lievitare per un’ora e mezza circa.
Sgonfiamo l’impasto e poi lo mettiamo in una teglia dai bordi alti e lo facciamo lievitare fino a quando avrà riempito lo stampo. Poi inforniamo in forno caldo eventualmente posizionando nella parte bassa dello stesso una ciotola con acqua per mantenere il giusto grado di umidità in cottura.
Una volta raffreddato, anche il giorno dopo, prepariamo lo sciroppo scaldando l’acqua con lo zucchero ed unendo poi il liquore.
Versiamo lo sciroppo sul dolce sistemato in una ciotola coi bordi un poco alti e lasciamo inzuppare per bene nel liquido.
Poi decoriamo con riccioli di Lemon curd e i gianduiotti tagliati a triangolini.

Babà al limoncello

Nel post su Napoli dopo la foto del bel babà consumato in loco promettevo di fare e postare presto il mio babà.
Nel precedente post delle crostatine al Lemon curd del resto vi lasciavo con un’altra promessa di utilizzare il lemon curd avanzato in altro modo originale
Ecco allora il post delle promesse: ne è venuto fuori un Babà al limoncello guarnito con riccioli di gustosissimo lemon curd.
In fondo siamo abituati a mangiare il Babà sempre impregnato dell’aromatico rum ma chi dice che non sia ugualmente eccezionale innaffiato di qualche altro liquido altrettanto alcolico e profumato?
La ricetta è tratta dal famoso libro della Clerici citato qualche post fa, modificata leggermente qua e là da me.

Ingredienti per un mega babà:
300 g di farina 00
25 g di lievito di birra
25 g di zucchero
1 dl di acqua
100 g di burro
4 uova
1 pizzico di sale

Per lo sciroppo:
350 ml di acqua
170 g di zucchero
170 ml di limoncello

Per decorare:
Lemon curd
Gianduiotti fondenti

Formiamo un pastello con 50 g di farina e il lievito sciolto nell’acqua tiepida. Lasciamo riposare per un’ora. Poi uniamo la restante farina, lo zucchero, le uova, il sale e il burro ridotto a pezzetti.
Lavoriamo molto bene e poi lasciamo a lievitare per un’ora e mezza circa.
Sgonfiamo l’impasto e poi lo mettiamo in una teglia dai bordi alti e lo facciamo lievitare fino a quando avrà riempito lo stampo. Poi inforniamo in forno caldo eventualmente posizionando nella parte bassa dello stesso una ciotola con acqua per mantenere il giusto grado di umidità in cottura.
Una volta raffreddato, anche il giorno dopo, prepariamo lo sciroppo scaldando l’acqua con lo zucchero ed unendo poi il liquore.
Versiamo lo sciroppo sul dolce sistemato in una ciotola coi bordi un poco alti e lasciamo inzuppare per bene nel liquido.
Poi decoriamo con riccioli di Lemon curd e i gianduiotti tagliati a triangolini.

2007-06-01

Crostatine al Lemon curd


Sentivo sempre parlare di Lemon Curd ma non mi ero mai azzardata a preparare questa crema, forse un pò per quella mia innata diffidenza verso i dolci inglesi che, invitanti nell’aspetto, molto spesso sono eccessivamente burrosi e zuccherosi ma, poiché mi sono ormai arresa all’idea di intraprendere una dieta dimagrante al fine di indossare in modo degno un bel costume da bagno nell’imminente stagione estiva, mi sono lasciata tentare dal traboccante e soprattutto naturalissimo (che sta per non trattato in alcun modo) albero di limoni della mia vicina e così eccomi intraprendere la strada del Lemon curd.
Ho vagliato diverse ricette spulciando nei miei ricettari e nella Blogosfera ed alla fine la mia scelta è ricaduta sul
Lemon curd di Cavoletto di Bruxelles. La ricetta ve la leggete là io semmai posso darvi un buon suggerimento di utilizzo: Crostatine al Lemon curd

Per 6 crostatine ci occorrono:
150 g di farina 00
50 g di farina di mandorle
50 g di zucchero a velo vanigliato
1 pizzico di sale
100 g di burro
1 tuorlo d’uovo
2 cucchiai di acqua fredda
1 vasetto di lemon curd

Versiamo in una ciotola le farine, lo zucchero e il sale poi amalgamiamole col burro freddo a pezzetti formando un impasto simile a pangrattato. Una volta fatto ciò sbattiamo leggermente il tuorlo con l’acqua ed amalgamiamolo all’impasto. Formiamo una palla e lasciamola a riposare il frigo per un’ora.
Trascorso il tempo indicato dividiamo l’impasto in sei parti e stendiamolo nelle tegline (12 cm) imburrate ed infarinate.
Versiamo sopra ognuna una cucchiaiata di Lemon curd, stendiamola su tutta la superficie ed inforniamo a 180° fino a doratura.
Deliziose a colazione col thè bello forte.
Mi è avanzato un poco di lemon curd sto pensando a come utilizzarlo…

Crostatine al Lemon curd


Sentivo sempre parlare di Lemon Curd ma non mi ero mai azzardata a preparare questa crema, forse un pò per quella mia innata diffidenza verso i dolci inglesi che, invitanti nell’aspetto, molto spesso sono eccessivamente burrosi e zuccherosi ma, poiché mi sono ormai arresa all’idea di intraprendere una dieta dimagrante al fine di indossare in modo degno un bel costume da bagno nell’imminente stagione estiva, mi sono lasciata tentare dal traboccante e soprattutto naturalissimo (che sta per non trattato in alcun modo) albero di limoni della mia vicina e così eccomi intraprendere la strada del Lemon curd.
Ho vagliato diverse ricette spulciando nei miei ricettari e nella Blogosfera ed alla fine la mia scelta è ricaduta sul
Lemon curd di Cavoletto di Bruxelles. La ricetta ve la leggete là io semmai posso darvi un buon suggerimento di utilizzo: Crostatine al Lemon curd

Per 6 crostatine ci occorrono:
150 g di farina 00
50 g di farina di mandorle
50 g di zucchero a velo vanigliato
1 pizzico di sale
100 g di burro
1 tuorlo d’uovo
2 cucchiai di acqua fredda
1 vasetto di lemon curd

Versiamo in una ciotola le farine, lo zucchero e il sale poi amalgamiamole col burro freddo a pezzetti formando un impasto simile a pangrattato. Una volta fatto ciò sbattiamo leggermente il tuorlo con l’acqua ed amalgamiamolo all’impasto. Formiamo una palla e lasciamola a riposare il frigo per un’ora.
Trascorso il tempo indicato dividiamo l’impasto in sei parti e stendiamolo nelle tegline (12 cm) imburrate ed infarinate.
Versiamo sopra ognuna una cucchiaiata di Lemon curd, stendiamola su tutta la superficie ed inforniamo a 180° fino a doratura.
Deliziose a colazione col thè bello forte.
Mi è avanzato un poco di lemon curd sto pensando a come utilizzarlo…

2007-05-31

Involtini di cernia con carote baby e piselli


Il pesce, se è di buona qualità, più viene presentato in modo semplice e più è buono.
Però il solito filetto con olio, sale, pepe, limone e prezzemolo, non so a voi ma a me viene a noia.
Ecco allora un modo “elegante” oltre che semplice e stuzzicante per portare i filetti di cernia in tavola: Involtini di cernia con carote baby e piselli

Ingredienti per 4:
4 filetti di cernia
la mollica di una fetta di pane casereccio
1 uovo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
½ spicchio d’aglio
1 ciuffetto di timo
olio extravergine d’oliva
½ bicchiere vino bianco
sale e pepe
carotine baby, piselli, burro e prezzemolo per il contorno

Ammolliamo la mollica in acqua tiepida, tritiamo il timo e l’aglio.
Appiattiamo un poco con l’ausilio del batticarne, i filetti di pesce. Ritagliamo i bordi in modo da ottenere fette regolari.
Tritiamo a coltello gli scarti di pesce, li mescoliamo alla mollica strizzata e sbriciolata, aggiungiamo il trito aromatico, il parmigiano, l’uovo e poi sale e pepe quanto basta.
Dividiamo il composto sui quattro filetti, stendendolo uniformemente.
Avvolgiamoli poi su se stessi.
Rosoliamo gli involtini in una padella velata di olio, sfumiamo col vino e proseguiamo la cottura per 10 minuti.
Sbollentiamo intanto per pochi istanti i piselli e le carotine poi saltiamoli in padella con un poco di burro, sale pepe e prezzemolo tritato.
Adagiamo le verdure nei piatti e sopra ciascun mucchietto un involtino.
Il gioco è fatto, non resta che portare in tavola.
Oltre al filetto di cernia moltissimi altri pesci si prestano a questa preparazione.
Il contorno poi possiamo variarlo a nostro piacere magari per un gusto più esotico una julienne di carote, zucchine e peperoni saltati appena in modo da restare croccanti ed aromatizzati con salsa di soia.

Involtini di cernia con carote baby e piselli


Il pesce, se è di buona qualità, più viene presentato in modo semplice e più è buono.
Però il solito filetto con olio, sale, pepe, limone e prezzemolo, non so a voi ma a me viene a noia.
Ecco allora un modo “elegante” oltre che semplice e stuzzicante per portare i filetti di cernia in tavola: Involtini di cernia con carote baby e piselli

Ingredienti per 4:
4 filetti di cernia
la mollica di una fetta di pane casereccio
1 uovo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
½ spicchio d’aglio
1 ciuffetto di timo
olio extravergine d’oliva
½ bicchiere vino bianco
sale e pepe
carotine baby, piselli, burro e prezzemolo per il contorno

Ammolliamo la mollica in acqua tiepida, tritiamo il timo e l’aglio.
Appiattiamo un poco con l’ausilio del batticarne, i filetti di pesce. Ritagliamo i bordi in modo da ottenere fette regolari.
Tritiamo a coltello gli scarti di pesce, li mescoliamo alla mollica strizzata e sbriciolata, aggiungiamo il trito aromatico, il parmigiano, l’uovo e poi sale e pepe quanto basta.
Dividiamo il composto sui quattro filetti, stendendolo uniformemente.
Avvolgiamoli poi su se stessi.
Rosoliamo gli involtini in una padella velata di olio, sfumiamo col vino e proseguiamo la cottura per 10 minuti.
Sbollentiamo intanto per pochi istanti i piselli e le carotine poi saltiamoli in padella con un poco di burro, sale pepe e prezzemolo tritato.
Adagiamo le verdure nei piatti e sopra ciascun mucchietto un involtino.
Il gioco è fatto, non resta che portare in tavola.
Oltre al filetto di cernia moltissimi altri pesci si prestano a questa preparazione.
Il contorno poi possiamo variarlo a nostro piacere magari per un gusto più esotico una julienne di carote, zucchine e peperoni saltati appena in modo da restare croccanti ed aromatizzati con salsa di soia.

2007-05-30

Spaghetti al pesto d’olive e concassé di pomodoro


Fa già caldo - o meglio dovrebbe fare già caldo - e col caldo si sa si ha sempre meno voglia di stare a spadellare, ma la voglia di cose buone a me personalmente non mi abbandona manco col solleone per cui, nel pieno rispetto della stagionalità e senza star lì a cucinare per ore, vi suggerisco un piatto di estrema semplicità, che di cottura richiede solo quella della pasta e che nonostante ciò si presta ad essere servito anche per un bel pranzo con ospiti.
Bene bene, vi ricordate il pesto col quale ho farcito gli
Involtini di peperoni alle olive del pranzo in campagna?
Ecco dobbiamo preparare quello, tritando finemente, con l’ausilio del robot:
100 g di olive nere secche denocciolate
4 filetti di acciughe
un cucchiaio di capperi
½ spicchio d’aglio
un ciuffo di prezzemolo
qualche foglia di basilico
olio extravergine d’oliva e sale q.b.


Una volta pronto il pesto (le dosi indicate vanno bene anche per sei persone) prendiamo dei pomodori, uno per ciascun piatto o mezzo se sono eccessivamente grandi, leviamo la pelle ed i semi e li riduciamo a cubetti o concassé come dicono correttamente i francesi. Molto indicato per questa ricetta il Pomodoro di Belmonte il cosiddetto cuore di bue, in tal caso date le dimensioni anche un solo pomodoro per 4 persone o più potrebbe bastare
Condiamo il nostro pomodoro con un poco di olio e sale e lo lasciamo lì finché si cuociono gli spaghetti.
Condiamo gli spaghetti col pesto preparato e dopo averli suddivisi nei piatti versiamo sopra ognuno il pomodoro preparato, guarniamo e aromatizziamo con qualche foglia di basilico fresco e che dire, sorprendentemente facile e buono.
Se poi vogliamo impegnarci poco poco di più, per un gusto ancora più eccelso, accostiamo il pesto di olive a delle striscioline di peperone arrostito, si, esattamente come negli involtini solo che ci condiamo la pasta.
Che ne dite?

Spaghetti al pesto d’olive e concassé di pomodoro


Fa già caldo - o meglio dovrebbe fare già caldo - e col caldo si sa si ha sempre meno voglia di stare a spadellare, ma la voglia di cose buone a me personalmente non mi abbandona manco col solleone per cui, nel pieno rispetto della stagionalità e senza star lì a cucinare per ore, vi suggerisco un piatto di estrema semplicità, che di cottura richiede solo quella della pasta e che nonostante ciò si presta ad essere servito anche per un bel pranzo con ospiti.
Bene bene, vi ricordate il pesto col quale ho farcito gli
Involtini di peperoni alle olive del pranzo in campagna?
Ecco dobbiamo preparare quello, tritando finemente, con l’ausilio del robot:
100 g di olive nere secche denocciolate
4 filetti di acciughe
un cucchiaio di capperi
½ spicchio d’aglio
un ciuffo di prezzemolo
qualche foglia di basilico
olio extravergine d’oliva e sale q.b.


Una volta pronto il pesto (le dosi indicate vanno bene anche per sei persone) prendiamo dei pomodori, uno per ciascun piatto o mezzo se sono eccessivamente grandi, leviamo la pelle ed i semi e li riduciamo a cubetti o concassé come dicono correttamente i francesi. Molto indicato per questa ricetta il Pomodoro di Belmonte il cosiddetto cuore di bue, in tal caso date le dimensioni anche un solo pomodoro per 4 persone o più potrebbe bastare
Condiamo il nostro pomodoro con un poco di olio e sale e lo lasciamo lì finché si cuociono gli spaghetti.
Condiamo gli spaghetti col pesto preparato e dopo averli suddivisi nei piatti versiamo sopra ognuno il pomodoro preparato, guarniamo e aromatizziamo con qualche foglia di basilico fresco e che dire, sorprendentemente facile e buono.
Se poi vogliamo impegnarci poco poco di più, per un gusto ancora più eccelso, accostiamo il pesto di olive a delle striscioline di peperone arrostito, si, esattamente come negli involtini solo che ci condiamo la pasta.
Che ne dite?

2007-05-29

Fior di menta


Non c’è proprio che dire mi sono messa in testa boicottare il lavoro delle serie aziende italiane riproducendo in versione domestica i loro grandi successi.
Dopo Sofficini (Findus) e Crepes (Antica Gelateria del Corso) stavolta è toccata alla S.Martino (marchio della Cleca storica azienda produttrice di lieviti e preparati per dolci, di ottima qualità tra l’altro).
Ho avuto occasione qualche tempo fa, in uno di quei momenti di pigrizia culinaria che ogni tanto, anche se di rado, afferrano anche me di assaggiare un loro fresco dessert il Fior di menta appunto, preparato con la classica bustina che contiene già tutto al suo interno, basta aggiungere del latte.
Il gusto era buono e poi dell’associazione menta–cioccolato non è il caso nemmeno di parlarne. Unico difetto il cioccolato della bustina S. Martino che è una polverina di cacao e non so che altro che va allungata con latte o acqua nemmeno ricordo più e che non è tutto questo dire.
Allora, ripensando a quel dessert, mi sono chiesta perché non sfruttare l’idea S. Martino per una più genuina versione artigianale del dolce.
E così eccomi qua con la mia ricetta del Fior di menta.


Le dosi sono per 4 piccoli dessert:
250 ml di panna fresca
60 ml di latte
due cucchiai di zucchero
due cucchiai di sciroppo di menta piperita
3 g di gelatina in fogli
Per la copertura:
60 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
2 cucchiai di panna
acqua q.b.


Prepariamo la panna cotta portando a bollore la panna col latte, lo zucchero e lo sciroppo di menta.
Quando bolle aggiungiamo la gelatina già ammollata e strizzata e mescoliamo bene.
Poi versiamo in quattro ciotoline, magari quelle di alluminio usa e getta, e poniamo in frigo a rassodare.
Al momento di servire sciogliamo il cioccolato con la panna ed allunghiamo con poca acqua in modo da ottenere un bel composto fluido ma non eccessivamente.
Sformiamo i desserts nei piatti e copriamo, prima di servire, con la glassa al cioccolato.
Possiamo anche versare il cioccolato a specchio nel piatto e poi poggiarvi sopra il dolce, si noterà di più l’effetto cromatico.

Fior di menta


Non c’è proprio che dire mi sono messa in testa boicottare il lavoro delle serie aziende italiane riproducendo in versione domestica i loro grandi successi.
Dopo Sofficini (Findus) e Crepes (Antica Gelateria del Corso) stavolta è toccata alla S.Martino (marchio della Cleca storica azienda produttrice di lieviti e preparati per dolci, di ottima qualità tra l’altro).
Ho avuto occasione qualche tempo fa, in uno di quei momenti di pigrizia culinaria che ogni tanto, anche se di rado, afferrano anche me di assaggiare un loro fresco dessert il Fior di menta appunto, preparato con la classica bustina che contiene già tutto al suo interno, basta aggiungere del latte.
Il gusto era buono e poi dell’associazione menta–cioccolato non è il caso nemmeno di parlarne. Unico difetto il cioccolato della bustina S. Martino che è una polverina di cacao e non so che altro che va allungata con latte o acqua nemmeno ricordo più e che non è tutto questo dire.
Allora, ripensando a quel dessert, mi sono chiesta perché non sfruttare l’idea S. Martino per una più genuina versione artigianale del dolce.
E così eccomi qua con la mia ricetta del Fior di menta.


Le dosi sono per 4 piccoli dessert:
250 ml di panna fresca
60 ml di latte
due cucchiai di zucchero
due cucchiai di sciroppo di menta piperita
3 g di gelatina in fogli
Per la copertura:
60 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
2 cucchiai di panna
acqua q.b.


Prepariamo la panna cotta portando a bollore la panna col latte, lo zucchero e lo sciroppo di menta.
Quando bolle aggiungiamo la gelatina già ammollata e strizzata e mescoliamo bene.
Poi versiamo in quattro ciotoline, magari quelle di alluminio usa e getta, e poniamo in frigo a rassodare.
Al momento di servire sciogliamo il cioccolato con la panna ed allunghiamo con poca acqua in modo da ottenere un bel composto fluido ma non eccessivamente.
Sformiamo i desserts nei piatti e copriamo, prima di servire, con la glassa al cioccolato.
Possiamo anche versare il cioccolato a specchio nel piatto e poi poggiarvi sopra il dolce, si noterà di più l’effetto cromatico.

2007-05-28

Caramelle toffee


In questo post solo una foto e il link per la ricetta che non è mia ma di Cavoletto di Bruxelles, ed a lei vanno i miei, e sicuramente anche i vostri, complimenti.
E’ facile da fare e il gusto ok.
Dopo aver avvolto singolarmente le caramelle possiamo farne dei pacchettini colorati con carta velina e spago da regalare agli amici.

Caramelle toffee


In questo post solo una foto e il link per la ricetta che non è mia ma di Cavoletto di Bruxelles, ed a lei vanno i miei, e sicuramente anche i vostri, complimenti.
E’ facile da fare e il gusto ok.
Dopo aver avvolto singolarmente le caramelle possiamo farne dei pacchettini colorati con carta velina e spago da regalare agli amici.

2007-05-27

Buono come il pane



BUONO COME IL PANE, ecco lo slogan forse non molto originale ma sempre efficace della prima edizione della Gran Festa del Pane, manifestazione di quattro giorni che si tiene fino a questa sera ad Altomonte in provincia di Cosenza.
Essendo Altomonte a due passi da casa mia non ho perso l’occasione per immergermi in questa gustosa ed originale manifestazione.
E così ieri sera, vestiti i panni dei turisti, io ed F. ci siamo avventurati alla volta del borgo, tra i
più belli d’Italia.
Non ho potuto vedere tutto perché in quattro giorni di programma le iniziative erano davvero tante, tutte dedicate al più versatile degli alimenti, il Principe della Tavola, sua Maestà il pane.
Mi dispiace di non aver preso parte alle “Officine del gusto” le degustazioni guidate del pane in abbinamento ai sapori locali perché bisognava prenotarsi per tempo, ma ho potuto comunque vedere all’opera qualche fornaio nei forni antichi sparsi per il borgo e rimessi in funzione per l’occasione, vedere la produzione dei fornai di tutta Italia esposte per l’occasione nel Chiostro dei Domenicani e le opere di diversi artisti raccolte nella mostra “Amico pane” il pane che diventa massima forma d’arte.
E poi passeggiando per il paese - dove di tanto in tanto ci si imbatteva in qualche nobile con la sua dama in abiti storici - ho avuto il piacere di far sosta nei diversi stands collocati qua e là e di poter assaggiare tra le altre cose il torrone sardo, la birra artigianale calabrese (non avete capito male, è la birra MIDA di Mastro Birraio di Calabria S.r.l.), il pane di castagne, il liquore di fichi d’india, dell’ottimo formaggio dell’azienda agricola Biosila (del quale mi sono portata dietro una bella formina), il pane casereccio con la salsiccia arrostita al momento e un paio di buoni bicchieri di vino.
Per non dimenticare uno strano dolce a stecco, del quale purtroppo non ho foto, che all’apparenza sembrava un gelato ma era in effetti un grosso krapfen ricoperto di cioccolato caldo fuso e cosparso di granella di nocciole, una cosa non proprio leggera ma che dopo la bella passeggiata mi sono comunque concessa.
Dimenticavo, ho assistito alla splendida esibizione di un gruppo folckloristico, in foto la testimonianza.



P.S. nella prima foto l'esposizione di uno stand sardo, tutti gli oggetti sono stati realizzati con pasta di pane.